NUMERO 1 • 2013
FEDERLUS
PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA
La Banca del domani per un nuovo sviluppo dell’Italia
EDITORIALE DEL PRESIDENTE TRADIZIONE E INNOVAZIONE
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L’OSSERVATORIO FEDERLUS SUI FINANZIAMENTI (FEBBRAIO 2013)
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LE COSTITUENDE BCC E LE NUOVE NORME PER OTTENERE L’AUTORIZZAZIONE ALL’ATTIVITÀ BANCARIA
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LAVORI IN CORSO
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APPUNTI DEL DIRETTORE RELOAD BANKING
CELEBRAZIONI IL CREDITO COOPERATIVO COMPIE 130 ANNI
PRIMO PIANO PERFORMANCE E RADICAMENTO
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LE BCC ALLA SFIDA DELL’INNOVAZIONE
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RINNOVO CARICHE: UN 2013 DI CONFERME
ROMA E L’EUR UNA STORIA COMPLESSA
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BCC DI PALESTRINA DUE ECOGRAFI AD ALTA RISOLUZIONE PER L’OSPEDALE44
LA POLITICA MONETARIA UNICA E LE BANCHE LOCALI
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EUROPA L’INTEGRAZIONE È IL NOSTRO DESTINO
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BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO L’ORO DELL’IMPERO
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BCC DI NETTUNO/1 MUTUALITÀ, SOLIDARIETÀ, LOCALISMO: IL TRINOMIO VINCENTE DELLE BCC
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BCC DI NETTUNO/2 APERTURA DELL’AMBULATORIO SINCOPE PRESSO L’OSPEDALE RIUNITI DI ANZIO-NETTUNO
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BCC DI MANTIGNANA E PERUGIA PERUGIA, STORIA DI UN LOCALE
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BCC DI BELLEGRA ACCANTO A FAMIGLIE E PICCOLE IMPRESE CON L’OPERAZIONE MICROCREDITO
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BANCA DEGLI ERNICI NASCE UNA NUOVA BCC
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NUOVE FILIALI BCC DI MANTIGNANA E PERUGIA AL VIA LA QUINDICESIMA FILIALE
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CASSA RURALE ED ARTIGIANA DELL’AGRO PONTINO INAUGURATA LA NUOVA SUCCURSALE
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BCC DI RIANO APRE A ROMA PRIMA PORTA LA NUOVA FILIALE
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CREDITO ED ECONOMIA
BANCHE E IMPRESE, VISIONI A CONFRONTO SU BASILEA 3
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TESORI DEL TERRITORIO CAGLIARI UNO SNODO CRUCIALE AL CENTRO DEL MEDITERRANEO
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Aldo Pavan IN CRESCITA E PRONTI PER QUANDO ARRIVERÀ LA RIPRESA
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ARBOREA UN’AREA MODELLO PER LA COOPERAZIONE
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Luciano Sgarbossa DIVERSIFICARE LE FONTI DI REDDITO PER FAR FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ 28
NON SOLO BCC TRIPLETE FEDERLUS PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO!
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DALLA FEDERAZIONE IL SUPPORTO NELLA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE DELLE BCC 32 GLI EVENTI FORMATIVI PER AMMINISTRATORI, SINDACI E MEMBRI DELL’O.D.V. FEDERLUS RAFFORZA I PRESIDI DI CONTROLLO SULLE ASSOCIATE Direttore Responsabile: Maurizio Aletti
DALLE BCC 44
NUOVI ORIZZONTI QUANTO È SOCIAL LA MIA BANCA?
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RECENSIONI 35
Immagini: Archivio Edicom, Archivio Federlus, Fabrizio Burelli, Simone Pagano, Microimages Fotolia Redazione: Alessandro Ceccarelli, Brunella Venier
FAVOLE E NUMERI Hanno collaborato a questo numero: Loretana Cacciotti, Manuela Ciafro, Giorgio Caporale, Alessandra Fiorilli, Francesco Manganaro, Giuliano Polidori, Daniela Scansano, Sergio Troiani, Rocco Viola
56 Editore: EDICOM srl, iscritta al R.O.C. n. 8961 Finito di stampare: giugno 2013 Tiratura: 2.000 copie
EDITORIALE
Tradizione e innovazione di Francesco Liberati
La spirale segnalata dal Governatore della Banca d’Italia nelle Considerazioni Finali del 31 maggio scorso non accenna ad attenuarsi: anche i dati riferiti all’ultimo aprile hanno confermato per le banche italiane l’ulteriore diminuzione dei prestiti a imprese e famiglie e, di converso, l’aumento delle sofferenze su crediti. È l’effetto della recessione: le imprese, infatti, si indeboliscono e aumentano i fallimenti con effetto negativo sulle sofferenze bancarie. Di qui una crescita delle perdite delle banche che penalizza la redditività e, quindi, l’accantonamento degli utili a capitale. Tutto ciò in un quadro di perdurante crisi economica che, stando agli ultimi aggiustamenti previsionali, non solo ha certificato per il 2012 una diminuzione del Pil del 2,4% ma anche un peggioramento delle stime per il 2013 che ora sono riposizionate su un ulteriore calo dell’1,8%. In questo quadro dell’industria creditizia nazionale, che continua a rimanere severo, le banche di credito cooperativo del Lazio Umbria Sardegna stanno proseguendo il loro percorso di prudente ma concreto supporto a soci, clienti e comunità locali di riferimento. L’esercizio 2012 si è chiuso per le BCC associate con risultati complessivi apprezzabili sia rispetto al gruppo nazionale del credito cooperativo sia rispetto all’andamento del sistema bancario italiano nel suo complesso. In particolare, a fronte di una moderata crescita del 3,3% della raccolta, gli impieghi hanno mostrato un aumento del 7% (+9,8% nel 2011) con nuovi crediti a imprese e famiglie per quasi 600 milioni di euro, mantenendo tuttavia i rischi creditizi sotto controllo. Possiamo al momento essere soddisfatti, anche in relazione agli assetti patrimoniali più che adeguati delle nostre banche nel loro complesso. Ma è di fondamentale importanza non abbassare la guardia: abbiamo il dovere di alimentare il circuito creditizio locale, assistendo non solo le famiglie ma anche, e soprattutto, le imprese che resistono e si sacrificano, guardando alla possibile prossima ripresa. Ma dobbiamo farlo mantenendo la qualità degli attivi e tenendo conto che questa difficile e prolungata fase non è più una semplice recessione congiunturale, ma una vera e propria trasformazione strutturale del nostro sistema economico. E a una trasformazione strutturale dobbiamo rispondere in modo compatto e lungimirante, con visione del futuro e facendo perno sui nostri punti di forza a partire dal sistema associativo che ci sostiene. La Federazione Lazio Umbria Sardegna è impegnata a tutto campo nel dare assistenza e servizi di qualità alle banche associate, come dimostrano i risultati del 2012: aumento degli introiti da servizi e diminuzione dei contributi associativi per il quinto anno consecutivo sono segno tangibile dell’efficacia e dell’efficienza della nostra Federazione, che ha continuato a investire qualificando le risorse umane e ampliando la gamma dei servizi offerti per consentire alle associate di cogliere le opportunità che pure sono presenti in un contesto così difficile: le trasformazioni in corso, infatti, amplieranno la distanza tra gli utenti finanziari e gli operatori creditizi di grande dimensione, che stanno avviando una nuova fase di ristrutturazione caratterizzata da ulteriori esuberi del personale, massiccio ricorso alla tecnologia e diversificazione dei canali distributivi. Ne deriveranno processi di lavoro, prodotti e servizi sempre più standardizzati e massificati con automazione spinta e penalizzazione del rapporto diretto e del dialogo commerciale tra banca e cliente. Di qui lo schiudersi di nuove opportunità per le BCC. A patto che sapremo cogliere, come sistema e singole banche, la rinnovata sfida volta a coniugare la tradizione dei nostri valori con l’innovazione e il cambiamento, senza avere timore del futuro.
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APPUNTI DEL DIRETTORE
di Paolo Giuseppe Grignaschi
I risultati 2012 delle BCC di Lazio, Umbria, Sardegna e della loro Federazione possono essere la giusta “ricarica” per avviarsi verso il necessario cambiamento lungo la rotta tracciata dal Governatore della Banca d’Italia nelle proprie Considerazioni finali. Per dare un futuro a 130 anni di storia Nell’ultimo articolo scritto su questa rivista avevo ritenuto opportuno soffermarmi su quanto detto al Credito Cooperativo lo scorso novembre dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e, nel farlo, avevo scelto, come titolo dell’articolo stesso, accanto alla parola “sussidiarietà” (che più di ogni altra identifica il principio ispiratore della nostra azione di Sistema) la parola “innovazione”, aggiungendo un richiamo alla necessità di agire tempestivamente. Oggi, a distanza di sei mesi, trovo ancora opportuno dedicare questi “appunti del Direttore” alle ultime parole del Governatore, le Considerazioni finali della Relazione annuale della Banca d’Italia per il 2012; nel fare ciò, non posso non considerare che un tema centrale delle stesse è quello dell’innovazione, cui, per la prima volta, viene dedicato uno specifico approfondimento, che io intendo come un’esortazione all’azione concreta. L’innovazione, infatti, non è tale se non ha una dimensiona applicativa, la quale, a sua volta, presuppone una contestualizzazione dell’idea innovativa. Nel nostro caso, la contestualizzazione non può che essere quella che emerge proprio dalle Considerazioni finali, delle quali riprenderò sinteticamente alcuni punti (senza la pretesa, evidentemente, di essere esaustivo). Dopo l’introduzione, nel trattare la politica monetaria nell’area dell’euro, si sottolinea il grande impatto degli interventi attuati dall’Eurosistema, ricordando, però, che “ogni Paese deve fare la propria parte”, in una direzione di marcia che è chiara: “la creazione di un Supervisore unico, imperniato nella BCE e nelle Autorità nazionali, è il primo passo; va rapidamente completato da uno schema comune di risoluzione delle crisi bancarie e da un’assicurazione comune dei depositi”. Sarebbe, quindi, opportuna, all’interno del Credito Cooperativo, una seria ed approfondita riflessione sul tema, che non può non comportare una revisione critica del progetto FGI. Passando ad esaminare l’economia italiana, la buona notizia è che “l’inversione del ciclo
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economico verso la fine dell’anno è possibile”, senza, però, poter usare la leva del disavanzo di bilancio; infatti “per quest’anno non vi sono margini di aumento del disavanzo; sono stati assorbiti dalla decisione di pagare i debiti commerciali in conto capitale delle amministrazioni pubbliche”. I possibili investimenti concessi dalla Commissione Europea potrebbero essere quelli “per la tutela e la valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale e artistico”, rispetto ai quali noi BCC potremmo giocare un ruolo importante. Infine, per quanto riguarda le banche ed il credito, si evidenzia: – l’eccessiva dipendenza della nostra economia dal canale bancario, che, in questo momento congiunturale “assai sfavorevole”, determina una “spirale negativa che bisogna spezzare”; – il deterioramento dei prestiti, a fronte del quale “la Banca d’Italia ha intensificato il vaglio sull’adeguatezza delle rettifiche di valore effettuate dagli intermediari”, con l’indicazione che sia “necessario mantenere e, in alcuni casi, accrescere, i livelli di copertura raggiunti”. Si sottolinea come, al proposito, sia “opportuno correggere l’attuale penalizzazione fiscale delle svalutazioni sui crediti”; – l’attestazione di una sostanziale solidità del sistema bancario, anche in ottica Basilea 3. In questo quadro, drammaticamente critico, ma non ancora apocalittico, l’elemento dirimente in chiave prospettica è sicuramente la considerazione che “la garanzia ultima della stabilità delle Banche è la loro capacità di generare reddito”. Tale capacità richiede “incisivi interventi sui costi”, tra i quali sono significativi quelli del personale (da questo punto di vista, è assolutamente necessario che il Credito Cooperativo, a livello nazionale, riesca a fare di più), ma anche, ed è qui che interviene la contestualizzazione dell’innovazione, “il cambiamento nell’impiego di fattori produttivi e dei canali distributivi”, che “va favorito, sfruttando appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie”; va fatta, però, attenzione ad evitare che l’introduzione di nuove tecnologie pregiudichi “il rapporto di fiducia con la clientela”, che “resta, comunque, centrale”. Infine, nel parlare di governance con riferimento alle banche popolari, il Governatore cita espressamente le Banche di Credito Cooperativo, che si caratterizzano “con tratto distintivo” “di un elevato tasso di mutualità”. Sin qui, le analisi del Governatore. Per quanto ci riguarda, tra pochi giorni, il 21 giugno, si svolgerà l’Assemblea annuale della Federazione, alla quale sarà sottoposto, in approvazione, il bilancio 2012, caratterizzato, per il sesto anno consecutivo, dalla diminuzione dei contributi netti pagati dalle Associate, a seguito di una restituzione record di 833.000 euro degli stessi (che porta a 2 milioni di euro il totale restituito negli ultimi 5 anni). Questo è il primo costante, concreto contributo che la Federazione da alle proprie Associate per il contenimento dei costi ed il miglioramento della redditività. Parte integrante della Relazione al bilancio sono i risultati aggregati conseguiti dalle 26 BCC associate alla Federazione, risultati importanti, evidenziati anche nell’editoriale del Presidente ed a cui è dedicata una specifica illustrazione in questo numero della rivista, che, se letti in controluce con le considerazioni del Governatore, parrebbero far emergere i contorni di un’isola felice, nella quale non si è verificata nessuna contrazione nell’offerta di credito – impieghi +7% – la fiducia della clientela permane alta – raccolta +3,3% – la robustezza patrimoniale è a prova di Basilea 3 – Tier1 14% – la solidità è testimoniata da un tasso di copertura delle sofferenze superiore al 54% e da un rapporto impieghi-raccolta intorno all’80%. Un’isola così felice, da poter essere quasi un Giardino dell’Eden, capace di generare da tre anni una redditività stabile, che, nel 2012, con 40,3 milioni di euro di utile
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APPUNTI DEL DIRETTORE
netto, ci ha collocato, per la prima volta nella nostra storia, al vertice del Sistema del Credito Cooperativo. Ma noi non ci facciamo ingannare dalle apparenze. Con rigore, serietà e prudenza siamo, sì, fieri dei risultati raggiunti e vogliamo che ci siano pienamente riconosciuti, ma siamo altresì consapevoli che non c’è alcuna certezza della loro ripetibilità futura e che, per continuare su questi livelli, è necessario sapersi evolvere anche radicalmente ed attuare cambiamenti anche profondi. Le considerazioni e gli stimoli del Governatore valgono anche e soprattutto per noi. Certamente è evidente che i nostri risultati non sono frutto del caso, quanto la conseguenza di un lavoro coerente che va avanti da anni e che persegue il continuo miglioramento del Sistema Interregionale ed anche di uno sforzo continuo di interpretare il futuro cercando, per quanto possibile, di giocare d’anticipo. Per questo, guardiamo con grande attenzione, alla Banca che osserviamo avvicinarsi e che domattina troveremo, capace di avere una visione tridimensionale, di ragionare con un linguaggio moderno e appropriato anche sul terreno dei social media, senza, tuttavia, fermarsi al fenomeno effimero che possono rappresentare. Capace di non perdere quella dimensione umana (che è il nostro valore aggiunto), ma di scrutare quel mondo di 37 milioni di italiani che frequentano internet quotidianamente, 17 milioni che utilizzano il mobile web, 23 milioni che sono su Facebook, 1 milione che sono fan delle banche. Questi numeri ci dicono dove va il futuro prossimo, ma, se l’80% delle banche sono sui social network, solo il 40% attua una strategia realmente social. C’è, quindi, ampio spazio per giocare il nostro ruolo, sapendo declinare anche in chiave tecnologica il nostro “essere differenti”. In questo contesto, la nostra Federazione conferma, sin d’ora, il proprio impegno ad investire risorse in servizi evoluti, che siano in grado di contribuire a quello scatto in più, che le snelle Banche di Credito Cooperativo del Sistema Interregionale sono chiamate a dare per essere leader di un territorio importante per storia, appartenenza, cultura e patrimoni. E su questa strada si incasellano i progetti avviati, molti dei quali resi già operativi e altri in fase di test. Sono fermamente convinto che una nuova pagina della storia dell’Italia non possa non passare dalla filosofia operativa delle BCC, chiamate a svolgere un ruolo fondamentale nella sfida della ripresa. Tuttavia, ciò potrebbe non bastare. Perché la partita siamo chiamati a giocarla con convinzione e determinazione. La storia recente ci insegna che non esistono più, ammesso che siano mai esistiti, equilibri e posizioni consolidate. Oggi, giorno dopo giorno, siamo chiamati a ripartire da zero, ad effettuare quell’azione di “reload”, che mette in palio il futuro, nostro e dell’intero Sistema. Il prossimo 20 giugno il Credito Cooperativo compirà 130 anni. Qualcuno ha detto che senza radici non si vola. Noi le radici le abbiamo, ben piantate nel nostro passato. Per continuare a volare, dobbiamo essere capaci, da subito, di progettare il futuro. Al Convegno del 21 giugno, a Roma, all’Eur, presso Spazio 900, intitolato Reload Banking, terremo, quindi, ben presenti le parole con cui il Governatore Visco ha chiuso le proprie Considerazioni finali: “non bisogna aver timore del futuro e del cambiamento. Non si costruisce niente sulla difesa delle rendite e del proprio particolare, si arretra tutti. Occorre consapevolezza, solidarietà, lungimiranza”. Non temo di essere considerato eccessivamente presuntuoso se dico che queste qualità noi le abbiamo dimostrate, negli ultimi anni, nei fatti, attraverso le nostra azione. È questo il principale risultato, che deve darci la giusta “ricarica”. Reload Banking! Reload Credito Cooperativo! Reload Italia!
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RINNOVO AI VERTICI DELLA BANCA D’ITALIA Il Consiglio Superiore della Banca d’Italia, su proposta del Governatore, ha nominato dal 10 maggio scorso, Salvatore Rossi, Direttore Generale, e Valeria Sannucci, Vice Direttore Generale. SALVATORE ROSSI Nasce a Bari il 6 gennaio 1949. In qualità di Direttore Generale della Banca d’Italia sostituisce il Governatore in caso di assenza o impedimento; ha la competenza degli atti di ordinaria amministrazione della Banca; è anche, tra le altre cose, Presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) ed è membro del Comitato Strategico del Fondo Strategico Italiano. Dal gennaio 2012 al maggio 2013 è stato Vice Direttore Generale della Banca d’Italia ed è dal gennaio 2013 membro del Direttorio integrato dell’IVASS. Nel 2013 ha fatto parte del “Gruppo di Lavoro in materia economico-sociale ed europea” (c.d. "Gruppo dei saggi") istituito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel 2011 è stato Segretario Generale della Banca d’Italia e Consigliere del Direttorio per i problemi della politica economica. Dal 2007 al 2011 è stato Direttore Centrale per la Ricerca economica e le Relazioni internazionali. Tra il 1997 e il 2007 è stato prima Vice Capo e poi (dal 2000) Capo del Servizio Studi della Banca d’Italia. In quella veste ha rappresentato la Banca in numerosi comitati e gruppi di lavoro presso istituzioni pubbliche e private e i principali organismi internazionali. Laureato in matematica all’Università di Bari con una tesi in Fisica Matematica, vince una borsa di studio del CNR per ricerche nel campo della matematica applicata. VALERIA SANNUCCI Nata a Roma il 19 aprile 1953. Nella veste di Vice Direttore Generale della Banca d’Italia è anche membro del Direttorio integrato dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS). Assunta in Banca d’Italia nel 1977, ha lavorato dapprima nell’Ufficio Cambi della Sede di Milano e, dal 1979, presso il Servizio Studi, nel Settore internazionale e poi in quello monetario, dov’è stata Capo dell’Ufficio Conti finanziari. Dal 1986 al 1992 ha contribuito ai lavori di ricerca e analisi svolti dall’Ufficio Ricerche storiche e pubblicati in occasione del centenario della Banca d’Italia. Entrata a far parte del Servizio Personale gestione risorse nel 1996, ne ha assunto la direzione dal 2006 al 2012. Dal dicembre 2012 al maggio 2013 ha ricoperto il ruolo di Direttore Centrale con l’incarico di coordinare le attività connesse con la partecipazione della Banca d’Italia all’Eurosistema, anche con riferimento all’attuazione del progetto di Unione Bancaria. Laureata in Economia e Commercio nel 1976 presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha vinto una borsa di studio “Arturo Osio” della Banca Nazionale del Lavoro e ha conseguito il Master of Arts in Economics presso la Columbia University (New York).
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CELEBRAZIONI
Il Credito Cooperativo compie 130 anni La prima Cassa Rurale venne fondata nel 1883 a Loreggia da Leone Wollemborg: da allora uno sviluppo straordinario. Ripercorriamone velocemente la storia Per cercare le radici del credito cooperativo dobbiamo andare indietro nel tempo fino alla metà del XIX secolo. È allora, infatti, che Herman Schulze Delitzsch e Federico Guglielmo Raiffeisen, i due maggiori pionieri del movimento, iniziano la loro opera. Raiffeisen, in particolare, diede vita ad associazioni che non erano propriamente delle cooperative, ma erano comunque sostenute dallo spirito caritativo dei promotori. Aspetto questo, però, che non soddisfaceva del tutto lo spirito cristiano di Raiffeisen. Egli desiderava che i lavoratori divenissero artefici diretti del miglioramento delle proprie condizioni di vita. Un’intuizione che portò alla nascita delle cooperative di credito che, sia in Italia che in altre parti d’Europa, divennero le Casse Rurali. Pastore protestante e borgomastro di piccoli paesi della zona del Westerwald renano, nella Germania occidentale, Raiffeisen iniziò fondando una cooperativa di consumo per il pane a Weyerbusch (1847) ed una Società di mutuo soccorso a Flammersfeld (1849) per l’assistenza agli agricoltori poveri a seguito della grave crisi agricola che
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Federico Guglielmo Raiffeisen
Lo stesso aveva colpito le campagne europee alla metà ganda delle Casse Rurali. Nell’ottobre del Governatore del 1800. Fu un successo che varcò i confini 1892, al Congresso di Genova, Don Cerutti della Banca d’Italia, tedeschi, fino ad arrivare in Italia. annunciò le prime 18 Casse Cattoliche, menMenichella, Nel nostro Paese la prima Cassa Rurale tre nel nel 1894, al Congresso di Roma, anconvinto assertore viene costituita nel 1883 a Loreggia, in pronunciò che le Casse erano già 69. dell’utilità sociale vincia di Padova, a opera di Leone WollemIl movimento, quindi, cominciava a conquied economica borg. E nel 1890 nasce a Gambarare, in prostare terreno. Il primo congresso si svolse a del movimento vincia di Venezia, la prima Cassa Rurale Cuneo nel 1895. Nel 1897 si era già giunti a cooperativo, Cattolica ad opera di don Luigi Cerutti. Una quota 904 Casse. rilancia nel 1957 lunga disputa in seno al consiglio della Ma era in arrivo una fase difficile, quella la parola d’ordine Cassa di Gambarare tra liberali e cattolici, del ventennio fascista. Il numero delle Casse di una Cassa Rurale infatti, vide prevalere questi ultimi. Don Cecominciò a ridursi notevolmente, sia per i in ogni comune rutti, con il suo eloquio efficace riuscì a rapfallimenti che per le incorporazioni da parte presentare convincentemente il nuovo corso di banche maggiori, anche cattoliche, che si del credito cooperativo. erano allontanate dalle iniziali finalità solidaristiche. Di lì a poco arrivò l’enciclica Rerum Novarum: fu Papa Il rilancio delle Casse Rurali avviene nel periodo repubLeone XIII a scriverla sollecitando i cattolici all’azione blicano: nell’art. 45 della Costituzione, infatti, si ricosociale. Nel 1892 nacque, a Montebelluna, la seconda nosce il ruolo della cooperazione con finalità mutualiCassa Rurale Cattolica. A Treviso, in una adunanza diostiche. Viene così rifondata la Federazione Italiana delle cesana, si decise la costituzione dei comitati di propaCasse Rurali, che nel 1967 aderirà a Confcooperative.
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CELEBRAZIONI
LEONE WOLLEMBORG
Inaugurazione Iccrea, Via Adige, 28 maggio 1965
Lo stesso Governatore della Banca d’Italia, Menichella, convinto assertore dell’utilità sociale ed economica del movimento cooperativo, rilancia nel 1957 la parola d’ordine di una Cassa Rurale in ogni comune. In parallelo si cominciano ad affermare soprattutto in Lombardia, in Piemonte, in Trentino e in Toscana, anche momenti di aggregazione regionale tra le Casse, basati sul principio della sussidiarietà, e che sfoceranno nella costituzione formale delle attuali Federazioni locali. Vede la luce nel 1963 grazie alla decisiva spinta propulsiva di Enzo Badioli anche l’ICCREA, l’Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane, cui viene attribuito il compito di svolgere funzioni creditizie, di intermediazione tecnica e di assistenza finanziaria, atte a rendere più intensa ed efficace l’attività delle cooperative sul mercato. L’assetto dell’Istituto verrà modificato – nel 1995 – con la costituzione della holding delle societàprodotto del Credito Cooperativo. Il Testo Unico Bancario del 1993, poi, sancisce, in corrispondenza di un cambiamento nella denominazione da Casse Rurali e Artigiane a Banche di Credito Cooperativo - il venir meno dei limiti di operatività: le Banche di Credito Cooperativo (BCC) possono offrire tutti i servizi e i prodotti delle altre banche e possono estendere la compagine sociale a tutti coloro che operano o risiedono nel territorio di operatività, indipendentemente dalla professione che svolgono. Ma è, praticamente, storia di oggi.
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Nato a Padova nel 1859, di ascendenza tedesca ed ebraica, Wollemborg fu artefice a Loreggia, il 20 giugno 1883, della nascita della prima Cassa Rurale d’Italia, inizialmente dotata di un capitale sociale di appena duemila lire ma che dopo sedici mesi potrà contare su 107 soci e intermediare 18.800 lire, erogando 113 prestiti fino ad un massimo di seicento lire al tasso “eccezionalmente mite” del 6,5%, posticipato a scadenza biennale. L’intento è quello di aiutare il mondo agricolo a sollevarsi dalla miseria e a liberarsi dagli strozzini con la concessione di prestiti in denaro a basso interesse e a scadenze lunghe. L’esperimento di Loreggia ha tale successo da essere presto esteso ai comuni vicini e via via divulgato nella provincia, nella regione e poi in tutta Italia. Anche la Chiesa si ispira all’iniziativa di Loreggia quando, nel 1891, fonda le casse rurali cattoliche. Del resto l’Italia aveva una ricca tradizione dei monti frumentari che a partire dal Seicento svolgevano un’utile funzione di credito agrario. Merito di Leone Wollemberg è stato di interpretare quella esperienza in chiave moderna, ricollegandola all’esperienza delle Casse rurali tedesche. Entrato in Parlamento, nel 1892 Wollemborg contribuisce alla caduta di Giolitti per lo scandalo della Banca Romana. L’anno successivo viene eletto deputato nel Collegio di Cittadella tra le file dei liberal-progressisti e nel 1901 è ministro delle Finanze del Governo Zanardelli. Prepara una riforma finanziaria fondata sull’atterramento dei dazi interni e sul passaggio del carico fiscale dalle fonti economiche al patrimonio e al reddito, unito allo sgravio dei consumi popolari. Scarsamente sostenuta dai partiti democratici di sinistra, la legge viene bocciata il 28 luglio. Il 3 agosto successivo Wollemborg si dimette da ministro. Nel 1913, fedele alle sue idee liberali, non firmerà il “Patto Gentiloni”, che stabilisce sette punti da accettare per avere l’appoggio elettorale dei cattolici. Successivamente voterà contro tutte le leggi fasciste liberticide, senza perdere la stima e il rispetto di Mussolini. Muore Il 19 agosto 1932.
PRIMO PIANO
I numeri 2012
performance e radicamento Confermato il ruolo anticiclico delle associate Federlus: 9 miliardi di euro di finanziamenti all’economia, soprattutto a famiglie consumatrici e produttrici Prosegue l’azione anticiclica delle Banche di Credito Cooperativo di Lazio, Umbria, Sardegna, i cui finanziamenti all’economia ammontano, a fine 2012, a 9 miliardi di euro (+7% nel 2012) – il 60% a famiglie consumatrici e produttrici – a fronte di 11 miliardi di euro di raccolta da clientela (+3,3% nel 2012), con una capillarità di sportelli ed un radicamento locale tuttora in aumento: la rete degli sportelli oggi supera le 330 unità, mentre la base sociale consta di circa 63.000 soci. L’incremento degli sportelli, in controtendenza rispetto a quanto osservato nelle tre regioni – e a livello nazionale – comporta una crescita della quota sportelli all’8,5% circa. Contrastate le quote di mercato sui volumi, con un incremento della quota sugli impieghi che oggi supera il 4%; in contrazione quella sui depositi, scesa nel 2012 al di sotto del 5%. In deciso deterioramento la situazione congiunturale locale espressa da un marcato incremento delle sofferenze, che rimangono però al di sotto del 5% rispetto al totale degli impieghi. Crescita dei finanziamenti, lieve crescita della raccolta complessiva e rischi creditizi ancora sotto controllo sia pure in incremento, sono i fattori alla base della performance economica delle BCC delle tre regioni, che hanno fatto segnare, per questa via, un utile aggregato di 40 milioni di euro (+5,3% nel 2012). Risultato straordinario – e unico rispetto al Sistema nazionale delle BCC – se valutato a fronte delle forti difficoltà che l’intera industria bancaria denota nel produrre marginalità. Risultato che serve ad irrobustire gli assetti patrimoniali, anch’essi migliori rispetto al resto del sistema bancario:
total capital ratio al 15,8% e tier 1 capital ratio al 14%. Sul fronte della contabilità sociale, il valore aggiunto globale lordo prodotto dalle BCC Federlus ammonta a fine 2012 a 371 milioni di euro: il 30% circa sotto forma di vantaggi per il socio-cliente, oltre il 40% a beneficio delle risorse umane, il 12% circa a patrimonio per lo sviluppo locale, il 6% e 7% circa, rispettivamente, per la comunità locale e per la collettività. Alessandro Ceccarelli
RELAZIONE E BILANCIO D’ESERCIZIO
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PRIMO PIANO
Le BCC alla sfida
dell’innovazione
La banca del domani per un nuovo sviluppo dell’Italia: è questo il tema del convegno annuale della Federlus, che si terrà il 21 giugno a Roma, presso Spazio Novecento (Eur). Molti gli ospiti di prestigio, tra cui Antonio Catricalà, Fabio Panetta, Hervé Guider, Giovanni Ferri e il Presidente di Federcasse Alessandro Azzi
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Dinamiche, trasparenti, ma soprattutto locali. Il profilo è quello delle nostre Banche, da sempre identificate come modelli di buona relazione fra il settore del credito e i territori, accomunate da un’etica comportamentale che le porta ad avere un appeal differente. Sono, per intenderci, le Banche della porta ac-
canto. Non è un caso se, ad esempio, proprio nei turbolenti anni della recessione, le BCC hanno rafforzato la propria dimensione erogando credito a famiglie e imprese. “Anche nel 2012 abbiamo svolto un ruolo anticiclico rispetto alla crisi, affiancando famiglie e imprese nell’affrontare una fase particolarmente complessa della congiuntura”, sottolinea il Direttore Generale Federlus Paolo Grignaschi. “Sostenere il territorio d’appartenenza è la nostra prima missione – aggiunge Francesco Liberati, Presidente Federlus –, possiamo farlo, però, solo se non perdiamo di vista la nostra dimensione reale. Ecco perché le BCC sono ben capitalizzate”. Ma ora è il momento di guardare al futuro, perché alla crisi l’Italia è chiamata a dare una spallata. E il futuro passa dalle BCC. Nasce così “Reload Banking – La Banca del futuro per un nuovo sviluppo dell’Italia”, con un panel
relatori di assoluto livello. Tre sessioni (istituzionaleitaliana, europea, locale) per offrire un quadro d’insieme completo sulla crisi, le prospettive e la ripresa. Previsti, gli interventi istituzionali del Viceministro dello Sviluppo Economico Antonio Catricalà, e del Vice Direttore Generale della Banca d’Italia Fabio Panetta. E, fra gli altri, del Direttore dell’Associazione Banche Cooperative Europee Hervé Guider, dell’economista Giovanni Ferri, dei Direttori delle BCC di Roma, Cherasco e San Marzano di San Giuseppe, rispettivamente Mauro Pastore, Giovanni Bottero ed Emanuele di Palma. Ci saranno poi il Direttore del Dipartimento di Economia e Finanza della LUISS Giorgio Di Giorgio e Giampaolo Galli, già Direttore Generale di Confindustria. Le conclusioni saranno a cura del Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi. “Il sistema bancario – dice il Presidente Liberati – è chiamato ad affrontare la sfida dell’innovazione. È questo il terreno sul quale si gioca la partita e non più sulla gamma dei prodotti, ormai livellata. Non è importante se parliamo di banche grandi o piccole, tutte devono necessariamente convincersi che un Paese moderno, capace di affrontare la crisi, rimettere in moto l’economia, deve essere sostenuto da un sistema efficiente e in grado di leggere le evoluzioni di un contesto sempre più globale. Diciamo che le BCC partono da un punto importante: quello di avviare il percorso avendo in cassaforte quel plus che si chiama relazione diretta con la base sociale e i clienti. Una conoscenza che va oltre la semplicità operatività quotidiana. Quindi, la sfida dell’innovazione diventa anche un momento di crescita con l’obiettivo di accompagnare in maniera ancora più determinata e tecnologicamente all’avanguardia i risparmiatori”. In questo scenario, l’evoluzione dei servizi operativi, assume un ruolo primario per permettere alle Banche di Credito Cooperativo di essere competitive anche con i grandi player del settore. “Lo spazio è diventato infinito – afferma il Direttore Generale Grignaschi –. Le ‘piccole’ BCC oggi si ritrovano ad affrontare percorsi probabilmente non immaginabili fino a pochi anni fa. Ecco perché la Federazione del Lazio, Umbria, Sardegna ha avviato una piattaforma avanzata di strumenti, capace di affiancare le Banche locali all’interno del percorso evolutivo. Si rimane dunque locali, ma si diventa realmente globali, varando strategie di multicanalità, servizi in rete e abbattendo distanze, tempi e procedure operative. Questa è la Banca del Futuro che, partendo dalla propria dimensione, naviga verso un open space, all’interno del quale ci sono regole precise, ma anche innumerevoli possibilità di sviluppo. Il futuro è arrivato e le nostre BCC sono pronte a conquistarlo”. Rocco Viola
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PRIMO PIANO
Roma e l’Eur una storia complessa
Quartiere pensato inizialmente come sede della grande esposizione universale finalizzata a consolidare l’immagine del regime fascista, nel dopoguerra fu trasformato in un polo residenziale e amministrativo Marcello Piacentini delineò le linee guida del progetto Eur: ampi spazi verdi e imponenti effetti scenografici, secondo un modello ispirato all’urbanistica classica romana, integrata da elementi del Razionalismo Italiano
Le origini del quartiere Eur rimontano alla metà degli anni ’30 del secolo scorso e fanno capo all’idea di una grande esposizione universale che servisse da vetrina internazionale al fascismo. La manifestazione (che in realtà non si tenne mai a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale), fu proposta a Mussolini dall’allora governatore di Roma Giuseppe Bottai. Modellata sulle precedenti esposizioni universali, si sarebbe dovuta tenere negli anni 1941-1942, in concomitanza con il ventennale della presa del potere da parte del regime. Al duce l’idea piacque: fu così che l’ente autonomo preposto alla realizzazione dell’evento e delle opere architettoniche fu costituito nel dicembre 1936. L’area interessata fu identificata, dopo molte discussioni, in quella allora nota come Tre Fontane, una zona totalmente estranea alla pianificazione del Piano Regolatore del 1931. In termini urbanistici, il nuovo quartiere era progettato per diventare il polo dell’espansione a sud-ovest di Roma, verso il mare. Nel 1936 il Commissario generale dell’ente E42, Vittorio Cini, presentò a Mussolini una rosa dei maggiori nomi dell’architettura del tempo. Vennero così scelti gli architetti Piacentini (il quale ebbe anche la direzione del
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progetto), Pagano, Piccinato, Vietti e Rossi. Il primo progetto, dalle velleità monumentali, fu presentato nel 1938 e si estendeva su 400 ettari. Quello definitivo fu presentato nel 1939, a guerra iniziata, e i lavori (drasticamente rallentati dalla situazione bellica) si interruppero solo tre anni dopo, proprio nel 1942, anno in cui, secondo le intenzioni, il complesso avrebbe dovuto essere inaugurato. Dopo l’istituzione dell’E42 ci si aspettava un rapido sviluppo del progetto e della sua realizzazione, ma in realtà i lavori subirono rallentamenti soprattutto a causa delle polemiche che intercorsero tra gli addetti ai lavori. L’unica cosa su cui concordarono tutti era l’idea di una città autonoma e indipendente, che non fosse dedicata esclusivamente all’esposizione universale, ma che potesse durare nel tempo. Nel frattempo Marcello Piacentini, che prese il sopravvento sugli altri architetti, si dedicò a delineare le linee guida del progetto: ampi spazi verdi e imponenti effetti scenografici. Il modello fu ispirato, secondo l’ideologia fascista, all’urbanistica classica romana, integrata da elementi del Razionalismo Italiano, che rimane comunque minoritario rispetto a quel “neoclassicismo semplificato”
propugnato dal Piacentini e realizzato con uso massiccio di marmi, vetri e fontane. L’elemento simbolo di questo modello architettonico fu il cosiddetto Colosseo Quadrato, soprannome dato al Palazzo della Civiltà e del Lavoro, opera degli architetti Guerrini, La Padula e Romano e ispirato all’arte metafisica. Ma altri monumenti ed edifici imponenti furono progettati in quegli anni: il palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, l’Archivio Centrale dello Stato, la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il palazzo degli uffici, i palazzi dell’INA e dell’INPS. Vi fu spazio, inoltre, anche per un’area museale di grande interesse, comprendente, tra gli altri, il Museo della Civiltà Romana, il Museo Nazionale dell’Alto Medioevo, il Museo delle arti e tradizioni popolari e il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”. Dopo la fine della guerra, però, la situazione era disastrosa: solo pochi palazzi del progetto dell’E42 erano rimasti in piedi e, anche per il fatto che erano riconducibili a un’epoca che si voleva decisamente dimenticare, si pensò di raderli al suolo. Ciò non avvenne e iniziarono i lavori di riqualificazione della zona. Il nome del quartiere divenne Eur (sia perché sigla di Esposizione Universale Roma, sia per dare una dimensione europea).
Quale Commissario Straordinario dell’Ente venne nominato Virgilio Testa, che volle subito riconvertire il quartiere in zona residenziale e amministrativa. La costruzione del quartiere venne ultimata alla fine degli anni Cinquanta in occasione della XVII Olimpiade, tenutasi a Roma nel 1960, con il completamento di alcune infrastrutture, come lo splendido Palazzo dello Sport progettato da Nervi e Piacentini. Attualmente l’Eur, oltre che zona residenziale, è sede rinomata di importanti uffici, sia pubblici che privati, tra cui il Ministero della Salute, il Ministero delle Comunicazioni, il Ministero dell’Ambiente, la Siae, l’Ice (Istituto nazionale per il Commerico Estero), l’Eni, le Poste Italiane, l’Inail e l’Inps. Non mancano, inoltre, le sedi italiane di numerose aziende multinazionali.
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CREDITO ED ECONOMIA
La politica monetaria unica e le banche locali Presentata lo scorso 15 marzo la ricerca CASMEF - LUISS promossa dalla Federlus “Le banche di credito cooperativo del Lazio Umbria Sardegna stanno mostrando una significativa capacità di resistenza alla crisi, puntando a conservare le quote di mercato e andando a occupare nuove nicchie aggredibili”. Con queste parole Francesco Liberati, Presidente della Federazione BCC Lazio Umbria Sardegna, ha aperto i lavori del convegno di presentazione della Ricerca “La politica monetaria unica e le banche locali”, promossa da Federlus e condotta dal Centro Arcelli per gli Studi Monetari e Finanziari della LUISS (Casmef). “Questo – ha detto Liberati – nonostante il deterioramento della qualità del credito e le persistenti incertezze del quadro economico e finanziario. Nostro dovere è quello di continuare ad assistere famiglie e imprese in questa difficile fase della vita del nostro Paese, facendoci trovare pronti ad ottimizzare gli impulsi della politica monetaria della BCE. Negli ultimi due anni il trend evolutivo è positivo - ha precisato Liberati - “con la raccolta diretta che è passata dai 10,5 miliardi agli oltre 11 miliardi di euro e gli impieghi passati da 8 miliardi agli oltre 9 miliardi di euro, mantenendo il rapporto impieghi-raccolta su livelli di assoluta sicurezza all’80,8% e con un total capital ratio al 16,53%, più robusto del resto del sistema bancario”.
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Dai risultati della ricerca è confermato – come ricordato dal prof. Giorgio Di Giorgio – che in un sistema “bancocentrico” come l’Italia, gli effetti di policy della BCE non hanno un’influenza determinante sulla domanda di credito, data la prevalenza di piccole e medie imprese
cosiddette “simmetrie informative” fondamentali per una corche non accedono al mercato dei capitali, ma retta valutazione del merito di che ricorrono all’autofinanziamento o al crecredito. dito bancario. Il convegno è proseguito con In particolare, i prestiti delle BCC non risenl’intervento del Direttore Genetono delle politiche di tasso. Per quanto rirale della Federazione Paolo guarda Lazio, Umbria, Sardegna le BCC Grignaschi, che ha illustrato le delle stesse regioni continuano a rispondere Marcello De Cecco prospettive strategiche delle alla domanda erogando credito a un ritmo BCC nelle tre regioni. “Il momaggiore sia delle BCC italiane nel loro complesso sia dello di banca cooperativa – ha affermato – ancora vindel sistema bancario italiano, tenendo le sofferenze sotto cente a livello europeo e nazionale, dovrà essere capace controllo e mantenendo una certa redditività. di una forte innovazione nei processi e nelle logiche di Questo comportamento “virtuoso” delle BCC – ha poi sviluppo, per costruire un nuovo modello di servizio evidenziato il prof. Marcello de Cecco – è da ascriversi adatto ai nuovi scenari bancari e creditizi». Il Direttore al fatto che la relazione, la conoscenza, la fiducia tra Generale di Iccrea Banca Leonardo Rubattu, infine, banca e cliente sono, anche e soprattutto nei momenti di ha messo in evidenza il ruolo di Iccrea Banca a supporto crisi economica, fattori determinanti nel processo di erodelle BCC in una fase così tanto complessa. “Il bilancio gazione del credito. E questa è una caratteristica propria di Iccrea Banca – ha detto – si è interposto in maniera delle banche di credito cooperativo, che fondano la prostraordinaria, in questi anni, tra la situazione tecnica pria attività sul rapporto diretto col cliente, ovvero sulle delle singole BCC e la politica monetaria europea”.
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CREDITO ED ECONOMIA
Europa
l’integrazione è il nostro destino Intervista a Giorgio Di Giorgio coordinatore della ricerca condotta per la Federazione, e presentata al convegno, sulle prospettive legate all’evolversi della situazione economica e finanziaria in Europa
Prof. Di Giorgio, l’attuale frammentazione dei sistemi economici, finanziari e bancari costituisce in questa fase un vincolo rispetto all’efficacia delle politiche economiche e monetarie europee: quali sono le prospettive di ulteriore integrazione per il breve periodo? La prima importante tappa sarà concludere l’iter per il trasferimento di responsabilità di vigilanza sulle banche alla BCE. Nonostante ci siano anche degli argomenti in favore di un approccio di separatezza tra autorità responsabile della politica monetaria e della vigilanza sulle banche, in questo momento, nell’area dell’Euro è necessario ribadire con decisione l’impegno a voler “stare insieme”. Un meccanismo condiviso di gestione delle crisi e di garanzia sui depositi bancari dovrebbe seguire. Tuttavia, i rischi di “rottura” dell’area valutaria, prezzati negli spreads dei paesi periferici, non verranno completamente rimossi fin quando non si procederà anche sul terreno dell’integrazione fiscale e politica. Le ultime mosse delle banche centrali dei principali paesi, a livello mondiale, confermano politiche decisamente accomodanti: quanto potrà durare l’attuale situazione dei tassi di interesse? A livello mondiale, iniziano già ad emergere i primi segnali che le politiche monetarie non possono permanere ancora a lungo su orientamenti tanto accomodanti. Ma l’inversione non dovrebbe essere repentina. Negli Usa dipenderà dall’andamento nel mercato del lavoro, dopo l’estate capiremo a che punto siamo; nell’area dell’Euro le maggiori difficoltà dell’economia reale fanno immaginare che il processo richiederà più tempo.
Giorgio Di Giorgio
Gli ultimi dati sul sistema bancario nazionale provenienti da ABI e Prometeia evidenziano miglioramenti dal lato della dotazione patrimoniale ma anche un livellamento ai minimi storici per i margini reddituali: qual è la situazione delle banche a livello europeo? Con tassi di interesse molto bassi e una economia stagnante, l’industria bancaria è in difficoltà ovunque. La situazione potrà migliorare nei paesi in cui ad una marginalità compressa nei servizi tipici bancari si saprà accostare una espansione dei ricavi da servizi di tipo diverso, nell’asset management, nella finanza aziendale, nella consulenza a tutto campo.
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CREDITO ED ECONOMIA
Banche e imprese, visioni a confronto
su Basilea 3 I contenuti, gli aggiornamenti e le prospettive al centro di un seminario tecnico a Perugia organizzato dalla società di formazione Nemetria “Credo che sia stata molto saggia la decisione di rinviare l’introduzione di Basilea 3, l’insieme di provvedimenti di riforma della preesistente regolamentazione del sistema bancario, predisposto dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, la cui applicazione immediata avrebbe provocato effetti ciclici negativi in una fase molto delicata dell’economia europea”. Ad affermarlo è stato Rainer Masera, Preside della Facoltà di economia e professore ordinario di politica economica dell’Università degli Studi “Guglielmo Marconi”, intervenuto al convegno “Basilea 3 – Le banche e le imprese: i contenuti, gli aggiornamenti, le prospettive” che si è svolto lunedì 22 aprile, presso la sede di Sadiba, la Scuola di Formazione dei Dirigenti della Banca d’Italia a Perugia. “Se si mette in discussione la separatezza tra banca commerciale e banca di investimento – ha rimarcato Masera - dobbiamo mettere in discussione anche Basilea. Che ha un suo limite nell’eccessiva complessità. E proprio questo rischia di toccare le piccole banche, realtà importanti per l’Italia”. Parole che hanno un peso specifico in un momento in cui il focus pubblico è sicuramente l’accesso al credito e gli stimoli all’economia tramite il canale bancario. Sulla stessa linea, il Direttore Generale Federlus Paolo G. Grignaschi è intervenuto con un’articolata presentazione avente ad oggetto “Criticità delle prospettive del
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mercato del credito. Le sfide delle banche locali”: “C’è un circolo vizioso nel quale l’Italia è caduta e dal quale può emergere solo con la rimessa in moto dell’economia reale, perché oggi il problema non è la mancanza di credito in sé, quanto il suo deterioramento. Le famiglie e le imprese italiane hanno bisogno delle banche locali e le banche locali hanno bisogno di recuperare redditività, anche attraverso investimenti in innovazione. La strada è quella dello sviluppo di strutture di rete non necessariamente limitate alla natura giuridica degli intermediari”. Di coerenza ha invece parlato Giulio Tagliavini, Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Parma, il quale ha proposto un’analisi sul mercato del credito, questa volta con l’ottica delle imprese: “Le dinamiche del credito si confrontano fra domanda e offerta. Occorre rendere coerenti
le leggi della finanza di impresa con le leggi della tecnica bancaria”. Confronto su prospettive e dinamiche di mercato in corso, ma anche un approfondimento importante sulla mission, sulla struttura e sull’evoluzione futura della normativa di Basilea 3. Loris Nadotti, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari presso l’università di Perugia, si è soffermato sui contenuti tecnici di Basilea 3. “La non coercività di Basilea 3 – ha sottolineato Nadotti – crea una serie di sperequazioni. Ma un fattore di sicuro interesse è l’accento posto sulla qualità del patrimonio, che
diventa leva importante. La direttiva, inoltre, avrà riflessi anche sulle banche locali esaltando quegli istituti territoriali capaci di essere ben capitalizzati”. Sintesi finale da parte di Francesco Cannata, Responsabile del Servizio Normativa e Politiche di Vigilanza della Banca d’Italia, il quale, pur riconoscendo l’impossibilità allo stato attuale di esprimere una valutazione compiuta sugli effetti a regime dell’impianto di Basilea, ha rimarcato l’imprescindibilità dei principi di fondo e del sistema di incentivi sottesi al framework regolamentare. Alessandro Ceccarelli
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TESORI DEL TERRITORIO FOCUS SARDEGNA
Cagliari
uno snodo cruciale al centro del Mediterraneo Uno sviluppo rapidissimo nel secondo dopoguerra incardinato su una crescente area industriale. Oggi il capoluogo sardo guarda anche al turismo. E i progetti in campo sono molti Cagliari, con i suoi 150mila abitanti, è una delle 15 città metropolitane italiane. La sua area metropolitana supera i 424.000 abitanti, che divengono 488.000 con l’agglomerato urbano diffuso. Bastano queste cifre a qualificarne l’importanza, non solo relativamente alla Sardegna, di cui è capoluogo, ma anche per l’Italia. Di origini antichissime (fu fondata nell’VIII secolo a. C. dai Fenici) Cagliari conosce uno sviluppo rapidissimo dopo la Seconda Guerra Mondiale. In soli 20 anni, dal 1951 al 1971, giunge addirittura a raddoppiare il numero delle abitazioni. È una città in trasformazione, capace di attirare la popolazione delle aree circostanti. Cagliari diviene così quello che è oggi, una città complessa, divisa tra il suo importante patrimonio storico-culturale – è anche sede universitaria – ed il moderno, un capoluogo che tuttavia si è sviluppato negli anni in totale armonia con il territorio circostante che ne costituisce parte integrante e segno distintivo. Posta al centro del Mediterraneo, Cagliari trova uno dei suoi fulcri nel porto, classificato come “internazionale” per via della sua importanza millenaria di snodo com-
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merciale. Grazie ai grandi spazi disponibili, all’enorme potenzialità di funzione, alla felice posizione geografica (a sole 11 miglia dalla linea ideale Gibilterra/Suez), il porto di Cagliari riveste un ruolo fondamentale, rappresentando uno dei poli per l’attività di transhipment del Mediterraneo occidentale. L’integrazione logistica con l’entroterra è forte: si trova a soli 100 metri dal centro città, è adiacente alla rete viaria e a quella ferroviaria. L’aeroporto Elmas, è l’altro polo di sviluppo: inaugurato nel 1937 e rinnovato a più riprese, proietta ancor più la Sardegna nel suo ruolo naturale di centro del Mediterraneo. È lì, nel porto e nello scalo, che Cagliari trova lo sbocco per la sua importante vocazione industriale, costruitasi solidamente negli ultimi decenni. La zona industriale di Macchiareddu-Grogastu fra Cagliari e Capoterra, infatti, è una delle più importanti dell’isola. Ma a Cagliari sono presenti anche diversi stabilimenti di multinazionali, come quelli di Coca Cola, Heineken, Bridgestone, Eni. Importante anche il settore delle telecomunicazioni: Tiscali Italia ha qui il suo quartiere generale. Cagliari inol-
Di origini antichissime (fu fondata nell’VIII secolo a.C. dai Fenici) Cagliari conosce uno sviluppo rapidissimo dopo la Seconda Guerra Mondiale. In soli 20 anni, dal 1951 al 1971, giunge addirittura a raddoppiare il numero delle abitazioni
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TESORI DEL TERRITORIO
tre possiede uno dei più grandi mercati del serrato, uno dei sobborghi della città, menpesce d’Italia con una vasta scelta sia per tre è in fase di completamento il collegaCagliari trova uno dei commercianti che per privati. mento con la Cittadella Universitaria. Sul suoi fulcri nel porto, Da sottolineare che negli ultimi anni sta Molo Ichnusa dell’area portuale di Via classificato come prendendo piede in città anche il settore Roma è stato realizzato un terminal cro“internazionale” turistico, grazie alla costante crescita del ciere che consente l’attracco di grandi navi per via della sua numero dei visitatori che scelgono Cagliari oceaniche. importanza millenaria per le loro vacanze. Recentemente il capoAltri progetti che potrebbero cambiare il di snodo commerciale luogo ha iniziato un processo di sviluppo volto del capoluogo sardo sono il nuovo urbanistico con l’obiettivo di diventare una quartiere fieristico, il parco archeologico città turistica di rilevanza internazionale, dando vita a di Tuvixeddu e il nuovo campus universitario di Viale la numerosi progetti. È stato inaugurato nel 2008 il primo Playa. tratto della metrotranvia, da piazza Repubblica a MonNella primavera del 2011 è stato aperto al pubblico il
In crescita e pronti per quando arriverà la ripresa
Aldo Pavan Presidente BCC di Cagliari Come sta reagendo Cagliari alla crisi che sta mettendo a dura prova la vitalità dell’economia italiana? E quale impatto vi è stato sull’attività della BCC? La Sardegna è una terra a bassa densità abitativa; la sua popolazione è soprattutto concentrata nella zona sud occidentale, corrispondente, alla grossa, alla pianura del Campidano. A nord di quest’area si colloca Arborea, a sud Cagliari, capoluogo della Regione. Una città, quest’ultima, al tempo stesso centro politico e amministrativo e punto d’incontro di circa la metà degli abitanti dell’isola. L’economia della
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città, ma meglio della sua area vasta, è articolata su un insieme di piccole imprese di servizi, industriali, commerciali e agricole. Tradizionalmente rilevanti sono l’edilizia e la pubblica amministrazione. A livello di entità significative vanno ricordati Saras (petrolchimica), Tiscali (telecomunicazioni), Remosa (meccanica fine), l’università, l’aeroporto, il porto commerciale e container. In epoca relativamente recente la città ha assunto rilevanza turistica, anche grazie ai voli a basso costo. La congiuntura avversa, dalla seconda metà del 2007, ha fiaccato non poco le risorse economiche e sociali dell’area. La crisi del modello di sviluppo basato sull’industrializzazione incentivata, da tempo in atto, è stata accentuata in modo drammatico. Le piccole e spesso micro imprese soffrono come non mai. Eppure i dati sull’occupazione sono meno negativi di come ci si potrebbe aspettare; in particolare, e sorprendentemente, migliora la condizione dell’occupazione femminile. Sembra che esista un tessuto sociale che non vuole mollare: imprese e famiglie che resistono. Laddove vengono meno impieghi tradizionali se ne ricercano di nuovi, poco visibili a livello individuale, ma significativi a livello collettivo. Come è noto la BCC di Cagliari non ha una storia con la quale confrontarsi. Fondata nel 2004, è stata commissariata nel 2010; sulle sue difficoltà hanno sicuramente influito le cattive condizioni dell’economia. Quello che posso dire è che, dalla fine del
2011, abbiamo sentito crescere intorno a noi il livello di interesse; abbiamo verificato prima un significativo afflusso di risparmio, poi un’interessante domanda di credito. I settori di intervento, prima limitati a edilizia e poco altro, spaziano oggi da Internet al commercio, all’agroindustria, al turismo, ai trasporti. La nostra piccola dimensione rende difficile capire se i dati in crescita della nostra Banca possano avere un qualche significato a livello di sistema o se stiamo viaggiando in controtendenza sfruttando piccole nicchie. Sembra tuttavia possibile ipotizzare che quel micro tessuto sociale che resiste e guarda al futuro si stia rivolgendo a noi quale luogo ove trovare capacità di ascolto e risposte rapide e chiare. La ritrovata presenza del Credito Cooperativo nel momento di maggior impatto della peggiore crisi della quale si abbia memoria potrà costituire un punto di riferimento per quando si ricomincerà a vedere un po’ di sole dietro le nuvole. Quali sono a suo avviso i punti di forza, nella società e nel mondo produttivo cittadino, su cui finora non si è ancora sufficientemente puntato? Dicevo prima che il sistema socio economico cagliaritano è caratterizzato da un insieme sufficientemente armonioso di elementi. Piuttosto che pensare, come spesso si è fatto in passato, a pochi interventi dai quali aspettarsi ritorni da miracolo, penso che sia importante lavorare per mettere a sistema gli elementi presenti, non pochi, ad alcuni dei quali ho prima accennato. Le particolari caratteristiche ambientali del Sud Sardegna consigliano di puntare fortemente su un modello di sviluppo sostenibile e di green economy. Abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione efficiente, che favorisca il rafforzamento dei
parco della musica situato tra il “T Hotel” ed il teatro lirico di Cagliari. Lo stesso anno è stata ultimata anche l’area residenziale di Via Santa Gilla, che al suo interno ospita inoltre un cinema multisala, bar, ristoranti, un supermercato e uffici, fra cui la nuova sede del quotidiano L’Unione sarda. Nel settembre 2012 sono iniziati i lavori per il nuovo
lungomare di Sant’Elia, che avrà una lunghezza totale di 1.360 metri e si estenderà dal canale di Terramaini sino al Lazzaretto di Sant’Elia. Insomma, una città dalle notevoli potenzialità. Secondo un’indagine del 2008 di “Cittalia-Fondazione Anci Ricerche”, infatti, Cagliari sarebbe la quarta città metropolitana italiana per Pil pro-capite dopo Milano, Roma e Bologna. Inoltre, una classifica stilata dal Sole 24 ore in base al reddito medio dei capoluoghi di provincia italiani colloca Cagliari, con un reddito medio di 22.226 euro, in 28ª posizione (su 119) a ridosso di Torino (27ª) e Vicenza (29ª).
vincoli di sistema, guardi al partner naturale di quel mondo e costituisca intertessuto sociale che resiDalla fine del 2011 locutore credibile per gli ste: dunque famiglie, miabbiamo sentito imprenditori. Occorre cro e piccole imprese. La crescere intorno creare un ambiente favoretelematica è presente a a noi il livello vole all’afflusso di capitali Cagliari sin dalle prime esterni coerenti con un moavventure di Niki Grauso di interesse. dello di produzione coniue della sua Video On Line Abbiamo verificato gato con la grande atten(1993, ora Tin.it ), con il prima un zione all’ambiente. Sono CRS4 e Tiscali di Renato significativo afflusso necessari investimenti nelle Soru. Vicende queste di risparmio, strutture materiali e umane. non sempre felici, ma che Occorre riscoprire le potenhanno creato una base di poi un’interessante zialità dell’agricoltura, che giovani operatori con domanda di credito. nell’isola in generale ricompetenze e molta voI settori di chiede processi di crescita glia di fare. La grande inintervento, prima della dimensione unitaria dustria è stata in parte delle imprese e di aggregasmantellata, restano tutlimitati zione, puntare su un turitavia importanti realtà a edilizia e poco smo intelligente, attento annella petrolchimica. Esialtro, spaziano che alle opportunità di stono dicevo significative oggi da Internet bassa stagione e alle propresenze artigiane e di al commercio, poste alternative al mare, piccola industria, sia inrisolvere il problema del novative sia tradizionali e all’agroindustria, trasporto di persone via di contenute dimensioni, al turismo, mare attraverso modelli di che stanno trovando da ai trasporti concorrenza. Internet rapnoi risposte e assistenza. presenta una potenzialità, Stiamo esplorando – nel già ben presente, in grado senso che abbiamo già di rendere nulle le negatività che derivano fatto alcune prime operazioni – la possibidallo stato di relativo isolamento geogralità di finanziare delle start up con la gafico. Il tema del costo dell’energia resta ranzia dei confidi e la controgaranzia di un prioritario e al proposito è auspicabile una fondo appositamente costituito dalla soripresa di interesse per il gasdotto che dal cietà finanziaria regionale – SFIRS. Ci Nord Africa dovrebbe passare per la Sarstiamo muovendo con cautela, ma le podegna. tenzialità sono notevoli e i rischi contenuti. Il settore industriale e quello delle teleNegli ultimi anni Cagliari sta puntando comunicazioni sono da tempo centrali ad aumentare la sua capacità di attranell’economia della città. In che modo zione turistica. Ritiene che questo settore la BCC di Cagliari ha finora interagito, e possa diventare trainante per l’ulteriore interagirà in futuro, con tali settori? sviluppo del capoluogo sardo? La BCC di Cagliari si sta proponendo come Cagliari è la città dei tre mari: a sud il Me-
diterraneo, a est lo stagno di Molentargius, a ovest la laguna di santa Gilla; è collocata al centro del Golfo degli Angeli, delimitato dalle spiagge di Viallasimius e Chia; si trova a pochi chilometri dalla città romana di Nora e a 50 dalla reggia nuragica di Barumini. Tra i comuni italiani capoluogo, è quello con la più alta disponibilità di verde per abitante. Ha un aeroporto moderno. La sua vocazione turistica è dunque naturale, ma è stata a lungo inesplorata. Politiche intelligenti del Comune – con amministrazioni di diverso colore – e la disponibilità dei voli a basso costo hanno portato all’animazione turistica del centro storico e al fiorire della piccola ricettività. Le zone umide della città sono protette dalla convenzione internazionale di Ramsar e presentano peculiarità naturali di tutto interesse – i fenicotteri nidificano da aprile ad agosto – e costituiscono una risorsa ancora poco conosciuta e fruibile. Lo spostamento del traffico commerciale verso il porto canale sta rendendo possibile la trasformazione di quello commerciale nel più grande porto turistico del Mediterraneo. La presenza delle grandi navi da crociera sta crescendo di anno in anno. Azioni volte all’integrazione con le zone interne, all’ampliamento della stagione turistica, a offerte di bassa stagione, agli anziani residenti nel Nord Europa e in genere in zone fredde, al cosiddetto turismo sanitario possono rivelarsi di grande impatto. Il turismo non è di per sé sufficiente a garantire sviluppo e benessere, ma nel quadro dell’economia verde può svolgere un ruolo di grande importanza se inserito in quella logica di forte integrazione di sistema che, ripeto, può costituire l’elemento forte sul quale puntare per la ripresa economica e lo sviluppo dell’occupazione.
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TESORI DEL TERRITORIO FOCUS SARDEGNA
Arborea un’area
modello per la cooperazione
Con una vocazione agroalimentare e zootecnica di alto livello, costruita con il lavoro di oltre 300 aziende, il risultato è un tasso di disoccupazione bassissimo. Vediamo come si è costruito negli anni questo piccologrande miracolo Arborea (circa 4mila abitanti) si trova nella provincia di Oristano ed è uno dei centri più sviluppati e peculiari dell’intera Sardegna, se non d’Italia. Fondata durante il fascismo e inaugurata il 29 ottobre 1928 con il nome Villaggio Mussolini, cambiò nome con regio decreto in Mussolinia di Sardegna nel 1930. La denominazione attuale risale al 1944. Durante il regime fu completata la bonifica della piana di Terralba, già avviata in età giolittiana, fino ad allora una zona paludosa. La città fu pensata come appendice urbana della bonifica, ma fu necessario attendere il secondo dopoguerra perché il progetto fosse realizzato completamente. Fu in quel lasso di tempo, infatti, che la malaria, secolare piaga dell’area, fu debellata grazie all’opera della Fondazione Rockefeller, che finanziò una vasta opera di bonifica.
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Fondata durante il fascismo e inaugurata il 29 ottobre 1928 come Villaggio Mussolini, la città cambiò nome con regio decreto in Mussolinia di Sardegna nel 1930. La denominazione attuale di Arborea risale al 1944
Oggi l’area di Arborea, in contro tendenza rispetto al trend regionale e nazionale, è in lenta ma continua crescita. Gli indicatori relativi a popolazione e lavoro sono eccellenti, e vedono il Comune di Arborea al 2° posto dopo il capoluogo per la Provincia di Oristano e all’ultimo posto sia per quanto riguarda il tasso di disoccupazione generale che quella giovanile. Dall’analisi dei dati socio economici del territorio emerge
quello che è stato ed è tuttora il punto di forza dell’economia locale: l’agro-zootecnica moderna e razionale che contribuisce alla creazione di un sistema socio-economico che non ha eguali nel territorio regionale ed anzi assimila il Comune di Arborea ai Comuni più sviluppati del nord Italia. Nel settore agricolo operano oltre 300 aziende, che rappresentano, in numero di addetti, il 74% del totale, a
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Arborea, in contro tendenza rispetto al trend regionale e nazionale, è in lenta ma continua crescita. Gli indicatori relativi a popolazione e lavoro sono positivi, e la vedono al 2° posto dopo il capoluogo per la Provincia di Oristano
conferma del completo orientamento del territorio verso le produzioni agricole e zootecniche dell’area (il patrimonio zootecnico ammonta a 30.000 capi bovini). Il restante 26% della popolazione attiva lavora nel commercio e nell’artigianato. Il vero motore dell’economia locale è dato dal sistema cooperativo (che potrebbe essere definito un vero e proprio “modello Arborea”) che vede impegnate la Cooperativa Assegnatari Associati Arborea (oltre 300 soci), la
Cooperativa Produttori Arborea (oltre 300 soci) e la Banca di Credito Cooperativo. Presenti sul territorio anche imprese piccolo-industriali, alle quali vanno aggiunte alcune piccole imprese e cooperative di servizi. Insomma, oggi Arborea può vantare un sistema di aziende agro-zootecniche, di industrie di trasformazione a carattere cooperativo, di un avanzato sistema di servizi associati e di una diversificata gamma di attività che ne fanno un’area di primo piano nella regione.
Diversificare le fonti di reddito per far fronte alle difficoltà
Luciano Sgarbossa Presidente BCC Arborea
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Il sistema cooperativo è tradizionalmente dominante all’interno della vita produttiva arborense. Come si inserisce la BCC all’interno di tale contesto? La BCC è parte integrante del sistema produttivo arborense. La gran parte dei soci sono comuni alle altre realtà cooperative presenti e questo fa sì che le relazioni siano molto forti; si parla appunto di “Sistema Arborea” che gestisce tutto il ciclo produttivo dei singoli soci. Come sta reagendo Arborea alla crisi in atto a livello nazionale? E quale impatto c’è stato nell’attività della BCC? Anche nella nostra comunità la crisi è tangibile. Il settore agro-zootecnico è in difficoltà a causa delle ridotte marginalità sulla produzione del latte, il cui prezzo non aumenta, mentre le materie prime e i costi di produzione sono cresciuti in misura esponenziale. Questa difficoltà si ripercuote inevitabilmente sull’attività della BCC, con operazioni di consolidamento dei debiti, con allungamenti dei tempi di ammortamento, con politiche di tasso favorevoli; purtroppo la Banca è stata costretta ad avviare qualche azione di recupero, azioni
che in questo territorio sono state nel passato sempre rare e di poco conto. Per cercare di far fronte alle difficoltà sono in corso diverse iniziative sempre nel settore agricolo al fine di diversificare le fonti di reddito: lo sviluppo dell’allevamento dei bovini da carne e lo sviluppo del settore ortofrutticolo. Il settore agro-zootecnico è il fiore all’occhiello dell’economia arborense. Qual è il contributo che ha dato e continua a dare la Banca al successo di tale settore? In termini numerici la Banca oggi impiega circa 60 milioni di euro nella comunità arborense; gran parte di queste risorse sono confluite nel settore agro-zootecnico. Da evidenziare le risorse impegnate al fine di dotare la buona parte delle aziende di un impianto fotovoltaico per contribuire ad un abbattimento dei costi di produzione. Il territorio di Arborea è uno dei più progrediti dell’isola, al punto che si può parlare di modello vincente. Come BCC quale ruolo ritenete di avere avuto nella costruzione di questo successo? Sicuramente i numeri ci dicono che la BCC è stata e continua ad essere uno degli attori principali nel territorio di Arborea. Ma non solo i numeri dicono questo, anche la comunità riconosce alla BCC un ruolo importante nello sviluppo economico- sociale con il coinvolgimento della stessa in tutte le iniziative presenti nel territorio.
NON SOLO BCC
Triplete Federlus per il secondo anno consecutivo!
A Fano, dal 31 maggio a 2 giugno, si è svolta l’undicesima edizione del Torneo di calcio a 5 del Credito Cooperativo e anche nell’edizione 2013 le rappresentanze Federlus si aggiudicano tutte le competizioni previste al Torneo Nazionale di Calcio a 5: il torneo maschile, il torneo femminile e il “Trofeo Fanum Fortunae” maschile.
e BCC di Arborea hanno vinto il torneo! Ci stiamo quasi abituando a questa eccellenza, ma ci fa sempre piacere sapere che le nostre squadre non temono rivali. La squadra femminile della BCC di Roma vince per la seconda volta il torneo, ma andiamo brevemente a raccontare come sono andate le cose:
Come sempre è stato un gran successo e non solo dal punto di vista sportivo. In realtà questo evento è una grande festa, mille persone tra dipendenti, amministratori e familiari in un clima allegro di pura aggregazione. La bella notizia è che BCC di Roma maschile e femminile,
Prima giornata: ore 10:00 Bcc Roma vs Romagna est 5 – 0 ore 15.00 Bcc Roma vs Bcc Vignole 7 - 0 ore 17:45 Bcc Roma vs Centromarche 7 - 1
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LA SQUADRA FEMMINILE DI BCC ROMA Portieri: Paola Barbati e Irene Previti (Agecooper) Calciatrici: Chiara Piva (Federcasse), Roberta Felici (BCC gestione crediti), Luna Pace, Laura Leli, Cristina Spagnoli, Chiara Schibba (Agecooper), Layla Giannini, Silvia Bartoletti e Noemi Trigona. Allenatore: Marco Giagnoni
Queste le parole di Laura Leli, il capitano: “La partita contro Centromarche Banca è stata forse la più bella che io abbia mai visto. Ad un certo punto ci saranno state 100 persone a guardarci... Era una festa e tutti ridevano. Finalmente Centromarche fa un gol e... invasione di campo! Loro vengono ad abbracciarci e saltiamo tutte insieme. L’arbitro fischia la fine della partita e ci facciamo moltissime foto!”.
La prima giornata si chiude a punteggio pieno per BCC Roma, prime nella classifica finale di tutto il torneo e quindi comincia la fase eliminatoria con un po’ più di serenità. Seconda giornata ore 15:00 Bcc Roma vs Bcc Spello e Bettona 6 - 1 ore 17:30 Bcc Roma vs Bcc di Sesto San Giovanni 4 - 0 Alle tre del pomeriggio arriva anche il Direttore Generale Mauro Pastore per incoraggiare le squadre. Terza giornata Semifinale: ore 8:30 Bcc Roma vs Emilbanca 6 - 0 Finale: ore 10:30 Bcc Roma vs Sinergia 6 - 0 La squadra maschile della BCC di Roma ha trionfato, aggiudicandosi per la sesta volta, la seconda consecutiva anche per loro, il Torneo Nazionale di Calcio a 5 del Credito Cooperativo. Il Torneo maschile ha visto la partecipazione di 92 squadre e si è svolto, tra match combattuti e divertenti, con il consueto entusiasmo e spirito cooperativo che da sempre lo contraddistingue. Infine anche la BCC di Arborea per il secondo anno consecutivo si è aggiudicato il trofeo Fanum Fortunae” maschile battendo in finale Emilbanca per 4 a 2! Bravi ragazzi! Ci vediamo l’anno prossimo a Cuneo!
La squadra BCC di Arborea
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DALLA FEDERAZIONE
Formazione
Il supporto nella gestione delle risorse umane delle BCC
Daniela Scanzani
Per le Banche di Credito Cooperativo, in questo momento caratterizzato da grande complessità nella gestione delle organizzazioni e in un’ottica generale di riorganizzazione e di conoscenza e valorizzazione delle professionalità, il fattore umano è divenuto una risorsa critica la cui gestione può aumentare la competitività e la qualità del sistema azienda. Le Risorse Umane sono il valore fondante di un’azienda in termini di patrimonio intellettuale, potenzialità di crescita e di sviluppo del business. A tal proposito, la Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di Lazio, Umbria, Sardegna si impegna ad essere di supporto alle BCC associate nello svolgimento di tutte le
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necessarie attività di sviluppo, supporto e gestione delle risorse umane, dando a questa visione di “centralità” una realizzazione concreta. Tale supporto nella gestione delle risorse umane passa attraverso la creazione di un sistema di gestione delle competenze. Ma perché un sistema di gestione delle competenze? Partendo dal concetto che le competenze sono intese come un
“ponte” tra l’organizzazione e l’individuo, cioè tra le caratteristiche e i contenuti di un ruolo organizzativo, e le caratteristiche delle persone che lo svolgono, il sistema di gestione delle competenze aziendale diviene quindi l’infrastruttura su cui si basa l’intero sistema di gestione delle Risorse Umane, e in particolare le leve del sistema che si propongono di accompagnare l’individuo attraverso le diverse fasi del suo ciclo di vita professionale (Selezione/Inseri-
mento, Formazione/Sviluppo, Valutazione/Ricompensa). Dotarsi quindi di un sistema di gestione delle competenze consente di: • identificare, esplicitare e diffondere i sistemi di comportamento efficaci lungo la struttura aziendale, soprattutto eliminando i livelli di performance insoddisfacenti; • ridurre gli errori di inserimento dall’esterno di personale e management con esperienze diverse; • fornire una base più oggettiva (almeno come linguaggio) e comunque condivisa per formulare piani di sviluppo individuali ed effettuare l’analisi dei bisogni formativi; • consentire una valutazione meno arbitraria degli aspetti qualitativi della performance; • generare informazioni omogenee e affidabili per procedere a pianificare gli organici nel medio periodo a seconda delle famiglie professionali; • diminuire i problemi derivanti da errori di allocazione e di mobilità del personale; • incrementare i livelli di coerenza tra le politiche di gestione del personale; • favorire un allineamento tra le core competencies aziendali e i sistemi di comportamento richiesti. Attraverso quali strumenti? 1. Sviluppo delle competenze delle risorse e monitoraggio successivo: Progetto di Supporto alle BCC per la definizione di Piani di Sviluppo delle competenze in conformità alle modifiche del Contratto Integrativo Interregionale e implementazione del Progetto di Monitoraggio delle Competenze. 2. Supporto nel processo di Selezione e Inserimento: a. Progetto di Supporto alle BCC per l’implementazione di interventi di Selezione. b. Progetto di Formazione Giovani,
per inserimento in azienda dei neoassunti. 3. Implementazione di un sistema di valutazione delle prestazioni: un Sistema di Valutazione delle Prestazioni consente di analizzare e valutare la performance individuale in relazione a quanto richiesto dalla sua posizione. Le finalità sono: a. Organizzative - consente di definire gli obiettivi quantitativi e qualitativi di ogni posizione, individuando allo stesso tempo la rete di connessione tra gli obiettivi di più posizioni. b. Gestionali - consente di costruire uno strumento di rilevazione dell’azione del singolo per valutarne l’efficienza e l’efficacia rispetto alle aspettative dell’organizzazione. c. Di sviluppo - per individuare gli attuali punti di forza del singolo (competenze e capacità) e per orientare la sua collocazione ottimale nel futuro; d. Formative - per individuare le necessità formative individuali al fine di migliorare la performance. 4. Bilancio delle competenze e valutazione del potenziale: il bilancio delle competenze rappresenta un percorso di valutazione della situazione attuale e potenziale del lavoratore, che si conclude con l’elaborazione di un progetto che consenta lo sviluppo professionale della persona attraverso la realizzazione di un’indagine su motivazioni, aspettative, potenzialità. Cantieri aperti 1. In merito la Progetto Sviluppo delle Competenze individuali (PSCI) delle risorse e monitoraggio successivo, la Federazione sta avviando le seguenti attività: a. Avvio del progetto PSCI per le BCC che hanno aderito nel corso del 2013, con l’obiettivo di consentire ad altre associate di passare dai Piani formativi ai Piani di sviluppo delle
competenze dei singoli dipendenti; b. Avvio del progetto di Monitoraggio per le 13 BCC che negli anni passati hanno aderito al PSCI. Con il Progetto di Monitoraggio la Federazione vuole perseguire l’obiettivo di creare un processo strutturato di gestione della formazione che consenta un monitoraggio costante del naturale evolversi delle competenze e dell’organizzazione. 2. Per quel che riguarda l’attività di Supporto alle BCC per l’implementazione di interventi di Selezione, la Federazione sta fornendo, e può fornire, assistenza alle BCC attraverso le seguenti attività: a. Definire criteri e metodi del processo di selezione e delle politiche di Inserimento; b. Definire criteri di scelta dei candidati da convocare (es.: limite di età, titoli di studio, votazioni, etc.) eventualmente diversificati secondo il ruolo di futura allocazione (es.: Diploma Ragioneria, Laurea in facoltà economiche e/o giuridiche); c. Eseguire valutazioni psico-attitudinali, redazione profili e presentazione candidati idonei; d. Somministrazione e elaborazione di Questionari di personalità e somministrazione di Colloqui motivazionali. 3. Per quanto concerne l’implementazione di processi di Valutazione delle Prestazioni, la Federazione si sta attivando per assistere le BCC nello studio e progettazione di un processo di valutazione delle prestazioni che consenta di verticalizzare gli ambiti/caratteristiche di valutazione, di ideare e descrivere indicatori precisi di performance della qualità, dell’efficacia e dell’efficienza organizzativa e di definire metodi di valutazione opportuni per misurare gli indicatori di performance scelti in fase di progettazione. 4. In riferimento ai Progetti di Va-
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DALLA FEDERAZIONE
lutazione del Potenziale la Federazione nel corso dell’anno ha attivato un percorso di valutazione in due Banche interessando circa 90 dipendenti a copertura di tutti i ruoli aziendali e dei più diversi livelli di maturità lavorativa ed età, permettendo in questo modo di realizzare una esperienza pienamente rappresentativa dell’universo dei dipendenti delle BCC Federlus. L’intervento di Valutazione del Potenziale, sia nell’approccio che nei contenuti e nelle modalità di esecuzione, vuole rispondere all’esigenza specifica della BCC di censire, valutare ed indirizzare il personale in azienda e, in funzione delle caratteristiche rilevate in fase di valutazione, di progettare interventi mirati di miglioramento e sviluppo delle risorse, in quanto il Potenziale rappresenta energie non impiegate, capacità latenti che potrebbero essere utilizzate nell’organizzazione in un futuro più o meno prossimo. Attraverso il supporto nelle diverse attività di gestione delle Risorse Umane la Federazione vuole perseguire l’obiettivo di mettere in condizione i vertici delle Banche associate di effettuare una pianificazione efficace dei possibili cambiamenti organizzativi, di avere una migliore visibilità delle risorse disponibili e del loro grado di flessibilità, nonché di offrire l’indispensabile supporto conoscitivo a tutte le attività di sviluppo delle persone. Sindaci e ministratori, gilanza Vi Formazione Am di o sm ni Orga Membri dell’ dito Cooperativo Lazio Umbria Sardegna che Federazione Ban
Cre
Formazione Amministratori
Gli eventi formativi per Amministratori, Sindaci e membri dell’O.d.V.
Brunella Venier
Le professionalità e le capacità del Consiglio d’Amministrazione e degli organi aziendali in genere sono diventate nel tempo sempre più fondamentali nella gestione delle crescenti difficoltà operative, in un contesto turbolento e in continua evoluzione nonché per l’esigenza di governare relazioni semduemila pre più complesse con i diversi sta-
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federlus.it
keholders (clienti, azionisti e quindi soci, investitori, risparmiatori, ecc.). Come dichiarato anche dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco al convegno “Il governo societario e la sana e prudente gestione delle banche” del settembre scorso, la crisi e il clima di precarietà di tutto il sistema economico, richiedono agli amministratori sempre più la capacità di prevenire o almeno gestire nella maniera migliore l’andamento negativo dei mercati finanziari, cercando di mantenere il controllo dei rischi, di avere una visione strategica e dimostrando autorevolezza e trasparenza nei rapporti con il mercato. Da ciò discende una sempre maggiore necessità per le aziende, e quindi anche per le banche, di una buona governance. Essere dei buoni amministratori dipende anche dal sistema di istruzione e quindi dal continuo e costante aggiornamento formativo, fattori indispensabili per saper rispondere a ciò che chiedono il mercato, gli azionisti, i soci e l’Autorità di Vigilanza. Tutto ciò va sommato al fatto che la partecipazione del Consiglio di Amministrazione ad attività formative, rientra nell’impegno assunto dagli Amministratori di svolgere pienamente con senso di responsabilità, volontà e consapevolezza, la propria attività. La stessa Carta dei Valori (Art. 10) definisce la cura della propria formazione e qualificazione professionale, un dovere a cui gli Amministratori non possono sottrarsi per ottemperare al mandato fiduciario ricevuto dai soci. Alla luce di tutto ciò e considerando la risposta avuta alla proposta formativa dello scorso anno, la Federazione per il 2013 ha predisposto, un catalogo di eventi formativi dedicati ad Amministratori, Sindaci e
membri dell’Organismo di Vigilanza, con un’offerta formativa maggiorata e sempre più coerente con le esigenze di mercato e normative. Società eroganti degli eventi formativi sono state e saranno nella seconda parte dell’anno, la Deloitte, Accademia BCC/Federcasse, la Luiss Business School e il Prof. Cusa; nello specifico i corsi sono stati così ripartiti: Membri del Consiglio di Amministrazione - il percorso formativo (che prevede anche corsi dedicati ai Neo Amministratori) è volto ad esaminare ed approfondire, alla luce delle recenti evoluzioni della normativa di riferimento, e dello scenario di riferimento, alcuni degli aspetti più nuovi e rilevanti relativi al ruolo degli Amministratori nell’ambito delle attività di supervisione ed indirizzo strategico della BCC. Membri del Collegio Sindacale il percorso formativo offre un sostegno all’attività dei sindaci alla luce delle evoluzioni della normativa di riferimento, della revisione legale loro affidata e considerando le funzioni di controllo delle BCC a supporto delle loro verifiche. Membri dell’Organo di Vigilanza - il percorso formativo loro dedicato è focalizzato sulla spiegazione del modello di organizzazione, gestione e controllo adottato dalle BCC ai sensi del D.Lgs. 231/01 e sugli adempimenti previsti dalla normativa specifica. Per quanto riguarda le modalità di erogazione delle attività, è stata data la possibilità di partecipare a tutti gli eventi formativi, con un abbonamento annuale, oppure la partecipazione al singolo evento formativo di interesse da parte del Consigliere, Sindaco o membro dell’O.d.V. Con l’inizio delle assemblee delle BCC si è conclusa la formazione
prevista per la prima parte dell’anno e i primi risultati sono stati più che soddisfacenti. 21 le banche che hanno aderito all’abbonamento annuale; 21 gli eventi formativi erogati e 889 le presenze (759 Amministratori, 73 Sindaci e 57 Membri dell’O.d.V.) per un totale di 24 banche. L’intera offerta formativa è presente all’interno dell’area riservata del nostro sito www.federlus.it dove, come noto, oltre alla possibilità di consultare il catalogo delle attività formative che riprenderanno nel mese di settembre, è possibile visualizzare in qualsiasi momento il proprio libretto formativo che riporta tutte le pregresse informazioni presenti in quello cartaceo, più i crediti formativi man mano conseguiti. Come per gli Amministratori e i Sindaci è stata creata una sezione apposita anche per i Membri dell’O.d.V. i quali con le proprie credenziali potranno verificare, anche loro, lo stato dei propri crediti formativi. Inoltre nell’area riservata del sito è stata inserita la sezione “Alert” che mette in evidenza i mandati cosiddetti “critici”, ovvero che sono in scadenza e che non hanno la situazione dei crediti formativi conforme a quanto stabilito dal regolamento emanato dalla BCC. In verde sono indicati i mandati i cui requisiti sono soddisfatti, in giallo quelli per i quali i requisiti non sono soddisfatti e il mandato è in scadenza tra 150 e 90 giorni e in rosso quelli critici per cui i requisiti non sono soddisfatti e il mandato è in scadenza entro i prossimi 90 giorni. A completezza del processo infine, la Federazione da quest’anno, invia periodicamente un report ad ogni BCC con la situazione aggiornata dei crediti formativi per singolo Amministratore e la formazione effettuata dai Sindaci e dai membri dell’OdV.
Direzione controlli
Federlus rafforza i presidi di controllo sulle associate
Francesco Manganaro
Dalla lettura delle Considerazioni finali espresse dal Governatore in occasione dell’Assemblea Ordinaria 2013 dei Partecipanti della Banca d’Italia è emerso chiaramente come l’Autorità di Vigilanza abbia ancora “rafforzato i controlli di vigilanza sulle banche e sugli altri intermediari, intensificato i controlli ispettivi, esteso l’attività di verifica di conformità alle norme antiriciclaggio e a quelle sulla tutela della clientela”. La Federazione ha agito in questi ultimi anni in coerenza con tale linea di pensiero, essendo profondamente convinta che la sana e prudente gestione delle Banche dipenda principalmente da una governance ade-
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DALLA FEDERAZIONE
guata e da un efficace sistema dei controlli interni. Con riferimento a tale ultimo aspetto, determinante è stato lo sforzo profuso dalla funzioni di controllo della Federazione (internal audit, compliance, antiriciclaggio) finalizzato a rendere ancora più pervasiva ed incisiva la presenza presso le Banche. Al riguardo, il Servizio Internal Audit della Federazione ha erogato nel corso del 2012 oltre 1.200 giornate come attività di verifica ordinaria. Le attività condotte hanno avuto l’obiettivo di valutare l’adeguatezza del complessivo sistema dei controlli interni su diversi processi: Governo, Credito, ICAAP, Finanza, Sistemi Informativi (EDP), Filiali, Sistemi di Remunerazione e Incentivazione, Incassi e Pagamenti, Governo e Gestione del Rischio di Liquidità oltre a effettuare il consueto follow-up sulle attività di verifica effettuate in precedenza. Il servizio nel corso dell’anno ha registrato consensi da parte delle Associate, le quali, confermando l’apprezzamento della professionalità espressa e riscontrando il valore aggiunto generato per l’organizzazione, hanno richiesto nuovamente specifici “audit straordinari”, anche su particolari ambiti di operatività. L’internal audit, inoltre, lo scorso mese di dicembre 2012 ha conseguito la Quality Assurance Review da parte di un valutatore esterno indipendente che ha certificato come le attività siano svolte in conformità agli standard internazionali per la pratica professionale dell’Internal Auditing e al Codice Etico della Professione così come emessi dall’Institute of Internal Auditors (“IIA”) e recepiti dall’Associazione Italiana Internal Auditors (AIIA) in vigore al momento dello svolgimento delle attività. Rilevante, inoltre, è stata l’attività svolta dal Servizio Conformità della
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Federazione, che ha effettuato consulenza e controlli con riferimento alla normativa Privacy, Usura, Antiriciclaggio, Trasparenza e Tutela del consumatore, Servizi di investimento e Market abuse. L’attività di consulenza in materia di conformità alle strutture operative si è sviluppata fondamentalmente mediante l’individuazione e l’analisi del quadro normativo di riferimento e la conseguente valutazione del loro impatto su processi e procedure aziendali. In particolare, nel corso del 2012, le Funzioni hanno provveduto a monitorare nel continuo le variazioni del quadro normativo di riferimento, predisponendo e inviando alle banche 67 “Comunicazioni di variazioni normative”, con le quali sono peraltro state proposte modifiche organizzative e procedurali finalizzate ad assicurare un adeguato presidio dei rischi di non conformità. L’attività di consulenza è stata, inoltre, erogata rispondendo nel corso dell’anno a circa 160 richieste di assistenza di natura normativa connessi all’operatività (pareri e attività di supporto presso le Banche). Con riferimento alle attività di controllo finalizzate alla valutazione sull’adeguato presidio e sulla corretta gestione dei rischi di non conformità alle norme, sono state erogate circa 1.500 giornate uomo, di cui circa 400 dedicate all’antiriciclaggio. Con riferimento a tale ultima normativa, rilevante è stata l’attività svolta dalla funzione Antiriciclaggio che effettua controlli a distanza periodici finalizzati al monitoraggio dell’adeguatezza del processo di gestione degli adempimenti in materia antiriciclaggio. A tal fine, la funzione ha sviluppato e utilizzato uno specifico set di indicatori volto a monitorare nel continuo: • la gestione degli obblighi di ade-
guata verifica della clientela; • l’affidabilità del sistema informativo di alimentazione dell’Archivio Unico Informatico aziendale; • la trasmissione mensile all’UIF dei dati aggregati; • l’efficace rilevazione da parte della Banca delle operazioni potenzialmente sospette. Recentemente, infine, la Federazione ha altresì istituito un Osservatorio sulle principali criticità riscontrate nell’ambito dell’attività di verifica, mettendo a fattor comune le esperienze maturate delle funzioni di controllo nel corso delle attività; ciò al fine di consentire il tempestivo avvio da parte delle banche delle azioni di mitigazione dei rischi derivanti. In conclusione, la Federazione intende proseguire anche nei prossimi anni con le attività di presidio del Sistema dei Controlli Interni delle proprie Associate, estendendo i propri servizi a beneficio delle funzioni di Risk Management e dei Collegi Sindacali.
I NUMERI DELLA DIREZIONE CONTROLLI DELL’ESERCIZIO 2012 • 27 BCC • 10 clienti esterni • 18 risorse • 2.700 giornate uomo di controllo erogate in loco • 67 comunicazioni di variazione normativa • 160 pareri • 390 report di controllo in loco • 585 report di controlli a distanza
Area consulenza di business e sviluppo organizzativo
L’osservatorio Federlus sui finanziamenti (febbraio 2013)
Giorgio Caporale
L’attuale quadro economico incerto, caratterizzato dal calo del reddito disponibile delle famiglie, dal peggioramento delle condizioni delle imprese e comunque dal generale deterioramento della qualità del credito, ha portato ad un aumento della rischiosità che si è riflessa anche sulla dinamicità dell’erogato con una sostanziale riduzione sia delle pratiche sia degli importi dei finanziamenti da parte del sistema bancario. La Federazione, per consentire agli Istituti un approccio strutturato alla pianificazione strategica, attraverso la valutazione sia della qualità del mercato del credito e del proprio posizionamento sia delle potenzialità di sviluppo presenti sul territorio, ha av-
viato a partire dallo scorso anno un Osservatorio sulle forme di finanziamento rateali (mutui e prestiti). Questo ha come scopo il supporto delle banche associate attraverso indirizzi utili che derivano da una visione completa del sistema finanziario. Lo strumento utilizzato per tale attività è MarketManager, il servizio di analisi territoriale fornito da CRIF che si basa sull’esaustività e profondità del patrimonio informativo di EURISC, il SIC di CRIF, che raccoglie informazioni sulla gran parte dei finanziamenti erogati nel mercato retail del nostro Paese. In tale occasione vengono presentate le dinamiche evolutive raccolte dall’Osservatorio fino al primo bimestre del 2013 raffrontandole con quanto rilevato nel corso del precedente monitoraggio periodico con focus sul mercato dei finanziamenti. Nello specifico l’analisi verte nel confronto sulla forma tecnica dei mutui delle BCC associate rispetto al loro mercato di interesse (Lazio, Umbria e Sardegna): • mutui erogati per fascia di durata; Mutui • andamento dell’erogato per numero pratiche e importo; • rischiosità dei mutui per anno di erogazione. L’analisi per fascia di durata
viene suddivisa per tipologia di mutuo e confronta le esposizioni degli Istituti e quelle che insistono sul loro territorio di competenza. L’indagine mostra per i mutui chirografari durate degli erogati simili tra le BCC e il mercato con una incidenza di più del 50% dei finanziamenti con durate superiori ai 3 anni (fig. 1). Tale andamento non si discosta da quanto presentato precedentemente sulla base dei dati aggiornati al primo semestre del 2012 con ripartizioni similari sia per le BCC che per il mercato. Considerazioni del tutto diverse derivano dalla lettura dei dati relativi ai mutui ipotecari (fig.2) dove emerge che le nostre banche non presentano significative esposizioni per durate superiori ai 25 anni (appena il 6,98% rispetto al 31,08% del mercato). Di contro, si osserva una maggiore incidenza rispetto al mercato per durate inferiori ai 20 anni. Tale analisi conferma una immobilità, rispetto al dato rilevato fino a giugno 2012, nelle tendenze di composizione del portafoglio delle nostre banche che continua a caratterizzarsi, al contrario del resto del sistema bancario, per durate significative inferiori ai 20 anni. Tale ripartizione per fasce temporali è da
FIGURA 1Mutui – MUTUI CHIROGRAFARI
Fino a 1 anno
BCC associate
Mercato
10,29%
12,41%
Da 2 a 3
BCC associate
Mercato
13,34%
11,50%
Da 1 a 1,5
3,42%
4,31%
Da 3 a 5
37,54%
36,46%
Da 1,5 a 2
7,88%
5,68%
Oltre i 5 anni
27,54%
29,63%
BCC associate
Mercato
FIGURA 2Mutui – MUTUI IPOTECARI BCC associate
Mercato
fino a 10 anni
21,45%
12,12%
da 20 a 25
14,56%
17,69 %
da 10 a 15
29,22 %
16,66 %
da 25 a 30
6, 61%
23,29%
da 15 a 20
27,79 %
22,45 %
oltre i 30 anni
0, 37%
7,8 0 %
Mutui
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DALLA FEDERAZIONE
FIGURA 3 – ANDAMENTO PRATICHE
FIGURA 4 – ANDAMENTO IMPORTO
FIGURA 5 – BADRATE3+OSSERVATO A GIUGNO 2012, TOTALE BCC E PER ANNO DI EROGAZIONE
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intendersi come scelta strategica in ragione di una politica creditizia attenta a quelle che sono le condizioni economiche congiunturali privilegiando, quindi, erogazioni con durate medie di 15 anni che inglobano un coefficiente di rischio minore rispetto a quelle con duration superiore. L’analisi della dinamicità dell’erogato prende come punto di partenza della dinamica il valore registrato al primo semestre del 2011 e segue l’andamento dell’erogato delle banche nel periodo di osservazione considerato, del mercato nel suo complesso e della quota di mercato delle BCC (QdM). Lo studio della dinamicità scompone il fenomeno tra andamento delle pratiche erogate in termini di numerosità e andamento dell’erogato per importi. L’andamento della numerosità delle pratiche mostra una performance delle banche associate lievemente superiore a quanto proposto dal mercato nonostante entrambe le dinamiche siano in evidente contrazione nel corso dell’arco temporale analizzato. In considerazione di ciò, la quota di mercato delle BCC risulta in crescita passando dal 6,1% di inizio osservazione all’8,1% di febbraio 2013 (fig.3). In questo caso, è possibile notare come le dinamiche si siano contratte fortemente dal II semestre del 2012 a febbraio 2013, sia per le BCC (-71%) sia per il mercato ( -70%). Passando alla valutazione dell’andamento dell’erogato per importi (fig.4) si rileva come nel corso del periodo considerato gli importi dei mutui sia delle BCC che del mercato nel complesso siano ampiamente diminuiti ma anche in questa fattispecie la performance delle banche associate si presenta al di sopra del mercato e di conseguenza la quota di mercato relativa cresce passando
dal 3,2% del I semestre del 2011 al 4,6% di febbraio 2013. Anche in questo caso, si rileva l’acutizzarsi della dinamica contrattiva rilevata nel precedente monitoraggio dello scorso giugno con una riduzione importante sia per le BCC che per il mercato (rispettivamente -74% e -73%). Analizzando nel dettaglio le performance delle BCC e del mercato, sia per pratiche che per importo, si evidenzia come l’incremento delle quote di mercato delle BCC sia riconducibile ai mutui ipotecari dove si registra una contrazione più contenuta rispetto alla drastica frenata rilevata per il resto del mercato. L’analisi della rischiosità consiste nel valutare le pratiche utilizzando come indicatore il BadRate3+ che rappresenta il rapporto tra il numero di pratiche con almeno 3 insoluti alla data di osservazione (incluse quindi le sofferenze) e il totale erogato. In questo caso l’arco temporale considerato è maggiore (dal 2008 al 2012) rispetto alle precedenti analisi in cui l’orizzonte temporale prendeva a riferimento l’erogato a partire dal 2011. Il valore dell’indicatore per ciascun anno fa quindi riferimento alle pratiche erogate in quell’anno che attualmente presentano almeno 3 insoluti (insolvenze serie + sofferenze) mentre il valore totale indica il cumulato dell’intero periodo di analisi considerato.
2,7% rilevato a giugno 2012 al 5,2% rilevato a febbraio 2013, rispetto a un valore di mercato che si incrementa dall’1,5% al 2,6%; mentre il BadRate3+ dei prestiti erogati al 2012 passa dallo 0,6% rilevato sempre a giugno 2012 al 2,7% rilevato a febbraio 2013 rispetto a un valore di mercato che si incrementa dallo 0,4% all’1,5%. La crescita del numero In questa analisi sono i delle pratiche mostra Dall’analisi effetmutui ipotecari a incidere una performance tuata si evidenzia sulla rischiosità totale delle banche associate un tasso di default delle nostre banche. La lievemente superiore complessivo calrischiosità delle BCC a quanto proposto colato a 90 giorni sulle forme chirografarie dal mercato, (BadRate3+) sui risulta difatti inferiore rinonostante entrambe mutui in essere spetto al mercato riporle dinamiche siano delle BCC magtando un valore del Bain evidente contrazione giore di quello ridRate3+ del 5,4% a nel corso dell’arco levato nel merfronte del 6,7% del territemporale analizzato. cato di riferitorio. Al contrario, sul In considerazione mento (rispettivafronte degli ipotecari il di ciò, la quota mente del 5,7% e mercato è decisamente di mercato delle BCC del 4,4%). La vameno rischioso rispetto risulta in crescita lutazione viene alle BCC riportando un passando dal 6,1% confermata anche valore del 3,6% a fronte di inizio osservazione dal dettaglio per del 6,2% delle nostre all’8,1% di febbraio singolo anno di banche associate. 2013 erogazione dove, Tirando quindi le somme fatta eccezione di quanto rilevato in queper il 2008, le BCC presentano tassi st’ultima analisi emerge come le di rischiosità maggiori rispetto ai BCC associate, se da un lato hanno valori registrati dal mercato. Tra tutti incrementato le proprie quote di spiccano le negative performance mercato nella concessione di mutui, del 2010 e del 2011 dove le BCC dall’altro hanno evidenziato un inmostrano un BadRate3+ rispettivacremento maggiore rispetto al mermente del 6,3% e del 5,2% a fronte cato dell’incidenza delle posizioni di una minore rischiosità da parte caratterizzate da uno stato di anodel territorio con un BadRate3+ del malia. Tale fenomeno evidenzia 3,8% e del 2,6% (fig. 5). l’esigenza generalizzata, ma da vaEffettuando un confronto con lutare all’interno dei diversi contesti quanto emerso a giugno scorso si aziendali e territoriali, di adeguare evidenzia una crescita decisamente le politiche allocative ed i presidi superiore dell’indicatore relativo organizzativi, con particolare riferialle BCC rispetto al mercato sopratmento alla fase di istruttoria e di tutto con riferimento alle pratiche monitoraggio del credito al fine di concesse negli ultimi anni (2011 e minimizzare il peggioramento degli 2012). Nel dettaglio il BadRate3+ asset aziendali. dei prestiti erogati al 2011 passa dal
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DALLA FEDERAZIONE
Direzione attività e servizi istituzionali
Le costituende BCC e le nuove norme per ottenere l’autorizzazione all’attività bancaria
Sergio Troiani
La (oramai) precedente normativa emanata dalla Banca d’Italia prevedeva, in relazione ai requisiti minimali necessari per costituire una Banca di Credito Cooperativo, un capitale di almeno 2 milioni di euro e un numero di soci non inferiore a 200. In concreto, però, i comitati promotori, che davano vita alla costituzione di BCC con l’obiettivo di richiedere, all’Organo di Vigilanza, l’autorizzazione per esercitare l’attività bancaria, optavano per far sot40
toscrivere un capitale sociale di circa 4 milioni di euro (in luogo dei 2 milioni minimali) e ciò per due motivi sostanziali: dare credibilità al piano industriale e, nel contempo, avere un “cuscinetto” che consentisse di “ammortizzare” le perdite preventivate nei primi tre esercizi, in modo da non far scendere, nella prima delicata fase di avvio, il capitale minimo al di sotto della soglia di, appunto, 2 milioni di euro. Inoltre, dal coordinamento tra le norme stabilite dal Testo Unico Bancario (TUB) e dal Testo Unico della Finanza (TUF) e dai conseguenti regolamenti attuativi, scaturiva la necessità di redigere un prospetto informativo che, una volta approvato dalla Consob, andava pubblicato nel sito della medesima autorità di vigilanza. Il prospetto svolgeva (e svolge tutt’ora) il compito di informare i terzi in merito alle caratteristiche dell’offerta pubblica di sottoscrizione delle azioni della costituenda banca. L’obbligatorietà del prospetto “scattava” al raggiungimento del limite di 2,5 milioni di euro e quindi, per le costituende, di fatto, diveniva un passaggio inevitabile. Dal 20 gennaio 2012 una modifica normativa, riguardante l’offerta pubblica, ha innalzato il limite a 5 milioni di euro (dai 2,5 mln precedenti), al raggiungimento del quale vige l’obbligo di redazione e pubblicazione del prospetto informativo, rendendo di fatto più agevole la procedura ai comitati promotori di costituende BCC. Nello stesso mese di gennaio dello scorso anno, Federcasse, ritenendo che taluni parametri non fossero più in linea con i tempi e soprattutto non consentissero alle nuove iniziative che sorgevano di poter aspirare
a una duratura permanenza sul mercato, disponeva una propria “regola” interna indirizzata a inoltrare alla Banca d’Italia, per il proprio tramite, le sole iniziative che presentassero un capitale sociale non inferiore a 4,9 milioni di euro e con un numero minimo di mille soci. Evidentemente, l’esigenza di dover innalzare i parametri patrimoniali non era “sentita” solo all’interno al Movimento del Credito Cooperativo, in quanto, verso la fine del medesimo anno, la Banca d’Italia pubblicava un documento in consultazione sull’autorizzazione all’attività bancaria, dando 60 giorni di tempo per far pervenire osservazioni, commenti e proposte. Alla fine del mese di aprile 2013, l’Organo di Vigilanza emanava le nuove disposizioni stabilendo i requisiti, i criteri di valutazione e il procedimento amministrativo per ottenere l’autorizzazione a esercitare l’attività bancaria. In particolare, il limite minimo di capitale sociale per le BCC è ora innalzato dai precedenti 2 milioni di euro a 5 milioni di euro, mentre nulla è stato stabilito sul numero minimo dei soci che, comunque, rimane 200 in virtù della previsione dell’art. 34 del TUB. Permane, anche nell’attuale normativa, la differenziazione del capitale minimo tra le BCC e le altre tipologie di banche il cui ammontare sale dai 6,3 milioni di euro precedenti ai 10 milioni di euro attuali (contro, come detto, i 5 milioni di euro per le BCC). L’introduzione della nuova normativa è stata anticipata da una relazione sull’analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR), come previsto dal Regolamento della Banca d’Italia per l’adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale. Il documento si è incentrato sul-
l’analisi dell’impatto sulle banche, in relazione sia ai livelli minimi di capitale iniziale, che ai costi/benefici e, in quest’ultimo caso, in particolare, sulla relazione tra la patrimonializzazione delle banche e il tasso di default delle nuove iniziative bancarie. L’analisi si conclude asserendo che un incremento del capitale minimo iniziale comporta un beneficio netto per il sistema economico, in termini di maggiore solidità delle banche neo costituite, senza minare la dinamica concorrenziale (il timore di veder diminuire la concorrenza derivava dalla possibilità che un capitale iniziale maggiore potesse determinare una minore insorgenza di nuove iniziative). In verità, la considerazione che non verrà minata la dinamica concorrenziale si basa esclusivamente (e, viene precisato
Sarà necessario programmare la costituzione della BCC con un capitale minimale superiore ai 5 milioni (possiamo supporre 6 - 6,5 milioni di euro), tale da consentire il mantenimento del patrimonio di vigilanza complessivo al di sopra del limite previsto, anche in presenza di perdite d’esercizio
nel documento, “laddove disponibili”) su lavori già presenti in letteratura. C’è altresì da aggiungere che lo studio, in termini di capitale minimo iniziale, ha vagliato anche l’opzione di eliminare la distinzione tra le forme giuridiche differenti, concludendo che “l’eliminazione di un trattamento più favorevole riconosciuto alle BCC potrebbe comportare l’insorgere di barriere troppo elevate all’ingresso per questo tipo di operatori”. Ritengo, a tal proposito, che i differenti (e minori) limiti previsti dalla
pregressa normativa e (giustamente) ribaditi in quella attuale non siano da leggere come “trattamenti di favore”, bensì di prescrizione ripristinatoria di un evidente squilibrio esistente tra una Banca di Credito Cooperativo – sottoposta per legge a restrizioni circa i requisiti che debbono possedere i soci (essere residenti o avere la sede legale nel territorio di competenza) e i limiti loro imposti (non detenere, per singolo soggetto, più di 50 mila euro di azioni) – e tutte le altre banche che non hanno divieti di sorta e, quindi, possono rivolgersi a tutti gli investitori, ovunque essi risiedano e senza che ab-
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DALLA FEDERAZIONE
biano limiti individuali in termini di ammontari da sottoscrivere. L’attuale normativa è stata inserita nelle “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” (circ. 263/2006) e contempla, oltre all’incremento del limite di capitale, anche altre novità. Brevemente, si cita l’impossibilità di movimentare il “conto corrente indisponibile” (di cui all’art. 2342 del codice civile), prima non vietato (questo, in passato, consentiva di attuare operazioni più redditizie quali, ad esempio, l’acquisto di titolo di Stato o di effettuare operazioni di pronti contro termine). L’innovata disciplina dispone, altresì, che il programma di attività che le BCC (e anche le altre banche) devono presentare, insieme alla domanda di autorizzazione, deve contenere le linee di sviluppo dell’operatività, con l’indicazione degli obiettivi, delle attività programmate e delle strategie funzionali alla loro realizzazione; le previsioni sui profili tecnici e di adeguatezza patrimoniale, quali l’andamento dei volumi di attività, l’evoluzione qualiquantitativa del portafoglio crediti (comprese le previsioni di svalutazione), la struttura e lo sviluppo dei costi e dei ricavi, la politica di determinazione dei prezzi, gli investimenti programmati con le relative coperture finanziarie, le previsioni di conto economico; una relazione sul governo societario e sulla struttura organizzativa accompagnata dai regolamenti relativi ai principali processi aziendali e redatta secondo specifiche indicazioni fornite dalla medesima Banca d’Italia. Descritte, in sintesi, le disposizioni ora in vigore, è bene porre in evidenza che nei primi anni di vita i risultati economici che si possono ottenere, verosimilmente, non saranno positivi (almeno ciò è stato osservato sulle BCC costituite negli ul-
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timi tempi) e, quindi, le perdite ipotizzate nei piani industriali eroderanno, di conseguenza, il capitale sociale. Ciò non è di poco conto in quanto la Banca d’Italia ha stabilito un capitale minimo di 5 milioni e, per analogia, anche un patrimonio minimale di (almeno) pari importo. Questo significa che la richiesta di autorizzazione all’attività bancaria dovrà essere accompagnata da un capitale iniziale superiore alla soglia minima e con un’eccedenza tale da poter assorbire le previste perdite d’esercizio che si subiranno nei primi anni di vita. È pur vero che il ripristino del capitale sociale (patrimonio) potrebbe avvenire con l’ingresso di nuovi (futuri) soci, ma basare solo su questo aspetto un piano industriale che sostenga la capacità di non scendere al di sotto della soglia minima di 5 milioni è poco credibile. Pertanto, sarà “gioco forza” programmare la costituzione della BCC con un capitale minimale superiore ai 5 milioni (possiamo supporre 6 - 6,5 milioni di euro) tale da consentire il mantenimento del patrimonio di vigilanza complessivo al di sopra del limite previsto, anche in presenza di perdite d’esercizio. In conclusione, ritengo sia possibile affermare che, nonostante le considerazioni espresse nel documento relativo all’analisi sugli impatti, appare ineluttabile che, in futuro, diminuiranno le iniziative per la costituzione di nuove BCC, in quanto non sarà agevole raccogliere, in un ristretto territorio (tranne il caso in cui l’iniziativa sorga in una grande città) un capitale sociale delle dimensioni sopra riportate; di contro, potremmo aspettarci che, laddove si raggiunga l’obiettivo, la banca avrà una maggiore stabilità e, quindi, una maggiore probabilità di permanenza sul mercato.
La Conferenza dei Direttori del 19 febbraio 2013
Lavori in corso
Alessandro Ceccarelli
La prima conferenza dei direttori del 2013 si è svolta il 19 febbraio scorso. In apertura, le comunicazioni della Federazione e del Gruppo Bancario Iccrea, sono state seguite dall’analisi congiunturale che, come di consueto, ha stimolato il confronto e la discussione tra i Direttori, soprattutto nell’analisi dell’evolversi del contesto di rischio a livello locale, anche in considerazione dei riscontri portati sul tavolo dai Direttori con riferimento all’esito delle visite ispettive dell’Organismo di Vigilanza, per taluni ancora in corso o appena concluse. Anche in questa seduta della Conferenza dei Direttori c’è stato un aggiornamento sulle norme ed ha riguardato, da un lato, l’evoluzione della normativa MiFID – che ha visto l’intervento di Giuseppe Zaghini, Responsabile dell’Ufficio Re-
golamentazione Finanziaria di Federcasse – e, dall’altro, un confronto sull’esito della contrattazione collettiva sul lavoro e, dunque, sul nuovo CCNL. A seguire, un momento importante di confronto ha riguardato le linee guida strategiche e gli obiettivi che i Vertici di Federazione hanno definito per il triennio 2013-2015. Il Direttore Grignaschi, ha illustrato ai Direttori la metodologia adottata dall’apposita Commissione Tecnica costituita in seno al Consiglio di
Amministrazione per la definizione degli obiettivi triennali. I due principi posti alla base della strategia aziendale sono quelli sintetizzati a fine 2011 nell’ambito del momento di approfondimento condotto a Parigi nella visita alle strutture tecniche del Crédit Mutuel: Sussidiarietà e Innovazione. In chiusura, ampio spazio è stato dato all’illustrazione delle nuove progettualità di Federazione a supporto delle Associate e agli aggiornamenti delle iniziative in corso. In
questa sede, in particolare, sono stati presentati, da un lato, le evoluzioni che riguarderanno il Progetto di Federazione sulle Risorse Umane, con il proseguimento dell’iniziativa sui Piani di Sviluppo delle Competenze; e, dall’altro, il nuovo Progetto sulla videoconferenza integrata e sugli sviluppi web. Quest’ultimo vedrà impegnata la Federazione nel collegare tutte le Sale Consiglio delle BCC, integrando con strumenti web ulteriori, di collaborazione evoluta, a distanza.
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DALLE BCC
Rinnovo cariche: un 2013 di conferme Si sono concluse le assemblee delle BCC della Federlus. Per tutte le banche approvati i bilanci 2012 e in quattro BCC c’è stato il rinnovo delle cariche sociali, in tutte confermati i presidenti uscenti. Di seguito il dettaglio delle nomine. BCC di Ronciglione Ginnasi Giuseppe Presidente, consiglieri Altissimi Sandro, Mattei Augusto, Musetti Vincenzo, Olivieri Gianfranco, Scaramella Massimo, Taborri Antonio, Tedeschi Luca e Trappolini Fabio. Nuova nomina per il Presidente del Collegio Sindacale Giovagnoli Siro, sindaci Bruzziches Pietro e Cianti Guido. BCC del Velino Mencattini Pietro Presidente, consiglieri Calabrese Sergio, Calabresi Cesare, Focaroli Angelo, Gregori Pasquale, Mannetti Paolo, Marconi Cesare Sulpizi Roberto, nuova nomina
BCC DI PALESTRINA
Due ecografi ad alta risoluzione per l’ospedale La consegna di due ecografi ad alta risoluzione all’ospedale di Palestrina lo scorso 9 febbraio è stata l’occasione per il Presidente della locale BCC, Natale Coccia, per rimarcare i tratti distintivi dell’operatività della banca, che trova nella mutualità uno dei valori che la caratterizzano. “Siamo una cooperativa di credito ha sottolineato Coccia - che risponde alle esigenze dei soci e delle clientela locale, utilizzando opportunamente gli strumenti dell’attività creditizia.
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per Turina Maurizio. Per il Collegio Sindacale confermati Di Mario Candida Presidente e sindaci Graziani Caterina e Moronti Alessandro. BCC G. Toniolo di Genzano Capogrossi Maurizio Presidente, consiglieri Ballanti Otello, Belardi Fabio, Castelli Piero, Di Gregorio Mauro, Ercolani Paolo, Lorenzetti Maria Cristina e Mecheri Andrea. Nuovo nomina per il Presidente del Collegio Sindacale Grange Alessandro, sindaci confermati Di Brino Tiziana e Sallustio Luisa. BCC di Frascati Ferri Claudio Presidente, consiglieri Bertoli Gian Rodolfo, Pagnozzi Flavio, Pizzi Paride, Pucci Stefano, Raggi Gianluca, nuova nomina per Fabrizi Enzo e Perotti Alessandro. Tutto nuovo il Collegio Sindacale con Rossetti Vincenzo Presidente e sindaci Pisano Giuseppe e Vecchietti Ivan.
Il nostro scopo, quindi, non è tanto quello di fare utili in sé, che non redistribuiamo ai nostri soci-azionisti, quanto di rendere sempre più solida la nostra azienda per poter poi, come conferma la nostra odierna inizia-
tiva, investire nel sociale a favore delle fasce più deboli”. Nel corso della cerimonia, alla quale erano presenti, con i medici ed il personale dell’ospedale, numerose autorità locali, tra le quali il sindaco
della Città di Palestrina, Rodolfo Lena, ed il Direttore generale della ASL Roma G, i diversi interventi hanno espresso grande apprezzamento e gratitudine per l’iniziativa della BCC di Palestrina. Lo ha ribadito, in particolare, il Direttore sanitario, Orlando Salvati. Gli ecografi, infatti, uno fisso e l’altro mobile di nuova tecnologia, consentiranno diagnosi veloci e precise per una migliore assistenza nella normale attività clinica, poiché attraverso un elevato numero di esami diagnostici dei pazienti, si ridurranno notevolmente i disagi e i tempi di attesa.
BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO
della Sera e BBC History. Di Roma conoscevamo imperatori e matrone, senatori e avvocati, generali e schiavi, ma non ancora la figura del banchiere, eppure così decisiva per le vicende economiche e politiche dell’Impero. L’argentarius non era quindi l’artigiano che cesellava l’argento, ma il cambiavalute e prestatore di denaro, e aveva le sue tabernae attorno al Foro, nei mercati, nei porti e ovunque arrivasse l’esercito romano. Deriva il suo nome dalle monete d’argento che egli poteva cambiare e custodire, nel momento in cui Roma iniziò a conquistare tutte le popolazioni del Mediterraneo, e quindi monete di tutti i tipi confluirono assieme ai bottini di guerra nelle casse dello Stato.
Ogni argentarius aveva il suo banco (mensa) ricoperto da un drappo colorato, il registro contabile (tabulae), una piccola bilancia e l’abaco per contare rapidamente. Su tavolette cerate, con lo stilo erano incisi i conti (rationes) dei clienti più importanti. Tra le ceneri di Pompei, ad esempio, è stato ritrovato parte dell’archivio di un argentario, e questo ci ha permesso di conoscere i suoi affari, dall’importazione del lino alla vendita di terreni. Seguendo le avventure di questi uomini coraggiosi, che seppero talvolta mettere da parte ingenti somme, talvolta subire impietosi rovesci della fortuna, Gino Polidori ripercorre le vie consolari che dovevano portare a Roma le ricchezze necessarie a
L’oro dell’Impero Banche e banchieri della Roma antica nel nuovo libro di Gino Polidori Potevano essere ricchi cavalieri con prestigiose aderenze tra i senatori, oppure semplici liberti affrancati dalla schiavitù, che proprio prestando denaro scalarono i gradini della vita sociale: erano gli “argentari”, i banchieri di Roma. Ne parla Gino Polidori nel suo nuovo libro, L’oro dell’Impero. Banche e banchieri nella Roma antica, commissionato all’Autore dalla ECRA, la Società editrice del Credito Cooperativo, e presentato il 25 maggio a Trevignano Romano e il 1° giugno a Formello, di fronte a un pubblico numeroso e interessato. É il terzo libro di Polidori dedicato alla civiltà romana, dopo Insieme a Svetonio negli archivi imperiali e Nerone. Un giusto processo, volumi che per l’attenta documentazione storica e lo stile avvincente hanno avuto anche recensioni importanti, sul Corriere
Gino Polidori
L’ORO DELL’IMPERO Banche e banchieri nella Roma antica
L’argentarius era cambiavalute e prestatore di denaro, e aveva le sue tabernae attorno al Foro, nei mercati, nei porti e ovunque arrivasse l’esercito romano. Deriva il suo nome dalle monete d’argento che egli poteva cambiare e custodire nel momento in cui Roma iniziò a conquistare tutte le popolazioni del Mediterraneo
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DALLE BCC
mantenere una enorme burocrazia militare, ma si spinge anche fino all’Estremo Oriente, da dove partivano le vie dell’incenso e le vie della seta, lunghissime carovane che sfidavano montagne e deserti e facevano tappe in città meravigliose come Petra e Samarcanda. E tutto per accontentare la nobiltà romana, che non badava a spese per vestirsi di morbida seta e per profumare d’incenso le dimore più lussuose. Un capitolo è dedicato alle monete di Roma, che raccontano le origini, le conquiste, gli ideali della Repubblica, gli dèi protettori, le figure degli imperatori che segnarono i destini di migliaia di uomini e di donne, mentre in molte pagine della storia di Roma compaiono, protagonisti o influenti comprimari, proprio i banchieri, come ad esempio nel processo Verre, che governò la Sicilia in combutta con esattori e prestatori di denaro. Furono anche coinvolti in un memorabile intrigo internazionale che per anni legò gli argentari di Roma ai sovrani d’Egitto, in un complicato intreccio tra finanza e politica.
BCC DI NETTUNO/1
Mutualità, solidarietà, localismo: il trinomio vincente delle BCC Un “Annus Horribilis” il 2013, che vede le famiglie in crisi e molte imprese incapaci di far fronte ai propri debiti. Sfiducia generalizzata, specie tra le giovani generazioni ma soprattutto in questo quadro poco incoraggiante, il sistema delle Banche del Credito Cooperativo di Lazio,Umbria, Sardegna dimostra di saper fronteggiare al meglio l’attuale situazione. Anche la BCCN è al fianco dei propri soci e li so-
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stiene con mutui e con altre facilitazioni, a tassi molto vantaggiosi, o, in alcuni casi, a tasso zero. È stato Luciano Eufemi, Presidente del C.d.A. della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, ad aprire i lavori del convegno “Il contributo delle Banche di Credito Cooperativo nella attuale situazione di crisi dell’economia”. Una riflessione sull’attuale congiuntura unita a dati statistici e ad interventi di alto spessore tecnico, hanno fatto da cornice al suddetto incontro tenutosi sabato 18 maggio presso la
Sala Meeting dell’Astura Palace a Nettuno. Il Presidente Eufemi, prima di dare la parola agli illustri relatori, ha sottolineato il profondo ed inscindibile legame esistente tra il territorio e la BCCN: “La Banca di Credito Cooperativo, notoriamente, si sviluppa nel territorio di appartenenza e riversa ciò che ha prelevato nel territorio stesso costituendo, il suo contributo, fonte di ricchezza e di sostegno per imprese, famiglie e per la comunità locale in genere”. Numerosi gli interventi che la nostra
Banca ha effettuato in vari campi: dall’istruzione allo sport, dalla cultura agli eventi religiosi. In modo particolare è stato il settore sanitario ad aver ricevuto negli ultimi anni, i maggiori contributi che hanno reso possibile l’apertura di una Rooming-in, l’acquisto di un’ambulanza e attrezzature per l’Ambulatorio Sincope, nonché l’organizzazione di una serie di giornate di medicina preventiva (la “Giornata del cuore”, quella per il controllo della tiroide e sull’obesità, iniziative, queste rivolte anche a chi non è né socio né cliente della BCCN). Al termine dell’intervento del Presidente Eufemi è stato Francesco Liberati, Presidente Federlus, a illustrare, nell’ambito dell’attuale situazione, che sta registrando la più profonda recessione economica dal primo dopoguerra, la ricetta delle BCC per venir incontro alle esigenze delle famiglie, delle imprese e dei piccoli operatori. “Queste le priorità del prossimo triennio: controllo dei rischi, contenimento dei costi, efficienza per
continuare una sana e prudente gestione. La Federlus è un veicolo di innovazione e un mezzo per l’ottimizzazione delle risorse interne per lo sviluppo dei soci e di tutti i soggetti partecipanti alla rete del Credito Cooperativo”. Paolo Grignaschi, Direttore Generale della Federlus, ha nel suo intervento illustrato in maniera chiara ed esaustiva il profondo significato del modello offerto dalle BCC: “Mutualità, solidarietà e localismo sono i tre elementi che contraddistinguono il modello BCC. In modo particolare la mutualità è uno dei pilastri della strategia del sistema delle Banche di Credito Cooperativo di Lazio, Umbria, Sardegna. In un momento
storico come l’attuale, nel quale crolla la ricchezza netta delle famiglie e la fiducia delle imprese è ai minimi storici, e gli indicatori sulla qualità del credito peggiorano di giorno in giorno, le banche locali, e in particolare quelle di Lazio, Umbria, Sardegna continuano a sostenere l’economia del luogo, aumentando altresì la raccolta da famiglie e impieghi verso imprese. Benché i livelli di capitalizzazione delle BCC aderenti alla Federlus siano in lieve diminuzione, gli stessi rimangono comunque al disopra del resto del sistema bancario nazionale”. L’architetto Marco Rocchi, funzionario della Direzione Regionale Territorio Urbanistica Mobilità e Rifiuti, in qualità di esperto di pianificazione ha illustrato le principali caratteristiche del Piano Casa (normativa alla quale ha collaborato), evidenziando come tale strumento urbanistico possa essere utile ai fini di una ripresa nel settore edile. A concludere la serie d’interventi, Rocco Masullo, Direttore Generale della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, il quale dopo un’esaustiva analisi dell’anno 2012, un anno nero specie per il settore delle costruzioni, che vede un aumento del numero delle imprese protestate, si è soffermato sul modo in cui i nostri connazionali percepiscono la crisi attuale.
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DALLE BCC
I dati non sono confortanti: gli italiani alla domanda “Come vanno le cose” hanno risposto, nel 70% dei casi, male o malissimo. È un quadro a tinte fosche, quello mostrato dall’Italia, dove aumentano le persone che non sono in grado di far fronte a un’emergenza di 500 euro. Caduta di imprenditorialità, di innovazione e di sviluppo caratterizzano ormai la nostra Italia; ma la BCCN sta dimostrando di mettere in pratica le parole del grande fisico Einstein: “L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla”. Ed ecco allora la nostra banca scendere al fianco dei propri soci , proponendo loro il Piano Casa 2013, l’Avvio Impresa, il Buono Impresa, il Mutuo Salute, il Mutuo Viaggi, il Mutuo Sicurezza; strumenti, questi, con il quali la BCCN vuole dire: “Siamo con voi e lottiamo insieme contro la crisi”. Alessandra Fiorilli
BCC DI NETTUNO/2
Apertura dell’Ambulatorio Sincope presso l’Ospedale Riuniti di Anzio-Nettuno Le apparecchiature, che serviranno ad accertare le cause dell’episodio sincopale, sono state acquistate grazie al finanziamento della Banca di Credito di Nettuno. Dopo l’apertura della Rooming-in, e le strumentazioni per la UOS di Cardiologia,un altro traguardo raggiunto nel panorama sanitario locale. Parole di profonda gratitudine, quelle del Direttore Sanitario, Dottor
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Ciriaco Alfonso Consolante, il quale, nei riguardi della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, si è così espresso: “Dopo la Roomingin e le attrezzature dell’ambulatorio di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione, il cui responsabile è il Dottor Pavoni, ecco arrivare un altro traguardo che attendevamo da tempo: l’apertura, presso gli Ospedali Riuniti Anzio - Nettuno, dell’Ambulatorio per la Sincope, realtà, questa, che non era mai stata operativa”. È invece il Dottor Luigi Giamundo, responsabile dell’U.O.C., (Unità Operativa Complessa), di Cardiologia del Riuniti Anzio-Nettuno, a darci delle informazioni tecniche sulla sincope e su come questa viene affrontata da un punto di vista medico. “La sincope non è una patologia, ma un sintomo. In termine tecnico è una perdita di coscienza transitoria con recupero immediato della medesima, dovuto a iperperfusione cerebrale”, dichiara Giamundo, al
quale chiediamo la funzione dell’Ambulatorio aperto grazie al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, che ha acquistato le apparecchiature diagnostiche utili a confermare o escludere le patologie. “Quando si giunge al Pronto Soccorso con una diagnosi di sincope, il medico deve innanzitutto accertare la causa legata all’insorgere di questa sintomatologia. La sincope, infatti - prosegue Giamundo - può essere la conseguenza di cause benigne che possono determinare un calo pressorio e/o della frequenza cardiaca, quali uno stress emozionale, un eccesso di caldo o di freddo. La causa può essere invece di origine cardiaca o di altra patologia grave a rischio di morte”. Al paziente giunto al Pronto Soccorso con una sincope il medico chiede di compilare un questionario, che offrirà un quadro d’ insieme sufficientemente chiaro per capire quale sia stata la causa dell’evento sincopale. Nel caso in cui non si rie-
sca a risalire alla fonte di questo sintomo, e qualora non sussistano elementi clinici a rischio immediato che obbligano al ricovero, allora il paziente viene inviato all’Ambulatorio Sincope per ulteriori accertamenti. E proprio le attrezzature diagnostiche presenti in questo ambulatorio e destinate a far luce sulle cause della sincope sono state acquistate grazie al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Nettuno, che negli ultimi si è distinta per un impegno in favore della sanità locale. Presso l’Ambulatorio Sincope non vi sono ricoverati ma solo pazienti che vengono sottoposti a ulteriori accertamenti per risalire alla causa dell’evento di iperperfusione celebrale. All’interno del suddetto Ambulatorio c’è il lettino T-Test e un elettrocardiografo. Il Presidente della Banca di Credito Cooperativo, Luciano Eufemi, il quale insieme al Direttore generale, Rocco Masullo e al Presidente del Collegio Sindacale, Fabio Molinari, ha presenziato all’apertura dell’Ambulatorio Sincope, parlando a nome dell’intero Consiglio d’Amministrazione e degli organi sociali, si è così espresso in merito all’ultimo importante finanziamento in campo medico: “la BCC di Nettuno sta continuando lungo la strada dell’impegno in favore della sanità e della collettività locale. Abbiamo preso in esame la domanda che ci è stata rivolta dal Dottor Consolante, in qualità di Direttore Sanitario e ci siamo subito espressi favorevolmente. La Banca di Credito Cooperativo di Nettuno è lieta di aver messo la propria firma anche sotto l’apertura dell’Ambulatorio Sincope, una struttura della quale potrà beneficiare l’intera collettività”. Alessandra Fiorilli
BCC DI MANTIGNANA E PERUGIA
Perugia, storia di un locale Nel libro di Maria Luisa Martella le vicende degli spazi in cui oggi è insediata la Banca di Mantignana e Perugia, un tempo sede di un celebre caffè Non mancano le sorprese e le curiosità nel saggio di Maria Luisa Martella, che approfondisce le vicende dei locali che formano l’attuale sede della Banca di Mantignana, situati al piano terreno di Palazzo Conestabile di Perugia (Una volta a Perugia. Cronaca di un caffè
di fine Ottocento, Futura Edizioni, 96 pagine). L’autrice, dopo aver illustrato i principali fatti accaduti nelle città umbra nel primo trentennio seguito all’Unità d’Italia, focalizza la sua attenzione sul Caffè Nuovo di Francesco Melinelli, inaugurato nel 1873 e diventato rapidamente uno dei luoghi di ritrovo culturali e ricreativi più noti in Italia. Fu proprio lì infatti, ha scoperto la studiosa, che molto più tardi si insedierà la BCC. Il caffè fu portato avanti, con cambio di proprietari, fino al 1896, anno in cui, ci dice Maria Luisa Martella, fu trasformato in una “Farmacia Inglese”. Le scoperte non si fermano qui. Nel libro si attribuiscono definitivamente all’artista Matteo Tassi le decorazioni, recentemente restaurate, presenti nei locali, quello stesso Tassoni che nello stesso periodo decorava la Sala dei Notari. Mario Squadroni, soprintendente archivistico per l’Umbria, sottolinea nella prefazione come la ricerca sia stata condotta tramite un attento uso delle fonti, anche inedite, e tradotta in uno stile di grande leggibilità. Arricchito da illustrazioni di grande effetto, il libro ha il merito di aprire una pagina di grande interesse nel filone della storia locale, che ci si augura possa arricchirsi di altri capitoli.
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DALLE BCC
BCC DI BELLEGRA
Accanto a famiglie e piccole imprese con l’operazione Microcredito È stata presentata giovedì 14 marzo, presso l’aula consiliare del Comune di Bellegra, l’iniziativa “Microcredito… una nuova via”, il progetto a sostegno delle piccole imprese e delle famiglie promosso dalla Banca di credito cooperativo di Bellegra e la Diocesi suburbicaria di Palestrina. Ospite d’onore Mons. Domenico Sigalini, vescovo della Diocesi di Palestrina, da anni impegnato a sostegno di iniziative economiche rivolte alle famiglie e alle piccole realtà territoriali. Presenti anche Gianluca Nera, presidente della BCC Bellegra, Antonio Ciani, direttore della BCC, Alessando Messina, responsabile dell’ufficio relazioni con le imprese di Federcasse, Marco Marcocci, responsabile dell’associazione Migranti e banche e i rappresentanti istituzionali del Comune di Bellegra. Assente per motivi di salute il sindaco Domenico Moselli, che ha voluto ringraziare con una lettera l’azione della banca e della diocesi a sostegno dello sviluppo del territorio, sottolineando che “il credito, alle imprese o alle famiglie, deve avere lo scopo principale di fornire i mezzi per permettere a ognuno di costruirsi un futuro, all’interno della comunità di appartenenza”. Ad aprire l’incontro il presidente Gianluca Nera, che ha esaminato
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nel dettaglio le caratteristiche del microcredito alle imprese. “Accanto ai giovani per costruire il loro futuro”, è lo slogan ripetuto da Nera nell’ evidenziare la necessità, in un periodo particolare come quello che stiamo vivendo, di sostenere i giovani e le loro idee per porre le basi della futura crescita. “Conosciamo le esigenze del territorio – sostiene Gianluca Nera – e per questo motivo abbiamo deciso di aiutare chi vuol investire qui attraverso un piccolo aiuto, che siamo certi si rivelerà un
grande aiuto. Lo stesso tasso di interesse applicato al finanziamento (1%) non è casuale. È la risposta che vogliamo dare a chi è in difficoltà ma che non ha paura di mettersi in gioco”. Soddisfatto dell’iniziativa messa a punto con la banca anche il Vescovo Sigalini, che ha sottoscritto la convenzione con la Bcc di Bellegra al termine del convegno, chiedendo il massimo impegno da parte delle figure professionali dell’istituto di credito cooperativo anche nell’accompagnare i giovani e le famiglie nel loro percorso lavorativo-formativo. Al centro dell’interesse della Bcc di Bellegra e della Diocesi di Palestrina c’è, dunque, la questione della disoccupazione giovanile. Obiettivo dell’accordo di microcredito per le imprese è proprio quello di affiancare le nuove generazioni per costruire insieme il loro futuro attraverso un fondo rotativo messo a disposizione dalla banca di 300 mila euro. La richiesta di ogni credito sarà va-
lutata da un Comitato tecnico composto da un rappresentante della Caritas parrocchiale, da un rappresentante della Caritas diocesana e un rappresentante della banca. A sostegno delle famiglie, invece, è stato istituito in accordo con la Diocesi di Palestrina il “microcredito sociale”, la concessione di prestiti di piccola entità a persone con basso reddito o in situazione di disagio. La Bcc di Bellegra ha messo a disposizione un fondo rotativo che è stato elevato a 40 mila euro per la Parrocchia di San Sisto e 25.000 euro per l’Arcipretura S. Margherita di Olevano Romano. In questo caso il fi-
nanziamento sarà erogato dalla banca su un conto corrente della parrocchia e non saranno consegnati
contanti, ma verranno onorate le insolvenze verso terzi da parte dei richiedenti, quali bollette e spese.
BANCA DEGLI ERNICI
Nasce una nuova BCC Il 1° luglio 2013 aprirà il primo sportello la Banca degli Ernici di Credito Cooperativo Società Cooperativa per Azioni, con sede a Sora (Fr) in Via Romana Selva snc, ed avrà come zona di competenza i comuni di Arpino (Fr), Balsorano (Aq), Broccostella (Fr), Campoli Appennino (Fr), Castelliri (Fr), Isola del Liri (Fr), Monte S. Giovanni Campano (Fr), Pescosolido (Fr), Sora (Fr) e Veroli (Fr). Il progetto di costituzione della Banca è nato dall’esigenza di avere nella comunità una banca locale di riferimento per le piccole-medie imprese e per le famiglie, in grado di soddisfare i bisogni delle differenti categorie e di generare un maggior valore economico e sociale per il comprensorio in cui è inserita. L’ambiziosa idea è partita su iniziativa del Presidente Pier Paolo Mastrantoni, che, insieme ad alcuni amici, nel dicembre 2008 ha costituito il Comitato Promotore con lo scopo di promuovere la costituzione di una BCC.
Nel 2009 è iniziata la raccolta delle adesioni, che si è conclusa l’anno successivo con la sottoscrizione ed il versamento dell’intero capitale previsto pari a 4 milioni di euro. Il 13 novembre 2010 è stato stipulato l’atto costitutivo della Banca degli Ernici composta da 625 soci fondatori. Nel mese di luglio 2012 la Banca d’Italia ha rilasciato l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria. Bisogna sottolineare che è stata, fino ad oggi, l’unica iniziativa autorizzata dalla Banca d’Italia senza interruzione dei termini. Nel rispetto dei valori del Credito Cooperativo, l’obiettivo della Banca degli Ernici è quello di produrre utilità e vantaggi, creare valore economico, sociale e culturale a beneficio dei soci e delle comunità interessate.
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DALLE BCC
NUOVE FILIALI/1
BCC DI MANTIGNANA E PERUGIA
Al via la quindicesima filiale “Continuiamo a crescere”. Un obiettivo e anche una realtà per la Banca di Mantignana e di Perugia, che ha aperto la sua quindicesima filiale, in via Leonardo Da Vinci, 46, a Gubbio. L’agenzia è stata inaugurata ad aprile, da Antonio Marinelli e Marcello Morlandi, rispettivamente Presidente e Direttore Generale dell’istituto di credito cooperativo umbro, alla presenza del Sindaco Diego Guerrini e del Vescovo di Gubbio mons. Mario Ceccobelli. All’evento hanno partecipato anche Massimiliano Vergoni, Direttore della nuova filiale eugubina, Luca Mercati, Presidente del Collegio Sindacale della Banca di Mantignana e di Perugia, oltre a rappresentanti del Consiglio di amministrazione della Federlus. Presente anche Antonio Carrubba, Direttore della filiale di Perugia della Banca d’Italia.
NUOVE FILIALI/2
CASSA RURALE ED ARTIGIANA DELL’AGRO PONTINO
Inaugurata la nuova succursale L’apertura della nona succursale, sita in Borgo San Michele - Latina, conferma il trend di crescita dimensionale della Cassa. La decisione di ampliare la rete di sportelli si lega alla precisa volontà di presidiare con maggiore capillarità il territorio, fronteggiando direttamente la concorrenza attraverso la “presenza fisica” di uno sportello della Banca. La nuova dipendenza, collocata tra le due filiali di Pontinia e Latina, ha l’obiettivo di assicurare, da un lato, maggiore prossimità all’attuale compagine sociale e alla clientela già operante o presente nella zona limitrofa alla nuova dipendenza, dal-
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l’altro, una migliore segmentazione commerciale dell’ampio comune di Latina, suddividendolo in due distinte aree di operatività e rilanciando l’azione attraverso uno sportello di tipo leggero in grado, si spera, di raggiungere nel breve periodo il break even point. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 19 maggio, alla presenza del Parroco, per la consueta benedizione dei locali e degli abitanti del borgo. Si tratta di una succursale nuova nella locazione ma più che altro nell’estetica, ove l’essenzialità, la luminosità e la trasparenza dei locali rispecchiano il modus operandi che da sempre caratterizza la Cassa Rurale ed Artigiana dell’Agro Pontino e il suo personale, il cui obiettivo rimane quello di consolidare con ancora maggior forza il sodalizio con il territorio di riferimento. Loretana Cacciotti
NUOVE FILIALI/3
BCC DI RIANO
Apre a Roma Prima Porta la nuova filiale La BCC di Riano ha aperto una nuova filiale nel Comune di Roma, nella zona di Prima Porta, rafforzando ulteriormente la rete operativa della Banca e rispettando pienamente gli obiettivi posti con il Piano Strategico 2012-2015. Alla cerimonia inaugurale, del 2 giugno scorso, oltre al Presidente Fabrizio Chicca, al Direttore Generale Francesco Perri, al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale, all’Organismo di Vigilanza e ai dipendenti tutti, erano presenti anche Paolo G. Grignaschi Direttore Generale della Federlus, il Presidente Gianluca Nera e il Direttore Generale Antonio Ciani della BCC di Bellegra, il Presidente della BCC di Capranica Stefano Liverani, il Sindaco del Comune di Riano Marinella Ricceri, e Mauro Mannocchi, Presidente della Investimenti Spa, la holding che detiene il 100% della Fiera di Roma. Hanno partecipato all’inaugurazione anche i rappresentanti della Pubblica Assistenza Riano Soccorso e dell’Associazione Nazionale Carabinieri Volontari Sezione di Riano. Questo è un grande traguardo per la BCC di Riano: in soli 15 anni sono state aperte tutte le 6 filiali della banca, ad un ritmo molto sostenuto (le ultime 5 filiali sono state aperte ogni due/tre anni). Segno che il nostro Credito Cooperativo sta crescendo, certo, ma soprattutto segno che siamo riusciti a infondere nel territorio quelle caratteristiche
che ci contraddistinguono e che ci rendono una banca differente: il mutualismo, la solidarietà, il cristianesimo sociale, anche in periodi difficili come questo. Il momento storico, lo sappiamo tutti, non è dei migliori, eppure noi vogliamo esserci. Vogliamo lavorare con la comunità, capire le esigenze, intuire i bisogni e cercare di dare le risposte più adeguate per ogni situazione. La risposta al nostro lavoro e al nostro impegno nei confronti del territorio sta tutta nell’apertura di questa settima prestigiosa filiale. La cerimonia ha avuto inizio con la partecipazione di tutti i presenti alla Santa Messa che si è tenuta presso la Parrocchia di S. Alfonso Maria Dè Liguori officiata da Don Dario. Durante la cerimonia, il soprano Hersi Matmuja ha interpretato alcuni canti sacri. Il rito di benedizione è stato officiato da Padre Tommaso della Parrocchia Santi Urbano e Lorenzo. Ad entrambe le Parrocchie è stato offerto un buono per l’apertura di un deposito a risparmio. La nuova filiale è diretta da Augusto Mazza ed è stata progettata secondo un nuovo Concept Architettonico,
che caratterizza tutte le ultime nuove filiali. In questa, in particolare è stato fortemente voluto dal Presidente Chicca un “richiamo” al territorio di Riano, realizzando un angolo della filiale con il “nostro Tufo”, il tufo delle Cave di Riano. La Banca di Credito Cooperativo di Riano conta attualmente su una rete territoriale, dislocata in diversi paesi a nord di Roma (Riano, Castelnuovo, Capena, Montelibretti, Morlupo) composta da 7 filiali al servizio delle famiglie e delle piccole e medie imprese. La Banca di Credito Cooperativo di Riano, coniugando i vantaggi dell’appartenenza al grande gruppo del Credito Cooperativo, con la vicinanza e l’attenzione ai bisogni del cliente, tipiche della tradizione professionale dei propri dipendenti, è oggi in grado di offrire soluzioni finanziarie che coprono tutta la gamma delle esigenze dei privati come della piccola e grande impresa. Tutto questo in linea con la missione ed i valori del Credito Cooperativo. La nuova filiale ha aperto al pubblico il 3 giugno 2013. Manuela Ciafro
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NUOVI ORIZZONTI
Quanto è
social
la mia Banca? di Alessandro Ceccarelli
Siamo primi al mondo per tempo passato su Facebook e gli altri social network: 6,27 ore al mese in media. Su 37 milioni di italiani che frequentano il web, per oltre la metà quotidianamente, ben 16,8, accedono in mobilità da smartphone o tablet. È per questo che i media sociali diventano protagonisti anche nel rapporto tra banche e clienti: gli istituti usano Facebook (circa 23 milioni di utenti in Italia, di cui oltre la metà hanno più di 35 anni), Twitter, Google+, Linkedin, Youtube, Flickr e gli altri network per catalizzare comunità eterogenee e in crescita esplosiva: la somma dei soli fan e follower di profili Facebook e account Twitter delle banche è a quota 710 mila. Lo testimonia la prima indagine di Kpmg sul social banking, di recente presentata da Il Sole 24 Ore. Kpmg ha analizzato le strategie social di un campione di 21 banche, nazionali e internazionali, attive in Italia che gestiscono il 60% degli asset del settore. L’80% ricorre almeno a un social media, per l’81% sono importanti per il business e il 43% ritiene abbiano un ruolo “fondamentale”. Tra un anno il 95% del campione sarà su Facebook, l’84% su Youtube, il 79% su Twitter. Eppure le banche sono arrivate in ritardo sui social media: con il 50% del to-
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tale, le banche presenti sono solo seste dopo utilities e tlc (90%), elettronica di consumo (80%), auto (75%), retail (70%), assicurazioni (57%). Solo il 17% delle banche ha sul sito link ad ambienti social (sono precedute da moda, sanità, alimentare e pubblica amministrazione). Se Facebook è il più usato dalle aziende (71%), seguito da Youtube (40%), Linkedin (36%), Twitter (32%), Flickr (15%), per le banche svetta Linkedin (71%), seguito da Facebook e Youtube con il 29% e da Twitter con il 21. Secondo Kpmg, le banche usano i social network soprattutto come canale strategico di comunicazione con la clientela, per promuovere il marchio e particolari iniziative/prodotti commerciali (100%). Alcune li usano in ottica di servizio clienti (56%), in poche ancora per l’innovazione e creazione partecipativa (crowdsourcing e co-creation) nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi (39%) e per promuovere l’educazione finanziaria (33%). Sono ancora poche le iniziative di fidelizzazione della clientela. Dal punto di vista della clientela, invece, lo studio dimostra che tra i punti di forza dell’utilizzo preferenziale del canale “social” c’è la possibilità di esprimere liberamente le
proprie opinioni sulle aziende, i prodotti e i servizi, mettendole a disposizione di tutta la comunità basata su un sistema di valori condiviso, anche quando sono critiche. Il ricorso ai social network è poi visto come l’ultima spiaggia, quando le richieste avanzate dai clienti non hanno ricevuto la dovuta assistenza su altri canali. Questo è vero anche in un’ottica di contenimento dei costi, perché sui social (a differenza spesso dei call center) non c’è alcuna spesa aggiuntiva a carico del cliente. Passano i tempi, dunque, cambiano i mezzi di comunicazione, ma il disallineamento tra le istanze degli utenti e le strategie e le modalità comunicative delle banche sembrano non tramontare mai. I contenuti della comunicazione stentano ad evolversi al pari dei mezzi su cui vengono veicolati. A fronte di una richiesta di confronto, partecipazione e collaborazione , il messaggio – sovente di natura commerciale – rimane “freddo” e unidirezionale. Soprattutto, rimane il disorientamento rispetto alle logiche di inserimento di questo ulteriore canale all’interno dell’approccio multicanale complessivo. Per noi il superamento di questa frizione rileva ancor di più, perché fortemente condizionato da una “urgente” re-interpretazione del concetto di prossimità: fisica? geografica? digitale? culturale?
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RECENSIONI
Favole e numeri Gli italiani, dopo essere stati tutti allenatori di pallone, si riscoprono economisti. Alberto Bisin rimette ordine nella fiera dei luoghi comuni che hanno scaraventato il Bel Paese nel cuore di una crisi. Ma non è cominciato tutto negli ultimi anni. Il declino fa parte dell’ultimo mezzo secolo della nostra storia Se avete fra le mani questo numero di Orizzonti e non siete ancora andati in vacanza, il consiglio da mettere in valigia insieme a maschera, pinne e occhiali, porta dritto filato ad Alberto Bisin. Non perché l’austero professore della New York University abbia il compito di rovinarvi le ferie, ma solo perché ha avuto l’intuizione di smontare la fiera dei luoghi comuni sulla recessione. Il lavoro rispecchia il titolo per limpidezza e semplicità d’argomentazione, ma contiene un substrato di verità tutta polpa. Nasce così Favole e Numeri. Economia nel paese di poeti, santi e navigatori. Alberto Bisin non lo dice chiaramente, ma lo lascia intuire: in Italia siamo un po’ tutti allenatori di pallone e, adeguandoci ai tempi, un po’ tutti economisti. Insomma, pronti a dissertare su debito pubblico e Pil davanti a cappuccino e brioche, al pari di un 4-4-2 o della Bi-zona dell’indimenticato Oronzo Canà. Certo, a dirla tutta, gli ultimi anni – e decisioni politiche – un po’ hanno riscaldato gli animi degli italiani. Così dalla finanza creativa alla staffetta generazionale, ci sarebbe tanto materiale da poter riempire un bel volume. Il Prof. Bisin ci è riuscito, sfatando i falsi miti e quanto di più
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contrabbandato ci sia sul pianeta economico del Bel Paese. Per il quale sottintende: “La cattiva economia è come la cattiva medicina: può fare molto male, anzi peggio. In Italia, paese per certi versi unico, un’impostazione troppo umanistica sembra rendere la logica economica impossibile da comprendere e i dati inavvicinabili, lasciando troppo spazio a libere interpretazioni di con-
cetti, politiche, istituzioni, meccanismi di mercato e di intervento statale. Fino, addirittura, a raccontare favole. E a darli i numeri, anziché interpretarli”. L’intento del libro è discutere gli aspetti più caldi della situazione italiana proprio facendoci esercitare,
in modo brioso, non paludato, a un metodo di analisi. Non ci sono lezioni, nel libro, ma forza espositiva, vis polemica e qualche indicazione che può essere utile a molti. “Purtroppo - chiosa Bisin nella presentazione - il dibattito economico in Italia è profondamente segnato da una visione antiquata e scorretta dell’economia come disciplina semiumanistica popolata da teorie e scuole che si combattono a suon di retorica e di ideologia, di favole e numeri. In realtà la teoria economica moderna è fatta di schemi logici coerenti e analisi empiriche, cioè di modelli e di dati, invece che di favole e numeri. Troppo spesso, cittadini che per ragioni storiche sono poco inclini a far di conto, poeti, santi e navigatori, non distinguono tra favole e modelli, tra dati e numeri. Coi risultati che ormai sono sotto gli occhi di tutti: un paese in declino da vent’anni, sull’orlo della bancarotta e in crisi profonda da due”. Rocco Viola
Alberto Bisin Favole e Numeri. Economia nel paese di poeti, santi e navigatori Egea-UBE, 192 pagine Euro 16