Seta - Selena Scamparle

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Seta


I.S.I.S.S. “Carlo Anti” di Villafranca – Verona ESAME DI STATO – A.S. 2009/2010

Candidata: Selena Scamparle Classe: V BTG

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INDICE Introduzione

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Alessandro Baricco, Seta, 1996 Il romanzo

Francois Girard, Silk, 2007 Il film

Dalla fibra ai tessuti

L’ abito da sposa del ‘900

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p. 7

p. 12

p. 17

La mano della stoffa Lady Suien

Il senso primordiale

p. 27

Una decoratrice della seta

p. 31

Magazine “Sposabella”

p. 34

Bibliografia-Sitografia

p. 37

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INTRODUZIONE La scelta di sviluppare il tema Seta nasce dalla passione che mi accompagna da molto tempo, indirizzata verso il mondo degli abiti; vorrei intraprendere un lavoro che mi permettesse di essere in contatto con i tessuti, informandomi su tutto ciò che contiene quel mondo. La tesina è strutturata nel seguente modo: ogni argomento è preceduto da una pagina su cui è scritta una frase celebre che apre ai capitoli. Mi soffermo a indagare il romanzo di A. Baricco (1996), che s’intitola Seta, sottolineando un suo confronto con il film omonimo diretto da F. Girard (2007). Quindi, dopo aver analizzato i vari tessuti che privilegiano la fibra della seta, conduco un approfondimento relativo agli abiti da sposa nel ‘900, che sono riusciti a dare alla seta un ruolo fondamentale per la ricchezza e la magia che essa stimola. Soffermo la mia attenzione a constatare la mano della seta, cercando di capire le sensazioni che offre soprattutto al tatto e alla vista. Mi dedico anche a indagare il lavoro di Lady Suien, una decoratrice contemporanea della seta, la quale sa dare al materiale un senso artistico e poetico. La mia trattazione è correlata da fotografie.

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Era un filo d’ oro che correva diritto nella trama di un tappeto tessuto da un folle... (A. Baricco, Seta, p.58 )

ALESSANDRO

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ALESSANDRO BARICCO, Seta (1996) Alessandro Baricco nasce il 25 Gennaio 1958 a Torino, risulta l’ autore più conosciuto e apprezzato in Italia attualmente. Durante la sua vita prende la laurea in filosofia e il diploma in pianoforte, frequentando il conservatorio, successivamente lavora come copy writer in un azienda pubblicitaria, dedicandosi contemporaneamente all’ attività di critico musicale, pubblicando un saggio nel 1988 e testi sui rapporti tra musica e modernità nel 1992. Vince tre premi: il premio Campiello (1991), il Premio Viareggio (1993 ) e il Prix Médecis Étranger (1995). Collabora con trasmissioni radiofoniche ed esordisce in TV nel 1993 in un programma dedicato alla lirica; nel 1994 conduce una trasmissione riguardante la letteratura; nel frattempo la sua passione lo porta a mediare fra poesia, letteratura, musica a teatro, costruendo uno spettacolo anche per la televisione. Nel 1994 con un gruppo di amici fonda una scuola per la narrazione. Nel Febbraio 2002 firma la sceneggiatura dello spot pubblicitario per l’ azienda della Barilla, che festeggia i 125 anni di attività. Il 21 Settembre 2003 legge in pubblico l’Iliade di Omero, poeta greco classico, presso l’Accademia di Francia a Roma. Baricco è un autore eclettico, meraviglioso. Il suo romanzo più famoso è Oceano Mare (1996), nel quale compare un attualizzazione del quadro romantico di T. Gericauet, La zattera della medusa (1819). Tuttavia, per la mia trattazione che si concentra sul tema Seta, il racconto che mi coinvolge di più è quello di Baricco con il medesimo titolo.

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IL ROMANZO Era il 1861 il protagonista Hervè Joncour aveva trentadue anni, viveva nella città di Lavilledieu, era sposato con Heléne e non aveva figli. hi da seta. I bachi li comprava quando erano ancora uova, li allevava fino a ricavarne un patrimonio immenso: la seta. Le uova le acquistava in Siria ed Egitto per evitare le epidemia che affliggevano gli allevamenti europei; ogni anno ai primi di gennaio partiva, sceglieva le uova, trattava il prezzo e le comperava; dal viaggio tornava la prima domenica di Aprile. Negli anni ‘60 un’ epidemia rese inservibili le uova, poiché si espanse nei paesi dove venivano acquistate; nel 1861 Hervè, quando tornò dal viaggio con il carico, scoprì che le uova che aveva comprato era infette. Baldabiou, che credeva in questo lavoro, vent’ anni prima per mostrare che l’ impiego fruttava denaro, si recò dal sindaco con un pezzo di seta e una notevole quantità di banconote e lo convinse che in pochi anni il suo paese sarebbe diventato ricco. Dopo 7 anni dall’incontro, Lavilledieu possedeva sette filande e diventò il centro europeo di bachicoltura e filatura di seta. Prima di ogni viaggio tutti i bachicoltori si trovavano per raccogliere i soldi necessari per la spedizione che Hervè faceva. Durante i viaggi che svolgeva, ebbe modo di incontrare Hara Kei, un uomo ricco e potente capo di un villaggio da cui acquistava i bachi da seta; durante i loro incontri in cui parlavano dello scambio di uova per fabbricarne seta, Hervè notò una ragazza con i lineamenti orientali sempre al fianco di Hara Kei. Ebbe modo di vederla ogni anno che si recava in Giappone, ad ogni loro scambio di sguardi Hervè sentiva nascere dentro di sé un sentimento sempre più forte, tanto che le sue spedizioni non avevano solo l’obiettivo di comprare bachi da seta ma anche di rivedere la ragazza. Tornato dal viaggio, si ricordò del biglietto con

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ideogrammi cinesi che la ragazza gli avevo dato in mano, non sapendo tradurre ciò che c’ era scritto decise, di andare a Parigi da una signora che conosceva la scrittura, la quale gli disse che la ragazza lo ammoniva di tornare altrimenti sarebbe morta. Partì. Arrivato alla dimora di Hara Kei, incontrò la ragazza, lui le porse il biglietto che lei le aveva scritto e la giovane sorrise, ma proprio in quel momento fu costretta a nasconderlo per l’ arrivo di Hara Kei. Quella sera Hervè fu invitato dall’uomo ad una cena; al ritorno nella casa dove abitava quando si recava in Giappone trovò lei, e con lei rimase tutta la notte. Dopo sei giorni partì per tornare in Francia con il carico di bachi che consegnò, non appena arrivato a Lavilledieu, ai bachicoltori. Il 10 Ottobre 1864 partì per il suo ultimo viaggio, ma arrivato trovò davanti a sé il disastro causato dalla guerra, rimase a guardare fino a quando ad un tratto un ragazzino gli disse di seguirlo. Fecero un viaggio di cinque giorni; il quinto giorno arrivarono su un colle da cui Hervé vide un corteo di persone, e riconobbe Hara Kei; lo raggiunse ma lui gli ordinò di andarsene e di non tornare più. Ritornò il 15 Maggio del 1865 con un carico di larve morte. Sei mesi dopo ricevette una lettera scritta con ideogrammi: si recò ancora a Parigi per farla tradurre. Gli anni che seguirono, dopo aver ricevuto la lettera, li trascorse come un uomo senza più necessità e pensando alla ragazza. Il 16 Giugno 1871 Hervè partì per Sant’Agnese, in cui vendette tutte le filande che Baldabiou gli aveva ceduto, poiché non ne voleva più sapere di bachi da seta. Nel 1874 Heléne si ammalò e morì, dopo qualche giorno, Hervè andò da Madame Blanche, che gli confessò che quella lettera che aveva ricevuto era stata scritta dalla moglie, la quale avrebbe desiderato essere come la donna che Hervè aveva incontrato durante i suoi viaggi. Il ragazzo visse ancora ventitré anni nelle sue abitudini che lo aiutavano a combattere l’infelicità.

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Il libro di Baricco è dedicato principalmente alla descrizione del viaggio condotto dal protagonista Hervé Joncour. Il viaggio è la metafora della vita: evidenzia l’idea di un progetto di vita, lo sforzo per realizzarlo, le difficoltà e le gioie che esso può produrre. Nello stesso tempo, mette in luce l’ idea dell’amore con le sue contraddizioni. Da un parte, è evidente l’immagine di un matrimonio consueto, la relazione pacata fra Hervé ed Heléne, dall’ altra il sogno di una relazione passionale e fiabesca, il rapporto fra Hervé e la giapponese.Ne emerge, comunque, la figura di un sentimento profondo, quello provato da Heléne, disposta a farsi da parte pur di osservare la felicità del matrimonio. Nell’insieme tutti i personaggi ne escono sconfitti, come se la visione della vita di Baricco fosse negativa, difficile: alle gioie degli attimi seguono i lunghi periodi della sofferenza e solitudine. Se ne ricava l’ immagine di un’ umanità fragile.

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FRANCOIS GIRARD, Silk (2007) Francois Girard, nato in Canada nel 1963, si formatosi nel circuito della video arte. Nel 1984, fonda Zone Productions, una casa di produzione dedicata alle sperimentazioni in video e cinematografiche. La sua prima opera, HYPERLINK “http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=25788” \o “Trentadue piccoli film su Glenn Gould” Trentadue piccoli film su Glenn Gould (1993), tra documentario e film biografico, ottiene un buon successo di pubblico e numerosi riconoscimenti internazionali. Acclamato autore di videoclip e di spot, cerca invano di ripetere la felice miscela del suo primo film con HYPERLINK “http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=27697” \o “Il violino rosso” Il violino rosso (1998), ricostruzione delle vicissitudini di un prezioso violino attraverso i secoli e i continenti. Nel 2007, Girard gira il film Seta, tratto dal romanzo di A. Baricco (1996). Si tratta di un film in film in costume, i cui interpreti principali sono con HYPERLINK “http://www.mymovies.it/biografia/?a=55248” Michael Pitt e HYPERLINK “http://www. mymovies.it/biografia/?a=54876” Keira Knightley.

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IL FILM Il film di Girard (2007) riprende il libro di Baricco nei passi essenziali, puntando però più sulle storie d’ amore che si intrecciano nella trama, invece di sottolineare le tappe di un viaggio nella vita, che è l’obiettivo narrativo principale dello scrittore Baricco. Il film risulta realizzato per un target più popolare rispetto al romanzo. Francois Girard si dedica con grande attenzione alle immagini, alla ricostruzione della storia e alla musica, tralasciando l’approfondimento dei rapporti tra i personaggi. Questi risultano separati dai colori, dalle sensazioni che scaturiscono dalla trasposizione cinematografica, dagli ambienti ripresi e dalle colonne sonore che collegano l’ Oriente e l’Occidente dove si sviluppa la storia. Vengono rappresentati spazi sontuosi come quelli che si immaginano in Egitto, in Francia, in Giappone; la narrazione viene appunto spostata su particolari ambientali e abitudini di etnie diverse con cui il protagonista si trova a confrontarsi. Tali scelte influiscono negativamente sulla figura dei personaggi. Il cast è formato da nomi di tutto rispetto, l’attore principale, Michael Pitt, ha deluso la critica per un’interpretazione rigida, fuori parte, assente e lontana dall’intensità che il protagonista del libro di Baricco meritava. Francois Girard ha colto soltanto l’aspetto più banale della storia: l’erotismo tra Jouncour e la donna giapponese, un erotismo senza parole, sostenuto da una comunicazione non verbale, ma che aveva il senso di una relazione d’amore solamente se visto anche nel dolore che l’amore stesso può provocare.

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Leggera e briosa come una nuvola, unica, indimenticabile e bellissima questa è la sposa

Etienne Brunel (stilista francese che ha creato un nuovo concetto per il matrimonio: l’abito fatto in nontessuto ed in carta)

ETIENNE

BRUNEL

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La creazione di questo sandalo in pelle è stata realizzata su una montatura a tacco dodici, sulla suola è stato posto un PLATO’ , che abbraccia la caviglia un cinturino con fibia intarsiata con strass per evidenziare raffinatezzza e eleganza motivano l’ originalità della mascherina unica nel suo genere, con applicazioni di foglioline in organza.

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DALLA FIBRA AI TESSUTI La seta è una fibra di origine animale con la quale si possono produrre tessuti pregiati; si ottiene dai bozzoli dei bachi da seta. In Cina le vesti di seta erano riservate agli imperatori, facevano parte del guardaroba delle classi sociali più ricche diventando un bene di lusso per le sue qualità, leggerezza e bellezza. Dalla seta si possono ricavare:

Velluto.

La sua origine è occidentale; in Italia la sua diffusione avveniva presso la classi più agiate, era prodotto a Genova, Venezia... E’ un tessuto che presenta sulla fronte un fitto pelo; il retro è un po’ ruvido, si realizzava sul telaio con fili sottili.

Raso.

E’ un tessuto morbido e lucido. La sua storia è legata alla seta. Da sempre viene utilizzato per l’ arredamento e l’abbigliamento. Da questo tessuto se ne possono ricavare altri, come il lampasso : che ha sfondo in raso con disegni, realizzato in seta e arricchito con fili di oro e argento ed utilizzato per l’arredamento; il damasco invece è un tessuto di un unico colore con disegni stilizzati che creano l’effetto lucido-opaco, questo effetto è realizzato mediante l’ unione della lucentezza della parte in raso con l’ opacità della parte dove il raso è rovescio.

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Taffettà.

E’ considerato uno dei più bei tessuti ricavati dalla seta; si presenta con una struttura quasi rigida, lucido, luminoso, leggero e brillante. Viene utilizzato per confezionare abiti eleganti, scarpe e per l’ arredamento.

Chiffon.

E’ una stoffa leggera , soffice ma resistente, trasparente. Deriva dal francese chiffe,straccio. E’ un tessuto elegante, impiegato in abiti da sera per la sua delicatezza; è utilizzato per gonne, camicie, lingerie, foulard, nastri e parti raffinate dell’ abbigliamento. Si può trovare in cotone, seta e materiale sintetico.

Organza.

E’ un tessuto trasparente e sottile. Le organze pregiate sono tessute in seta e prodotte in Francia e Italia, se ne evidenziano varie tipologie: stropicciata, liscia e cangiante. Richiede una particolare abilità nel produrla per ottenere un buon effetto; per questo era diffusa di più in passato.

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L’ ABITO DA SPOSA NEL ‘900 Ancora all’inizio del ‘900 il vestito femminile in generale si mostra con una silhouette a “esse”: il seno portato alto, il vitino da vespa e il posteriore gonfiato; gli abiti da sposa seguono le stesse tipologie: creati con tessuti di seta, damascati, rasi operati, guimpes (pettorina che sale ed avvolge il collo), increspati di pizzo o ricamati. Dalle spalle parte un volano che copre il busto, le gonne si sciolgono in pieghe più o meno sottili e raccolte con festoni e drappeggi ed il velo scende da coroncine appoggiate su acconciature voluminose, morbide e ondulate. Il primo cambiamento si può intravedere quando, i couturier iniziano a realizzare abiti con il punto vita più alto, il ventre libero da qualsiasi costrizione e sotto le stoffe morbide lasciano emergere le linee dei fianchi. Nel 1910 Poiret inventa la linea a “entrave” dal francese “strozzatura“, caratterizzata da linee diritte che bloccano l’ondulazione con nastri “entrave“ all’altezza delle ginocchia e delle caviglie. I tessuti sono morbidi come il raso, impreziositi con merletti in pizzo che compaiono al collo, volant sulle maniche, sulle spalle e sull’orlo della gonna; lo strascico è moderato e appuntito; il velo di merletto è posato molto avanti sul capo in modo da ondeggiare attorno al viso. Con lo scoppio della prima guerra mondiale la moda si ferma e sui giornali si evita di parlare di nozze. Nel 1918 gli abiti si presentano più corti, la cintura è all’altezza naturale, le gonne vengono arricciate; il velo più corto appare voluminoso e rigonfio. Non solo il vestito in quegli anni si rivoluziona, ma anche le acconciature cambiano: è introdotto il velo a cuffia. Sono consigliati alle giovani anche un tailleur di gabardine blu scuro con collo e polsi di pelliccia e velluto, accessori come le scarpe di raso. L’abito presenta una linea morbida.

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ANNI VENTI

Negli anni ‘20 l’ abito nuziale si presenta con la gonna accorciata, la cintura scesa sui fianchi, il collo fasciato fino sotto il mento; le maniche si fermavano al dorso della mano. Per far emergere le caratteristiche dell’abito e le sue sfarzosità, gli accompagnatori della sposa devono intonarsi al vestito, senza soverchiare la bellezza della sposa stessa. Anche l’ Art Déco influenza il mondo del matrimonio, facendo indossare alle giovani donne abiti decisamente corti, a vita bassa, i capelli adottano tagli maschili, a caschetto e non più voluminosi. Nel 1925 le gonne sono riportate a una misura corta e non più cortissima. Il vestito è sottile e fragile in satin; le maniche sono strette, aperte sulle mani, il velo di tulle o merletto è abbondantemente lungo tanto da formare lo strascico e sdrammatizzare lo choc dell’ abito corto. L’ abito è abbinato al viso della ragazza: se la giovane è “fresca” e di spirito, si sposa in inverno, poiché sopra l’abito di velluto bianco posa un mantello di velluto chiffon. Gli accessori che indossa la sposa sono formati da velluto di seta, satin, taffettà bianco e tulle; gli accessori di obbligo che la sposa indossa sono: il grande fazzoletto di merletto, le scarpe di crêpe satin con profili di pelle d’ argento, la borsa con la cerniera di perle e il cinturino con fibbia di strass. In quegli anni qualsiasi minimo errore nella creazione dell’abito per un matrimonio eccellente rovina la fama della sposa.

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ANNI TRENTA Negli anni ‘30 l’abito nuziale si presenta in seta stampata o in tinta unita, non bianco; segue lo stile del tailleur da sera, oppure sono frequenti nelle cerimonie vestiti di organza, crêpe setosi, di rasi, di moire e di taffettà nelle sfumature del bianco ed acconciature da cui partono chilometri di velo.

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ANNI QUARANTA Negli anni ‘40 il cerimoniale della festa di matrimonio cambia per l’arrivo della guerra. L’ abito da sposa viene creato in seta con incrostazioni di pizzo; di pizzo è anche la cuffietta che regge il velo in tulle. A causa della guerra la sposa impara a creare da sé gli abiti, poiché le riviste non dedicano più spazio ai consigli per matrimoni sfarzosi; gli abiti si rifanno ailineamenti degli anni trenta: il corpetto è attillato con la gonna vaporosa, oppure sono meno utilizzati gli abiti in jersey, pieghettato e drappeggiato, aderente alla figura, con ricami a disegni geometrici in perle. Il velo corto parte da un diadema. La sposa di fine anni quaranta appare giovanile, poco appariscente più romantica che sofisticata; l’ispirazione viene dall’ eleganza di sera. Si utilizzano tessuti inediti: mussola di lino (tessuto leggero a trama larga), marquisette (tessuto di cotone, fine, quasi trasparente e leggero), sangallo (tessuto in pizzo, in cotone, lino per gonnelline estive e camicie da notte retrò), popeline (tessuto compatto e resistente se pur finissimo e leggero, prodotto con filati di cotone, seta e fibre artificiali spesso mischiate) e organdis (tessuto simile al velo, fabbricato in origine con filati di seta, oggi realizzato anche con filati di cotone, fibre sintetiche...) .

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ANNI CINQUANTA

Negli anni ‘50 si diffonde la tradizione di un nuovo tipo di ricevimento nuziale, in cui la sposa mostra la sua bellezza sfoggiando un abito corto con un grande cappello in sostituzione del velo. La critica però sostiene che il vero abito che la sposa deve indossare debba essere l’ abito lungo: il vestito corto può essere indossato soltanto al secondo o terzo matrimonio. Le spose che sfilano in chiesa si presentano con vestiti caratterizzati da tessuti con volant in pizzo e taffettà. Tutti gli ornamenti che abbelliscono il vestito nelle cerimonie tendono ad appannare la bellezza dello sposo.

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ANNI SESSANTA

Negli anni ‘60 l’ abito da sposa è semplificato e stilizzato. La figura geometrica a cui gli ideatori si ispirano è il triangolo rettangolo, in cui l’ipotenusa è rappresentata dal velo e dalla coda. Lo strascico è ricavato da un estensione della sottana oppure parte dalle spalle. La scollatura diventa a barchetta aperta sulle spalle, il segno della vita scompare, l’ aspetto frontale dell’ abito è quasi totalmente piatto, il taglio alto sotto il seno è sottolineato da ricami di madreperla. I veli cadono dalle pettinature cotonate, il velo è di garza, un tessuto trasparente come l’organza in crinolina bianca, spesso incrostato di ricami e cosparso di fiorellini colorati. Se le spose si sposano d’ inverno, indossano ampi mantelli in velluto bianco ornati di ermellini e volpi bianche.

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ANNI SETTANTA Negli anni ’70 è vietata l’eleganza e s’inneggia alla contro-moda. Si festeggia quindi con un paio di jeans e ci si sposa con un abito colorato, cappotto maxi sulla mini. Gli sposi cercano un aspetto informale, una gonna-pantalone e un pantalone di flanella bianca, due pullover oversize di lana naturale, un ombrello bianco, un bouquet di camelie e due paia di stivali di gomma bianca. In estate la sposa veste di tela bianca di cotone, con un manto a spighetta e uno chignon raccolto da un nastro a pallini. Nelle varie sfumature e cambiamenti, il decennio non è ancora terminato che si inizia a parlare di riflusso, revival, restaurazione. Ritorna la mondanità l’esibizione del successo, l’ostentazione.

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ANNI OTTANTA Gli anni ‘80 sono importanti principalmente perché rappresentano una vetrina di libertà, per quanto riguarda la scelta dell’ abito da sposa. Infatti, il tessuto è sempre prezioso e la seta continua a essere la fibra prediletta, ma le fogge e i colori sono a scelta della sposa. Si possono osservare nei reportage giornalistici, casi di donne anche formose, con vestiti rossi e neri, corti e lunghi voluminosi o essenziali. Tale esperienza continua fino ai giorni nostri.

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Il bouquet è stato realizzato con rose in seta, foglie sintetiche e confetti per renderlo semplice, elegante e raffinato per un giorno speciale, l` oroginalita` di questo bouquet va a sostituire la classica ciotolina di confetti che viene disposta sui tavoli dei ristoranti.

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Il tatto è la capacità di descrivere gli altri come loro stessi si vedono. Abraham Lincoln (sedicesimo presidente degli Stati Uniti, ha guidato il suo paese attraverso l’esperienza più devastante della sua storia nazionale - la guerra civile. E ‘considerato da molti storici di essere stato il più grande Presidente americano.)

ABRAHAM

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Torta nuziale a due piani, formata daa due cubi,uno grande e l’ altro piĂš piccolo posato sopra, la gurnizione esterna è formata da una fascia di cioccolato che ne evidenzia la base e una copertura di crema glassata bianca. Molto semplice come torta, ma quello che la denota sono le tre rose rosse posate sopra la torta con una caduta di petali alla base.

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LA MANO DELLA STOFFA Il tatto risulta essere il primo tra i nostri sensi per quanto concerne la preferenza accordata al tessuto. Biologicamente è il primo senso ad essersi evoluto, ed è l’ultimo a scomparire nella fase di invecchiamento e morte. Allegoricamente il toccare della madre il neonato introduce una forma di sicurezza che, trasmessa da piccolo, viene interiorizzata e mantenuta per tutta la vita. Il tatto è ritenuto un senso attivo, poiché per conoscere attraverso questo senso dobbiamo manipolare è esplorare le superfici. Infatti,ciòpermettedirendereiltattounsensoa“duevie”o“relazionale”,perchéattraversolamanipolazionedeglioggettisicreauna risposta; ad esempio, se stringiamo un oggetto morbido siamo in grado di deformarlo, attraverso il tatto abbiamo la possibilità di sentire e percepire le caratteristiche di quello che tocchiamo e di conseguenza si creano delle sensazioni più o meno piacevoli. Alcuni studi hanno rilevato come i consumatori desiderino toccare il prodotto prima di comperarlo per avere un rapporto diretto; infatti le nostre scelte nel marketing rispetto a quello che comperiamo sono determinate dai nostri sensi. La comunicazione sensoriale e tattile è importante: i comunicatori nel presentare il prodotto, fanno percepire alle persone sensazioni emotive. Con la parola “mano” del tessuto si intende, nel vocabolario di settore, la qualità della percezione che l’ individuo avverte quando torna una certa stoffa. Nel caso della seta la sensazione che emerge è un senso di delicatezza per proprietà liscia che ha il tessuto, la leggerezza, l’ eleganza che se il tessuto è impiegato nella creazione di un abito, morbidezza.

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Ogni dipinto è un’ emozione unica, l’ accurata materializzazione su pregiate sete o camoscio, di un’essenza intima, naturale e inarrestabile, maturata dal di dentro, raccolta e quasi segreta con tecniche ad alto livello quali il Tachisme o inserzioni...per fare dell’ arte un mezzo per avvicinarsi ad un coerente dialogo con l’ umanità. Lady Suien (Una decoratrice della seta, nella quale si combinano la sobrietà della tavolozza e un raro e alto livello artistico)

LADY

SUIEN

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LADY SUIEN Severi Maria Angela è nata a Cesena, città nella quale vive attualmente e svolge la sua attività artistica di pittura. Fin da bambina ha intrapreso dipinge su stoffe, quali: seta, pelle e altro materiale. Soddisfa le richieste dei collezionisti più raffinati. Ha allestito molte mostre in Italia, riscuotendo notevole successo. Collabora con aziende per la realizzazione di bigiotteria. La tecnica che predilige è di origine francese: il Tachisme. Si tratta bagnare la seta, tenderla e pennellarla con motivi vari. E’un’artista che si caratterizza per la sobrietà della tavolozza e per un raro senso della decorazione ad alto livello. Dalle sue opere emergono le personali sensazioni ed emozioni. Riesce per mezzo dell’ arte a dialogare con l’umanità.

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OPERE PITTRICE LADY SUIEN PAVONE BIANCO Dipinto su seta cm 18x24

GHIANDAIA MARINA Dipinto su seta cm 24X18

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CIGNO IN VOLO Dipinto su seta cm 18x24

CIGNI TROMBETTIERI Dipinto su seta cm 7X9

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DESCRIZIONE OPERE

I pezzi sopra riportati riprendono uccelli simili a pavoni, oche e piccoli rapaci. La grafia risulta accademica: i tratti che identificano gli uccelli sono chiaramente leggibili e riconoscibili, di un realismo per così dire idealizzato (gli uccelli sono identificabili, ma ripresi nei momenti ritenuti fra i più belli della psiche umana: il volo); tuttavia segni informali, apparentemente casuali, sottolineano il loro movimento delle ali. Gli uccelli spiccano il volo: conoscendo la filosofia di vita dell’autrice, si evince che si tratti di un atteggiamento positivo, spiccare il volo… andare, muoversi verso orizzonti ampi, verso il futuro, se il movimento è orientato verso destra rispetto allo spettatore; oppure, andare, muoversi verso il ricordo e la memoria del passato, se il movimento è orientato verso sinistra sempre rispetto allo spettatore. I colori sono pochi: domina il blu e/o viola del cielo verso la sera estiva. E’ un colore importante che si lega allo spirituale, cioè alla dimensione interiore secondo lo studio di Ora PremaShanti, che si chiama “Raggio Blu”: il raggio blu dell’Arcangelo Michele, raggio blu dell’oceano e del cielo, raggio della stella Sirio, ponte tra il visibile e il non visibile, connessione tra i mondi, collegamento tra la Terra e il Cielo, tra il Cuore e l’Anima, Luce nel buio che mostra la via, raggio della fede e della protezione, raggio blu dell’Acqua della nascita consapevole. La cornice ovale racchiude l’immagine perfetta di una dimensione cosmica: l’inizio e la fine che ricominciano nel ciclo della vita spirituale e animale. A mio avviso, sono opere ricche di sentimento: il pavone nella mistica medioevale confermava la presenza dagli occhi di Dio, specialmente con la coda a “ruota”, così come si vede nell’immagine sopra.

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DESCRIZIONE RIVISTA “Sposabella“ “Sposabella” is a quartely italian magazine. In every issue there are interesting features, interviewers, descriptions, and reviews about location, stylists, wedding dresses and some services for the couples. “Sposabella” is aimed at a refine woman in search of innovative ideas to better organize a romantic, traditional, classic or trendy ceremony. The image is the cover of an issue “Sposabella”. On the foreground there is a bride. The image prevailing on the composition of the page of the magazine. The headline of the magazine is partially covered by the image of the bride and the font has serif. On the left under the headline there is the subtitle in italic type: “A GLAMOUR”. The title of the main features are aligned to the left. At the bottom of the cover the special content of this issue is printed in a bigger font. The colours of the cover are soft and the colours of the headline and the subtitle are the same. The blonde model in the picture is looking towards the readers but she is moving to the left and she is wearing a wedding dress. The ivory dress is made by a waistcoat and a full skirt. The full skirt has a voille train. The composition of the elements of the cover is clear and simple and yet is shows a dreamy romantic effect.

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Il book 38


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