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Gianni Cavalieri

Presidente di Despar Italia

dizione di ambire alla migliore ottimizzazione delle sinergie tra le sei Società per avere la massima uniformità possibile, se non l’unicità che rimane l’obiettivo tendenziale. Tale azione è agevolata dalle interazioni, ormai istituzionalizzate, tra le Consorziate e dalla presenza di una Consorziata di rilevanti dimensioni che spesso diventa “laboratorio” di esperienza anche per le altre in gran parte, sia pur nelle dimensioni di ciascuna, adeguatamente strutturate.

Niente, meglio della condivisione di questa pagina, avrebbe potuto plasticamente descrivere il passaggio di testimone tra Paul Klotz e me: è la continuazione di un progetto comune che ci ha visti, in ruoli invertiti, impegnati insieme ai colleghi Consiglieri in un processo di rinnovamento di una prestigiosa organizzazione quale è Despar, che oggi ha essenzialmente due punti di forza. In primis, avere un numero ristretto di consorziate, che oggi presidiano quasi interamente il territorio italiano (17 regioni su 20 totali) e che nei prossimi anni continueranno a lavorare per colmare le regioni mancanti. L’avere una base societaria con 6 Soci, non casuale, bensì frutto della selezione avvenuta negli anni, 1.404 negozi, e oltre 12 mila collaboratori, mette Despar Italia nella con-

Il secondo punto di forza riguarda l’assortimento di prodotti a marchio, costantemente presidiato da una squadra snella, dedita e altamente professionale, abilmente coordinata dal Direttore Generale Filippo Fabbri. Questo rappresenta un fiore all’occhiello del Gruppo, fondamentale elemento di fidelizzazione dei clienti e strumento di valorizzazione delle filiere agroalimentari italiane; a breve il già ampio assortimento sarà affiancato dalla gamma di prodotti che presidieranno adeguatamente l’ambito della convenienza. Punti di forza ampiamente confermati dalle pagine che vi apprestate a leggere e raggiunti grazie ad un percorso condiviso con tante persone – consorziate, collaboratori, clienti e stakeholder – che, negli oltre sessant’anni di storia dell’Insegna, hanno contribuito a rendere l’Abete sinonimo di competenza, inclusione, prossimità, partecipazione e vicinanza ai territori e alle comunità in cui si inserisce.

Sono tali caratteristiche che mi inducono a pensare che non è certo una chimera il perseguire gli obiettivi di cui sopra.

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