Mauro invia una cartolina

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Mauro invia una cartolina «Roma è storia e magia» • Bergamasco saluta il Sei Nazioni, i tifosi e la bella cornice dell'Olimpico «Un grande stadio che ha rappresentato la crescita del nostro movimento» La folla all'ingresso dell'Olimpico per ItaliaFrancia di domenica scorsa: scene che si rivivranno anche domani OMNIROMA

Roberto Parretta

S

e Roma nell'immaginario della gente è il Colosseo, Mauro Bergamasco per il rugby e per la Capitale rappresenta il Sei Nazioni. Dal primo giorno, dal 5 febbraio del 2000. Gli spogliatoi del Flaminio confinavano con la piccolissima sala stampa, a separarli una grande porta rossa: l'Italia ha appena battuto la Scozia nella prima, storica partita nel Sei Nazioni, a intrattenere i giornalisti c'è Diego Dominguez, strepitoso trascinatore degli azzurri. Appoggiato alla porta rossa socchiusa, quasi a «spiare» il grande compagno di squadra, c'è un ragazzone riccio che addenta un panino con la cotoletta: è Bergamasco. Una costante in questi 16 anni di

Sei Nazioni, una costante come Roma. Il quasi trentaseienne flanker padovano domani sarà titolare con il Galles, in quella che sarà la sua ultima partita in azzurro a Roma. «È il mio ultimo Sei Nazioni, l'obiettivo è tentare di rientrare nel gruppo per la Coppa del Mondo». Sono stati proprio giocatori come lui, uno dei più amati di sempre, un'autentica icona di questo sport (tanto che Cariparma gli ha dedicato una personale App per i telefonini), a tessere lo splendido legame che oggi esiste fra la maglia azzurra e i suoi tifosi, a dispetto anche delle tante delusioni: «Roma è il Sei Nazioni e la gente, italiani e stranieri, ne ha compreso lo spirito, che va oltre gli 80'. La gente si è affezionata alla squadra».

RICORDI Dal Flaminio all'Olimpico. «Il Flaminio era casa nostra, uno stadio molto rugbystico. L'Olimpico rappresenta la crescita del nostro movimento». Il Sei Nazioni è Roma: «Per noi giocatori è storia e magia, il Torneo che prima del 2000 ci mancava. Messaggi per i giovani? Non è nel mio ruolo e non ho questa presunzione. Piuttosto ricordo che, per quanto si possa penare e faticare, siamo un gruppo di fortunati e quindi dobbiamo sempre sorridere, pensando quale sport meraviglioso pratichiamo. Capitolo ricordi. «La partita nel mio cuore? La vittoria sul Galles nel 2007, giocando nel secondo tempo centro in coppia con mio fratello Mirco e con la mia meta decisiva». Mauro è e resta un grande per il rugby italiano. Domani l'Olimpico lo saluterà come merita. a RIPRODUZIONE RISERVATA


Mauro Bergamasco è nato il 1 maggio 1979 a Padova. In Nazionale conta 101 cap: l'esordio il 18-11-99 a Huddersfield con l'Olanda. Ha giocato 4 volte la Coppa del Mondo


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