Foglietti domenicali

Page 1

20 febbraio – Sabato del miracolo di san Teodoro Colore liturgico nero (o comunque scuro)

Gioirà il giusto nel Signore e si glorieranno tutti i retti di cuore. Esaudisci, o Dio, la mia preghiera quando ti supplico. Lettura della seconda epistola di Paolo a Timoteo (2, 1-10) Diletto figlio Timòteo, raffòrzati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udito da me attraverso molti testimoni, consegnale a uomini fidati, che siano capaci di insegnare anche agli altri. Soffri con me da buon soldato di Cristo Gesù. Nessuno che fa il servizio militare s’immischia nelle faccende della vita, per far piacere a chi lo ha arruolato. Chi lotta con qualcuno, non viene incoronato se non lotta correttamente: l’agricoltore che lavora deve ricevere i frutti per primo. Rifletti a quanto ti dico; il Signore ti darà intelligenza in tutto. Ricordati che Gesù Cristo, risuscitato dai morti, è del seme di David, secondo il mio vangelo. Per questo subisco, come un malfattore, fino alle catene; ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io tutto sopporto per gli eletti, perché anch’essi ottengano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. - Il giusto fiorirà come palma, si moltiplicherà come cedro del Libano. - Piantato nella casa del Signore, negli atri del nostro Dio fiorirà. Dopo il triplice Sia benedetto, si benedicono le cuccìe confezionate in memoria del miracolo compiuto da san Teodoro a favore degli abitanti di Eucaite, si conclude con l’Apolisis e si distribuisce – al solito – l’antidhoron. Poiché di solito oggi – come negli altri sabati di quaresima - molti fedeli portino coliva in memoria di defunti, per non confondere le due celebrazioni, il sacerdote, compiuta l’Apolisis e dismesse tutte le vesti usate per l’Eucaristia, indossando cioè il solo epitrachilio (sull’exorason), celebra a parte il Trisaghio per i defunti (iniziando una nuova e separata celebrazione, da Benedetto il nostro Dio…) Nel fissare gli orari della Grande Settimana, non si dimentichi che Domenica delle Palme sarà già in vigore l’ora legale in anticipo di una ora su quella solare.

21 febbraio 2010 – I domenica del Grande Digiuno (dell’Ortodossia) Tono IV Colore liturgico nero (o scuro, visto il carattere in qualche modo festoso della celebrazione odierna) Vespro Al Signore ho gridato, 6 stichirà del tono e 4 della festa; dhoxa della festa, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa ke nin del tono; apolitikia: del tono, dhoxa, della festa, ke nin del suo tono. Mattutino Apolitikia come al Vespro; Kathismata del tono; Vangelo mattinale IV; Canoni: del tono e della festa; Katavasie del periodo; Exapostilaria: del IV Vangelo e della festa col suo Theotokion; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 della festa, dhoxa della festa, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia: al Santo Dio (cantato lentamente) si compie la Celebrazione del VII Concilio Ecumenico (vedi in fondo); se invece - secondo un uso recente - la processione delle icone si fa al termine della divina Liturgia, la dhoxologhia si conclude con il solito ‘Oggi la salvezza’. divina Liturgia [Preparare i 2 Agnelli per i Presantificati * ]. Antifone proprie. Apolitikia: del tono, della festa, della chiesa; kontakion del periodo [A te invincibile condottiera]; Letture:

Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri, e lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli, poiché sei giusto in tutto ciò che hai fatto; tutte le tue opere sono vere e rette le tue vie. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (11, 24-26. 32-40) Fratelli, per fede Mosè, divenuto grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, avendo scelto di essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che avere un temporaneo guadagno di peccato. Stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’obbrobrio del Cristo, perché aveva lo sguardo fisso sulla ricompensa. E che dirò ancora? Mi mancherà il tempo per Gedeone, Varàk, Sansone, Ieftae, David, e anche per Samuele e per i profeti. Per mezzo della fede hanno abbattuto regni, hanno operato la giustizia, hanno conseguito le promesse, hanno chiuso le bocche dei leoni, hanno spento la potenza del fuoco, sono sfuggiti al filo della lama, sono stati rinvigoriti dalla malattia, sono diventati forti in guerra, hanno messo in fuga le schiere degli stranieri. Le donne hanno ricevuto dopo la risurrezione i loro morti. Altri invece furono torturati, non accettando la liberazione onde ottenere una migliore risurrezione. Altri provarono scherni e flagelli, catene e prigione. Furono presi a sassate, furono segati, morirono assassinati a coltellate, vagarono coperti con pelli di pecore e capre, bisognosi, afflitti, maltrattati - di loro il mondo non era degno! - errando nei deserti e sui monti, nelle grotte e nelle fenditure della terra. Tutti questi, pur avendo ricevuto testimonianza per mezzo della fede, non hanno ottenuto la promessa avendo Dio previsto per noi qualcosa di meglio, affinché non giungessero alla perfezione senza di noi. - Mosè e Aronne fra i suoi sacerdoti e Samuele tra quelli che invocavano il suo nome. - Invocavano il Signore ed egli li esaudiva; parlava loro nella colonna di nubi. Lettura del santo vangelo secondo Giovanni (1, 44, 52) In quel tempo Gesù volle uscire per la Galilea; trova Filippo e gli dice: “Seguimi!” Filippo era di Vithsaidhà, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trova Natanaele e gli dice: “Abbiamo trovato colui del quale ha scritto Mosè nella Legge e i Profeti; Gesù, il figlio di Giuseppe di Nazaret”. Natanaele gli disse: “Da Nazaret può essere qualcosa di buono?” Filippo gli dice: “Vieni e vedi”. Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, dice di lui: “Ecco davvero un Israelita, in cui non c’è falsità”. Natanaele gli dice: “Da


dove mi conosci?” Gesù rispose e gli disse: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”. Gli rispose Natanaele: “Ravvì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei re d’Israele!” Rispose Gesù e gli disse: “Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, credi? Vedrai cose più grandi di queste!” Poi gli dice: “Amin, amin; vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”. Oggi si celebra la Liturgia di Basilio il Grande (alle Commemorazioni: In te si rallegra) * Per ciascuno ‘Agnello’ si compiono gli stessi riti, deponendoli tutti sullo stesso disco, e sollevandoli tutti insieme all’Elevazione. Prima di compiere la frazione dell’Agnello da consumare subito, il sacerdote intinge un po’ gli altri Agnelli (dalla parte della mollica) nel calice (se lo trova comodo, può prelevare qualche goccia con il Cucchiaio o con la Lancia e inumidire un po’ la mollica dove è stata fatta la tacca cruciforme) e quindi colloca gli Agnelli (capovolti, in modo che la mollica possa asciugare facilmente) in una teca da riporre nel pixomilon oppure in un apposito artoforion che colloca al tavolo della Protesi [di recente, alcuni usano lasciarlo sulla stessa Mensa]. Conviene tenere aperta la teca quanto più tempo possibile, e comunque controllare e arieggiare perché non si formi muffa. celebrazione delle icone Secondo un uso parrocchiale recente, anziché al termine del Mattutino (per favorire una maggiore partecipazione dei fedeli), dopo il triplice Sia benedetto della Liturgia eucaristica si fa la processione delle icone, seguita dalla lettura (breve) del Synodikon dell’Ortodossia e poi, mentre i fedeli venerano l’icona principale che il sacerdote ha esposto sul dhiskelion, si distribuisce l’antidhoron (in alcuni luoghi, anche i fiori che ornano la stessa icona). [Poiché non è raro che nelle domeniche di quaresima (come, del resto, in tutte le domeniche) alcuni fedeli portino coliva in memoria di defunti, per non confondere il senso delle celebrazioni, il sacerdote, compiuta l’Apolisis e dismesse tutte le vesti usate per l’Eucaristia, indossando cioè il solo epitrachilio (sull’exorason), celebra a parte il Trisaghio per i defunti, regolandosi come nel caso del Sabato di san Teodoro. Si ricordi che, di per sé, in qualsiasi domenica dell’anno è vietato celebrare Trisaghi per i defunti: e si ricordi, a proposito, anche la violenta “guerra dei colivi” scoppiata in passato]. nella settimana Lunedì 22 febbraio (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Martedì 23 (Policarpo), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Mercoledì 24 (Giovanni il Precursore), digiuno con licenza di vino e olio: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati *). Giovedì 25 (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Venerdì 26 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati *). Sabato 27 (), digiuno con licenza di vino e olio: si celebra la Liturgia del Crisostomo. [* Il Vespro dei Presantificati si celebra esclusivamente nella stessa chiesa in cui la domenica è stata celebrata l’Eucaristia: non è lecito il trasporto dei Doni da un luogo all’altro. In quanto vespro, dovrebbe essere celebrato non prima delle 15\16: nel XVII secolo però, diffondendosi una mentalità ‘gesuitica’ importata dall’Occidente, si cominciò a dare più importanza all’osservanza del digiuno che all’Eucaristia, e si finì – altrettanto farisaicamente – ad anticipare al mattino i Presantificati (per poter tranquillamente mangiare subito dopo!). Se però non si considera più importante il mezzo (il digiuno) del fine (l’Eucaristia), non dovrebbe essere difficile, dopo aver fatto una sobria colazione digiunale al mattino, “resistere” sino al Vespro! Alcuni, al termine del Vespro dei Presantificati, usano distribuire l’antidhoron: ma non ha molto senso (a meno che non si distribuisca il pane secco avanzato la domenica precedente!). Si tratta tuttavia di un uso monastico molto antico: dopo i Presantificati era naturale distribuire una qualche evloghìa ai convenuti, che magari – per esempio, gli eremiti – avevano affrontato a digiuno un lungo cammino per recarsi in chiesa. A Reggio si usa disporre nel nartece (in verità, presso l’ingresso) un tavolo con te caldo, dolci digiunali, frutta secca, ecc. lodevolmente offerti di volta in volta dagli stessi fedeli] 26 febbraio II stazione dei Saluti alla Tuttasanta. Si ricorda che questa celebrazione (nella Grande Grecia detta Presvìa, supplica) si celebra con colori festosi e di per sé appartiene al sabato: man mano, per venire incontro ai fedeli che l’hanno amata sin dai tempi di Eraclio, è stata anticipata sino a collocarsi a sera del venerdì (anche per questo il Vespro dei Presantificati “scivolò” addirittura al mattino). 27 febbraio

Gioite nel Signore ed esultate, giusti, e gloriatevi voi tutti retti di cuore. Beati coloro le cui iniquità sono state rimesse e i cui peccati sono stati coperti. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (3, 12-16) Fratelli, badate che in nessuno di voi vi sia un cuore cattivo, senza fede, che si allontani dal Dio vivente, ma esortate voi stessi ogni giorno finché viene nominato l’Oggi, perché nessuno di voi s’indurisca nell’inganno del peccato. Infatti siete diventati partecipi di Cristo, purché conserviamo salda sino alla fine la fermezza dell’inizio. Quando si dice: Oggi, se udrete la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella provocazione, chi sono quelli che – avendo udito – provocarono? Non furono forse tutti quelli che uscirono dall’Egitto per mezzo di Mosè? - Beato coloro che hai scelto e preso con te. La loro memoria di generazione in generazione. Lettura del santo vangelo secondo Marco (1, 35-44) In quel tempo Gesù si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero a cercarlo e, trovatolo, gli dicono: “Tutti chiedono di te!” Egli dice loro: “Andiamo altrove, per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo sono uscito”. E andò a predicare nelle loro sinagoghe, in tutta la Galilea, e cacciava i demoni. Allora viene a lui un lebbroso; lo supplica e, caduto in ginocchio, gli dice: “Se vuoi, puoi purificarmi!” Gesù si commosse, stese la mano e lo toccò, dicendogli: “Lo voglio, sii puro!” E appena gli parlò, subito partì da lui la lebbra ed egli fu puro. E ammonendolo severamente, subito lo mandò via dicendogli: “Guarda di non dire niente a nessuno, ma va' e mostrati al sacerdote, e presenta per la tua purificazione quel che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro”.

28 febbraio 2010 – II domenica del Grande Digiuno (del Palamas) Tono plagale I Colore liturgico nero. Nell’Anthologhion ed. LIPA, ovviamente i testi sono in appendice.


Vespro Al Signore ho gridato, 6 stichirà del tono e 4 del santo; dhoxa del santo, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa del santo, ke nin del suo tono; apolitikia: del tono, dhoxa, del santo, ke nin del suo tono. Mattutino Apolitikia come al Vespro; Kathismata del tono; Vangelo mattinale V; Canoni: del tono e del santo; Katavasie del periodo; Exapostilaria: del V Vangelo e del santo, col suo Theotokion; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 del santo, dhoxa del Thriodhion, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia, con ‘Risorto dalla tomba’. Divina Liturgia [Preparare i 2 Agnelli per i Presantificati * ]. Apolitikia: del tono, del santo, della chiesa; kontakion del periodo [A te invincibile condottiera]; Letture:

Tu, Signore, ci custodirai, e ci preserverai da questa generazione e in eterno. Salvami, Signore, perché non resta un santo, perché scompaiono le verità dai figli degli uomini. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (1, 10 - 2, 3) Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito; come un mantello li avvolgerai, come un abito saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine. A quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché io non abbia mai posto i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per coloro che stanno per ereditare la salvezza? Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada. Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza così grande? Questa, infatti, dopo essere stata promulgata all’inizio dal Signore, è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l’avevano udita. - Le tue misericordie, Signore, canterò in eterno; di generazione in generazione annuncerò la tua verità con la mia bocca; - Perché hai detto: In eterno la tua misericordia sarà edificata. Nei cieli sarà stabilita la tua verità. Lettura del santo vangelo secondo Marco (2, 1-12) In quel tempo Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao e dopo giorni si udì che era in casa. E si radunarono così tanti che non c’era spazio neppure davanti alla porta, ed egli diceva loro la parola. Vengono a portargli un paralitico, sorretto da quattro. E non potendo portarglielo a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’era e, fatto un buco, calano il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, dice al paralitico: “Figlio, sono rimessi i tuoi peccati”. Erano là seduti alcuni scribi che ragionavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non uno solo, Dio?” Ma Gesù avendo subito conosciuto nel suo spirito che così tra loro ragionavano, dice loro: “Perché ragionate così nei vostri cuori? Cos’è più facile, dire al paralitico: Sono rimessi i tuoi peccati, oppure dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Affinché allora sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di rimettere sulla terra i peccati, ti ordino - dice al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. Quegli si alzò all’istante, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e glorificavano Dio dicendo: “Cosa simile non l’abbiamo mai vista!” Oggi si celebra la Liturgia di Basilio il Grande (alle Commemorazioni: In te si rallegra). Per la confezione e conservazione degli ‘Agnelli’ dei Presantificati, vedi sopra. Per i Trisaghi per i defunti, vedi sopra. nella settimana Lunedì 1 marzo (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Martedì 2 marzo (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Mercoledì 3 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati *). Giovedì 4 (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Venerdì 5 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati *). Sabato 6 (), digiuno con licenza di vino e olio: si celebra la Liturgia del Crisostomo. [* Per la celebrazione del Vespro dei Presantificati, e l’antidhoron al suo termine, vedi sopra] 5 marzo – Venerdì III stazione dei Saluti alla Tuttasanta. Si celebra con colori festosi. 6 marzo – Sabato

Gioite nel Signore ed esultate, giusti, e gloriatevi, voi tutti retti di cuore. Beati coloro le cui iniquità sono state rimesse e I cui peccati sono stati coperti. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (10, 32-38) Fratelli, ricordatevi dei primi giorni, nei quali, dopo essere stati illuminati, avete sostenuto una gran lotta di patimenti, o trovandovi esposti a pubbliche ignominie e tribolazioni, o solidarizzando con quanti venivano trattati così. Infatti avete sofferto insieme alle mie catene e avete accettato con gioia di essere spogliati dei vostri beni, sapendo di avere in voi stessi una sostanza migliore e stabile. Non buttate dunque via la vostra fiducia, che ha grande retribuzione. Avete infatti bisogno di pazienza, perché, avendo fatto la volontà di Dio, otteniate le cose promesse. Ancora un poco, infatti, appena un poco, colui che viene verrà e non tarderà; ma il giusto vivrà per la fede. - Beato coloro che hai scelto e preso con te. La loro memoria di generazione in generazione. Lettura del santo vangelo secondo Marco (2, 14-17)


In quel tempo, mentre Gesù passava vide Levì di Alfeo, seduto alla gabella, e gli dice: “Seguimi”. Egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti gabellieri e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; infatti erano molti e lo seguivano. Allora gli scribi e i farisei, vedendolo mangiare con gabellieri e peccatori, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme a sbirri e peccatori?” Avendo udito, Gesù dice loro: “Non hanno bisogno del medico quelli che sono in forze, ma quelli messi male; non sono venuto per chiamare i giusti ma i peccatori alla conversione”.

7 marzo 2010 – III domenica del Grande Digiuno (della Croce) Tono plagale II Colore liturgico nero. Avvertenza: Non è mai lecito modificare i testi poetici (e, peggio ancora, l’Anafora) lì dove si parla di regnanti. Vespro Al Signore ho gridato, 6 stichirà del tono e 4 della Croce; dhoxa della Croce, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa ke nin della Croce; apolitikia: del tono, dhoxa, della Croce, ke nin del suo tono. Mattutino Apolitikia come al Vespro; Kathismata del tono; Vangelo mattinale VI; Canone: della Croce; Katavasie della Croce; Exapostilaria: del VI Vangelo e della Croce, col suo Theotokion; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 della Croce, dhoxa della Croce, ke nin ‘Più che benedetta’. Secondo un uso parrocchiale recente, alla Grande dhoxologhia con ‘Risorto dalla tomba’, segue subito la divina Liturgia, spostandosi l’adorazione della croce al suo termine. Correttamente, invece, al Santo Dio della dhoxologhia si esce con la Croce, e la Liturgia inizia solo dopo questo rito. Divina Liturgia [Preparare 3 Agnelli per i Presantificati: si celebra anche martedì * ]. Antifone proprie. Apolitikia: del tono, della Croce, della chiesa; kontakion del periodo [A te invincibile condottiera]; Letture:

Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità. A te, Signore, ho gridato: Dio mio, non stare in silenzio con me. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (4, 14 - 5, 6) Fratelli, avendo un sommo pontefice che ha attraversato i cieli - Gesù, il Figlio di Dio – teniamo ferma la professione di fede! Non abbiamo, infatti, un pontefice impotente a patire con noi le nostre debolezze, essendo stato provato in tutto, a nostra somiglianza tranne il peccato. Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia, affinché riceviamo misericordia e troviamo grazia per un aiuto opportuno. Infatti, ogni pontefice, preso di tra gli uomini, è costituito in favore degli uomini nelle cose che riguardano Dio, perché offra doni e anche vittime per i peccati. Poiché anch’egli è circondato di debolezza, a motivo di essa deve offrire sacrifici per i peccati, per sé e per il popolo. Nessuno riceve per sé questo onore se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Allo stesso modo Cristo non ha glorificato se stesso per essere diventato gran sacerdote, ma chi gli ha detto: Tu sei mio Figlio, io oggi ti ho generato. E un altro passo dice: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisédek. [Si ricorda che non è mai lecito omettere i vv alliluiatici, durante i quali si fa l’incensazione del Vangelo]

-

Ricordati, Signore, del tuo popolo, che hai acquistato dal principio; hai redento lo scettro della tua eredità. - Dio è nostro re prima dei secoli, ha operato la salvezza in mezzo alla terra. Lettura del santo vangelo secondo Marco (8, 34 - 9, 1) Il Signore ha detto: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Infatti, che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se la sua vita patisce danno? Che potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. E diceva loro: “In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non assaggeranno la morte finché non vedranno il regno di Dio venire con potenza”. Oggi si celebra la Liturgia di Basilio il Grande (alle Commemorazioni: In te si rallegra). Per la confezione e conservazione degli ‘Agnelli’ dei Presantificati, vedi sopra. Per i Trisaghi per i defunti, vedi sopra. nella settimana Lunedì 8 marzo (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Martedì 9 marzo (santi 40), digiuno con licenza di vino e olio: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati *). Mercoledì 10 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati *). Giovedì 11 (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Venerdì 12 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati *). Sabato 13 (), digiuno con licenza di vino e olio: si celebra la Liturgia del Crisostomo. [* Per la celebrazione del Vespro dei Presantificati, e l’antidhoron al suo termine, vedi sopra] Avvertenza: da mercoledì 10 e sino al Vespro del Grande Mercoledì compreso, a tutte le Liturgie (quindi anche sabato \ domenica) alle preghiere per i catecumeni si aggiungono quelle per gli illuminandi. 8 marzo – venerdì IV stazione dei Saluti alla Tuttasanta. Si celebra con colori festosi. 9 marzo – SANTI 40

Tu, Signore, ci custodirai, e ci preserverai da questa generazione e in eterno. Salvami, Signore, perché non resta un santo, perché scompaiono le verità dai figli degli uomini. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (12, 1-10)


Fratelli, circondati da tale nube di testimoni, deposto tutto ciò che appesantisce e il peccato che c’irretisce, corriamo con pazienza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli, in luogo della gioia postagli innanzi, si sottopose alla croce, sprezzando l’ignominia, e siede alla destra del trono di Dio. Ripensate a colui che ha sopportato siffatta ostilità contro di sé da parte dei peccatori, affinché non vi affatichiate nelle vostre anime, indebolendovi. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato, e vi siete dimenticati dell’esortazione che dice a voi come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui. Il Signore corregge colui che ama e frustra ogni figlio che accetta. Tenete duro nella vostra educazione. Dio vi tratta come figli: qual è il figlio che il padre non corregge? Se invece siete senza l’educazione di cui sono divenuti tutti partecipi, siete bastardi e non figli. Noi avevamo come educatori i nostri padri carnali e li rispettavamo. Non ci sottometteremo molto di più al Padre degli spiriti, per avere la vita? Quelli infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro bene; questi invece per il nostro vantaggio, onde farci partecipare alla sua santità.

-

Acclamate a Dio, o terra tutta; salmeggiate al suo nome, date gloria alla sua lode. Tu ci hai provati, o Dio, ci hai saggiati al fuoco, come si saggia al fuoco l’argento.

Lettura del santo vangelo secondo Matteo (20, 1-16) Il Signore ha detto questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un uomo, un padrone di casa che uscì di buon mattino per assoldare operai per la sua vigna. Si accordò con loro per un dinario al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscì poi verso l’ora terza, vide altri che stavano in piazza senza lavoro e disse loro: Andate anche voi nella vigna e quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso l’ora sesta e verso l’ora nona e fece altrettanto. Uscito ancora verso l’undicesima ora, vide altri che stavano là e dice loro: Perché state qui tutto il giorno senza lavoro? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a soldo. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella vigna. Quando fu sera, il signore della vigna dice al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli dell’undicesima ora, ricevettero un dinario. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero preso di più. Ma anch’essi presero un dinario. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi, gli ultimi, hanno fatto un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio ingiustizia. Non eri d’accordo con me per un dinario? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a questo, all’ultimo, quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? O sei di malo occhio perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”. (ricordarsi di aggiungere, alle preghiere per i catecumeni, quelle per gli illuminandi) 13 marzo – Sabato

Le loro anime spazieranno nei beni e la loro discendenza erediterà la terra. A te, Signore, ho gridato: Dio mio, non stare in silenzio con me. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (6, 9-12) Carissimi, riguardo a voi siamo convinti delle cose migliori e che hanno la salvezza. Dio infatti non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che voi avete dimostrato verso il suo nome: avete servito i santi e li servite tuttora. Desideriamo però che ciascuno di voi mostri la stessa premura per la pienezza della speranza, sino alla fine, affinché non diventiate indolenti ma, al contrario, imitatori di quelli che mediante la fede e la pazienza hanno ereditato le promesse. - Beato coloro che hai scelto e preso con te. La loro memoria di generazione in generazione. Lettura secondo Marco (7, 31-37) In quel tempo, uscito dalle regioni di Tiro e Sidòne, Gesù giunse al mare di Galilea attraverso la regione della Decàpoli. E gli portano un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi; sputando, gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, sospirò e gli dice: “Effathà!” (cioè: Apriti). E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dir niente. Ma quanto più egli lo raccomandava, tanto più abbondantemente essi lo predicavano e, oltremodo stupiti, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa, fa udire i sordi e fa parlare i muti!” (ricordarsi di aggiungere, alle preghiere per i catecumeni, quelle per gli illuminandi)

14 marzo 2010 – IV domenica del Grande Digiuno (del Climaco) Tono grave Colore liturgico nero. Vespro Al Signore ho gridato, 6 stichirà del tono e 4 del santo; dhoxa del santo, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa del santo, ke nin del tono; apolitikia: del tono, dhoxa, del santo, ke nin del suo tono. Mattutino


Apolitikia come al Vespro; Kathismata del tono; Vangelo mattinale VII; Canoni 3: del tono, del Triodhion, del santo; Katavasie del periodo; Exapostilaria: del VII Vangelo e del santo, col suo Theotokion; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 del santo, dhoxa del Triodhion, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia, con ‘Risorto dalla tomba’. divina Liturgia [Preparare 3 Agnelli: Presantificati mercoledì, giovedì e venerdì]. Apolitikia: del tono, del santo, della chiesa; kontakion del periodo [A te invincibile condottiera]; Letture:

Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il popolo suo con la pace. Portate al Signore, figli di Dio, portate al Signore gli agnelli. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (6, 13-20) Fratelli, quando Dio fece la promessa ad Abramo, poiché non poteva giurare per qualcuno superiore a sé, giurò per se stesso, dicendo: Certo, benedicendo ti benedirò e moltiplicando ti moltiplicherò. E così, avendo pazientato, ottenne la promessa. Gli uomini, infatti, giurano per uno maggiore di loro e il giuramento è per loro termine d’ogni controversia. Perciò Dio, volendo esibire agli eredi della promessa una prova più convincente dell’immutabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché – mediante due atti immutabili nei quali è impossibile che Dio mentisca – noi, che ci siamo rifugiati in lui, avessimo un forte incoraggiamento a impadronirci della speranza che ci è proposta. In essa abbiamo per l’anima un’àncora sicura e solida, che entra all’interno della cortina, dove - come precursore - è entrato per noi Gesù, divenuto per l’eternità gran sacerdote secondo l’ordine di Melchisedhek. [Si ricorda che non è mai lecito omettere i vv alliluiatici, durante i quali si fa l’incensazione del Vangelo]

- E’ bene confessare al Signore e salmeggiare al tuo nome, Altissimo; - per annunciare al mattino la tua misericordia e la tua verità lungo la notte. Lettura del santo vangelo secondo Marco (9, 17-31) In quel tempo un uomo si avvicinò a Gesù, si inginocchiò davanti a lui e disse: “Maestro, ho portato da te mio figlio che ha uno spirito muto. Quando lo afferra, lo agita, e schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di cacciarlo, ma non hanno potuto”. Egli allora risponde e dice loro: “O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Conducetelo da me”. E glielo portarono. Appena vide Gesù, lo spirito lo contorse convulsamente ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: “Da quanto tempo gli accade questo?” Egli rispose: “Dall’infanzia; e molte volte lo ha buttato nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, aiutaci e abbi compassione di noi”. Gesù gli disse: “Se puoi credere! Tutto è possibile per chi crede”. Subito il padre del ragazzo gridò piangendo, e disse: “Signore, credo! Aiutami nella incredulità!” Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, sgridò quello spirito impuro, dicendo: “Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e in lui non entrare più”. E gridando e scuotendolo fortemente, se ne uscì. E il ragazzo diventò come morto, sicché molti dicevano: “E’ morto”. Ma Gesù, presolo per mano, lo alzò ed egli risuscitò. Entrò poi in una casa e i discepoli gli chiesero in disparte: “Perché noi non abbiamo potuto cacciarlo?” Ed egli disse loro: “Questa razza di demoni non può uscire in alcun modo, se non con la preghiera e il digiuno”. Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni risusciterà”. (ricordarsi di aggiungere, alle preghiere per i catecumeni, quelle per gli illuminandi) Oggi si celebra la Liturgia di Basilio il Grande (alle Commemorazioni: In te si rallegra). Per la confezione e conservazione degli ‘Agnelli’ dei Presantificati, vedi sopra. Trisaghi per i defunti: vedi sopra. nella settimana Lunedì 15 (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Martedì 16 (), digiuno. Mercoledì 17 (Alessio Uomo di Dio), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati * con le preghiere per gli illuminandi). Giovedì 18 (del grande canone), digiuno con licenza d’olio e vino: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati * con le preghiere per gli illuminandi). Venerdì 19 (), digiuno: al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati * con le preghiere per gli illuminandi). Sabato 13 (dell’Akathistos), digiuno con licenza di vino e olio: si celebra la Liturgia del Crisostomo: ricordarsi di aggiungere le preghiere per gli illuminandi [* Per la celebrazione del Vespro dei Presantificati, e l’antidhoron al suo termine, vedi sopra] 18 marzo – giovedì La celebrazione del Grande Cànone (nero), per favorire la partecipazione dei fedeli, in alcuni luoghi è anticipata a mercoledì sera (durante l’Apodhipnon, l’ufficiatura del Dopo-cena). 19 marzo – venerdì Quasi ovunque, nelle chiese parrocchiali, si anticipa a questo venerdì sera la solenne (colore festoso) celebrazione dei Grandi Saluti alla Tuttasanta. 20 marzo – sabato dell’Akathistos

L’anima mia magnifica il Signore e ha esultato il mio spirito in Dio mio Salvatore, perché ha chinato la sguardo sulla piccolezza della sua serva, ed ecco d’ora innanzi mi diranno beata tutte le generazioni. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (9, 1-7) Fratelli, anche la prima alleanza aveva norme di culto e il santuario terrestre. Fu preparata infatti una tenda, la prima, nella quale vi erano il candelabro, la mensa e la presentazione dei pani, ed è detta Santo. Dietro la seconda cortina c’era una tenda chiamata Santo dei Santi, che aveva l’altare d’oro dell’incenso e l’arca dell’alleanza, ricoperta intorno dappertutto d’oro. In questa c’era un’anfora d’oro con la manna e il bastone d’Aronne che era fiorito, e le tavole dell’alleanza; sopra di essa i Cherubini di


gloria ombreggiavano il propiziatorio. Di queste cose non è ora il caso di parlare in dettaglio. Essendo le cose così disposte, nella prima tenda entrano in ogni tempo i sacerdoti che compiono i servizi del culto. Invece nella seconda entra solo il gran sacerdote, una sola volta l’anno, non senza il sangue che offre per se stesso e per i peccati d’ignoranza del popolo. - Sorgi, Signore, verso il tuo riposo, tu e l’arca della tua santità. - Ricordati, Signore, di David e di tutta la sua mitezza. Lettura del santo vangelo secondo Luca (1, 39-49. 56) In quei giorni Maria si alzò e partì in fretta verso la montagna, in una città di Giuda. Entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. E avvenne che appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino saltellò nel suo ventre; Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo ed esclamò con un grande grido, e disse: “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo ventre. E da dove a me è dato che venga da me la Madre del mio Signore? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta alle mie orecchie, il bambino ha saltellato con esultanza nel mio ventre. Beata colei che ha creduto, perché sarà il compimento di ciò che le ha detto il Signore”. E Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e ha esultato il mio spirito in Dio mio salvatore, perché ha chinato lo sguardo sulla piccolezza della sua serva. Ed ecco d’ora innanzi mi diranno beata tutte le generazioni; perché il Potente mi ha fatto grandi cose, e santo è il suo nome”. Maria rimase con lei circa tre mesi, quindi ritornò a casa sua. Liturgia del Crisostomo (ricordarsi di aggiungere le preghiere per gli illuminandi)

21 marzo 2010 – V domenica del Grande Digiuno (dell’Egiziana) Tono plagale IV Colore liturgico nero. Vespro Al Signore ho gridato, 6 stichirà del tono e 4 della santa; dhoxa della santa, ke nin del tono; aposticha del tono, dhoxa della santa, ke nin del tono; apolitikia: del tono, dhoxa, della santa, ke nin del suo tono. Mattutino Apolitikia come al Vespro; Kathismata del tono; Vangelo mattinale VIII; Canoni 3: del tono, del Triodhion, della santa; Katavasie del periodo; Exapostilaria: dell’VIII Vangelo e della santa, col suo Theotokion; alle Lodi, 4 stichirà del tono e 4 della santa, dhoxa del Triodhion, ke nin ‘Più che benedetta’. Grande dhoxologhia, con ‘Risorto dalla tomba’. divina Liturgia [Preparare 1 Agnello: Presantificati solo venerdì]. Apolitikia: del tono, della santa, della chiesa; kontakion del periodo [A te invincibile condottiera]; Letture:

Fate voti e rendeteli al Signore nostro Dio. Dio è conosciuto in Giudea, in Israele è grande il suo nome. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (9, 11-14) Fratelli, Cristo è apparso come gran sacerdote dei beni futuri, attraverso la tenda più grande e più perfetta, non manufatta, cioè non di questa creazione; non mediante sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue entrò nel santuario una volta per tutte, avendo conseguito una redenzione eterna. Infatti se il sangue di capri e di tori e cenere di vacca aspersa sui contaminati li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – che, mosso da Spirito eterno, ha offerto se stesso senza macchia a Dio - purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire al Dio vivente! [Non è mai lecito omettere i vv alliluiatici, durante i quali si fa l’incensazione del Vangelo]

- Venite, esultiamo per il Signore, acclamiamo a Dio, nostro Salvatore; - preveniamo il suo volto con la confessione e con salmi acclamiamo a lui. Lettura del santo vangelo secondo Marco (10, 32-45) In quel tempo Gesù prese con sé i dodici e cominciò a dir loro quel che gli sarebbe accaduto: “Ecco, saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno alle genti. Lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, ma dopo tre giorni risusciterà”. E si avvicinano a lui Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, e gli dicono: “Maestro, vogliamo che tu ci faccia quel che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Cosa volete che io faccia per voi?” Gli risposero: “Concedi a noi di sedere nella tua gloria uno a destra e uno a sinistra”. Gesù disse loro: “Non sapete cosa chiedete. Potete bere il calice che io bevo o essere immersi nell’immersione in cui io sono immerso?” Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e anche voi sarete immersi nell’immersione in cui io sono immerso. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me darlo: è per coloro per i quali è preparato”. All’udire questo, i dieci cominciarono a sdegnarsi di Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, li chiama a sé e dice loro: “Voi sapete che quelli che si credono capi delle nazioni le spadroneggiano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non sarà così, ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servo, e chi vuol essere il primo tra voi sarà lo schiavo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Oggi si celebra la Liturgia di Basilio il Grande (alle Commemorazioni: In te si rallegra); ricordarsi di aggiungere le preghiere per gli illuminandi Per la confezione e conservazione degli ‘Agnelli’ dei Presantificati, vedi sopra. Trisaghi per i defunti: vedi sopra.


nella settimana Lunedì 22 (), digiuno: non si celebra alcuna Liturgia. Martedì 23 (Nikon di Taormina), digiuno. Mercoledì 24 (), digiuno. Giovedì 25 (annunciazione alla Tuttasanta), digiuno con licenza di pesce, vino e olio; si celebra la Liturgia del Crisostomo, con le preghiere per gli illuminandi. Venerdì 26 (Gabriele arcangelo), digiuno con licenza di vino e olio; al Vespro, comunione (“Liturgia” dei Presantificati * con le preghiere per gli illuminandi). Sabato 27 (risurrezione di Lazzaro), digiuno con licenza di pesce, vino e olio: si celebra la Liturgia del Crisostomo, con le preghiere per gli illuminandi. Nella notte, entra in vigore l’orario legale. [* Per la celebrazione del Vespro dei Presantificati, e l’antidhoron al suo termine, vedi sopra] 25 marzo – annunciazione alla Madre di Dio

L’anima mia magnifica il Signore e ha esultato il mio spirito in Dio mio salvatore, perché ha chinato lo sguardo sulla piccolezza della sua serva. Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (2, 11-18) Fratelli, il santificante e i santificati sono tutti da uno solo; per questo motivo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all’assemblea ti loderò, e ancora: Io metterò la mia fiducia in lui; e inoltre: Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato. Poiché dunque i figli hanno comunicato al sangue e alla carne, anch’egli similmente ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che ha il potere della morte, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli, infatti, di certo non si prende cura degli angeli, ma del seme di Abramo si prende cura. Perciò doveva essere in tutto simile ai fratelli, per diventare un gran sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per avere patito, essendo stato messo alla prova, è in grado di portare aiuto a quelli che subiscono la prova. - Discenderà come pioggia sulla pelle, e come gocce stillanti sulla terra. - Sia benedetto il suo nome nei secoli: più del sole durerà il suo nome. Lettura del santo vangelo secondo Luca (1, 24-38) In quei giorni Elisabetta, moglie di Zaccaria, concepì ma si tenne nascosta cinque mesi dicendo: “Così ha fatto per me il Signore nei giorni in cui ha guardato dall’alto per togliere la mia vergogna tra gli uomini”. Al sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret a una vergine sposata a un uomo di nome Giuseppe della casa di David; il nome della vergine era Maria. Entrò da lei e le disse: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te”. Per tale parola ella rimase turbata e si domandava che cosa significasse un tale saluto. Ma l’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai in grembo e partorirai un figlio. Lo chiamerai Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di David, suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà mai fine”. Allora Maria disse all'angelo: “Come sarà, se non conosco uomo?”. L’angelo le rispose: “Lo Spirito Santo verrà su di te e ti coprirà la potenza dell’Altissimo con la sua ombra, e perciò il Santo generato sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, anche Elisabetta, tua parente, ha concepito un figlio nella sua vecchiaia, e questo è il sesto mese per lei chiamata sterile; perché ogni parola presso Dio non sarà senza potenza”. Disse allora Maria: “Ecco la serva del Signore; sia a me secondo la tua parola”. E l’angelo partì da lei. Liturgia del Crisostomo (ricordarsi di aggiungere le preghiere per gli illuminandi) 27 marzo – sabato di Lazzaro Alla Liturgia (colore festoso), antifona e isodhikon domenicali; si canta soltanto l’apolitikion del giorno; kontakion del giorno; trisaghion battesimale

Il Signore è mia illuminazione e mio salvatore: chi temerò? Il Signore è il protettore della mia vita: di chi avrò paura? Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (12, 28 – 13, 8) Fratelli, ricevendo un regno che non sarà scosso, abbiamo la grazia, mediante la quale rendiamo culto in modo gradito a Dio, con rispetto e timore, perché il nostro Dio è fuoco divorante. Resti l’amore fraterno! Non dimenticate l’ospitalità! Grazie a essa, alcuni non si accorsero di avere ospitato degli angeli. Ricordatevi dei prigionieri, come se voi foste compagni di prigione, e dei maltrattati, come se foste anche voi nei loro corpi. Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto sia senza macchia, perché Dio giudicherà fornicatori e adùlteri. La vostra condotta non ami il denaro; contentatevi di quel che avete. Egli infatti ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò. Così diciamo con coraggio: Il Signore è mio aiuto, non temerò; che cosa potrà farmi l’uomo? Ricordatevi delle vostre guide, che vi hanno annunciato la parola di Dio, e - considerando l’esito della loro vita – imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e nei secoli. - Il Signore ha instaurato il suo regno, si è rivestito di splendore; si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cinto; - così ha reso saldo il mondo, che non sia scosso. Lettura del santo vangelo secondo Giovanni (11, 1-45) In quel tempo c’era un malato, Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva unto il Signore con l’unguento e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: “Signore, colui che tu ami vedi che è malato”. All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per


mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato”. Gesù amava Marta, sua sorella e Lazzaro. Quand’ebbe dunque udito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. In seguito, dopo queste cose, dice ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea!” I discepoli gli dicono: “Ravvì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?” Gesù rispose: “Non ci sono dodici ore al giorno? Se qualcuno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece qualcuno cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui”. Così parlò e poi dice loro: “Il nostro amico Lazzaro si è addormentato ma io vado a risvegliarlo”. Gli dissero allora i discepoli: “Signore, se si è addormentato, è salvo”. Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al dormire del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: “Lazzaro è morto e mi rallegro per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Andiamo da lui!” Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!” Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betania era vicina a Gerusalemme circa quindici stadi e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, quando udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che quanto chiederai a Dio, Dio te lo darà”. Gesù le dice: “Tuo fratello risusciterà!” Gli risponde Marta: “So che risusciterà nella risurrezione, nell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?” Gli risponde: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che viene nel mondo”. Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: “Il Maestro è qui e ti chiama”. Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era ancora giunto nel villaggio, ma stava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando che andasse al sepolcro per piangere là. Maria, dunque, quando giunse dov’era Gesù, vedendolo si gettò ai suoi piedi e gli disse: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!” Gesù allora. quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, fremette nello spirito, si turbò in se stesso, e disse: “Dove lo avete deposto?” Gli dicono: “Signore, vieni e vedi!” Gesù pianse. Dissero allora i Giudei: “Vedi come lo amava!” Ma alcuni di loro dissero: “Questo qua che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva fare che questi non morisse?” Gesù di nuovo fremette in se stesso e si recò al sepolcro; era una grotta e sopra stava una pietra. Disse Gesù: “Togliete la pietra!” Gli dice Marta, la sorella del morto: “Signore, già puzza, poiché è di quattro giorni”. Le dice Gesù: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?” Tolsero dunque la pietra da dove era deposto il morto. Gesù allora alzò gli occhi in alto e disse: “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi ascolti, ma l’ho detto per la folla che mi circonda, perché credano che tu mi hai mandato”. E, detto questo, con voce grande gridò: “Lazzaro, vieni fuori!” Il morto uscì, legato piedi e mani con bende, e il suo volto in un sudario era avvolto. Gesù dice loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”. Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva fatto, credettero in lui. Liturgia del Crisostomo: ricordare le preghiere per gli illuminandi. Oggi, digiuno con licenza di pesce, vino e olio. Se qualche fedele porta colivi per defunti, il Trisaghion si celebri del tutto a parte. Si ricordi – e a tempo opportuno si insegni ai fedeli, spiegando con appropriata catechesi il senso – che è sempre giusto ricordare i defunti, ma che NON SI POSSONO fare commemorazioni solenni, ufficiali: nei giorni 25 dicembre \ 6 gennaio; dal Sabato di Lazzaro (compreso) sino alla Domenica di Tommaso (compresa) e in alcune altre principali feste dell’anno. Questa notte entra in vigore l’orario legale.

28 marzo 2010 – V domenica delle Palme (dell’Egiziana) Tono --Colore liturgico nero (alla Liturgia festoso). Vespro Al Signore ho gridato, 6 stichirà della festa; dhoxa ke nin della festa; letture; aposticha della festa; apolitikion della festa, dhoxa idem, ke nin Consepolti. Apolisis propria. Mattutino Apolitikia come al Vespro; kathismata della festa; Vangelo della festa (si legge quindi dal solea): (Matteo 21, 1-11. 15-17) In quel tempo, quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Vithsfaghì, al Monte degli Ulivi, Gesù inviò discepoli dicendo loro: “Andate nel villaggio davanti a voi, e subito troverete un’asina legata insieme al suo puledro; scioglieteli e portateli da me. E se qualcuno vi dice qualcosa, rispondete che il Signore ne ha bisogno e che li rimanderà subito”. Questo avvenne perché si compisse quel che era stato detto per mezzo del profeta che dice: Annunciate alla figlia di Sion: ecco il tuo re viene a te, mite e seduto su un’asina, e su un puledro, figlio di giumenta. I discepoli andarono e fecero come aveva comandato loro Gesù. Condussero quindi l’asina con il puledro, su cui posero i mantelli ed egli si pose a sedere sopra di loro. Ora la folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada; altri tagliavano rami dagli alberi e li spargevano lungo la via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro gridavano dicendo: “Osanna al Figlio di David! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nel più alto dei cieli!” Quando egli entrò in Gerusalemme, tutta la città si scosse e diceva: “Chi è costui?” Le folle rispondevano: “E’ il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea!” Allora i sommi sacerdoti e gli scribi, avendo visto i prodigi che faceva, e i fanciulli che gridavano nel tempio, dicendo: “Osanna al Figlio di David!”, si sdegnarono e gli dissero: “Senti cosa dicono?” Allora Gesù dice loro: “Sì! Non avete letto mai: Dalla bocca dei fanciulli e dei lattanti ti sei preparata la lode?” E lasciatili, se ne andò fuori della città verso Betania, e là trascorse la notte.


Canone della festa; Katavasie: gli irmi del canone; al posto del Più onorabile, la IX ode del canone; Exapostilarion della festa, al termine del quale il sacerdote benedice i rami che distribuisce mentre – alle Lodi – si cantano i 4 idiomeli della festa con il loro dhoxa ke nin; grande dhoxologhia con l’apolitikion Consepolti. divina Liturgia [Preparare 3 Agnelli]. Antifone della festa; Apolitikia: La comune risurrezione e Consepolti (si omette qualsiasi altro apolitikion, compreso quello della chiesa); Kontakion della festa; Letture:

Confessate al Signore, perché è buono, perché in eterno è la sua misericordia. Lettura dell’epistola di Paolo ai Filippesi (4, 4-9) Fratelli, rallegratevi nel Signore sempre; ve lo ripeto: rallegratevi. La vostra amabilità sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino! Non preoccupatevi di nulla, ma in ogni necessità fate sapere a Dio le vostre richieste con la preghiera, la supplica e l’azione di grazie. E la pace di Dio, che oltrepassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. Del resto, fratelli, tutto ciò che è vero, tutto ciò che è onesto, tutto ciò che è giusto, tutto ciò che è puro, tutto ciò che è gradito, tutto ciò che è lodevole – se c’è qualche virtù e qualche lode - questo considerate. Mettete in pratica quello che avete imparato, ricevuto, udito e visto in me. E il Dio della pace sarà con voi. - Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha fatto meraviglie il Signore: - tutti i confini della terra hanno veduto la Salvezza del nostro Dio. Lettura del santo vangelo secondo Giovanni (12, 1-18) Sei giorni prima della Pasqua Gesù andò a Betania, dov’era Lazzaro, il morto che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei suoi commensali. Maria allora, presa una libra di unguento di nardo genuino, prezioso, unse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento. Allora Giuda di Simone, l’Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per consegnarlo, dice: “Perché questo unguento non si è venduto per trecento denari e non è dato ai poveri?” Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quel che vi mettevano. Gesù allora disse: “Lasciala, perché lo ha conservato per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. Intanto gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese i rami di palme e uscì incontro a lui gridando: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!” Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina. Dapprima i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui e che queste cose avevano fatto. Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza. Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto il segno. Liturgia del Crisostomo, con tutti i testi propri. A sera di solito si anticipa il Mattutino del Grande e santo Lunedì Nella settimana Grande e santo Lunedì (29 marzo; digiuno). Al mattino di solito si anticipa il Vespro (Presantificati) del giorno, e a sera il Mattutino del Grande e Santo Martedì. Grande e santo Martedì (30 marzo; digiuno). Al mattino di solito si anticipa il Vespro (Presantificati) del giorno, e a sera il Mattutino del Grande e Santo Mercoledì. Grande e santo Mercoledì (31 marzo; digiuno). Al mattino di solito si anticipa il Vespro (Presantificati) del giorno, nel pomeriggio si celebra la Preghiera dell’Olio e a sera di solito si anticipa il Mattutino del Grande e Santo Giovedì. Grande e santo Giovedì (1 aprile; digiuno ma, secondo una tradizione, licenza di vino e olio). Al mattino di solito si anticipa il Vespro con la Liturgia di san Basilio, e a sera si anticipa il Mattutino del Grande e Santo Venerdì (detto della Passione oppure dei 12 Vangeli). Grande e santo Venerdì (2 aprile; digiuno). Correttamente, alcuni usano celebrare l’Ora I attorno alle 6\7, l’Ora III attorno alle 9, l’Ora VI attorno alle 12, l’Ora IX (con il Vespro) attorno alle 15, per poter anticipare (alle ore 18\19) il Mattutino del Sabato. Altri invece usano celebrare al mattino, di seguito, le Ore e persino il Vespro. Avvertenza: il Mattutino del Sabato è in qualche modo festoso (perciò si usano colori festosi) e apparteneva a un’unica, prolungata veglia battesimale (perciò si indossano tutti i paramenti, come per la divina Liturgia). Grande e santo Sabato (3 aprile; digiuno). Al mattino molti usano anticipare il Vespro con la festosa Liturgia (del grande Basilio) battesimale, e iniziare la Veglia pasquale attorno alle 22\23 (tenendo anche conto che quest’anno la Pasqua coincide con le festività dei Latini, calcolare opportunamente l’orario dell’Anastasis e del suono delle campane). A Reggio c’è l’uso di premettere - alla Veglia descritta dai libri liturgici – la lettura integrale degli Atti degli apostoli.

4 aprile 2010 – SANTA PASQUA Tono --Colore liturgico festoso; Ufficio di Mezzanotte e Veglia pasquale come indicato nei libri liturgici [cfr volumi II e III dell’Anthologhion ed. LIPA] Liturgia


Si celebri immediatamente di seguito al Mattutino, o si celebri – per utilità pastorale – in altro orario, inizia sempre con il canto del particolare salmo introitale. Antifone e isodhikon particolari; dopo l’Ingresso del Vangelo, troparion e ipakoi della festa (non si canta alcun altro apolitikion, neppure quello della chiesa); kontakion della festa; trisaghion battesimale. Letture:

Questo è il giorno che ha fatto il Signore: esultiamo e rallegriamoci in esso. Confessate il Signore, perché è buono, perché in eterno è la sua misericordia. Lettura degli Atti degli apostoli (1, 1-8) Il primo discorso l’abbiamo fatto, o Teòfilo, su tutto ciò che Gesù cominciò a fare e insegnare fino al giorno in cui fu sollevato in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. A essi si era mostrato vivo dopo la sua passione, con molte prove convincenti: per quaranta giorni era apparso loro parlando del regno di Dio. Seduti insieme a mensa, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettare la promessa del Padre che – disse – “avete udito da me: Giovanni immerse nell’acqua, ma voi fra non molti giorni sarete immersi nello Spirito Santo”. Essi dunque si riunirono e lo interrogavano dicendo: “Signore, in questo tempo ristabilirai il regno per Israele?” Rispose loro: “Non è cosa vostra conoscere tempi o momenti che il Padre ha posto nel proprio potere. Ma riceverete la forza del Santo Spirito che sta per venire su voi, e sarete miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino all’estremità della terra”. - Tu sorgerai e avrai pietà di Sion perché è tempo di averne pietà. Il Signore si è affacciato dal cielo sui figli degli uomini. * Lettura del santo vangelo secondo Giovanni (1, 1-17) In principio era il Logos, e il Logos era verso Dio e Dio era il Logos. Egli era in principio verso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto. Ciò che è stato fatto in lui era vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nella tenebra, ma la tenebra non l'ha accolta. Ci fu un uomo inviato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma per rendere testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, e il mondo non lo riconobbe. Venne fra i suoi, e i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Logos si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e ha gridato dicendo: “Ecco l’uomo di cui io ho detto: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia; perché la Legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia, e la verità, è stata fatta per mezzo di Gesù Cristo. Liturgia del Crisostomo; alle Commemorazioni, l’irmos pasquale; kinonikon proprio; tipica dimissione dialogata. In molti luoghi si usa anticipare al mattino il Vespro dell’Amore. * A Reggio – sino almeno al 16° secolo – c’era l’uso (d’evidente origine gerosolimitana) che il sacerdote cantasse questo Vangelo dall’interno del Santuario, stando a destra della Mensa, mentre il diacono ripeteva ogni sezione stando all’èmvomon (al centro del tempio) e a ogni sezione si suonava un colpo di campana, per suonare poi alla fine tutte le campane a festa. In settimana Lunedì del Rinnovamento (5 aprile; tutto come giorno di Pasqua: solo le Letture della Liturgia sono proprie). Martedì del Rinnovamento (6 aprile; idem). Mercoledì del Rinnovamento (7 aprile; idem; non si digiuna). Giovedì del Rinnovamento (8 aprile; idem). Venerdì del Rinnovamento, dedicazione del Santuario della Fonte d’acqua vivificante (9 aprile; idem; non si digiuna). Sabato del Rinnovamento (10 aprile; idem).

11 aprile 2010 – II domenica di Pasqua (di Tommaso) Tono --- \ Vangelo mattinale I Vespro Dopo la benedizione iniziale, il sacerdote canta subito (senza Gloria… Re celeste) il Cristo è risorto; lo ripete il coro; il sacerdote Cristo è risorto… e il coro E a chi giaceva… Il proestos legge subito (senza Venite…) il salmo iniziale. Al Signore ho gridato, 6 idiomeli della festa e dhoxa ke nin della festa; aposticha della festa e dhoxa ke nin della festa. Apolitikion della festa 3v. Apolisis domenicale, ma al posto del Per le preghiere…, il Cristo è risorto. Mattutino Apolitikion: come al Vespro; kathismata della festa (non si cantano gli Evloghitaria); Canone della festa; Katavasìe: gli irmi del Canone di Pasqua; anziché Più venerabile, la IX ode del Canone della festa; Exapostilaria della festa. Alle Lodi, 4 prosomi della festa. Alla Grande dhoxologhia, l’apolitikion della festa. Liturgia Subito dopo la benedizione iniziale, il sacerdote canta Cristo è risorto… e a chi giaceva nei sepolcri…; il popolo idem; il sacerdote di nuovo Cristo è risorto… e il popolo e a chi giaceva nei sepolcri… Antifone ed Isodhikon di Pasqua; apolitikion * della festa e kontakion pasquale. Trisaghion solito. Letture (nella corretta esecuzione, da prendere a modello per qualsiasi giorno dell’anno):

Lettore: Versetti dell’Apostolo. Tono primo. Salmo centoquarantasei. Grande è il Signore nostro e grande la sua forza, e la sua intelligenza è senza misura. Coro: Grande è il Signore nostro e grande la sua forza, e la sua intelligenza è senza misura.


Lettore: Lodate il Signore, perché è bene salmeggiare: al nostro Dio sia dolce la lode. Coro: Grande è il Signore nostro e grande la sua forza, e la sua intelligenza è senza misura. Diacono: Sapienza! Lettore: Lettura degli Atti degli apostoli. Diacono: Attenti! Lettore: In quei giorni per mano degli apostoli avvenivano molti segni e prodigi in mezzo al popolo. Tutti stavano insieme uniti e concordi nel portico di Salomone. Nessuno degli altri osava unirsi a loro, ma il popolo li magnificava. Sempre più si aggiungevano credenti nel Signore: una moltitudine di uomini e di donne, tanto che i malati venivano portati nelle piazze e posti su lettini e barelle perché, arrivando Pietro, almeno la sua ombra ombreggiasse qualcuno di loro; ciascuno infatti veniva liberato da ogni malattia che avesse. La folla veniva insieme anche dalle città vicino a Gerusalemme, portando malati e tormentati da spiriti impuri, e tutti venivano sanati. Si alzò allora il sommo sacerdote e con lui tutti quelli della setta dei sadducei, pieni di gelosia; misero le mani addosso agli apostoli e li chiusero nel carcere pubblico. Ma un angelo del Signore di notte aprì le porte della prigione e li condusse fuori dicendo: “Andate, state nel tempio, e dite al popolo tutte le parole di questa vita”.[] [Sacerdote: Pace a te. Lettore: E al tuo spirito.] Alliluia, tono primo, salmo novantaquattro. Diacono: Attenti! (e inizia a incensare) Coro Alliluia, alliluia, alliluia. Lettore: Venite, esultiamo per il Signore, acclamiamo a Dio, nostro Salvatore, Coro Alliluia, alliluia, alliluia. Lettore: perché Dio grande è il Signore, e grande re sopra tutti gli dei. Coro: Alliluia, alliluia, alliluia. Sacerdote: Sapienza, in piedi. Ascoltiamo il santo vangelo. Pace † a tutti. ** Coro: E al tuo spirito. Diacono: Lettura del santo vangelo secondo Giovanni. Coro: Gloria a te, Signore, gloria a te. Sacerdote: Attenti. Diacono: La sera di quello stesso giorno, il giorno uno della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per paura dei Giudei, venne Gesù, sta in mezzo e dice loro: “Pace a voi!” Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli si rallegrarono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha inviato me, anche io mando voi”. Dopo aver detto questo, soffiò e dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi abbiate rimesso i peccati, sono stati rimessi; e a chi li riteniate, sono stati ritenuti”. Tommaso, uno dei dodici, detto Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!” Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, non crederò”. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo dentro insieme a Tommaso. Viene Gesù, a porte chiuse, sta in mezzo e disse: “Pace a voi!” Poi dice a Tommaso: “Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente”. Rispose Tommaso e gli disse: “Mio Signore e mio Dio!” Gesù gli dice: “Perché mi hai visto hai creduto? Beati quelli che non hanno visto ma hanno creduto”. Molti e altri segni fece Gesù davanti ai suoi discepoli, che non sono scritti in questo libro. Questi sono scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita nel suo nome. Coro: Gloria a te, Signore, gloria a te. [Sacerdote: Pace a te. diacono: E al tuo spirito.] Alle Commemorazioni, megalinario della festa. Al posto di Abbiamo visto la luce, il Cristo è risorto, una volta sola. Apolisis come al Vespro. * Si ricorda che in alcune feste si canta un solo apolitikion, omesso qualsiasi altro (anche quello della chiesa in cui si celebra) * * Si ricorda che – specialmente durante la divina Liturgia – il celebrante benedice soltanto con la mano: l’abitudine di benedire usando una croce, forse è venuta per imitare il vescovo quando assiste alla divina Liturgia (quando non è, appunto, “celebrante”) Nella settimana Martedì 13 anniversario della caduta di Nuova Roma in mano ai Franchi (1204-1261). Mercoledì 14 memoria dell’apostolo Aristarco, tessalonicese, giunto a Reggio nella primavera dell’anno 61; digiuno con licenza di olio e vino. Venerdì 16 Digiuno con licenza di olio e vino.

18 aprile 2010 – III domenica di Pasqua (delle Mirrofore) Tono II \ Vangelo mattinale IV Vespro


Dopo la benedizione iniziale, il sacerdote canta subito (senza Gloria… Re celeste) il Cristo è risorto; lo ripete il coro; il sacerdote Cristo è risorto… e il coro E a chi giaceva… Il proestos legge subito (senza Venite…) il salmo iniziale. Al Signore ho gridato, 7 stichirà del tono e 3 delle Mirrofore; Dhoxa delle Mirrofore, ke nin del tono; aposticha del tono e paquali; Dhoxa ke nin del tono. Apolitikia: del tono, dhoxa, Il nobile Giuseppe, ke nin, Le mirrofore. Apolisis domenicale, ma al posto del Per le preghiere…, il Cristo è risorto. Mattutino Apolitikia come al Vespro; kathismata della festa ed Evloghitaria; Vangelo IV con tutto il suo solito inquadramento; Canone pasquale; Katavasìe di Pasqua; Exapostilaria di Pasqua e delle Mirrofore. Alle Lodi, 4 del tono e 4 di Pasqua; dhoxa, il II mattinale; ke nin, Giorno di risurrezione… Cristo è risorto. Alla Grande dhoxologhia, Oggi la salvezza. Liturgia Subito dopo la benedizione iniziale, come la II domenica di Paqua. Antifone e Isodhikon di Pasqua; apolitikia: del tono, Il nobile Giuseppe, Alle mirrofore, della chiesa, e kontakion pasquale. Trisaghion solito. Letture (per la corretta esecuzione, vedi domenica precedente):

(Salmo 117) Mia forza e mio inno è il Signore, e si è fatto mia salvezza. Mi ha castigato e castigato il Signore, ma alla morte non mi ha consegnato. Lettura degli Atti degli apostoli In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, fra gli Ellenisti ci fu mormorio contro gli Ebrei, perché nel quotidiano servizio venivano trascurate le loro vedove. Allora i Dodici convocarono la moltitudine dei discepoli e dissero: “Non si può accettare che noi abbandoniamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Fratelli, prendete dunque in esame sette uomini tra di voi di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, che stabiliremo per questo bisogno. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della parola”. Il discorso piacque a tutti e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànor, Tìmon, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiochia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. La parola di Dio cresceva e si moltiplicava grandemente il numero dei discepoli a Gerusalemme; anche un gran numero di sacerdoti obbediva alla fede. - (Salmo 19) Ti esaudisca il Signore nel giorno della tribolazione. ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. - Signore, salva il re ed esaudisci noi nel giorno in cui ti invochiamo.

Lettura del santo vangelo secondo Marco In quel tempo venne Giuseppe d’Arimatèa, nobile Consigliere che aspettava anche lui il regno di Dio. Fattosi coraggio, andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che già fosse morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da molto tempo. Informato dal centurione, donò il cadavere a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù, lo avvolse nel lenzuolo e lo depose nel sepolcro che era scavato nella roccia; poi fece rotolare una pietra sull’entrata del sepolcro. Intanto Maria Maddalena e Maria madre di Iosì stavano a osservare dove veniva deposto. Trascorso il sabato, Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Salome comprarono aromi per andare a ungerlo. Di buon mattino, il giorno uno della settimana, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via la pietra dall’entrata del sepolcro?” Ma, guardando in su, videro che la pietra era stata rotolata via, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, rivestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. Esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro piene di timore e spavento, e non dissero niente a nessuno, perché avevano paura. Alle Commemorazioni, L’angelo gridò… Risplendi, risplendi… Al posto di Abbiamo visto la luce, il Cristo è risorto, una volta sola. Apolisis come al Vespro. Nella settimana Mercoledì 21, san Gennaro vescovo di Benevento; digiuno con licenza di olio e vino. Venerdì 23, san Giorgio; digiuno con licenza di olio e vino; letture:

(Salmo 63) Gioirà il giusto nel Signore e spererà in lui, e si glorieranno tutti i retti di cuore. Esaudisci, o Dio, la mia preghiera quando ti supplico. Lettura degli Atti degli apostoli. In quel tempo il re Erode mise mano a maltrattare alcuni della Chiesa e uccise di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, aggiunse di prendere anche Pietro. Erano quelli i giorni degli azzimi. Fattolo catturare, lo mise in prigione, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, volendo farlo comparire davanti al popolo dopo la pasqua. Pietro dunque era tenuto in prigione ma per lui dalla Chiesa saliva a Dio una preghiera intensa. Quando poi Erode stava per portarlo davanti al popolo, in quella notte Pietro dormiva tra due soldati, legato con due catene, mentre davanti alla porta le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco venne dall’alto un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli colpì il fianco di Pietro, lo svegliò e disse: “Alzati in fretta!” E le catene gli caddero dalle mani. E l’angelo gli disse: “Mettiti la cintura e calza i tuoi sandali”. E così fece. L’angelo gli dice: “Avvolgiti nel mantello e seguimi!” Pietro uscì e lo seguiva, ma non sapeva che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva infatti di vedere una visione. Essi oltrepassarono la prima


guardia e la seconda e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città: si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, scesero i sette scalini e proseguirono per una strada e a un tratto l’angelo si allontanò. Pietro allora, rientrato in sé, disse: “Ora so davvero che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei”. (Salmo 91) Il giusto fiorirà come palma, si moltiplicherà come cedro del Libano. Piantato nella casa del Signore, negli atri del nostro Dio fiorirà. Lettura del santo vangelo secondo Giovanni. Il Signore ha detto ai suoi discepoli: “Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordate la parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono chi mi ha inviato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero il peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero il peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Questo perché si adempisse quella parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli testimonierà per me; e anche voi testimoniate, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non siate scandalizzati. Sarete espulsi dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”.

25 aprile 2010 – IV domenica di Pasqua (del Paralitico) Tono III \ Vangelo mattinale V – san Marco evangelista Vespro Dopo la benedizione iniziale, il sacerdote canta subito (senza Gloria… Re celeste) il Cristo è risorto; lo ripete il coro; il sacerdote Cristo è risorto… e il coro E a chi giaceva… Il proestos legge subito (senza Venite…) il salmo iniziale. Al Signore ho gridato, 4 stichirà del tono, 2 del Paralitico, 4 del santo; Dhoxa del Paralitico, ke nin del tono; aposticha del tono e paquali; Dhoxa del santo, ke nin del Paralitico. Apolitikia: del tono, dhoxa, del santo, ke nin, del tono. Apolisis domenicale, ma al posto del Per le preghiere…, il Cristo è risorto. Mattutino Apolitikia come al Vespro; kathismata della festa ed Evloghitaria; Vangelo V con tutto il suo solito inquadramento; Canoni: pasquale e del santo. Katavasìe di Pasqua; Exapostilaria di Pasqua, del Paralitico e del santo. Alle Lodi: 3 del tono, 3 del santo e 4 di Pasqua; dhoxa, del santo; ke nin, del Paralitico. Alla Grande dhoxologhia, Oggi la salvezza. Liturgia Subito dopo la benedizione iniziale, come la II domenica di Paqua. Antifone e Isodhikon di Pasqua; apolitikia: del tono, del santo, della chiesa, e kontakion pasquale. Trisaghion solito. Letture (per la corretta esecuzione, vedi domenica precedente):

(Salmo 18) Per tutta la terra è uscito il suo suono e sino ai confini del mondo le sue parole. I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. Lettura della prima epistola cattolica di Pietro (5, 6-14) Fratelli, umiliatevi sotto la mano potente di Dio, affinché vi innalzi al suo tempo, riversando su di lui tutte le vostre preoccupazioni, poiché a lui importa di voi. Siate sobri, vegliate. Il vostro avversario, il diavolo, va in giro come un leone ruggente cercando qualcuno da divorare: resistetegli saldi nella fede, sapendo che le stesse sofferenze sono inflitte ai vostri fratelli sparsi nel mondo. Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, perfezionerà voi che per un breve periodo avete sofferto, vi consoliderà, v’irrobustirà, vi renderà stabili. A lui la potenza nei secoli dei secoli. Amin. Per mezzo di Silvano, che è fratello fedele, vi ho scritto brevemente, come credo, per esortarvi e attestarvi che questa è vera grazia di Dio: siate saldi in essa. Vi saluta la eletta in Babilonia e Marco, figlio mio. Salutatevi reciprocamente con un bacio d’amore. Pace a voi tutti in Cristo Gesù. Amin - (Salmo 88) Confesseranno i cieli le tue meraviglie, Signore, e la tua verità nella Chiesa dei santi. - Dio è glorificato nel consiglio dei santi; è grande e terribile su tutti quelli che lo circondano. Lettura del santo vangelo secondo Giovanni (5, 1-15) In quel tempo era la festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. C’è a Gerusalemme, presso la Porta delle pecore, una piscina chiamata in ebraico Vithsathà, che ha cinque portici, sotto i quali giaceva una moltitudine di infermi, ciechi, zoppi, paralitici, che aspettavano il movimento delle acque. Infatti a intervalli regolari un angelo del Signore scendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo a entrarvi dopo l’agitazione dell'acqua, guariva da qualsiasi malattia fosse affetto. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo steso e sapendo che da molto tempo stava così, gli dice: “Vuoi diventare sano?” Gli rispose il malato: “Signore, non ho uomo che mi immerga nella piscina quando l’acqua viene agitata; quando vado io, un altro scende prima di me”. Gesù gli dice: “Alzati, prendi il tuo giaciglio e cammina”. E sull’istante quell’uomo divenne sano e, preso il suo giaciglio, camminava. Quel giorno era


sabato. Dicevano dunque i Giudei al guarito: “E’ sabato e non ti è lecito prendere il tuo giaciglio”. Ma egli rispose loro: “Chi mi ha sanato mi ha detto: Prendi il tuo giaciglio e cammina”. Gli chiesero: “Chi è l’uomo che ti ha detto: Prendi il tuo giaciglio e cammina?” Ma il sanato non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato dalla folla che c’era in quel luogo. Dopo queste cose Gesù lo trova nel tempio e gli disse: “Ecco, sei diventato sano; non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio”. Quell’uomo se ne andò e annunciò ai Giudei che è stato Gesù a sanarlo. Alle Commemorazioni, L’angelo gridò… A una voce, Vergine… Al posto di Abbiamo visto la luce, il Cristo è risorto, una volta sola. Apolisis come al Vespro. Nella settimana Mercoledì 28, Metà Pentecoste; digiuno con licenza di pesce, vino e olio. Venerdì 30, digiuno con licenza di vino e olio.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.