I Manifesti di Propaganda
I Manifesti di
ISISS “Carlo Anti� di Villafranca di Verona Candidato: Gabriele Inzoli esame di stato - a.s. 2009 /2010
di Propaganda
introduzione - 6
i manifesti patriottici - 14
i manifesti sulla Sicurezza Nazionale - 20
i manifesti sullo sforzo bellico - 24
i manifesti sulle alleanze internazionali - 28
I Manifesti imperniati sull’odio 36
Approfondimento - 38
Bibliografia / Sitografia - 41
Introduzione Il manifesto pubblicitario è un noto strumento di propaganda. Venne applicato in modo consistente in quasi tutte le guerre del Novecento, sia dalle dittature che dalle democrazie. Queste due realtà, annullano completamente la sua autonomia espressiva ed artistica, mettendo in evidenza soprattutto immagini di forti impatti emotivi e persuasivi, finalizzate all’esaltazione bellica. Entrambe si ispirano ai modelli “classici” del manifesto tradizionale, alterando le caratteristiche originali del mezzo di persuasione, togliendo ogni parte genuina e sostituendola con dei veri significati autarchici, dai quali appunto si genera la “Stagione del Manifesto di Guerra”, fra gli anni Venti e i Quaranta del Novecento. L’espressione artistica nei paesi a regime totalitario, nei periodi di pace e in quelli di guerra, è implacabilmente sottomessa alla propaganda politica; uguale sorte tocca al manifesto, che viene meno alla sua coerenza artistica nel passaggio dalla pace alla guerra. D’altro canto, la garanzia di continuità delle dittature sta nell’offrire di sé un’immagine che non solo suggestioni e colpisca le masse, ma che insieme ispiri un senso di fiducia, rassicurazione e salda protezione; in questo modo, al momento di “chiedere qualcosa”, la risposta molto spesso supera addirittura la richiesta, come se fosse un dovere. Questo accade anche se l’immagine costruita risulta essere piatta, banale o poco entusiasmante, il risultato alla fine è sempre lo stesso, perché le masse, essendo coinvolte ideologicamente, emotivamente e personalmente non fanno caso a tali particolarità.
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In un’ultima analisi, la ragione per cui i manifesti di guerra risultano essere determinanti ed efficaci sta nell’opera di propaganda politica, che, nel bene e nel male, rende il messaggio essenziale, immediato e, quel che più conta, facilmente assimilabile e ripetibile. Questa risorsa, in altre parole, è stata a dir poco incisiva, per quanto riguarda l’inno al Patriottismo, alla Sicurezza Nazionale, allo Sforzo Bellico, alle Alleanze e all’Istigazione all’Odio. Tutti i capi degli stati totalitari del XX Secolo, accordano sempre grande importanza alla propaganda in tutte le sue forme: così Mussolini e i Fascisti, così Hitler e i Nazisti, così Franco e i Falangisti e così anche Lenin e i Bolscevichi. Nessuno di loro si preoccupa delle reali esigenze, dei veri desideri e degli ideali del singolo cittadino, tutti loro erano convinti che gli individui potessero essere totalmente subordinati e succubi dello Stato. Ogni leader dei relativi regimi totalitari, fece quindi un uso massiccio e costante della propaganda politica, a differenza delle democrazie occidentali, che si affidano ad un tipo di propaganda esclusivamente in occasione di elezioni o per qualche delicato problema relativo al bene comune. In ogni caso, in tempo di Guerra, la Propaganda suonava trombe diverse da quelle spavalde e stonate delle Dittature, dal momento che la priorità veniva data per esempio alla Protezione dell’Europa dal Comunismo, dagli Ebrei e dagli Anglosassoni e successivamente dagli “Americani Negri”. Le Dittature invece non si difendevano da invasioni, bensì dalle contaminazioni di storia e di razza e dal contatto con altri sistemi politici.
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Le Due Guerre Mondiali causarono un’esplosione della Propaganda quando i diversi sistemi Politici si trovarono in disaccordo, in contrasto e in competizione fra loro. L’interesse maggiore della propaganda di guerra era incentrato sull’obbedienza della popolazione e sul tentativo di mantenere alto il morale per demoralizzare il nemico e distruggerne quindi anche gli alleati. Il compito della Propaganda Politica delle due guerre invece fu differente, e ancor più furono differenti gli strumenti impiegati. Suo scopo era il mantenimento della coesione politica e sociale e il mantenimento dell’entusiasmo iniziale per la guerra. Nel primo conflitto del 1914 – 1918, la propaganda fu uno strumento secondario sia tecnicamente che psicologicamente. Nella Seconda Guerra invece assunse significati determinati sia per la vincita che per il sostegno morale, riscontrando nuove dinamiche sia in termini militari che in termini diplomatici, per questo motivo ai propagandisti venne richiesta un’elasticità ed un’ inventiva maggiore, accentuando immagini violente di odio e orrore, cariche di un’estrema drammaticità.
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Analizzando più nello specifico i manifesti si nota che essi erano suddivisi in gruppi: alcuni facevano leva al Patriottismo, altri alla Sicurezza Nazionale (dove si esortava la popolazione a non diffondere notizie utili al nemico dal momento che in tempo di guerra vi erano spie e sabotatori ovunque), alcuni illustravano lo Sforzo Bellico (non tanto sotto l’aspetto militare quanto alla produzione industriale bellica, al risparmio e alla mobilitazione femminile), altri esaltavano le Alleanze, altri ancora elogiavano la Propaganda all’Odio accentuando particolari immagini negative del nemico. P.S. Tentare un’analisi quantitativa del posto che occupò l’ultima categoria di Manifesti è difficile ma quasi certamente si può affermare che furono soprattutto i tedeschi a creare la Propaganda d’istigazione all’Odio Razzista. Gli storici tendono a considerare la Seconda Guerra Mondiale come una continuazione della Prima, o a ritenere il periodo 1940 – 1945 come un’altra Guerra dei trent’anni, cioè una sorta di conflitto europeo durato molto a lungo. La caratteristica di “Guerra Totale” del Secondo conflitto, esigeva una Propaganda di Massa, rivolta alla fascia più ampia della popolazione, perché si doveva dimostrare che il Paese era in guerra per il bene dei cittadini, solo così si poteva esigere in cambio dalla popolazione un contributo di tale entità che in tempo di pace sarebbe apparso intollerabile. Le difficoltà e le perdite non dovevano condurre alla disobbedienza , e nemmeno al dubbio politico o al dissenso fino al tradimento; i patrioti dovevano difendere il proprio paese e compiere il loro dovere, dovunque e comunque.
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I Manifesti Patriottici Per i motivi menzionati pocanzi questi sono i Manifesti più numerosi nei periodi bellici, spesso si servono della suggestione visiva di simboli ed emblemi, fra cui il più popolare era certamente costituito dalle bandire nazionali. Tali Manifesti puntavano su due necessità psicologiche: quella del singolo di appartenere a un gruppo e quella del gruppo di identificarsi con propri emblemi, come bandiere distintivi, stendardi, uniformi e colori. P.S. Molti dei simboli di fedeltà usati nella Seconda Guerra Mondiale traevano origine dal secolo XIX, altri furono creati ex novo o recuperati dal passato. Ad esempio: - la svastica scelta da Hitler come emblema del suo partito all’inizio degli anni venti, - la stella rossa, la falce e il martello per lo Stato Sovietico risalente alla Rivoluzione del 1917
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Molti di questi temi ricorrenti nei Manifesti Patriottici furono ideati solo a scopo di reclutamento militare, appunto puntando sulla forza di suggestione dei simboli e degli emblemi di cui si fregiano le uniformi militari. L’ironia in questi Manifesti è quasi sempre assente e il messaggio è affidato a uno stile impetuoso, con frequenti punti esclamativi alla fine degli slogan. N.B
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Nel caso dei Manifesti Statunitensi la componente Patriottica venne unita a quella della libertà da difendere, sottolineando così un significato ideologico della guerra del tutto assente nei Manifesti Europei.
A questa categoria di Manifesti, sono inclusi anche quelli che riassumevano l’evolversi della Guerra. Questo è il caso del Manifesto Britannico, suddiviso in quattro parti secondo la tecnica del fumetto o meglio dei fotogrammi in progressione, per illustrare in modo semplice ma convincente i progressi fatti durante il conflitto (in quest’opera l’autore ritenne molto più convincente l’illustrazione della parola).
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I Manifesti sulla Sicurezza Nazionale Dal punto di vista Governativo, la Sicurezza Nazionale e è necessaria in quanto essa mantiene e influenza tutti gli aspetti della vita di un Paese. Quando un Governo ritiene in pericolo il proprio Stato, adotta inflessibilmente adeguati provvedimenti che comprendono le organizzazioni per l’informazione e la sicurezza interna, la polizia segreta e altre iniziative segrete di vario genere. Nel periodo intercorso tra le due guerre, le democrazie occidentali furono impegnate nella ricerca di informazioni militari e nella protezione dei loro segreti, la loro opera non andò oltre. Gli stati governati da un solo partito, soprattutto quelli guidati da capi come: Hitler, Stalin o Mussolini, crearono organizzazioni segrete di sicurezza, di complessa e potente funzione; dopo lo scoppio della guerra fu poi compito dello stato salvaguardare la sicurezza nazionale, come pure occuparsi della Propaganda. In tutti i paesi belligeranti i servizi di sicurezza militare e civile ebbero grande sviluppo e uno scopo ben definito, proteggere il fronte nazionale e le forze armate guidando l’intero sforzo bellico dei loro paesi contro il nemico interno.
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In questo tipo di Propaganda, si riscontrano quindi due aspetti diversi: l’interesse per la sicurezza nazionale e per l’entusiasmo patriottico e gli appelli alla popolazione di non diffondere notizie utili al nemico e di perseverare nella dura lotto contro di esso. Bisogna tener presente però che l’invito alla lealtà unanime e al patriottismo è di tipo positivo, mentre l’insistenza per la sicurezza nazionale ha solo uno scopo allarmistico. Gli ideatori di questi Manifesti, dovevano dunque affrontare un compito ben più arduo di coloro che creavano manifesti patriottici, perché non avevano a disposizione simboli di immediata efficacia a meno di non ricorrere a quelli già sfruttati dal nemico e d’altra parte i simboli erano necessari per richiamare l’attenzione dei cittadini. La realizzazione di questo tipo di manifesto richiedeva quindi un’attenta elaborazione di carattere sia tecnico sia espressivo – psicologico. Agli ideatori di Manifesti che affrontavano questo tema era necessaria una fresca e ricca inventiva, sia per quanto riguarda l’immagine sia per il testo. Il fotomontaggio e le vignette erano le due tecniche preferite, dal momento che l’impiego di semplici disegni o illustrazioni come nei Manifesti tradizionali risultava per lo più un vero fallimento. Quasi tutti i Manifesti creati per la sicurezza nazionale si preoccupavano dell’effetto che poteva avere la dispersione di notizie sullo sforzo militare, altri invece si concentravano sulle conseguenze del sabotaggio all’industria bellica.
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I Manifesti sullo Sforzo Bellico In un confronto bellico in cui la popolazione civile poteva essere chiamata a sostituire i militari con un semplice preavviso, i legami tra fronte nazionale e fronte militare erano molto stretti, tanto che una distinzione fra i due riusciva sempre molto complessa, difficile e confusa. Nella prima guerra mondiale si commise l’errore fatale di pensare ad una guerra veloce caratterizzata da campagne brevi e rapide. Gli strateghi non avevano previsto inoltre l’utilizzo dell’elemento sorpresa, vale a dire l’impiego massiccio di armamenti moderni come le mitragliatrici, le quali soppiantarono tutti gli attacchi di fanteria in massa. La seconda guerra invece, venne subito impostata così come avrebbe dovuto esserlo la prima, essa infatti si sviluppò sia tecnologicamente che strategicamente. L’impiego del carro armato e la e la fanteria completamente motorizzata con un’adeguata copertura della protezione aerea ne è la prova evidente. Nel secondo conflitto quindi si stabilirono i legami tra fabbrica e fronte, tra sforzo bellico e tecnologia di appoggio.
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Nella categoria di questi manifesti, si può notare un’analogia con quelli patriottici, anche se quelli per lo sforzo bellico sono molto più specialistici ed espressamente diretti alla popolazione civile. In genere sottolineavano la relazione fra il soldato al fronte e l’operaio in fabbrica, evidenziando la dipendenza dal primo del secondo. Questi manifesti non erano di ideazione difficile e complessa come lo era invece per quelli inerenti alla sicurezza nazionale, perché il loro scopo era solamente quello di sottolineare la natura tecnologica della guerra, facendo molto spesso ricorso all’interesse della produzione, ai servizi individuali e stabilendo un rapporto tra sacrificio finanziario e produzione bellica, la quale però comportò un reclutamento della manodopera femminile, dal momento che i maschi erano impegnati al fronte. P.S. I Manifesti Statunitensi evidenziarono in modo efficace questa realtà forse più di chiunque altro.
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I Manifesti sulle Alleanze Internazionali La Seconda Guerra Mondiale iniziò il 1° Settembre del 1939 con l’invasione della Polonia da parte dei Tedeschi, Gran Bretagna e Francia dichiararono guerra alla Germania solamente due giorni dopo e nell’Aprile del 1940 i Nazisti invasero Danimarca e Norvegia. Con l’intento di circondare e isolare l’Inghilterra, Hitler nel Maggio del ‘40 decise di invadere anche i Paesi Bassi che si erano appena dichiarati Neutrali. Dopo pochi giorni la Germania riuscì ad aggirare la Linea Maginot arrivando fino al mare e conquistando il Benelux. L’Italia guidata da Mussolini sciolse il patto di non belligeranza il 10 Giugno schierandosi a fianco del Fuhrer. Il 22 Giugno del 1940 l’esercito tedesco riuscì ad entrare a Parigi e la Francia dovette arrendersi firmando l’armistizio. La Nazione venne divisa in due parti: il Nord – Ovest venne occupato dai Tedeschi mentre nel Sud venne creata una Repubblica filonazista chiamata Vichy.
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L’Italia sostenuta da Hitler riuscì a invadere e a conquistare parte del Nord Africa il 14 Settembre del 40’ e il 28 Ottobre la Grecia. Nel Settembre dello stesso anno il Giappone spinto dall’espansionismo, decise di schierarsi a fianco di Hitler e Mussolini grazie al Patto Tripartito, due mesi dopo l’Ungheria, la Romania, e la Slovacchia vennero sottomesse all’Asse mentre Bulgaria e Jugoslavia aderirono al Patto Tripartito nel 1941. Dopo il Patto Russo – Nazista di breve durata i Tedeschi invasero la Russia il 22 Giugno del 1941 mentre il Giappone attaccò Pearl Harbor il 7 Dicembre dello stesso anno scatenando la reazione americana, che dichiarò guerra il giorno seguente. Oltre a Pearl Harbor anche le Filippine, Hong Kong e la Malesia vennero invase dai Giapponesi. A questo punto la Guerra era divenuta “Totale” e ormai erano chiare tute le principali linee divisorie tra le alleanze
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Nel Luglio del 1943 gli Alleati Anglo – Americani sbarcarono in Sicilia con le truppe coloniali e l’Italia firmò l’armistizio il 3 Settembre rendendolo pubblico l’8. Mussolini venne messo in minoranza dal Gran Consiglio del Fascismo e venne esiliato sul Gran Sasso. Il 13 Ottobre del ‘43 gli italiani tradirono Hitler dichiarando guerra alla Germania. I Tedeschi con un colo di mano liberarono Mussolini riportando il Duce sulla scena Politica e Bellica, causando altri fallimenti sui fronti e drammatiche divisioni interne. Il 6 Giugno del 1944 gli Alleati sbarcarono in Normandia ma vennero preceduti dagli Americani che entrarono a Roma due giorni prima causando il prolungamento della guerra di circa un anno, dal momento che i Tedeschi ebbero la possibilità di retrocedere e di prepararsi. Dopo lo Sbarco in Normandia non vi erano più dubbi comunque sul risultato finale della Guerra, il problema era solo quanto tempo ci sarebbe voluto per sciogliere e sconfiggere definitivamente il Patto Tripartito.
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Il complesso sviluppo diplomatico e militare della Guerra stimolò la produzione di una enorme varietà di Manifesti. Il messaggio principale delineava le Alleanze ma alla base vigeva l’impegno per il raggiungimento di uno scopo comune: La liberazione dei Paesi occupati dai Tedeschi. Per quanto riguarda la Germania invece la sua esigenza primaria era quella di sostenere il Potere Nazista da poco instaurato nelle varie popolazioni. Per riuscirci dovettero ricorrere al terrore e alla propaganda promuovendosi come “Razza Padrona”.
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I Manifesti Imperniati sull’ Odio A differenza dei Manifesti sulla sicurezza nazionale, che puntavano sul terrore quelli imperniati sull’odio puntavano sulla discriminazione delle varie etnie e dei vari orientamenti politici contrastanti il Nazismo. Questo genere di Manifesto mostra l’aspetto più esasperato della Propaganda Politica, in particolare quella tedesca, che inneggiava alla superiorità della Razza Ariana a sfavore e in maniera discriminante sopratutto la popolazione ebraica. Questa politica antisemita affonda le proprie radici nell’epilogo della Prima Guerra Mondiale, quando le fazioni nazionalistiche irritate e delusa dalla sconfitta subita, inventarono la leggenda della “Pugnalata alle Spalle” della Germania da parte di forze armate esterne (principalmente ebrei, massoni e comunisti). Il nascente partito nazista fece leva su questo sentimento facendone una base per la propria Propaganda Politica istituzionalizzandola attraverso la pubblicazione delle leggi di Norimberga.
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Approfondimento
“ Lo Zio Sam” Lo “Zio Sam” ovvero Uncle Sam , è la personificazione Nazionale degli Stati Uniti d’America. Le sue origini sono coperte da un velo di mistero e risalgono a quasi 200 anni fa; pare infatti che il nome sia stato ottenuto dalle lettere U.S., (che ovviamente stavano per United States) stampate sui barili di carne salata di un fornitore dell’esercito di New York realmente esistito, di nome Sam Wilson. Questo personaggio nato nel 1776 in Massachusetts era conosciuto dai suoi amici proprio con il nome di “Uncle Sam”. Molto probabilmente le iniziali furono fraintese e collegate scherzosamente con le iniziali di “Uncle Sam” invece di “United States”. Si dice inoltre che Sam Wilson avesse una corporatura alquanto “rotonda” e che per questo motivo, per il manifesto, venne ripreso l’aspetto di Abramo Lincoln ovvero il sedicesimo presidente
degli Stati Uniti appartenente al Partito Repubblicano e considerato dalla storiografia e dall’opinione pubblica uno dei più importanti e popolari presidenti americani. Solitamente lo “Zio Sam” viene rappresentato come un uomo anziano dallo sguardo serio, con i capelli bianchi e la barbetta, vestito con un abbigliamento che richiama gli elementi decorativi della bandiera statunitense. Nel 1917 James Montgomery Flagg ritrasse lo Zio Sam ispirandosi ad un analogo manifesto di tre anni addietro che rappresentava il generale Horatio Herbert Kitchener. Il manifesto di James Montgomery Flagg, venne poi utilizzato per reclutare i soldati americani sia nella prima che nella seconda Guerra Mondiale inserendo nella parte inferiore della riproduzione il seguente testo: “I Want You for U.S.Army”.
This poster represents a Propaganda Message. In the picture you can see an old man with white hair and a beard. He is wearing a cilinder hat and a blue jacket on a white shirt with a red bowtie, the clothes are the same colours of the american flag. His right hand is pointing at the observer as a personal call. This character is known as “Zio Sam”. It was used to invite young people to enlist for the world wars.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Zio_Sam
m. palazzo - m. bergese - sistema storia- editrice la scuola - brescia - 2004
Z.Zeman - I manifesti di guerra - Istituto Geografico De Agostini - Novara - 1978