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IS CARLO ANTI
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Villafranca di Verona
Candidato: Scapini Simone Classe: 5BTG Esame di stato A.S: 2012/2013
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Introduzione
L FUTURISMO NASCE IN ITALIA AI PRIMI DEL NOVECENTO E SI DIFFUSE RAPIDAMENTE IN TUTTA EUROPA. QUESTO È STATO UN MOVIMENTO ARTISTICO E CULTURALE DEL XX SECOLO. I FUTURISTI ESPLORARONO OGNI FORMA DI ESPRESSIONE, DALLA PITTURA ALLA SCULTURA, ALLA LETTERATURA, LA MUSICA, L’ARCHITETTURA, LA DANZA, LA FOTOGRAFIA, IL CINEMA E PERSINO LA GASTRONOMIA, INFATTI VI È UN MANIFESTO PER OGNI FORMA D’ARTE. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti dopo la pubblicazione del manifesto futurista del 1909 su le figaro. L'Europa stava attraversando un pe-
riodo di grande fermento sotto tutti i punti di vista: la vita stessa degli uomini aveva subito profonde trasformazioni e cambiamenti erano in atto su tutti i fronti. Si pensi alle guerre, alle catene di montaggio, alle prime automobili, alle nuove invenzioni tecnologiche e di comunicazione. Si iniziava a respirare aria di futuro e modernità, e il concetto di velocità diventò uno dei punti cardine del nuovo movimento, tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, “avvicinando” fra loro i continenti; si voleva arrivare ad un’arte totale. Il XX secolo era quindi invaso da un nuovo vento, che portava all’interno dell’essere umano una nuova realtà: LA VELOCITÀ.
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L'auto re
ilippo Tommaso Marinetti era un teorico, fondatore e principale animatore del futurismo italiano; nacqua ad Alessandria d’Egitto nel 1876, città cosmopolita e attrattiva dal punto di vista culturale. Visse per molti anni a Parigi dove era in contatto con gli ambienti e i rappresentanti dell’avanguardia francese postsimbolista, tra cui maturò la poetica del nuovo movimento. La sua famiglia era benestante e quindi egli poteva soddisfare tutti i suoi capricci, poteva addirittura fare a meno di lavorare, grazie a questi fattori nasce il suo pensiero futurista. Tornò in Italia agli inizi del 1900 e nel
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1909 pubblicò su le figaro il manifesto del futurismo: proponeva una opposizione drastica al passato e un totale rinnovamento della vita e dell’arte. Tra i suoi ideali c’era un’adesione alla guerra come “sola igiene del mondo”, infatti Marinetti partecipò alla guerra in Libia come corrispondente dal fronte di giornali francesi e sostenne l’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale. Finita la guerra aderì al fascismo per poi distaccarsi nel 1920 dopo il congresso di Milano, verso il 1923-1924 rientrò nel partito e venne nominato accademico d’Italia. Dopo la sua morte nel 1944 si concluse anche il futurismo.
Lo stile della letteratura
Nel Manifesto tecnico della letteratura futurista del 1912 si teorizzava la più assoluta libertà del poeta da tutti gli schemi e da tutte le regole. L’energia e la volontà dell’uomo futurista si manifestano anche a livello espressivo. Lo stile appare infatti unico e nettamente scandito, come se fosse una proclamazione politica o di guerra, e l’energia che alimenta lo scrittore traspare dall’abbondante uso di futuri e imperativi. L’abolizione del periodo attraverso l’eliminazione dei nessi sintattici, dei segni di punteggiatura. degli aggettivi qualificativi e degli avverbi. Il ricorso invece ai segni della matematica e della musica, all’uso del verbo all’infinito per dare il senso della continuità della vita. Tutto questo per consentire al poeta di esprimere “affannosamente” le sue sensazio-
ni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente. Il poeta poi dovrà allacciare cose tra loro lontane, senza fili conduttori, bensì per mezzo di parole essenziali in libertà, farà un audace e continuo uso dell’onomatopea, adotterà un’ortografia “libera espressiva” riplasmando le parole che taglierà, allungherà, rafforzerà al centro aumentando o diminuendo il numero delle vocali e delle consonanti. Il risultato è un testo senza ordine né coerenza, quasi assurdo, dove alla parola e ai suoi rapporti si sostituiscono termini che non significano nulla o che si propongono solo di ricreare dei rumori, suoni e vaghe sensazioni. La novità di questa avanguardia attrasse in un primo momento giovani di talento destinati ad imporsi poi per altre vie.
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Uno schieramento fallito 10
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l futurismo oltre a dedicarsi a tutti i campi dell’arte, decise anche di schierarsi in politica affianco al fascismo con un partito chiamato fasci politici futuristi. Si dice che il fascismo è nato grazie al futurismo nato nel 1909, Mussolini prima di fondare il partito era giornalista e seguiva Marinetti ovunque, quindi si sarebbe ispirato alla sua ideologia e in seguito avrebbe formato il partito fascista. Nel 1919, anno della nascita del fascismo, Marinetti partecipò sotto invito di Mussolino alla stesura del programma di San Sepolcro a Milano. In seguito, quando il partito fascista cominciò a salire al potere, Marinetti si trovo in contrapposizione con la politica del partito fascista. Queste contrapposizioni riguardavano le ideologie del manifesto futurista che erano nettamente in contrasto con le ideologie del fascismo.
Subito il fascismo sembrava essere una rivoluzione piena di speranze e innovazioni, ma poi si rivelò un ritorno alle origini tradizionaliste, aveva un’ossessiva ricorrenza alle date salienti dell’impero romano e puntavano al neoclassicismo che in seguito andò a caratterizzare le più grandi città italiane, tutti fattori che non hanno fatto altro che ostacolare l’arte futurista e le loro concezioni. Anche il rapporto con la chiesa era diverso, Mussolini firmò i patti Lateranensi con il Vaticano per avere una collaborazione invece Marinetti dichiarò che avrebbe preso il papa e buttato direttamente fuori dall’Italia senza scrupolo. Quindi tutte queste contrapposizioni di pensiero obbligarono Marinetti nel 1920 ad allontanarsi dal futurismo e tornare ad operare solo sul campo delle avanguardie artistiche.
La nascita del partito
Il fascismo nacque anche grazie alla situazione che si presentava in Italia dopo la fine della prima guerra mondiale, il paese era piombato in una grave crisi economica, distrutto dalla guerra e sommerso dai debiti, inoltre molti operai rimasero senza lavoro. Tutto questo portò a scioperi e a manifestazioni di protesta, in questo periodo di incertezza si fece avanti Benito Mussolini che formò a Milano un’associazione chiamata Fasci di combattimento. In poco tempo vi aderirono numerose persone, convinte che solo l’ordine, l’autorità e la forza avrebbero potuto porre rimedio alle difficoltà del momento, ma questo movimento diventava sempre più violento nei confronti di operai, socialisti e sindacalisti, che venivano picchiati e in certi casi ammazzati dalle violenze subite. Ma nonostante questo il partito diventava sempre più grande e, nel 1921, Mussolini decise di trasformare il movimento in un partito politico: nasceva così il
Partito nazionale fascista. Successivamente Mussolini decise nell’ottobre del 1922 di fare la marcia su Roma e prendere in mano direttamente il potere, il re Vittorio Emanuele non fece intervenire l’esercito e diete l’incarico a Mussolini di formare il nuovo governo; in soli tre anni il fascismo era arrivato al potere. Una volta al governo, Mussolini tolse di mezzo i suoi oppositori e instaurò la dittatura fascista. Alle elezioni del 1924, illegali perché si svolsero in un clima di minacce, il fascismo ottenne la maggioranza dei voti. Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva denunciato in Parlamento le violenze e gli abusi dei fascisti, fu rapito e ucciso. L’uccisione di Matteotti suscitò un forte sdegno in Italia e all’estero, ma gli avversari del fascismo non riuscirono a far dimettere Mussolini. Anzi, Mussolini, che ben presto si fece chiamare Duce (dal latino dux, cioè “capo, guida”), rafforzò il suo potere.
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Una nuova Italia 12
Appena salito al potere dichiarò che ogni altro partito e associazione erano illegali, ed eliminò ogni forma di libertà (di stampa, di espressione, di associazione). Gli oppositori del fascismo furono imprigionati o mandati al confino in luoghi sperduti. Ogni voce di dissenso fu fatta tacere. Nelle scuole divenne obbligatorio l’insegnamento delle nozioni della cultura fascista e tutti i giovani furono organizzati in associazioni di stampo militare: i Figli della Lupa radunavano i bambini dai 6 agli 8 anni, mentre i ragazzini dagli 8 ai 14 anni si dividevano tra le Piccole Italiane e i Balilla. Queste associazioni, che furono poi raggruppate nella Gioventù italiana del Littorio (GIL), impartivano ai giovani un addestramento di tipo militare, che prevedeva molti eser-
cizi fisici. Tutte le feste pubbliche, le parate ufficiali, le gare sportive, le mostre e i raduni diventarono l’occasione per esaltare e festeggiare il fascismo. Mussolini promosse poi una forte propaganda attraverso la radio e i giornali. I suoi slogan, come “credere, obbedire, combattere” o “meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”, venivano ripetuti all’infinito. Per poter controllare i lavoratori, il Duce organizzò non solo il loro tempo lavorativo, ma anche quello libero: creò circoli ricreativi come le Case del Fascio, e istituì le colonie estive per i bambini più poveri. Nel 1929 Mussolini e papa Pio XI firmarono i Patti Lateranensi. Così il governo riconosceva il cattolicesimo come religione di stato.
Crisi del regine
Per cercare di rimettere in sesto l’economia italiana, Mussolini mise dei limiti alle merci che si potevano importare dall’estero, favorendo la produzione interna. Promosse l’agricoltura e avviò la bonifica di zone paludose, come l’Agro Pontino. Fece costruire nuove linee ferroviarie. Abolì il diritto di sciopero per i lavoratori e impose la giornata lavorativa di 9 ore. Ma, nonostante il diretto intervento dello stato, la disoccupazione rimase molto alta e l’Italia restò un paese arretrato rispetto alle altre potenze europee. Nel 1936, spinto dal desiderio di fare dell’Italia una potenza coloniale, Mussolini decise di conquistare l’Etiopia ma questa mossa non fu gradita dalla so-
cietà delle nazioni che prese dei provvedimenti nei confronti dell’Italia. Nello stesso anno strinse un patto di alleanza con Adolf Hitler: l’Asse Roma-Berlino. Per avvicinarsi alla politica dei nazisti tedeschi, nel 1938 vennero emanate in Italia le leggi razziali contro gli ebrei, proibendo loro ogni attività pubblica, come l’insegnamento, anche se in Italia non c’era questo ideale razzista. A pochi fu concesso di emigrare, e gran parte finì nei campi di concentramento. Le leggi contro gli ebrei, dunque, indebolirono il consenso degli italiani verso il fascismo e prepararono la crisi del regime.
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Biografia autore
no dei più grandi artisti futuristi è Umberto Boccioni, nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, nel 1897 si sposta a Catania, dove consegue il Diploma in un Istituto Tecnico, sempre a Catania inizia una collaborazione con alcuni giornali locali. Nel 1901 si trasferisce a Roma e comincia a frequentare lo studio di un cartellonista. Risale a questo periodo il suo incontro con Severini e Balla, qui incontra anche il divisionismo. In seguito si stabilisce a Padova e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Il suo stile è ancora legato alle vecchie tradizioni provinciali, per questo, sceglie come meta Milano, unica città dinamica, qui a modo di incontrare la realtà industriale, ritrova la pittura divisionista e l’espressionismo tedesco. Dopo la pubblicazione su le Figaro del primo manifesto futurista ad opera di Marinetti, Boccioni si avvicina al movimento avanguardista e nel 1910 scrive, con Carrà e Russolo, il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista, firmati anche da Severini e Balla. Boccioni diventa il massimo e più rappresentativo espo-
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nente del movimento. Nel frattempo partecipa attivamente a tutte le iniziative, dalle lotte delle serate futuriste organizzate nei teatri delle province italiane, alle mostre, da lui stesso allestite, nelle varie capitali europee, Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles. Intanto scrive il manifesto della scultura futurista. Boccioni, e come lui molti altri pittori, si arruola volontario e parte per il fronte. Nel frattempo la sua arte si trasforma sull’onda delle nuove avanguardie europee. Il 17 agosto 1916 muore dopo una caduta da cavallo nella periferia di Verona.
Boccioni firmò anche il manifesto della scultura futurista e la sua opera più importante è forme uniche di continuità nello spazio, è stata scolpita nel 1913, è in bronzo, è alta 126 cm e si trova al museo civico d’arte contemporanea a Milano. Quest’opera rappresenta una figura umana senza braccia, con le gambe ben salde a terra, è riuscito a rappresentare il divisionismo anche in scultura per dare un senso di movimento come un mosso fotografico, come si può ben vedere nelle gambe che sembrano vele. Il soggetto è rappresentato mentre avanza e allo stesso tempo si sfalda come se viene modellato dall’aria creando così un corpo aerodinamico; ha elementi concavi e convessi dando così un senso di vibrazione, creando anche effetti di luce come chiaro scuri molto interessanti.
Scultura
Pittura
Umberto Boccioni è stato il maggior esponente del futurismo italiano, lui era sia pittore che scultore e nelle sue opere utilizzava diversi stili: il divisionismo, il cubismo e il futurismo.
Uno dei dipinti più rappresentativi di Boccioni è Materia, realizzata nel 1912 e si trova alla guggenheim di venezia, è un dipinto di grandi dimensioni (225x150 cm.). Il titolo Materia, in latino mater, significa madre, il titolo ha una profondità simbolica perchè ci comunica la forza generatrice che produce la madre e che fa nascere la materia, rappresenta sua madre perchè per lui è una figura molto importante e molto amata. Il soggetto è visto in primo piano e vengono messe in evidenza le mani incrociate della madre, poi vediamo il grembo, il seno e il viso. Si vede un forte tocco cubista nella rappresentazione del soggetto e degli oggetti circostanti; i tratti del viso sono rappresentati da diversi punti di vista, lo sfondo è composto da case, e si può notare che la madre è seduta sul balcone perchè si vede la ringhiera dietro di essa. Tutti questi soggetti sono scomposti e permettono all’artista di far entrare l’esterno all’interno della casa. All’altezza del torso abbiamo un effetto rotatorio, le gambe sono costituite da diagonali divergenti e in fondo da una linea orizzontale, tutto questo crea un senso di forza e dinamicità.
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La tecnica
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ulla rivista Lacerba, edita a Firenze, i fratelli Arturo e Carlo Ludovico Bragaglia annunciano nel 1910 la nascita del fotodinamismo futurista che sarà esplicitato nel libro di Anton Giulio Bragaglia e che provocherà una forte polemica all’interno del movimento futurista nato solo un anno prima. La tecnica fotodinamica si basava essenzialmente su lunghe esposizioni di soggetti in movimento come le
immagini: Salutando, Il falegname che sega, Lo schiaffo, L’inchino, Le due note maestre e L’uomo che cammina. Questa tecnica si rifà alle sperimentazioni di E. J. Marey e Muybridge sull’analisi del movimento in sequenza chiamato cronofotografia, una specie di immagini in movimento, da cui però i Bragaglia si dichiareranno sempre lontani.
I nuovi fotografi
Nel 1930 venne presentato il manifesto della fotografia futurista ma i fratelli Bragaglia vennero respinti, questo manifesto venne firmato da Marinetti e Tato; quest’ ultimo fu uno dei maggiori esponenti e sperimentò in diverse direzioni il linguaggio fotografico seguendo le sedici regole del manifesto, una delle sue migliori tecniche era il fotomontaggio. Nonostante questo però i fotografi futuristi perdono comunque in originalità, rispetto all’esperienza dei Bragaglia. Le loro tecniche per quanto
rielaborate, non sono innovative, perchè furono già impiegate da artisti di avanguardie estere, come il dadaismo e il surrealismo. Ma la fotografia futurista divenne un fatto di secondaria importanza e ben lontana dalle intuizioni a causa del ritardo storico e per le strette relazioni con il fascismo. Solo i fratelli Bragaglia erano riusciti a sperimentare un qualcosa di nuovo ma non riuscirono a far parte del futurismo.
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Tecniche propagandistiche
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er raggiungere il proprio scopo il futurismo si dà consapevolmente i mezzi adeguati per raggiungere ogni area culturale, sociale e politica ed è infatti il primo movimento artistico che fa un uso deliberato e massiccio di tutte le tecniche di propaganda pubblicitaria che già si erano affermate nel commercio. contrariamente a quanto facevano gli appartenenti ad altre correnti di inizio novecento, invece di snobbare il grosso pubblico, gli artisti appartenenti al futurismo lo vanno a cercare, lo attirano, lo scandalizzano, provocano le sue reazioni emotive. Per diffondere il loro credo i futuristi fecero un uso spregiudicato di tutte le tecniche di comunicazione di massa disponibili all’epoca: un uso sistematico dei giornali, fondazione di case editrici e riviste, distribuzioni omaggio, annunci pubblicitari, volantini, organizzazione di eventi spettacolari e scandalistici. Lo strumento migliore per questa opera di propaganda è la formula del "manifesto", che i futuristi utilizzano in maniera massiccia, facendone addirittura un nuovo genere letterario, di propaganda culturale, nel quale eccellono: molti ritengono che proprio nei manifesti Marinetti abbia dato il meglio di sé come
scrittore. Un altro strumento inventato dai futuristi e che forse rappresenta l'invenzione più geniale di questo atteggiamento è la cosidetta “serata futurista”. Si tratta di una formula di spettacolo che Marinetti mutò dal teatro leggero, di varietà. La formula era relativamente semplice: si prenota un teatro, di quelli solitamente frequentati dalla borghesia, e si annuncia con molto anticipo uno spettacolo provocatorio, comprendente la lettura di manifesti, "discorsi incendiari", presentazione di dipinti, sketches, atti unici, audizione di musiche futuriste, e gli inevitabili dibattiti col pubblico che spesso sfociano in risse.
Social cognition
Utilizzando al meglio questi strumenti è facile capire come il giorno dopo tutti i giornali della città parlassero dell'evento e come se ne continuasse a discutere animatamente per giorni, magari per esternare la propria indignazione per la mancanza di rispetto di quegli "artisti da strapazzo". Più di una volta le risse che spesso seguivano queste serate fecero sì che in diverse occasioni la polizia vietasse le manifestazioni futuriste per motivi di ordine pubblico. Ne seguirono mobilitazioni di personalità volte a far rimuovere il divieto, con conseguente enorme aumento dell'attesa per l’evento stesso. I futuristi furono maestri anche nello sfruttare l'eco suscitato da strascichi giudiziari delle loro performancese dei loro testi, ad esempio il romanzo di Marinetti ”Mafarka il futurista” fu proces-
sato nel 1910 per oltraggio al pudore, e anche se fu assolto in ultima istanza, fece molto parlare del grottesco protagonista. Il risultato di tutto ciò fu che nel giro di pochi anni non c'era più nessuno in Italia e in Europa che non avesse mai sentito parlare di Futurismo.
La social cognition è un modello da seguire che deve tenere in considerazione chi vuole mandare un determinato messaggio a un pubblico, se seguito nella maniera giusta si avrà un risultato migliore e soddisfaciente. Per fare questo ci sono sei punti precisi da seguire e assicurarsi che vadano a buon fine, se ne dovesse saltare anche solo uno tutta la comunicazione non avrebbe effetto sul pubblico. Il primo punto da seguire è presentare il messaggio tenendo conto del target a cui vogliamo indirizzarlo, usare quindi una modalità di trasmissione adatta e capibile a tutti, fatto questo bisogna ragiungere l’attenzione del pubblico usando anche diversi fattori: il contrasto che crea il messaggio quando lo si vede, creare un prodotto o una comunicazione che sia una novità quindi non copiata o di vecchio stile, è importante poi la grandezza del nostro messaggio e anche il movimento, se l’oggetto della
comunicazione è in movimento risulta più interessante e dinamico. Dopo che il nostro messaggio è stato presentato e ha attirato l’attenzione il resto lo deve fare il pubblico, prima deve riuscire a capire i contenuti della nostra comunicazione e successivamente devono accettare o rifiutare l’attenzione, se la rifiuta la comunicazione finisce se invece viene accettata si può proseguire con questo processo. Dopo l’accettazione c’è la memorizzazione dei contenuti che è molto importante perchè può essere ricordata nel tempo, infine il nostro messaggio andrà a buon fine solo se si avrà un effetto sul comportamento, ovvero se l’individuo è stato veramente colpito dalla nostra comunicazione andrà ad acquistare il prodotto se era un messaggio di tipo pubblicitario, se invece era una propaganda politica sarà d’accordo con l’interlocutore.
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his advertising poster was printed in 1966 by the firm campari to lounch their product. This bottle it self was created by Fortunato Depero, a futurist artist, who designed the campari poster for new media over the next few years. At the top of the poster there is the slogan and under this, the visual represents some missiles heading to the moon. In the middle there is the bottle of campari. The message of the slogan is like a declaration “nella luna si, ma con campari�. This poster is purely futurist because it highlights progress that was the main objective of the futurists. This advertising poster is very simple, the background colour is grey, the missiles seem sketches and the message is dynamic.
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Bibliografia e sitografia 22
BIBLIOGRAFIA Gillo Dorfles, Angela Vettese, Arti visive- Il Novecento protagonisti e movimenti, ATLAS, Bergamo Alberto Dendi, Stefano Re, Moduli e modelli letterari-il novecento, C. Signorelli scuola, Mondadori, Milano, 2007 Mario Palazzo, Margherita Bergese, Sistema storia, dal 900 ai giorni nostri, editrice la scuola, Brescia, 2004 Maria Colombari, Psicologia, la comunicazione, editrice la scuola, Bergamo, 2005 Mario Ferrara, Fotografare, tecnica e cultura fotografica, CLITT, Roma 2002
SITOGRAFIA http://www.novecentoletterario.it/correnti/futurismo.htm http://www.vogue.it/encyclo/moda/f/futurismo http://cronologia.leonardo.it/storia/a1909c.htm http://2photo.org/la-fotografia-futurista/
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