Manifesto per il Partito Democratico, Ignazio Marino

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Discorso
Assemblea
Nazionale
PD
 7
novembre
2009
 Ignazio
R.
Marino
 
 E’
stata
un’esperienza
indimenticabile.
Sono
partito
all’ultimo
 momento,
senza
grandi
mezzi
se
non
un
enorme
entusiasmo
e
la
 speranza
di
poter
fare
qualcosa
di
importante
per
il
nostro
 Partito
e
per
il
nostro
Paese.
Partivo
svantaggiato,
forse,
ma
in
 questi
mesi
ho
imparato
molto
sul
nostro
partito,
sulle
persone
che
lo
 animano
e
ne
fanno
parte,
su
coloro
che
si
sono
avvicinati
 recentemente
(anche
grazie
alla
nostra
mozione),
su
coloro
che
si
 sono
allontanati…
auspicabilmente
non
per
sempre.
 Ho
imparato
a
conoscere
meglio
l’Italia
e
gli
italiani,
i
loro
problemi
e
 le
loro
esigenze.
Se
non
ci
fossero
state
le
primarie
mi
sarei
perso
 la
splendida
opportunità
di
conoscere
meglio
il
mio
paese
e
da
 questa
esperienza
esco
arricchito
e
entusiasmato.
E’
stato
 davvero
impegnativo,
ma
non
ho
mai
sentito
la
fatica.

 Il
congresso
e
le
primarie
sono
state
per
me
una
grande
 opportunità
per
fare
circolare
idee
nuove,
energie
inespresse,
 entusiasmi
sopiti.

 Per
il
PD
e
per
il
paese
è
stata
un’occasione
per
ricominciare
a
 parlare
dei
temi
che
ci
interessano.
A
parlare
di
politica,
delle
cose
 da
fare
e
non
soltanto
di
organigrammi
o
delle
cose
che
spesso
ci
 hanno
diviso.
Perché
certo:
le
organizzazioni
servono,
il
potere
è
 uno
strumento
senza
il
quale
non
è
possibile
realizzare
le
cose,
ma
 dobbiamo
tornare
a
dare
una
posizione
di
assoluta
preminenza
al
 pensiero,
alle
idee,
all’entusiasmo
dei
milioni
di
persone
che
questo
 partito
sostengono
con
il
proprio
voto
e
con
il
proprio
impegno.
 Ora
abbiamo
davanti
un
periodo
complicato
per
il
PD:
si
devono
 costituire
il
nuovi
organismi
dirigenti
a
livello
nazionale
e
 regionale,
ci
sono
difficili
elezioni
regionali
dietro
l’angolo,
 abbiamo
tanti
appuntamenti
delicati
che
ci
aspettano,
ma
io
vi
 chiedo:
non
dimentichiamoci
di
parlare
delle
idee,
dei
nostri
 principi,
della
nostra
identità,
dei
nostri
valori.

1


Io
contribuirò
come
mio
impegno
assoluto,
insieme
ai
delegati
eletti
 nelle
nostre
liste,
per
portare
avanti
nel
dibattito
pubblico
e
nel
 partito
i
temi
che
sono
stati
al
centro
della
mia
campagna
 congressuale:

 TEMI
 • Primo
fra
tutti
l’ambiente
e
l’energia:
il
nostro
 Pianeta
è
tutto
ciò
che
abbiamo,
chi
lo
dimentica
non
 può
esercitare
delle
responsabilità
nei
confronti
dei
 suoi
concittadini,
quelli
di
oggi
e
quelli
di
domani.

 • Poi,
i
diritti
civili.
Non
smetteremo
mai
di
ripeterlo:
 non
diritti
speciali
per
qualcuno
ma
diritti
uguali
per
 tutti!
 • Una
solida,
forte
e
radicata
cultura
del
merito.
 • Il
lavoro
e
l’innovazione:
due
leve
formidabili,
le
 uniche
probabilmente,
per
risolvere
la
crisi.
 • Il
sapere,
la
ricerca,
la
cultura.
Senza
sapere
non
si
 costruisce
una
società
migliore,
senza
sapere
non
si
 può
costruire
un
futuro
migliore.
 • La
sanità
e
la
scuola
come
elementi
fondanti
per
 l’uguaglianza
delle
persone
in
uno
stato
democratico
 (1
anno
e
mezzo
per
ottenere
che
un
bambino
 autistico
figlio
di
un
delegato
potesse
avere
un
 intervento
chirurgico
ai
denti:
io
voglio
un
Paese
dove
 la
salute
sia
davvero
un
diritto
di
tutti!)
 
 Continueremo
a
portare
avanti
le
nostre
idee,
idee
attorno
a
cui
 è
cresciuto
visibilissimo
il
consenso
in
questi
mesi
di
congresso,
 idee
che
pensiamo
possano
contaminare
il
pensiero
del
Partito
 intero
nei
mesi
a
venire.
E’
un
consenso
non
addomesticato
ma
 spontaneo,
che
ha
in
sé
tutte
le
potenzialità
per
crescere
–
forse
 anche
raddoppiare
o
triplicare
‐
se
riusciremo
ad
essere
credibili
agli
 occhi
degli
italiani.
Ma
è
un
consenso
che
potrebbe
volatilizzarsi
se
 invece
ci
concentreremo
ancora
una
volta
nelle
liti
interne
e
in
un
 vecchio
modo
di
guardare
alla
politica…

2


METODO
LAICO,
PRIMARIE,
CIRCOLI,
ASSEMBLEA
 
 METODO
LAICO.

 Un
ultimo
punto
che
mi
preme
affrontare
è
quello
del
metodo:
 metodo
laico,
ho
detto,
e
metodo
laico
ripeto.
Non
dobbiamo
 avere
paura
del
confronto
anche
aspro
ma
poi,
dopo
la
discussione,
 serve
la
decisione,
anche
con
un
voto
quando
necessario.
Dobbiamo
 essere
pronti
al
confronto
e
pronti
a
sostenere
con
lealtà
ogni
 decisione
che
sarà
presa,
anche
se
non
sarà
quella
che
volevamo.
 Sulla
nostra
lealtà
Pierluigi
potrà
sempre
contare,
se
sarà
 disposto
a
confrontarsi.


 
 PRIMARIE
SEMPRE.

 Ho
detto
dell’importanza
vitale
della
partecipazione.
Siano
 primarie
sempre,
dunque.
Lo
abbiamo
visto:
ogni
volta
che
 chiediamo
ai
nostri
sostenitori
di
esprimersi
c’è
sempre
un
grande
 entusiasmo,
ogni
volta.
Questo
significa
che
dobbiamo
continuare
a
 lavorare
sulle
primarie
che
sono
un
incredibile
strumento
di
 democrazia
partecipata
che
non
ha
eguali
in
tutta
Europa.


 
 REFERENDUM
NEI
CIRCOLI.
 
 I
nostri
circoli
devono
tornare
ad
essere
luoghi
di
confronto
e
 punti
di
riferimento
per
i
cittadini,
le
associazioni
e
tutte
le
 realtà
dei
territori.
Nel
viaggio
che
ho
fatto
in
questi
mesi
ho
avuto
 modo
di
apprezzare
luoghi
aperti
e
vivi.
Ma
mi
è
anche
purtroppo
 capitato
di
trovare
circoli
chiusi,
se
non
fisicamente,
 politicamente.
Dobbiamo
ridare
centralità
ai
circoli
e
agli
iscritti,
 restituire
un
ruolo
decisivo
alla
partecipazione.

Non
dobbiamo
 preoccuparci
all'idea
di
utilizzare
quegli
strumenti
che
sono
già
 previsti
dal
nostro
statuto:
il
referendum
e
le
consultazioni.
Sono
 meccanismi
reali
di
partecipazione
alla
formazione
delle
decisioni
del
 Partito
che
dovremo
utilizzare
ogni
volta
che
lo
riterremo
necessario,
 anche
attraverso
il
Sistema
informativo
per
la
partecipazione,
 anche
questo
previsto
dallo
statuto
e
rimasto
fino
ad
oggi
lettera
 morta.

3


E
in
questo
modo,
affrontando
i
grandi
temi
del
nostro
vivere
civile,
 confrontandoci
con
i
nodi
delicatissimi
davanti
ai
quali
la
politica
 tante
volte
è
sembrata
arretrare
spaventata,
sapremo
che
se
la
gran
 parte
dei
nostri
iscritti
o
anche
dei
nostri
elettori
appoggia
una
 certa
posizione,
ebbene
quella
sarà
la
posizione
del
Partito
 Democratico!
 Quindi,
consultazione
dei
circoli,
anche
utilizzando
strumenti
 telematici:
sui
grandi
temi
coinvolgiamo
i
circoli,
chiediamo
che
 cosa
ne
pensano,
che
si
discuta
anche
a
livello
territoriale
e
si
 decida
l’orientamento
del
partito
e
la
sua
identità
e
che
ognuno
possa
 sentirsi
parte
attiva.


 
 COMODATO
D’USO.

 Ma
i
circoli
devono
servire
ad
aprirci
al
resto
del
mondo.
Apriamo
i
 nostri
circoli
alla
società
civile,
apriamoli
ad
un
mondo
che
ci
è
 vicino
e
affine,
diamo
le
nostre
sedi
in
comodato
d’uso
ad
 associazioni

e
gruppi
di
cittadini
che
potrebbero
così
 valorizzare
le
nostre
sedi
quando
non
vengono
utilizzate,
come
 già
accade,
per
esempio,
a
Bologna
e
Milano.
Immaginiamo
che
nei
 giorni
di
chiusura
esse
vengano
utilizzate
da
una
ONLUS
per
 l’adozione
internazionale,
da
un’associazione
per
 l’insegnamento
o
da
una
scuola
civica.
Si
produrrebbe
così
una
 sana
contaminazione
e
troveremmo
un
modo
originale
e
fattivo
per
 rimetterci
in
contatto
con
i
nostri
territori.

 
 ASSEMBLEA.
 E
se
parliamo
di
partecipazione,
dobbiamo
anche
restituire
dignità
 e
un
ruolo
a
questa
grande
assemblea.
Facciamo
in
modo
che
i
 1000
delegati
nazionali
sentano
che
il
loro
ruolo
non
è
solo
 quello
di
ratificare
decisioni
prese
altrove.
Qui
dentro
abbiamo
un
 patrimonio
inestimabile
di
competenze,
di
intelligenza,
di
 passione,
espressione
diretta
dei
nostri
3
milioni
di
elettori.
Mi
 rivolgo
alla
Presidenza
di
quest’assemblea
per
chiedere
di
fare
in
 modo
che
possiamo
utilizzare
i
nostri
1000
delegati
per
 costruire
idee,
progetti,
la
nostra
visione
del
futuro.

4


Concludo
qui,
augurando
buon
lavoro
a
tutti
noi.
Sarà
di
certo
un
 enorme
lavoro:
il
nostro
paese
vive
una
fase
difficilissima,
dal
punto
 di
vista
economico
e
sociale.
Anche
il
nostro
prestigio
 internazionale
è
ai
minimi
termini
e
questa
destra
sciatta
e
 illusionista
sta
lasciando
dietro
di
sé
solo
macerie.
 In
questi
mesi
a
chi
mi
chiedeva
a
quale
risultato
io
puntassi
ho
 sempre
risposto
senza
esitazioni
che
correvo
per
vincere.
A
 guardarmi
indietro
e
guardando
al
percorso
compiuto,
penso
 onestamente
di
aver
vinto.
Non
sono
il
segretario
del
Partito,
ma
 abbiamo
contribuito
a
far
vincere
delle
idee,
forti
e
di
grande
 innovazione.

 Le
consegniamo
oggi
al
nostro
nuovo
segretario,
a
Pierluigi
Bersani,
 perché
le
faccia
sue.

 Adesso,
però,
Pierluigi,
facci
vincere!

5


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