Dello Scompiglio della morte e del morire
Vol 2
2019
GENNAIO-GIUGNO
GENNAIO DOMENICA
13
FEBBRAIO TEATRO RAGAZZI
SPE ORE 15.30 e ORE 17.00
Giallo Mare Minimal Teatro La Regina delle Nevi La battaglia finale
DOMENICA
3
SAB-DOM
26-27
SABATO
9
SPE ORE 14.30-18.30
Effetto Larsen After/Dopo
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
Teatro Gioco Vita Io e Niente
età consigliata: dai 5 ai 10 anni
età consigliata: dagli 8 anni in su LABORATORIO
TEATRO RAGAZZI
SPE ORE 15.30 e ORE 17.00
MOSTRA
SPE ORE 11.30
inaugurazione
Vittorio Bini Muoiono sempre gli altri fino al 21 aprile
della morte e del morire
INCONTRI
SPE DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 18.00
performance concerti installazioni mostre incontri laboratori teatro ragazzi
Incontri sulla dimensione ideologica della morte: aspetti religiosi, laici e mistici sulle possibilità di vita dopo la morte PERFORMANCE
SPE ORE 19.00
ALDES/Stefano Questorio LILA - A Symphony about Life and Death R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
PERFORMANCE
SPE ORE 21.00
Teatro dei Gordi Sulla morte senza esagerare 10 FEBBRAIO REPLICA ORE 18.00
FEBBRAIO SABATO
23
CONCERTO
SPE ORE 19.30
Peppe Servillo Solisti di Roma Sinfonietta Histoire du soldat
MARZO SAB-DOM
2-3
musiche di Igor Stravinsky, Marcello Panni TEATRO RAGAZZI
DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00
24
Compagnia Burambò Il fiore azzurro
LUNEDÌ
25
Silvia Maggi e Aidan Jara The Denial of Death
DOT504 Dance Company You Are not the One Who Shall Live Long TEATRO RAGAZZI
DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00
17
compagnia tardito/rendina L’anatra, la morte e il tulipano età consigliata: dai 7 anni e per tutti
età consigliata: dai 7 anni RESIDENZA
PERFORMANCE
SPE SABATO ORE 19.30 DOMENICA ORE 18.00
SABATO
23
CONCERTO
SPE ORE 19.30
Pifarély/Roccato/Rabbia Requiem
musiche di Dominique Pifarély, Michele Rabbia, Daniele Roccato
serie di documentari R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E FI N O A L 10 M A R ZO
TEATRO RAGAZZI
DOMENICA SPE ORE 17.00
31
la programmazione potrebbe subire variazioni informazioni complete e aggiornamenti su programmi e orari
delloscompiglio.org
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Accademia Perduta Romagna Teatri Alan e il mare
età consigliata: dagli 8 anni e per tutti
progetto vincitore del bando
APRILE SABATO
6
PERFORMANCE
SPE DALLE ORE 17.00
Irene Cantero/En profundidad The Action on Committing Suicide PERFORMANCE
ESTERNI DELLA TENUTA DALLE ORE 17.00
Mariana Rocha Finita SABATO
13
CONCERTO
SPE ORE 21.00
Alda Caiello/Ars Ludi Omaggio a JacobTV Land of Silence musiche di JacobTV TEATRO RAGAZZI
DOMENICA SPE ORE 15.30 e ORE 17.00
14
Il Baule Volante Attento Pierino... Arriva il lupo! età consigliata: dai 3 ai 10 anni
la programmazione potrebbe subire variazioni informazioni complete e aggiornamenti su programmi e orari
delloscompiglio.org
SABATO
27
SPE e TENUTA DELLO SCOMPIGLIO ORE 11.00-19.30
inaugurazione INSTALLAZIONE
Levi van Veluw Sanctum
fino al 22 settembre INSTALLAZIONE
Cecilia Bertoni Camera #5
fino al 22 settembre ESITO RESIDENZA
Sabrina Mezzaqui Autobiografia del rosso fino al 12 maggio residenza dal 15 al 27 aprile INSTALLAZIONE
Titta Cosetta Raccagni I Cannibali VIDEO
PERFORMANCE
Avelino Sala Riderless
fino al 22 settembre progetto vincitore del bando
MAGGIO SABATO
18
GIUGNO
PERFORMANCE
SABATO
NELLA VIGNA MADRE ALL’ALBA e AL TRAMONTO
Alessio Trevisani Interbeing
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
1
25
VIDEO E CONCERTO
Stefano Giannotti/OTEME Un saluto alle nuvole
NEL BOSCO DALLE ORE 17.30
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
SPE PROIEZIONE VIDEO DALLE ORE 16.00 (30’) CONCERTO ORE 21.00
PERFORMANCE
Roberta Nicolai Spreco
Circolo Bergman Fatuo audioguida partecipata R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
laboratorio 4 INCONTRI A MAGGIO SABATO
PERFORMANCE
SPE ed ESTERNI DELLA TENUTA DALLE ORE 18.00
progetto e musiche di Stefano Giannotti LUN-VEN
esito
laboratorio 4 INCONTRI A MAGGIO
11-28 SABATO
14-15-16
CAMPO ESTIVO RAGAZZI
TENUTA DELLO SCOMPIGLIO ORE 8.30-17.30
Campo Dello Scompiglio 11-14/17-21/24-28 giugno PERFORMANCE
COLLINA DELL’UCCELLIERA ORE 18.00
Compagnia Dello Scompiglio On the corner
performance itinerante in 3 atti
di Cecilia Bertoni in collaborazione con Carl G. Beukman e Mauro Carulli SABATO
22
CONCERTO
ESTERNI DELLA TENUTA ORE 18.30
Caterina Di Cecca/Blow Up Percussion Mono no aware L’intensità agrodolce delle cose
musiche di Francesco Filidei, David Lang, Toshio Hosokawa, Caterina Di Cecca SABATO
29
LABORATORIO
SPE ORE 18.30
Collettivo PAC 13-18 Caronte
26-27 GENNAIO SPE
ORE 14.30 -18.30
Effetto Larsen laboratorio
After/Dopo
un progetto su ciò che resta PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
Raramente si riflette sulla propria fine: la sola idea suscita spesso ansia e superstizioni, allontanando la possibilità di riflettere su ciò che fa parte di un ciclo naturale. After/Dopo è un progetto partecipativo e sitespecific nato dall’esigenza di indagare il rapporto con l’unica certezza assoluta nella vita di ognuno di noi: la fine dell’esistenza. Diversi percorsi iniziatici cominciano proprio con la presa di coscienza della propria mortalità: una consapevolezza lucida e serena, volta a rendere più prezioso il tempo che ci resta.
ideazione e direzione artistica Matteo Lanfranchi sound design e direzione tecnica Roberto Rettura allestimento e visual Paola Villani assistenza artistica Beatrice Cevolani organizzazione Isadora Bigazzi After/Dopo è prodotto e sostenuto da Effetto Larsen, La Strada (Graz, Austria), Pergine Spettacolo Aperto, Danae Festival, Associazione Culturale Dello Scompiglio
Il mondo non finisce con noi: la vita prosegue, inesorabile quanto la fine. Essere consapevoli della sua fugacità significa da un lato prepararsi a lasciar andare ciò a cui teniamo, dall’altro riflettere su ciò che di noi, invece, resterà. Il nostro passaggio lascia segni evidenti: famiglie, proprietà, contratti, relazioni, immagini, ricordi, segreti. Questi segni si sono moltiplicati con lo sviluppo delle identità digitali. Esistono profili di persone decedute, gigabyte di e-mail, archivi fotografici mai stampati, tracce di comunicazioni, note vocali, chat, account segreti, identità fasulle.
“Qual è il miracolo più grande?” “Ogni giorno la morte colpisce, e noi viviamo come se fossimo immortali. Questo è il miracolo più grande.” (Mahabharata, Vana Parva)
After/Dopo si propone di far riflettere su ciò che resta di noi dopo il nostro passaggio, partendo da semplici domande, piccole attività, giochi, interviste, riflessioni. Partecipare è molto semplice: organizzeremo delle interviste, raccoglieremo storie, faremo domande alle quali sarete liberi di scegliere se rispondere o meno, proporremo piccoli giochi e attività per lavorare sul tema in maniera piacevole. Si tratta innanzitutto di un momento di riflessione e condivisione: nessuna risposta assoluta, solo la ricerca delle domande giuste. (Matteo Lanfranchi)
foto di Laura Triscritti
inaugurazione
9 FEBBRAIO SPE
DALLE ORE 11.30
Vittorio Bini
Muoiono sempre gli altri fino al 21 aprile PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
Vittorio Bini Muoiono sempre gli altri 2018 Cortesia dell'artista
Quello della morte è un territorio che ci è precluso. A noi vivi, la migrazione promessa è ogni giorno rimandata: finiamo col non crederci. Muoiono sempre altri, che ci appaiono muti testimoni, relitti di un misterioso approdo compiutosi in loro assenza. Senza tregua commentiamo e certifichiamo la morte altrui, palese eppure inconoscibile. Quanto alla nostra, non potendo condividerne l’esperienza diretta (sono morto!), ne tenteremo rappresentazioni letterarie o domestiche. La pagina rivelatrice del nostro morire resta vuota: ma in margine si affollano le note del timore e della profezia. Tracciati familiari elencano sole modalità: disordinato catalogo delle sembianze che la morte potrà assumere, degli abiti che vestirà incontrandoci. Esercizio inquietante, ma c’è tempo: questo ci diciamo mentre ascoltiamo battere le ore. Lo scritto/disegnato è commento deviante, artificio, un modo per girarci intorno. Nei silenzi e chiacchiere, nella Babele di derisori grafismi e buio pesto, è lecito cercarne tracce; poi, arresi, si può tornare sui propri passi: qui la morte non c’è. (Vittorio Bini)
SPE
DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 18.00
Incontri sulla dimensione ideologica della morte: aspetti religiosi, laici e mistici sulle possibilità di vita dopo la morte intervengono
Ottavio Di Grazia
Docente di Storia delle religioni del Mediterraneo presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli
Paolo Scarpi
Docente di Storia delle religioni e religioni del mondo classico presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova
Vittorio Bini Muoiono sempre gli altri 2018 Cortesia dell’artista
9 FEBBRAIO SPE
ORE 19.00
ALDES/Stefano Questorio
LILA - A Symphony about Life and Death PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
foto di Stefano Questorio
esito
un progetto di Stefano Questorio in collaborazione con Spartaco Cortesi ideazione e coreografia Stefano Questorio suono e composizioni musicali Spartaco Cortesi luci Diego Cinelli con Gloria Dorliguzzo, Davide Sportelli, Flora Vannini and Guests una produzione ALDES e Associazione Culturale Dello Scompiglio con il contributo di MiBAC - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del turismo - Direz. Generale per lo spettacolo dal vivo, Regione Toscana - Sistema Regionale dello Spettacolo
In Oriente può capitare di sentir dire che “non muori, perché non sei mai nato”. Secondo alcune scuole filosofiche indiane infatti, nascita e morte non sono che “manifestazioni” che appaiono e scompaiono dalla tela di fondo da cui tutto emerge e in cui tutto si riassorbe. Nello shivaismo tantrico questa tela di fondo si chiama Coscienza e coincide con la divinità stessa, Shiva: la creazione e la distruzione non sono che il “gioco” (Lila, in sanscrito) di Shiva che danzando crea e distrugge il mondo manifesto, e lo fa appunto per “gioco”. Lila, presentato qui nella sua forma ancora embrionale, lungi dal riferirsi all’iconografia orientale e al suo esotismo, usa questa visione filosofica come scheletro, come ossatura che muove una sinfonia corale di corpi e azioni per creare una esperienza immersiva, un ambiente rarefatto e metafisico in bilico tra Artaud e la performance art. In definitiva è il tentativo di suscitare un sentimento di Pietas, riconsegnando il nascere ed il morire al mistero e alla sua (crudele) potenza incomprensibile.
9-10 FEBBRAIO SPE
SABATO ORE 21.00 DOMENICA ORE 18.00
Teatro dei Gordi
Sulla morte senza esagerare PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
ideazione e regia Riccardo Pippa di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti,
Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
scene, maschere e costumi Ilaria Ariemme disegno luci Giuliano Bottacin cura del suono Luca De Marinis organizzazione Camilla Galloni, Monica Giacchetto co-produzione Teatro dei Gordi e TIEFFE Teatro Milano con il sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo - Progetto Next - Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo - Armunia - Campo Teatrale di Milano - Centro Artistico Il Grattacielo - Centro Teatrale MaMiMò- Mo-wan teatro - Sementerie Artistiche Concentrica 2016 - Asti Teatro Selezione Visionari Kilowatt Festival e Artificio Como 2016 Vincitore all’unanimità del Premio alla produzione Scintille 2015 Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2015, indetto dall’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine: spettacolo vincitore del Premio Speciale, Premio Giuria Allievi Nico Pepe e Premio del Pubblico
foto di Laila Pozzo
La produzione del Teatro dei Gordi è un omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska. Sulla morte senza esagerare, affronta il tema della morte in chiave ironica e divertente attraverso un uso non convenzionale delle maschere. Le figure si muovono con verità e leggerezza su un tessuto drammaturgico originale. Sulla soglia tra l’aldiquà e l’aldilà, dove le anime prendono definitivo congedo dai corpi, c’è la nostra Morte. I vivi la temono, la fuggono, la negano, la cercano, la sfidano, la invocano. L’unica certezza è la morte, si dice. Ma quanti ritardi nel suo lavoro, quanti imprevisti, tentativi maldestri, colpi a vuoto e anime rispedite al mittente! E poi che ne sa la Morte, lei che è immortale, di cosa significhi morire? Maschere contemporanee di cartapesta, figure familiari raccontano, senza parole, i loro ultimi istanti, le occasioni mancate, gli addii; raccontano storie semplici con ironia, per parlare della morte, sempre senza esagerare.
23 FEBBRAIO SPE
ORE 19.30
Peppe Servillo Solisti di Roma Sinfonietta
Histoire du soldat Marcello Panni La Terra del Rimorso
per 7 strumenti e voce recitante
Igor Stravinsky Histoire du soldat
(versione di Peppe Servillo) direttore Fabio Maestri voce recitante Peppe Servillo
Ensemble Roma Sinfonietta
violino Marco Serino contrabbasso Massimo Ceccarelli clarinetto Luca Cipriano fagotto Marco Ciamacco tromba Andrea Di Mario trombone Luigino Leonardi percussioni Antonio Caggiano
Marcello Panni ha realizzato una serie di composizioni denominata Popsongs, nelle quali usa lo stesso strumentario dell’Histoire du soldat di Igor Stravinski. Nella prima parte del concerto vengono proposti quattro pezzi del suddetto ciclo raccolti sotto il titolo La Terra del Rimorso. Questi pezzi sono basati su melodie molto note del Salento ispirate ai tarantolati e alle antiche pratiche di guarigione. Accadeva che le “tarantate�, dopo essere state morse da uno di questi ragni, entravano in uno stato di confusione e agitazione o piombavano nella depressione, dal cui torpore si destavano solo al suono di una musica che le costringeva a ballare convulsamente, rotolandosi e contorcendosi per terra, arrampicandosi sui muri.
25 FEBBRAIO / 10 MARZO Silvia Maggi e Aidan Jara Con “la pizzica”, mimando la danza della taranta, nella quale si identificavano per portarla allo sfinimento e alla morte, le donne, perdendo la propria identità, si potevano liberare dal veleno e guarire dal morso. Per liberare le “tarantate” dalla possessione demoniaca, i musicisti-terapeuti facevano ronda attorno alla vittima aggressiva ed isterica e impiegavano ore e ore per portare a termine il rituale, che si concludeva con la morte simbolica della taranta e la rinascita a nuova vita della donna. Rinascita impossibile per Joseph, il soldato protagonista della celeberrima Histoire du soldat di Igor Stravinski (1918), qui proposta nella versione di Peppe Servillo, che devastato dalla guerra, dopo aver venduto la sua anima al diavolo e nonostante il tentativo di tornare indietro nelle sue decisioni, non potrà evitare il suo atroce destino che lo condurrà alla morte. La forza propulsiva dell’Histoire du soldat è dimostrata dal gran numero di riletture che hanno accompagnato la sua fortuna novecentesca: le messe in scena di Giorgio Strehler, Dario Fo, Roberto De Simone, Pier Paolo Pasolini, utilizzano il testo originale come trampolino di lancio per audaci sperimentazioni creative, quasi che l’Histoire du soldat abbia rappresentato, per tutti questi artisti e anche per Peppe Servillo, un passaggio obbligato, un banco di prova per mettere a punto il loro personale linguaggio espressivo.
The Denial of Death serie di documentari R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
La negazione della morte è parzialmente responsabile per le persone che vivono vite vuote e senza scopo; perché quando vivi come se vivessi per sempre, diventa troppo facile rimandare le cose che sai che devi fare. (Elisabeth Kubler-Ross) La morte è un argomento della nostra vita quotidiana che porta oltre i limiti della razionalità. Abbiamo sentito il desiderio di condividere questa sensazione. Il viaggio per affrontare un argomento misterioso può essere lungo. The Denial of Death è una serie documentaristica che esplora il concetto della morte attraverso ritratti di persone che con essa hanno a che fare giornalmente, sia per lavoro, sia per passione o per missione. Una indagine resa possibile grazie alla residenza presso la Tenuta Dello Scompiglio, dove saranno presentati i punti chiave della ricerca e il teaser del progetto. (Silvia Maggi e Aidan Jara)
2-3 MARZO SPE
SABATO ORE ORE 19.30 DOMENICA ORE ORE 18.00
DOT504 Dance Company
You Are not the One Who Shall Live Long PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
ideazione e coreografia Jozef Fruček e Linda Kapetanea (RootLessRoot Company) performer DOT504 Nathan Jardin (BE), Aya Toraiwa (J), Pavel Mašek (CZ), Knut Vikstrøm Precht (SE) scenografia Jozef Fruček luci Periklis Mathiellis musica e suono MastroKristo ideazione costumi Linda Kapetanea realizzazione costumi Kristina Nováková Záveská direzione artistica DOT504 Lenka Ottová production manager Jana Martinů produzione DOT504 Dance Company co-produzione Jatka78
con il supporto di Città di Praga, Ministero della Cultura della Repubblica Ceca - DANCE PERFECT Studio - Artist’s Life Foundation Delegazione del Governo delle Fiandre di Praga, Jatka78
Ci si chiede di spiegare Di indicare un obiettivo, affermare un intento, dare un’idea. Ma niente. Tutto nasce dal niente. E non c’è niente da spiegare. Tranne accettare il fatto che Ciò che facciamo Ciò che esiste Ciò che siamo È un flusso che cambia continuamente. Ciò che facciamo non siamo noi Arriva a noi Uscendo da un posto qualunque, da nessuna parte Nessuno sa cos’è. Che cos’è? (Jozef Fruček, Linda Kapetanea) consigliato ad un pubblico adulto
23 MARZO SPE
ORE 19.30
Requiem
di Dominique Pifarély, Michele Rabbia, Daniele Roccato foto di Ariele Monti
Introitus Kyrie Lacrimosa Agnus Dei Lux Aeterna
dei secoli si è gradualmente sviluppata come genere a sé stante, seguendo direzioni teatrali (Mozart), operistiche (Verdi), sinfoniche (Brahms, Henze), cameristiche (Stravinsky, Fauré), spirituali (Gubaidulina, Pärt).
Dominique Pifarély violino, elettronica Daniele Roccato contrabbasso Michele Rabbia percussioni, elettronica
Nonostante questo il Requiem ha mantenuto la sua profonda essenza attraverso i secoli non smettendo mai di esercitare il proprio fascino. Si tratta di qualcosa che ha a che fare con l’essenza della nostra vita, con il nostro essere musicisti, con il nostro essere donne e uomini in un mondo sempre più disumanizzato. Questo lavoro ha la sua radice principale nella Messa da Requiem di Ockeghem, che spesso emerge con la voce trasfigurata di un coro di contrabbassi, mentre trae la sua ispirazione nelle suggestioni del Requiem di Ligeti. È un lavoro nel quale le nostre diverse provenienze – musica contemporanea e antica, improvvisazione radicale, musica elettronica, jazz d’avanguardia – si fondono l’una nell’altra. È il luogo del nostro incontro, così inesplicabile, così indispensabile. (Daniele Roccato)
con la partecipazione di
Rocco Castellani contrabbasso Mauro Tedesco contrabbasso Nella storia della musica dal XV secolo ai nostri giorni la Messa da Requiem è stata spesso considerata una forma musicale con la quale confrontarsi, presto o tardi. Dai tempi di Ockeghem (che nel 1461 scrisse la più antica Messa da Requiem pervenutaci) e degli altri compositori fiamminghi, la forma del Requiem e il suo obiettivo sono molto cambiati: mentre in origine lo scopo era quello di accompagnare una vera messa, nel corso
6 APRILE SPE
DALLE ORE 17.00
Irene Cantero/En profundidad
The Action on Committing Suicide PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
regia Irene Cantero performer Sandra Ayelo, Mar Rodríguez, Navidad Santiago, Irene Cantero musica Olivier Arson/TERRITOIRE, Luz Prado fotografia e video Álvaro Cantero coordinamento tecnico David Benito, Roberto Baldinelli testo Irene Cantero e citazioni anonime sul suicidio consulenti Maite Larrañeta, Nacho Sanjuán, Claudia Faci, Lorena Paz costume e attrezzo di scena Marina Sanz, Jara Blanco, Mercedes Cañadas, Toñi Hatos
Nel saggio Il mito di Sisifo Albert Camus scrive: “Il suicidio si prepara nel silenzio del cuore, allo stesso modo che una grande opera”. Per “preparare quest’opera” e costruire ognuna delle situazioni abbiamo portato sulla scena i corpi e le loro azioni. Abbiamo cercato di evitare di dare un giudizio sull’atto di per sé.
foto di Álvaro Cantero
La acción del suicidio non si riferisce ai motivi che possono portare a compiere il suicidio, ma mostra il corpo di una persona che ha deciso di farlo nel momento stesso in cui il processo/performance ha inizio, presentando le azioni fisiche necessarie a quel corpo per portare a compimento l’atto. I modi di realizzarlo presentati sono scelti in base alla complessità della loro costruzione. Richiedono tutti una preparazione accurata e un delicato equilibrio fra gli elementi che lo rendono possibile: un corpo, un luogo, una serie di oggetti. La difficoltà principale di questa proposta - accanto alla complessità del tema - consiste nella traduzione di tali necessità/bisogni e anche dei luoghi reali e del significato per il contesto performativo. Partendo da questi principi, abbiamo realizzato una particolare atmosfera in cui i performer e il pubblico abitano insieme un terreno che forse somiglia a una illusione, ma che non riesce però ad affascinare, data la durezza non celata di ciascuno scenario. (Irene Cantero)
6 APRILE ESTERNI DELLA TENUTA DALLE ORE 17.00
Mariana Rocha
Finita
performance per dieci donne PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
La morte rappresenta un’alterità sicura, incognita per qualsiasi dissertazione o testo e inscritta nella nostra autoconoscenza. È diventata un prodotto del capitalismo iperconsumistico, con corpi torturati e senza vita divenuti oggetti da vendere e usati a fini utilitaristici, in un’epoca di impunità e di rigore delle autorità. Finita fa parte di una serie di performance sul “lutto del sé”, dove per tre ore molte donne si scrivono in nero sul volto la parola “morta”, fino a renderlo tutto nero. Con l’aumento della violenza sulle donne e lavorando nei circuiti misteriosi che operano a contatto con la produzione e la circolazione della morte e con il suo rapporto con la storia politico-economica della colonizzazione, della violenza sociale e della povertà estrema, incentrandosi sul corpo defraudato del proprio controllo, non più appartenente a se stesso, che diventa un oggetto nelle mani degli altri, siano essi lo Stato o dei criminali, Finita propone una raffigurazione del corpo femminile in un contesto di morte, tortura, reclusione patriarcale e vulnerabilità, ponendo interrogativi su come trasportiamo il nostro stesso cadavere. Come ci portiamo dietro il nostro alter-ego, da morti?
13 APRILE SPE
ORE 21.00
Alda Caiello/Ars Ludi
Omaggio a JacobTV Land of Silence
JacobTV Syracuse Blues
per sax soprano, nastro e video (2008)
Si Wang
per 4 campane di bronzo, marimba, percussioni, arpa e video (2011)
Billie
per sax contralto, nastro e video (2003)
Harper Songs
per soprano, arpa e 2 percussionisti (2016)
Alda Caiello mezzo soprano Ensemble Ars Ludi Lucia Bova arpa Alfredo Santoloci sassofoni Antonio Caggiano percussioni Gianluca Ruggeri percussioni JacobTV regia del suono
Il tema della morte ha da sempre affascinato l’importante compositore olandese e lo ha ispirato per la realizzazione di molti lavori. In questo concerto vengono presentati alcuni dei suoi brani più significativi, che la indagano sotto diversi aspetti. Syracuse Blues per sax soprano, nastro e video, un canto straziante sulla morte dei pesci con la voce registrata dei venditori ambulanti
dallo stesso compositore in un mercato ittico di Siracusa durante un suo viaggio in Sicilia, è una riflessione sulla devastazione della natura ad opera dell’uomo. Scrive il compositore: “mi trovavo al mercato del pesce di Siracusa dove ho registrato le voci potenti, belle, melanconiche, strazianti e ricche di ̒ glissando’ dei venditori. Queste voci sono poi diventate il leitmotiv di questa composizione”. Il titolo del pezzo Si Wang (morte o morire) per quattro campane di bronzo, arpa, marimba, percussioni, nastro e video si rifà alla parola più usata dai conduttori televisivi cinesi durante la descrizione di una serie di devastanti terremoti dell’aprile del 2008 in Cina. Questo pezzo che vuole mostrare la morte in relazione ad eventi atmosferici catastrofici è costruito su orologi, qui rappresentati dalle campane di bronzo, che descrivono il drammatico trascorrere del tempo e constatano l’inesorabilità della natura in occasione di eventi devastanti come i terremoti. La morte come perdita di affetti in Billie per sassofono contralto, nastro e video, un omaggio alla grande cantante americana Billie Holiday della quale vengono mostrate le tappe della sua sfortunata vita e della sua incredibile carriera. Harper Songs per soprano, arpa e due percussionisti, costruita su testi tratti da poemi egiziani del 4000 a.C., esalta la funzione celebrativa dei riti funerari e delle pratiche legate ad eventi luttuosi.
inaugurazione
27 APRILE SPE
ORE 11.00-19.30
Levi van Veluw
Sanctum
fino al 22 settembre
Levi van Veluw (Hoevelaken, Olanda, 1985), cresciuto in una città fortemente riformista, è affascinato dalla Chiesa e dai suoi rituali. La complessità, la convinzione e la sicurezza con cui la fede veniva proclamata nella sua congregazione, ma anche il gergo scarno con cui veniva espressa, lo hanno reso particolarmente sensibile al vocabolario visivo della seduzione religiosa. Nel suo lavoro, l’artista sembra combattere radicalmente il linguaggio formale della sua giovinezza e, nonostante questo, la suggestione dell’Apocalisse e la tendenza a mettere in dubbio ogni principio restano temi centrali, proprio come lo erano stati durante la sua educazione protestante. Per l’Associazione Culturale Dello Scompiglio, Levi van Veluw propone un’installazione ambientale, immersiva e fortemente evocativa, intitolata Sanctum, che si incentra sul tema del totale abbandono in un ambiente semireligioso.
Sanctum invita il visitatore ad entrare all’interno dello spazio espositivo attraverso un ingresso molto stretto per scoprire un luogo nascosto, irradiato da un misterioso bagliore blu scuro. Un’apertura, al centro della sala, conduce a quanto sembra essere un ambiente rituale, un sancta sanctorum. Lo spazio sembra familiare, ma allo stesso tempo del tutto inafferrabile. Si tratta di uno spazio oppressivo in cui la religione, ancora una volta, sembra avere un ruolo importante oppure ci troviamo nella rappresentazione di un mondo fantascientifico? Levi van Veluw ci presenta un universo alternativo, attraverso un ambiente in cui tutto deve essere ridefinito. Le forme riconoscibili e l’ambiente dirompente privano il visitatore del suo orientamento sensoriale e lo isolano dalle associazioni esistenti: tutto ciò che rimane sono gli strati più profondi della sua percezione sensoriale.
Levi van Veluw Chapel 2019 Cortesia dell’artista
inaugurazione
27 APRILE SPE
ORE 11.00-19.30
Cecilia Bertoni
Camera #5 fino al 22 settembre
suono Carl G. Beukman tecnica e allestimento
Paolo Morelli, Alice Mollica, Chiara Nardi con Daniele Ghilardi
foto di Cecilia Bertoni
L’atto di scrivere il mio testamento è stato lo stimolo necessario per indagare più concretamente sulla mia morte, sulla necessità della morte. Sfogliando la storia, ripercorrendone i linguaggi estetici, ho scorto nelle rappresentazioni funerarie il desiderio di portarsi la sicurezza della propria casa nell’aldilà. Io invece vorrei sgusciare via dalla materialità della mia casa, anche intesa come corpo.
Percepisco la morte come un attimo fra due processi opposti e interdipendenti. Per quest’attimo di passaggio mi voglio poter spogliare di tutto ciò che appartiene a questo mondo per poter essere altrove con leggerezza, senza ancore. Oscillo tra la sicurezza e l’insicurezza di cosa possa rimanere di me una volta denudata dalla corporeità, dal tempo e dallo spazio terreno per entrare in un’esistenza che ora solo intuisco. Immagino il mio funerale e mi appare il mio corpo nudo, che entra e brucia nelle fiamme avvolto in questo telo funerario sul quale ho ricamato l’inestricabile alleanza fra la vita terrena e la vita nell’altrove. Per disegnare questo passaggio mi sono appoggiata poeticamente alla simbologia alchemica. (Cecilia Bertoni) Bibliografia
Marie-Louise von Franz, La morte e i sogni Bollati Boringhieri, 1986 Willy Minkes, Wrap the Dead: The Funerary Textile Tradition from the Osmore Valley, South Peru and Its Social-political Implications Faculty of Archaeology, Leiden University, 2005
inaugurazione
27 APRILE
TENUTA DELLO SCOMPIGLIO ORE 11.00-19.30
Sabrina Mezzaqui
Sabrina Mezzaqui Autobiografia del rosso 2017 Cortesia dell’artista Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana Foto di Ela Bialkowska, OKNO Studio
fino al 12 maggio
un acquerello al giorno dello stesso soggetto, per esempio un albero; iniziare la copiatura manuale dei quaderni di Etty Hillesum (sono undici); cercare la morte nelle parole dei poeti amati; chiedere aiuto a maestri di meditazione, terapeuti, guide spirituali per fronteggiare o affiancare la morte e invitarli a delle conversazioni.
Autobiografia del rosso PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
Residenza aperta al pubblico: 15-27 aprile L’esito della residenza sarà visitabile dal 27 aprile fino al 12 maggio Due settimane nella Tenuta Dello Scompiglio in cui immagino di condividere la realizzazione di un’opera (rielaborazione di un libro? Manualità semplice e lenta condivisa? Pratica di silenzio e attenzione?) con un piccolo gruppo di persone che vorrei ospitare. Persone del gruppo di lavoro con cui collaboro abitualmente e con cui condivido interessi, pratiche e sensibilità come altri artisti, fotografi, storici dell’arte, poeti, editori. Si lavorerebbe a porte aperte, ricevendo gradite visite. Nella stanza all’entrata ci saranno esposte tracce dei pensieri e del fare: libri aperti, frasi sottolineate, ritagli, piccoli manufatti, acquerelli, disegni, appunti, quaderni, immagini, singole parole... Svolgere un’azione lentissima, quasi impercettibile, ogni giorno (per es. percorrere 100 metri in un’ora, o mangiare una mela in mezz’ora, o sostare immobile 15 minuti sotto la pioggia); fare
In compagnia di questi libri: Etty Hillesum, Diario 1941-1942, Adelphi I Padri della Chiesa, L’atto del leggere, Qiqajon Vimala Thakar, L’arte di morire vivendo, Ubaldini Gregory e Mary Catherine Bateson, Dove gli angeli esitano, Adelphi; Frank Ostaseki, Cinque inviti, Mondadori Heinrich Zimmer, La via del Sé, Laterza Yasunari Kawabata, Mille gru, SE Jisei – poesie dell’addio, SE Antonella Anedda, Salva con nome, Mondadori Milo De Angelis, Poesie, Mondadori Franca Mancinelli, Pasta madre, Aragno Elisa Biagini, Da una crepa, Einaudi Mariangela Gualtieri, Le giovani parole, Einaudi Chandra Livia Candiani, Bevendo il tè con i morti, Interlinea (Sabrina Mezzaqui)
inaugurazione
27 APRILE
TENUTA DELLO SCOMPIGLIO ORE 11.00-19.30
Titta Cosetta Raccagni
Tre anni fa, a Lampedusa, un pescatore mi disse: «Sai che pesce è tornato? Le spigole». Poi si addumò una sigaretta, la svampò tutta in silenzio e concluse: «E sai perché le spigole sono tornate in mare? Sai di cosa si nutrono? Ecco». Buttò la sigaretta e se ne andò. Non c'era niente, davvero, da aggiungere.
I Cannibali PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
Tratto da Appunti per un naufragio di Davide Enia © 2017 Sellerio editore
Titta Cosetta Raccagni ideazione, ricerca, coordinamento artistico Roberto Odorico ricerca materiali, organizzazione ed allestimenti tecnico-biologici Elia Gasperini ricerca materiali ed assistenza tecnica (Ekoland) Diego Alberti montaggio sonoro Solo negli ultimi tre anni sono affogate nel mar Mediterraneo 15.000 persone, ed è una stima per difetto. La maggior parte dei pesci che vive nel Mediterraneo è carnivora. Chi sono i cannibali? foto di Blaque X
inaugurazione
27 APRILE SPE
ORE 11.00-19.30
Avelino Sala
Riderless
video/performance fino al 22 settembre PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
Nel contesto dell’arte contemporanea la morte solleva grandi narrazioni. Nei riti funebri dei grandi guerrieri o leader politici è stata spesso usata una procedura, che probabilmente proviene già dai tempi di Gengis Khan e anche dalle culture del Nord America, in cui il cavallo del defunto passeggiava solennemente con un soldato al suo fianco. La particolarità di questa azione simbolica è che le staffe, gli stivali e la spada del cavaliere sono posizionati all’indietro. Questa pratica militare che si è svolta, ad esempio, nella sepoltura di Kennedy, ci proietta verso un’idea eroica della morte. Avelino Sala (Gijón, Spagna, 1972), colloca questa video-installazione, creata a seguito di una performance, come un esercizio simbolico dell’anti-memoriale in cui si mette in discussione quell’idea di eroe e di leader, rappresentata in tutta la statuaria classica principalmente
attraverso un uomo a cavallo, e si interroga sulla necessità che quei politici siano in primo piano, quegli eroi (caduti) nell’attualità. Forse la società contemporanea, che già vive in una modalità liquida e in una comunità orizzontale, non ha più bisogno di cavalieri o eroi posti su un piedistallo. In questo modo, il rovesciamento del potere, la discesa dal piedistallo, ci consegna il cavallo come unico testimone della memoria. Questo progetto rappresenta anche la caduta del patriarcato, in quanto quella figura dominante eteropatriarcale, il “leader amato”, è caduto dal cavallo, indicandoci che, alla fine, abbiamo il nostro destino e non abbiamo più bisogno di seguire nessun altro. Forse questa è l’ultima azione simbolica del suo funerale.
Avelino Sala Riderless 2019 Video/Performance Cortesia dell’artista
18 MAGGIO NELLA VIGNA MADRE
ALL’ALBA e AL TRAMONTO
Alessio Trevisani Freies Tanz Ensemble Berlino/Lipsia
Interbeing
The fluidity of death. La fluidità del divenire tra spazio e tempo, tra corpo e sacralità PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
4 INCONTRI A MAGGIO ORE 15.00-19.00
laboratorio
coreografia e regia Alessio Trevisani assistenza coreografica e di laboratorio Matteo Magnabosco danzatori Murat Alkan, Marcos Vinicius da Silva,
Matteo Magnabosco, Yuko Matsuyama, Giada Palmisano, Thomas Roth, Claire Wolff
insieme a giovani e anziani del tessuto comunitario di Lucca che hanno partecipato durante la residenza al laboratorio di elaborazione coreografica, tra generazioni diverse, nonni e nipoti per un’idea oltre lo schema vita-morte costumi e oggetti di scena Mehrbood Mokarram percorso per 25 spettatori - prenotazione necessaria
Noi, storie contenute in venti centimetri di materia grigia situata dietro gli occhi, linee disegnate da tracce lasciate dal nostro sistema nervoso, durante il suo interagire nelle cose del mondo.
foto di Friedhelm Fett
La memoria e il nostro corpo sono la sorgente della nostra identità. Una ricchezza incredibile che rende ogni individuo unico e irripetibile. Il concetto di Interbeing, in italiano traducibile con Inter-essere, ci porta invece a riflettere come fare a sentirci parte di un tutto, in un sistema intrecciato di connessioni dove le cose dell’universo e della natura, ma anche quelle della nostra vita, non sono uniche e neppure separate tra nascita, vita, morte. Interbeing è un termine creato dal monaco buddista, Thich Nhat Hanh, per descrivere questa interconnessione e interdipendenza. Per comprenderlo pensiamo all’immagine dei fiori e del compost. Piantando un seme in un vaso di terra, innaffiandolo e a patto che quando germoglierà vi siano calore e luce, sboccerà forse un fiore. Osservando con sguardo parziale, tenderemo a credere che il fiore abbia un’esistenza separata, un sé separato. Ma guardando più profondamente, vedremo che il fiore non è un’esistenza separata dal compost, dalla luce del sole, dall’acqua e dall’aria. Se avessimo eliminato anche uno solo di questi elementi, il fiore non sarebbe esistito. Fiore, compost, acqua, luce e aria inter-sono. Dopo alcune settimane, il fiore appassirà tornando al compost. Non esiste nessuna fine e nessun inizio, nessuna nascita e nessuna morte.
25 MAGGIO NEL BOSCO
DALLE ORE 17.30
Roberta Nicolai
Spreco PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
4 INCONTRI A MAGGIO
laboratorio
drammaturgia e regia Roberta Nicolai interprete Michele Baronio con la partecipazione di alcuni cittadini costumi Andrea Grassi si ringrazia Tamara Bartolini per la collaborazione produzione Triangolo Scaleno Teatro percorso per 25 spettatori - prenotazione necessaria
foto di Enea Tomei
Spreco è un rituale, un rituale di sepoltura, che chiede la partecipazione di un gruppo di persone. L’azione è tratta da una scena teatrale dello spettacolo Nudità in cui il Figlio, chiuso nella sua stanza, cercava di rassicurare i familiari, in ascolto al di là della porta, minimizzando sui sintomi della sua trasformazione. I familiari non capivano le sue parole e spingevano la stanza facendola ruotare attraverso il palcoscenico. Il figlio continuava a parlare, prima a loro poi a se stesso, spiegando cosa stava accadendo fino al completo ribaltamento della stanza e della sua realtà. La fine della scena vedeva l’esistenza di due piani di realtà, paralleli ma ormai non più comunicanti: il Figlio al di là, i familiari al di qua. Così il Figlio cominciava a morire. Spreco riporta in vita quell’azione. La stanza, un’architettura a misura umana, viene trasportata attraverso il bosco della Tenuta. Viene fatta ruotare sugli spigoli. L’alto e il basso si annullano nel suo cammino. A spingerla non è più la famiglia della rappresentazione scenica, è una comunità temporanea creata per il progetto attraverso il coinvolgimento di alcuni cittadini di Lucca e dintorni. Il performer non ha più parole da dire, ha solo una canzone che canta a loop. L’opera è il video dell’azione. L’immagine ripresa di ciò che si è già compiuto.
1 GIUGNO SPE ED ESTERNI DELLA TENUTA DALLE ORE 18.00
Circolo Bergman
Fatuo
audioguida partecipata PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
R E S I D E NZ A D I C R E A Z I O N E
esito
con Sarah Ātman, Alberto Baraghini progetto di Paolo Giorgio, Sarah Chiarcos, Marcello Gori regia Paolo Giorgio musica originale e sound design Marcello Gori spazi e luce Sarah Chiarcos testi Paolo Giorgio e Circolo Bergman percorso per 25 spettatori - prenotazione necessaria
foto di Alessandro Brasile
Un fuoco fatuo è una fiammella blu sospesa a livello del terreno, derivata dalla combustione del metano e del fosfano dovuta alla decomposizione dei resti organici. Una luminescenza impalpabile che ci appare come un ultimo resto di vita proiettato oltre la morte. Judith Butler chiede: “Che cosa ti rende degno di essere il soggetto di un lutto?” A partire da questa domanda, Circolo Bergman ha avviato una ricerca sulla percezione della propria morte a venire. Si può assumere, come suggerisce Martin Heidegger, la morte come “la nostra possibilità più propria”, come un indice di finitezza che illumina il presente e rende più intensa la vita? E come si può celebrare una partenza con un gesto che riassuma la portata del viaggio? Ascoltare, camminare e guardare sono i gesti fondamentali che attraversano lo spettacolo. Una voce in cuffia guida gruppi di spettatori attraverso spazi diversi, in un intreccio di storie e visioni strettamente connesse al paesaggio, fino a una stanza nera in cui i percorsi tracciati tentano un ordine possibile. Immersi nella natura, inseguendo visioni molteplici, forse ci si chiede solo questo: quale rituale laico vorremmo fosse inventato “appositamente” per noi?
1 GIUGNO SPE
PROIEZIONE VIDEO DALLE ORE 16.00 (30’) CONCERTO ORE 21.00
Un saluto alle nuvole
progetto e musiche di Stefano Giannotti PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
Ensemble OTEME - Osservatorio delle Terre Emerse Irene Benedetti flauto, ottavino, voce Elia Bianucci clarinetti Stefano Giannotti voci, chitarra, chitarra elettrica, banjo, oggetti Emanuela Lari tastiere, voce Vittorio Win Fioramonti contrabbasso, basso, armonica, voce Antonio Caggiano vibrafono, percussioni Riccardo Ienna batteria, percussioni Punto di partenza è il video-documentario Un saluto alle nuvole, realizzato nel 2012 da Stefano Giannotti per l̓ Hospice di San Cataldo a Maggiano (Lucca). Nel video originale infermieri, OSS, dottori e famigliari dei pazienti rispondevano a domande sui temi della morte, della felicità, della memoria. In questa nuova opera tali riflessioni diventano materiali poetici per la costruzione di una serie di canzoni e brani da camera a metà fra cantautorato, avant-rock, e linguaggi colti del Novecento. Come in altri lavori si applica l̓ idea dell’opera come una città in perenne costruzione, decostruzione e restauro. Materiali vecchi diventano elementi di nuove installazioni. OTEME – Osservatorio delle Terre Emerse, ensemble/progetto a geometria variabile, nasce nel 2010 ad opera del compositore Stefano Giannotti, anch’egli membro della band, come laboratorio cameristico fra rock e musica contemporanea colta; da allora, al nucleo stabile dell’ensemble si affiancano musicisti da aree diverse a seconda del repertorio.
14-15-16 GIUGNO ALLA COLLINA DELL’UCCELLIERA ORE 18.00
Compagnia Dello Scompiglio
On the corner
performance itinerante in 3 atti di Cecilia Bertoni in collaborazione con Carl G. Beukman e Mauro Carulli regia Cecilia Bertoni musica, suoni e rumori Carl G. Beukman con Cecilia Bertoni, Mauro Carulli, Laura Dondoli, Charlotte Zerbey riprese e montaggio video Bam, Cecilia Bertoni tecnica e costruzione scene Paolo Morelli, Alice Mollica, Chiara Nardi direttrice di produzione Michela Giovannelli con il prezioso aiuto di Valentina Pracchia e Deniel Balestra
Questa casa non è più la mia casa. Vorrei sgusciar via, Svanire nella nebbia. Sognare - danzare, Dormire. Quel lungo sonno.
Numero limitato di 22 partecipanti Si raccomanda la prenotazione
This house is not my home anymore. I wish to sneak away, To vanish in the mist, Dreaming – dancing, Sleeping. That long sleep.
22 GIUGNO ESTERNI DELLA TENUTA
ORE 18.30
Mono no aware
L’intensità agrodolce delle cose progetto e composizioni inedite
Caterina Di Cecca
concerto itinerante PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
Francesco Filidei Silence = Death David Lang So-Called Laws of Nature Toshio Hosokawa Reminescence Caterina Di Cecca Mono no aware (prima esecuzione assoluta)
Blow Up Percussion Flavio Tanzi, Alessandro Di Giulio, Pietro Pompei e Aurelio Scudetti
Nella proposta di Caterina Di Cecca in collaborazione con Blow Up Percussion per il bando Della morte e del morire, il tema della morte è affrontato interrogandosi su come l’individualità si ponga di fronte ad essa e quanto tale posizione assunta sia in grado di condizionare di conseguenza il modo di vivere. Nulla ha più lo stesso significato se si prende consapevolezza della sua caducità. Questa visione è stata espressa ai livelli più elevati dal pensiero orientale, che analizza da secoli la tematica dell’inevitabile transitorietà del mondo e della cosiddetta “estetica dell’impermanenza”. In particolar modo, Motoori Norinaga ha parlato di mono no aware, traducibile in italiano con “intensità agrodolce delle cose”. Accettare l’incertezza del reale ci aiuta a eludere la sensazione di angoscia causata dalla sua precarietà e ci permette di godere la vita nei suoi momenti fugaci. L’inevitabile malinconia dovuta alla perdita di persone e cose care diventa dunque soffusa ed accompagnata da una tranquilla gioia dovuta al fatto che abbiamo potuto assistere alla bellezza del mondo, anche se soltanto per poco. Le percussioni, grazie alla loro varietà e fascinazione timbrica e alla loro capacità di trattenere o smorzare un suono, si prestano perfettamente ad evocare la meraviglia e l’impermanenza della realtà e a rendere tangibile la lettura della morte improntata su tale sentimento.
29 GIUGNO SPE
ORE 18.30
Collettivo PAC 13-18
Caronte
progetto di arte condivisa, dedicato alle scuole secondarie di secondo grado del territorio PROGETTO VINCITORE
L A B O R ATO R I O
della morte e del morire
esito
direzione artistica-didattica corporeità
Anna Albertarelli e Nuvola Vandini
direzione artistica-didattica nuove tecnologie
Roberto Passuti
consulenza antropologica
Martino Nicoletti
Il traghettatore ha il compito di accompagnare da una riva all’altra le anime che gli sono affidate; con questo stesso spirito il Collettivo Pac 13-18 intraprende le sue azioni artistiche-pedagogiche. “Vorremmo incontrare un gruppo di adolescenti - spiegano Anna Albertarelli e Nuvola Vandini - interessati a prendere parte attiva ad un processo di ricerca, che attraverso l’arte del corpo, della parola, del suono, delle immagini e con il sostegno
foto di Roberto Ruager
della ricerca antropologica, indaghi attorno all’evento della morte nel suo essere passaggio da uno stato ad un altro. Siamo interessati a conoscere la visione, i sentimenti, l’esperienza dei giovani e insieme trasformarli in una deriva condivisibile e collettiva, come un rituale.” Il progetto prevede il coinvolgimento di massimo quindici adolescenti degli Istituiti Superiori Secondari di Lucca e Capannori e propone un percorso di quattro incontri di tre ore, da svolgersi a scuola tra aprile e maggio e una parte residenziale presso la Tenuta Dello Scompiglio nel mese di giugno. Il percorso si chiuderà con un atto di condivisione pubblica presso la Tenuta Dello Scompiglio. Date presso le scuole 03/04 - 10/04 - 08/05 - 15/05 orario: 15.00-18.00 Residenza presso la Tenuta Dello Scompiglio 17-29 giugno 2019
13 GENNAIO SPE 15.30
TEATRO RAGAZZI
ORE
e ORE 17.00
Giallo Mare Minimal Teatro
La Regina delle Nevi. La battaglia finale liberamente tratto da La Regina delle Nevi di Renzo Boldrini, Michelangelo Campanale regia, scene, luci, disegni di scena e scelte musicali
Michelangelo Campanale con Alice Bachi costumi e voce della nonna Maria Pascale video Studio Leandro Summo esecuzione video Ines Cattabriga luci e suoni Roberto Bonfanti
La Regina delle Nevi ha come protagoniste due figure femminili: la sovrana che con i suoi poteri strega gli umani riducendoli ad automi privi di memoria e di sentimenti e Gerda, una bambina che affronta mille peripezie per liberare il suo amico Kay, prigioniero della Regina delle Nevi. Questo è lo sfondo sul quale, come in un gioco di specchi s’innesta la storia di Margherita, una ragazza che da bambina, insieme al suo amico del cuore Giacomo, amava ascoltare la favola della Regina dalla voce della nonna. Margherita non ha mai dimenticato quella favola, ma, al contrario della bambina del racconto,
non ha mai trovato il coraggio per affrontare e sconfiggere le sue paure dare un “lieto fine” anche alla sua storia personale. Grazie ad un sogno Margherita, ormai adulta, torna nella casa della nonna, dove ascoltava la storia di Kay e Gerda. Riscopre i luoghi della sua infanzia ritrovando quello che amava di più: un armadio con uno specchio che diventa una porta che le permette di mettere in relazione favola e realtà, passato e presente. Margherita affronta e supera le sue paure e, sconfiggendo la Regina delle Nevi, diventando finalmente davvero “grande”. Dal punto di vista scenico Margherita compie un grande viaggio pur restando all’interno di una stanza che, grazie agli artifici scenotecnici ed illuminotecnici e le proiezioni di immagini in 3D, si trasforma concretamente, poeticamente, in differenti scenari: steppa sconfinata, distese marine, notti misteriose, serre fiorite ed infine nel campo di battaglia per lo scontro finale fra Margherita e la Regina delle Nevi. Lo spettacolo moltiplica i piani narrativi e simbolici ed offre allo spettatore una prospettiva inusuale, poetica del tempo. Teatro d’attore, immagini. Età consigliata: dai 6 anni
3SPEFEBBRAIO 15.30
TEATRO RAGAZZI ORE
e ORE 17.00
Teatro Gioco Vita
Io e Niente
“Qui non c’è niente. Anzi, ci sono io. Niente e io. Niente si chiama Niente. Vive con me, intorno a me.” Così incomincia la storia di Lilà, una bambina che dopo aver perso la mamma e con il papà affranto dal lutto, si crea un amico immaginario, Niente. Assieme a Niente Lilà passa le sue giornate a fare niente. Ma Niente, al contrario di lei, è sempre di buonumore e risponde alla sua profonda indolenza con delicata e costruttiva positività. Al “non c’è niente da fare” di Lilà, Niente risponde che “dal niente si può fare tutto”…
Dal niente si può fare tutto da Moi et Rien di Kitty Crowther con Valeria Barreca, Tiziano Ferrari adattamento, regia e scene Fabrizio Montecchi sagome Nicoletta Garioni (dai disegni di Kitty Crowther) musiche Paolo Codognola costumi Tania Fedeli disegno luci Davide Rigodanza luci e fonica Alberto Marvisi assistente alla regia Vera Di Marco realizzazione sagome Federica Ferrari, Nicoletta Garioni realizzazione scene Sergio Bernasani coproduzione Teatro Gioco Vita, Segni New Generations
Io e Niente è una storia di straordinaria intensità e commozione che, con un linguaggio pieno di saggezza e poesia, ci dice che la debolezza e la fragilità possono essere trasformate in forza e che anche dalla mancanza, qualcosa di prezioso può nascere. Anche in questo spettacolo Teatro Gioco Vita rimane fedele al suo personalissimo linguaggio teatrale. Grazie alla fusione di ombre e attori mira a creare un amalgama scenico in grado di accompagnare i bambini, con delicatezza e partecipazione, alla scoperta di Lilà e del suo bellissimo giardino azzurro.
Festival
illustrazione di Kitty Crowther
G I O C O
V I T A
creazione 2017
Teatro d’ombre e teatro d’attore. Età consigliata: da 5 a 10 anni
24 SPE FEBBRAIO 15.30
TEATRO RAGAZZI ORE
e ORE 17.00
Compagnia Burambò
Il fiore azzurro
di e con Daria Paoletta costruzione del pupazzo Raffaele Scarimboli consulenza artistica Nicola Masciullo spettacolo vincitore In-Box Verde 2017
foto di Michela Cerini
Il protagonista di questa storia della tradizione orale zigana è un bambino che, alla morte della mamma, si mette in cammino alla ricerca della felicità e della fortuna. Si chiama Tzigo e il Fiore Azzurro, nato dalle lacrime che ha versato, sarà il suo spirito guida. Così Tzigo parte per la sua avventura: attraversa boschi, villaggi e incontra animali magici che lo aiuteranno ad affrontare la terribile strega Muma Padurii.
e la capacità di immaginare che il proprio destino non sia scritto, ma è in continuo cambiamento. Un viaggio iniziatico, dove l’andare di Tzigo, una figura in gommapiuma, corrisponde ad una ricerca identitaria. La narratrice è per Tzigo un’amica, una compagna, una spalla su cui piangere e, al tempo stesso, colei che disegna per lui gli spazi, attraverso un utilizzo sapiente della sua voce e del suo corpo d’attrice.
Una narrazione appassionata, divertente e fluida in cui, l’attrice e narratrice Daria apre lo sguardo allo spettatore fino a dialogare con il pubblico. Un viaggio attraverso la storia di un popolo, quello tzigano, attraverso l’accettazione del diverso, il superamento delle avversità della vita, l’amicizia
Teatro di figura e narrazione per attrice e pupazzo. Età consigliata: dai 7 anni
17 SPE MARZO 15.30
TEATRO RAGAZZI ORE
e ORE 17.00
compagnia tardito/rendina
L'anatra, la morte e il tulipano PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
liberamente tratto da Ente, Tod und Tulpe di Wolf Erlbruch idea, traduzione, drammaturgia e regia Bruno Franceschini coreografia e interpretazione Aldo Rendina, Federica Tardito musiche Wolfgang Amadeus Mozart,
Ludwig van Beethoven, Georges Bizet luci Lucia Manghi, Deborah Penzo scenografia e costumi Cristiana Daneo
produzione Franceschini // Droste & Co. (Berlino), compagnia tardito/rendina (Torino), Associazione Sosta Palmizi (Cortona) creato alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino la compagnia è sostenuta da Città di Torino e Regione Piemonte
Quella dell’incontro fra l’anatra e la morte è una storia dal finale inevitabile, ma inaspettatamente divertente e leggera. In fondo racconta una cosa semplice, e cioè che la morte ci accompagna fin da quando siamo in vita e che comprenderlo ci aiuta a non averne paura, a sentirci meno soli e magari anche a vivere più consciamente. L’anatra, la morte e il tulipano è vincitore del premio Eolo Awards 2015 come miglior spettacolo di teatro ragazzi e giovani, con la seguente motivazione: “Nello spettacolo, la danza di Aldo Rendina e Federica Tardito, nutrita di pochissime e significanti parole, si incontra con la musica espressa dal fagotto e dal violoncello per narrare ai bambini in modo poetico e coinvolgente l’incontro molto speciale di un’anatra con la morte. Due strumenti, assolutamente diversi che dialogano dolcemente e intensamente tra loro e con i corpi dei due danzatori, creano una coreografia curata e leggera, venata di ironia che incanta letteralmente i bambini e non solo, proponendo in modo adeguato un tema troppe volte negato alla loro emozione e considerato come un tabù da evitare.” Teatro e danza. Età consigliata: dai 7 anni e per tutti
TEATRO RAGAZZI
31 MARZO SPE 17.00 ORE
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Accademia Perduta Romagna Teatri
Alan e il mare PROGETTO VINCITORE
della morte e del morire
testo e regia Giuliano Scarpinato assistente alla drammaturgia Gioia Salvatori con Michele Degirolamo, Federico Brugnone in video Elena Aimone scene Diana Ciufo videoproiezioni Daniele Salaris luci Danilo Facco movimenti scenici Gaia Clotilde Chernetich costumi Giuliano Scarpinato progetto grafico Rooy Charlie Lana una coproduzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Accademia Perduta Romagna Teatri
Alan e suo padre Abdullah lasciano una notte il loro paese, in Siria, dove la guerra sta portando via le scuole, le case, gli alberi; salgono su una barchetta sgangherata e colma d’anime, per arrivare molto lontano. Ma quella notte una grande onda rovescia la barchetta, come fosse
foto di Giovanni Chiarot
di carta: Alan scivola via dalle braccia forti di suo padre, cade giù dentro il mare profondo. Lì diventa fratello delle alghe, dei coralli, dell’anemone colorato: un bambino - pesce, che da quel momento appartiene all’acqua, per sempre. Da quel giorno, Abdullah torna sempre alla stessa ora davanti al mare che ha preso Alan, per portargli i fiori più belli. Prega per il suo bimbo, prega forte: e così un mattino, all’alba, Alan lo sente, ed esce fuori dalle onde per abbracciare il babbo. Solo per pochi minuti però: quando il mare scandisce il suo rintocco, Alan deve tornare indietro. Così il giorno dopo, e poi ancora l’altro; ma ad Abdullah non bastano pochi minuti, non vuole vivere senza il suo bambino. Decide di andare da lui, entrare nel mare; Alan lo prende per mano e lo guida nella sua nuova casa. Lì, ancora una volta, Abdullah potrà restare solo per poco tempo; lui non appartiene al mare, ma alla terra, ed è là, gli sussurra all’orecchio il suo bimbo speciale, che dovrà continuare a vivere ed essere felice. Teatro di narrazione con oggetti. Età consigliata: dagli 8 anni e per tutti
14 APRILE SPE 15.30
TEATRO RAGAZZI ORE
e ORE 17.00
Il Baule Volante
Attento Pierino... arriva il lupo! liberamente tratto da Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev di Liliana Letterese regia Andrea Lugli con Liliana Letterese, Andrea Lugli, Nicola Zampieri scene e costumi Chiara Bettella, Andrea Manfredini
La celebre fiaba tradizionale di Pierino e il lupo, musicata da Sergej Prokofiev, narra la storia di un ragazzo che, con l’aiuto dei suoi inseparabili amici animali, riesce a catturare un ferocissimo lupo. Ogni personaggio della storia è contraddistinto da uno specifico strumento musicale, che ne facilita l’identificazione e che ha reso giustamente notissima questa fiaba musicale che Prokofiev aveva composto con lo scopo di educare alla musica i ragazzi delle scuole elementari russe. L’allestimento vede in scena un direttore d’orchestra-narratore, che presenterà e condurrà i bambini attraverso la storia, messa in scena da una serie di pupazzi animati a vista.
Teatro d’attore e pupazzi animati a vista. Età consigliata: dai 3 ai 10 anni
Campo Dello Scompiglio 11-14 / 17-21 / 24-28 GIUGNO Il Campo Dello Scompiglio è un momento altro e diverso da ciò che abitualmente i bambini vivono. Tre settimane durante le quali mettersi in gioco in ogni momento per essere protagonisti della propria vacanza, imparando a rispettare ed accogliere l’altro in tutta la sua diversità. Il luogo in cui si svolge è fuori dalle solite rotte percorse dai bambini e proprio per questo può essere di stimolo continuo alle attività e alla messa in gioco di idee ed energie. Il campo è dedicato a bambini della scuola primaria. Durante il campo i bambini sono seguiti dai nostri formatori esperti nel campo dell’arte pedagogica, con la collaborazione del personale della Tenuta Dello Scompiglio e della Cucina. Attraverso il linguaggio del gioco, del teatro e dell’arte vengono condotti alla scoperta di luoghi, mestieri e attività che connotano la Tenuta e che la rendono lo spazio ideale per un viaggio di esplorazione, per allargare le loro capacità e le loro conoscenze, stimolare e arricchire le abilità di ciascuno, trovare nuovi campi di gioco e di incontro con l’altro. Tra le varie attività in programma: percorsi esplorativi con attività pratiche, visita all’orto biodinamico con raccolta di ortaggi, preparazione della pizza o del pane con il cuoco Lando, laboratori artistici e naturalistici, una mattina a settimana piscina all’interno della Tenuta, pasti biologici alla Cucina Dello Scompiglio.
Cecilia Bertoni e Claire Guerrier con Carl G. Beukman Camera #3 2014
Ettore Favini e Antonio Rovaldi W18S 2012
Cecilia Bertoni con Carl G. Beukman L’Attesa 2010
Opere permanenti
Francesca Banchelli There is not a priori answer to this dilemma (The Dolphin Hotel) 2012
F.Marquespenteado In sosta
2014
La visita è possibile negli orari di apertura dello SPE e negli orari di apertura dell’ufficio. Si raccomanda vivamente la prenotazione. La visita è soggetta alle condizioni climatiche.
Valentina Vetturi Un Esilio 2011
Il Cimitero della Memoria a cura di Angel Moya Garcia con Cecilia Bertoni 2010
Alfredo Pirri Arie per lo Scompiglio 2009
Maurizio Nannucci Colours Passing Through Perceptions of Shadow and Light 2009
della morte e del morire 2019
Residenze 21-27 GENNAIO
1-6 APRILE
25 MAGGIO-1 GIUGNO
28 GENNAIO-9 FEBBRAIO
15-27 APRILE
17-29 GIUGNO
Effetto Larsen After/Dopo
ALDES/Stefano Questorio LILA – A Symphony about Life and Death
25 FEBBRAIO-10 MARZO Silvia Maggi/Aidan Jara The Denial of Death
12-15 APRILE Avelino Sala Riderless
Mariana Rocha Finita Sabrina Mezzaqui Autobiografia del rosso
4-18 MAGGIO
Alessio Trevisani Interbeing
11-25 MAGGIO Roberta Nicolai Spreco
Circolo Bergman Fatuo
Collettivo PAC 13-18 Caronte
2019
Prossimi appuntamenti performance / concerti / installazioni / mostre incontri / laboratori e teatro ragazzi PERFORMANCE
Compagnia Dello Scompiglio On the corner PERFORMANCE
Francesco Lauretta In hora mortis
progetto vincitore del bando VIDEO
Miriam Gili Diamanti
progetto vincitore del bando PERFORMANCE
Opera retablO Köszeg
progetto vincitore del bando
PERFORMANCE
CONCERTO
Cristina Planas Leitão Auser Musici/Petra Magoni (BACtéria Associação Cultural) Morire d’amore FM [featuring mortuum] LABORATORIO PER RAGAZZI progetto vincitore del bando TEATRO RAGAZZI
Il Teatro nel Baule / I teatrini Ticina mani di corteccia CONCERTO
Luca Nostro / NOGO Ensemble La morte stanca, parla
Sara Basta Le maschere dei vivi per i morti
Informazioni Biglietti spettacoli e performance
Visite alle opere permanenti
Manifestazioni a ingresso libero
Apertura in primavera, in base delle condizioni climatiche. Aggiornamenti, dettagli e durata dei percorsi: delloscompiglio.org La visita alle opere permanenti Dello Scompiglio è possibile negli orari di apertura dello SPE e negli orari di apertura dell’ufficio. Si raccomanda vivamente la prenotazione. La visita è soggetta alle condizioni climatiche. Dettagli e durata dei percorsi: delloscompiglio.org
inaugurazione mostre e installazioni 9 febbraio, 27 aprile incontri 9 febbraio presentazione video 1 giugno
Nella giornata scelta per la visita, prenotando il cestino alla Cucina Dello Scompiglio, è possibile fare un picnic negli spazi esterni della Tenuta, con l’opportunità di creare un proprio itinerario che si snoda fra le opere e il contesto naturale per cui sono state ideate
Laboratori - iscrizione grauita
Informazioni e prenotazioni
ingresso concerti e performance: € 15,00 - 10,00 ingresso esito residenze di creazione: € 5,00 ingresso esposizioni/opere permanenti: € 5,00
Biglietti Rassegna Teatro Ragazzi intero: € 7,00 ridotto bambini 3-12 anni, over 65: € 5,00
After/Dopo, Interbeing, Spreco
Orari mostre e libreria - SPE GENNAIO-APRILE
SPE - Spazio Performatico ed Espositivo biglietteria: dal giovedì alla domenica, in orario d’apertura +39 0583 971125 biglietteria@delloscompiglio.org
MAGGIO-GIUGNO
Associazione Culturale Dello Scompiglio ufficio: lunedì-venerdì, ore 9.00-17.30 +39 0583 971475 +39 338 7884145 info.ac@delloscompiglio.org
nei giorni di spettacolo gli spazi sono aperti fino a mezz’ora dopo il termine degli eventi
per le manifestazioni all’aperto alla Tenuta Dello Scompiglio sono consigliate calzature sportive non sono ammessi cani
giovedì-domenica, ore 14.00-18.00 oppure su appuntamento
giovedì-venerdì, ore 14.00-18.00 sabato-domenica, ore 15.00-19.00 oppure su appuntamento
Cucina Dello Scompiglio
Situata subito fuori le mura della Tenuta, la Cucina sarà sempre aperta nei giorni di spettacolo dando la possibilità di pranzare, fare merenda, prendere l’aperitivo o cenare nei suoi spazi interni ed esterni. Riduzioni del 10% sul menu à la carte presentando il biglietto degli spettacoli informazioni e prenotazioni: +39 0583 971473 cucina@delloscompiglio.org
la programmazione potrebbe subire variazioni informazioni complete e aggiornamenti su programmi e orari
delloscompiglio.org
Associazione Culturale Dello Scompiglio Giuria del Bando Della morte e del morire Cecilia Bertoni Presidente della giuria, direttrice artistica e membro fondatore dell’Associazione, ideatrice del Progetto Dello Scompiglio Michela Giovannelli Membro fondatore dell’Associazione e amministratrice Marialucia Carones Membro fondatore dell’Associazione e responsabile della sezione dedicata ai bambini Angel Moya Garcia Co-direttore per le arti visive dell’Associazione Antonio Caggiano Direttore artistico per l’attività musicale dell’Associazione Segreteria organizzativa, progetto ragazzi e bambini Salvina Rosso Elisa Di Meo Addetta stampa Angelica D’Agliano
Consulenza Ufficio Stampa Giovanna Mazzarella Progettazione grafica Alessandra Mezzetti Direzione tecnica Paolo Morelli Staff tecnico Alice Mollica Chiara Nardi
Stampato su carta ecologica Symbol Freelife Satin delle Cartiere Fedrigoni StampatoFSC su carta ecologica Symbol Freelife Satin, Cartiere Fedrigoni certificata
Biglietteria Maria Ilaria Panuccio Giulia Bonito Traduzioni Maria Ilaria Panuccio Flavia Watts
Te r r a e F o r e s t a , C u l t u r a , C u c i n a
Impulso > dare spazio ad una cultura dove i sensi, l’istinto e l’incontro fra artisti, pubblico, natura, coltura siano stimolati, eccitati, riempiti, svuotati... dove in mezzo al pubblico ci si possa sentire forse un po’ più individui
Associazione Culturale Dello Scompiglio direttrice artistica Cecilia Bertoni +39 0583 971475 +39 338 7884145 info.ac@delloscompiglio.org
SPE - Spazio Performatico ed Espositivo
+39 0583 971125 biglietteria@delloscompiglio.org via di Vorno, 67 55012 Vorno, Capannori (LU)
Comune di Capannori
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