1909 2009
TU E LA TUA BANCA RIVISTA TRIMESTRALE DELLA BCC DI PALESTRINA - N° 03 - LUGLIO 2009
(in attesa di registrazione)
Palestrina BANCA DI CREDITO COOPERATIVO
Differente per forza
SPECIALE 100 ANNI L’EVENTO
IL CONCERTO DI MORRICONE
FRANCO CALEFFI, un amico
Franco Caleffi, direttore generale Federcasse, a seguito di un malore improvviso ci ha lasciato il 19 maggio u.s. Ricopriva tale carica dal 1997. Era anche Direttore Generale del Fondo di garanzia dei depositanti e del Fondo di garanzia degli obbligazionisti e del neo costituito Fondo di garanzia istituzionale del Credito Cooperativo. La sua dipartita è stata una gravissima perdita anche per la nostra banca, alla quale è stato particolarmente vicino. A lui, tutti dobbiamo grande riconoscenza. Se negli anni le BCC sono cresciute in qualità ed oggi sono considerate banche sane, attente ai bisogni delle persone e delle comunità locali, capaci di sostenere l’economia reale, in particolare in questo momento di profonda crisi, lo si deve anche a Caleffi ed al suo lavoro di grande professionista. Lo ricordiamo come un amico sensibile, attento, instancabile, convinto di lavorare ad un progetto, quello cooperativo, non solo economico ma anche di grande valore sociale. Revisore contabile, già dirigente dell’area di vigilanza della Banca d’Italia, era membro del Consiglio e del Comitato Esecutivo dell’ABI ed ha ricoperto la carica di sottosegretario al ministero delle Finanze, nel Governo presieduto da Lamberto Dini (1995-1996). Lascia la moglie Elisabetta e due figlie: Laura e Livia. Nel momento del dolore, con il Consiglio di Amministrazione e con la Direzione, abbiamo espresso il nostro cordoglio alla famiglia ed alla Federcasse per la perdita di un grande amico. Lo rinnoviamo anche da queste colonne. Per colmare il grande vuoto che ci ha lasciato, ci resta solo il conforto della fede: “ vita non tollitur sed mutatur”. Non un addio dunque, Franco, ma un... arrivederci!
In questo numero DI GIOVANNI CONTENA
Risultati, obiettivi e strategie della BCC: sono i temi di un’intervista al Presidente Marcello Cola. In un suo articolo, inoltre, sviluppa alcune riflessioni sullo scenario più generale, con riferimenti alle considerazioni che il Governatore Mario Draghi ha svolto all’assemblea della Banca d’Italia ed ai temi dell’enciclica del Papa “Caritas in veritate”.
Come si collocano le BCC nell’attuale panorama creditizio? Risponde il leader del credito cooperativo, Alessandro Azzi, in un’intervista al Corriere della La Banca ed il Museo: la direttrice Sera. Sandra Gatti traccia il quadro e le prospettive di una collaborazione , particolarmente attiva, con specifico riferimenSiamo a metà dell’esercizio 2009. Lo to alla valorizzazione dello straordinastato e le prospettive dell’attività della rio “rilievo Grimani”. banca nell’editoriale del direttore generale Sergio Castellazzi. Dalla relazione all’assemblea delle BCC del Lazio, Umbria e Sardegna, che si è Soci protagonisti. La cronaca dell’assvolta lo scorso 26 giugno, la collocaziosemblea ordinaria e straordinaria dello ne ed il rilievo della nostra banca nel scorso 26 aprile. Temi più importanti le contesto interregionale. relazioni del bilancio 2008 e nuovo Statuto.
“Speciale Centenario”: sono proseguite le iniziative programmate, con l’evento, il 3 luglio, del concerto di Ennio Morricone. 3
Sommario 28 3
In questo numero
di G. C.
di Giovanni Contena
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Intervista al Presidente: RISULTATI, OBIETTIVI E STRATEGIE di Giovanni Contena
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Azzi: questa è la rivincita dei Lillipuziani del Credito di Stefano Righi
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Editoriale
30 Prefazione di A. Azzi 32 Introduzione di M. Cola
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14 giugno 2009: Festa del Socio
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Documentario: La nostra storia per immagini di Gianpiero Urbani
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L’evento: Il Concerto di Ennio Morricone 40 L’evento di G. Barone 42 Musica in celluloide
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Scenario: la ragione e la speranza
di Sergio Castellazzi
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26 Aprile 2009: Assemblea Ordinaria di G. C.
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26 Aprile 2009: Assemblea Straordinaria di G. C.
21 23
Speciale Centenario
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di Marcello Cola
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Il Principe della Musica
Il Museo e la Banca di Sandra Gatti
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Mostra civiltà contadine: stretto legame con il territorio di Alessandra Battaglia
5 giugno 2009: Il libro del Centenario
26 giugno 2009: Assemblea FEDERLUS di Brunella Venier
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Il Card. Saraiva Martins Ultim’ora: Valerio Cleri di Alessandra Battaglia
di Moreno Alessi TU E LA TUA BANCA
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RIVISTA TRIMESTRALE della BCC di Palestrina Editore: Banca di Credito Cooperativo di Palestrina Direttore responsabile: Giovanni Contena Stampa: I.T.L. - Via Colle Girello 107, Palestrina (Roma) Foto di: Valerio del Moro, Stefano Pinci, Bruno Saravo, Angelo Pinci, Ercole Sbardella IN ATTESA DI REGISTRAZIONE • DISTRIBUZIONE GRATUITA
Intervista al Presidente
risultati, obiettivi e strategie DI GIOVANNI CONTENA
D: Il 26 aprile scorso, all’assemblea dei soci, hai rassegnato, anche a nome del Consiglio di amministrazione, le relazioni di bilancio dell’esercizio 2008: il 99°, preludio a quello in corso che coincide con il centenario di fondazione della BCC. Luci ed ombre. R: Molta luce, anche in questa notte, lunga e tenebrosa, della profonda crisi che investe la finanza globale e l’economia reale. Un esercizio impegnativo, pertan-
to, che rende particolarmente complesso il percorso di quest’anno. Ma non voglio sfuggire alla tua domanda. Abbiamo navigato controcorrente, con risultati particolarmente positivi. Sotto certi profili, perfino eccezionali: robusta la crescita della massa amministrata; forte incremento degli impieghi; risultato operativo di tutto rispetto.( Nella “cronaca” sull’assemblea dei soci gli aggregati in dettaglio: n.d.r.) D: Archiviato con successo l’esercizio scorso, quali le previsioni, a metà percorso, per l’esercizio corrente?
R: Procediamo “a vista”, con un attento e costante monitoraggio delle difficoltà che attraversano il mercato e che lambiscono anche il nostro specifico segmento operativo. Con grande prudenza ma senza rinunciare alla nostra missione di finalizzare l’utilizzo degli strumenti creditizi alla crescita delle nostre economie locali. Ed i risultati, pur parziali, sono interessanti. Ripetere quelli del 2008 sarà difficile. Siamo, tuttavia, sulla buona strada.
D: Siamo nell’anno del centenario. Per oltre la metà di questo tempo hai sempre svolto un ruolo da protagonista . Hai iniziato nel lontano 1958. R: Mi trovavo ad un bivio. Fresco di diploma avevo in tasca una lettera di assunzione alla Banca Nazionale del Lavoro. Un tracciato sicuro. In contemporanea, il mio “spirito guida”, il compianto Primitivo Giordani, tra i noccioleti di Ronciglione, mi offriva il fascino dell’ignoto e della sfida. Ha prevalso questo ed è così iniziata la mia avventura qui a Palestrina.
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D: Rimpianti? R: Nessuno. I primi momenti sono stati particolarmente duri, perché l’allora Cassa rurale languiva e sembrava destinata ad un definitivo e veloce declino: alla sua chiusura. Occorreva invertire rotta ed era il compito che mi era stato affidato.
risorse crescenti per impegnarle a sostegno della crescita, anche civile e culturale- e non solo economicadella nostra città, con una particolare attenzione ai giovani ed alle componenti più deboli. Su queste linee di direzione si è sviluppato il mio impegno: ieri, come Direttore ed oggi come Presidente.
D: Di quali iniziative vai maggiormente fiero? R: L’elenco sarebbe lungo e perfino “noioso”, quasi un freddo indice delle tappe di un lungo percorso. Soffermarsi su di esse e sulle diverse vicissitudini che hanno scandito mezzo secolo della nostra storia rischia di soffermarsi eccessivamente in una visione di dettaglio e di smarrire l’autentica dinamica del divenire della nostra banca: con la sua peculiare identità e con la sua capacità di adeguarsi, con grande flessibilità, al veloce mutare dei tempi. Innestando nel solco degli eventi, ed anche rispetto alla competitività di mercato, il suo modo, originale e diverso, di essere e di fare banca. Il mio primo obiettivo, nell’oliare la porta ormai arrugginita della banca e per rendere meno faticosa la sua apertura, nel 1958, era la conquista della fiducia della nostra comunità, imprimendo una forte impronta operativa, per dare certezze e solidi punti di riferimento a chi ci affidava il risparmio, carburante necessario per stimolare e sostenere l’economia di Palestrina. E il metodo era il dialogo paziente con le diverse componenti della nostra comunità per coinvolgerle nel progetto di rilancio della “loro” cooperativa di credito.
D: Con quali risultati? R: Se dovessi tracciare un mio bilancio, non avrei timore di affermare che sono orgoglioso ed estremamente soddisfatto dei grandi traguardi raggiunti.
D: Ultimo scorcio degli anni ’50 e poi i”favolosi” anni ’60. R: Ma quali favolosi! Lasciamo da parte la mitologia del miracolo economico e ritroviamo il senso della direzione di marcia di quegli anni: coraggio, determinazione, sudore, fatica, sacrificio. D: Coraggio o incoscienza? R: La battuta è buona e, al fondo, racchiude una verità. Ti rispondo: entrambi. Il Consiglio di Amministrazione mi aveva affidato un compito molto chiaro: rivitalizzare l’anima cooperativa, con i suoi valori e le sue scelte; imprimere quest’anima all’azienda banca, in termini di efficacia e di efficienza operativa. Saldare, in altri termini, l’identità cooperativa con quella più propriamente bancaria. In buona sostanza, azienda di credito, moderna ed efficiente per poter meglio travasare nel vivo del tessuto sociale, nella comunità, i grandi valori della mutualità e della solidarietà. Con un corollario. Disporre di
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D: Non ti turba almeno qualche omissione? R: Preferisco stare al percorso compiuto, sovente arduo e molto impegnativo. Un aspetto vorrei sottolineare: non mi sono mai lasciato deprimere dalle difficoltà o dalle ineluttabili battute d’arresto. Ho preferito sempre navigare a vista, con attenzione agli scogli e con un forte spirito pragmatico. Sapendo bene che nell’attività creditizia gli eventi esterni ti possono molto condizionare. L’importante è prevenirli e governarli per non essere travolti. D: E la linea di direzione? R: Coerenza ad un modo “diverso” di fare banca, tipico di una cooperativa di credito, con la conseguente capacità di “ piegare” le stesse tecniche del credito agli obiettivi che insieme abbiamo deciso di perseguire. Ecco perché non mi entusiasmo di fronte ai soli aggregati creditizi e finanziari. Non è solo su di essi che si misura il nostro successo, ma anche, e soprattutto, sulla crescita che siamo stati capaci di imprimere alla nostra comunità. D: Ha qualche rammarico? R: Forse più di uno. Ma è poco influente sui risultati più complessivi. Del resto il meglio sovente è nemico del bene. E per evitare di incartarmi ho preferito di seguire e di realizzare il bene della nostra banca. Potevo fare di più? Forse si. Ma la storia non si fa né con i “se” né con i “ma”. Per dire che più che ai sogni preferisco restare saldamente ancorato ai fatti ed alle concrete realizzazioni; ai risultati più che agli auspici. D: Un obiettivo? R: Un robusto impulso alla crescita della banca, allargando il perimetro, per ampliare l’area di operatività ai territori finitimi: per accrescere la massa critica delle risorse finanziarie per un più efficace posizionamento anche competitivo nel territorio, ma anche per dilatare in esso quel virtuoso circuito propulsivo di
organica crescita, che costituisce il solido referente della nostra originale esperienza. Il tessuto connettivo che abbiamo realizzato, con le nostre dodici filiali, va ulteriormente rafforzato, con una sapiente individuazione di nuove localizzazioni di insediamento nella nostra comunque ristretta area di operatività. D: Un sogno nel cassetto? R: Lo accarezzavo da tempo: dotare la banca di una sede propria. Il sogno si è tradotto in progetto, con l’individuazione anche dell’area nella quale sorgerà.
Con due obiettivi: strutture più moderne ed efficienti di servizio alla clientela, per rendere ancora più stringente, cordiale e diretto, quel rapporto con le persone, che caratterizza il nostro modo di operare e che ci distingue dalla altre istituzioni creditizie; una sede che sia davvero la casa di tutti, dotata di servizi che facilitino l’organizzazione e lo svolgimento di incontri, di seminari, di convegni dove le diverse componenti delle nostre comunità possano incontrarsi. Perché si cresca davvero insieme.
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Azzi: questa è la rivincita dei Lillipuziani del credito intervista al Corriere della Sera del 6 luglio 2009 È il signore incontrastato del credito cooperativo. Alessandro Azzi, avvocato, da vent’anni è il presidente della Bcc del Garda e da 17 guida Federcasse, l’associazione delle casse rurali e delle banche di credito cooperativo. Prese singolarmente sono nulla, ma se si mettono assieme queste 438 banche che vanno da Bolzano a Pachino, da quella di lingua slovena all’aostana, appare una galassia di 4.044 sportelli, 30 mila dipendenti, 900 mila soci. Azzi sa bene di non essere l’imperatore di quest’impero con l’anima cooperativa, ma solo il portavoce: «Le nostre banche non sono tutte uguali fra loro, ma una cosa ci accomuna, la conoscenza della nostra clientela e del territorio dove operiamo. Sia chiaro, non vogliamo confrontarci né dare lezioni a nessuno, ma i fatti adesso sono dalla nostra parte».
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DI STEFANO RIGHI
FINANZA Nel momento in cui le organizzazioni imprenditoriali puntano il dito contro il sistema bancario accusando i signori degli sportelli di essere la causa del credit crunch, la stretta creditizia che soffoca le aziende, la galassia delle Bcc, le micro banche di paese, ottiene il riconoscimento più ambito, quello di essere partner affidabile di nuove iniziative imprenditoriali. Piccole economie, talvolta medie, mai grandi. Sia chiaro: «Io non voglio giudicare gli altri - sottolinea Azzi - non credo che la soluzione dei problemi che affliggono il credito oggi in Italia sia lo spezzatino di Intesa e Unicredit. Queste banche hanno un ruolo e una funzione ben precisa, ma sono orgoglioso dei risultati ottenuti dal nostro sistema. Quanto è accaduto nell’ultimo anno dimostra che il senso della finanza è dare utilità sociale, perché la finanza fine a se stessa è estremamente pericolosa; che il roe (return on equity, ovvero l’indice di redditività del capitale proprio), è un mito sbagliato; che l’idolatria del breve termine non era sostenibile nel lungo periodo. Le crisi rimarcano le differenze. Quando c’è la bassa marea si vede cosa c’è sotto, con il mare alto sono bravi tutti... ». DIMENSIONI La crisi colpisce piccoli e grandi. Ma le piccole, le Bcc, hanno deciso di essere diverse. Lo hanno urlato nella campagna pubblicitaria dello scorso inverno, cercano di dimostrarlo ogni giorno: questa banca è differente. Anche adesso. «Tutti invocano un ritorno ai fondamentali, all’analisi dei bilanci, alla solidità. Ben vengano - dice Azzi -. Noi continuiamo a sostenere le famiglie e le pmi, a meritare la raccolta e siamo tranquilli per il livello di patrimonializzazione acquisito nel corso degli anni. Certo, il momento è difficile e noi soffriamo assieme alle nostre comunità, la percentuale delle sofferenze aumenta anche per noi, ma non è che abbiamo perso la capacità di valutare il merito di credito. La conoscenza della clientela, della sua storia, è la chiave per interpretare il futuro, anche se sappiamo bene che, al di là della buona volontà, c’è chi non ce la fa proprio».
TENUTA Eppure il sistema tiene, Chiuso il 2008 con depositi da clientela superiori ai 137 miliardi di euro, il primo trimestre dell’anno in corso ha segnato una crescita dell’1 per cento. Al punto che la difesa del sistema bancario rovescia i termini della questione: sono gli imprenditori, non le banche, a non osare in questo periodo. «La ragione spesso sta da due parti - chiosa Azzi -. Oggi non c’è più un rischio liquidità, la raccolta bancaria c’è, se resta lì inutilizzata, come si vede anche dai nostri dati, significa che c’è incertezza, che la gente non si fida, non vuole osare. Ma gli impieghi complessivi del sistema sono aumentati nell’ultimo anno del 2 per cento, quelli delle Bcc del 10 per cento. Non siamo più bravi, solamente conosciamo meglio chi ci sta di fronte». E al tempo della finanza transnazionale non è cosa da poco.
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Editoriale Fare banca, nel contesto di uno scenario creditizio e finanziario, con permanenti robusti elementi di criticità, è particolarmente difficile. Si sono appannati i punti di riferimento ed il possibile percorso da seguire è “evaporato”, mentre emerge e si allarga il clima di sfiducia. Il superamento della crisi finanziaria, che ha investito i mercati globali, appare ancora lontano. Se si allarga l’attenzione a quel-
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DI SERGIO CASTELLAZZI
lo che sta succedendo oltre oceano, la cronaca impietosa ci informa che negli Stati Uniti continua la chiusura, per fallimento, di aziende di credito. A cadere sotto la mannaia sono adesso le banche regionali e quelle di piccole dimensioni. Ben altro è lo scenario, se ci riferiamo alle aziende di credito, del nostro Paese. Soffrono i grandi grup-
pi; meno le banche piccole. In particolare le BCC, compresa la nostra. Il sistema bancario italiano offre di sé un quadro più rassicurante rispetto alle altre realtà del vecchio continente. Solo qualche dato: nessuna banca italiana ha avuto bisogno dell’intervento diretto dello Stato per sopravvivere nel mercato. Ed inoltre: il totale dell’attivo è 16 volte il patrimonio contro le 51 volte della media tedesca; la quota di finanziamenti a imprese e famiglie incide in Italia per il 63% del totale dell’attivo rispetto al 38% degli altri Paesi; il nostro totale degli impieghi si attesta al 18% contro il 47% delle banche europee. Sullo stato di salute del nostro sistema bancario, complessivamente più favorevole rispetto ai concorrenti, si addensano nubi, insidiose e preoccupanti, come ha ricordato il presidente dell’ABI Corrado Faissola: l’impennata prepotente delle sofferenze; il forte peggioramento della redditività, con il ROE che declina in basso, con un ridimensionamento di oltre il 50% rispetto al 2008; un contenimento sul tasso di crescita, anche se la variazione resta leggermente positiva, sui finanziamenti alle imprese; la riduzione molto secca dei margini di intermediazione creditizia per l’assestamento in basso dei tassi di interesse, diminuiti in ragione d’ anno di 220 punti base. Gli effetti devastanti della crisi finanziaria, in buona sintesi, hanno investito l’economia reale, la cui debolezza si riverbera sul sistema creditizio. Il virtuoso circuito banche-imprese si è inceppato, ed i conti delle aziende di credito sono nel cratere di fortissime scosse telluriche, che ne compromettono - ed il momento della verità saranno i bilanci di questo esercizio - la tenuta complessiva. Uno scenario, pertanto, che non può alimentare facili ottimismi né sconfinare nel pessimismo para-
lizzante . E’ il momento, al contrario, di tenere i nervi saldi e di non smarrire, quindi, la rotta da seguire per uscire dal guado nel quale anche la nostra economia si è impantanata. Vale anche per la nostra banca che, con tutte le BCC, deve navigare in questo mare impetuoso. Non siamo un’isola felice e risentiamo gli effetti della crisi più generale, con le difficoltà che attraversano il nostro specifico segmento di mercato, alle quali si accompagna una concorrenza sempre più aggressiva, perfino corrosiva del tessuto connettivo delle nostre comunità. Siamo, tuttavia, abituati a remare controcorrente e non ci spaventano le difficoltà. Teniamo ben ferma la barra del timone per dare compiuta realizzazione alla strategia che ci ha affidato il Consiglio di amministrazione per rafforzare il nostro modo originale di intendere e di fare banca, che sa guardare oltre i numeri per mettere al centro la persona: con le sue esigenze e con i suoi progetti, imprenditoriali e di vita. Che la scelta sia giusta lo confermano le dinamiche degli aggregati più significativi, con performance molto positive sul versante della raccolta e degli impieghi. Anche l’aggregato relativo al conto economico, che non può certo replicare lo straordinario risultato del 2008, consentirà alla banca di dare continuità ed efficacia al suo progetto strategico di sviluppo: come azienda e come cooperativa di credito. Sono risultati particolarmente significativi, che vogliamo consolidare in questo secondo semestre, possibili anche perché la “ squadra” operativa è fortemente motivata e professionalmente preparata per affrontare le sfide; anche quelle più impegnative. Abbiamo investito molto sui nostri collaboratori. Continueremo a farlo perché risorsa decisiva del nostro successo.
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26 aprile 2009
Assemblea ordinaria DI G. C.
Relazioni e bilancio dell’esercizio 2008: è il punto più importante dell’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria dei soci, che si è svolta a Palestrina lo scorso 26 aprile. E’ un appuntamento nel quale la parola torna ai soci, che sono chiamati ad esprimere il loro giudizio sui risultati che sono stati conseguiti dalla “loro” banca in un anno che segna un passaggio storico, che apre la strada a quello del centenario di fondazione. E’ grande l’attesa, mista anche alla curiosità di conoscere tutti i dettagli di un percorso, che si è snodato in concomitanza con la profonda crisi che ha investito, con la finanza globale, anche il sistema creditizio del nostro Paese. La relazione del Consiglio di amministrazione, illustrata dal Presidente Marcello Cola, soddisfa ogni possibile curiosità. Il tono, pur nell’analisi degli aggregati, che evidenziano risultati straordinari, nella freddezza dei numeri, peraltro molto eloquenti, è molto pacato. Quasi un colloquio, per quanto serrato, dal quale traspare certo soddisfazione, ma senza enfasi, senza retorica. E’ il puntuale resoconto di un’altra tappa di consolidamento e di sviluppo della istituzione, che il Consiglio rassegna al vaglio dei soci, in coerenza alla migliore tradizione dell’identità cooperativa.
Un documento, in buona sostanza, che permette di misurare l’ottimo stato di salute della BCC, confermato dalla relazione del Collegio dei sindaci e da quella della prestigiosa società di revisione, la Deloitte & Touche. Ed è a questa felice constatazione che i soci esprimono il loro consenso, con un voto all’unanimità, che approva l’operato del Consiglio con un invito a proseguire, con rinnovato impegno, lungo la strada intrapresa , che porta la BCC, nel modo migliore, verso il traguardo straordinario del bilancio del centenario: quello in corso. Nell’opera difficile, di scandagliare in profondità la composizione degli aggregati e le relative risultanze, fino ai dati conclusivi, i soci hanno potuto beneficiare della sapiente regia del Presidente Cola che, con grande destrezza, li ha guidati nei meandri, apparentemente perfino misteriosi, che costituiscono l’impianto complesso dei documenti di bilancio. Dalla cui analisi emerge, tuttavia, un elemento centrale, che ravviva e dà un’anima anche a questi asettici documentati, senza alcuna forzatura di interpretazione, che confermano un modo originale e diverso di intendere e di praticare l’attività creditizia: per la crescita delle persone e delle comunità, che sono presenti nel suo perimetro operativo.
RACCOLTA La Raccolta Diretta La raccolta diretta è passata da euro 313.627 mila ad euro 347.624 mila, registrando un aumento rispetto all’esercizio 2007 che, in termini assoluti, si attesta ad Euro 33.997 mila e che, in termini percentuali, rappresenta il 10,84%. In continua significativa crescita il dato inerente le obbligazioni, che si ragguaglia ad euro 44.456 mila, contro euro 28.881 mila dell’anno precedente, con un aumento percentuale del 53,93%, in linea con la strategia volta, come pure l’anno passato, alla stabilizzazione della raccolta diretta. Soddisfacente anche la crescita dell’aggregato relativo ai conti correnti, che raggiunge il 5,88%, mentre l’apparente vertiginosa ascesa delle operazione pronti contro termine, è semplicemente legata al tecnicismo delle scadenze.
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La Raccolta Indiretta
La raccolta indiretta ha complessivamente registrato un decremento del 10,92%. Il suddetto calo è influenzato in modo particolare dalla netta diminuzione del risparmio amministrato. Massa Amministrata
Il dato relativo alla massa complessivamente amministrata, risultante dalla somma di raccolta diretta e indiretta, presenta un aumento pari al 4,30% che, in valore assoluto, si manifesta con una crescita di euro 19.291 mila, replicando, in sostanza, le performance dell’esercizio 2007.
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IMPIEGHI Impieghi economici Il dato che complessivamente rappresenta l’incremento dei crediti verso clientela si ragguaglia ad euro 240.058 mila, presentando una crescita del 20,25%, superiore alla media di sistema ed in linea con la crescita dello scorso esercizio. Si sottolineano, in questa sede, sia l’incremento dei conti correnti, che hanno registrato un + 31,43%, come pure il proseguimento del trend positivo delle anticipazioni sbf, nonché degli aggregati a mediolungo termine, per la parte mutui e sovvenzioni L&R che, unitamente ai mutui al fair value, rappresentano il 57,95% del totale impieghi.
Di seguito si evidenzia la distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti, effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia:
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PATRIMONIO Il patrimonio aziendale, comprensivo dell’utile di esercizio, è pari ad euro 60.353 aumentato, rispetto al 2007, del 10,77% Il patrimonio di vigilanza al 31.12.2008 si attesta ad euro 59.443 mila, contro euro 53.564 mila del 2007, in aumento, in valore assoluto di euro 5.879 mila, pari al 10,97%. Il rapporto tra il patrimonio di base ed il valore delle attività ponderate per il rischio (Tier 1 capital ratio) si attesta al 23,74%, a rappresentare la capacità di copertura dal rischio di credito e di mercato.
Dal 2004 ad oggi la crescita del patrimonio è stata complessivamente del 42,67%, che in valore assoluto si ragguaglia ad euro 18.051 mila.
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COLLABORATORI Le tabelle seguenti rappresentano la situazione relativa al personale dipendente al 31.12.2008, per quanto riguarda numero totale dei dipendenti, composizione della forza lavoro per sesso, età, titolo di studio ed età media. Da tale analisi possiamo trarre qualche conclusione: la prima è che la Banca, seppur in un periodo di congiuntura sfavorevole nel quale si riscontrano notevoli difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, ha assunto 37 persone nel periodo 2003-2008, dato che aggiunge 41 unità se si considerano le recenti assunzioni datate gennaio 2009. In relazione al programma di sviluppo della rete distributiva che verrà, tra gli altri obiettivi, declinato nel Piano Strategico, in corso di approvazione, l’organico attuale, nel breve periodo, sarà suscettibile di ulteriori innesti. Assunzioni periodo 2003-2009
Dall’analisi della composizione della forza lavoro si evidenzia una presenza femminile che sfiora il 40% nonché una componente significativa di personale in possesso di un titolo di studio universitario.
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Personale per sesso e titolo di studio al 31.12.2008 La Banca è una realtà giovane, infatti l’età media dei dipendenti complessivamente considerata è di circa 40 anni, dato che si abbassa notevolmente per quanto riguarda la componente femminile, la cui età media è al di sotto dei 35 anni. La prima fascia, riguardante, i dipendenti fino a 35 anni, è composta di ben 28 elementi, pari al 33,73% del totale, mentre quella da 36 a 45 rappresenta il 31,32%. Tale visione d’insieme implica che tanto ancora si dovrà fare, oltre agli sforzi già compiuti, per creare delle professionalità che, nel medio periodo, dovranno assumere ruoli sempre più strategici in ambito aziendale. In tale contesto, oltre alle attività tipicamente formative di cui appresso, importante sarà il ruolo di quelle risorse, appartenenti alle fasce di età più mature, che dovranno supportare le “nuove leve” con il loro bagaglio di conoscenza ed esperienza complessivamente acquisito.
DESTINAZIONE DEGLI UTILI
Il dato che da solo sintetizza un anno di lavoro è quello relativo all’utile netto, pari ad euro 6.669.575, che registra un aumento, rispetto al 2007, del 31,45% che, in termini assoluti, si attesta ad euro 1.596 mila. La tabella seguente rappresenta la crescita dell’utile nel quinquennio 2004-2008.
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Il COST/INCOME RATIO, dato dal rapporto tra i costi di gestione ed il margine di intermediazione, esprime l’efficienza nella gestione bancaria. Un basso valore di tale rapporto indica capacità di generare ricavi con una base di costo contenuta. Per il 2008 esso è pari al 49,82%, ancora in netto calo rispetto al buon risultato del 2007, anno in cui tale indice si attestò al 52,31%. L’andamento del Cost/Income nel periodo considerato, è riportato nel grafico seguente.
Il R.O.E. - Return on equity - dato dal rapporto tra il risultato netto di bilancio ed il capitale proprio - ha raggiunto nel 2008 il 12,23%. La crescita dell’indice in oggetto esprime il grado di redditività del capitale proprio e la sua positiva evoluzione nel quinquennio è rappresentata dal grafico di cui appresso.
SOCI Nell’anno 2008 è proseguito il processo di espansione della base sociale che, al 31.12.2008, risulta composta da 2.181 unità, contro le 2.075 del 2007, con un aumento pari al 5,11% che, in valore assoluto, si traduce in 106 nuovi soci che hanno accordato la loro preferenza alla nostra realtà. Riguardo al tipo di attività svolta, i nostri soci sono essenzialmente privati cittadini, impiegati, pensionati e casalinghe, professionisti e piccoli imprenditori locali.
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26 aprile 2009
Assemblea straordinaria Ma la giornata non è finita. Segue l’assemblea straordinaria. I soci sono chiamati a discutere ed approvare l’adeguamento dello Statuto, la carta che regola la vita dell’impresa, in attuazione delle direttive emanate dalla Banca d’Italia ed elaborate con l’apporto della Federasse. Il lavoro certosino, predisposto dal Consiglio di amministrazione, con una lettura sinottica tra le vecchie norme ed il loro adeguamento, rende tutto più facile. Certo, i soci sono chiamati a misurarsi con gli articoli ed i commi, che costituiscono l’ossatura dello Statuto. Le modifiche sono particolarmente importanti, perché sono relative alla gestione della banca. Non toccano i principi di fondo, quanto il complesso dei compiti e delle funzioni di “governo”, relativi al Consiglio di amministrazione; alla nuova struttura del Comitato Esecutivo, al Presidente, alla Direzione, al Collegio dei Sindaci. Una articolazione dei ruoli per rendere più efficace la struttura di comando e di controllo perché la banca possa rispondere sempre meglio alle sue finalità istituzionali: in un equilibrio dei poteri interni, sollecitati ad una più stringente sinergia, decisamente orientata all’efficienza e ad una gestione sana e prudente. In un intreccio virtuoso, in estrema sintesi, tra il Consiglio e la struttura operativa, che fa capo alla Direzione, che convergono nel comune e decisivo impegno per la crescita della banca: come impresa competitiva e come cooperativa di credito. Nulla di stravolgente, quindi, quanto l’adeguamento di alcune norme statutarie per una banca più moderna, flessibile ed efficiente. I soci, con la loro convinta approvazione, ne hanno colto compiutamente tutti gli aspetti: di cambiamento e di innovazione.
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Speciale Centenario
Mostra civiltà contadine: saldo legame con il territorio di ALESSANDRA BATTAGLIA
La Bcc di Palestrina è partner d’eccellenza della Mostra sulle Civiltà Contadine “Cento anni fa, due realtà a confronto”, iniziativa di successo del Circolo “Simeoni”. Per il 100° anniversario della sua fondazione, la BCC prenestina, nell’ambito di una ricca agenda di festeggiamenti per i traguardi raggiunti, inserisce la Mostra “La Civiltà Contadina dei Monti Prenestini e della Val Gardena. Cento anni fa: due realtà a confronto”: evento realizzato dal prestigioso Circolo Culturale Prenestino “Roberto Simeoni”, che firma anche l’omonimo tema oggetto del calendario 2009 della BCC. L’interessante iniziativa, tuttora itinerante (dal 9 maggio 2009: 5000 visitatori), raffronta la vita condotta negli ultimi 100 anni in località geograficamente distanti, che rivelano profonde affinità in un percorso parallelo che sovrappone due stili di vita diversi, lontani nelle categorie spazio-temporali, ma che condividono, nelle matrici di sviluppo, importanti iniziative economiche quali le Casse Rurali che iniziarono a diffondersi proprio dall’Alto Adige.
Era il 1909 quando, su impulso della Rerum novarum del Papa, nella sede del Circolo Giovanile Cattolico di Palestrina, dalla scelta coraggiosa di un
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da sinistra: Vittorio Perin, Peppino Tomassi, Marcello Cola.
gruppo di pionieri nasceva la locale Cassa Rurale Cooperativa Cattolica di Prestiti e Risparmio, sorta per agevolare il credito rurale ed agricolo. Da allora l’attività della Banca accompagna la vita della comunità che vi si affida con fiducia.
ta dal sindaco Rodolfo Lena, con simpatiche allusioni al suo hobby personale: l’orto.
Poi, con la consueta scioltezza, il Presidente della BCC, Marcello Cola illustra ragioni e prospettive storiche sottese dall’appoggio della BCC al tema All’inaugurazione, tenutasi nel Ninfeo Barberini, della Mostra:“Non dobbiamo dimenticare le nostre Peppino Tomassi, Presidente del Circolo “Simeoni”, radici rurali. Il successo della nostra Banca dipende abile imprenditore edile, autore di innumerevoli da questo fondamentale principio, da una gestiopubblicazioni ed iniziative culturali, annun- ne trasparente e monitorata del credito e da grancia:“Invito la cittadinanza del Comprensorio de sensibilità ai bisogni della clientela. Il nostro Prenestino a visitare la Mostra che offre ampio approccio oculato, ieri come oggi, ci fa essere una repertorio di scene, contesti e situazioni di vita Banca del territorio e per il territorio. Con 12 sporcontadina di un secolo fa. Un modo per immerger- telli e pluralità di servizi, siamo una realtà consolidasi in un’atmosfera d’altri tempi che riguarda le ori- ta che persegue l’obiettivo finanziario di sviluppo gini di tutti noi”. lontano dalle logiche della finanza per la finanza”. L’ancestrale legame con il mondo contadino, intreccia vicende locali a pagine di storia condivisi- Dopo questo incipit, l’affollata platea, presenti vari bili a più latitudini. In questo originale “gemellag- esponenti di cultura e istituzioni, visitata la sala cingio”, dalle due esperienze “rurali” confrontate, tra- quecentesca (concessa in esclusiva dal principe pela la multiforme trama quotidiana di quei tempi Benedetto Barberini), procede nelle sale dell’espoe anche le vicende che hanno accompagnato asce- sizione, ripercorrendo le tappe epocali scandite da sa e sviluppo della BCC, credibilità costruita dispie- importanti riferimenti interculturali che fondono gandosi in modo capillare. aspetti socio-economici. Fulcro della manifestazione l’esposizione dedicata A seguire l’Assessore alla Cultura Vittorio Perin, si a Palestrina, con plastico progettato da Peppino dice: “Lieto di aver collaborato alla Mostra attraver- Tomassi e realizzato magistralmente da Antonio so l’iniziativa del “Bilancio partecipato” indetto Ceriani, su disegno di Memmo Lulli. dall’Amministrazione comunale prenestina” guida- Si susseguono poi una scrupolosa serie di pannel-
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Poiché tra le alture dolomitiche l’economia era racchiusa intorno al “maso”, un’intera stanza è dedicata alla ricostruzione in scala degli ambienti di tale complesso agricolo, riproposti negli splendidi bozzetti lignei, opera dell’artista Siegfried Irsara di Ortisei, coadiuvato dal figlio Raimond. Attenzione anche ai meravigliosi costumi popolari (indossati da Brigitte Runggaldier Pallana e famiglia) ed al dialetto, ladino e prenestino, valorizzati dai suggestivi maxi pannelli, concessi da Marco Forni dell’Istitut Ladin Micurà De Ru, e con la collaborazione della Provincia Autonoma di Bolzano, del Comune di Ortisei (in particolare del sindaco Ewald Moroder e dell’assessore Marina Demetz) e del Consorzio Turistico Val Gardena. li-guida dedicati al circondario prenestino, alternati a teche contenenti antichi attrezzi ed utensili legati ad arti, mestieri e giochi popolari (anche su concessione del Museo Contadino di Castel S.Pietro Romano).
Valorizzare la tradizione e proiettarsi consapevolmente in un futuro volitivo: questa la prospettiva della BCC di Palestrina e di tutti coloro che hanno collaborato fattivamente al successo della Mostra.
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LA TRAMA DEL FILM... di Moreno Alessi Joe, un ragazzo inglese con buona conoscenza della lingua e della cultura Italiana, riceve una lettera da Roma. Il mittente è un notaio che lo convoca per importanti comunicazioni che lo riguardano. Joe si reca a Roma. Dal notaio riceve informazioni riguardo il suo passato che influenzeranno in modo rilevante il suo futuro. Nel centro storico di Roma, in un appartamento a lui sconosciuto, Joe incontra casualmente Rosetta, una ragazza che vive nell’appartamento attiguo e che diventerà, nella speciale circostanza, un’amica preziosa. Rosetta, studentessa di musica, racconta a Joe che nella casa in cui si trovano visse un importante compositore del rinascimento Italiano, Giovanni Pierluigi da Palestrina. Senza mostrarlo, Joe è colpito dal nome del compositore, infatti, in seguito alla visita dal notaio, Joe si deve recare nella cittadina di Palestrina, poco distante da Roma, per incontrare una persona. Joe arriva a Palestrina e, proprio nella casa natale del compositore indicato da Rosetta, incontra Federico, un signore di circa cinquanta anni, colto e brillante, che in poco tempo diverrà per Joe un vero e proprio mentore. Federico fa da guida a Joe nella visita della città, che apparirà, anche grazie ai racconti suggestivi di Federico, un luogo ricco di storia ed arte. Nel tempo trascorso nel vecchio appartamento al centro di Roma, Joe guarda al televisore alcune vecchie cassette trovate nella casa. Le cassette contengono interviste a diversi musicologi che trattano argomenti inerenti al compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina. Dalla visione delle cassette Joe trae una grande quantità di informazioni sul rinascimento Italiano, sulla storia e in modo particolare sulla straordinaria avventura artistica del “Palestrina”; primo mito vivente nella storia della musica europea. Superati i primi momenti di imbarazzo, Joe riesce ad affrontare con il mentore l’argomento che gli sta particolarmente a cuore; la lettera e i suoi contenuti. Joe inizia ad avere una visione più chiara della situazione, si confida con Rosetta che gli è buona amica in una circostanza così particolare. Cresce in lui l’interesse per il compositore che sta diventato ormai un riferimento importante per la sua vita, acquisisce la consapevolezza della enorme statura artistica del “Palestrina”, l’influenza che questi ha avuto su tutta la storia della musica e quanto la sua opera sia viva e attuale. Il rapporto con il mentore cresce di intensità. Ormai Joe è preso dalla figura del “Palestrina” , rapito dalla sua musica, che gli si rivela in tutta la sua armonia così coinvolgente sul piano spirituale ed emotivo. Joe è solo nel vecchio appartamento, ha appena visto una cassetta con una intervista al maestro del coro della cattedrale di Canterbury. Questo, unito alle molte informazioni venute dal mentore e ad altri elementi raccolti nella casa, fanno apparire ormai in piena luce il significato della eccezionale avventura che sta vivendo in Italia e il non casuale incontro con la figura del “Palestrina”. Joe decide di tornare in Inghilterra per cercare le tracce della sua storia personale. Incontra ancora una volta Rosetta e le comunica la sua decisione. In Inghilterra, solo nella sua casa, Joe scrive una mail a Rosetta in cui le rivela tutti i particolari della storia e quanto ormai sia importante per lui il “Palestrina” e la sua musica. Riccardo Barbera “Il Mentore” Luca Manganaro “Joe” Stefania Sardo “Rosetta ”
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5 giugno 2009
Il libro del Centenario DI G. C.
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L’appuntamento è al Cinema “Principe” alle ore 18 di venerdì 5 giugno per la presentazione del libro ”I cento anni della BCC di Palestrina: storia di una istituzione, storia di una città” con l’autore Luigi Bandiera. Due i volumi: il primo dagli inizi del ’900 al 1954; il secondo dal 1958 - anno della nascita a nuova vita della banca - fino al 2008. La scelta della giornata mi lascia perplesso perchè coincide con la chiusura della campagna elettorale per le europee e per le amministrative. E, altra considerazione, a Palestrina si vota per il rinnovo del Consiglio Comunale. Mi chiedo: chi sarà presente? Mentre questo pensiero mi assilla, sento il “gracchiare” degli altoparlanti. Qualcuno parla di politica, ma osservo che nessuno lo ascolta. Varco la soglia del cinematografo, con la vaga impressione che tutto si svolgerà fra pochi intimi. Ed invece, la sorpresa: la sala del “Principe” è gremita. La banca, quindi, ha sempre una grande capacità di richiamo. Ma veniamo alla presentazione dei due volumi. Lo stato maggiore della BCC è al completo e l’autore, Luigi Bandiera, in perfetta forma. Offre al pubblico la sua “creatura”: complessivamente poco più di 900 pagine. Due bei tomi, che racchiudono un secolo di storia, con foto, recenti ed ingiallite, e documenti rari, vergati in bella grafia, che danno senso ad una rigorosa ricostruzione di fatti, di circostanze, di avvenimenti e di persone. Merita consultarli: meglio ancora leggerli con attenzione per cogliere il nesso, quasi simbiotico, che lega strettamente le vicissitudini di Palestrina con quelle della “sua” banca. Una banca, fatta di persone, con i soci sempre protagonisti. Anche quando si confrontano, con accesi toni di aspra dialettica; quando si misurano su liste contrapposte per la elezione del Consiglio di amministrazione e poi trovano, quasi per incanto, una
comune posizione per convergere sull’obiettivo centrale del consolidamento e della crescita della loro istituzione. Anche di questo offre una puntuale ricostruzione l’autore. Per saperne di piÚ, per coglierne scenari e dettagli, un invito a leggere i due volumi, Ci aiutano a capirne passaggi e traiettorie, la prefazione del presidente nazionale delle BCC, Alessandro Azzi, e la nota introduttiva del pre-
sidente Marcello Cola, autentico protagonista della vita, delle esperienze e dei traguardi che la cooperativa di credito ha raggiunto: dal 1958 ad oggi. La storia buona di una Banca.
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Prefazione
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Celebrare i cento anni di una Banca è un fatto, oggi, pieno di significato. Proprio mentre le cronache ci ricordano quotidianamente l’essenza di una crisi finanziaria mai vissuta prima, nella quale certezze consolidate e colossi d’argilla si sono sgretolati in una notte, parlare di una istituzione creditizia centenaria assume contorni che vanno al di là di un puro fatto celebrativo. Sono, in altre parole, la migliore risposta che si possa dare a chi, oggi, cerca soluzioni alla crisi del credito. Una crisi, lo si ripete continuamente, di valori, di fiducia, di etica. La Banca di Credito Cooperativo di Palestrina può allora con orgoglio celebrare questo centenario. Potendo presentare alla propria comunità - ma non solo - la bontà di una intuizione che portò un gruppo di “concreti idealisti” a scommettere sul cambiamento: mettendo insieme i propri risparmi, contrastando efficacemente l’usura, cercando una alternativa possibile alla mancanza di credito, gestito in maniera ostile dalle banche tradizionali, troppo distanti dalle esigenze della gente. A fare da collante di tutto ciò - e questo traspare realmente da ogni pagina - una fortissima tensione valoriale. Con la più volte ricordata Enciclica Rerum Novarum a fare da apripista, che - a rileggerla oggi contiene affermazioni di una attualità sorprendente. Ne ricordo una sola: “Principalissimo tra i doveri è dare a ciascuno la giusta mercede. Il determinarla secondo giustizia dipende da molte considerazioni. Ma in generale si ricordino i capitalisti e i padroni che le umane leggi non permettono di opprimere per utile proprio i bisognosi e gli infelici, e di trafficare sulla miseria del prossimo”. È allora un misto di valori, etica, fiducia, unite al coraggio e ad una visione davvero profetica della realtà che ha segnato la nascita e la crescita della Cassa Rurale e Artigiana di Palestrina, oggi moderna ed efficiente Banca di Credito Cooperativo capace, peraltro, di “raccontare se stessa” con questo volume storico. Nel quale, inoltre, colpisce il fortissimo legame che da subito ha unito la Cassa con una intera comunità locale. Palestrina, l’antica e storica Praeneste, può essere
DI ALESSANDRO AZZI PRESIDENTE FEDERCASSE
inserita fra le testimonianze caratterizzate dalla prossimità e dalla capacità di vicinanza - ma forse sarebbe più esatto definirla “simbiosi” - che lega, sin dalle origini, un intero territorio alla propria cooperativa di credito. I tempi cambiano, le società diventano sempre più “liquide”, per usare un termine oggi ricorrente, ma la solidità e la concretezza di un rapporto stretto tra comunità e banca è qualcosa di particolare. Capace, come vediamo, di attraversare il tempo e resistere alle intemperie della storia. Un altro aspetto che credo si possa sottolineare, inoltre, è quello del linguaggio che traspare dai tanti documenti d’epoca e che il volume, sapientemente, riporta. È un linguaggio a volte essenziale, semplice e diretto. È il linguaggio dell’economia reale. Che a fronte di un prestito ha il corrispettivo di un bene. Il legame di un impegno che - nella sua semplicità ed essenzialità - è forte come la roccia. Viene da pensare ai tanti neologismi coniati negli anni per rappresentare prodotti finanziari sempre più sofisticati e - con una progressione quasi geometrica - sempre più distanti dalla realtà, dalla concretezza. Questo libro, allora, contiene in sé anche un ulteriore valore intrinseco: quello di fare cultura cooperativa e cultura della cooperazione di credito. Attraverso la storia buona di una Banca si trasmettono non solo esperienze e fatti, ma anche l’essenza stessa di quella esperienza. Che passa anche dall’immagine di un “pagherò” vergato a mano con la calligrafia sbiadita dal tempo. Alla Banca di Credito Cooperativo di Palestrina, allora, l’augurio migliore per vivere e celebrare questo centenario con orgogliosa consapevolezza. Ma anche con l’umiltà dei coraggiosi. Perché solo restando coerenti alla missione e al Movimento del quale fa parte, solo sapendo guardare sapientemente alla propria storia e traendo da questa nuovo impulso e nuova energia saprà rinnovarsi nella fedeltà e raggiungere altri e sempre più impegnativi traguardi. Al servizio del bene comune di un territorio straordinario.
Introduzione Scavare tra le pieghe della memoria per far riemergere fatti, situazioni ed accadimenti che rischiavano di essere racchiusi nei polverosi archivi di studiosi volenterosi. Restituirli, così, a quel filone di cultura e di tradizioni che appartiene a tutti noi, di cui ogni angolo della nostra città trasuda. Nelle nostre contrade si è sovente segnato il crocevia della “grande” storia, di cui restano vestigia e testimonianze, che ci riportano molto indietro nel tempo, alle origini di un antico villaggio, che ha intersecato i destini di Roma, prima ancora che vivesse i fulgidi momenti della sua massima gloria imperiale. E successivamente nel dipanarsi dei secoli e dell’incessante susseguirsi delle stagioni, nel suo apparente immobilismo, è stata testimone delle dinamiche sociali ed economiche del nostro Paese, fin dal nuovo disegno della carta geografica, che è scaturito con l’avvento dell’unità d’Italia ed il tramonto definitivo dello Stato Pontificio. Passaggi complessi, che qui a Palestrina hanno lasciato tante tracce, che costituiscono altrettante tappe di un lungo e tortuoso percorso, che non dobbiamo né smarrire né dimenticare. Perché è su di essi che si innesta la nostra storia, la vera storia della nostra comunità. È in questo scenario che vogliamo ricordare il centenario della nostra banca. Potevamo limitarci ad una ricorrenza simbolica, ad un ricordo sbiadito e rituale, intriso di retorica. Abbiamo scelto una strada diversa per cogliere, appunto, nelle pieghe degli avvenimenti il senso vero e profondo di una realizzazione, che ha inciso nella vita e nello stesso percorso storico della nostra comunità. Sfogliare le pagine di questo studio, che si dipana per oltre 900 pagine, arricchito di tanti documenti, vere pietre miliari del lungo percorso della nostra città, da quelle radici molto lontane, per passare alla istituzione della sua “banca” fino ai giorni nostri, se da un lato ci aiuta a comprendere il lungo fiume che ha attraversato la nostra cittadina, dall’altra ci offre l’opportunità di ripercorrere le tante tappe che hanno visto le nostre componenti sociali svolgere un ruolo di autentiche protagoniste nel governare
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DI MARCELLO COLA PRESIDENTE BCC PALESTRINA le intricate questioni del momento, con la capacità di mai arrendersi ai contraccolpi di un destino cinico e di saper costruire il proprio futuro. Se ci lasciamo guidare dalla mano saggia di Luigi Bandiera scopriremo tanti passaggi che ci aiutano a capire, attraverso la scoperta di sentieri reconditi e sui quali si stava per depositare la spessa coltre dell’oblio, davvero chi siamo, da dove veniamo e quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Questo è il senso che abbiamo voluto dare al centenario della nostra BCC: per capire quella nostra originale identità che vogliamo ci guidi verso il futuro. Una identità che forse ha il colore di una foto ingiallita, che raffigura i componenti di una famiglia, in una sorta di flash back che ci stimola ad allungare lo sguardo al passato perché quei visi sono sovente dei nostri bisnonni, che hanno saputo affidarci un grande messaggio ed un testimone da portare avanti nella corsa della nostra esistenza. Mi guardo attorno e mi colpiscono visi e cognomi che mi collegano ai grandi pionieri di questa istituzione. Alcuni dei loro discendenti li incrocio anche nel quotidiano lavoro della banca. Li fisso negli occhi e la memoria torna all’origine, a quel 10 gennaio del 1909. Colgo il robusto filo che ci unisce a quel momento particolare, al virtuoso circuito che essi hanno saputo alimentare tra la banca e questa comunità, in un fecondo e positivo intreccio, nel quale sovente persino i sogni più arditi si sono realizzati. Comunque si è cresciuti insieme. Ed anche sotto questo profilo, il prezioso ed accurato lavoro del prof. Luigi Bandiera soddisfa ogni curiosità; anche quella più esigente. Percorrere le pagine di questa pubblicazione è utile, certo, per ricordare; ma anche per costruire il nostro futuro. Proprio perché è nei momenti di maggiore difficoltà, e la storia della nostra BCC ne è esemplare testimonianza, che si deve progettare il futuro. È quello che stiamo facendo, in questa complessa e tortuosa stagione che stiamo vivendo, perché se i nostri fondatori non conoscevano certo il cinese, nella cui lingua in un unico ologramma si scrive
allo stesso modo crisi ed opportunità, sapevano nella loro antica saggezza, forgiata dal saper sempre remare controcorrente, che è nelle difficoltà che deve sempre prevalere il coraggio, che può
anche sconfinare nell’utopia, ma che è sempre la strada maestra per aprire un nuovo orizzonte, che per noi è di crescita economica, civile, culturale e sociale. Ieri; soprattutto oggi.
La cronaca di una giornata, davvero “speciale”, vissuta a stretto contatto di gomito con il “popolo” della BCC di Palestrina, con i suoi protagonisti: i soci. Il primo impatto è in Chiesa, alla celebrazione della messa, assiepata in ogni angolo. Noto, in prima fila, il presidente Marcello Cola. Il clima riflette quello di una devozione profonda e mi richiama alla memoria quei 28 pionieri che nella domenica del 10 gennaio 1909, proprio dopo la messa, si sono recati dal notaio per dar vita alla Istituzione. Un filo robusto unisce quel vitale nucleo ai protagonisti di oggi. Lo ricorda nell’omelia il celebrante, quando si sofferma sulle radici ideali, sulle quali affonda la lunga esperienza della banca. Su quel riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, che costituisce un valore aggiunto alla identità cooperativa. Una identità, quella della cooperazione, che travalica ogni confine di riferimento ideologico, e che è capace, nei suoi valori, di attecchire in ogni realtà, e la cui forza ed originalità si estrinseca appunto attraverso la compagine sociale. Che trova, nello specifico di Palestrina, nell’aggettivo “cattolico” della originale denominazione sociale, un ancoraggio ad ideali, che rendono ancora più alta la sua identità cooperativa perché vi innesta ulteriori e forti motivazioni, che ne guidano l’operatività quotidiana: di oggi e delle origini. Finita la Messa, all’uscita la banda cittadina inizia il solfeggio per accordare strumenti e tempi. Si forma un corteo: destinazione monumento dei caduti, per deporre una corona, in memoria di quelli che ci hanno lasciato. Una catena, alla quale si sono aggiunti, proprio oggi, tre anelli. Li ricorda, con grande commozione, il presidente Cola: il socio Angelo Fiorentini, sarto, travolto da un auto; il socio Pietro Renzi, stroncato da un infarto; la signora Irene Cianfriglia, deceduta a seguito di un
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gravissimo incidente d’auto. La cerimonia si conclude davanti alla sede della banca, con alcuni brani musicali, eseguiti, con perizia, dalla banda cittadina. Il secondo tempo della giornata, nel pomeriggio, nella splendida cornice dell’agriturismo “Casale Pepe”. Si respira l’aria della festa, in un happening gioioso dove la fanno da padroni i soci, le loro famiglie, i bambini. Con una breve, quanto intensa ed efficace parentesi per un dialogo stringente tra i soci e gli esponenti della “loro” banca. Un incontro, nel quale il presidente Cola traccia un veloce excursus sull’attività della banca e sulle prospettive per l’immediato futuro. Con una notizia che strappa una vera e propria ovazione. È stata opzionata l’area, nella quale sorgerà la nuova strutturata, che sarà dotata anche di spazi adeguati per attività congressuali e di incontro, aperti alle diverse componenti locali. Numerosi gli ospiti, presenti all’incontro, fra i quali autorevoli esponenti di altre BCC del Lazio. Fra gli intervenuti, Rodolfo Lena, riconfermato sindaco di Palestrina, con un consenso di oltre il 65% degli elettori. “Sono orgoglioso di essere qui - ha affermato proprio come socio della nostra banca, che riconferma di essere delle persone e che le persone si identificano nella banca”. “E ciò che la distingue e caratterizza - ha aggiunto - ed è con essa che la nostra comunità è cresciuta nel passato; cresce oggi e vogliamo che avvenga anche nel futuro”. Ed inoltre, il direttore generale della federazione Lazio-Umbria e Sardegna, Paolo Grignaschi.” La nostra vicinanza con la vostra BCC - ha sottolineato - si consolida giorno dopo giorno”. Ed ha così proseguito: ”La forza della compagine sociale è la chiave del successo delle BCC anche in un momento così difficile. Sono state capaci di fare sistema, confermando che uniti si vince”.
Interessanti le veloci considerazioni del Direttore Generale, Sergio Castellazzi. “Fare banca - ha sottolineato - è sempre più difficile. Abbiate fiducia, tuttavia, perché potete contare su una squadra molto motivata e professionalmente preparata ad affrontare le sfide più impegnative; che guarda certo ai numeri, ma soprattutto alle persone”. La parte finale dell’incontro è dedicata alla premiazione dei soci, con più di 25 anni di appartenenza alla compagine. Sono complessivamente quasi 70 i soci premiati, con la consegna di una medaglia
d’argento, opera del maestro Giulio De Angelis, coniata dalla Zecca dello Stato. Si scioglie l’incontro. Ma la festa continua, con la cena sociale e la serata, allietata dalla musica. Solo a notte fonda si spengono le luci. E domani? È un altro giorno, accompagnato dall’incessante quanto magico battito dell’orologio del centenario. Con un nuovo appuntamento: tutti presenti il 3 luglio allo straordinario evento del concerto di Ennio Morricone.
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Documentario:
La nostra storia per immagini DI GIANPIERO URBANI
Mesi or sono venni contattato dal consigliere della BCC Alberto Briccetti il quale mi prospettava l’idea di realizzare un documentario sulla BCC di Palestrina da proiettare in occasione dei festeggiamenti del suo centenario. Alberto si sarebbe occupato di scrivere la storia sui cento anni della banca, di trovare il materiale fotografico, cartoline d’epoca, foto storiche sui personaggi, i luoghi per le riprese e di selezionare le musiche. Io, con la mia azienda, che opera già da anni nel campo dell’animazione e della produzione televisiva di curare gli aspetti tecnici: riprese, montaggio, grafica, 3d, mixaggio . Con il risultato che, in poco più di dieci minuti di filmato, si sono raccontati cento anni di storia della nostra BCC arricchita da immagini, riprese filmate, grafici; con la voce di Mimmo Strati e con lo straordinario supporto di musiche del maestro Ennio Morricone. Insomma cento anni scanditi da tappe importanti legate da quel filo conduttore che dal 1909 ai giorni d’oggi ha fatto si che si desse vita a quella realtà che sul territorio in cui opera ha creato lo sviluppo economico, sociale e culturale. Ad Alberto va tutto il merito di aver avuto l’idea, di svilupparla e dirigerla. A me, e quindi alla mia azienda, la soddisfazione di tramutarla in un filmato. Mi sembra che l’obiettivo che ci eravamo prefissi sia stato raggiunto: far conoscere ai soci, ai clienti ed al nostro territorio la storia della banca; sotto una veste nuova, attraverso l’utilizzo di tecniche innovative di comunicazione che ben si addicono ad una banca moderna.
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L’EVENTO
IL CONCERTO DI
ENNIO MORRICONE
IL CONCERTO DI
ENNIO MORRICONE DI GIOVANNI BARONE
Serata magica. Il consiglio di amministrazione, quando ha deciso di porre come momento chiave della celebrazione del centenario di fondazione della banca il concerto di Ennio Morricone, con l’orchestra e coro dell’accademia nazionale di Santa Cecilia, sapeva di “toccare” le corde più profonde e sensibili della sua gente. Il successo dell’evento ha superato, tuttavia, ogni più rosea aspettativa.
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3 luglio: nella suggestiva cornice del tempio della Fortuna Primigenia a Palestrina, nel terrazzo della Cortina, sul grande palco allestito per l’occasione, per quasi due ore, sono echeggiate le note magiche del concerto; 2700 le persone presenti, esattamente quante ne poteva contenere il suggestivo balcone davanti al museo archeologico nazionale, mentre altre miglia di persone hanno partecipato all’evento, davanti al maxischermo, collocato nella piazza Regina Margherita.
Porta il saluto il presidente Marcello Cola. La sua emozione, insieme alla grande soddisfazione per la perfetta riuscita dell’iniziativa, traspare perfino dal timbro della voce. Porta il saluto a tutte le autorità presenti - civili, religiose, militari, agli esponenti della Banca d’Italia ed ai numerosi esponenti nazionali del Credito cooperativo ed a tutti i partecipanti - con sentimenti di gratitudine. Non cita nomi perché l’elenco sarebbe particolarmente lungo ed alto il rischio di qualche omissione. Ne cita solo due: Franco Bernassola, organizzatore della serata e Bruno Cagli, Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, che ha reso possibile questo evento. Ed inoltre la soicetà RC Media che ha curato tutti gli aspetti organizzativi. Un saluto caloroso ha riservato al maestro Morricone, al quale ha consegnato una medaglia, che la banca ha coniato per le “ grandi occasioni”. Un gesto molto apprezzato dal Maestro. Una riflessione, nel suo brevissimo saluto ai presenti, richiamata con orgoglio, è legata ad una lunga traietto-
ria storica, che si è dipanata quasi 500 anni fa, che lega l’occasione di oggi alla nascita dell’Accademia di Santa Cecilia, fondata dal “mito” di Palestrina Pier Luigi, il quale probabilmente nelle sue passeggiate, nello stesso luogo dove si svolge il concerto, ha trovato l’ispirazione per le sue composizioni, patrimonio universale dei cultori della grande musica. E alla grande musica oggi è dedicato il concerto del premio Oscar, genio italiano che tutti ci invidiano, Ennio Morricone. L’emozione è forte, fin dalle prime note, in un crescendo profondo e coinvolgente, che accompagna l’esibizione dell’orchestra e del coro dell’accademia di Santa Cecilia. Con due protagonisti eccezionali: il soprano Susanna Rigacci, voce vellutata e potente, e Gianni Perilli, solista Ciaramella. Gli applausi scroscianti, accompagnano l’esibizione, mentre una lunga, convinta e calorosa standing ovation è la migliore prova del gradimento, che il pubblico esprime. Ancora una volta la BCC ha fatto centro.
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ENNIO MORRICONE
MUSICA IN CELLULOIDE
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Ennio Morricone, Premio Oscar alla carriera per le sue musiche da film, è nato a Roma il 10 novembre 1928. Compositore per il varietà, il teatro, la radio, la televisione ed il cinema, nel 1954 si diploma in Composizione al Conservatorio sotto la guida di Goffredo Petrassi. La sua carriera di compositore di musica per film ha inizio nel 1961 con Il Federale di Luciano Salce; ma è con i film western di Sergio Leone - Per un Pugno di Dollari (1964), Per Qualche Dollaro in Più (1965), Il Buono, il Brutto, il Cattivo (1966), C’era una Volta il West (1968), Giù la Testa (1971) - che diventa famoso in tutto il mondo. Dal 1960 Morricone ha musicato oltre 400 film lavorando con moltissimi registi italiani ed internazionali (tra questi: Sergio Leone, Gillo Pontecorvo, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, Lina Wertmuller, Giuseppe Tornatore, Brian De Palma, Roman Polanski, Warren Beatty, Oliver Stone, Margarethe Von Trotta, Henry Verneuil, Pedro Almodovar). Tra i suoi film più noti: La Battaglia di Algeri; Sacco e Vanzetti; Nuovo Cinema Paradiso; La leggenda del Pianista sull’Oceano; Malena; The Untouchables; C’era una volta in America; Mission; UTurn. La sua produzione di Musica Assoluta comprende più di 100 composizioni scritte dal 1946 ad oggi. Alcuni titoli: Concerto per orchestra 1 (1957); Frammenti di Eros (1985);Rag in Frantumi (1986); Cantata per L’Europa (1988); UT, per tromba, archi e percussioni (1991); Ombra di Lontana Presenza (1997); Voci dal silenzio (2002);Sicilo ed altri frammenti (2006); Vuoto di Anima Piena (2008). Ennio Morricone ha diretto varie orchestre in tutto il mondo: l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Budapest, l’Orquesta Nacionales de España (ONE), l’Orchestra della Radio Bavarese Monaco Rundfunk, la London Symphony Orchestra. Il 2 Febbraio 2007 è stato chiamato a dirigere un concerto presso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per celebrare l’insediamento del nuovo Segretario Generale dell’ONU Banki Moon.
Nella sua lunga carriera ha ricevuto moltissimi premi tra cui 8 Nastri d’Argento, 5 Bafta, 5 Nomination all’Oscar, 7 David Di Donatello, 3 Golden Globe, 1 Grammy Award, 1 European Film Award, oltre al Leone D’Oro e l’Oscar alla Carriera. Nel 2009 il Presidente della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy, lo ha nominato Cavaliere nell’ordine della Legione d’Onore. In campo discografico ha ricevuto 27 Dischi D’oro, 7 Dischi di Platino, 3 Targhe.
Scenario:
la ragione e la speranza DI MARCELLO COLA
“Occorre saper fare il banchiere anche quando le cose vanno male”: nelle sue considerazioni finali all’assemblea della Banca d’Italia, il Governatore Mario Draghi, abbandona il sentiero dell’intervento scritto. Lancia un messaggio “a braccio” per sollecitare chi amministra gli istituti di credito ad avere lungimiranza nel concedere finanziamenti e fidi. Con una precisazione: non si può chiedere alle
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banche di allentare la prudenza nell’erogare il credito perché non è nell’interesse della nostra economia un sistema bancario che metta a rischio l’integrità dei bilanci e la fiducia di coloro che gli affidano i propri risparmi. Quel che si deve chiedere alle nostre banche “è di affinare la capacità di riconoscere il merito di credito nelle presenti eccezionali circostanze, con una attenzione straordinaria alle prospettive di mediolungo periodo delle
imprese che chiedono assistenza finanziaria”. Anche perché come confermano i risultati dello stress test le banche italiane hanno la capacità di resistere a scenari ancora più sfavorevoli dell’attuale. Uno scenario, peraltro, che non consente ancora di individuare con certezza una definitiva inversione ciclica e che nonostante i recenti segnali di affievolimento della fase più acuta della recessione che provengono dai mercati finanziari, offre prospettive ancora negative per i prossimi mesi, con l’attesa di riduzioni dei livelli di occupazione e di reddito, con riflessi negativi sui consumi e sugli investimenti. Un primo obiettivo, dunque per Draghi, è di attenuare la spirale negativa tra disoccupazione e consumi. Su un altro concetto insiste il Governatore della Banca d’Italia: sanare la ferita che la crisi ha aperto nella fiducia collettiva, nei mercati, nei loro protagonisti, nel futuro di milioni di persone. Con un monito: non si esce dal tunnel della recessione solo per effetto delle dinamiche globali. Ogni Paese, infatti, affronta la crisi con le sue forze, le sue debolezze, la sua storia. “Dobbiamo essere capaci - afferma Draghi - di levare la testa dalle angustie di oggi per vedere più lontano”. Non con false speranze, ma neppure senza speranza, perché uscire da questa crisi più forti è possibile”. Sono riflessioni che il Governatore sviluppa ulteriormente in occasione dell’assemblea dell’ABI, sulla scorta della relazione del Presidente dell’associazione, in alcuni passaggi non priva di toni preoccupati per le polemiche, non sempre giustificate, che si riversano sul sistema bancario. Le raccoglie il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, con un vero “colpo di scena”, quando lancia una moratoria sui crediti in sofferenza delle imprese ed un alleggerimento della pressione fiscale su quelle partite, aprendo un confronto immediato tra Governo, sistema bancario ed imprese. Un vero cambiamento di rotta per dare risposte al deterioramento dell’economia reale. Il sistema Paese necessita di una robusta iniezione sotto il profilo dei flussi creditizi per stimolare la crescita. Ed ognuno dei protagonisti deve fare la sua parte. Vale anche per noi, banchieri “atipici”. La nostra BCC
caso che l’identità cattolica venisse sottolineata nella nostra originaria ragione sociale. Ed oggi che tutti sostengono l’esigenza di imprimere valori etici all’economia, come è emerso anche dal G8 che si è svolto a L’Aquila, con al centro la persona ed il lavoro, per ridisegnare davvero un nuovo modello per l’economia globale, così sapientemente delineato dall’irrompere nel dibattito, della straordinaria enciclica del Papa, ritroviamo la tensione positiva che scaturisce dalla nostra “missione” che poggia su un solido codice etico, che è proprio peraltro della cooperazione. Un orgoglio che continua ad orientare e rafforzare - perché le banche non sono tutte uguali - il nostro essere differenti... Lo siamo e tali vogliamo restare.
raccoglie la sfida ed è impegnata sulla difficile e complessa frontiera, che ne caratterizza e distingue il suo lungo percorso storico. Perché è nei momenti difficili, come quello che stiamo vivendo, che si affrontano, con coraggio, le emergenze e che si progetta e si costruisce il futuro delle comunità che insistono della nostra specifica area operativa di mercato. Siamo una banca, certo, attenta alla sana e prudente gestione. Ed è in questa direttrice, che utilizziamo gli strumenti creditizi, con la necessaria duttilità e lungimiranza, perché convinti che lo stesso consolidamento e sviluppo della nostra istituzione, viaggia di pari passo con la crescita, economica e civile, delle nostre comunità. Veniamo da lontano e vogliamo andare lontano, senza farci deprimere dalle grandi difficoltà che attraversano il nostro percorso. Sostenuti dalla stessa nuova sfida che troviamo nell’enciclica del Santo Padre CARITAS in VERITATE. Anche perché la nostra storia, e ne siamo orgogliosi, è saldamente radicata nella dottrina sociale della Chiesa, fin dalla Rerum Novarurn di Leone XIII. Non era affatto un
LETTERA ENCICLICA CARITAS IN VERITATE DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE AI FEDELI LAICI E A TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ SULLO SVILUPPO UMANO INTEGRALE NELLA CARITÀ E NELLA VERITÀ 47
Il Museo e la Banca DI SANDRA GATTI
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Quando, alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, durante gli scavi condotti da Valnea Santa Maria Scrinari, allora funzionario archeologo della Soprintendenza del Lazio, nell’area urbana dell’antica Praeneste venne scoperto uno stupendo rilievo di marmo, raffigurante una cinghialessa che allattava i suoi cuccioli, apparve subito chiaro che si trattava di un ritrovamento eccezionale. Nel secondo supplemento dell’Enciclopedia dell’Arte Antica del 1970, monumentale opera edita dalla Treccani e insostituibile strumento di studio e consultazione per gli archeologi, la Scrinari, pur non fornendone una fotografia, già segnalava come l’opera fosse “simile, per stile, tecnica e misura ai due rilievi Grimani del Museo di Vienna”. In effetti il rilievo trovato a Palestrina non è un pezzo isolato, ma fa parte di una serie che, finora, può essere ricostruita con almeno quattro esemplari: quello prenestino, due rilievi conservati al Kunsthistoriches Museum di Vienna, raffiguranti una leonessa ed una pecora con i propri cuccioli, ed un piccolo frammento dell’angolo di un quarto rilievo che si trova a Budapest. Il ritrovamento a Palestrina del rilievo con la cinghialessa ha consentito di capire che tutta la serie ha in realtà una origine prenestina. La storia è complessa e, per capire le fasi della vicenda, bisogna ripercorrere un frammento della storia del collezionismo veneziano. Da molto tempo erano noti i due rilievi marmorei conservati al Museo di Vienna, pubblicati nel 1965 da V.M. Strocka come opere di ignoto luogo di origine, di cui si ipotizzava la provenienza da scavi effettuati dalla famiglia Grimani nei loro possedimenti a Roma, alle pendici del Quirinale. I rilievi erano confluiti nelle collezioni imperiali nel 1855, dopo che, grazie alla mediazione del mercante d’arte Guggenheim, nel 1883 erano entrati in possesso di Fürsten Johann del Lichtenstein. Essi, fino all’anno prima, il 1882, erano a Venezia, ed avevano fatto parte della prestigiosa collezione della famiglia Grimani. Domenico Grimani, nato nel 1451, umanista di
fama, amico di Poliziano e Pico della Mirandola, cardinale dal 1493, vivendo a lungo a Roma, aveva raccolto nel suo palazzo sul Quirinale le sculture ritrovate durante gli scavi nella tenuta della famiglia posta fra via del Tritone e via Barberini, tanto che l’odierna piazza Barberini si chiamava “Grimana”. E’ per questo che per i due rilievi con leonessa e pecora si era ipotizzata una provenienza romana. Ma la scoperta a Palestrina del terzo rilievo con cinghialessa, di certo appartenente alla stessa serie, ha rimesso in discussione la questione: come sono finiti nella collezione veneziana i due rilievi evidentemente di provenienza prenestina? In realtà parte della tenuta romana dei Grimani passò, già all’inizio del XVII sec., ai Barberini: poiché questi, fin dal 1630, erano proprietari di Palestrina, è possibile che in seguito a tali rapporti la famiglia Grimani sia entrata in possesso dei due rilievi. Essi potrebbero essere riconosciuti nelle “due tavole istoriate” ricordate nei cataloghi Grimani del 1578, mentre la prima menzione sicura è in una descrizione del palazzo veneziano nel XVII secolo. Il rilievo prenestino è stato trovato riutilizzato in un edificio di età tardo antica, il cosiddetto macellum, in realtà più probabilmente identificabile con la sede di un collegio, ma tutta la serie, databile in età augustea, doveva in origine appartenere alla decorazione di una fontana, come provano i fori per le tubature e l’uscita dell’acqua visibili su tutti i rilievi; la loro forma concava dimostra inoltre che le lastre dovevano aderire ad una struttura semicircolare. Tutti raffigurano una scena di maternità, collocata in un ambiente naturale e campestre, che evoca sentimenti di pace, serenità, prosperità e rinascita. Questi contenuti e l’intonazione idilliaca, che riconducono alle iconografie di tradizione ellenistica e ricordano le tematiche della poesia di Teocrito e Virgilio, sono il simbolo della propaganda dell’imperatore Augusto, che, anche attraverso le immagini, cercava il consenso alla sua politica, basato sul diffuso ottimismo che doveva derivare dal “nuovo corso”. Dopo le guerre civili Augusto voleva impersonare la stabilità dello Stato, la sicurezza, la restitutio rei-
publicae, una sorta di rinascimento civile e morale, che, agli occhi delle masse, mitigasse, almeno formalmente, il profondo cambiamento istituzionale in atto, di fatto in transito fra la repubblica e il principato – e dunque l’impero – presentato come salvifico e rigeneratore. Tutti i rilievi si contraddistinguono per l’eccezionale qualità artistica, per la perizia tecnica dell’esecuzione, per la raffinata composizione, tanto che sono stati ricondotti alla stessa bottega che ha prodotto l’Ara Pacis di Roma. Sulla originaria collocazione delle lastre gli studiosi hanno formulato diverse ipotesi: se finora ne sono note solo quattro, la presenza del numero XI inciso sul retro del rilievo di Palestrina ne farebbe ipotizzare un numero maggiore, forse dodici come i mesi dell’anno. Filippo Coarelli ha proposto da tempo di riconoscervi la originaria decorazione dell’emiciclo scoperto nel 1907 nell’attuale Piazza Regina Margherita, l’antico Foro della città. L’edificio andrebbe identificato dunque con il monumento eretto in onore di Verrio Flacco, il famoso grammatico amico di Augusto e precettore dei suoi nipoti Gaio e Lucio, sul quale erano esposti anche i fasti prenestini, il calendario inciso su lastre marmoree, in parte oggi conservato al Museo Nazionale Romano. La serie di questi rilievi, dunque, come molti altri
capolavori di Praeneste, ha subito nel tempo vicende funeste e infelici di decontestualizzazione e di dispersione, con il risultato che oggi la decorazione dello stesso monumento risulta divisa fra il museo di Palestrina, quello di Vienna, quello di Budapest, e, forse, anche il Museo Nazionale Romano, mentre la struttura muraria a cui forse tutto questo apparteneva giace sotto la pavimentazione della piazza principale della cittadina laziale, sotto il parcheggio delle automobili. Ma qualcosa si poteva fare, ed è stato fatto grazie alla sensibilità ed alla disponibilità della Banca di Credito Cooperativo di Palestrina, da molti anni vicina alle attività del Museo, alle sue iniziative culturali, attenta ai suoi suggerimenti ed alle sue proposte. L’idea di disporre delle copie dei rilievi conservati a Vienna era da molti anni nel cospicuo archivio dei miei sogni irrealizzati e forse irrealizzabili, archivio continuamente incrementato dal desiderio di arricchire il Museo e la città e di restituire loro quel ruolo primario nel panorama culturale laziale, e forse nazionale, che le spetterebbe. La proposta di realizzare le copie dei tre rilievi per restituire al pubblico la visione della serie completa nel Museo di Palestrina è stata accolta con entusiasmo dal Presidente della Banca, Marcello Cola, e sostenuta con convinzione dal Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio, dottoressa Marina Sapelli Ragni.
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Le moderne tecniche di scansione laser permettono oggi di realizzare delle copie perfette di qualsiasi cosa, e dunque anche di beni culturali, e tale metodologia, che non comporta alcun contatto diretto con l’opera, è compatibile con tutte le esigenze di conservazione più attente e con i dettami della normativa vigente. Il museo di Vienna ha aderito con grande disponibilità alla nostra proposta, instaurando da subito una proficua collaborazione in tal senso. Ma la realtà è andata persino al di là delle aspettative. La BCC, infatti, ha voluto di più. Ha previsto anche la realizzazione di una copia del nostro rilievo Grimani, da donare al Museo di Vienna, ponendo le basi di una preziosa collaborazione internazionale fra istituzioni museali. Ha voluto inoltre la realizzazione di una seconda copia da donare al Museo dell’Arte Classica dell’Univer-
sità La Sapienza di Roma, che, come è noto, conserva le copie di tutte le più rilevanti opere di scultura dell’arte greca e romana, a disposizione dei giovani studenti universitari di archeologia e storia dell’arte, Museo che, incredibilmente, possiede le copie in gesso dei rilievi di Vienna ma non di quello prenestino. La realizzazione delle copie, affidata all’esperienza ed alla comprovata capacità della soc. Unocad, è ormai in via di completamento e all’inizio del prossimo autunno saremo in grado di presentare al pubblico il risultato di questa iniziativa che ha richiesto tanto lavoro, tanto impegno, tanta fatica, ma che consentirà la ricomposizione di un contesto di eccezionale importanza, pur se in copia, e arricchirà il Museo Prenestino di un prezioso tassello della storia della città.
Mosaico Nilotico, Museo Archeologico Nazionale Prenestino
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26 giugno 2009 Assemblea FEDERLUS DI BRUNELLA VENIER
Un sistema in salute che continua a crescere quello delle BCC del Lazio Umbria Sardegna sia pure in un contesto generale economico che va facendosi sempre più difficile. L’assemblea si è svolta nella splendida Villa di Mondragone, a Monteporzio Catone, vero gioiello architettonico, restaurata a metà del 1500. I lavori sono stati aperti dal presidente della BCC dei Castelli Romani, Domenico Caporicci, che ha reso possibile l’incontro avendo curato ogni dettaglio per la migliore riuscita dell’accoglienza dei numerosi partecipanti. I numeri 2008 delle 27 banche associate sono più che positivi con un utile netto complessivo di 80,8 milioni e 274 milioni di valore aggiunto globale netto prodotto dalle BCC in favore dei loro territori, così come emerge dalla rendicontazione del Bilancio Sociale e di Missione. Le BCC Federlus sono espressione di 53.624 soci e contano su una rete di 292 sportelli nelle tre regioni con 2.050 dipendenti al servizio del pubblico. Rilevante nell’anno la crescita degli impieghi (+11,8%) che hanno toccato quota 6,1 miliardi, mentre la raccolta totale è a 11,1 miliardi (+8,2%).
Le BCC continuano ad essere banche ben patrimonializzate con 990 milioni di patrimonio al 31 dicembre scorso (+8,9%). “Le BCC Federlus - afferma il Presidente Liberati sono impegnate al servizio delle economie locali in
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Villa Mondragone, Monteporzio Catone
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Interno di Villa Mondragone, Monteporzio Catone
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una fase che presenta una duplice sfida: da una parte non far mancare sostegno creditizio a famiglie e imprese in un contesto di generale restrizione creditizia e, dall’altra, proseguire l’impegno di adeguamento ai nuovi standard operativi in un contesto di Gruppo locale e nazionale sempre più coeso”. Adeguamento che è correlato alla progressiva realizzazione dei progetti di categoria a partire dal nuovo Fondo Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo che rappresenta un salto di qualità nella tutela della clientela e nella finanza di sistema per tutto il gruppo delle BCC. Il tutto ponendo sempre al centro gli interessi di soci e clienti. Le BCC, infatti, continua Liberati “sono banche che operano in stretta simbiosi con il territorio di riferimento in ottica mutualistica, con un modo di fare banca fondato sull’economia reale, piuttosto che sulla speculazione finanziaria, sulla valorizzazione del territorio e su una relazione con il mercato basata sull’etica e non sul profitto fine a se stesso”. Un ruolo in questi tempi di grandi trasformazioni del sistema finanziario sempre più riconosciuto e apprezzato a conferma dell’esigenza di avere un sistema bancario articolato dove accanto ai grandi gruppi possano coesistere le piccole banche locali nel rispetto della garanzie di concorrenzialità e pluralità per i cittadini.
il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato il Cardinale Josè Saraiva Martins titolare della nostra Diocesi Suburbicaria di Palestrina. A Sua Eminenza, prefetto emerito della congregazione delle cause dei Santi, il Consiglio di Amministrazione della BCC ha rivolto, anche a nome di tutti i soci, un deferente saluto con gli auguri di ogni migliore successo nel suo alto ed impegnativo compito.
JosĂŠ Card. SARAIVA MARTINS 57
il ‘nostro’ Valerio Cleri Campione del Mondo Ultim’ora:
di ALESSANDRA BATTAGLIA
Già Oro agli Europei nel 2008, vanto per il Tricolore anche alle Olimpiadi di Pechino, quando sfiora una madaglia e si classifica quarto, l’atleta prenestino Valerio Cleri, colleziona vittorie dando grande prova di concentrazione ed ora, durante la XIII° edizione dei Campionati Mondiali di Nuoto, svetta sul gradino più alto del podio capitolino, in una delle gare più difficili ed estenuanti: i 25 km - 5 ore - in mare aperto.
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Una forza della natura questo nostro ventisettenne che si impone, dominando il mare mosso, trasformando la travolgente passione per il nuoto - coltivata con determinazione innata sin da piccolissimo - nell’Oro che dà lustro alla nostra Città. Muscoli scattanti, che affila come lame per solcare l’acqua ed aggiudicarsi successi, sono accompagnati da un sorriso mite: un prenestino di poche parole e grandi risultati.