Lineamenti per il restauro postsismico del costruito storico in Abruzzo - Piano di ricostruzione di

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Comune di Sant’Eusanio Forconese

Lineamenti per il restauro postsismico del costruito storico in Abruzzo Piano di Ricostruzione di Casentino (AQ)

Giuseppe Alberto Centauro Mario De Stefano Carlo Alberto Garzonio Cristina Nadia Grandin Guido Iannone Roberto Tazioli

a cura di Giuseppe Alberto Centauro


Gli Autori Giuseppe Alberto Centauro P.A. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Giuseppe Alberto Centauro P.A. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Gianfranco Gracchi Libero professionista - Ordine degli Architetti di L’Aquila Giuseppe Alberto Centauro P.A. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Federica Biase Comune di Sant’Eusanio Forconese – Responsabile Ufficio Tecnico Carlo Alberto Garzonio P.O.- Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Scienze della Terra Emma Cantisani R. - ICVBC -CNR di Firenze Daniele De Luca R.T. - Laboratorio materiali lapidei (LAM) – Dipartimento di Scienze della Terra Marilena Ricci R. – Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Chimica Silvia Vettori C.R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Scienze della Terra Cristina Nadia Grandin A.R. – Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Roberto Tazioli A.R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Mario De Stefano P.O. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Francesco Focacci R - Università telematica e-campus di Novedrate Luisa Rovero R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Ugo Tonietti P.A. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Giulia Misseri C.R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Jacopo Mechelli C.R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura

Premessa Capitoli 1-77 Capitolo 1 Capitolo 1:§ 1.1-1.3 Capitolo 1:§1.2 Capitolo 2 Capitolo 2:§ 2.2-2.3-2.4-2.5-2.6-2.7 Capitolo 2:§ 2.1 Capitolo 3 Capitolo 3: §3.1-3.2-3.3 -3.4 Capitolo 3:§ 3.2-3.3-3.4 Capitolo 3:§ 3.1-3.2-3.3-3.4 Capitolo 3:§ 3.2-3.3-3.4 Capitolo 3:§ 3.2-3.3-3.4 Capitolo 4 Capitolo 4: § 4.1-4.2-4.3-4.4-4.5-4.6-4.7 Capitolo 5 Capitolo 5: § 5.1-5.2-5.3-5.4-5.5-5.6 Capitolo 6 Capitolo 6:§ 6.1 Capitolo 6:§ 6.1 Capitolo 6:§ 6.2-6.3-6.4 Capitolo 6:§ 6.2-6.3-6.4 Capitolo 6:§ 6.4 Capitolo 6:§ 6.4

Nuria Chiara Palazzi C.R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura Sara Soldaini C.R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura

Capitolo 6:§ 6.4

Guido Iannone A.R. - Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Architettura

Capitolo 7 Capitolo 7:§ 7.1-7.2-7.3

Sigle P.O. - Professore Ordinario P.A. - Professore Associato

R.T. - Responsabile Tecnico C.R. - Cultore di Ricerca

R. - Ricercatore A.R. - Assegnista di Ricerca

Capitolo 6:§ 6.4

Il volume è frutto di ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e beneficia per la pubblicazione di contributi assegnati a tal fine al Dipartimento

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3.2.2 I rilievi ................................................ pag. 63

INDICE Presentazione .............................................................. pag.

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Prefazione ................................................................... pag.

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Premessa ..................................................................... pag. 10 1. RIABILITARE I CENTRI STORICI ABRUZZESI COLPITI DAL SISMA DEL 16 APRILE 2009............... pag. 15 1.1 Restaurare o rinnovare? ............................. pag. 17 1.2 La ricostruzione del capoluogo dal punto di vista dell’architetto aquilano ............................... pag. 24 1.3 Gli studi per la rinascita e valorizzazione dell’antico paesaggio antropico della frazione Casentino nella Media Valle dell’Aterno ............................... pag. 26 1.3.1 Casentino, sacra terra di acque sorgive ..................................................................... pag. 26 2. IL RESTAURO ARCHITETTONICO POST-SISMICO NEI PIANI DI RICOSTRUZIONE ....................................... pag. 35

3.4 Sintesi delle analisi di MS e risultati delle indagini a supporto del piano di ricostruzione .............. pag. 66 3.4.1 La morfologia ...................................... pag. 66 3.4.2 Le indagini sui terreni dell’abitato ...... pag. 67 3.5 Principali risultati e carta del “rischio” geologico ed ambientale ................................................... pag. 72 3.6 Caratterizzazione delle malte ....................... pag. 74 Bibliografia .................................................. pag. 76 4. ANALISI DEI MANUFATTI E DELLE SUPERFICI MURARIE ................................................................... pag. 83 4.1 Prime osservazioni ......................................... pag. 85 4.2 Tipologie ricorrenti ...................................... pag. 87 4.2.1 La matrice rurale ................................ pag. 88

2.1 Le procedure per la formazione del P.d.R. del Comune di Sant’Eusanio Forconese: il punto di vista del Responsabile Unico del Procedimento ... pag. 37

4.2.2 La matrice abitativa ........................... pag. 89

2.2 La formazione dei Piani di Ricostruzione (ex art.14, c.5 bis, Legge77/2009): valenze e limiti nell’ambito del restauro .................................................. pag. 42

4.3 Apparecchio murario ................................... pag. 100

2.3 Procedimenti di restauro post-sismico, dalla conservazione in sito dei manufatti alla rigenerazione dei “materiali di risulta” ............................. pag. 44

4.5 Intonaci ....................................................... pag. 114

2.4 Linee guida per la rigenerazione del costruito storico ..................................................................... pag. 48 2.5 Linee guida di restauro architettonico nel paesaggio urbano ......................................................... pag. 50 2.6 La qualità muraria a garanzia del ripristino strutturale per la sicurezza del costruito ...... pag. 52 2.7 Le matrici cromatiche del luogo e gli apparati decorativi come fattori da salvaguardare nell’azione di restauro urbano ....................................... pag. 53 3.

3.3 Inquadramento generale della conca aquilana .................................................................... pag. 65

4.2.3 La matrice ibrida ................................ pag. 92

4.4 Malte ........................................................... pag. 108

4.6 Tinte e colori ................................................ pag. 122 4.7 Pitture murali .............................................. pag. 125 Bibliografia .................................................. pag. 127 5. STUDI PER LA RIABILITAZIONE DI UN CENTRO STORICO MINORE: DALLE SCHEDATURE AL RILIEVO DEGLI EDIFICI DANNEGGIATI ................................. pag. 129 5.1 Inquadramento generale e ambito di studio in ambiente terremotato .................................. pag. 131 5.2 La campagna di rilievo in relazione alla suddivisione in aggregati e unità edilizie .......................... pag. 131

GEOLOGIA APPLICATA ..................................... pag. 59

5.2.1 Suddivisione in aggregati .................... pag. 131

3.1 Le analisi geo-morfologiche, geologico-tecniche e dei materiali ..................................................... pag. 61

5.2.2 Individuazione delle unità edilizie ....... pag. 132

3.2 Le indagini geologiche ................................ pag. 62

5.3 La redazione di una scheda tipo di catalogo per il restauro degli edifici danneggiati ................. pag. 133

3.2.1 Fasi di lavoro ...................................... pag. 62

5.4 Gli abachi degli elementi architettonici ....... pag. 136


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INDICE

5.5 Redazione delle mappe tematiche e di un modello tridimensionale per il progetto di ricostruzione ..................................................................... pag. 136

7.1 N.T.A. del P.d.R. di Casentino ....................... pag. 215

5.6 Studio di approfondimento su fronti stradali a campione ...................................................... pag. 137

7.2.1 Generalità ............................................ pag. 215

Estratto degli elaborati di piano .................. pag. 142

7.2 Parte prima: regolamento tecnico generale .. pag. 215

7.2.2 Normativa tecnica di indirizzo strategico ..................................................................... pag. 217

6. PROBLEMATICHE STRUTTURALI DEI CENTRI STORICI ESPOSTI AL RISCHIO SISMICO ................... pag. 167

7.3 Parte seconda: norme tecniche di attuazione e indicazioni sui criteri e modalità di intervento ..................................................................... pag. 219

6.1 Le peculiarità degli aggregati edilizi storici, delle strutture murarie e del materiale muratura ..................................................................... pag. 169

7.3.1 Linee guida per la valorizzazione del contesto ..................................................................... pag. 219

6.2 Vulnerabilità sismica e messa in sicurezza ... pag. 172

7.3.2 Interventi sulle unità edilizie e categorie di intervento .................................................... pag. 221

6.2.1 Introduzione ........................................ pag. 172 6.2.2 Lettura meccanica dell’edificato: i fattori influenti ....................................................... pag. 173 6.2.3 Quali criteri per gli interventi .............. pag. 181

7.3.4 Lineamenti orientativi per la conduzione degli interventi di restauro architettonico ............ pag. 225

6.2.4 Valutazione della sicurezza .................. pag. 182

7.3.5 Lineamenti di consolidamento per le murature in elevato ..................................................... pag. 225

6.3 Dal tessuto urbano all’individuazione delle unità strutturali .................................................... pag. 188

7.3.6 Lineamenti per il decoro urbano .......... pag. 226

6.3.1 Il tessuto urbano di Casentino ............. pag. 188

7.3.7 Fronti e superfici architettoniche: materiali e tecnologie (intonaci e coloriture) ................. pag. 226

6.3.2 La formazione e l’evoluzione degli aggregati ..................................................................... pag. 190

7.3.8 Lineamenti di manutenzione e restauro del colore e degli apparati decorativi ................. pag. 234

6.3.3 La configurazione degli aggregati e l’identificazione delle unità strutturali ......... pag. 190 6.4 Lettura del costruito e messa in sicurezza dell’aggregato n.20 ....................................... pag. 195 6.4.1 Introduzione ........................................ pag. 195

7.3.9 Annotazioni sul restauro del materiale lapideo ..................................................................... pag. 236 7.3.10 Lineamenti di restauro sulle superfici architettoniche ............................................. pag. 238

6.4.2 Le fasi dell’accrescimento .................... pag. 195

7.3.11 Lineamenti di rifacimento architettonico ..................................................................... pag. 240

6.4.3 Il sistema murario ............................... pag. 196

7.3.12 Spazi pubblici .................................... pag. 246

6.4.4 Le criticità ........................................... pag. 196

7.3.13 Linee d’intervento per la riqualificazione dello spazio urbano ............................................... pag. 247

6.4.5 Definizione di input di sito .................. pag. 200 6.4.6 Analisi locale: meccanismi di danno .... pag. 201 6.4.7 Interventi di consolidamento strutturale ..................................................................... pag. 207 6.4.8 Analisi globale ..................................... pag. 210 7.

7.3.3 Destinazioni d’uso ............................... pag. 225

NORMAZIONE PER LA RICOSTRUZIONE POST SISMA ..................................................................... pag. 213

7.3.14 Disposizioni finali sul decoro urbano: disposizioni integrative e compatibilità degli interventi ..................................................... pag. 249 GLI AUTORI, note curriculari ...................................... pag. 251 REFERENZE/RINGRAZIAMENTI ............................. pag. 255


INDICE DELLE TAVOLE

INDICE DELLE TAVOLE (elaborati di P.d.R.) Cap. 3. Carta geologica e dei dissesti geomorfologici .... pag. 78 Cap. 3. Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica con la riclassificazione in sotto-zone della zona 2001 suscettibili di amplificazioni locali nel centro storico ..................... pag. 79 Cap. 5. Estratto degli elaborati di piano ...................... pag. 141 Cap. 5A. Elaborati grafici del P.d.R .................... pag. 142 Aggregati individuati nelle schede AeDES .. pag. 142 Definizione degli aggregati .......................... pag. 143 Mappa del danno ......................................... pag. 144 Carta delle agibilità...................................... pag. 145 Mappa delle macerie .................................... pag. 146 Carta degli usi prevalenti degli immobili pre-sisma ..................................................................... pag. 147 Carta dello stato attuale delle reti e dei sottoservizi ..................................................................... pag. 148 Classi d’uso degli immobili ........................... pag. 149 Individuazione degli interventi sull’edilizia privata ..................................................................... pag. 150 Planimetria con individuazione degli edifici ordinari, di pregio e vincolati ..................................... pag. 151 Planimetria con individuazione degli interventi sugli spazi pubblici ............................................... pag. 152 Individuazione delle aree cantierabili .......... pag. 153 Cap. 5B. Aggregati .............................................. pag. 154 Aggregato n.5 – Via del Popolo ................... pag. 154 Aggregato n.1 – Via dell’Acquaro ................ pag. 155 Aggregato n.7 – Piazza del Popolo .............. pag. 156 Aggregato n.7 – Via Capo Croce .................. pag. 157 Aggregato n.10 – Via della Rava ................. pag. 158 Aggregato n.10 – Via Capo la Costa ............. pag. 159 Aggregato n.14, n.30 – Edificio isolato “F” – Via dell’Acquaro ...................................... pag. 160 Aggregato n.18 – Via della Fonte ................ pag. 161 Cap. 5C. Abaco degli elementi strutturali ............ pag. 163 Sistema dell’involucro edilizio ..................... pag. 163

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PRESENTAZIONE Il 6 aprile 2009, come noto, una violentissima scossa di terremoto ha distrutto i due centri storici di Sant’Eusanio Forconese e Casentino; il rapido susseguirsi delle disposizioni normative adottate in un contesto emergenziale ha imposto ai Comuni interessati dal grave evento sismico la necessità di dotarsi dei Piani di Ricostruzione dei centri storici per la redazione dei quali, il Comune di Sant’Eusanio Forconese si è avvalso, relativamente al centro abitato di Casentino, della preziosa collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Costruzioni e Restauro – che ha operato attraverso un gruppo di lavoro magistralmente diretto dal Prof. G. A. Centauro. Il Piano di Ricostruzione di Sant’Eusanio Forconese (Ambito A) e Casentino (Ambito B), che ha visto raggiunta l’intesa economica lo scorso 21 ottobre 2013, si prefigge lo scopo di assicurare la ripresa socio-economica, la riqualificazione dell’abitato ed il rientro della popolazione sfollata nelle abitazioni dichiarate inagibili a seguito del sisma. Credo sia doveroso precisare preliminarmente, che la redazione del Piano di Ricostruzione da parte dell’Università del Studi di Firenze, non costituisce un mero esercizio accademico, tenuto conto dell’importanza che lo stesso Piano riveste quale strumento strategico di pianificazione del territorio messo a disposizione dell’Amministrazione Comunale, dei tecnici e dei cittadini, per procedere alla ricostruzione del bellissimo centro storico di Casentino. Voglio ricordare, oltre alla collaborazione istituzionale, le numerose attività portate avanti con grande spirito di abnegazione e professionalità dal Prof. G. A. Centauro e dai suoi collaboratori, ma anche dagli allievi dei suoi corsi di restauro, tra le quali: - il progetto didattico relativo alle diciotto idee per lo sviluppo di Casentino, trasfuse in proposte reali finalizzate alla ricostruzione e riqualificazione del centro storico e dell’area in cui sono ubicati i moduli abitativi provvisori; - lo studio relativo alla messa a punto di metodologie per il monitoraggio, la rigenerazione di materiali di risulta, la conservazione ed il restauro architettonico a supporto della ricostruzione dell’edilizia storica danneggiata o distrutta dal sisma; - i numerosi rilievi dell’abitato di Casentino e del territorio comunale, con importanti scoperte frutto di inedite perlustrazioni. Tutto il prezioso materiale consegnato dall’Università degli Studi di Firenze al Comune di Sant’Eusanio Forconese costituirà, pertanto, un’imprescindibile base di partenza per portare al suo antico splendore il centro storico di Casentino. Dott. Giovanni Berardinangelo Sindaco del Comune di Sant’Eusanio Forconese


PREFAZIONE Il terremoto del 6 aprile 2009, che ha colpito il comprensorio aquilano, è stato davvero devastante, non solo per l’eccezionale intensità (5.9 gradi della scala Richter), ma soprattutto per gli effetti disastrosi che esso ha prodotto: 309 vittime, un tessuto sociale profondamente lacerato ed infine, un patrimonio storico-architettonico, di inestimabile valore, completamente distrutto. Le istituzioni, la comunità scientifica italiana, il variegato mondo delle associazioni, nonché la stessa Protezione Civile, sono accorse con esemplare sollecitudine in aiuto della popolazione aquilana colpita da questa immane catastrofe. Il Dipartimento di Costruzioni e Restauro dell’Università degli Studi di Firenze, nello specifico, ha scelto, con gesto encomiabile, di mettere le proprie competenze al servizio del Comune di Sant’Eusanio Forconese, occupandosi, fra le altre cose, di redigere il Piano di Ricostruzione della frazione di Casentino. Questo borgo è uno dei cosiddetti “centri minori” della conca aquilana, minore per dimensione forse, ma non certo per storia: il suo castello di S. Pietro di Barile, può infatti vantare l’orgoglio di rientrare nel novero dei celebri 99 castelli che, per volontà dell’Imperatore Federico II, diedero origine alla città dell’Aquila. Considerando che Casentino, così come molti altri simili borghi abruzzesi ed italiani, era finora sfuggito ad uno studio, su basi scientifiche, della sua storia e delle sue origini, si può facilmente intuire, quanto per noi sia stato prezioso, in quest’occasione, poter usufruire della generosità e dell’esperienza di un istituto prestigioso come il DiCR (oggi DIDA) dell’Università degli Studi di Firenze. Fin dall’inizio è apparso chiaro, non soltanto l’ineccepibile rigore scientifico, ma anche il vivace entusiasmo che il Prof. Giuseppe Centauro, coordinatore del gruppo di lavoro e i suoi collaboratori, hanno riservato al nostro luogo. Le loro ricerche non si sono limitate ai confini fisici del centro storico, né si sono arrestate al livello delle indagini necessarie alla redazione del P.d.R. ma si sono spinte ben oltre; il team ha condotto approfonditi studi sulle origini storiche del borgo, sulle dinamiche sociali e sulle relazioni che, oggi come in passato, esso ha intrattenuto con il comprensorio aquilano. A tal fine sono state compiute accurate ricognizioni archeologiche e geologiche, i cui risultati, per altro, non hanno mancato di sorprenderci. Percorrendo dunque le vie strette del borgo, spesso ingombrate dalle macerie, era ormai abitudine sorprendere il Prof. Centauro sulle tracce di affreschi e pitture del XV e XVI secolo o di elementi architettonici di rilievo: spazi voltati, archivolti, logge e porticati; ma anche portoni monumentali, spesso fregiati di pregevoli stemmi lapidei, purtroppo a rischio di perdita, che costituiscono forse il documento culturale più tipico del luogo. Non di rado era possibile imbattersi anche nei Professori Mario De Stefano e Carlo Alberto Garzonio, intenti ad analizzare materiali o ad eseguire rilevamenti geologici in compagnia di studenti e collaboratori. A questo proposito è opportuno segnalare, che il terremoto del 6 aprile ha reso chiaramente evidenti le diverse caratteristiche geo-meccaniche dei terreni su cui sorge l’abitato di Casentino; com’è stato possibile osservare infatti, gli edifici ubicati all’interno dello stesso centro storico, in virtù dell’eterogeneità qualitativa dei terreni di fondazione, sono stati colpiti in modo differenziato dal sisma. Per volontà del Prof. Garzonio inoltre, i rilevamenti geologici sono stati estesi anche all’esterno dell’abitato, sino all’imponente costone roccioso di Muro Murato, che sovrasta il paese. Una menzione a parte merita poi l’ammirevole lavoro condotto dalla Dott.ssa Cristina Grandin sui materiali antichi, sui loro aspetti cromatici e sulle possibilità del loro recupero; e quello altrettanto apprezzabile dell’Arch. Tazioli e dell’Arch. Iannone, sempre presente e attentissimo a che i lavori dessero i migliori risultati possibili. Infine un’ultima, non meno sincera nota di merito, va alla straordinaria capacità dimostrata dal team, di coinvolgere la popolazione residente; chiamata a partecipare attivamente alle numerose assemblee, essa si è resa consapevole dell’incommensurabile valore storico-culturale di Casentino, convincendosi ancor di più dell’ineludibile necessità della ricostruzione; essa ha infatti cominciato a credere realmente che la storia antichissima tramandata da quelle mura, da quei vicoli e da quelle pietre, per nessun motivo può interrompersi oggi, poiché fra quelle macerie è custodita la sua identità e conservato il suo DNA. Per concludere, da exSindaco di Sant’Eusanio Forconese ed ex-Assessore Regionale ai Lavori Pubblici della Regione Abruzzo, certo di esprimere un sentimento comune a tutti i cittadini di Casentino e Sant’Eusanio Forconese, vorrei sentitamente ringraziare il DiCR dell’Università degli Studi di Firenze, il suo Direttore, i suoi docenti ed in particolare il Prof. Centauro, per il lavoro svolto e l’affettuosa vicinanza dimostrata in questo momento difficilissimo della nostra storia.

Ing. Mimmo Srour


PREMESSA Il Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici (DIRES) prima, poi il Dipartimento di Costruzioni e Restauro (DICR), oggi Dipartimento di Architettura (DIDA) dell’Università degli Studi di Firenze, fin dal 2009, si sono fatti parti attive sul territorio aquilano per contribuire alla risoluzione delle problematiche del restauro urbano ed architettonico del dopo terremoto. Sotto il coordinamento e la responsabilità scientifica di chi scrive e contando sulla partecipazione attiva di alcune amministrazioni locali (in particolare, i Comuni di L’Aquila e di Sant’Eusanio Forconese), il Dipartimento ha organizzato studi, convegni, seminari di studio e mostre, ha sottoscritto distinti accordi di collaborazione, attuando in situ attività didattiche e di ricerca, realizzando pubblicazioni ed infine, sottoscrivendo, il 4 agosto 2011, un protocollo istituzionale per la formazione del Piano di Ricostruzione post-sisma, per la frazione di Casentino, con il Comune di Sant’Eusanio Forconese, con il quale aveva già avviato collaborazione nel 20101. Dalle attività connesse a quest’ultima convenzione, completate con le firme delle intese per la validazione finale del piano, in data 21 ottobre 2013, è derivato il presente progetto editoriale, finalizzato alla pubblicazione dei risultati di ricerca e dei documenti prodotti, ma soprattutto mirato a dar voce a riflessioni e considerazioni per la messa a punto di metodologie di studio e di linee guida d’intervento, per il restauro dell’edilizia storica e monumentale danneggiata dal terremoto. Le attività di studio e di rilievo, inizialmente condotte su alcuni comparti del centro storico di L’Aquila, interessando distinte aree ricomprese all’interno della cosiddetta “zona rossa” e il nucleo antico centrale di Sant’Eusanio Forconese, sono anche il frutto di laboratori didattici condotti sul campo, principalmente tra i mesi di febbraio e luglio 2010, poi proseguiti nel biennio successivo, operando sia alla scala urbana che a quella architettonica (per avere misura di queste e altre attività svolte, cfr. in Appendice: antefatti e studi). Gli elaborati di ricerca prodotti hanno interessato il centro storico di L’Aquila e di Sant’Eusanio Forconese. In particolare, si è preliminarmente provveduto a mettere a punto e realizzare un sistema integrato di catalogazione e trattamento dati con l’ausilio dello strumento informatico, 1

Con la Responsabilità per le attività di collaborazione istituzionale, dei proff. Mario De Stefano e Giuseppe Alberto Centauro, nonché del prof. Carlo Alberto Garzonio, Responsabile per le indagini geologiche, si è all’uopo costituito un Gruppo di Ricerca, così formato: dott.sa Cristina N. Grandin, arch. Guido Iannone, arch. Roberto Tazioli, in collaborazione con arch. Gianfranco Gracchi, arch. Lucio de Chiara, arch. Simona Pandolfi e di Daniele De Luca (L.A.M.),

elaborando un modello di scheda di documentazione integrata ai modelli ministeriali per l’analisi delle superfici e dei meccanismi di collasso ecc., successivamente estesa alla valutazione preventiva del rischio sismico, applicando in via sperimentale un innovativo sistema di archiviazione informatica e indagini in situ. Sono state altresì introdotte con studi paralleli oggetto di tesi di laurea, nuove metodologie di approccio GIS, per la formazione di database relazionali in grado di migliorare il livello prestazionale delle interrelazioni informative di studio, a partire dal recupero dei rilevamenti condotti dalla Protezione Civile fino alla realizzazione di cartografie tematiche dedicate alle problematiche della conservazione e del restauro, dallo studio delle tecniche e tecnologie costruttive al reimpiego e riciclo delle macerie, fino alla rigenerazione dei materiali di risulta post-sisma. Le applicazioni hanno interessato centinaia di edifici, dislocati in aree urbane individuate “a campione” (per L’Aquila, quelle della Prefettura, di S. Silvestro e di S. Pietro a Coppito), successivamente estese nei centri storici minori sulla base del particolare interesse per lo studio delle diverse tipologie architettoniche, operando valutazione del danno comparate con l’analisi sulla vulnerabilità sismica, altresì studiando la fattibilità del trattamento delle macerie per le molteplici implicazioni. Le analisi associate alla schedatura delle unità edilizie e al rilievo delle facciate urbane hanno prodotto studi sulla natura materica, sulla tecnica costruttiva, sulle stratigrafie delle murature e delle superfici intonacate e tinteggiate dell’edilizia storica, da porre in relazione alle problematiche del restauro post-sismico. Sono stati elaborati fotopiani di rilievo dei fronti di facciata, condotti monitoraggi sullo stato di conservazione e progressivo degrado delle murature, producendo contestualmente un ampio campionamento in situ di malte ed intonaci, rilievi del colore delle superfici architettoniche finalizzati a stabilire le matrici cromatiche del luogo, oltre a fornire valutazioni preliminari sulla recuperabilità degli intonaci per una possibile rigenerazione dei materiali ai fini di verificare le eventuali applicazioni nelle lavorazioni per il restauro, la riabilitazione funzionale, il trattamento e il rifacimento delle mancanze. Sulla scorta dell’esperienza acquisita sul campo e dei primi riscontri analitici è stato possibile per le finalità di restauro operando a supporto dell’arch. Federica Biase, operante quale Responsabile del Procedimento per il Comune di Sant’Eusanio Forconese dall’ottobre 2011. A questo primo nucleo operativo si sono aggiunti in fase di analisi e rielaborazione dei dati gli altri autori dei contributi (omissis) che sono distintamente presentati nel presente volume.


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PREMESSA

del costruito storico, di interesse culturale e ambientale introdurre correttivi, anche in seno alle attività standardizzate previste per la redazione di Piani di Ricostruzione (P.d.R.), ottimizzando le stesse procedure amministrative prestabilite nei protocolli e nella modulistica di capitolato tecnico speciale in applicazione conforme ai decreti e alle ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, indicati da parte della “Struttura Tecnica di Missione” (STM - Commissario delegato per la ricostruzione), responsabile della “governance” dei finanziamenti a sostegno degli interventi di riparazione e recupero degli edifici danneggiati dal terremoto. Successivamente, nel corso del 2011, la S.T.M. è stata trasformata in U.C.R, indi, dal 2013, sostituita in via definitiva in due distinte unità operative: una per L’Aquila, centro storico, e l’altra per i centri del Cratere, con la sigla U.S.R. (Ufficio Speciale per la Ricostruzione). L’esperienza di studio, allargata al coinvolgimento e alla partecipazione dei cittadini, condotta per la formazione del P.d.R. per la frazione Casentino nel Comune di Sant’Eusanio Forconese, ha altresì dimostrato la validità di certe procedure, ma anche l’opportunità di redigere lineamenti metodologici a carattere generale e particolare da seguire in tutte le successive applicazioni di restauro post-sismico. G.A.C. Fig.1 – Poster di presentazione delle attività del Laboratorio di Restauro dei Monumenti dedicato alla ricostruzione (prof. G.A. Centauro, 2012)

APPENDICE: ANTEFATTI E STUDI Il Dipartimento fiorentino, già all’indomani degli eventi disastrosi del 6 Aprile 2009 che hanno duramente colpito l’Abruzzo e, in particolare, il cratere aquilano, è prontamente intervenuto con puro spirito di servizio, singolarmente con propri docenti e collettivamente con iniziative coordinate a sostegno della ricostruzione post sismica. Dopo aver variamente contribuito alla fase dell’emergenza con alcune iniziative di solidarietà, organizzando dibattiti, primi interventi e studi propedeutici al restauro e alla riabilitazione dei monumenti e dei centri storici danneggiati (omissis), si sono instaurate con le amministrazioni locali (L’Aquila, Sant’Eusanio Forconese e San Demetrio nei Vestini) una serie di collaborazioni, corroborate da iniziative didattiche di ricerca e da pubblici dibattiti sia in sede fiorentina che aquilana, coinvolgendo ordini professionali, operatori tecnici e cittadini. Le principali attività svolte alla data della pubblicazione del volume, possono così sintetizzarsi: CONVEGNI – SEMINARI DI STUDIO – MOSTRE 2009. L’Aquila (Sede ANCE, 7 novembre): convegno (a cura dell’Ass. Culturale “Federico II”) “Quale governance per la ricostruzione?”, con relazione del prof. G. A. Centauro (DiCR): “Il restauro dei centri storici colpiti dal sisma”. 2010. L’Aquila (Sala Convegni, ANCE, 12 maggio): seminario Tecnico “Restauro, finitura e protezione/ decorazione di facciate, moderne o storiche, con intonaci fessurati e/o cavillati, progetto – metodi – materiali – colori” con relazione del prof. G. A. Centauro (DiCR): “Salvaguardare l’identità materica e cromatica del centro storico dell’Aquila”. 2010. L’Aquila (Auditorium Carispaq c/o Centro Direzionale Strinella 88, 8 giugno): Giornata di Studio, a cura del Dipartimento di Costruzioni e Restauro, (DiCR) dal titolo “Studi di restauro urbano ed architettonico: metodologie per la ricostruzione dei centri storici de L’Aquila e dei Comuni del cratere”. Presentazioni degli studi condotti per il Centro Storico di L’Aquila e per quelli di Sant’Eusanio Forconese e di San Demetrio ne’ Vestini. 2011. L’Aquila (Ridotto del Teatro Comunale – L’Aquila, 22/ 28 gennaio). Mostra a cura del DiCR: “L’Aquila. Studi e rilievi per la ricostruzione post-sisma del 6 aprile 2009”; Tavola Rotonda: “Dagli studi all’attuazione dei progetti”; Convegno: “Per il futuro della città di L’Aquila”. 2011. Sant’Eusanio Forconese (Sala Consiliare, 29 gen./ 6 feb.). Mostra a cura del DiCR: “Sant’Eusanio Forconese.


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Studi e rilievi per la ricostruzione post-sisma del 6 Aprile 2009”. 2012. Sant’Eusanio Forconese (Villa M.A.P. di Casentino, 18 settembre), Esposizione degli elaborati prodotti dal Laboratorio di Restauro dei Monumenti (Corso LM4 Università degli Studi di Firenze), dal titolo: “18 idee per la ricostruzione di Casentino” (a cura del prof. G. A. Centauro). ATTIVITA’ DIDATTICHE E DI RICERCA IN SITU - Comune di L’Aquila – Seminario di studio per la ricostruzione di comparti edificati (zona rossa) del centro storico di L’Aquila. Workshop del corso di Restauro Urbano (prof. G.A. Centauro) (1- 6 febbraio 2010) con rilievi e schedature in situ; Workshop del corso di Restauro delle superfici decorate dei Monumenti (7- 12 giugno 2010) con monitoraggio e analisi compartiva del danno. - Comune di Sant’Eusanio Forconese – Seminario di studio per la ricostruzione del centro storico di Sant’Eusanio Forconese. Workshop del corso di Restauro Urbano (prof. G.A. Centauro) (1- 6 febbraio 2010) con rilievi e schedature in situ; Workshop del corso di Restauro delle superfici decorate dei Monumenti (7- 12 giugno 2010) con monitoraggio e analisi comparativa del danno; Workshop del Laboratorio di Restauro dei Monumenti con rilievi e attività di progetto a carattere seminariale (21 giugno 2012). PUBBLICAZIONI E TESI DI LAUREA Comune di L’Aquila - DiCR, L’Aquila. Studi e rilievi per la ricostruzione post-sisma del 6 Aprile 2009, (a cura di G.A. Centauro), Ed. Portofranco, L’Aquila, 2011. Ivi: Centro storico di Sant’Eusanio Forconese. Presentazione degli elaborati di ricerca, pp. 66-79. Centauro G.A., Grandin C.N., Nuove strategie per la ricostruzione post-sismica dei centri storici aquilani colpiti dal sisma dell’aprile 2009, in “Bollettino Ingegneri”, 11, 2010, pp. 3-12. Comune di San Demetrio ne’ Vestini, 13 maggio 2011, presentazione delle Tesi di Master II° livello per il Restauro post-sismico della chiesa di Sant’Andrea a Stiffe. Università di Firenze, Facoltà di Architettura (DICR), Corso di Laurea Magistrale quinquennale, luglio 2011. A.A. 20102011, tesi di laurea di Erica Ventrella ed Elena Montomoli, riguardanti studi e metodologie per la ricostruzione del centro storico di L’Aquila (Aree “Prefettura” e “San Silvestro/ San Pietro”), relatore prof. G.A. Centauro, correlatori C.N. Grandin e R. Tazioli.

PREMESSA

Idem c.s., la tesi di Silvia Vezzosi, A.A. 2010-2011, dal titolo: “Ipotesi di restauro del centro storico della frazione Casentino: modalità di attuazione e simulazione d’intervento in aree campione”. Università di Firenze, Facoltà di Architettura (DICR), Corso di Laurea Magistrale in Architettura, attività del Laboratorio di Restauro dei Monumenti A.A.2011-2012. Seminario di studi dedicato all’applicazione sperimentale di progetto del Piano di Ricostruzione di Casentino, con tesi di Luca Bassano, relatore prof. G.A. Centauro, dal titolo “Ipotesi di restauro urbano ed ambientale post-sismico dell’area M.A.P. nel centro storico di Casentino (AQ)”. Idem c.s. Tesi di Laurea di Sabatino Cecchini e Francesca Curotti, relatore prof. M. De Stefano, dal titolo: “Interventi di riabilitazione post-sisma nel centro storico di L’Aquila: un approccio GIS, metodologia e prospettive applicative” Università di Firenze, Scuola di Architettura (DIDA), Corso di Laurea Magistrale in Architettura, A.A.2012-2013. Tesi di Laurea di Jacopo Mechelli, relatori prof.ssa L. Rovero e prof. U. Tonietti, dal titolo: “La questione sismica nell'architettura storica. Insegnamenti e riflessioni dal terremoto de L'Aquila (2009): un caso di studio nella frazione di Casentino”. Idem c.c.: le Tesi di Laurea di Nuria Chiara Palazzi e Sara Soldaini, relatori prof.ssa L. Rovero, correlatori prof. U. Tonietti, prof. G.A. Centauro, arch. G. Misseri, dal titolo: “Conservazione e recupero del costruito storico danneggiato dal sisma. Indagini strutturali e ipotesi d’intervento nell’abitato di Casentino (L’Aquila)”. Per l’A.A. 2013-2014: le Tesi di Laurea di Maria Simone, dal titolo “La chiesa di Sant’Eusanio Martire e il suo sistema absidale. Indagine finalizzata alla riduzione della vulnerabilità sismica di una testimonianza della cultura costruttiva”, relatore prof.ssa L. Rovero, correlatori prof. G.A. Centauro, prof. U. Tonietti” e la Tesi di Laurea di Maria Teresa Miele, dal titolo “Conservazione e recupero di un borgo storico esposto al sisma. Il recupero con presidi premoderni a struttura lignea di un isolato a Casentino (AQ)”, relatore prof. U. Tonietti, correlatori, prof. G.A. Centauro, prof.ssa L. Rovero. Centauro G.A., Rigenerazione dei materiali per l’ecosostenibilità, la green economy nel restauro e Laboratorio di Restauro dei Monumenti per la ricostruzione post-sisma, in “Opus Studiorum/6”, Laboratorio Restauro. Scritti vari e lezioni (1977/83 -2012), Lalli Editore, Poggibonsi (SI) 2012, pp.105-108.


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PREMESSA

ACCORDI CONVENZIONATI DI COLLABORAZIONE

Fig. 2 – Casentino, Villa MAP, Mostra “18 idee per la ricostruzione”

COMUNE DI L’AQUILA (27 gennaio 2010). Stipula di Accordo di collaborazione per ricerca scientifica tra il Comune di L’Aquila, il Dipartimento di Costruzioni e Restauro (Università degli Studi di Firenze), Accademia di Belle Arti di L’Aquila sul tema: “Messa a punto di metodologie per il monitoraggio di controllo, la rigenerazione dei materiali di risulta, la conservazione e il restauro architettonico a supporto della ricostruzione dell’edilizia storica colpita dal sisma dell’aprile 2009”. COMUNE DI SANT’EUSANIO FORCONESE (27 gennaio 2010). Stipula di Accordo di collaborazione per ricerca scientifica tra il Comune di Sant’Eusanio Forconese e il Dipartimento di Costruzioni e Restauro (Università degli Studi di Firenze), sul tema: “Messa a punto di metodologie per il monitoraggio di controllo, la rigenerazione dei materiali di risulta, la conservazione e il restauro architettonico a supporto della ricostruzione dell’edilizia storica colpita dal sisma dell’Aprile 2009”. COMUNE DI L’AQUILA (22 gennaio 2011). Stipula di Accordo di collaborazione per ricerca scientifica tra il Comune di L’Aquila, il Dipartimento di Costruzioni e Restauro (Università degli Studi di Firenze) “per una ricerca aggiuntiva inerente la rigenerazione dei materiali di risulta, lo studio delle malte e dei colori per il restauro dell’edilizia monumentale a supporto della ricostruzione del centro storico di L’Aquila”, condotta dalla Dott.ssa Cristina N. Grandin, vincitrice di assegno di ricerca, presso il suddetto Ateneo fiorentino . ACCORDI ISTITUZIONALI DI RICERCA COMUNE DI SANT’EUSANIO FORCONESE (4 Agosto 2011), Stipula di Accordo Istituzionale tra Enti con Disciplinare per la realizzazione di attività relative alla ricostruzione post-sisma del 6 aprile 2009, tra il Comune di Sant’Eusanio Forconese, il Dipartimento di Architettura e Urbanistica (Università degli Sudi di L’Aquila) e Il Dipartimento di Costruzioni e Restauro (Università degli Studi di Firenze). L’Accordo è finalizzato alla stesura di P.d.R. post-sisma per le fasi preliminare, propedeutica e di formazione, con prima fase attuativa, per la frazione Casentino nel Comune di Sant’Eusanio Forconese.

Fig. 3 – Il prof. Centauro, a sinistra, e il Sindaco Berardinangelo, a destra, presiedono la presentazione del P.d.R. di Casentino alla cittadinanza


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Figg. 4- Gli studi all’Aquila e Sant’Eusanio Forconese (gennaio 2010 - ottobre 2013): alcune fasi di lavoro e momenti di presentazione pubblica.

PREMESSA


4 Analisi dei manufatti e delle superfici murarie a cura di Cristina Nadia Grandin



4.1. Prime osservazioni Riassumere la devastazione del piccolo borgo di Casentino, non è cosa facile, soprattutto a distanza di cinque anni quando l’opera di ricostruzione si può dire appena iniziata. Il violento terremoto che il 6 aprile 2009 ha colpito l’Aquila e i comuni del suo entroterra, ha messo in evidenza tutta la fragilità del nostro patrimonio artistico italiano, apparsa ancor più cruda nelle immagini di rovina dei piccoli centri abitati. Qui i danni risultano incalcolabili, perché è nei piccoli centri minori come questo, sparsi ovunque su tutto il territorio nazionale, che si profila la fisionomia del nostro paesaggio più tipico. Realtà come quelle di Casentino, povere, disaggregate e semi abbandonate, se viste nell’ottica economica della modernità, appaiono faticosamente sostenibili, poco apprezzabili e difficilmente recuperabili, soprattutto dopo un evento disastroso come il sisma. L’edilizia storica dei piccoli borghi dell’Appennino centrale, non possiede apparentemente, delle tipologie costruttive di evidente valore, né dei caratteri riconoscibili di pregio come accade per l’architettura monumentale urbana, capaci di suscitare un interesse di salvaguardia costante, perciò il loro destino, sembra affidarsi alla sola cura dei propri abitanti. Eppure è la rilevanza dei centri storici minori su tutto il territorio nazionale, ad imporre una riflessione impegnativa e costante sul futuro della loro esistenza e sul significato che si dà oggi alla parola “restauro”. In luoghi come questo, le costruzioni rimangono l’unica testimonianza della cultura antica, l’espressione di un legame indissolubile tra la popolazione e il suo territorio, oggi più che mai a rischio d’estinzione entrambe. Qui, dove le costruzioni non hanno un progetto architettonico preordinato e non seguono alcun piano precostituito, la difformità e la varietà degli edifici, si configura spontaneamente come un piano di “edilizia diffusa”, inserendosi in modo rispettoso nel paesaggio e modificandosi al bisogno per la comunità. Disomogeneità e frammentarietà, sono gli unici elementi comuni e ricorrenti, attraverso i quali si legge la storia passata del luogo, la sintassi e lo spartito compositivo a cui guardare, per imparare a progettare una conservazione paesaggistica più consapevole. Un approccio di studio di tipo tradizionale, condotto attraverso i sistemi del rilievo architettonico e le consuete schematizzazioni d’abaco, è apparso fin da subito inadeguato, nel descrivere l’eterogeneità e l’inaspettata complessità dell’edilizia storica di Casentino. Qui gli edifici mostrano ovunque i segni di una tradizione rurale, umile e antica, in cui le strutture dialogano con il paesaggio, ben oltre lo stato di rudere lasciato dall’ultimo terremoto, condizionate

dall’ambiente che le circondano e legate alle materie prime locali. Le radici con il territorio e la disponibilità limitata delle risorse, hanno indubbiamente ostacolato lo sviluppo socio economico del borgo, che già dall’800, ha visto spopolare le sue campagne e regredire gli abitanti. Casentino, come tanti altri paesi situati in zona sismica, ha dovuto “riciclare” più volte gli scarti edilizi provenienti dai crolli, dalle frane e dai terremoti precedenti, riutilizzando nelle ripetute situazioni di ricostruzione, i materiali erratici e i frammenti architettonici recuperati nei dintorni, Dal punto di vista storico e sociale, i terremoti in queste aree, hanno segnato la vita d’intere generazioni, rendendo precario l’abitare e spingendo le popolazioni a recuperare i massi e le pietre, come prassi post sismica diffusa e abituale. La volontà di restare nei propri luoghi, ha dato agli abitanti la forza di ricominciare da capo, riedificando ogni volta le case, con ciò che la vecchia terra dava e ciò che il nuovo terremoto restituiva. Si sa però, che le ricostruzioni fatte in economia, senza pianificazione né regolamenti vincolanti, diventano permanenze stabili di ogni ricostruzione, aprendo presto la strada ad altri disastri. I costanti rifacimenti, l’operare improvvisato e il riuso dei materiali, diventano fattori ricorrenti dell’architettura storica minore. Nel corso dei secoli e delle cicliche ricostruzioni, sembra non sussistano degli accorgimenti tecnici particolari o dei sistemi di prevenzione adeguati, applicati consapevolmente per rendere più sicura e resistente l’edilizia civile del luogo. La storia architettonica e le tradizioni culturali di queste genti, con tutto il loro carico di povertà e precarietà aggiuntive, traccia un sentiero fatto di segni e testimonianze culturali, sparsi ovunque nel borgo: si vedono nelle elevazioni verticali delle strutture; nelle stratigrafie aggiunte dei paramenti; nelle imperfezioni degli intonaci e delle superfici; nei dettagli, nei complementi e nelle trasformazioni aggiunte secondo i vari cambi di funzione e destinazione d’uso. Il ripetersi costante del fenomeno di ricostruzione e rifacimento edilizio dopo ogni terremoto, diventa esso stesso una permanenza (di forme, materiali e modi dell’operare) altrettanto costante, un segno d’identificazione maggiore di questo paesaggio antropico. Ricorrenze e permanenze insieme, delineano l’identità del luogo, circoscrivono l’abitato al suo contesto, mettono a nudo gli stretti legami che intercorrono tra il centro e le sue periferie. Per secoli qui i modi di costruire e ricostruire sono rimasti identici, ripetendo abitualmente le lavorazioni, i processi e le tecnologie (alcune anche sbagliate), consolidate dalla tradizione ed esportate altrove. Accade nel capoluogo abruzzese, dove la città de L’Aquila, sorge grazie all’opera di maestranze provenienti dai vicini “castelli”, che portano con sé i saperi, i gusti e le


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tradizioni da cui uscirà la storia architettonica della città nei secoli a venire. Fig. 1 – Edifici crollati a L’Aquila

4. ANALISI DEI MANUFATTI E DELLE SUPERFICI MURARIE

presa. Per la sua messa in opera, decadono le prescrizioni di clima e di stagioni, di tempi e di stesure, ma rimane comunque una miscela estranea e del tutto incompatibile con i materiali antichi come la calce, la sabbia, la pietra, nonchè vietato dalle norme del restauro. Tuttavia è indubbio che il piano di ricostruzione di Casentino, dovrà fare i conti non solo con i materiali della tradizione locale, ma anche con il cemento: quello nuovo per l’adeguamento antisismico dei fabbricati e quello vecchio delle malte di consolidamento e rivestimento, che dovrebbe essere eliminato del tutto e sostituito con materiali più congrui. Il cemento ha segnato l’epoca di una speculazione edilizia selvaggia e ingorda che ha eroso le risorse del territorio, si spera che la stagione sia finita per sempre. Fig. 2 – Condizioni di rovina nel centro storico di Casentino

A differenza dei centri urbani, le periferie hanno sempre mostrato un forte ritardo nell’organizzare lo sviluppo edilizio interno e una proverbiale ritrosia all’innovazione, tanto che i primi importanti cambiamenti, avvengono solo nel XX secolo. L’innovazione è l’ultimo fattore che rivoluziona l’esistenza di questi luoghi, quella più difficile da gestire, perché è un vento improvviso che apparentemente sembra scontrarsi con i principi della conservazione e porta disordine nel tessuto edilizio primitivo, fomentando la crescita di elementi di contrasto prima imprevedibili. L’atteggiamento refrattario delle periferie, non è bastato a rendere il paese impermeabile agli abusi e alle speculazioni che l’hanno modificato brutalmente. Le tecnologie di costruzione e le opere di manutenzione, non sono più state le stesse dopo la comparsa del cemento, creando una cesura insanabile nel tessuto antico e cambiando irreversibilmente il volto di molte città. Forse oggi non si ha ancora piena consapevolezza della grande rivoluzione avvenuta col cemento: tracce si trovano ovunque negli edifici di Casentino e altrove, una poltiglia brutta e grigia, come unico, presunto, valido rimedio a tutti i fenomeni di danno e di degrado manifestati dagli edifici nel corso dei secoli. Il cemento resta un materiale odiato dagli architetti che si occupano di restauro e rispettato dagli ingegneri che intendono ricostruire: in mezzo, una folta categoria di edili, artigiani e maestranze tecniche che oggi difficilmente saprebbero lavorare senza cemento. La produzione industriale e il basso costo sul mercato, lo hanno reso materiale economicamente appetibile e reperibile ovunque, con eccellenti prestazioni meccaniche e lavorazione a pronta


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LA MATRICE RURALE

CARATTERI PERMANENTI: 1a) Dimensioni; 1b) Materiali costruttivi; 1c) Tecnica edilizia

ELEMENTI RICORRENTI: 2a) Irregolarità; 2b) Disomogeneità; 2c) Simmetria

MATERIALI TIPICI: 3a) Malte magre; 3b) Cantonali in pietra; 3c) Strutture in legno


ASPETTI CARATTERIZZANTI

4) Murature in pietra faccia vista; 5) Intonaco rabboccato raso sasso; 6) Finiture ruvide

7) Riuso dei materiali; 8) Soglie a gradoni rialzate; 9) Aperture piccole

10) Portoni e mercantili in legno; 11) Anelli di sosta per animali; 12) Vani seminterrati o archivoltati

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104

MU. 3.1

Muratura mista di pietre di medie, piccole dimensioni, con presenza di giunti di malta di grande spessore


MU. 3.2

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Muratura caotica in blocchi di pietra irregolari di dimensioni medio-piccole, con presenza di ricorsi orizzontali in laterizio


DEFINIZIONE DEGLI AGGREGATI

Ex Tav.3.2 - P.d.R. post-sisma del centro storico di Casentino

CAPITOLO

5A

143


CAPITOLO

5A

144

MAPPA DEL DANNO

Ex Tav.3.5_rev-1 - P.d.R. post-sisma del centro storico di Casentino


AGGREGATO N.18 - Via della Fonte

Rappresentazione in fotopiano con planimetria del piano terra correlata al contesto urbano

CAPITOLO

5B

161


CAPITOLO

5B

162

AGGREGATO N.18 - Via della Fonte

Sezione e modello plastico con indicazione dei meccanismi di ribaltamento con schema planimetrico di riferimento


208

Fig. 20 – Casentino, interventi di rinforzo sull’aggregato n. 20

6. PROBLEMATICHE STRUTTURALI DEI CENTRI STORICI ESPOSTI AL RISCHIO SISMICO


6. PROBLEMATICHE STRUTTURALI DEI CENTRI STORICI ESPOSTI AL RISCHIO SISMICO

Fig. 21 – Casentino, interventi di rinforzo sull’ aggregato n. 20

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