Della morte e del morire

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Della morte e del morire

Te r r a e F o r e s t a , C u l t u r a , C u c i n a





della morte e del morire

SETTEMBRE 2018-DICEMBRE 2019 performance / concerti / installazioni / mostre incontri / laboratori e teatro ragazzi

Nel gennaio 2018 l’Associazione Culturale Dello Scompiglio ha lanciato il bando internazionale Della morte e del morire, rivolto ad artisti in ogni declinazione delle arti, incentrato sull’individualità in relazione alla morte e, più specificamente, alle sue tre dimensioni: la dimensione sociopolitica (l’eutanasia, l’aborto, il suicidio, la pena di morte o le morti accidentali come conseguenza di conflitti o disastri naturali), la dimensione ideologica (l’ateismo, l’agnosticismo e i credi religiosi, esoterici e mistici sulle possibilità di vita dopo la morte) e la dimensione celebrativa (gli aspetti relativi ai diversi rituali funerari e all’elaborazione del lutto). L’intenzione è stata quella di stimolare una riflessione sulla complessità e sulla diversità degli elementi in

correlazione con la morte e con il morire, attraverso progetti che potevano mettere a fuoco aspetti relativi alle tre dimensioni individuate. Si lasciava scelta ai partecipanti se affrontare e sviluppare il tema nella sua complessità o estrapolarne un solo aspetto, mentre erano dichiaratamente privilegiati i progetti in cui i confini tra le diverse declinazioni delle arti fossero permeabili.

di credi, di visioni, di ipotesi e di letture totalmente individuali e soggettive che possono condizionare la nostra forma di vivere. La mancanza di una qualunque certezza, di una verità assoluta e definitiva induce la morte a diventare il luogo delle possibilità e, di conseguenza, a convertirsi in terreno fertile per gli artisti nell’intento di raccontarla, accompagnarla, plasmarla, accettarla o tentare di sconfiggerla.

La morte è, prevalentemente, l’unica certezza che abbiamo e, contemporaneamente e paradossalmente, il centro nevralgico dell’incertezza, dell’ignoto e della paura. L’approccio alla morte e al morire, non solo è una delle caratteristiche essenziali per definire e comprendere una società ma, allo stesso tempo, apre tutta una serie di aspettative,

L’arte tenta in questo modo di rappresentare o immaginare l’ignoto dandogli forma e, allo stesso tempo, cerca di superare, attraverso la sperimentazione, l’interdizione sociale della morte stessa che rappresenta uno dei temi più ineludibili ma taciuti del nostro tempo.

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La rassegna che è scaturita dal Bando, e che si è inaugurata a settembre 2018 per terminare a dicembre 2019, includeva, accanto ai progetti vincitori, le creazioni della Compagnia Dello Scompiglio, gli incontri scientifici e gli spettacoli, le installazioni e le mostre commissionate direttamente dalla direzione artistica, oltre alla rassegna di teatro per ragazzi. Questa pubblicazione vuole lasciare una traccia della varietà e della ricchezza dei progetti che hanno fatto parte di questa lunga stagione dedicata a un tema così cruciale, da sempre al centro dell’interesse dell’artista. Sono stati infatti 508 i progetti pervenuti allo scadere del bando. In seguito a una selezione che procedeva per prove laboratoriali, audizioni o studio visit, 26 progetti inediti sono stati scelti per svolgere una residenza di creazione. Al termine della stagione, inoltre, 4 progetti sono stati selezionati per un’ulteriore fase di residenza, a completamento della produzione: 4

LILA - A Symphony about Life and Death di Stefano Questorio/ALDES; After/Dopo di Effetto Larsen; Atto di Adorazione di Dante Antonelli; Interbeing - The fluidity of Death di Alessio Trevisani/Freies Tanz Ensemble. La chiusura della nostra lunga stagione dedicata al tema della morte e del morire, nell’autunno del 2019, coincideva con l’insorgere della diffusione del Covid-19. Un avvenimento inatteso, che si poneva violentemente in primo piano, negli aspetti socio-politici, ideologici e celebrativi che avevamo preso in considerazione. Nel momento di licenziare questa pubblicazione, è impossibile ignorare quello che è successo nei mesi passati, e di come sono cambiati i nostri orizzonti in poco più di un anno. Un tempo sospeso in cui tutte le nostre percezioni spazio-temporali si sono alterate. Eventi analoghi, nel passato, hanno ciclicamente lasciato una traccia profonda nella società, mentre la letteratura e l’arte tutta si sono fatte

carico di indagare proprio quelle tre dimensioni, oggetto della nostra ricerca. In quest’ottica diventerà interessante vedere quali sviluppi avranno i progetti avviati nel contesto di questo bando, e cogliere nuovi significati nei lavori che debuttavano proprio mentre la morte e il morire prendevano risalto nell’immaginario collettivo soprattutto con l’emergere della dimensione politica e sociale della morte, con il tema della cura e dell’accompagnamento dei malati, l’impossibilità di compiere i riti funebri e di elaborare il lutto o l’aumento dei suicidi. Oltre a far emergere una rinnovata paura dell’estraneo e dello straniero.

In January 2018 the Associazione Culturale Dello Scompiglio announced an international open call Of Death and Dying, aimed at all artists in every branch of arts, focusing on individuality in relation to death and more specifically, to its three dimensions: the socio-political dimension (euthanasia, abortion, suicide, the death penalty, or accidental death as a consequence of conflict or natural disasters), the ideological dimension (atheism, agnosticism, and religious, esoteric and mystic beliefs about the possibility of life after death) and the celebratory dimension (aspects related to different funerary rituals and the mourning process). The intention was to stimulate reflection on the complexity and diversity of the elements related to death and dying, through projects that could bring into focus aspects related to the three dimensions mentioned above. The participants could choose to take on and develop the theme in all its


complexity or to extrapolate a single aspect. Preference was overtly given to projects that crossed the boundaries between the different branches of the arts.

overcome, through experimentation, the social interdiction of that same death that represents one of the most unavoidable but unspoken themes of our time.

Death is, for the most part, the only certainty we have and, at the same time and paradoxically, the nerve centre of uncertainty, the unknown and fear. The approach to death and dying is not only one of the essential characteristics for defining and understanding a society, but, at the same time, opens up a whole series of expectations, beliefs, visions, hypotheses and totally individual and subjective readings that can influence our way of life.

The season that emerged from the Open Call, which was inaugurated in September 2018 and ended in December 2019, included, alongside the winning projects, the creations of the Compagnia Dello Scompiglio, scientific discussions and shows, installations and exhibitions directly commissioned by the Artistic Directors, as well as a children’s theatre programme.

The lack of any certainty, of an absolute and definitive truth inspires us to view death as the place of possibilities and consequently it transforms into fertile ground for artists to explain, accompany, shape or attempt to defeat it. In this way, art tries to represent or imagine the unknown, giving it form and, at the same time, tries to

This publication hopes to leave a trace of the variety and richness of the projects that have been part of this long season dedicated to such a crucial theme, which has always been at the centre of artistic interest. In fact, 508 projects were received at the end of the Open Call. Following a selection that proceeded with workshops, auditions or studio

visits, 26 original projects were chosen to take part in a creative residency and present their works. At the end of the season, 4 projects were selected for a further residency phase to complete the production: LILA - A Symphony about Life and Death by Stefano Questorio/ALDES; After/Dopo by Effetto Larsen; Atto di Adorazione by Dante Antonelli; Interbeing - The fluidity of Death by Alessio Trevisani/Freies Tanz Ensemble. The end of our long season dedicated to the theme of death and dying, in the autumn of 2019, coincided with the onset of the spread of Covid-19. An unexpected event, which was violently placed in the foreground in the socio-political, ideological and celebratory aspects that we had considered. At the moment of discharging this publication, it is impossible to ignore what has happened in the past months and how our horizons have changed in little over a year.

A suspended time in which all our space-time perceptions have altered. Similar events in the past have cyclically left a deep mark on society, while literature and art all took on the task of investigating precisely those three dimensions that were the subject of our research. From this perspective, it will be interesting to see what developments will be made in the projects that were launched in the context of this open call, and to grasp new meanings in the works that debuted just as death and dying took prominence in the collective imagination, especially regarding the emergence of the political and social dimensions of death, with themes of the care and support of the sick, the impossibility of performing funeral rites, mourning, or increasing suicides. In addition to bringing out a renewed fear of outsiders and strangers.

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progetti


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27 APRILE-22 SETTEMBRE 2019

Levi van Veluw Sanctum a cura di Angel Moya Garcia

Levi van Veluw, cresciuto in una città fortemente riformista come Nijkerk nei Paesi Bassi, è stato affascinato dalla Chiesa e dai suoi rituali sin dalla sua prima giovinezza. La complessità, la convinzione e la certezza con cui la fede è stata proclamata nella sua congregazione e il rigido linguaggio visivo della sua pratica lo hanno reso sensibile al vernacolo visivo della seduzione religiosa. Allo stesso tempo lo incuriosiscono anche i moderni movimenti spirituali, come la ben nota Chiesa di Scientology, che fanno un uso convincente di simboli religiosi. Nel corso dei secoli, nelle culture di tutto il mondo, la religione ha svolto un ruolo importante nello sviluppo dell’arte, dell’architettura e della narrazione. Anche se spiritualmente è in definitiva immateriale, la maggior parte delle persone pratica la propria fede nei luoghi di culto, usando oggetti sacri ed eseguendo rituali sacri. Levi van Veluw ha studiato meticolosamente il ricco linguaggio formale e il potere dell’immaginazione che è usato per condurre le persone alla fede religiosa.

All’interno di questa ricerca, è particolarmente interessato agli aspetti del processo religioso. Sceglie di non concentrarsi su questioni politiche che circondano la fede, ma piuttosto esplora come le varie fedi operano nella mente dei fedeli attraverso la forma e l’immagine. Interrogandosi se lui, come artista, è in grado di provocare un’esperienza spirituale convincente nel visitatore. L’installazione Sanctum, sviluppata appositamente per la Tenuta Dello Scompiglio, a testimonianza di una fittizia convinzione religiosa, coinvolge tutti i sensi del visitatore. L’ultima stanza in cui i visitatori hanno concluso il loro viaggio a Kerguénnec, nell’installazione The relativity of matter, diventa il punto di partenza per un’installazione più articolata nello spazio espositivo della Tenuta Dello Scompiglio. Levi van Veluw ha basato Sanctum sul primo edificio religioso, il Tabernacolo, chiamato anche la tenda delle riunioni. Questa tenda serviva da luogo di culto e simboleggiava la presenza di Dio in mezzo a coloro che si erano radunati.

L’interno del Tabernacolo consisteva in tre spazi: il Cortile (o Piazzale), il Luogo Sacro e il Santuario (o Sancta Sanctorum), sacri in gradazione ascendente. Come il Tabernacolo, l’opera di Levi van Veluw presenta simmetria e armonia, per esprimere lo sforzo verso la perfezione divina e riflettere la santità divina attraverso le gradazioni accurate delle tre fasi. Come tale, gioca con la composizione secolare della struttura religiosa e quindi attira lo spettatore sempre più in profondità nel Santuario. Dopo una lunga discesa, un misterioso bagliore blu scuro traspare attraverso una stretta fessura nel muro. Il visitatore entra attraverso questa apertura in uno spazio sotterraneo dal soffitto alto, il Piazzale. Enormi colonne emergono da entrambi i lati e montagne di carbone finto sono sparse per tutto il pavimento, mentre il sentiero nel centro è tenuto aperto. Forme statiche inserite in sequenze ripetitive richiamano la struttura di un edificio fatto per glorificare uno scopo superiore sconosciuto.

Lo spazio appare lentamente, un passaggio aperto alla fine conduce a quello che sembra essere un ambiente rituale, il Santuario. L’acqua profumata scorre attraverso un modello ordinato di incisioni geometriche nel pavimento. Al centro, c’è una cappella, composta da una rete dettagliata di griglie, scatole e aperture, il Sancta Sanctorum. Si tratta di un’apertura verso un nuovo mondo in cui la religione, ancora una volta, svolge un ruolo importante? Oppure l’artista usa i simbolismi esistenti per attirare la mente verso una nuova religione? Queste sono domande che l’artista lascia allo spettatore.

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Levi van Veluw, raised in the highly reformist Nijkerk, has been fascinated with the Church and its rituals since his early youth. The complexity, conviction and certainty with which the faith was proclaimed in his congregation and the stark visual language of its practice made him sensitive to the visual vernacular of religious seduction. Yet also modern spiritual movements, such as the well-known Church of Scientology, that make convincing use of religious symbols, intrigue him as well. Throughout the ages, in cultures around the world, religion has played an important role in the development of art, architecture and storytelling. Even if spiritually is ultimately immaterial, most people practice their faith in places of worship, using sacred objects and performing sacred rituals. Levi van Veluw has meticulously studied the rich formal language and power of imagination that is used to lead people to religious faith. Within this research, he is particularly interested in the aspects of the religious process.

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He chooses not to focus on political issues surrounding faith, but rather explores how the various faiths operate in the mind of the faithful through form and image. And whether he, as an artist, is capable of provoking a convincing spiritual experience in the visitor. The installation Sanctum, developed especially for Tenuta Dello Scompiglio, testifying of a fictitious religious conviction, engages all the senses of the visitor. The last room where visitors ended their journey in Kerguénnec, The Relativity of the Matter, becomes the starting point for a more elaborate proposition in the expositive space of Dello Scompiglio. Levi van Veluw based Sanctum on the first religious buildings, the Tabernacle, also called the tent of meeting. This tent served as a place of worship and symbolized God’s presence amidst those who had gathered. The interior of the Tabernacle consisted of 3 spaces: the Forecourt, the Holy Place and the Holy of Holies, sacred in ascending gradation.

Like the Tabernacle, Levi van Veluw’s work features symmetry and harmony, to express the strive for divine perfection and reflect the divine holiness through the careful gradations of the three phases. As such, he plays with the age-old composition of the religious structure and thereby lures the spectator deeper and deeper into the Sanctuary. After a long descent, a mysterious dark blue glow shines through a narrow crack in the wall. The visitor enters through this opening into a high-ceilinged, underground space, the forecourt. Massive columns emerge on both sides and mountains of coal lie scattered across the floor, while the path in the centre is kept open. Static forms set in repetitive sequences recall the structure of an ecstatic building, made to glorify an unknown higher purpose. The space slowly comes into view, an open passage at the end leads to what appears to be a ritual environment, the Sanctuary. Fragrant water flows through an ordered pattern of geometric incisions in the floor.

At the centre, there is a chapel, composed of a detailed network of grids, boxes and openings, the Holy of Holies. Is this an opening to a new world in which religion, again, plays an important role? Or does the artist use existing symbolisms to lure the mind into a new religion? These are questions the artist leaves the spectator with.


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27 APRILE-22 DICEMBRE 2019

Cecilia Bertoni Camera #5 Installazione ambientale

suono Carl G. Beukman direzione tecnica e allestimento Paolo Morelli con Alice Mollica, Chiara Nardi e Daniele Ghilardi

L’atto di scrivere il mio testamento è stato lo stimolo necessario per indagare più concretamente sulla mia morte, sulla necessità della morte. Sfogliando la storia, ripercorrendone i linguaggi estetici, ho scorto nelle rappresentazioni funerarie il desiderio di portarsi la sicurezza della propria casa nell’aldilà. Io invece vorrei sgusciare via dalla materialità della mia casa, anche intesa come corpo. Percepisco la morte come un attimo fra due processi opposti e interdipendenti. Per quest’attimo di passaggio mi voglio poter spogliare di tutto ciò che appartiene a questo mondo per poter essere altrove con leggerezza, senza ancore. Oscillo tra la sicurezza e l’insicurezza di cosa possa rimanere di me una volta denudata dalla corporeità, dal tempo e dallo spazio terreno per entrare in un’esistenza che ora solo intuisco. Immagino il mio funerale e mi appare il mio corpo nudo, che entra e brucia nelle fiamme avvolto in questo telo funerario sul quale ho ricamato l’inestricabile alleanza fra la vita terrena e la vita nell’altrove. Per disegnare questo passaggio mi sono appoggiata poeticamente alla simbologia alchemica. Cecilia Bertoni Bibliografia Marie-Louise von Franz, La morte e i sogni, Bollati Boringhieri, 1986 Willy Minkes, Wrap the Dead: The Funerary Textile Tradition from the Osmore Valley, South Peru and Its Social-political Implications, Faculty of Archaeology, Leiden University, 2005

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The act of writing my will was the stimulus necessary to explore more substantially my death, the necessity of death. Browsing through history, revisiting aesthetic languages, I glimpsed in the funerary representations, the desire to carry the security of one’s own home into the afterlife. I, on the other hand, would like to sneak away from the materiality of my home, by which I mean also my body. I perceive death as an instant between two opposing and interdependent processes. For this moment of passing, I want to be able to strip off everything that belongs to this world in order to be able to be elsewhere, with lightness, without anchor. I waver between the security and the insecurity of what can remain of me once stripped of corporeality, of time and of earthly space, to enter into an existence that in the present, I can only sense. I imagine my funeral and my body appears to me, naked, entering and burning in the flames, wrapped in this burial cloth on which I have embroidered the entangled alliance between earthly life and the otherworld. To draw this passage, I relied poetically on alchemical symbolism. Bibliography Marie-Louise von Franz, La morte e i sogni, Bollati Boringhieri, 1986 Willy Minkes, Wrap the Dead: The Funerary Textile Tradition from the Osmore Valley, South Peru and Its Social-political Implications, Faculty of Archaeology, Leiden University, 2005

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Della morte e del morire


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prime opening nights

2 prime esecuzioni assolute premières

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produzioni e coproduzioni productions and co-productions

laboratori workshops

37 repliche

repeat performances

mostre exhibitions

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11 concerti 19

spettacoli di teatro ragazzi children’s theatre shows

concerts

residenze artist-in-residence programs

20 performance e spettacoli

shows and performances

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repliche repeat performances

progetti vincitori del Bando winning projects of the Open Call

partecipanti al progetto participants

4.353

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pubblico nelle giornate con ingresso a pagamento members of the public at events with paid admission

incontri teorici discussions and lectures

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eventi gratuiti free events

508

progetti pervenuti al Bando Della morte e del morire projects received for the Della morte e del morire Open Call 23



V I T A

illustrazione di Kitty Crowther

G I O C O T E A T R O

IO e NIENTE D A L N I E N T E S I P U Ò FA R E T U T T O Da Moi et Rien di Kitty Crowther


€ 7,00


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