La Propaganda Fascista - Francesco Settimo

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I.S.I.S.S. “Carlo Anti” di Villafranca di Verona - Verona ESAME DI STATO - A.S. 2012/2013 Candidato: Francesco Settimo Classe V BTG


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INTRODUZIONE

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IL SUPERUOMO DI D’ANNUNZIO

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FASCISTIZZAZIONE DELL’ ITALIA

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ALCUNI MANIFESTI DI PROPAGANDA FASCISTA

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PSICOLOGIA DELLE FOLLE DI GUSTAVE LE BON

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A POSTER OF FASCIST GOVERNMENT

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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA


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l tema della propaganda utilizzata durante i regimi totalitari è un argomento per me molto coinvolgente e interessante, poiché sono sempre stato affascinato nel capire come e attraverso quali tecniche i dittatori del novecento siano riusciti a coinvolgere e manipolare l’ intera nazione. Ho scelto quindi di esporre la propaganda fascista in quanto questa dittatura nacque e si sviluppò in Italia. Con il termine “propaganda” intendiamo una serie di azioni deliberate svolte da uno o più soggetti, con lo scopo di manipolare le menti delle persone, cambiando il loro modo di ragionare, di pensare, e di conseguenza di agire. Essa nacque nel XVII secolo, quando la Chiesa Cattolica creò la sacra congregazione “De Propaganda Fide”, con lo scopo di diffondere la religione cristiana in tutto il mondo. Allo scoppio della prima guerra mondiale, la propaganda diventa un’arma, parte integrante delle attività belliche. Nell’immediato dopoguerra nei paesi che erano usciti più malconci dal conflitto, come ad esempio Germania, Russia e Italia, regnava una situazione di grande

conflittualità sociale. In questo clima di tensioni spiccò in Italia la figura di Benito Mussolini, che prese il potere legalmente dopo la marcia su Roma, compiuta nell’ottobre del 1922, e che trasformò l’Italia in una dittatura dopo le leggi fascistissime grazie alle quali represse ogni dissenso ed ebbe un controllo totale sull’ opinione pubblica.

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abriele D’ Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 - Gardone Riviera, 1º marzo 1938) fu uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico e giornalista italiano, simbolo del Decadentismo italiano, del quale fu il più illu-

stre rappresentante assieme a Giovanni Pascoli, ed eroe di guerra (chiaro esempio è il “Volo su Vienna”). Soprannominato il Vate cioè “il profeta”, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa

Gabriele D’ Annunzio

e nella vita politica dal 1914 al 1924. Per quanto riguarda le sue tesi superomistiche, le troviamo già nella sua adolescenza, in particolare nelle raccolte Primo vere e Canto Novo; ma la vera e propria rivoluzione del suo pensiero si ebbe dopo che egli lesse gli scritti del tedesco Friedrich Nietzsche, ed in particolare l‘ opera intitolata Così parlò Zarathustra. L’ autore italiano non capì la profondità del pensiero dello stesso Nietzsche, ma lo reinterpretò a suo modo portandone all‘ esasperazione solamente alcuni concetti, quali la volontà, la voluttà, l’ orgoglio e l‘ istinto del protagonista. Per ricostruire i connotati psicologici del superuomo d’ annunziano bisogna soffermarsi sul personaggio di Claudio Cantelmo, protagonista del romanzo Le Vergini delle rocce. Friedrich Nietzsche

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Trama : Claudio Cantelmo, giovane discendente di una famiglia nobile decaduta, si persuade di essere destinato ad attuare una grande impresa: la conquista di Roma e la fondazione di un nuovo regno attraverso suo figlio, che dovrà diventare re di Roma ed incarnare l‘ ideale di superuomo latino. Abbandonata la corrotta capitale d’Italia, Claudio si trasferisce in un’appartata località dell’ex Regno delle due Sicilie, dove ha trascorso l’infanzia e dove riallaccia i rapporti con una nobile famiglia del posto, anche se decaduta. Claudio si sente subito attratto dalle tre figlie del principe: le Vergini sorelle Violante, Anatolia e Massimilia. Il protagonista è consapevole che una delle tre sorelle sarà la madre dell’erede intellettualmente superdotato che egli desidera generare, ma non sa decidersi: ognuna di esse possiede infatti virtù e caratteristiche uniche che potrebbero essere trasmesse alla discendenza. Alla fine la scelta cade su Anatolia, che con rammarico rifiuterà la proposta di matrimonio per poter continuare ad assistere la sua famiglia. Anatolia stessa, tuttavia, spinge Claudio a prendere in considerazione come futura consorte sua sorella Violante. Non ci è dato sapere se Claudio, seguendo il suggerimento di Anatolia, sceglierà Violante, anche perché qui finisce il libro delle Vergini delle Rocce.

Da quest’opera scaturisce che per Cantelmo, come per D‘ Annunzio, il potere dovrebbe essere gestito da pochi superuomini depositari di antiche virtù, quali l’ ardimento guerresco, il culto della forza e la bellezza fuori da ogni morale. Le opere superomistiche di D’Annunzio sono tutte una denuncia dei limiti della realtà borghese e del trionfo dei princìpi democratici ed egualitari che contaminano il senso della bellezza e il gusto dell’azione eroica. D’Annunzio arriva quindi a vagheggiare l’affermazione di

una nuova aristocrazia, una classe di superuomini che si elevi al di sopra della massa comune attraverso il culto del bello e la vita attiva ed eroica. Devono esistere alcune élite che hanno il diritto di affermare se stesse, in sprezzo delle comuni leggi del bene e del male, le quali devono spingere per una nuova politica dello Stato italiano, una politica di dominio sul mondo, e far rivivere l’eroismo e la bellezza del passato nel presente, verso nuovi destini imperiali, come quelli dell’antica Roma.

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ussolini, attraverso le varie forme della propaganda, fece di sé un mito che racchiude al suo interno tutti i più alti ideali fascisti, quasi al pari di un superuomo nietzschiano, ripreso poi da Gabriele D’ Annunzio, che viene presentato al popolo come modello da seguire; non c’è sport che lui non pratichi, macchina che Opera Nazionale Dopolavoro A partire dal 1925 il regime fascista avviò il programma di “nazionalizzazione” del tempo libero, dai divertimenti agli sport, il cui primo passo fu la creazione (aprile 1925) dell’Opera Nazionale Dopolavoro (OND). Questa organizzazione si occupava di gestire il tempo libero dei lavoratori, assistendoli e sviluppando in loro le capacità fisiche, intellettuali e morali anche fuori dalle ore di lavoro, mentre il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) stimolava e allo stesso tempo controllava le attività sportive. Mussolini istituì inoltre il “sabato fascista”, che interrompeva la giornata lavorativa del sabato alle ore tredici perché il pomeriggio venisse dedicato all’istruzione pre e post militare.

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non sappia usare, o mansione che non possa svolgere. L’aspetto fisico del perfetto fascista prevede il volto sbarbato e il corpo allenato da una vita attiva e sportiva (ideale personificato da Primo Carnera, il pugile italiano che conquistò il titolo mondiale dei pesi massimi). Il modo di camminare deve dare l’impressione di sicurezza: movimenti scattan-

ti e veloci. Il fascista si riconosce da un proprio modo di salutare, con braccio e mano tesa in avanti: il saluto romano, obbligatorio nelle circostanze ufficiali e nelle parate. Furono create quindi delle organizzazioni capaci di coinvolgere gli italiani di tutte le età e plasmare quella “nazione guerriera” tanto propagandata dal fascismo.

Gruppo dell’Opera Nazionale Dopolavoro in visita a Littoria nel 1933


Gioventù italiana del littorio Allo scopo di educare i giovani, venne istituita la Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.), che organizzava tutti i fanciulli e giovani italiani dei due sessi, dai sei ai ventun anni, nelle seguenti categorie: i Gruppi Universitari Fascisti (GUF), gli Avanguardisti (tra i 16 e i 18 anni), i Balilla e le Piccole Italiane (tra 8 e 15 anni), e i Figli della lupa Per la gioventù maschile la G.I.L. coltivava ogni attitudine militare, impartiva una formazione che li preparava alla vita in Marina o nell’Aviazione, mentre per quanto riguarda la gioventù femminile venivano organizzati corsi di preparazione alla vita domestica.

Adunata dei giovani Balilla

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Tramite la propaganda che effettuò un controllo politico su tutti i mezzi di comunicazione, avvenne il processo di fascistizzazione del paese, con lo scopo

di orientare l’opinione pubblica, di caricarla, comunicando l’esaltazione della missione nazionale. I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della società

italiana e vennero diffusi incessantemente attraverso la radio, la stampa e il cinema.

Radio Più di ogni altro mezzo assunse un ruolo di primo piano. A questo scopo nacque nel 1928 l’ EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), ed i programmi trasmessi erano costituiti per lo più da discorsi del Duce o del Fuhrer, marce ufficiali o conversazioni sul razzismo.

Famiglia riunita per ascoltare i discorsi del duce

Stampa Tra il 1911 e il 1925 il partito fascista acquistò molte delle maggiori testate giornalistiche . I quotidiani, dunque, presentavano il periodo fascista come un modello storico di pace e moralità, attuando una censura su cronache nere e sui fallimenti economici. Mussolini creò inoltre l’Ufficio Stampa, che nel 1937 venne trasformato in Ministero Della Cultura Popolare (Min.Cul.Pop.), con l’incarico di controllare ogni pubblicazione sequestrando tutti quei documenti ritenuti pericolosi o contrari al regime.

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La sede de “Il Popolo d’Italia”, principale testata giornalistica fascista


Cinema Avvenne la costituzione nel 1925 dell’istituto nazionale L.U.C.E., ovvero L’Unione Cinematografica Educativa. Questo istituto rappresenta il più efficace mezzo del regime nel campo dello spettacolo. L’Unione Cinematografica Educativa divenne il fulcro del cinema e venne posto alle dirette dipendenze del Capo del governo con l’obbligo della supervisione diretta di Mussolini sui materiali realizzati.

Logo dell’Istituto Luce

Il regime fascista aveva inoltre trovato l’ accordo con la Chiesa cattolica, realizzando attraverso i Patti Lateranensi del 1929 la conciliazione fra lo Stato italiano e la Santa Sede, così da garantire a Mussolini l’appoggio delle più alte gerarchie ecclesiastiche.

I partecipanti e firmatari dei Patti Lateranensi

Per quanto riguarda le donne, si puntò invece alla creazione di “una donna fascista per l’Italia fascista”. Grazie alla nascita dell’ O.M.N.I. (Opera Nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia), la donna venne istruita nell’economia domestica, nell’educazione all’infanzia, nell’assistenza sociale ed educata alla salute e a una sana maternità attraverso l’introduzione dell’educazione fisica e dello sport femminile.

Giovane donna fascista

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Vincere e Vinceremo

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ussolini fu un fervido ammiratore dell’opera intitolata “Psicologia delle Folle” dello psicologo francese Gustav Le Bon: “Ho letto

Gustave Le Bon nacque in Francia, a Nogent-Le Retrou, fu etnologo, psicologo e sociologo. Morto nel 1931 è universalmente noto come uno dei primi studiosi che si occupò del comportamento della folle cercando di identificarne i caratteri peculiari e arrivando, sulla base dei suoi studi, a proporre tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere furono lette e attentamente studiate dai dittatori del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse. In effetti, gli scritti di Le Bon - in particolare “Psicologia delle Folle” edita nel 1895 - erano vere e proprie miniere d’oro per chi voleva comprendere il comportamento della massa. Essa è intesa come quell’insieme d’individui, dove ogni singola persona agisce essendo condizionata dalla massa stessa.

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tutta l’opera di Le Bon - diceva Mussolini - e non so quante volte abbia riletto la sua Psicologia delle folle. E’ un opera capitale alla quale ancora oggi spesso

ritorno”. Quest’opera, infatti, condizionò molto il duce, soprattutto per quanto riguarda il suo modo di fare propaganda e di porsi pubblicamente.

Gustave Le Bon


Inoltre, quando l’individuo è inserito in un contesto massificato, si assiste ad una sorta di regressione, che consiste nell’ adottare un comportamento più primitivo e infantile, a causa del quale le più ampie facoltà intellettuali di ciascuno verrebbero a diminuire, mentre allo stesso tempo aumenterebbe l’aspetto emotivo, ovvero l’ inconscio (l’ emozione si tramuta in azione). In aggiunta, nel contesto della massa si parla di “responsabilità diffusa”: il tasso di responsabilità si abbassa, in quanto ogni singola persona non si sente l’ unica responsabile di una determinata azione, ma la responsabilità va suddivisa tra le varie persone che compongono la massa stessa.

Folla radunata in Piazza Venezia per l’ascolto del discorso del duce, che preannunciava l’ entrata in guerra dell’Italia

“Ciò che più colpisce di questa massa afferma Le Bon - è che gli individui che la compongono, indipendentemente dal tipo di vita, dalle occupazioni, dal temperamento o dall’ intelligenza, acquistano una sorta di anima collettiva per il solo fatto di trasformarsi in una massa. Tale anima li fa sentire, pensare ed agire in un modo del tutto diverso da come ciascuno di loro, isolatamente, sentirebbe, penserebbe e agirebbe. Certe idee, certi sentimenti nascono e si trasformano in atti soltanto negli individui costituenti una massa. Da tale precisazione si può quindi constatare facilmente quanto l’ individuo sommerso in una massa differisca dall’ individuo isolato”

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Infatti, nella massa le acquisizioni individuali del singolo scompaiono, e da ciò ne deriva la circostanza in cui ogni singola individuo non ragiona o agisce secondo il proprio modo di pensare. Questa situazione affonda le sue radici nella cosiddetta suggestionabilità (condizionamento psichico esercitato da altre persone o da fatti e situazioni), a causa della quale ogni individuo adotta un comportamento identico a quello della massa stessa, in altre parole un atteggiamento medio attuato da tutti. Alla luce di quanto detto, i principali caratteri dell’individuo in massa possono essere riassunti nell’annullamento della personalità cosciente, nel predominio

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della personalità inconscia, nell’ orienamento, determinato dalla suggestione e dal contagio, e infine nella tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite. Inoltre, secondo Le Bon, la massa è impulsiva e irritabile, ed essa può venire eccitata solo da stimoli eccessivi. Chi desidera agire su di essa non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti, ma deve porsi fisicamente, con discorsi diretti e precisi, in forma di slogan. Da essi ne deriva, infatti, una risposta di tipo emotivo che è più forte rispetto ad una risposta razionale che deriverebbe da discorsi basati su grandi ragionamenti.

Le Bon affermava che “la folla non ha simpatia per i padroni bonari, ma ha bisogno di un tiranno, qualcuno che riesca a soggiogarla e condurla dove vuole”. Per suscitare fede nella massa egli deve possedere una volontà forte, imperiosa, tale da venire accettata dalla massa, oltre ad una potenza irresistibile a cui Le Bon attribuisce il nome di “prestigio”, ovvero una sorta di dominio che un indivi-


La folla non ha simpatia per i padroni bonari, ma ha bisogno di un tiranno, qualcuno che riesca a soggiogarla e condurla dove vuole

duo, un’opera o un’idea esercita su noi, paralizzando ogni nostra capacità critica e colmandoci di stupore e rispetto. Alla luce di quanto detto si può osservare come Mussolini, durante il ventennio fascista, si basò sulle scoperte di questo psicologo per soggiogare le folle, plasmando il popolo italiano in una propria “creazione” che lo avrebbe poi appoggiato e seguito ovunque e dovunque.

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his poster was issued by the Fascist government during World War II. It is divided into two parts; the image of a soldier and a blacksmith, and the slogan: “WORKING and FIGHT FOR OUR COUNTRY TO VICTORY”. The first words are very important verbs used during the fascist propaganda, and the message is written in light orange on the black background: these colours are bold and aggressive.

Unlike other posters for war propaganda, this aims to support the regime favoring participation in the war to alleviate the plight of soldiers and civilians. The main characters are two handsome figures, a soldier on the left side and a blacksmith on the right. They are shaking hands after placing their instruments of daily life, and they are particularly prominent because portraied from the bottom to the top. Their aim is the same:

fighting in the war or work in peace as long as the goal is always the victory. As for colors you can see that the background is deliberately clear to highlight the two protagonists of the poster. For the figure of the soldier has been used a color palette of greens, while for the blacksmith the colors used tend to brown.

Traduzione Questo manifesto è stato emanato dal governo fascista durante la seconda guerra mondiale. Esso è diviso in due parti; l’immagine di un soldato e di un fabbro, e lo slogan: “LAVORARE e COMBATTERE PER LA PATRIA, PER LA VITTORIA”. Le prime parole sono verbi molto importanti usati durante la propaganda fascista ed il messaggio è scritto in arancione chiaro su fondo nero, con colori quindi audaci e aggressivi. A differenza di altri manifesti di propa-

ganda di guerra, questo si prefigge di sostenere la propaganda del regime favorendo la partecipazione alla guerra per alleviare i disagi dei soldati e dei civili. I principali protagonisti sono due figure, un soldato sul lato sinistro ed un fabbro su quello destro. Essi si stanno stringendo la mano dopo aver riposto i propri strumenti di vita quotidiana, e sono messi in particolare rilievo perché raffigurati dal basso verso l’alto. Il loro obiettivo è lo stesso: combattere in

guerra o lavorare in pace purché lo scopo sia sempre la vittoria. Per quanto riguarda i colori si può notare che lo sfondo è volutamente chiaro in modo da far risaltare i due protagonisti del manifesto. Per la figura del soldato è stata utilizzata una tavolozza di colori verdi, mentre per il fabbro i colori utilzzati tendono al marrone e al bruno.

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Fighting in the war or work in peace as long as the goal is always the victory

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Alberto Dendi - Stefano Re, Moduli e Modelli Letterari - Il Novecento, C. Signorelli Scuola, Como, febbraio 2007 Mario Palazzo - Margherita Bergese, Sistema Storia - Dal Novecento ai giorni nostri, Editrice La Scuola, Brescia, 2004 Sigmund Freud, Psicologia delle masse e analisi dell’Io, Bollati Boringhieri, giugno 1978 Maria Colombari, La Comunicazione, Editrice San Marco, Bergamo Ponteranica, 2005

http://www.filosofico.net/nie25.htm http://www.gabrieledannunzio.it/superuomo_gabriele_dannunzio_nietzsche.asp http://novecentoinrete.wordpress.com/fascismo/propaganda-fascista-e-anni-trenta-in-italia/ http://www.pixem.it/pixshoah/argomenti/propaganda.htm http://cronologia.leonardo.it/lebon/indice.htm http://presidiooltranzamontecitorio4giugno2011.bloog.it/files/2013/03/psicologia_folle.pdf

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I.S.I.S.S. “Carlo Anti” di Villafranca di Verona - Verona ESAME DI STATO - A.S. 2012/2013 Candidato: Francesco Settimo Classe V BTG

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