Musica, il più grande bene che i mortali conoscano. è tutto ciò che del paradiso noi abbiamo qua giù. Joseph Addison
ISISS Carlo Anti di Villafranca VR ESAME DI STATO – A.S. 2009/2010
“DIRSI ATTRAVERSO LA MUSICA DIVENTA CULTURA”
Candidato : Valentina Coletta Classe : V BTG
BIBLIOGRAFIA
• Autore : Diego Miscioscia Titolo : Miti affettivi e cultura giovanile Collana : Adolescenza, educazione e affetti Editore : Franco Angeli Data pubblicazione : 1999
• Autore : Vari Titolo : Cobain articoli e recensioni da Rolling Stone Editore : Giunti Data pubblicazione : novembre 1995 Città : Firenze-Milano
INdICE CULTURA GIOVANILE Nascita della cultura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 La scoperta di sé attraverso la musica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
LE PIU’ INFLUENTI CULTURE GIOVANILI Anni ‘60 nuovi mezzi di comunicazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
DENTRO IL CUORE E LA MENTE DEI NIRVANA Kurt Donald Cobain portavoce della generazione X. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18
NEVERMIND The description of the cover. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
L’ARTISTA MALEDETTO Dalla letteratura alla musica, tra successo e infelicità. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29
GUERRA DEL VIETNAM Il movimento negli Stati Uniti d’America. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Nascita movimento “hippy”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
INTRODUZIONE
Ritrovare le radici affettive dei miti giovanili è utile per imparare ad interagire in modo corretto con la cultura dei ragazzi, per sostenere la loro crescita ed aiutarli a ridurre il disagio che si esprime in gesti impulsivi e le trasgressioni più pericolose. Capire il significato psicologico delle proprie passioni è utile ai giovani: può aiutarli, infatti, nella faticosa ricerca di se stessi ed impedire che, una volta diventati grandi, la creatività muoia nella loro mente e nel cuore.
CULTURA
GIOVANILE
Il
termine “cultura giovanile” ha un significato molto esteso, si considera degno di questo nome qualsiasi segnale simbolico selezionato e prodotto consapevolmente dai giovani per soddisfare le loro esigenze espressive e di comunicazione sociale. Anche la fruizione passiva di alcuni prodotti o di programmi artistici di vario genere (musica, moda, cellulare, videogiochi, cinema ed altre manifestazioni artistiche) è considerata un’esperienza culturale quando il valore simbolico attribuito dai ragazzi a queste scelte è molto forte. Un’importanza rilevante è da attribuire ai diversi miti affettivi tipici dell’adolescenza all’interno della cultura giovanile. È a questi miti affettivi che alludono gli idoli musicali, letterari e artistici dei ragazzi; essi hanno successo poiché, oltre a rappresentare creativamente questi miti affettivi, interpretano adeguatamente lo spirito dei tempi. Un artista di successo, infatti, è anche una sorta di medium capace di intuire qual è la cultura nascente tra o giovani in modo da sostenerla e darle più forza col proprio canto. In questo senso egli diventa anche un rappresentante di tutti i ragazzi, della loro voglia d’essere protagonisti e di affermare i propri nuovi valori.
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Musicisti, scrittori, personaggi dello spettacolo sono nominati come porta parola e come battistrada; essi, infatti, hanno qualcosa di importante da dire a nome di tutti, qualcosa che parla dei nuovi valori di cui, senza ancora saperlo chiaramente, si è portati come generazione. Un posto privilegiato è riservato al mondo musicale. La musica rappresenta la colonna sonora di un epoca, il primo e il più importante linguaggio attraverso cui le nuove generazioni definiscono in prima battuta la propria appartenenza e la propria identità collettiva. Grazie a questo linguaggio, fatto di parole, ma anche d’emozioni e d’affetti tradotti in suoni e in ritmo, i ragazzi celebrano la propria nascita sociale, vale a dire, la nascita dei propri valori e della propria cultura; di conseguenza la musica giovanile esprime la speranza delle nuove generazioni. Essa, al tempo stesso, parla della propria nascita sociale ed esprime, quindi, anche dolore, rabbia, voglia di ribellarsi, disperazione e impotenza. Oltre che principalmente la ricerca di se stessi.
NASCITADELLACULtURA La cultura giovanile nacque in America negli anni ’50 ed entrò nella storia con il rock’n’roll, i bluejeans e la voglia di protagonismo della prima generazione del dopoguerra. In questo periodo di tempo la cultura giovanile per la prima volta si era spinta radicalmente di là dai confini tracciati dalla tradizione, usando l’immaginazione, essa era andata alla ricerca dei propri valori percorrendo strade nuove e interessanti, che comportavano, tuttavia, un elevato livello di rischio sociale, psicologico o fisico per i ragazzi, come si vedrà drammaticamente negli anni ’60 e ’70 con la crescita del numero di tossicodipendenti; gli adulti reagirono con atteggiamenti autoritari e denigratori verso i giovani, etichettandoli come gioventù bruciata, capelloni, sbandati, teppisti, drogati, ecc.. La cultura giovanile ha percorso un lungo cammino lasciando ai ragazzi un’eredità ricca e contraddittoria : una percezione di sé, dei propri sentimenti, emozioni e desideri più chiara, cui corrisponde però una minore consapevolezza di come si fa ad uscire dal complicato labirinto della crescita per diventare uomini e donne; una più alta considerazione del proprio valore personale, cui però si affianca una più elevata vulnerabilità narcisistica;
9 il rafforzamento dell’importanza dell’istituzione del gruppo dei pari che perde, tuttavia, parte delle sue valenze creative; un più forte sentimento di appartenenza tra i giovani di tutto il mondo e quindi una maggiore diffusione ed uniformità delle mode, dei costumi e della mentalità giovanile, ma anche una maggiore possibilità d’essere condizionati dai modelli culturali prevalenti; un aumento degli strumenti e delle possibilità espressive, anche se molti di questi ( videogiochi e realtà virtuali, discoteche, sport estremi, ecc ) si prestano facilmente a diventare “vie di fuga” dalla realtà. Oltre a quest’eredità contraddittoria, la cultura giovanile lascia alle nuove generazione anche alcune mode o tendenze piuttosto pericolose: la ricerca del rischio e d’esperienze eccitanti o stupefacenti, spesso fatta attraverso l’uso di droghe o alcool, una certa disponibilità e compiacenza verso alcune forme di trasgressione piuttosto pericolose e infine un relativo disinteresse per la realtà e per il futuro; queste ormai sono caratteristiche “tipiche” della cultura giovanile che influenzano e, in qualche caso, condizionano molti ragazzi della nuova generazione.
La scoperta di Sé attraverso la
MUSICA
È negli anni ’60, con le canzoni dei Beatles e di tutti gli altri gruppi e cantanti sorti al loro seguito, che la musica ha avuto per la prima volta la sua consacrazione come linguaggio principale del mondo giovanile. Oggi, inoltre, questo linguaggio sembra veramente lo strumento principe per prendere contatto con emozioni e stati d’animo legati alla crescita; come abbiamo visto, infatti, né gli altri interessi dei giovani, né lo stesso gruppo dei pari sembrano più capaci d’esercitare un’adeguata funzione di stimolo in questa direzione. La musica, invece, mette in contatto diretto con gli affetti, le ansie e i conflitti dei giovani. Essa arriva molto in profondità, scavalca difese e paure e rende finalmente pensabili i sentimenti dell’adolescenza e i nuovi bisogni, desideri, impulsi sessuali che, una volta acquisiti a livello cosciente, possono essere facilmente trasformati in parole e in azione. Il rapporto con la musica serve ai ragazzi per riconoscersi tra loro e per stabilire legami d’appartenenza, sia con il piccolo gruppo d’amici, sia, per la prima volta, con il collettivo generazionale che, nel corso di concerti e d’altre manifestazioni musicali, è acquisito come parte della propria identità e della propria storia.
12 La musica, dunque, svolge una fondamentale funzione di rispecchiamento e di guida. Essa conduce i ragazzi attraverso gli stati d’animo che devono essere pensati ed elaborati nel corso della crescita: trasforma la percezione del proprio corpo e fa scoprire il desiderio erotico, fa battere il cuore e rende consapevoli del proprio bisogno d’amare e d’essere amati, rende molto tristi e costringe a prendere coscienza della propria solitudine nel mondo, dell’essere ormai ineluttabilmente separati dall’infanzia, infine, restituisce gioia, euforia ed orgoglio poiché celebra la potenza effettiva del nuovo Sé adulto, erotizzato ed indipendente. Negli ultimi decenni la musica s’è diffusa in modo sempre più rapido nel mondo grazie alla possibilità di riascoltarla in luoghi diversi da dove è stata suonata, con la radio e i dischi in vinile, prima, e con le cassette registrate e i cd poi; a partire dagli anni ’60, inoltre, essa è stata fatta circolare anche attraverso la tv e il cinema.
LE PIù INFLUENTI CULTURE
GIOVANILI
Anni ‘60 nuovi mEZZI DI COMUNICAZIONE
Attorno agli anni 1950, il crescente numero di giovani negli Stati Uniti ed in Europa iniziò ad influenzare massicciamente la musica, la televisione ed il cinema, spronati dall’esplosione del rock nei tardi anni 50, dalla maturazione della cultura giovanile a metà anni 1960, dipartita in sottoculture come i rocker, gli hippy. Molte delle culture giovanili più diffuse provengono dagli Stati Uniti, che negli ultimi decenni hanno veicolato queste mode grazie anche alle innovazioni nel campo della comunicazione. Tra queste possiamo citare le due più emblematiche ed importanti per questo tipo di subculture: Internet ed MTV. Le culture giovanili spesso fanno uso di particolari stereotipi che riguardano la musica, il tipo di vestiario, i rapporti interpersonali e lo stile di vita. Tra gli stereotipi più utilizzati vi sono : Ansia e paura, ambivalenza, apatia, ribellione, cinismo.
Dentro il CUORE e la mente dei NIRVANA
KuRT DONALD CoBAIN
Portavoce della generazione X
Kurt Donald Cobain il leader dei Nirvana, nacque il 20 febbraio del 1967 in una piccola città nello stato di Washington. Morto suicida a Seattle, il 5 aprile 1994, è stato un cantante e chitarrista statunitense, del famoso gruppo musicale grunge dei Nirvana. Cobain costituì i Nirvana nel 1987 con Krist Novoselic e in due anni la band divenne uno dei gruppi leader della scena musicale grunge di Seattle. Nel 1991 l’uscita del singolo Smells Like Teen Spirit segnò l’inizio di una decisa svolta della musica rock, che cominciò ad allontanarsi dai generi egemoni degli anni ottanta (hair metal, AOR, synthpop, etc.) e ad indirizzarsi verso l’alternative rock. I media musicali avrebbero poi conferito a quel brano il titolo di “inno di una generazione”, e, con esso, a Cobain l’appellativo di “portavoce” della generazione X. Kurt Cobain non avrebbe mai voluto essere il portavoce di una generazione, anche se questo non significa molto : chiunque abbia voluto esserlo, non lo è mai diventato. Non è un ruolo per il quale ci si candida. E’ qualcosa che si impone e con il quale vivi assieme. Oppure no. Molti si sono accorti di Kurt Cobain perché le sue canzoni catturavano ciò che essi sentivano prima ancora che se ne rendessero conto. Anche le sue battaglie, con la notorietà, la droga e la propria identità, hanno colto il dramma generazionale del nostro tempo.
Considerandosi un emarginato fin dall’infanzia, egli fu stordito, confuso, impaurito, disgustato e a dire la verità non del tutto contrariato nel ritrovarsi una star. Cobain bazzicava il campo delle stelle del rock ma sembrava più propenso a giocare il ruolo del buffone piuttosto che quello dell’eroe e a prendere droga più per sollievo che per piacere, in sintonie con molte persone del suo tempo. Per gente cresciuta nel periodo dell’avidità, dell’indulgenza per la droga e della celebrità dell’immagine costruita degli anni ’80, chiunque andasse facilmente d’accordo con il successo era fatalmente sospetto.Quale che sia stata l’importanza che Cobain ha assunto come simbolo, comunque, una cosa è certa : lui e i suoi Nirvana hanno annunciato la fine di un era del rock e l’inizio di un’altra. In sostanza, i Nirvana hanno trasformato gli anni ’80 negli ’90. Nel 1991 Smells Like Teen Spirit ha segnato un momento determinante nella storia del rock.
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21 A ventisette anni, Kurt Cobain voleva scomparire, cancellare se stesso, diventare niente. Il suo suicidio assolutamente privo di ambivalenza è l’aspetto più terrificante. Gli anni ’80 hanno offerto ai giovani un’esperienza di incredibile violenza sociale e di enorme umiliazione. Traumatizzati da genitori assenti o aggressivi e da insegnanti, poliziotti e psichiatri, costretti a lavori insignificanti sottopagati e disorientati dalla disintegrazione delle istituzioni, molti ragazzi si sono sentiti intrappolati in un ciclo di banalità e di disperazione. Gli adulti cercavano di barcamenarsi nei loro casini, abbandonando a se stessa un intera generazione, incapaci com’erano di fornire un sostegno o una protezione o di preparare i figli a una vita indipendente. E di fronte ai sintomi dell’abbandono – riflessi nei tassi di suicidi e di omicidi, nell’abuso di sostanze chimiche, nei fallimenti scolastici, nell’eccesso e nel disagio generale – gli adulti condannavano per di più i giovani, classificandoli come apatici, analfabeti e perdenti senza alcuna morale.
Anche i media non sono riusciti a non approfittare delle “atrocità giovanili”… Ma raramente ci siamo preoccupati di chiedere ai diretti interessati cosa stava accadendo. Quando i ragazzi avevano l’opportunità di parlare, un terrore esistenziale troppo spaventoso da tradurre in parole si riduceva a pezzetti di suono. Cobain era un idolo per i giovani d’America, un punto di riferimento che ha lasciato i suoi fan troppo presto, all’età di ventisette anni. La vita oggi per questa media di età non è per niente semplice. Ragazzi che lottano con l’affitto, l’assicurazione sanitaria e le rate della macchina. Ma i loro sogni non sono morti. Fanno ancora musica, elaborano progetti e lavorano sodo. Suonare con un gruppo, fantasticare su matrimonio, bambini, un bel posto dove vivere. Si sforzano di ottenere serenità e sobrietà per condurre una vita semplice e onesta, per vivere decentemente. Amici che si stringono insieme, si aiutano l’un l’altro e, un po’ per volta continuano ad andare avanti manifestando il più delle volte i loro disagi, paure ma soprattutto sogni e desideri nella musica.
IT’S BETTER TO BE HATED FOR WHO YOU ARE, THAN TO BE LOVED FOR WHO YOU’RE NOT.
Kurt Cobain
NEVERMIND the DESCRIption of the cover
This is the front cover for the album Nevermind by the artist Nirvana. This is a grunge group composing alternative rock. The singer was Kurt Cobain, he chose the name “Nirvana” for his band because is a Buddhist concept that means “The achievement of peace.” This cover represent the second album by Nirvana published in September 1991, it’s considered one the most important album of 90s. The particular photo used for this album, attracts the attention of the viewers and remains indelible in the collective imaginary. In fact this is not a simple image of child, as it seems, but this cover has a meaning. The cover is unforgettable, represents a tender scene, a baby swimming, immersed in blue water whit a mischievous expression, the baby’s intent is to pursue the note attached to a fish hook. There is strong symbolism : The world tempts us whit money from childhood and we are all dominated by it! The title at the bottom left of the cover has a symbolic meaning “Nevermind” as “it doesn’t matter”. In fact this title was chosen because it best represented the generation X. Kurt Cobain seeks to raise awareness among his fans through a critique of the materialism of those years, stripping this child and showing his innocence… This cover is graphically simple and clean with the blue color that gives a sense of freshness and the water gives a sense of freedom. Under the word Nirvana there is the title Nevermind, printed with undulating font that recalls the wave's movement.
Artista MALEDETTO dalla letteratura alla musica tra successo e infelicità
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La figura dell’artista maledetto continua a esercitare il suo fascino in molti campi dell’arte e soprattutto, negli ultimi decenni, nell’ambito della musica leggera. Il binomio “genio e sregolatezza” ha sempre esercitato un forte ascendente sull’immaginario collettivo, dando vita a miti immortali. È il caso ad esempio di Jim Morrison, cantante del gruppo dei Doors, la sua immagine di giovane bello e ribelle, arrogante e in perenne contrasto con la società lo rese un’icona per tutte le generazioni successive. Negli stessi anni morirono in giovane età altri due miti della musica, Jimi Hendrix e Janis Joplin. Miti più recenti appartengono alla cultura grunge, come Kurt Cobain, leader dei Nirvana, suicidatosi con un colpo di fucile alla testa. Al di sopra di tutto è rimasta l’immagine del fondatore dei Nirvana, a metà fra cantante allucinato, struggente poeta, padre, marito, e soprattutto, ragazzo disperato.
32 La figura dell’artista maledetto ha assunto, negli ultimi tempi, connotati diversi. Infatti, se i personaggi citati posero fine alle loro brevi e infelici vite mediante illusorie ricerche di evasione, oggi molti sono gli artisti della scena musicale che ostentano atteggiamenti irriverenti e dissacratori, non tanto per volontà quanto per necessità di impressionare e conquistare il maggior numero possibile di persone, soprattutto fra i giovani. Per raggiungere questo fine, paragonabile a una pura operazione commerciale, molto spesso si servono di personale specializzato che segue accuratamente la loro immagine, per renderla più o meno cattiva e arrabbiata. Come nel caso di artisti fra cui Marilyn Manson e Amy winehouse, cantanti che attraverso la loro immagine costruita cercano di catturare e impressionare un vasto numero di giovani. Si può capire così come sia cambiata la figura dell’artista maledetto, e come un atteggiamento disperato, talvolta discutibile, sia diventato un mezzo per far leva sull’opinione pubblica e, di conseguenza aumentare notevolmente la propria popolarità. Molto spesso si è portati a pensare che il successo, inteso come realizzazione personale nel proprio lavoro, sia sinonimo o garanzia di soddisfazione e felicità. Ma spesso avviene il contrario, specialmente nel mondo dello spettacolo, in quanto molte persone faticano ad accettare questa particolare situazione di importanza che li mette quasi a disagio.
GUERRA VIETNAM
IL movimento NEGLI
STATI uniti D’AMERICA
La guerra del Vietnam cambiò il modo di guardare all’America dei giovani. In questo contesto negli USA nacque il movimento dei cosiddetti hippy, parola di gergo che voleva dire “uno che ha mangiato la foglia”, in seguito ribattezzati “figli dei fiori”, poiché la loro unica arma erano appunto i fiori. Si distinsero per costumi molto liberali ed ampio uso di droghe, soprattutto LSD, un allucinogeno che proprio in quegli anni fu immesso sul mercato con rapida diffusione e di cui si teorizzavano le doti di espansione della mente. Gli hippy si battevano soprattutto contro la guerra nel Vietnam. Si trattava di un sanguinoso conflitto che dal 1962 vedeva impegnati gli USA, che combattevano l’unificazione tra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud, poiché al nord vi era un governo comunista, mentre al sud vi era un governo filoamericano. Il timore degli USA era l’unificazione del Vietnam sotto un regime comunista, che si sarebbe potuto diffondere anche ad altri stati asiatici.
nascita MOVIMENTO
HippY
Nel sud filo-americano, vi era un nutrito gruppo di comunisti (i Vietcong) che si battevano per l’unificazione del Vietnam e perciò, con l’appoggio del governo del Vietnam del Nord e della Cina, diedero vita ad atti di guerriglia. Gli USA si ritirarono dal conflitto solo nel 1974 per la sopraggiunta impossibilità di vincere la guerra, ma anche sull’onda delle proteste dell’opinione pubblica mondiale, oramai largamente contraria al conflitto. La guerra, tuttavia, si concluse solo nell’aprile del 1975, quando gli ultimi reparti americani lasciarono il Vietnam del sud e fu creato uno stato unico con capitale Hanoi. Per il Vietnam la guerra si rivelò la rovina della sua economia, duramente colpita dal conflitto. Gli USA persero per la prima volta una guerra ed ebbero 60.000 morti e 100.000 mutilati. Tale perdita rappresentò una ferita morale e psicologica per un’intera generazione e un terribile evento militare ed economico che ridimensionò il ruolo planetario degli USA.
SITOGRAFIA •
http://it.wikipedia.org/wiki/Kurt_Cobain
•
http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_giovanile
• http://it.wikipedia.org/wiki/Nirvana_(gruppo_ musicale) • http://www.aliek.com/nirvana/traduzione_testi_ nirvana/traduzione_testi_unplugged_in_new_york_nirvana/ • http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I7613-1-5. php •
http://it.wikipedia.org/wiki/Hippy
• http://www.aliek.com/nirvana/fotografie_immagini_nirvana_kurt_cobain/ •
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_Sessantotto