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Rischio infettivo
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Rischio infettivo
Lo studio odontoiatrico è particolarmente esposto ad agenti patogeni (microrganismi, virus, batteri), veicolati dall’alto numero di persone transitanti e dall’utilizzo di materiali facilmente contaminanti, diventando così un ambiente a rischio di contaminazione microbica e infezione.
Il rischio derivante dall’esposizione ad agenti biologici è determinato da diversi fattori:
1. Fattori individuali
Fattori legati alle caratteristiche dell’individuo in grado di condizionare i comportamenti preventivi verso il rischio biologico.
2. Fattori ambientali
Fattori legati alle caratteristiche fisiche dell’ambiente in cui si opera. 3. Fattori organizzativi
Fattori legati alle procedure e metodiche lavorative.
Le modalità di trasmissione dei microrganismi sono rappresentate dalla saliva, dal sangue e dall’aerosol.
L’utilizzo di strumenti rotanti che prevedono l’acqua come mezzo di raffreddamento favorisce la produzione di aerosol microbico, particelle di dimensioni tali (≤ 50μm) da penetrare nelle vie respiratorie e insediarvisi. Questa nube investe direttamente l’operatore, l’assistente e il paziente, inquinando anche l’ambiente circostante.
La maggior parte dei microrganismi contenuti negli aerosol appartengono alla flora del cavo orale e possono determinare la trasmissione di malattie virali, irritazione alle vie aeree, infezioni dermatologiche.
Oltre all’aerosol, un’altra fonte di contaminazione biologica è rappresentata dal contatto diretto con sangue e fluidi biologici ematici. Tutto lo strumentario può essere considerato un veicolo di trasmissione di microrganismi.
Turbine, contrangoli, micromotori, classificati come dispositivi medici riutilizzabili (DMR), vengono contaminati sia esternamente che internamente da sangue e fluidi che, se non correttamente trattati, verranno riespulsi durante l’uso sul paziente successivo.
Tutto ciò comporta inevitabilmente l’esposizione a molteplici rischi di natura professionale in termini di sicurezza e di salute, sia per il personale che per il paziente, dando vita ad una possibile “infezione crociata”.
Questa possibile trasmissione di infezione instaura un pericoloso effetto a catena tra paziente infetto e paziente (contagio indiretto) o tra operatore infetto e paziente (contagio diretto) e viceversa (contagio diretto o indiretto).