1909 2009
TU E LA TUA BANCA R I V I S TA D E L L A B CC D I PA L E S T R I N A - N 째 0 4 - OT TO B R E 2 0 0 9
( i n at te s a d i re g i s t r a z i o n e )
CENTENARIO
Palestrina BANCA DI CREDITO COOPERATIVO
In udienza dal PAPA
5 agosto 2009 Castelgandolfo Il consiglio di amministrazione e la direzione hanno partecipato il 5 agosto a Castelgandolfo all’udienza del Santo Padre. Un appuntamento, di particolare significato, per sottolineare nella celebrazione del centenario il profondo radicamento della BCC, fin dalle sue origini, nella dottrina sociale della Chiesa, ribadita perfino nella sua originaria ragione sociale. E che trova, nella nuova enciclica “Caritas in Veritate”, nuove motivazioni per una linea direttrice che ne orienta e guida l’operatività, in coerenza alla sua collocazione storica e alle grandi sfide che pone il momento presente. Sono le riflessioni che il Presidente Marcello Cola ed il vicepresidente Natale Coccia hanno potuto rimarcare nell’udienza privata con il Santo Padre. Un incontro, in verità, che ha superato ogni forma protocollare, per la amabilità del Papa che ha voluto conoscere i tratti distintivi e caratterizzanti dell’operatività della nostra BCC. Con una domanda: “Avete nel vostro portafoglio titoli della Lehman Brothers?” La risposta del presidente Cola ha strappato perfino un sorriso all’illustre interlocutore. “No, Santo Padre, perché come richiamate nella vostra enciclica, la nostra banca non si è fatta irretire dalla finanza per la finanza. Il nostro obiettivo era e resta quello di utilizzare gli strumenti creditizi per lo sviluppo economico e civile delle comunità in cui operiamo”.
Il Papa non ha nascosto la sua soddisfazione e, allargando le braccia, con il volto disteso in un affettuoso e paterno abbraccio ideale, ha incoraggiato i nostri esponenti a proseguire, con nuovo impegno, lungo questo percorso, ponendo sempre al centro le esigenze delle persone e delle comunitĂ , impartendo loro un messaggio di incoraggiamento ed il sostegno della sua benedizione, da estendere ai componenti del Consiglio di amministrazione, ai soci e a tutte le componenti delle nostre comunitĂ .
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In questo numero di GIOVANNI CONTENA
5 agosto: Consiglio di Amministrazione e Direzione dal Papa a Castelgandolfo. Nell’udienza privata, il presidente Marcello Cola ed il vicepresidente Natale Coccia confermano al Santo Padre la coerenza operativa della BCC ai valori ed ai principi della dottrina sociale della Chiesa. Nell’editoriale, il Presidente traccia un’analisi sulla situazione più generale dell’economia e del sistema creditizio, mentre il Direttore Generale, in un’intervista, anticipa le dinamiche della banca che si avvia a concludere un esercizio particolarmente positivo. Nasce la Banca del Mezzogiorno, con un forte coinvolgimento del sistema del credito cooperativo. Il punto di vista di Marcello Cola, del giornalista Oscar Giannino e del presidente della Federcasse Alessandro Azzi. Territorio ed ambiente: intervista al presidente della Coldiretti del Lazio, Massimo Gargano ed al vicepresidente della BCC Natale Coccia, che richiama l’impegno della banca a contribuire per lo sviluppo del territorio, da scrivere col colore “verde”. La telematica in banca: si amplia il listino di offerta di nuovi servizi per rispondere, con crescente efficacia, alle esigenze delle diverse fasce di clientela. L’utilizzo degli strumenti tecnologi per un rapporto immediato con la banca, in qualunque momento e ovunque ci si trovi. 4
Editoriale di MARCELLO COLA
Esattamente un anno fa, nel partecipare ad un convegno di studio, quando i contorni della crisi finanziaria, che stava per sconvolgere i sistemi creditizi dello scenario globale, non erano ancora percepiti in tutta la loro ampiezza e profondità, mentre anche per autorevoli studiosi eravamo solo all’interno di un violento tifone “passeggero”, avvertivo gli effetti devastanti che giorno dopo giorno si andavano consolidando, avevo sintetizzato con una battuta il mio intervento: la notte è tenebrosa e sarà molto lunga l’attesa di una nuova alba . Qualcuno, in quella circostanza, avvertiva nelle mie preoccupate riflessioni perfino un eccessivo pessimismo. I fatti, le dinamiche che hanno investito il mondo del credito, facendolo traballare nelle sue fondamenta, hanno impietosamente confermato che quella prospettiva era tutt’altro che infondata e certamente non frutto di sussulti emotivi. Nelle tormentate vicende che seguirono nei mesi successivi, la crisi profonda della “finanza per la finanza”, nell’illusione che fosse possibile generare ricchezza su castelli di carta “spazzatura”, in una overdose di inganni, sorretti da audaci algoritmi matematici, è esplosa in una terrificante bolla tossica che ha infettato, pur con conseguenze diversificate, il sistema del credito, lambendo anche quello italiano. Era chiara la sensazione, in verità per me era fredda consapevolezza, che si stava precipitando, a grande velocità, in un profondo precipizio, nel quale il sistema del credito avrebbe trascinato l’economia reale e la cui risalita sarebbe stata molto difficile, sicuramente lunga ed impegnativa. È passato solo un anno e quella batosta sembra già acqua passata, almeno per molti, tanto che gli investimenti finanziari hanno ripreso a correre e gli inviti alla prudenza ed alla cautela sembrano ormai un ronzio fastidioso che disturba la voglia di can-
cellare sensazioni fastidiose poco piacevoli perché il pericolo, per quanto molto elevato, è ormai alle spalle. Ma è proprio così o l’incoscienza prevale, ancora una volta, sul buon senso? Pur se si presentano all’orizzonte deboli segnali di inversione di marcia, la traversata del deserto sarà lunga ed impegnativa e l’avvio della ripresa delle economie lenta e fragile. Vale anche per il nostro Paese, pur se la situazione complessiva appare migliore rispetto a quella di altri concorrenti, in Eurolandia e nel mondo. Certo vi sono zone grigie nel nostro sistema creditizio, anche se meno accentuate rispetto ad altri; ma le criticità permangono, soprattutto in riferimento alle misure da assumere a favore dell’economia reale, delle piccole e medie imprese, la cui condizione rischia di avvitarsi in una consolidata depressione. Ed il dibattito, pur con accentuazioni a volte strumentali e perfino tendenziose, lo conferma. Ma le banche non sono tutte uguali. Vi è una categoria, quella delle banche di credito cooperativo, che come osservano analisti e studiosi e lo stesso Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, hanno remato controcorrente, riconfermando il loro modo originale di intendere e di fare banca, saldamente ancorate al territorio ed attivando ogni possibile sostegno alle diverse componenti delle comunità locali, stressate dalla crisi. In questo contesto - e lo sottolineo con orgoglio - la nostra BCC ha svolto un ruolo esemplare adattando, con grande tempestività e flessibilità, gli strumenti operativi per la migliore tutela del risparmio ed a sostegno, sotto il profilo virtuoso degli impieghi, della compagine sociale, delle famiglie e delle piccole e medie imprese, dei diversi comparti produttivi, nostre clienti e che insistono nel nostro territorio. Con risultati, li analizzeremo a conclusione di questo esercizio, particolarmente positivi.
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Sommario 17 2 4
Centenario in udienza dal Papa
di Franco Bernassola
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In questo numero
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di Giovanni Contena
Editoriale di Marcello Cola
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Navigare controcorrente Intervista al Direttore Generale
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di Giovanni Contena
Banca e finanza: i bilanci di 650 istituti di credito
Banca del Mezzogiorno... si parte
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La sfida di Menichella, le incognite di oggi
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Palestrina: Palio S. Agapito ’09 di A. B.
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di Oscar Giannino
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Palestrina: I° Movie Club Film Festival di Alessandra Battaglia
di Marcello Cola
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Palestrina: I° Festival del Cinema Indipendente Giovanile di Eleonora Minna
a confronto
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DAL TERRITORIO Labico: Sagra della nocciola di Giovanni Contena
Sergio Castellazzi
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Territorio e Ambiente Volani competitivi: Intervista a Massimo Gargano
di Giovanni Contena
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La telematica in banca
Rocca di Cave: gli astrofili Hipparcos e la Rocca delle stelle di A. B.
Non c’è spazio per i grandi, gli altri sono benvenuti
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Genazzano 31 ottobre ’09
di Alessandro Azzi
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Anche gli amministratori... a scuola
Sviluppo in “verde” Intervista al Vicepresidente Natale Coccia
di Giovanni Barone TU E LA TUA BANCA
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RIVISTA TRIMESTRALE della BCC di Palestrina Editore: Banca di Credito Cooperativo di Palestrina Direttore responsabile: Giovanni Contena Stampa: I.T.L. - Via Colle Girello 107, Palestrina (Roma) IN ATTESA DI REGISTRAZIONE • DISTRIBUZIONE GRATUITA
Navigare controcorrente Intervista al Direttore Generale Sergio Castellazzi di GIOVANNI CONTENA
Direttore, anche alla sua plancia di comando arrivano i “rumor” della martellante polemica che investe il nostro sistema creditizio. Siamo una componente del sistema e, quindi, non ci sentiamo estranei alle questioni che agitano il dibattito sulle banche. A me pare che alcune critiche siano giuste; altre non giustificate, quando non del tutto strumentali.
Vuol essere più preciso? Sicuramente i grandi gruppi bancari italiani, in misura peraltro più contenuta rispetto ad altri competitori, in Europa e più in generale nel mercato globale, hanno subito il fascino della “finanza per la finanza”, più attenti ai volumi quantitativi di breve periodo, con una vistosa asimmetria, che si va ulteriormente consolidando - e gli andamenti sul versante degli impieghi lo confermano - rispetto alle esigenze, oggi particolarmente acute, dell’economia reale. Penso in particolare alle imprese ed alle famiglie. Mi preme, comunque, precisare...
Cosa? Non mi appassiono molto alle polemiche strumentali. Osservo, tuttavia, con il necessario distacco critico, che le banche non sono tutte eguali ed in particolare che le banche di credito cooperativo - ed è universalmente riconosciuto - hanno saputo reagire meglio ai duri contraccolpi della crisi finanziaria globale, con scelte, perfino coraggiose, che hanno confermato le loro originali peculiarità, “piegando” gli strumenti creditizi alle esigenze delle comunità locali e dei territori nei quali operano.
Questo sul piano generale. E per quanto concerne la nostra BCC? In piena sintonia con le indicazioni e le scelte strategiche del Consiglio di Amministrazione abbiamo coinvolto la nostra struttura operativa su uno straordinario impegno per rafforzare, anche di fronte alle complesse difficoltà che attraversavano il nostro lavoro quotidiano, gli aspetti distintivi e caratterizzanti della nostra “mission”, dando priorità
alle esigenze della compagine sociale e delle componenti delle nostre comunità rispetto agli interessi più specifici, e certamente non secondari, del consolidamento e dello sviluppo della banca.
Con quali risultati? Sotto diversi profili, perfino straordinari.
Vuole essere più preciso? All’inizio dell’esercizio in corso, nel farci carico delle rilevanti difficoltà che si affacciavano nel nostro orizzonte, avevamo messo in conto perfino un significativo contenimento della redditività rispetto ai risultati, molto positivi, dell’esercizio 2008. Gli aggregati della semestrale al 30 giugno, nella loro severa ufficialità, evidenziano lo “stato” positivo della nostra banca, con indici perfino migliori rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente.
Pur nella crisi, la BCC cresce. Esattamente. Gli aggregati di giugno, peraltro confermati nel loro trend positivo nei mesi successivi, ed ormai nello scorcio finale dell’esercizio, sono particolarmente significativi, a conferma della fiducia che siamo stati capaci di conquistare, attraverso
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un più efficace radicamento nelle comunità della nostra area operativa e della giustezza delle nostre scelte a favore dello stimolo e sostegno delle imprese nostre clienti. Con un segnale ulteriore. Abbiamo aderito all’avviso comune, sottoscritto dall’ABI col Governo, sulla moratoria per un anno dei crediti alle imprese.
Un’isola felice.
Qualche dato?
ed efficaci. Con una consapevolezza, che orienta e guida il nostro impegno: la nostra storica scelta di campo, quale cooperativa di credito, ha in sé l’antidoto migliore per affrontare le difficoltà e per affrontare ogni sfida, anche quella più complessa ed impegnativa. Con un corollario...
È ancora presto per soddisfare la sua curiosità. Anticipare le consistenze delle diverse poste sarebbe perfino azzardato. Tuttavia, le proiezioni ed il costante monitoraggio - perfino in tempo “reale”degli andamenti ci consentono una previsione, particolarmente favorevole: incremento significativo della raccolta; robusta la crescita degli impieghi; miglioramento importante degli indici di efficienza, di efficacia operativa, ed anche di redditività.
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Non esageriamo. Viviamo anche noi le inquietudini e le forti preoccupazioni degli effetti che la profonda recessione determina nell’economia reale. Anche nella nostra. Ne avvertiamo i segnali, anche se deboli, nel nostro specifico segmento di mercato. Li intercettiamo ed anticipiamo, nei limiti del possibile, risposte pronte
Mi incuriosisce. La banca cresce se l’economia locale cresce. Ed è in questo virtuoso circuito la vera “cifra” del nostro successo.
Nel numero di ottobre, come di consueto, il mensile BANCA E FINANZA traccia la classifica degli istituti di credito per produttività, redditività, solidità e equilibrio. Dai risultati emerge, sul piano generale, che le banche hanno retto abbastanza bene l’urto della crisi. Gli utili, è vero, si sono dimezzati ma, nonostante il clima di forte sfiducia che hanno dovuto affrontare, appaiono solide, equilibrate e produttive. Una spada di Damocle pesa, tuttavia, sul nostro sistema bancario, insieme ad un robusto contenimento sul versante degli impieghi: l’impennata delle sofferenze come conseguenza della recessione. Ma torniamo alle classifiche, distinte per gruppi: maggiori, grandi, medi, piccoli, minori. Il gruppo “minori”, del quale fa parte la nostra BCC, è quello con un attivo inferiore a 650 milioni di euro. Nella superclassifica, che analizza gli aggregati di 386 banche “minori”, la nostra BCC si colloca al 10° posto. Se si considera che questa collocazione sca-
turisce da un indicatore, calcolato come media aritmetica degli indicatori sintetici della solidità, redditività e produttività, la nostra posizione costituisce la plastica dimostrazione degli importanti risultati che abbiamo conseguito. Se si disaggregano gli indici relativi, occupiamo il 17° posto per redditività ed il 26° per produttività. Con un riferimento sintetico, quindi, di tutto riguardo, che riflette le stime dell’esercizio in corso, con risultanze finali, per noi, probabilmente ancora più significative. Anche se non cediamo alla suggestione delle classifiche, questa certificazione di parte “terza” ed autorevole è giusto motivo di soddisfazione. Anche perché si accompagna all’osservazione del mensile, quando sottolinea che “le banche più radicate nel contesto territoriale e più dotate di mezzi propri hanno superato meglio le difficoltà contingenti e si sono posizionate in cima alla classifica”.
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Banca del Mezzogiorno... si parte. di MARCELLO COLA
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Il consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per l’economia, ha dato il via alla Banca del Mezzogiorno, con un forte coinvolgimento del credito cooperativo. Coinvolgimento, peraltro, già annunciato fin dalle prime battute di annuncio di questa nuova struttura, quale strumento per stimolare e sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno che, nonostante i suoi 20 milioni di abitanti, dopo il profondo processo di ristrutturazione del nostro sistema creditizio, è “privo” di una sua banca. Ed il modello di riferimento, grande riconoscimento ma anche grande sfida per la cooperazione di credito, è stato individuato dal ministro Tremonti nelle BCC, proprio perché imprese bancarie possedute e governate da chi vive ed opera nel territorio, impegnate a realizzare una prossimità intelligente con tutte le componenti delle comunità locali e capaci di dare origine a relazioni virtuose con le famiglie e le piccole e medie imprese dei diversi comparti produttivi. Il tessuto connettivo della cooperazione di credito nel nostro Mezzogiorno è costituito da 101 BCC con un totale di 600 sportelli. Una rete “collaudata”, che costituisce una premessa efficace, per sostenere e rispondere, con una governance intelligente, alle direttrici strategiche della Banca del Mezzogiorno. Occorre ora attendere i passi che saranno fissati per l’avvio del percorso organizzativo, le cui modalità si dovranno compiutamente definire, così come previsto nel disegno di legge del Governo, a partire dal costituendo Comitato Promotore. La “palla” passa, dunque, al Parlamento, che inizierà a discutere la proposta avanzata dal Governo e procedere poi alla
sua approvazione. La nostra BCC ha seguito con grande interesse il dibattito che ha accompagnato la istituzione del nuovo Istituto di credito. Ne ha colto le grandi opportunità che si aprono per la cooperazione di credito, insieme alle grandi sfide che possiamo vincere solo attraverso l’attivo coinvolgimento di ogni componente del nostro sistema. Noi siamo pronti a fare tutta la nostra parte per il pieno successo dell’iniziativa. Ma qual è lo stato dell’arte? Riportiamo due autorevoli prese di posizione: l’economista di grande prestigio, Oscar Giannino; il leader nazionale del sistema della cooperazione di credito, il presidente della Federcasse Alessandro Azzi.
La sfida di Menichella, le incognite di oggi di OSCAR GIANNINO, da Il Messaggero 16/10/09
La Banca per il Mezzogiorno varata ieri dal governo va considerata una grande novità positiva. Non siamo più ad annunci, il progetto è concreto. Diceva Donato Menichella: “il problema dell’Italia è che non ha mai avuto un ceto finanziario interessato a fare banca per fare banca, invece che altro”. Si riferiva alla crisi del sistema che portò alla legge bancaria dei 1936, alla nascita dell’Iri e delle Bin pubbliche. Ora i tempi sono molto cambiati. Ma la sfida lanciata con la proposta Banca per il Mezzogiorno ha in sé questo di innovativo: rilancia la sfida di Menichella. Torna a voler fare dello sviluppo del Sud una grande questione nazionale. Come ai tempi di De Gasperi. E tenendo ben presente la storia recente. Quella, cioé, che vide il salvataggio dei banchi meridionali costare più di un punto e mezzo di Pil alla Banca d’Italia, cioè a noi tutti. È vero, sul progetto da anni aleggia una certa diffidenza. Proprio in ragione del fatto che, dopo i decenni del dopoguerra in cui svolsero una funzione straordinariamente efficace per il rilancio del
Donato Menichella
Sud, le banche meridionali caddero in una crescente spirale di concessione del credito secondo criteri diversi dal ritorno del capitale e dal merito effettivo dei progetti da finanziare. La politica Oscar Giannino nazionale e locale - ebbe una pesante responsabilità nello snaturare la storia lunga e gloriosa degli istituti creditizi del Sud. Una storia che, nel caso del Banco di Napoli, ben prima del 1539, data ufficiale di nascita, affondava le sue radici all’inizio del Quattrocento. Il dato di fatto è che attualmente nessuna grande banca privata italiana ha più la “sua testa” nel Sud. È un’anomalia in tutta Europa. È un merito del “nordista” Tremonti, secondo me, volervi porre riparo. Per sanare tale anomalia, ma evitare i rischi del passato, lo schema di Banca per il Mezzogiorno contiene tre garanzie che il Parlamento deve assolutamente preservare e, se possibile, rafforzare ulteriormente. La prima è che la politica si autolimita sin dall’inizio. Lo Stato sarà da subito minoritario nel capitale del comitato promotore. Ed entro cinque anni dovrà uscire integralmente dal capitale della banca ridistribuendo il capitale pubblico ai soci privati, tranne mantenere un’azione sola, del tutto simbolica. La seconda è che l’appello a “fare” la banca è rivolto alle oltre 100 banche territoriali di credito cooperativo già presenti nel Sud, con oltre 600 sportelli, e alle imprese e alle categorie produttive che operano nel Mezzogiorno. Sta qui la sfida
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di Menichella: che i privati meridionali dimostrino ora la loro capacità e voglia di “fare banca per fare banca”, non per fare altro. Non si tratta di riallocare in più impieghi al Sud la raccolta bancaria del Nord. Il Sud deve fare più impieghi al Sud della raccolta locale. Si può fare. La terza è che l’aliquota fiscale agevolata, del 5% invece del 12,5% che grava sui titoli finanziari, viene riservata a emissioni di obbligazioni finalizzate esplicitamente a ripatrimonializzare le banche socie che della Banca del Mezzogiorno come holding di secondo livello saranno lo strumento operativo sul territorio. E a consentire quindi più impieghi alle imprese, tanto in capitale di debito che in capitale di rischio, e più risorse per le infrastrutture. Siamo stati i primi sul Mattino e sul Messaggero, lo dico anche personalmente, a indicare per il Sud un modello analogo al Credit Agricole francese, costruito in decenni partendo dal basso, dall’esperienza e dalla prudenza delle casse rurali transalpine, fino a diventare un grande gruppo europeo. Ed è proprio a quel modello, che ha fatto esplicito riferimento ieri Tremonti. Per le BCC, chiamate a ripatrimonializzarsi e a fare su più vasta scala ciò che già facevano separatamente al Sud, è una straordinaria occasione storica. Segna la possibilità di un eccezionale scatto in avanti, mettendo a sistema raccolta e costi operativi, senza rinunciare in nulla alla propria identità ed ancoraggio territoriale. Certo, alle grandi banche private del Nord non può piacere troppo il coinvolgimento di Poste Italiane, dei suoi 4 mila sportelli nel Sud e della sua pingue raccolta di depositi. È un primo passo verso la piena licenza bancaria per Poste, anche se le funzioni operative saranno demandate alle BCC e alla Banca per il Mezzogiorno come holding. Ma la logica di rendere disponibile una parte della grande raccolta postale, per far crescere l’economia e non
solo in funzione di risparmio, è giusta e positiva. Ora la politica deve guardarsi dal commettere errori. Le Regioni, per dirne una, devono pensare a un ruolo nel comitato promotore di puro osservatore, non certo operativo. È il piano di sviluppo del Sud affidato ieri al coordinamento del ministro Scajola, il tavolo al quale le Regioni devono far pesare le proprie richieste per I’utilizzo dei fondi Fas a fini di poche chiare priorità, e di rifinanziamento dei fondi tecnologici automatici per l’impresa, attualmente già esauriti fino al 2011. È quel piano, a dover dettare le maggiori scelte di fondo infrastrutturali e di sistema, per contenere le diseconomie che finora hanno gravato come costi aggiuntivi sulla bassa produttività meridionale, che è la vera sfida da vincere in tutti i settori. I grandi banchi meridionali del passato, finché hanno funzionato correttamente, come tutte le banche sane hanno prosperato costruendo e diffondendo fiducia. È questa la prima sfida da vincere, nel Sud come nell’Italia tutta. Senza nuova fiducia e maggiori profitti, non c’è più reddito per il lavoro né più margine per le aziende. Ma solo una prospettiva di stagnazione alla quale non è affatto necessario rassegnarsi.
“Non c’è spazio per i grandi, gli altri sono benvenuti” intervista ad ALESSANDRO AZZI, da Il Sole 24 ore 18/10/09
“La Banca del Mezzogiorno parte con lo spirito di non escludere nessuno: Poste, banche sul territorio, associazioni di categoria, artigiani, imprenditori. L’azionariato dovrà essere quanto più ampio possibile, non ci sarà spazio per tutti. Questo istituto nasce per dare un valore aggiunto alle banche già operative nel Sud, aiutarle a fare raccolta ed erogare credito alle imprese a condizioni migliori. Non intendiamo creare un’altra banca di medio-lungo termine ma un istituto che offra garanzie di supporto ai fidi, servizi e consulenza alle banche già presenti sul territorio”. È questa la visione della Banca del Mezzogiorno secondo Alessandro Azzi presidente di Federcasse, l’associazione delle 400 banche di credito cooperativo e casse rurali: oltre 100 Bcc lavorano nel Sud con più di 600 sportelli.
La collaborazione e la partnership tra Bcc e Poste nel progetto Banca del Sud è tutta da definirsi rispettando le specificità dei due soggetti. Le due reti dovranno essere complementari, non in diretta concorrenza tra di loro: vi sono piazze in cui sono presenti tanto le banche di credito cooperativo quanto le Poste. In quel caso, la concorrenza va rispettata e i sistemi dovranno essere ragionevolmente compatibili.
E le banche popolari? Non so ancora che ruolo potranno avere nella Banca del Mezzogiorno. Per ora non c’è un coinvol-
ll ministro Tremonti ha detto ieri che le banche di credito cooperativo ‘sono già in pista’ e ha indicato che saranno gli azionisti privati a disegnare il modello della nuova Banca. Saranno dunque soprattutto le Bcc a scandire le danze? Sì, questo è quello che risulta anche a noi dal nostro dialogo con il ministro. Per questo sentiamo un maggior senso di responsabilità.
Il disegno di legge è a maglie larghe quando indica i potenziali azionisti privati. Anche le Bcc sono così aperte? Sì. L’azionariato privato dovrà essere quanto più ampio possibile. Accogliamo con favore l’interesse mostrato da Legacoop, che mi è stato confermato ieri direttamente dal presidente Poletti. E siamo favorevoli alla disponibilità già dichiarata di Confartigianato: l’obiettivo è di far entrare tutte le confederazioni degli artigiani. Non ci sono esclusioni. Abbiamo visto le dichiarazioni della vicepresidente di Confindustria Cristiana Coppola e nei confronti di Confindustria l’invito a partecipare alla Banca del Mezzogiorno è aperto.
E Poste? Per Tremonti potrebbe ambire a un ruolo importante...
Alessandro Azzi
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gimento ma i miei rapporti con le Popolari e la loro associazione sono ottimi. Il progetto della Banca per il Sud parte con lo spirito di non escludere nessuno. Tanto che altre piccole banche potrebbero essere della partita. Sicuramente entrerà in gioco lccrea, che dovrà far girare il motore della Banca del Mezzogiorno.
zionale né di medio termine ma un istituto che offra servizi, supporto tecnico, competenza alle banche che sono già sul territorio. La Banca dovrà essenzialmente concedere garanzie ai fidi e agli affidamenti per incentivare le banche locali a fare più prestiti. L’obiettivo resta il rafforzamento del sistema del credito che c’è già e la responsabilizzazione delle banche locali, che non si ottiene di
La sede di Federcasse
E le grandi banche? Intesa, Unicredit? Il Ddl così come certo distribuendo fondi dall’alto. Le Bcc continueè scritto in teoria non esclude veramente nessuno... ranno a fare il loro mestiere, a fare raccolta e a reimpiegarla sul territorio: a condizioni migliori La Banca nasce in un modo caratterizzato senza aiutate dai nuovi bond di scopo e dalle garanzie escludere nessuno. Personalmente non ho alcuna parziali della nuova Banca. ostilità né contrapposizione con i grandi gruppi bancari perché in un grande Paese ognuno ha la sua parte e c’è spazio per tutti. Nella Banca per il Sud però potrebbe non esservi spazio per tutti, cioè, per i troppo grandi. Mirate a un azionariato ampio con l’obiettivo di fondare un Istituto fortemente patrimonializzato che emetterà obbligazioni?
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In questa fase di avvio non c’é la previsione di grandi investimenti nel capitale della nuova banca. L’idea non è quella di creare un’altra banca tradi-
Sviluppo in “verde” Intervista al Vicepresidente Natale Coccia di G. BARONE
“ Vogliamo scrivere la parola sviluppo con il colore verde: tutela dell’ambiente, valorizzazione del territorio, tutela delle identità locali, delle loro tradizioni e peculiarità. Mi dirai niente di nuovo, visto che la nostra banca, perfino nel suo logo, conferma nell’intreccio dei colori - il verde e il blu - la sua identità come cooperativa di credito e la sua “missione” di azienda del territorio, saldamente ancorata alle comunità locali”. Appunto. Siamo ad un’importante e bella affermazione di principio. Non ci limitiamo a questo. Per la nostra banca è un preciso obiettivo strategico, per il cui conseguimento abbiamo investito risorse della struttura operativa. Vogliamo concorrere per dare risposte serie alle grandi questioni, che sono connesse ad un orizzonte di sviluppo sostenibile del territorio che si identifica con la nostra area di mercato. Il punto, mi pare, è sul come. Per dare coerenza alla nostra scelta abbiamo realizzato una intesa sinergica con la BIT, che scaturisce peraltro da un’intesa siglata tra la nostra struttura di vertice, a livello nazionale, la Federcasse e Legambiente, il cui “core business” si identifica nelle TRE A: Agricoltura, Agroalimentare, Ambiente. In termini sintetici, questo accordo, a grande valenza imprenditoriale, consente alla nostra banca di offrire ai nostri soci ed agli imprenditori che operano con noi, una gamma di servizi consulenziali, direttivi e finanziari. Quali? Piani di sviluppo rurale, impianti energetici con l’utilizzo di fonti rinnovabili: penso, in particolare, al fotovoltaico per arrivare fino alle biomasse, in modo da completare tutto il circuito virtuoso, che scaturisce da una moderna ed efficiente attività agricola. Sul piano concreto? Gli operatori, ma anche le famiglie e le persone fisiche, sono assistiti dalla BCC, utilizzando i servizi della BIT, per predisporre i progetti relativi, nel rigoroso rispetto delle normative e delle procedure in modo da attivare anche ogni possibile
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della salvaguardia dell’ambiente per il quale vale la pena impegnare energie della banca e delle nostre comunità. Non capisco. Stiamo sconfinando nell’utopia? Per niente. La nostra banca vuole essere positiva artefice di un disegno di sviluppo, che migliori davvero la qualità della vita delle nostre comunità, anche per le generazioni future, con una penetrante azione propulsiva che salvaguardi l’ambiente, valorizzi le risorse naturali ed il territorio: con le peculiarità e caratteristiche, che li contraddistinguono. L’energia “pulita”, in questo scenario, è una componente perfino decisiva. Tanto che non ci limitiamo a lanciare messaggi. In che senso? Abbiamo dato l’esempio, dotando la nostra banca di un impianto fotovoltaico che copre un quinto delle nostre esigenze. Ma la nostra attenzione è rivolta anche al costo dell’energia, che grava sui bilanci delle imprese e delle famiglie.
meccanismo di incentivo. A questa efficace e positiva attività di consulenza, per la successiva realizzazione dei progetti, la nostra banca assicura i necessari sostegni finanziari per la loro realizzazione. Tutto mi è chiaro. Aggiungo: abbiamo voluto realizzare questa “virtuosa” sinergia, anche attraverso la mia partecipazione al Consiglio di Amministrazione della BIT, per cercare concrete ed efficaci soluzioni al problema Interessante, ma che fare? Siamo molto attenti alla questione e pronti a valutare ogni opportunità che la concorrenza di mercato può offrire per attivare ogni nostra opportuna iniziativa, che consenta una consistente riduzione della “bolletta” energetica. È un modo, anche questo, per confermare il nostro modo di essere banca diversa.
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La telematica in banca di FRANCO BERNASSOLA
L’innovazione tecnologica rende ora possibili talune attività che mirano a semplificare il rapporto banca - cliente, offrendo servizi accessibili ed economici. In questo ambito rientrano tutta una serie di opportunità, fruibili tramite il canale telematico. Il nostro canale telematico per eccellenza è l’Internet banking, che si esplica tramite l’ausilio della procedura In-Bank, per le famiglie, e In-Bank Gold, per le imprese. Restando comodamente a casa, in vacanza, al lavoro, è possibile accedere ai propri rapporti bancari, controllare e disporre pagamenti in qualsiasi momento e tutti i giorni dell’anno. Il pacchetto, attivo ormai da anni, è stato via via implementato. Con il semplice collegamento a InBank, ad esempio, il cliente potrà ricaricare la propria utenza telefonica. E non solo. Infatti, all’atto dell’adesione, il cliente, comunicando il proprio numero telefonico, potrà richiedere la ricarica telefonica tramite l’invio di un semplice messaggio dal cellulare ovunque si trovi. È ora possibile inoltre, il pagamento del canone Rai, delle bollette Telecom, la ricarica della carte prepagate di Mediaset Premium, la richiesta di saldo del proprio rapporto tramite cellulare e, al fine di elevare la sicurezza, la ricezione di un SMS nel momento in cui viene utilizzata la propria carta di debito - Pagobancomat o la Carta di Credito Cooperativo. Analogamente, la Banca viene incontro alla clientela titolare di esercizi commerciali, tenendo conto che il “mercato telematico”, ovvero i cosiddetti negozi virtuali offrono potenzialità commerciali straordinarie. Conseguentemente, oltre al normale POS, la banca ha arricchito il proprio listino inserendo il POS virtuale. Sarà attivato nel corso del mese di novembre e permetterà alla clientela che desidera attivarsi per operare nell’ambito delle vendite attraverso Internet, un canale di pagamento sicuro, efficiente ed economico. Per ogni necessaria informazione e per conoscere le condizioni contrattuali invitiamo a contattare le nostre Filiali.
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Territorio e ambiente: volani competitivi Intervista a Massimo Gargano di GIOVANNI CONTENA
“Arginare la cultura strisciante della omologazione per affermare il valore economico del territorio che si esprime anche tramite la distintività e le tipicità delle eccellenze produttive agricole del made in Italy resta l’obiettivo strategico della mia organizzazione: la Coldiretti”.
la tendenza, quando si parla dell’agricoltura, a comprimerla in unico contenitore, che annulla diversità e specificità produttive, che costituiscono, al contrario, i punti di forza del comparto primario. Vale, in primo luogo per la realtà del nostro Paese, così variegata e saldamente ancorata alle tradizioni ed alle originali
Massimo Gargano
Ad affermarlo è Massimo Gargano, presidente regionale del Lazio della organizzazione e vicepresidente nazionale. Nato e residente a Marino, 51 anni, sposato e con una figlia di 19 anni, appena iscritta al primo anno di università.
Partiamo da questa tua prima riflessione In un mondo che cambia, e molto rapidamente, vi è
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peculiarità dei territori: ambientali, paesaggistiche, culturali, storiche, archeologiche.
Mi sembra un’affermazione suggestiva. Non è solo suggestiva è anche una affermazione di straordinaria e moderna forza economica. Tutta la lunga esperienza della Coldiretti si è sviluppata in un’azione di tutela, di consolidamento e di sviluppo dell’impresa agricola, al cui interno il ruolo delle
persone costituisce il parametro decisivo di successo. Persone che svolgono la loro attività, decisamente orientate da grandi valori di riferimento, nella quale innestano capacità e voglia di rischiare, in un rapporto col fattore terra e territorio perfino simbiotico.
modo chiaro. L’agricoltura biologica poi, stando agli ultimi dati, tra il 2006 ed il 2008 è cresciuta di oltre il 65%; il suo apporto al PIL nazionale è di quasi un miliardo 400 milioni; dà lavoro a 190 mila persone ed il 47% ha attuato la filiera corta, attraverso il meccanismo della vendita diretta.
Tutela del territorio e difesa dell’ambiente quali volani competitivi di una nuova e non clonabile economia.
Nel contesto più generale della profonda crisi che investe il mondo, come ha reagito la nostra agricoltura?
Le imprese che noi rappresentiamo sono veri presidi dinamici del territorio, fondamentali per evitare deturpazioni, aggressioni e fragilità dell’ambiente. Insistono su di esso ed è la ragione della loro vita e non solo della loro attività. Sono gelose custodi delle nostre migliori tradizioni produttive e nello stesso tempo della loro innovazione, sempre protese, anche con il nostro supporto, ad elevare la qualità dei prodotti e ad acquisire livelli crescenti di eccellenza, in un rapporto sempre più stretto con le esigenze dei consumatori e con quelle, non meno importanti, della competitività nei mercati.
Ci sono grandi problemi. C’è una filiera completamente sbilanciata verso la grande distribuzione che la fa da padrona con ripercussioni estremamente negative nei confronti della produzione e dei consumatori. Tuttavia Coldiretti e la nostra agricoltura hanno reagito positivamente ai contraccolpi che hanno investito l’economia reale dotandosi di un progetto concreto per una filiera agricola tutta italiana. Notiamo che cresce l’attenzione generale verso il comparto, al quale si riconosce una vera centralità, nell’orizzonte di un nuovo disegno di sviluppo: nel nostro Paese e nel più vasto scenario globale. Anche per il ruolo decisivo che l’agricoltura svolge per arginare il dissesto del territorio e per la salvaguardia dell’ambiente.
Ed il Kilometro ”zero”? È parte del progetto per accorciare l’attuale filiera, avvicinando il popolo dei consumatori ad un rapporto diretto con l’impresa che produce. Una nostra risposta, in buona sostanza, per ridurre i passaggi dell’intermediazione, che generano un effetto moltiplicatore dei prezzi, una profonda limitazione della trasparenza di ciò che si compra sullo scaffale, a tutto svantaggio di chi acquista i prodotti del territorio. E, diciamolo con altrettanta chiarezza, con nessun vantaggio per chi produce.
La vostra battaglia contro gli OGM. Non ci muovono peregrine ragioni ideologiche. La nostra azione persegue con forza l’obiettivo economico, reddituale e distintivo per le imprese che offrono in cambio un’alimentazione sana, più sicura ed in grado di dare quella libertà di impresa e di alimentazione contro la quale cozza la prepotenza delle multinazionali che modificano, per esclusive ragioni di profitto, l’originale struttura biologica dei prodotti. Questa battaglia, condotta sovente in perfetta solitudine, comincia a darci risultati molto significativi.
Qualche dato? Il 76% dei consumatori italiani non vuole cibi ogm, l’83% dei consumatori è disposto a spendere qualcosa in più nell’acquisto a condizione che siano prodotti chiaramente di qualità tracciata e certificata in cui l’origine in etichetta sia espressa in
Quali le criticità attuali? Ne richiamo le più significative: il ritardo delle istituzioni nelle assunzioni delle scelte necessarie per stimolare e sostenere lo sviluppo del settore; la lentezza paralizzante della burocrazia; i meccanismi del sistema creditizio, autoreferenziale e poco attento a valutare i progetti di ammodernamento e di innovazione, impegnato com’è nella ricerca ossessiva di volumi crescenti, sovente insopportabili, di garanzie reali.
Non tutte le banche sono uguali. Il comportamento delle piccole banche, in particolare delle banche di credito cooperativo, è molto più attento alle esigenze dei nostri associati, essendo anch’esso un mondo fatto di persone con le quali si dialoga proficuamente. Una testimonianza importante e della quale con grande piacere prendo atto è ad esempio la BCC di Palestrina, in particolare il suo Presidente Marcello Cola, il suo Consiglio, il management. Costituiscono l’esempio di una grande banca locale e quindi non solo vicina al mondo dell’impresa agricola ma all’intero territorio a cui offre sostegno per la crescita e opportunità per l’occupazione derivante dall’indotto ad essa connesso.
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DAL TERRITORIO • Labico
SAGRA della NOCCIOLA
di G. C
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Per iniziativa dell’amministrazione comunale, è stata organizzata a Labico la prima sagra delle nocciole. Poteva apparire una iniziativa, tutta estiva, persino estemporanea. Che fosse una cosa molto seria, quel 4 settembre, lo si è capito dal gremito parterre, che sul palco ha dato origine ad un coro a più voci, con presenze di rango. Insieme agli amministratori locali, rappresentanti del mondo politico, regionale e nazionale, studiosi ed illustri accademici. Ed un banchiere: il Presidente della BCC di Palestrina, Marcello Cola. È il sindaco di Labico, Andrea Giordani, a lanciare il sasso nello stagno, con a fianco il sindaco di Palestrina, Rodolfo Lena, per sottolineare questa coltura di eccellenza, della quale parla perfino Tito Livio, qualche secolo avanti Cristo, in “Ab urbe condita”, e che oggi costituisce una formidabile caratteristica dell’agricoltura del comprensorio dei Monti Prenestini. Lo ricorda Giordani, con dati alla mano: il 2° premio al mondo per la qualità ed all’avanguardia per la resa finale del prodotto. Una coltura, dunque, di eccellenza, anche nel contesto dell’agricoltura italiana, precisa Lena, che dobbiamo valorizzare, insieme a tutte le realtà del compren-
sorio, per realizzare una filiera integrata, che veda i nostri produttori, in un ruolo da protagonisti, anche nelle fasi successive alla produzione, quelle delle trasformazione e della commercializzazioneperaltro a maggiore valore aggiunto. Un punto sul quale far leva, di sicuro successo, anche in considerazione del fatto che nella sola Regione Lazio si producono 400 mila tonnellate di nocciole, un terzo del totale nazionale, per innestare un nuovo disegno di sviluppo agricolo, che poggi appunto sulla piena valorizzazione delle straordinarie risorse del territorio, in particolare di un prodotto così tipico, come le nocciole. Pur da angolature diverse, concordano sull’obiettivo, il deputato Angelo Santori ed il consigliere regionale Fabio Armeni; il direttore generale per l’agricoltura della regione Lazio, Gino Settimi; il vicepresidente nazionale della Coldiretti, Massimo Gargano e Massimo Giansanti della Confagricoltura. Molto interessanti gli intervenIl Sindaco Giordani ti dei docenti universitari - Tambesi della facoltà di agraria di Perugina; Barbaro e Manarca dell’università della Tuscia - i
DAL TERRITORIO Labico quali sottolineano come gli imprenditori locali stiano molto attenti, anche attraverso un virtuoso rapporto di attiva collaborazione con il mondo universitario, a perseguire gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio. Con un ricorso alle tecnologie più avanzate per il miglioramento della qualità, per il contenimento dei costi e per rendere, quindi, più competitiva la proiezione delle attività aziendali nel mercato nazionale, europeo e globale, misurandosi a viso aperto con i grandi ed agguerriti competitori, a partire da quelli del Sud America. Ed in proposito, la presenza dell’imprenditore Renzo Bellachioma è un altro elemento dell’eccellenza del made in Italy anche in questo comparto. Il suo marchio, nelle macchine per la raccolta delle nocciole, copre il 70° di produzione al mondo. Ed il banchiere? L’intervento di Marcello Cola è molto conciso: conferma il radicamento della BCC nel territorio ed il costante sostegno allo sviluppo del comparto agricolo. “A queste eccellenze produttive - afferma in particolare - rispondiamo con la nostra finanza straordinaria , affiancando gli imprenditori agricoli nella stessa predisposizione delle pratiche per il buon esito dei loro progetti, anche per quelli più innovativi, relativi alle energie rinnovabili ed alle biomasse”. In concomitanza con la sagra, merita un richiamo la mostra, presente l’artista, nella straordinaria cornice di palazzo Giuliani, del maestro Franco Costa: un artista internazionale, che esprime la sua energia creativa attraverso l’armonia di colori brillanti, di spazi suggestivi, di linee e forme sinuose. Nato a Roma, studia armonia e violino per quindici anni all’accademia di Santa Cecilia. Ma la sua patria è il mondo. Viaggia molto ed il New York Yacht Club lo nomina artista ufficiale dell’America’s Cup, in un rapporto sinergico proseguito anche nel 2007 a Valencia. Artista poliedrico ha anche curato le immagini grafiche per il campionato mondiale dei fuochi d’artificio, che si svolge annualmente a Valmontone. Un filo sottile ispira la sua arte: lo sport, la pace, la fratellanza dell’umanità .
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DAL TERRITORIO • Palestrina
I° FESTIVAL del CINEMA GIOVANILE INDIPENDENTE di ELEONORA MINNA
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Con il patrocinio del Ministero della Gioventù, della Provincia di Roma, del Comune di Palestrina, della Banca di Credito Cooperativo di Palestrina, della Roma Lazio Film Commission, dell’Università la Sapienza di Roma e della Regione Lazio si è svolto a Palestrina, nelle giornate tra il 3 e il 6 settembre, il “1° Festival del Cinema Giovanile Indipendente”. All’Associazione Culturale Giovanile Spazi Concettuali va il merito dell’iniziativa. L’idea del Festival Del Cinema Giovanile ha radici lontane, che risalgono alla nascita dell’Associazione stessa avvenuta nell’ottobre del 2008. L’attenzione si è focalizzata sulla produzione cinematografica indipendente e low budget realizzata da giovani cineasti e filmaker tra i 18 ed i 30 anni. Intento primario valorizzare la sperimentazione e la creatività dei giovani e riflettere sullo status della produzione e della distribuzione cinematografica in Italia, specialmente in riferimento al cinema indipendente, una vera e propria risorsa scarsamente valorizzata. Le opere di questi giovani hanno stupito la stessa giuria del Festival, per l’eccellente qualità artistica e per la professionalità. “Siamo convinti che le nuove generazioni di cineasti italiani, debbano finalmente ricoprire un ruolo di protagonismo nel cinema nostrano; il loro talento e la loro maturità rappresentano un segnale ottimistico e positivo per il mondo della settima
arte.” Lo afferma Damiano Faccennini, presidente e direttore artistico del Festival. Andrea Bernassola, direttore organizzativo del Festival aggiunge: “È il frutto di un percorso lavorativo, di organizzazione logistica e tecnica durata ben 9 mesi. Siamo riusciti nel nostro intento di coinvolgere il maggior numero di istituzioni pubbliche, di enti privati, di giovani, di associazioni, di pubblico al fine di creare una manifestazione contraddistinta da un’elevata qualità artistica e dall’innovazione; un progetto molto ambizioso che abbiamo cercato di portare avanti con la massima serietà e professionalità. Abbiamo messo su una vera e propria macchina produttiva costituita da soli giovani al fine di trasformare il volto di Palestrina per quattro giornate”. Un progetto certamente pionieristico dunque, con un ottimo livello qualitativo raggiunto, dovuto in primis alla flessibilità e al dinamismo messo in campo dai trenta giovani. Tra gli ospiti, che hanno preso parte alla manifestazione, l’attore Massimo Wertmuller, il Vice Presidente dell’Associazione giovani produttori cinematografici e produttore Emanuele Nespeca; il regista Marco Carlucci e l’attore Ernesto Mathieux; presenza di spicco della manifestazione è stato il “lanciatissimo” attore protagonista della serie tv “Romanzo Criminale” nel ruolo del “Freddo” Vinicio Marchioni. Nelle giornate in programma, il Festival è riuscito a “saturare” tutta l’atmosfera prenestina approdando nei luoghi più rappresentativi: il
DAL TERRITORIO Palestrina Teatro Principe, l’Auditorium Pierluigi, la Curia Vescovile, il Museo Archeologico e l’Area Sacra retrostante la cattedrale di San Agapito. Pur nelle specificità storicoarchitettoniche, sono stati luogo di proiezioni cinematografiV. Marchioni che, dibattiti e spettacoli di teatro-danza. Questi ultimi curati da uno staff di professionisti: Igor Geat, Alessandro Napoli, Enrico Valente e Leandro Moussavou. La serata del 6 settembre si è conclusa con la premiazione delle due sezioni in gara: cortometraggi e digital experience. Presidente della giuria Roberto Petrocchi, regista e sceneggiatore. Presenti inoltre Valerio Del Moro, fotografo professionista, Joe Casini, manager della “Morris Casini e Partners” e Giampiero Urbani, produttore cinema-
Il vincitore Giuseppe Marco Albano e Damiano Faccennini.
tografico e Presidente della Vt Entertainment. Ogni gara che si rispetti vuole il suo eroe. Vincitore indiscusso della sezione cortometraggi è risultato “Il Cappellino”, opera prima del giovane regista di Matera, Giuseppe Marco Albano.
Non facciamoci ingannare dal titolo, dalla presunta vanità a cui allude. Il film indaga con tatto e senza invadenza il ritorno alla normalità di una bambina affetta da una grave malattia. Un semplice cappellino colorato, su una piccola nuca resa nuda dalle cure, riesce ad infondere la giusta sicurezza per riprendere familiarità con atti un tempo quotidiani: una passeggiata in città, il ritorno a scuola. Per la sezione “Digital Experience” il premio è stato assegnato ad “Una giornata Perfetta”, video su musiche di Vinicio Capossela realizzato da Virgilio Villoresi. La giuria inoltre si è riservata di fare due menzioni speciali per il corto “Il Passaggio” di Marco Biagioni e per il documentario “Ubu Buur” di Alessandro Renda. Oltre 150 le proposte pervenute. Prossimo appuntamento, sempre a Palestrina, nel giugno 2010.
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DAL TERRITORIO • Palestrina
I° MOVIE CLUB FILM FESTIVAL
di ALESSANDRA BATTAGLIA
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Trionfo di pubblico, ottima qualità dei corti ed eccellente parterre di ospiti: ecco il Movieclub Film Festival. Un’escalation di successo per il Festival del Cortometraggio targato Movieclub, tenutosi nei Colli Prenestini dal 24 al 27 settembre 2009. Miglior corto: Guinea Pig di A. Di Leo; miglior regia: Homo homini lupus di M. Rovere. Io parlo di M. Gianfreda conquista la giuria popolare. 7 menzioni speciali: O’moro di Califfoni/Offredo, Peppino di M. Petito, Zabriskie bomb di M. Devetak, La grande menzogna di Martire/De Falco, The silence of the park e di E. Kniatzeva, Underwater di Pj Gambioli, In itinere di G. Spatola. 6 premi alla carriera: T. Salomone, M. Foschi, A. Infanti, R. Deodato, L. Rosato, P. Tomassi. Contemporaneamente, in collaborazione con il Circolo Simeoni, “Cinecittà, il Cinema e altre illusioni”: mostra - viaggio attraverso apparecchiature di cinema pre-rivoluzione digitale, tra gigantografie evocative di film cult (Giuseppe Berardini - AIC di Cinecittà), statua OSCAR (originale della notte Oscar - M. Adriano De Angelis), galleria foto ritratti di star Hollywood (Timoteo Salomone) e abiti, costumi ed accessori originali tratti da set di cinema (collezione “Libera Università del Cinema di Roma) e teatro (Nico Capogna). La BCC, tra i partner di punta dell’iniziativa, si è prestata alla scommessa “Movieclub Film Festival”, affiancandosi nel patrocinio al Comune di Roma, all’Università DAMS di Roma Tre, alla Libera Università del Cinema di Roma e al Consorzio “Castelli della Sapienza”, a “STRACULT” RAI e ad “Etika Solar”. Una festa della Settima Arte sperimentata come veicolo di Cultura in cui incalzano appuntamenti vivaci, frequentatissimi dal primo all’ultimo (oltre 1600 presenze in 4 giorni). Inoltre grandissima la partecipazione delle scolaresche di ogni ordine e grado: solo “il pacchetto Mostra/proiezione corti didattici” registra oltre 500 alunni, entusiasti di presentazioni calibrate all’età da espositori e ospiti qualificati. L’exploit della premiazione è un trionfo assoluto, in
un Auditorium prenestino gremito di pubblico e personaggi di cinema, spettacolo, giornalismo e cultura. Il ventaglio di nomi illustri della giuria tecnica illumina di qualità indiscussa la kermesse: Marco Giusti (critico cinematografico, papà di STRACULT Blob e Fuori orario-RAI), i registi Ruggero Deodato (recentemente Tarantino si è “inginocchiato” acclamandolo come Maestro) e Lamberto Bava, la docente DAMS Stefania Parigi, Giuliano De Risi (Direttore AGI), Angelo Iacono (produttore film di D. Argento), Paul Mc Donnel (regista d’animazione candidato al David di Donatello), Jeanne - Marie Cilento (giornalista), Donato Tieppo (art director), inoltre: Alessandro Haber, Vincenzo Mollica, i direttori della fotografia Giuseppe Berardini e Roberto Reale, Lucio Rosato, Christian Uva, Sofia Scandurra, Giuseppe Ferrara e Mariangela Petruzzelli. Autorità: Guido Milana (Europarlamentare), Alessio D’Amato (Vicepresidente Commissione Bilancio Consiglio Regione Lazio), Umberto Croppi (Assessore alla Cultura Comune di Roma) e Giuseppe Cilia (Assessore al Turismo e Spettacolo Comune di Palestrina), tutti partecipi di questo
DAL TERRITORIO Palestrina spettacolo dedicato all’universo del cortometraggio, esprimono - dal palco - molteplici consensi trasversali. Nel corso delle giornate il Movieclub Film Festival si amplifica, rimbalzando dal TG RAI 1 ai vari blog, sino imprimersi capillarmente su rinomate testate giornalistiche nazionali (Messaggero, Repubblica, Corriere della Sera). È così che il sogno accarezzato - sin dal 2004 - dagli irriducibili David Cardarelli (Presidente dell’Associazione Culturale Movieclub) ed Emanuele Venditti, “costruito”con la determinazione di appassionati cinefili e incoraggiato da tutto il grintoso staff dell’organizzazione Festival, è diventato una brillante realtà, eterogenea, eppure solidale nell’intento di realizzare un autentico evento per il nostro territorio. Obiettivo: accendere un riflettore - cinematografico - sulla nostra provincia, sulle potenzialità racchiuse nei paesi come Palestrina: farla pullulare di gente - di tutte le fasce d’età - è
uno dei risultati più validi raggiunti dal Movieclub. Valorizzate varie attività commerciali locali, coinvolte 15 diverse realtà dell’associazionismo del circondario, mentre oltre 80 giurati popolari si sono appassionati a tutte le proiezioni dei corti. Una festa in pieno stile Movieclub: vivace, eclettica, informale e sorprendente nel coniugare altissima qualità di prodotti, cinematografici e non, coinvolgente per dettagli di stile e gadget. Apprezzata sia la curata performance dell’Accademia Praeneste del M° Alfonso Lombardi, sia il gusto ricercato per sorprese: dalla virtuosa esibizione dei chitarrista Max Leonelli alla goliardica entrance delle voci virili del Coro Città del Palestrina, dal raffinato tango della Full Dance di San Cesareo alla coreografia della Danzarte. L’affiatato gruppo del Movieclub fa bilanci: squadra vincente non si cambia, semmai si amplia, per stupire ancora, nell’edizione 2010.
Giuria e premiati del Festival
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DAL TERRITORIO • Palestrina
SANT’AGAPITO 2009 CARATTERISTICO PALIO E SFILATA IN COSTUME STORICO
di A. B.
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La tradizionale Festa patronale prenestina, nel titolo riportata nella coloritura dialettale con cui i prenestini doc ribattezzano il Santo protettore, rivive ogni anno, testimone del forte legame del nostro territorio rispetto a manifestazioni che, anche quando affondano le proprie radici in epoche relativamente recenti, sono il riflesso intenso di valori che il tempo trasmette intatti nel patrimonio socio-culturale. Anche la BCC di Palestrina, realtà consolidata che condivide con la Città tradizioni forti, si fa sponsor di questa ricorrenza di Palestrina. Dal 16 al 19 agosto 2009, tra manifestazioni e spettacoli, si alternano festeggiamenti sacri e profani in onore di Sant’Agapito: funzioni religiose e celebrazioni, nonché giochi tipici del Palio locale. Viene riproposta l’antica festa in cui gareggiano i partecipanti dei quattro quartieri storici della Città, corrispondenti alle rispettive principali porte, intitolate in base alla chiesa più vicina: Porta San Cesareo, S. Biagio, S. Marti-no, S. Giacomo. Il programma della gara prevede sei diversi giochi: la Giostra della Scifa (corsa a cavallo in cui il cavaliere al galoppo deve infilare l’asta nell’anello sospeso agganciato alla scifa - recipiente locale fatto in legno); il gioco della Palla (partita simile al calcio fio-
rentino); il tiro con l’arco e della fune. Nelle sfide citate si cimentano con forza e destrezza gli uomini, mentre le gare con il fuso e la conca sono specialità dedicate alle abilità femminili. Il quartiere che totalizza più punti si aggiudica l’onore di custodire il palio (originariamente un pallio papale). Dal 1978, suggestivo spettacolo è offerto poi dal corteo in costume: una fedele rievocazione storico-rinascimentale, come testimonia Don Rodolfo che, con un gruppo di ragazzi, ha reso la manifestazione fiore all’occhiello di Sant’Agapito. Infatti tutti gli abiti indossati sono confezionati in base agli originali e rispecchiano arti, mestieri ed organizzazione civico-sociale dell’epoca. Tutto è organizzato in modo che, da vari punti di Palestrina, i figuranti confluiscano verso “gli Arcioni”, con sosta sulla gradinata come spettatori di alcune sfide, per poi sfilare fino alla Cattedrale, ove si svolgono altre attività ludiche. Si assiste anche allo spettacolo degli sbandieratori e degli “sparatori” di Füssen (GER), folkloristici personaggi provenienti dalla città gemellata. Il fascino della manifestazione si mantiene intatto, nonostante calura estiva e tempi d’attesa mettano in difficoltà: “gli attori per un giorno”, indossando gli abiti degli avi e cimentandosi nelle gare di abilità, sfoggiano piglio orgoglioso.
DAL TERRITORIO • Rocca di Cave
GLI ASTROFILI HIPPARCOS E LA ROCCA DELLE STELLE di A. B.
Stelle brillanti, incastonate nel mantello della notte, sono protagoniste delle iniziative organizzate da giugno a settembre da parte del Gruppo “Hipparcos”, presso il Museo Geo-Paleontologico, le cui attività informative sono state sponsorizzate anche dalla Banca di Credito Cooperativo di Palestrina. Il gruppo dell’Associazione “Astrofili Hipparcos” organizza conferenze e osservazioni guidate della volta celeste, ad occhio nudo, al binocolo o utilizzando il telescopio della struttura museale. Il planetario didattico di Rocca di Cave (6 metri di diametro, capienza 40 posti), è utilizzato per la rappresentazione della volta celeste: la sfera celeste e i suoi movimenti, le costellazioni, la fascia dello Zodiaco e i moti dei pianeti, le fasi della Luna, il Sole e le eclissi, il cielo Australe, all’equatore e ai poli del pianeta. Sulla volta vengono proiettate 1.600 stelle per mostrare le costellazioni di entrambi gli emisferi e la formazione dei cieli anche di
qualche miliardo di anni fa. La Rocca, fulcro del raccolto paesino, stretto intorno al castello che si erge sull’altura, lasciando ampio sguardo ai rilievi circostanti, rappresenta da sempre il cuore del borgo. Una festa di riappropriazione collettiva ha animato tutta Rocca di Cave quando, nel 2002, grazie ai laboriosi lavori di risanamento e ripristino dell’area, ora in sicurezza, tutto il paese è tornato a far risplendere il suo occhio sulle stelle: da allora si sono succedute varie stagioni di iniziative per incoraggiare sia le visite all’osservatorio sia quelle alla Rocca ed al paese stesso. Il Direttore Scientifico del Museo - Maurizio Chirri commenta positivamente il crescendo di adesioni rispetto alle iniziative proposte, sottolineando l’originale scelta di “abbinare le stelle ai sassi” in quanto il Museo è espressione della fusione di due scienze: astronomia e geologia. Infatti, sono esposti esemplari fossili di notevole importanza dal
Il planetario didattico di Rocca di Cave sotto la costellazione di Orione
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DAL TERRITORIO Rocca
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punto di vista geo-paleontologico ed è offerta la possibilità di effettuare escursioni naturalistiche con visite alla scogliera corallina fossile. Il calendario con cui sono state cadenzate le varie “uscite”ha registrato buoni consensi; dopo l’exploit estivo seguiranno altre iniziative.
di Cave
Trattandosi di serate ad alta quota, ove si sfiorano le vette dei mille metri di altitudine, è consigliabile munirsi di abbigliamento adatto anche se qualche brivido in più, specie dovuto all’emozione, è proprio da programma.
1909 2009
Palestrina BANCA DI CREDITO COOPERATIVO
la tradizione ci porta nel futuro 29
Anche gli amministratori... a scuola
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Mutano velocemente le situazioni. A tutti si pone l’esigenza di ripensare strategie e conseguenti metodi innovativi da adottare per affrontare il nuovo scenario. Anche al consiglio di amministrazione della nostra BCC, che ha deciso di concedersi una fase di riflessione e di studio, impegnandosi in un seminario di formazione, articolato in più moduli, definito in collaborazione con la struttura nazionale del credito, che ha come suo obiettivo la formazione e lo sviluppo, con un progetto specifico, destinato appunto agli amministratori delle BCC: SEF CONSULTING. È la struttura - con la quale nel tempo si è consolidata una stretta collaborazione erede della Scuola Centrale, alla quale, nella visione sinergica che caratterizza il sistema della cooperazione di credito, è stato affidato il compito di far leva sulla formazione per garantire livelli eccellenti di formazione, per consolidare la nostra cultura, fattore originale e distintivo, che rende le nostre imprese uniche ed inimitabili. Cultura che è costituita dal patrimonio dei valori, dei principi, della storia, delle norme, dei saperi condivisi, sui quali innestare le strategie di sviluppo dell’impresa, per aggregare e motivare le persone, per gestire le relazioni con l’esterno, per valutare le stesse performance. Veicolo, quindi, di continuità, di coerenza, di riconoscibilità, di coesione. Ed anche di competitività, possibile con amministratori cooperativi, che uniscano alle qualità professionali della competenza e dell’esperienza, precise conoscenze distintive sulla “differenza” del nostro modello di impresa bancaria. E che, di conseguenza, nella loro responsabilità di gestione della banca rafforzino la visione strategica, con la piena consa-
pevolezza degli elementi che caratterizzano appunto il quotidiano operare di una cooperativa di credito. In questo scenario di riferimento, il Consiglio di Amministrazione ha avvertito la necessità di staccare la spina rispetto alle contingenze quotidiane, per concentrare l’attenzione e riflessione per meglio mettere a fuoco le caratteristiche distintive dell’identità della BCC, alla quale allineare i valori ed i principi, che devono ispirare le strategie di governance aziendale. Ed inoltre, approfondire e valutare il posizionamento della banca rispetto ai profili di riferimenIl Consiglio di Amministrazione to che la identificano, le scelte e gli strumenti da porre in atto per il suo coerente sviluppo come impresa cooperativa, saldamente ancorata al suo essere ”banca locale”, capace di utilizzare le straordinarie potenzialità che scaturiscono dalla sua appartenenza al “sistema a rete” della cooperazione di credito. Un modulo formativo, pertanto, che non si sviluppa su formule astratte, perché punta decisamente su linee d’azione contestualizzate rispetto al momento presente, a migliorare il ruolo di governo e di guida di un’impresa bancaria cooperativa, mutualistica e locale, inserita in un sistema a rete. Ed è, in buona sostanza, nell’affinamento della cultura, autenticamente cooperativa, che si sostanzia la “differenza” della nostra banca, sulla quale coinvolgere il management, il personale ad ogni livello di responsabilità, e tutta la base sociale; per amplificarla poi, con opportuni strumenti, alle diverse componenti delle comunità locali, con l’attivo coinvolgimento, in primo luogo, dei giovani. Nella consapevolezza che il nostro successo poggia nell’essere davvero banca differente.
1909 2009
Palestrina BANCA DI CREDITO COOPERATIVO
la tradizione ci porta nel futuro