Orizzonti N°2 2013

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NUMERO 2 • 2013

FEDERLUS

PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

VERSO L’UNIONE BANCARIA EUROPEA


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Design della comunicazione:

Fotografia: Fattori - Paolucci

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EDITORIALE DEL PRESIDENTE IL NOSTRO CONTRIBUTO MORALE ED ECONOMICO

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APPUNTI DEL DIRETTORE LA PROSPETTIVA EUROPEA

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APPROFONDIMENTO LA REVISIONE DELLA VIGILANZA SU ORGANIZZAZIONE E GOVERNO SOCIETARIO DELLE BANCHE

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PRIMO PIANO IL NUOVO SISTEMA DI VIGILANZA BANCARIA INTEGRATA

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Intervista a Roberto Di Salvo GRADUALITÀ E PROPORZIONALITÀ PER LE BCC

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DALLE BCC

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BCC ROMA/1 UNA ARTICOLATA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE PER RIBADIRE LA FORZA RELAZIONALE DELLA BANCA

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PUNTO CONGIUNTURALE IL LAVORO E LO SVILUPPO PRIORITÀ DELL’ITALIA

TESORI DEL TERRITORIO PALESTRINA UNA CITTÀ DI CONTINUE RINASCITE

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BCC ROMA/2 APERTI I FESTEGGIAMENTI PER IL SESSANTENARIO

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Natale Coccia OCCORRONO SEGNALI FORTI

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BCC DI PALIANO IL CREDITO COOPERATIVO DÀ UNA MANO ALLA RICERCA

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BCC DI BELLEGRA DALLA PARTE DELLE MICRO-IMPRESE

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BCC DI SPELLO E BETTONA “SU CON LA VITA!”: OBBLIGAZIONI ETICHE A FAVORE DI CHI SOFFRE

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NUOVE SEDI BCC DI PALIANO UFFICI DIREZIONALI E FILIALE IN VIALE UMBERTO I

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BCC DEL CIRCEO INAUGURATO IL NUOVO CENTRO DIREZIONALE

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Sergio Castellazzi SEGNALI DI RIPRESA MA LA SVOLTA ANCORA NON C’È 28

DALLA FEDERAZIONE ARRIVA L’OFFERTA FORMATIVA IN VIDEOCONFERENZA 30 UN PROGETTO IN CONTINUA EVOLUZIONE

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“RADICI QUADRATE”: COMPETENZE E PARTECIPAZIONE ATTIVA PER IL FUTURO DI BANCA SVILUPPO 32 L’AUMENTO DI CAPITALE NELLE BCC

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LAVORI IN CORSO

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DAL MOVIMENTO ICCREA, 50 ANNI AL SERVIZIO DELLE BCC

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NUOVI ORIZZONTI CONOSCIAMO DAVVERO I NOSTRI CLIENTI

ENZO BADIOLI E L’ICCREA, UNA STORIA DI COOPERAZIONE

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RECENSIONI

CI SIAMO!

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OPEN, LA MIA STORIA

Direttore Responsabile: Maurizio Aletti

Immagini: Archivio Edicom, Archivio Federlus, Fabrizio Burelli, Simone Pagano, Microimages Fotolia Redazione: Alessandro Ceccarelli, Brunella Venier

Hanno collaborato a questo numero: Martina Bonaldo, Giorgio Caporale, Francesco Manganaro, Sergio Troiani, Rocco Viola

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Editore: EDICOM srl, iscritta al R.O.C. n. 8961 Finito di stampare: febbraio 2014 Tiratura: 2.000 copie


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Design della comunicazione:

Fotografia: Fattori - Paolucci

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EDITORIALE

Il nostro contributo morale ed economico di Francesco Liberati

Archiviato il 2013 come anno di ulteriore sofferenza per l’economia italiana, il 2014 si apre con non poche incognite. Innanzitutto, lo scenario internazionale sarà ancora condizionato dall’incertezza sulle prospettive di crescita legate all’andamento dell’economia negli Stati Uniti e al rallentamento dei paesi asiatici. A queste incertezze si è aggiunta negli ultimi giorni la “crisi” dei paesi emergenti con nuove significative tensioni sui mercati finanziari mondiali. In questa situazione planetaria, per i paesi europei le prospettive di crescita più contenute rendono ancora più arduo il recupero della competitività commerciale. Sul fronte italiano, nel 2014 l’economia dovrebbe iniziare a registrare segno positivo, avviando una prima ripresa con un incremento del Pil atteso allo 0,6%, per poi aumentare all’1,3% nel 2015. I tassi di interesse continueranno ad essere molto bassi nel prossimo biennio, con qualche cenno di risalita nella seconda metà del 2015. Lo scenario di bassa crescita economica combinato con un clima di austerità per il contenimento del debito pubblico condizionerà l’attività bancaria: a livello di sistema, l’esercizio 2014 sarà caratterizzato da una contenuta diminuzione dei volumi intermediati, ma con un lieve miglioramento della qualità dell’attivo. In questo quadro, gli impieghi sono attesi in crescita di appena l’1,5% e la raccolta dell’1,2%. La redditività risulterà contenuta in relazione ai modesti incrementi dei volumi, nonostante una lieve crescita della forbice dei tassi e una significativa riduzione dei costi. La situazione non dovrebbe mutare all’interno del Credito Cooperativo. Secondo le più recenti stime, per il 2014 gli impieghi delle BCC italiane sono attesi in crescita dello 0,8% mentre la raccolta diretta è attesa crescere ad un ritmo del 2,1%; quella indiretta è prevista in calo dello 0,2%. Le Banche associate alla nostra Federazione hanno concluso l’esercizio 2013 con un risultato mediamente superiore a quello del sistema BCC italiano nel suo complesso e questo è motivo per noi di cauta soddisfazione. Non bisogna tuttavia abbassare la guardia puntando a coniugare l’orientamento al servizio della comunità locali, famiglie e imprese, con il miglioramento degli assetti organizzativi, patrimoniali e societari delle nostre BCC. È indispensabile realizzare, infatti, nuovi interventi di efficientamento, miglioramento dei sistemi di controllo e di adeguamento sul piano dell’organizzazione e del governo societario, nonché di rafforzamento patrimoniale, in sintonia con le nuove linee della normativa di vigilanza. Dobbiamo essere sempre più attrezzati a sostenere il confronto concorrenziale interno e le nuove normative europee che stanno progressivamente calando nel nostro sistema creditizio. Per tutto ciò, dobbiamo stringerci intorno alla nostra Federazione, che non mancherà di assistere a tutto campo le BCC aderenti in questa rinnovata fase di difficoltà strategiche ed operative. È di fondamentale importanza che tutte le BCC abbiano una visione chiara del loro futuro e che colgano sempre più e meglio le sinergie offerte dalle strutture associative a livello interregionale e nazionale. Non attrezzarsi per sostenere questa complessa rinnovata sfida, significa compromettere la possibilità di sopravvivenza delle nostre banche con danno per i soci, i clienti e le comunità locali. Dobbiamo convincerci intimamente che con il secondo decennio del nuovo millennio si è dischiusa una nuova epoca e che non solo ci vorranno anni e nuove formidabili energie per risalire la china come sistema Paese, ma anche che il sistema bancario è destinato a cambiare ancora e in profondità. Il Credito Cooperativo, anche e soprattutto nelle nostre regioni del Lazio, Umbria, Sardegna, ha dato un contributo determinante di resistenza e supporto a famiglie e imprese nelle fasi più acute della crisi. Ora dobbiamo fare in modo che il nostro contributo sia determinante per la ricostruzione morale ed economica del nostro Paese.

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APPUNTI DEL DIRETTORE

La prospettiva europea di Paolo Giuseppe Grignaschi

È una prospettiva ineludibile, da guardare come un’opportunità e non come una minaccia. I risultati 2013 della Federlus lo dimostrano Il 2014 sarà un anno di svolta per l’Unione Europea. Si terranno le elezioni del nuovo Parlamento Europeo, dopo 5 anni di crisi economica e finanziaria, “con il rischio di una crescita dei partiti populisti, xenofobi e fondamentalmente antieuropei, che si sono diffusi in tutti i principali Paesi dell’Unione Europea sulla spinta di forze sociali che temono la globalizzazione ed invocano pseudo soluzioni protezionistiche”; così ha, di recente, affermato il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, all’ultimo World Economic Forum di Davos. Prima di allora, sostiene con forza lo stesso Barroso, l’attuale Parlamento dovrà assolutamente approvare l’Unione Bancaria. Dell’Unione Bancaria si fa un gran parlare e, spesso, la stessa viene rappresentata da molti come una minaccia al nostro quieto vivere ed alla nostra arte di arrangiarsi. Cosa sia, in realtà, l’Unione Bancaria e cosa voglia dire per il Credito Cooperativo è stato ben illustrato dal dott. Carmelo Barbagallo, Direttore Centrale per la Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia, nell’intervento intitolato “Il Credito Cooperativo nella prospettiva europea”, tenuto in occasione del Convegno organizzato dalla Federazione Veneta lo scorso autunno.

José Manuel Barroso

L’Unione Bancaria comprende tre pilastri: 1) il Single Supervisory Mechanism (SSM), costituito dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dai Supervisori Nazionali dei Paesi che aderiranno, cui verrà trasferita la Vigilanza sulle Banche; 2) il Single Resolution Mechanism (SRM), che assicurerà le condizioni per una soluzione ordinata delle crisi bancarie; 3) un Sistema Comune di Garanzia dei Depositi, finalizzato a raccordare i Sistemi Nazionali di Garanzia, dando loro una dimensione europea. Carmelo Barbagallo

I primi due pilastri saranno applicati ai Paesi dell’Eurozona, mentre la Direttiva sugli schemi di garanzia sui depositi, unitamente a quella sui requisiti di capitale (cd. CRD IV-CRR) sarà applicata a tutti i 28 Paesi dell’unione europea.

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L’SSM comporterà il trasferimento alla BCE della responsabilità della Vigilanza sulle quasi 6.000 Banche dell’Area Euro e la Vigilanza diretta su circa 130 Gruppi Bancari, rappresentativi di circa l’85% degli attivi del Sistema Bancario dell’Eurozona. Per quanto attiene alle altre Banche, incluso il mondo del Credito Cooperativo, la conduzione della Vigilanza è affidata alle Autorità Nazionali, nell’ambito delle linee guida stabilite dalla BCE (che, comunque, potrà, in qualsiasi momento, avocare a sé il compito di supervisione sulle Banche decentrate e dovrà ricondurre sotto la propria supervisione diretta le Banche sottoposte ai programmi di sostegno). L’assunzione dei compiti di Vigilanza da parte della BCE è prevista per novembre 2014, periodo entro il quale cui dovrà essere conclusa la valutazione complessiva (cd. Comprehensive Assessment) delle condizioni delle Banche che saranno sottoposte a Vigilanza diretta. Tra queste, vi è anche il nostro Gruppo Bancario, principalmente in ragione della considerevole crescita degli attivi di ICCREA Banca, dovuta all’essersi, questa, posta come intermediario tra le BCC e la BCE nelle operazioni LTRO. Proprio per questo, la presenza del Gruppo Bancario Iccrea tra le Banche a rilevanza sistemica è la testimonianza dell’importanza che ha assunto il Credito Cooperativo in Italia e va, quindi, intesa come un’opportunità per affermare il nostro ruolo centrale all’interno del Sistema Bancario Nazionale. L’SRM prevede, invece, un meccanismo unico di risoluzione delle crisi, con la creazione di un Fondo, che dovrà raggiungere, nell’arco di 10 anni, una dotazione finanziaria pari all’1% dei depositi protetti. Relativamente all’SRM, restano ancora da definire alcuni importanti aspetti ed il dibattito è spesso spostato sul piano politico, con diverse posizioni assunte dai principali Stati dell’Area Euro (è nota, in particolare, la sensibilità della Germania rispetto all’eventualità che il contribuente tedesco possa essere chiamato a finanziare il salvataggio di istituzioni creditizie di altri Paesi). Sul fronte normativo, l‘entrata in vigore dal 1° gennaio 2014 della CRD IV-CRR rende applicabile agli Intermediari Europei l’Accordo di “Basilea 3”, contenente le Disposizioni sull’adeguatezza patrimoniale e sulla liquidità delle Banche, emanate dal Comitato di Basilea nel dicembre 2010 e direttamente applicabili in tutti gli Stati membri senza richiedere il recepimento nazionale. Al di là del dibattito politico, comunque importante, il processo di integrazione bancaria a livello europeo procede e, recentemente, è stato anche costituito il nuovo Organismo di Supervisione Bancaria Unica (cd. Supervisory Board), presieduto della francese Daniele

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APPUNTI DEL DIRETTORE

Nouy, con la Vice Presidenza della tedesca Sabine Lautenschläger e con la nomina, per l’Italia, del dott. Fabio Panetta, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia e, in sostituzione di quest’ultimo, del dott. Carmelo Barbagallo. All’argomento della Vigilanza Europea, evidentemente di grande importanza, è dedicato un approfondimento all’interno di questo numero della rivista Orizzonti. In questa prospettiva, per il Credito Cooperativo, il dott. Barbagallo ci dice che “Il disegno della rete associativa e industriale non è più rinviabile, atteso che le BCC si confronteranno con sistemi cooperativi caratterizzati da modelli organizzativi più integrati”. Anche questo confronto va vissuto come un’opportunità, per poter evolvere verso modelli già definiti e la cui capacità competitiva è stata già ampiamente testata, come, da tempo, suggerisce la nostra Federazione, che, in questa direzione, si è anche mossa concretamente, promuovendo lo studio del sistema del Crédit Mutuel. In questo senso si era già espresso il dott. Panetta nell’intervento tenuto al Convegno Reload Banking, organizzato dalla nostra Federazione, richiamando, per il Credito Cooperativo, l’esigenza di “progetti di ampio respiro, che tengano conto dell’esperienza di sistemi cooperativi europei, caratterizzati da un elevato grado di integrazione”. Il dott. Panetta ci aveva anche dato la disponibilità formale, da parte della Banca d’Italia, ad un confronto sulle diverse opzioni, anche di tipo normativo, disponibilità, che, purtroppo, finora non è stata colta dal nostro Sistema. È, questa, un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire. Il senso dell’Unione Bancaria, in ultima analisi, si basa sulla considerazione che, affinché l’Europa possa tornare a crescere e ad offrire ai propri cittadini nuove opportunità, sia necessario un Sistema bancario forte, che sostenga l’economia reale. “Le Banche deboli devono uscire dal mercato”; è quanto recentemente affermato dal Presidente della BCE, Mario Draghi, e molti hanno visto in questa affermazione, ancora una volta, una possibile minaccia per il Credito Cooperativo. Ciò non è: se le motivazioni sono, come spiegato dallo stesso Draghi, che le Banche deboli non fanno prestiti e creano tensioni per l’intera economia e se, come è Mario Draghi vero, le BCC sono le Banche che, più delle altre, negli ultimi anni hanno erogato prestiti ed hanno spesso evitato ulteriori tensioni all’economia dei propri territori, non c’è nulla da temere. Debole non è l’equivalente di piccolo; il piccolo, però, deve sapersi dotare di tutti gli strumenti necessari per essere competitivo in un contesto regolamentare come quello verso cui stiamo andando e non può farlo, se non attraverso un Sistema efficiente che agisca in via sussidiaria. È quanto, ancora una volta, la nostra Federazione ha saputo dimostrare nel corso del 2013, che è stato un anno in cui le BCC della Federlus hanno confermato di saper sostenere l’economia reale, dando e ricevendo fiducia. I risultati delle BCC Federlus parlano chiaro: la raccolta ha raggiunto i 13,2 miliardi, con una crescita dell’8,2%, gli impieghi sono cresciuti del 2,3% a 9,3 miliardi, i soci sono aumentati del 6% (siamo, ormai, 66.000) e si sono create nuove opportunità di lavoro (i dipendenti sono aumentati del 3,2%). Nel far ciò, le Banche, con il supporto della Federazione, hanno saputo adeguarsi a tutte le nuove necessità imposte dall’evoluzione normativa e regolamentare, come testimoniano gli esiti dell’attenta e puntuale attività ispettiva svolta dall’Organo di Vigilanza.

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L’evoluzione del quadro normativo e regolamentare, quindi, lungi dall’essere un aggravio, se ben interpretata, può consentire di dare una maggiore snellezza e standardizzazione all’operatività delle BCC, con un risparmio di costi e guadagno di efficienza, risultati, questi, ottenibili con il supporto federativo, che, con un orizzonte normativo più definito e rigoroso, meglio può realizzare economie di scala e di scopo per tutte le proprie Associate. Il monitoraggio sull’andamento delle Banche, come estensione dell’attività a supporto del processo di pianificazione strategica svolto dalla Federazione, consente, inoltre, di intercettare, per tempo, fenomeni di criticità strutturale, che possono essere, quindi, corretti e prevenuti. In linea generale, ciò è stato fatto sin dal finire del 2008, con un’attenzione prioritaria rivolta dalla Federazione al rapporto impieghiraccolta; ciò ha permesso alle Banche di poter meglio fronteggiare le tensioni di liquidità che si sono registrate sul mercato e di mantenere una riserva di capacità di investimento, che, in questa fase, può consentire di cogliere nuove opportunità e di sostenere i primi segnali di ripresa. Pur orgogliosi di quanto è stato fatto, siamo consapevoli che tutto questo non basta. Come già detto, occorre che il Sistema dia un maggior supporto alla Federazione, ma soprattutto alle singole BCC e sappia individuare percorsi di sviluppo effettivamente realizzabili e coerenti. A breve, ci attendono alcuni necessari passaggi, come la revisione dello Statuto, sia delle BCC, che, prima ancora, delle Federazioni locali, che non deve essere vissuto come un adeguamento obtorto collo a nuove normative che necessariamente ci penalizzano, ma come un’opportunità per far evolvere il modello della BCC verso qualcosa che sia, nel rispetto della propria storia e delle proprie caratteristiche distintive, coerente con le sfide che abbiamo davanti a noi. La revisione dello Statuto consentirà alle Federazioni di poter svolgere fino in fondo l’attività di monitoraggio e di salvaguardia della stabilità del Sistema, potendo, nel contempo, anche cominciare a muoversi verso una sussidiarietà orizzontale tra le Federazioni stesse, magari anche attraverso la costituzione di organismi societari ad hoc, con il duplice scopo di essere maggiormente conformi all’evoluzione normativa in termini di Sistema dei controlli interni e di esternalizzazione degli stessi e di poter accrescere l’efficacia e l’efficienza del supporto fornito alle Banche.

ORGANISMO DI SUPERVISIONE BANCARIA UNICA PRESIDENTE - DANIELE NOUY Nel 1985 è stata rappresentante della Banque de France a New York, nel 1986 è stata nominata responsabile del lavoro di ricerca sul Euromercati presso il ministero degli esteri, nel 1987è nominata responsabile del Dipartimento di Ricerca e Criteri di gruppo presso la Commissione Bancaria Francese. Nel 1990 è Direttore Associato per la Segreteria generale della Commissione Bancaria Francese, ed è nominata membro francese del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria e Presidente del Comitato di Basilea per i derivati; nel 1996 è Vice Segretario Generale del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, nel 1998 è Segretario Generale del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria e nel 2003 Segretario generale della Commissione Bancaria Francese. VICE PRESIDENTE - SABINE LAUTENSCHLÄGER Nel 1999 è stata nominata Capo Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni della Deutsche Bundesbank a Berlino, nel 2005 ha ricoperto la carica di capo della Vigilanza delle grandi banche del Dipartimento di Vigilanza Commerciale a Bonn. Nel 2008 è diventata Membro del Comitato esecutivo della Federal Financial Supervisory Authority a Bonn e Direttore Esecutivo per la Vigilanza Bancaria e Membro del Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria. È stata anche nel Consiglio di Amministrazione dell’Autorità bancaria europea (EBA), e Vice Presidente della Deutsche Bundesbank fino a fine gennaio scorso. MEMBRO PER L’ITALIA - FABIO PANETTA Membro del Direttorio e Vice Direttore Generale della Banca d’Italia dall’8 ottobre 2012. Membro del Direttorio integrato dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) dal 1° gennaio 2013. Fa parte del Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali e supplente del Governatore nel Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea (BCE). È membro del Committee on the Global Financial System e del Board of Directors dell’International Journal of Central Banking.

Anche su questo stiamo già lavorando. Speriamo di non doverlo fare da soli e che si diffonda la consapevolezza che la prospettiva europea può essere, per noi, una grande opportunità per continuare a svolgere la nostra più che secolare missione. Dobbiamo fare un passo alla volta, sapendoci anche mettere in discussione. In fondo, l’Europa è cominciata cosi.

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APPROFONDIMENTO

La revisione della vigilanza su organizzazione e governo societario delle banche di Francesco Manganaro

Come noto, nel mese di dicembre 2013, Banca d’Italia ha emanato un documento di consultazione contenente la revisione delle “disposizioni di vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche”. Le novità sono rilevanti: riduzione del numero dei componenti dei Cda, presenza di professionalità adeguate all’interno dei consigli, esclusione del Presidente dal Comitato Esecutivo, autovalutazioni periodiche. Il tutto per una governance sempre più efficiente e trasparente. 8

Con tali disposizioni, la Banca d’Italia si prefigge l’obiettivo di rivedere la normativa di vigilanza sugli assetti organizzativi e di governo societario delle Banche alla luce delle seguenti esigenze: • assicurare il rispetto della normativa europea e recepire le innovazioni introdotte dalla stessa; in particolare dalla direttiva 2013/36/UE (“CDR IV”) e dalle Linee Guida emanate dall’EBA nel 2011 sulla governance interna; • chiarire e rafforzare le regole su alcuni aspetti emersi dall’esperienza applicativa, coordinarle con i chiarimenti e le linee applicative fornite al sistema (Nota di Chiarimenti di febbraio 2009 e Comunicazione di gennaio 2012), assicurare il raccordo con altre disposizioni nel frattempo emanate o in corso di revisione (tra tutte la nuova disciplina in materia di controlli interni e le disposizioni sui sistemi di remunerazione e incentivazione).

Assetti proprietari e modifche statutarie Sistema dei controlli interni

Antiriciclaggio

e gestione dei rischi ORGANIZZAZIONE E GOVERNO SOCIETARIO

Parti correlate

Informativa

e conflitti

agli investitori e

di interesse

al mercato Requisiti degli esponenti aziendfali


Tali disposizioni fanno da cornice e si inseriscono all’interno di un più ampio sistema normativo riguardante altri aspetti rilevanti dell’organizzazione e del governo societario, quali i controlli sugli assetti proprietari e sulle modificazioni statutarie, il sistema dei controlli interni, la gestione dei rischi, i requisiti degli esponenti aziendali, le operazione con parti correlate e più in generale i conflitti di interesse, il contrasto al riciclaggio nonché gli obblighi di disclosure verso gli investitori e il mercato. La consultazione si è chiusa lo scorso 23 gennaio 2014 e la normativa entrerà in vigore immediatamente dopo la sua emanazione definitiva. Qualora la normativa venisse confermata, si prospetta che le attività di adeguamento alle nuove Disposizioni, ivi comprese eventuali modifiche statutarie, saranno in gran parte da attuare con le prossime assemblee di approvazione del bilancio 2013. Ma veniamo ai contenuti.

di configurare condizioni di limitata complessità operativa/organizzativa. Talune eccezioni sono previste per le BCC con attivi superiori a 3,5 miliardi di euro, per le quali sono previsti taluni obblighi più stringenti. 2. Funzioni di supervisione strategica, gestione e controllo

1. Principi generali, linee applicative e principio di proporzionalità Le disposizioni, in linea con quanto già previsto dalla normativa in vigore, si articolano in Principi generali e Linee applicative PRINCIPI GENERALI Attraverso norme di carattere generale, fissano gli obiettivi della disciplina rimettendo all’autonomia degli intermediari la concreta individuazione delle soluzioni più idonnee a realizzarli, secondo criteri di proporzionalità che tengono conto della dimensione o della complessità della banca (Principio di proporzionalità)

LINEE APPLICATIVE Agevolano, su alcuni aspetti specifici della materia, l’attuazione delle norme generali, senza esaurirne il contenuto precettivo. Esse sono calibrate sulle caratteristiche organizzative e operative delle diverse tipologie di banche.

Con riguardo all’applicazione del principio di proporzionalità, uno degli elementi di novità della nuova disciplina riguarda proprio la definizione di criteri utili alle banche per declinare tale principio. Alle Banche non aventi “maggiore dimensione e complessità operativa” è, infatti, consentito applicare disposizioni meno stringenti e coerenti con le caratteristiche di una banca locale. In particolare, alle Banche di Credito Cooperativo – data la loro appartenenza ad un network operativo, che prevede l’utilizzo di servizi e infrastrutture offerte da organismi di categoria – è consentita in via generale la possibilità

In linea con la disciplina previgente, le nuove disposizioni richiamano le funzioni di “supervisione strategica”, “gestione” e “controllo”, che dovranno essere assegnate agli organi aziendali o a loro componenti in coerenza con la normativa civilistica e di vigilanza. In relazione a tale aspetto, nelle Banche di Credito Cooperativo il Consiglio di Amministrazione è sempre l’organo con funzione di supervisione strategica, in quanto per esplicita previsione dello Statuto Sociale è investito di tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Banca, tranne quelli riservati per legge o per Statuto all’Assemblea dei Soci. Mediante la sua azione istituzionale di governo, il Consiglio di Amministrazione assicura la sana e prudente gestione della Banca. Pertanto, considerando il ruolo che il Consiglio di Amministrazione assume nella BCC – e atteso che il Comitato Esecutivo ha nella generalità dei casi deleghe unicamente in materia di erogazione del credito, di spese e di personale – appare coerente con gli obiettivi della nuova disciplina assumere che le responsabilità tipiche dell’organo con funzione di gestione siano anch’esse ascrivibili al Consiglio di Amministrazione stesso, per il cui adempimento viene supportato operativamente dal Direttore Generale. Quest’ultimo, infatti, rappresenta il vertice della struttura interna e come tale partecipa alla funzione di gestione, dando esecuzione alle delibere degli organi sociali secondo le previsioni statutarie, perseguendo gli obiettivi gestionali e sovrintendendo allo svolgimento delle operazioni e al funzionamento dei servizi secondo le indicazioni del CdA. L’organo con funzioni di controllo è, ovviamente, il Collegio Sindacale.

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APPROFONDIMENTO

Le funzioni degli organi nelle Banche di Credito Cooperativo OFSS

Funzioni

L’Organo con funzione di supervisione strategica è l’organo aziendale a cui - ai sensi del codice civile o per disposizione statutaria sono attribuite funzioni di indirizzo della gestione dell’impresa, mediante, tra l’altro, esame e delibera in ordine ai piani industriali o finanziari ovvero alle operazioni strategiche

OFG •

Organi Aziendali

Consiglio di Amministrazione •

Il Consiglio di Amministrazione è l’Organo con funzione di supervisione strategica

OFC

L’Organo con funzione di gestione è l’organo aziendale o i componenti di esso a cui - ai sensi del codice civile o per disposizione statutaria - spettano o sono delegati compiti di gestione corrente, intesa come attuazione degli indirizzi deliberati nell’esercizio della funzione di supervisione strategica. Il direttore generale rappresenta il vertice della struttura interna e come tale partecipa alla funzione di gestione

Consiglio di Amministrazione •

Il Consiglio di Amministrazione svolge le funzioni dell’Organo con funzioni di gestione

Il Direttore Generale partecipa alla funzione di gestione

3. Progetto di governo societario Le motivazioni alla base della scelta del modello di amministrazione e controllo – di competenza dell’assemblea dei soci – devono essere rappresentate nell’ambito di un più generale progetto di governo societario, illustrativo degli assetti statutari e di organizzazione interna; il progetto è approvato dall’organo con funzione di supervisione strategica, con il parere favorevole dell’organo di controllo. Le Banche di Credito Cooperativo non sono tenute alla predisposizione del progetto di governo societario a condizione che adottino lo statuto tipo predisposto dall’associazione di categoria, vagliato dalla Banca d’Italia.

L’Organo con funzione di controllo è il collegio sindacale, il consiglio di sorveglianza o il comitato per il controllo sulla gestione

Collegio Sindacale •

Il Collegio Sindacale è l’Organo con funzione di controllo

chiaro ed equilibrato tra i diversi organi e all’interno di ciascuno di essi, evitando concentrazioni di potere che possano impedire una corretta dialettica interna; • composizione degli organi sociali, che assume un rilievo centrale per l’efficace assolvimento dei compiti che sono loro affidati dalla legge, dalle disposizioni di vigilanza e dallo statuto; • funzionamento corretto ed efficiente, che richiede la predisposizione di flussi informativi, procedure, metodi di lavoro, tempistiche delle riunioni adeguati al ruolo ricoperto;

1) Compiti e potere degli organi sociali

4. Articolazione della nuova disciplina 2) Composizioni e nomina degli organi sociali

I contenuti delle nuove disposizioni di vigilanza disciplinano il ruolo e il funzionamento degli organi di amministrazione e controllo e il rapporto di questi con la struttura aziendale. In particolare, l’articolazione delle nuove disposizioni tocca i seguenti principali aspetti che caratterizzano i Consigli di Amministrazione e i Collegi Sindacali di una Banca: • compiti e poteri di amministrazione e di controllo, che devono essere ripartiti in modo

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ARTICOLAZIONE DELLE NUOVE DISPOSZIONI

3) Funzionamento degli organi e flussi informativi 4) Ruolo del presidente 5) Autovalutazione degli organi 6) Informazione al pubblico


• presidente del consiglio di amministrazione, che svolge un’importante funzione cruciale per garantire il buon funzionamento del consiglio, favorire la dialettica interna e assicurare il bilanciamento dei poteri; • periodico processo di autovalutazione sulla propria composizione e funzionamento; • pubblicazione e aggiornamento sul sito web delle informazioni circa le modalità di attuazione delle disposizioni. Nel seguito del presente spazio di approfondimento, per ciascuno degli ambiti delle disposizioni sopra elencati, si riportano i principali elementi di novità introdotti. 5. Compiti e poteri degli organi sociali 5.1 Consiglio di Amministrazione Venendo ai compiti e poteri del Consiglio di Amministrazione delle BCC, le principali novità introdotte riguardano la necessità di assicurare un raccordo con le recenti disposizioni introdotte in materia di sistema dei controlli (capitolo 7, Titolo V, dalla Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006). Giova in questa sede ricordare come in relazione a tale normativa le Banche hanno appena concluso il processo di autovalutazione che ha condotto alla predisposizione ed invio alla Banca d’Italia della richiesta relazione di gap analysis. In particolare, il nuovo documento di consultazione ribadisce che i Consigli di Amministrazione devono adempiere correttamente alle seguenti responsabilità:

5.2 Collegio Sindacale Con riguardo, invece al Collegio Sindacale le nuove disposizioni confermano in buona sostanza il ruolo del Collegio Sindacale che è quello di vigilare sull’osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, sulla corretta amministrazione, sull’adeguatezza degli assetti organizzativi e contabili della banca nonché sulla completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del sistema dei controlli interni: Ciò che tuttavia la Vigilanza si attende dai Collegi Sindacali, è il superamento di quelle situazioni in cui l’organo con funzione di controllo è connotato da “basso grado di LE NOVITÀ IN MATERIA DI RESPONSABILITÀ DEL CDA NELLE BCC incisività e indipendenza”. In ogni caso, l’obiettivo che 1. assicurare il governo dei rischi a cui la banca si espone, individuandone per tempo le fonti, le possibili tutti i Collegi Sindacali delle dinamiche e i necessari presidi nostre Associate si sono dati 2. definire ed approvare l’assetto organizzativo e di governo della banca, avendo cura di: a. verificare la corretta attuazione e promuovere tempestivamente le misure correttive a fronte di è quello di consolidare il ruolo eventuali lacune o inadeguatezze di “regista del Sistema dei b. garantire la chiara distinzione di compiti e funzioni nonché la prevenzione dei conflitti di interesse Controlli Interni” richiesto dal3. definire il sistema delle deleghe in modo da assicurare di non essere investito di questioni che – per le norme. Al riguardo, gli oril loro contenuto o rilevanza non strategica – possono più efficacemente essere affrontate dal Direttore gani con funzione di controllo Generale o dalle strutture aziendali condividono la necessità di im4. approvare i sistemi contabili e di rendicontazione (reporting) prontare sempre più la loro at5. supervisionare il processo di informazione al pubblico e comunicazione della banca tività al fine di assicurare la 6. assicurare un efficace confronto dialettico con il Direttore Generale e con i responsabili delle principali vigilanza, la supervisione e il funzioni aziendali e verificare nel tempo le scelte e le decisioni da questi assunte coordinamento delle funzioni 7. sovrintendere, nei termini previsti dal richiamato Capitolo 7 della Circolare 263/06, alle materie di controllo, anche mediante concernenti strategie d’impresa, sistema organizzativo, sistema dei controlli interni, ingresso in nuovi l’adozione di specifici strumercati e apertura a nuovi prodotti, sistemi interni di misurazione dei rischi, esternalizzazione di funzioni aziendali, ICAAP menti di supporto, oltre che 8. esercitare il ruolo in materia di antiriciclaggio previsto dalla disciplina attuativa del d.lgs. 231/2007 farsi promotore dell’adozione

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APPROFONDIMENTO

Autovalutazione Flussi informativi dalle funzioni di controllo

Funzione di ODV ex D.Lgs. 231/01

Verifiche periodiche sulla corretta amministrazione

COLLEGIO SINDACALE

Informativa alla Banca d’Italia per gravi irregolarità (52 TUB)

Coordinamento con revisore esterno

Scelta del revisiore esterno Segnalazione al CDA delle carenze e irregolarità rilevate

delle dovute misure correttive rispetto alle criticità segnalate dalle stesse; ciò anche in considerazione della necessità di migliorare in generale l’attività di seguimento delle azioni proposte a seguito degli interventi di verifica condotte dalle funzioni di controllo sia esternalizzate che interne alla Banca. In tale contesto si inserisce il progetto attivato dalla nostra Federazione finalizzato a dotare il Collegio Sindacale di strumenti e linee guida per lo svolgimento delle attività di monitoraggio e controllo previste dalla normativa. In par-

ticolare, il progetto mira a fornire ai Collegi Sindacali: • programmi di lavoro per tutti gli ambiti di operatività oggetto di presidio; • linee guida strutturate per la definizione della programmazione annuale e la predisposizione dei verbali in relazione agli esiti delle attività svolte; • strumenti e assistenza per il monitoraggio delle azioni correttive avviate dalla Banca a fronte delle criticità rilevate a vari livelli dalle funzioni di controllo e dall’autorità di vigilanza;

LA REVISIONE LEGALE DEI CONTI La nuova disciplina Banca d’Italia, recependo al riguardo le modifiche della normativa primaria, non prevede più che nelle BCC il Collegio Sindacale possa anche svolgere la revisione legale dei conti. Al riguardo, infatti, il D.Lgs. 39/10 prevede che nelle Banche la revisione legale può essere attribuita unicamente ad un revisore legale o ad una società di revisione. La ratio della norma intende rafforzare la responsabilità del Collegio Sindacale in merito alla vigilanza sugli assetti organizzativi e di controllo, demandando ad un diverso soggetto il compito di effettuare le procedure operative per l’effettuazione della revisione legale. Con riferimento a tale tematica, le singole Banche aderenti alla Federazione presentano situazioni eterogenee, in ragione del necessario periodo di adattamento al nuovo contesto normativo introdotto dal decreto; un numero rilevante di Banche, in particolare quelle di maggiori dimensioni, i cui incarichi di controllo contabile sono pervenuti a scadenza nel triennio successivo all’entrata in vigore del decreto, hanno optato per il conferimento dell’incarico di revisione ad una società esterna. È ancora invece diffusa la fattispecie dell’attribuzione dell’incarico al Collegio dei Sindaci. In tale contesto, diventa imprescindibile che il Collegio Sindacale concentri la propria operatività sui compiti di controllo dell’amministrazione che la normativa gli attribuisce e si spossessi in tempi brevi dell’incarico di revisione legale nei casi in cui la concomitanza delle due funzioni sia ancora in essere. La decisione in merito alla scelta di attribuire il controllo contabile ad una società di revisione comporta la necessità di procedere alla modifica statutaria, già prevista dall’opzione contemplata all’art. 43 nello Statuto tipo.

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• strumenti e metodologie per l’effettuazione di periodiche autovalutazioni in linea con quanto richiesto dalle Autorità di Vigilanza. 6. Composizione e nomina degli organi sociali La disciplina in materia di composizione e nomina degli organi sociali è probabilmente quella maggiormente innovata dalle disposizioni in consultazione. La Banca d’Italia si prefigge il duplice obbiettivo di aumentare da un lato il livello di professionalità e competenza degli esponenti aziendali e di limitare dall’altro il numero di consiglieri di amministrazione. Con particolare riguardo a tale ultimo aspetto, la posizione della Banca d’Italia è stata ribadita lo scorso 21 gennaio in una lettera inviata alle Camere dal Governatore Visco che sostiene come: “limitare il numero di consiglieri di amministrazione nelle banche risponde a fondamentali esigenze di funzionalità e di risparmio, divenute evidenti in questi anni di crisi, al punto da essere avvertite dalla generalità dell’opinione pubblica”. Sotto il profilo quantitativo la nuova normativa prevede, infatti, come nelle banche di maggiori dimensioni o complessità operativa un numero di consiglieri superiori a 13 è considerato pletorico, costituisce un caso eccezionale e richiede analitica valutazione e motivazione. Nelle altre banche, tra cui le BCC, i consigli devono essere composti da un numero di membri inferiore a 13. Al riguardo la Banca d’Italia si riserva di fissare un numero massimo anche per le banche di minore dimensione.

A norma dell’articolo 32 dello Statuto tipo delle BCC il numero massimo dei componenti il Cda è fissato in 13. Risulterà pertanto necessario procedere a livello di categoria a una revisione dello Statuto tipo al fine di adeguare il limite massimo di consiglieri ivi previsto. In ogni caso, in sede di prossimo rinnovo cariche, le BCC che si attestano sui valori massimi dovranno valutare in sede di Assemblea l’opportunità di procedere ad una riduzione del numero dei consiglieri. Sotto il profilo qualitativo, la nuova disciplina ribadisce la necessità che i componenti del Consiglio di Amministrazione posseggano competenze e professionalità adeguate al ruolo ricoperto: LE CARATTERISTICHE DEI CONSIGLIERI DI AMMINISTRAZIONE 1. pienamente consapevoli dei poteri e degli obblighi inerenti alle funzioni che ciascuno di essi è chiamato a svolgere 2. professionalità adeguate al ruolo da ricoprire e calibrate in relazione alle caratteristiche operative e dimensionali della banca 3. competenze diffuse tra tutti i componenti e opportunamente diversificate, in modo da consentire che ciascuno dei componenti possa effettivamente contribuire ad assicurare un governo efficace dei rischi in tutte le aree della banca 4. diversificazione anche in termini di competenze, esperienze, età, genere e provenienza geografica 5. tempo e risorse adeguate alla complessità del loro incarico, anche in relazione ad altri incarichi assunti o attività lavorative svolte 6. azione rivolta al perseguimento dell’interesse complessivo della banca, indipendentemente dalla compagine societaria che li ha votati o dalla lista da cui sono tratti

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APPROFONDIMENTO

Un ulteriore aspetto ribadito dalle norme riguarda la necessità di considerare ed esaminare, in sede di valutazione dei requisiti di indipendenza degli amministratori, tutti i rapporti creditizi intrattenuti con la Banca e riconducibili al consigliere ritenuto indipendente. Tale previsione normativa, induce una riflessione circa l’opportunità di modificare l’art 32 dello Statuto tipo delle BCC al fine di considerare, come ulteriore requisito di indipendenza degli amministratori, una non eccessiva presenza di concessioni creditizie nei confronti degli esponenti aziendali. La nuova norma riprende, inoltre, i riferimenti della precedente Comunicazione di gennaio 2012 per ribadire: • la necessità che le Banche adottino piani di formazione adeguati ad assicurare che il bagaglio di competenze tecniche degli esponenti aziendali necessario per svolgere con consapevolezza il proprio ruolo, sia preservato nel tempo; • l’obbligo per il Consiglio di Amministrazione di a) identificare preventivamente la propria composizione quali-quantitativa considerata ottimale, individuando e

I COMPITI DEL COMITATO CONTROLLI INTERNI E RISCHI 1. individua e propone i responsabili delle funzioni aziendali di controllo da nominare 2. esamina preventivamente i programmi di attività (compreso il piano di audit) e le relazioni annuali delle funzioni aziendali di controllo indirizzate al Cda 3. esprime valutazioni e formula pareri al Cda in ordine al rispetto dei principi cui devono essere uniformati il sistema dei controlli interni e l’organizzazione aziendale e dei requisiti che devono essere rispettati dalle funzioni aziendali di controllo, portando all’attenzione del Cda gli eventuali punti di debolezza e le conseguenti azioni correttive da promuovere 4. contribuisce, per mezzo di valutazioni e pareri, alla definizione della politica aziendale di esternalizzazione di funzioni aziendali di controllo 5. verifica che le funzioni aziendali di controllo si conformino correttamente alle indicazioni e alle linee del Cda e coadiuva quest’ultimo nella redazione del documento di coordinamento del sistema dei controlli interni 6. valuta il corretto utilizzo dei principi contabili per la redazione dei bilanci d’esercizio, e a tal fine si coordina con il Collegio Sindacale 7. supporta il Cda nella definizione delle politiche e dei processi di valutazione delle attività aziendali, inclusa la verifica che il prezzo e le condizioni delle operazioni con la clientela siano coerenti con il modello di business e le strategie di gestione dei rischi della banca 8. accerta che gli incentivi sottesi al sistema di remunerazione e incentivazione della banca siano coerenti con il RAF

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motivando il profilo teorico (ivi comprese caratteristiche di professionalità e di eventuale indipendenza) dei candidati; b) verificare successivamente la rispondenza tra la composizione quali-quantitativa ritenuta ottimale e quella effettiva risultante dal processo di nomina, trasmettendone gli esiti alla Banca d’Italia nell’ambito della verifica dei requisiti degli esponenti aziendali. 7. Funzionamento degli organi e flussi informativi La Banca d’Italia ribadisce come il funzionamento corretto ed efficiente degli organi richieda la predisposizione di flussi informativi, procedure, metodi di lavoro, tempistiche delle riunioni. Al riguardo, viene riproposto e rafforzato l’obbligo di individuazione e formalizzazione di prassi operative (procedure di convocazione, periodicità delle riunioni, partecipazione) che assicurino effettività e tempestività all’azione degli organi. Essenziale, dunque, in tale contesto diventa l’adozione, aggiornamento e attuazione del Regolamento di funzionamento del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale nonché del Regolamento dei flussi informativi.

IL COMITATO CONTROLLI INTERNI E RISCHI NELLE BCC CON ATTIVO SUPERIORE A 3,5 MILIARDI DI EURO La normativa in consultazione, obbliga le BCC con attivo superiori a 3,5 miliardi di euro a costituire il Comitato Controlli Interni e Rischi, definendone chiaramente la composizione, il mandato, i poteri (consultivi, istruttori, propositivi), le risorse disponibili e il regolamento interno di funzionamento. Esso dovrà essere composto da 3 membri, tutti non esecutivi e non facenti parte di altri comitati, uno dei quali nominato presidente. I membri del Comitato devono possedere conoscenze, competenze ed esperienze tali da poter comprendere appieno e monitorare le strategie e gli orientamenti al rischio della banca. Ai lavori del Comitato partecipa almeno un componente del Collegio Sindacale; ciò al fine di assicurare lo scambio delle informazioni di reciproco interesse. Il Comitato Controlli Interni e Rischi svolge funzioni di supporto al Consiglio di Amministrazione in materia di sistema di controlli interni. In generale, il Comitato ripone particolare attenzione a tutte quelle attività strumentali e necessarie affinché il CdA possa addivenire ad una corretta ed efficace determinazione del RAF (“risk appetite framework”) e delle politiche di governo dei rischi.


I REGOLAMENTI DI FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANI Regolamento del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale

Regolamento dei Flussi informativi

tempistica, forme e contenuti della documentazione da trasmettere ai singoli componenti

individuazione dei soggetti tenuti a inviare, su base regolare, flussi informativi agli organi

compiti e i doveri attribuiti ai presidenti degli organi, in punto di: (i) formazione ordine del giorno; (ii) informazione preventiva ai componenti, (iii) documentazione e verbalizzazione del processo decisionale; (iv) disponibilità ex post di detta documentazione; (v) trasmissione, ove previsto, delle delibere all’Autorità di vigilanza

riferimento diretto agli organi da parte dei responsabili delle funzioni aziendali di controllo

determinazione del contenuto minimo dei flussi informativi, includendo, tra l'altro: (i) livello e andamento di esposizione della banca a tutte le tipologie di rischio; (ii) scostamenti rispetto alle politiche approvate; (iii) tipologie di operazioni innovative e rispettivi rischi

obblighi di riservatezza dei componenti e meccanismi previsti per assicurarne il rispetto

8. Ruolo del Presidente

9. Autovalutazione e informazione al pubblico

La nuova disciplina normativa della Banca d’Italia si prefigge l’obiettivo di “valorizzare la figura del Presidente” all’interno del Consiglio di Amministrazione. In particolare, viene ribadita la funzione cruciale del Presidente volta a garantire il buon funzionamento del Consiglio, favorire la dialettica interna e assicurare il bilanciamento dei poteri. Viene confermata la funzione prettamente non esecutiva del Presidente del CdA, esplicitata attraverso la previsione di due ulteriori elementi di novità: 1. il divieto da parte del Presidente di essere membro del comitato esecutivo; 2. il divieto di attribuire al Presidente compiti di supplenza degli organi o funzioni esecutive. Con riferimento a tale ultimo aspetto, nell’ambito della revisione dello Statuti tipo delle BCC, appare opportuno superare la previsione dell’art. 35 che in materia di erogazione del credito prevede in taluni casi i compiti di supplenza del Presidente.

Banca d’Italia ribadisce la necessità che il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale si sottopongano a periodiche autovalutazioni. In particolare, il processo di autovalutazione: 1. è formalizzato in un apposito regolamento che contiene la declinazione dell’organizzazione, delle metodologie e degli strumenti operativi del processo; 2. è svolto con cadenza annuale; 3. è condotto da personale specializzato sulla base delle indicazioni metodologiche formalizzate dalla Banca d’Italia nell’Allegato 3 al documento di consultazione. La nuova normativa prevede, inoltre, che le banche che dispongono di un sito web pubblichino e aggiornino le informazioni circa le modalità di attuazione delle disposizioni.

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PRIMO PIANO

Il nuovo sistema di vigilanza bancaria integrata

Negli ultimi cinque anni il sistema dei controlli pubblici sulle banche è stato interessato nel nostro continente da un radicale processo evolutivo che, nella logica di un rafforzato stimolo federalista, mira al superamento del modello della vigilanza nazionale armonizzata, cui si era sinora ispirata la legislazione europea, e alla realizzazione di una vera e propria Unione Bancaria, caratterizzata da una vigilanza pienamente integrata a livello sovranazionale. Per descrivere l’architettura del nuovo sistema di vigilanza bancaria integrata si può fare ricorso all’immagine di due cerchi concentrici, sul più esterno dei quali andrebbero collocate le novità normative applicabili in tutti gli Stati dell’Unione Europea, mentre il cerchio più interno sarebbe destinato a ospitare la disciplina “speciale”, applicabile solo negli Stati dell’Eurozona e negli altri che vi si vogliano assoggettare su base spontanea1. All’interno della riforma della vigilanza bancaria europea, sono attualmente in vigore solo i complessi normativi che hanno creato il Sistema Europeo di Vigilanza Finanziaria (SEVIF) e quelli che formano il c.d. “pacchetto CRR/CRD IV”, entrambi applicabili a tutti e 28 gli Stati della UE. Le funzioni di vigilanza alla BCE saranno operative dal 4 novembre 2014, mentre più in arretrato sono i lavori per l’istituzione di un meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie. 16

a cura di Fabrizio Burelli

I - IL SISTEMA EUROPEO DI VIGILANZA FINANZIARIA (SEVIF)

I

Il Sistema Europeo di Vigilanza Finanziaria (SEVIF) è stato istituito con 4 regolamenti (nn. 1092/2010, 1093/2010, 1094/2010 e 1095/2010). Le finalità prioritarie dell’istituzione del SEVIF sono state: • da un lato quella di introdurre una vigilanza macroprudenziale incaricata di individuare preventivamente i fattori di rischio sistemico e di fornire tempestivamente i relativi elementi di valutazione alle autorità politiche nazionali, europee e a quelle incaricate della vigilanza micro prudenziale; • dall’altro quella di ovviare al riscontrato deficit di uniformità delle regole e delle prassi nazionali di vigilanza. Tali obiettivi sono stati perseguiti con la creazione ex novo di un organismo di vigilanza macro prudenziale, facente perno sulla BCE e coinvolgente nella propria attività il Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC), e con l’istituzione di tre distinte agenzie europee, incaricate del coordinamento della vigilanza micro prudenziale nei tre settori chiave (bancario, finanziario e assicurativo), chiamate a sostituire, garantendo una ben maggiore stabilità, i tre preesistenti comitati formati dalle Autorità di vigilanza nazionali.

1 In conformità a tale ricostruzione, sono ricondotti al primo cerchio i regolamenti che hanno creato il SEVIF, il regolamento CRR e la direttiva CRD IV e le due proposte di direttiva tese a introdurre schemi europei di risoluzione delle crisi e di assicurazione dei depositi, mentre sono classificate nel secondo cerchio più esterno le due proposte di regolamento istitutive del Single Supervisory Mechanism e del Single Resolution Mechanism/Single Bank Resolution Fund, che rappresenteranno lo stadio più avanzato del complessivo progetto perseguito dal legislatore europeo.


Il SEVIF si compone, pertanto: • dell’European Systemic Risk Board (ESRB) • delle tre “Agenzie europee indipendenti” • European Banking Authority (EBA o ABE) per le banche, • European Securities and Markets Authority (ESMA) per i mercati e gli strumenti finanziari • European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA), per le assicurazioni e le pensioni aziendali e sociali • del Comitato congiunto fra le stesse • e delle Autorità nazionali degli Stati membri. Le Agenzie componenti il SEVIF sono operative dal gennaio 2011. All’EBA – che, in ragione delle competenze a essa assegnate, delle tre Agenzie incaricate della vigilanza micro prudenziale è quella che maggiormente interessa - è stato attribuito il potere: a) di elaborare progetti di norme tecniche di regolamentazione e progetti di norme tecniche di attuazione, da sottoporre all’approvazione della Commissione europea; b) di adottare orientamenti e formulare raccomandazioni indirizzati alle Autorità nazionali o alle istituzioni finanziarie, finalizzati a istituire prassi di vigilanza uniformi, efficienti ed efficaci e per assicurare l’applicazione comune, uniforme e coerente del diritto dell’Unione; c) di adottare atti in sostituzione delle Autorità nazionali in caso di violazione del diritto dell’Unione, in situazioni di emergenza e per risolvere controversie fra Autorità competenti in situazioni transfrontaliere. Sono attribuite alle tre Agenzie componenti il SEVIF compiti di regulation e di coordinamento delle Autorità nazionali, lasciando invece a queste ultime l’esercizio della vigilanza diretta sugli intermediari.

II

II - NUOVA ARCHITETTURA DELLA LEGISLAZIONE PRUDENZIALE EUROPEA (“PACCHETTO CRR/CRD IV”)

Il 27 giugno 2013 sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea i testi del Regolamento (UE) n. 575/2013 (o CRR) e della Direttiva 2013/36/UE (o CRD IV) con i quali vengono introdotte nell’Unione europea le regole definite dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria nel dicembre 2010 con l’intento di promuovere un sistema bancario più solido e resistente agli shock finanziari. Tali nuovi provvedimenti – che sostituiscono integralmente la Direttiva 2006/48/CE (“CRD”), relativa all’accesso all’attività degli enti creditizi e al suo esercizio, e la Di-

rettiva 2006/49/CE (“CAD”), relativa all’adeguatezza patrimoniale delle imprese di investimento e degli enti creditizi – costituiscono il quadro normativo di riferimento nell’Unione europea per banche e imprese di investimento (SIM) dal 1° gennaio 2014. 1. Le fonti comunitarie La nuova legislazione prudenziale europea si compone di due atti: • la Direttiva 2013/36/UE, che è stata recepita negli ordinamenti nazionali, contiene disposizioni in materia di: autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi, cooperazione fra autorità di vigilanza, processo di controllo prudenziale, metodologie per la determinazione delle riserve di capitale (buffer), disciplina delle sanzioni amministrative, regole su governo societario e remunerazioni; • il Regolamento (UE) n. 575/2013, che avendo diretta efficacia negli Stati membri non ha richiesto il recepimento da parte degli Stati membri, definisce le norme in materia di fondi propri, requisiti patrimoniali minimi, rischio di liquidità, leva finanziaria (leverage), informativa al pubblico. 2. Le principali novità del nuovo quadro normativo Il nuovo quadro normativo europeo introduce importanti elementi di novità sul piano dei contenuti rispetto alla precedente normativa prudenziale, in coerenza con la revisione della legislazione finanziaria internazionale. In particolare, si evidenzia l’introduzione di nuove regole nelle seguenti materie: a) capitale: si è provveduto ad accrescere sia la qualità sia il livello minimo regolamentare del patrimonio di vigilanza nell’ambito di un quadro complessivo di maggiore armonizzazione degli aggregati patrimoniali; b) rischio di controparte: sono stati introdotti: i) un requisito patrimoniale ad hoc (credit valuation adjustment - CVA) per coprire le perdite derivanti dagli aggiustamenti al valore di mercato dei contratti derivati OTC a seguito delle variazioni del merito di credito; ii) uno specifico trattamento per le esposizioni verso le controparti centrali (Central Counterparty - CCP); c) leverage ratio: l’entrata in vigore del Regolamento comporta l’introduzione di specifici obblighi di reporting in materia di “leva finanziaria” per banche e SIM. È anche previsto dal 1° gennaio 2015 un obbligo di disclo-

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PRIMO PIANO

sure (divulgazione) del proprio coefficiente di leva finanziaria; d) liquidità: dal 1° gennaio 2014 è iniziato il periodo di monitoraggio di un anno durante il quale le banche e le SIM sono tenute all’adempimento di specifici obblighi segnaletici per la rilevazione della propria esposizione al rischio di liquidità; e) buffer di capitale: la CRD IV disciplina a livello europeo i buffer di capitale alla luce delle nuove previsioni del Comitato di Basilea in materia; f) obblighi di disclosure (divulgazione): sono stati introdotti nuovi obblighi di disclosure con frequenza annuale; per le banche e le SIM con riferimento, tra l’altro, alle informazioni relative all’utile/perdita prima delle imposte, all’ammontare delle imposte stesse sull’utile/perdita e ai contributi pubblici ricevuti. 3. La trasposizione nell’ordinamento nazionale Le novità intervenute nel contesto regolamentare europeo hanno reso necessaria un’azione complessiva e sistematica di adeguamento dell’ordinamento nazionale. Per rispondere a tale esigenza è stata predisposta dalla Banca d’Italia la Circolare 285 del 17 dicembre 2013. La Circolare ha riordinato le disposizioni di vigilanza per le banche nelle aree rimesse alla potestà regolamentare secondaria della Banca d’Italia, raccogliendo in un solo fascicolo le disposizioni contenute in una molteplicità di sedi, fra cui in particolare la Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 Nuove disposizioni di vigilanza per le banche, la Circolare n. 229 del 21 aprile 1999 Istruzioni di Vigilanza per le banche, altre disposizioni rilevanti non incorporate in Circolari. La Circolare si compone di tre Parti. La Parte Prima è dedicata alle disposizioni di recepimento della CRD IV. La Parte Seconda, dedicata all’attuazione del CRR, riporta anche le discrezionalità nazionali esercitate dalla Banca d’Italia. La Parte Terza contiene le disposizioni prudenziali su materie e tipologie di rischi non disciplinate né dalla direttiva né dal regolamento. III - IL SINGLE SUPERVISORY MECHANISM E L’ATTRIBUZIONE DELLA VIGILANZA ALLA BCE

III

L’approccio seguito dal legislatore europeo con l’istituzione del SEVIF (vedere punto I), si è rivelato troppo timido e complessivamente inidoneo ad assicurare quell’accentramento del sistema dei controlli che era stato

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ritenuto necessario per ovviare alle ragioni della crisi. L’aggravarsi della crisi ha, infatti, dimostrato come il solo coordinamento tra le Autorità di vigilanza – per quanto rafforzato dal SEVIF – sia di per sé insufficiente a preservare la stabilità finanziaria nell’Unione, specialmente con riferimento agli Stati che hanno aderito alla moneta unica, perché la stabilità dei sistemi bancari nazionali è percepita come strettamente legata alla stabilità dello Stato di insediamento. Per conseguire tale obiettivo occorreva, quindi, mettere a fattor comune la stabilità complessiva dell’Eurozona, creando una vera e propria Unione Bancaria europea basata su un corpus unico di norme completo e dettagliato, la cui supervisione sia affidata a un meccanismo di vigilanza unico, che assicuri un controllo ottimale sotto il profilo qualitativo e libero da considerazioni estranee all’ottica prudenziale. Così, a seguito del Vertice dell’Eurozona del 29 giugno 2012, sono emerse 2 diverse linee: • da un lato ha ricevuto un nuovo e decisivo impulso il processo di riavvicinamento delle discipline nazionali e dei criteri di esercizio dei poteri di vigilanza (i cui risultati si sono condensati nel regolamento (UE) n. 575/2013 e nella direttiva 2013/36/UE, che compongono il “pacchetto CRR/CRD IV”), • dall’altro è stato avviato nel settembre dello stesso anno un progetto, ben più radicale, di trasferimento delle funzioni e dei poteri di vigilanza dalle Autorità nazionali a quelle europee, con la presentazione da parte della Commissione europea di un regolamento mirante a conferire alla BCE specifici compiti in materia di politiche di vigilanza sugli enti creditizi. Il regolamento è stato definitivamente approvato dal Consiglio Ecofin lo scorso 15 ottobre (Reg. UE 1024/2013). La BCE assumerà appieno i compiti di vigilanza il 4 novembre 2014, ovvero 12 mesi dopo l’entrata in vigore del regolamento. La ripartizione dei compiti all’interno del Meccanismo Unico di Vigilanza, tra Autorità nazionali e BCE, è tutt’altro che semplice e lineare. In linea di massima, alla BCE sono attribuite competenze esclusive, in parte individuate sulla scorta di un criterio per materia, atteso che saranno di sua esclusiva spettanza il rilascio e la revoca dell’autorizzazione agli enti creditizi e la valutazione delle domande di acquisto o di cessione di partecipazioni qualificate in enti creditizi nei confronti di tutte le banche dei paesi partecipanti; in parte sulla scorta di un criterio per soggetti, atteso che essa eserciterà la vigilanza prudenziale diretta e i relativi poteri sui soggetti vigilati più rilevanti su base consolidata. In particolare, in base a questo secondo criterio di riparto,


è sottoposta al controllo diretto della BCE una platea di circa 130 banche europee2, che include in ogni caso, salvo particolari circostanze, le tre più rilevanti di ciascuno Stato oltre a quelle che avranno richiesto o ricevuto assistenza finanziaria pubblica dall’European Financial Stability Facility (EFSF) o dall’European Stability Mechanism (ESM). IV - VERSO SCHEMI EUROPEI DI RISOLUZIONE DELLE CRISI BANCARIE E DI GARANZIA DEI DEPOSITI E L’ISTITUZIONE DI UN SINGLE RESOLUTION MECHANISM

IV

Esiste uno stretto nesso di continuità fra la realizzazione di un Sistema integrato di Vigilanza europea e la messa in opera di schemi comuni di assicurazione dei depositi e di risoluzione delle crisi bancarie. L’esperienza degli anni della crisi ha, infatti, insegnato che gli interventi nazionali aventi a oggetto il salvataggio di banche o istituzioni finanziarie possono riflettersi negativamente sul debito sovrano dello Stato interessato e, specialmente ove si tratti di un paese dell’Eurozona, possono successivamente ripercuotersi anche sulla moneta comune, estendendo così il danno alle economie di altri Stati dell’Unione monetaria e ingenerando costi, che devono essere sopportati dai contribuenti degli stessi. Ne discende che né l’assoggettamento delle banche alle regole uniformi o alle prassi di vigilanza convergenti, che dovrebbero essere assicurate dal SEVIF e dal “pacchetto CRR/CRD IV”, né lo stesso accentramento della vigilanza cui mira il Single Supervisory Mechanism, sarebbero di per sé soli sufficienti a superare tale criticità, ove la risoluzione delle eventuali future crisi, i salvataggi bancari e la tutela dei depositanti continuassero a competere alle singole istituzioni nazionali, facendo ricadere la copertura dei costi sulle finanze dei relativi Stati e innescando così nuovamente il circolo vizioso sopra descritto.

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Un ente creditizio rientra nell’ambito del controllo diretto della BCE qualora soddisfi una qualsiasi delle seguenti condizioni: i) il valore totale delle attività supera i 30 miliardi di euro; ii) il rapporto tra le attività totali e il PIL dello Stato membro partecipante in cui è stabilito supera il 20%, a meno che il valore totale delle attività sia inferiore a 5 miliardi di euro; iii) in seguito alla notifica dell’Autorità nazionale competente secondo cui tale ente riveste un’importanza significativa con riguardo all’economia nazionale, la BCE decide di confermare tale significatività sulla scorta di una sua valutazione approfondita, compreso lo stato patrimoniale, dell’ente creditizio in questione.

A ciò dovrebbero ovviare, la proposta di Direttiva sul risanamento e sulla risoluzione (liquidazione) delle banche, finalizzata ad armonizzare gli strumenti di intervento in dotazione ai vari Stati e tendente a porre il costo del salvataggio dell’istituzione bancaria a carico degli azionisti e dei creditori della stessa anziché dei contribuenti, la proposta di Direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi bancari e la recente (luglio 2013) proposta di Regolamento per l’introduzione di un meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie. Le prime due proposte sono destinate a finire sul cerchio esterno, in quanto finalizzate ad introdurre norme applicabili in tutti gli Stati dell’Unione Europea, mentre l’ultima, avendo ad oggetto l’introduzione di norme che troveranno applicazione nei soli Stati dell’Eurozona o negli altri, che intendano aderire su base spontanea al Meccanismo di vigilanza accentrata, si inserirebbe nel cerchio interno, confermando, anche con riferimento alla gestione delle crisi bancarie, l’andamento a due velocità che sembra ormai caratterizzare l’intero approccio del legislatore europeo alla Banking Union. I lavori relativi a tali proposte sono a uno stadio ancora arretrato, anche se l’accordo politico concluso a dicembre scorso dai Ministri delle Finanze UE sull’introduzione di un Meccanismo Unico Europeo di risoluzione delle crisi bancarie dovrebbe accelerare i lavori. 1) Proposta di Direttiva sul risanamento, la gestione delle crisi e liquidazione delle banche nell’Unione Bancaria (Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD) Disciplina i casi di crisi bancarie prevedendo modalità di prevenzione e strumenti per la liquidazione di una banca (asset separation, bridge bank, bail-in), l’istituzione di una Autorità di risoluzione (liquidazione) e di un fondo di risoluzione (liquidazione). Il Fondo per le liquidazioni affianca il Fondo di garanzia per i depositanti e prevede il versamento di contributi ex ante fino al raggiungimento della capienza minima prevista da fondo. L’entrata in vigore è attesa per il 1° gennaio 2015. 2) Proposta di Direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi bancari (Deposit Guarantee Scheme Directive – DGS) Riforma del regime di protezione dei depositi finalizzata alla costituzione di fondi di protezione dei depositanti (alimentato con contribuzione ex ante ed ex post da parte delle banche) e alla definizione di meccanismi di rimborso in circa 5 giorni fino ad un massimo di 100.000 euro per depositante. Al momento, manca ancora l’accordo fra

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PRIMO PIANO

Parlamento e Consiglio sulla capienza del fondo. Ad ogni modo, l’entrata in vigore è presumibilmente prevista al 1 gennaio 2015. 3) Proposta di regolamento per l’introduzione di un Meccanismo Unico Europeo di risoluzione delle crisi bancarie ( Single Resolution Mechanism –SRM) Il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie, proposto dalla Commissione europea, è finalizzato a completare il Meccanismo di vigilanza unico.

A differenza del sistema di vigilanza unico che prevede una divisione operativa dei compiti tra BCE (che supervisiona direttamente le banche sistemiche) e supervisori nazionali (ai quali è demandata la supervisione delle banche di minore dimensione), nel SRM tutte le banche sono soggette direttamente all’Autorità Europea per le Liquidazioni; l’Autorità nazionale per le liquidazioni ha solo il compito di applicare le decisioni prese in sede europea. Secondo l’attuale calendarizzazione, l’entrata in vigore dovrebbe essere il 1° gennaio 2015.

Gradualità e proporzionalità per le BCC Intervista a Roberto Di Salvo, Vicedirettore Generale Federcasse e Direttore del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo Il prossimo novembre la BCE assumerà compiti specifici di vigilanza bancaria. Cosa cambierà per le BCC? In attesa di esaminare le disposizioni attuative del Single Supervisory Mechanism (SSM), si può ipotizzare che la Supervisione bancaria accentrata presso la BCE, seppure strettamente riferibile ai maggiori gruppi bancari della UE, potrà guardare con interesse anche all’andamento e all’evoluzione dei sistemi bancari nazionali nel loro complesso, senza poter escludere dal campo di osservazione i raggruppamenti informali di banche quali i sistemi coo-

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perativi – tra cui ovviamente rientrano le BCC italiane unitamente al Gruppo Iccrea – data la rilevanza che questi sistemi assumono in molti Paesi dell'Unione. In linea generale, anche a prescindere dall'eserciziio diretto della funzione di vigilanza, ciò che si può attendere dalla Supervisione accentrata è un processo di forte armonizzazione delle regole e dei criteri di vigilanza su tutti gli intermediari bancari, anche con specifico riguardo alle banche escluse dal perimetro dell’SSM. Da parte nostra, continueremo la battaglia per far rispettare il principio della proporzionalità nell’applicazione delle norme, sot-


tolineando in ogni sede e occasione che la piccola dimensione delle BCC e la relativa semplicità del loro modello di business impongono una “graduazione” delle misure e degli interventi. Come si coordinerà la BCE con la Banca d’Italia (e le altre Autorità nazionali)? Come si coordinerà con l’Autorità Bancaria Europea (ABE)? L’attività di vigilanza sui grandi gruppi, quasi tutti con ramificazioni a livello europeo e internazionale, implica necessariamente un forte coordinamento tra la BCE, le singole Autorità nazionali e l’insieme delle stesse. Le attività di analisi cartolare e quelle ispettive, nonché le decisioni da assumere, non potranno quindi che essere a carattere collegiale, date le caratteristiche di complessità e di internazionalizzazione proprie di questi gruppi. In questo ambito di rafforzata azione congiunta della BCE e delle Vigilanze nazionali, si inserisce l’attività dell’Autorità Bancaria Europea che da Londra detterà gli standard applicativi delle nuove norme europee, a cui gli intermediari e le Autorità di controllo si conformeranno, ognuno secondo i propri ruoli e funzioni. La BCE avrà la possibilità di richiedere informazioni e potere di indagine su tutte le istituzioni creditizie dell’Unione Europea. Ciò significa che le BCC saranno sottoposte ad una doppia vigilanza di Bankitalia e della BCE? Non credo che le BCC potranno essere sottoposte a un doppio binario di controlli e verifiche. In primo luogo perché sarebbe troppo costoso e al riguardo dobbiamo tener conto anche di obiettivi di economicità e sostenibilità delle funzioni svolte dalle diverse Autorità di controllo. In secondo luogo perché la duplicazione di funzioni e/o di interventi di vigilanza rischierebbe di creare problemi di disallineamento e di sovrapposizione tra Autorità, con un paradossale indebolimento dell'azione di vigilanza e un possibile pregiudizio per la stessa stabilità di singoli intermediari o di componenti del sistema bancario. In linea di massima, quindi, si prefigura uno scenario caratterizzato da: a) una vigilanza nazionale sulle BCC esercitata secondo regole e criteri armonizzati a livello europeo, in modo non troppo dissimile da quanto sta già avvenendo da almeno un biennio; b) un probabile sguardo della BCE sull’andamento del Sistema delle BCC italiane nel suo complesso, visto che ad oggi ci collochiamo, come “raggruppamento”, al terzo posto in Italia per dimensione complessiva; c) una possibile peculiare attenzione della BCE su alcune attività tipiche di un sistema decentrato come il nostro, che, seppure a forte vocazione domestica, svolge una funzione importante nell’ambito

dei flussi finanziari e di pagamento tra le aree periferiche del Paese e i canali centralizzati di compensazione di tali flussi. Non è del tutto da escludersi che, all’interno di una prospettiva del genere, il riconoscimento e l’avvio del FGI possa prevedere un focus specifico della BCE, anche in considerazione del carattere innovativo e originale di questa iniziativa. Quali saranno le prossime tappe nel processo di vigilanza integrata? Le prossime tappe dell’SSM, oltre alle disposizioni attuative e alla concreta prassi che si instaurerà, sono costituite dagli altri tasselli dell’Unione bancaria, e segnatamente dalle norme che entro breve saranno approvate in materia di sistemi di garanzia dei depositi e di meccanismi di intervento per il risanamento di banche in difficoltà o di intervento risolutivo di crisi irreversibili. Anche in questo ambito, è attesa una forte standardizzazione a livello comunitario delle regole e una progressiva integrazione di sistemi di garanzia, Autorità preposte e meccanismi di intervento, con l’obiettivo fondamentale di evitare il ripetersi di episodi di cattiva gestione delle crisi bancarie e di trasferimento dei relativi costi sui contribuenti europei. Tutto questo, quindi, viene a costituire, auspicabilmente, un rilevante miglioramento nell’assetto dei controlli e dei presidi volti ad assicurare la stabilità del sistema finanziario europeo e una migliore capacità delle banche di tornare a svolgere la loro funzione essenziale: finanziare lo sviluppo delle imprese e sostenere le famiglie nella realizzazione dei loro progetti. Esprimo però anche una preoccupazione: ovvero che l’eccesso di regole e i costi dei nuovi controlli e presidi possa pregiudicare la libertà di fare impresa anche da parte delle stesse banche, soprattutto di quelle di piccola dimensione e a vocazione cooperativa. Dobbiamo quindi lavorare affinché ciò sia scongiurato.

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PUNTO CONGIUNTURALE

Il lavoro e lo sviluppo priorità dell’Italia Organizzata da Nemetria la XXII Conferenza “Etica ed Economia”, svoltasi a Foligno lo scorso ottobre. Il Ministro Enrico Giovannini: “Negli ultimi dieci anni è mancata la prospettiva di progettare un futuro per le imprese”

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Le priorità per l’Italia che cerca di scavallare la crisi sono soprattutto il lavoro e lo sviluppo. Tutto il resto diventa una naturale conseguenza. Il timone è stato posizionato in questa direzione nel corso della Ventiduesima Conferenza “Etica ed Economia”, promossa da Nemetria, con il sostegno della Federazione BCC Lazio Umbria Sardegna e svoltasi a Foligno a fine ottobre 2013. Nello splendido scenario dell’Auditorium San Domenico sono stati discussi progetti e idee che però hanno bisogno di essere messe in pratica in maniera chiara per impattare con decisione la recessione stagnante che rischia di risucchiare il Paese. Così, per un giorno, il centro storico della città umbra è diventato il crocevia di idee e confronti ai quali non si sono sottratti rappresentanti istituzionali nazionali e locali, imprenditori e manager, sindacalisti e mondo della cultura, coordinati dal progetto complesso articolato messo in campo da Nemetria. In questo contesto un ruolo importante lo hanno le banche locali e, nello specifico, le BCC. Non è un caso


se all’evento era presente un buon numero di rappresentanti del mondo cooperativo della Federazione, che segue con molta attenzione e da vicino le realtà territoriali delle tre regioni. “La crisi – ha sottolineato il Direttore Generale, Paolo Grignaschi - ha ridisegnato equilibri e prospettive future. Il binomio etica-economia è eccessivamente influenzato da strategie passate i cui risultati

sono del tutto evidenti. Oggi, occorre lavorare per creare condizioni all’insegna della discontinuità e con fervore positivo, partendo proprio dalle priorità del lavoro, della crescita e dello sviluppo. Perché ciò avvenga, però, è necessario che tutti compiano un passo indietro ritrovando quei valori che sembrano essere smarriti”. A puntare in maniera decisa sull’inversione di tendenza è stato anche il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, il quale ha sottolineato come oggi “sia necessario perseguire più il lavoro del reddito. Negli ultimi dieci anni è mancata la prospettiva di progettare un futuro per le imprese: è invece essenziale pensare in chiave futura, per superare la congiuntura drammatica che abbiamo davanti. Dobbiamo rimetterci a studiare noi tutti, come individui e come Paese per il bene della collettività e mi batterò affinché venga approvato il sostegno per l’inclusione attiva, in quanto l’inclusione sociale è molto più di un reddito, perché dà forza all’individuo e la spinta giusta per tornare nel mercato del lavoro. Non dobbiamo dimenticarci di chi è particolarmente debole”. Una linea pratica l’ha tracciata il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, il quale ha sottolineato l’importanza “di una reazione ferma e decisa. È l’unico modo – ha detto – per superare la crisi. Questo vuol dire che la politica deve espletare il proprio compito di valorizzazione dei territori, ponendoli nelle condizioni di essere attrattivi verso gli investimenti”. Rocco Viola

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TESORI DEL TERRITORIO

Palestrina una città di continue rinascite

Sorta sul sito dell’antica Praeneste, nel Medioevo divenne oggetto di contesa tra la Santa Sede e la famiglia Colonna. Numerose le devastazioni che subì, risorgendo però sempre dalle rovine L’attuale Palestrina sorge sull’antica Praeneste, città latina celeberrima in età antica per il Santuario della Fortuna Primigenia. Il suo territorio si estende su una cima dei Monti Prenestini (il monte Ginestro), nella zona compresa tra il bacino del fiume Sacco e l’Aniene. Qual è l’origine del toponimo? Nelle Vite Parallele Plutarco lo fa derivare dal nome greco prinistos (leccio), un albero diffuso in zona. Catone parla, invece, di Praeneste, dal latino praene (parte alta) e ste radice latina del verbo stare (stare nella parte alta). Virgilio, nel VII libro dell’Eneide, attribuisce la fondazione della città di Palestrina a Ceculo, figlio del dio Vulcano. L’antica Praeneste è menzionata in documenti risalenti all’VIII secolo a.C. quando i Latini, popolazione indoeuropea, si organizzarono nel Lazio in leghe di carattere politico. La città venne conquistata da Roma dopo aver opposto strenua resistenza, durante la quale aveva stabilito un’alleanza con i Galli in funzione anti-romana. Durante

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le lotte civili di Roma si schierò dalla parte del console Mario (157-86 a.C.), venendo poi sottomessa duramente da Silla (138-78 a.C.), che la trasformò in una colonia militare. Durante il periodo medievale Palestrina divenne feudo dei conti di Tuscolo, e l’atto di infeudazione, risalente al 970, rappresenta il primo documento storico ufficiale. Nel XIII il borgo diL’antica Praeneste venne oggetto di contese tra la Santa Sede è menzionata ed i Colonna. Quest’ultimi, nel 1297, vennero in documenti risalenti scomunicati da Papa Bonifacio VIII (1235all’VIII secolo a.C. 1303), che li privò delle loro terre e fece diquando i Latini, struggere la cittadina. Nel 1306 venne però popolazione ricostruita ed iniziò un periodo di pace, inindoeuropea, terrotto quando la Curia, dopo l’esilio avisi organizzarono gnonese, fece rientro a Roma. nel Lazio in leghe Nel 1447 i Colonna riuscirono a ristabilire di carattere politico. rapporti meno turbolenti con la Chiesa, ot-

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TESORI DEL TERRITORIO

tenendo ancora una volta il possesso di Palestrina, che venne ricostruita dopo un’ennesima precedente distruzione. La città, nel 1572, divenne un principato e, nel 1630, venne ceduta ai Barberini. Durante il Risorgimento, si ricorda la vittoria, il 9 maggio 1849, di Garibaldi (1807-1882) sulle truppe di Ferdinando II (1810-1859) di Borbone, mentre la storia recente di Palestrina è segnata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che, oltre a causare morte e distruzione, consentirono la scoperta delle strutture del santuario della Fortuna Primigenia. L’economia: artigianato e agricoltura L’intenso sviluppo agricolo (uliveti, vigneti, alberi da frutta) fiorito nel XVIII secolo ancora oggi riveste un ruolo fondamentale nell’economia locale. Presente l’allevamento di bovini ed ovini che favoriscono i caseifici, il cui prodotto principale è la ricotta dei Monti Prenestini. Il panorama vinicolo spazia dalla zona della vicina Ciociaria il cui vino rosso, il Cesanese del Piglio, prende il nome dal comune omonimo e l’altra zona DOC tra Palestrina e Fiuggi che ha il suo epicentro nel vicino comune di Genazzano, famoso per l’omonimo vino rosso e bianco. Artigianato e tradizione hanno prodotto e

PIERLUIGI DA PALESTRINA Compositore italiano tra i più importanti del Rinascimento europeo, Giovanni Pierluigi da Palestrina nacque presumibilmente nella città laziale verso il 1525. Palestrina svolse quasi tutta la sua attività musicale a Roma, al servizio di diversi Papi. Nel suo repertorio sterminato figurano circa 975 composizioni (ma un catalogo definitivo delle opere non è ancora stato completato), tra le quali spicca la celebre Missa Papae Marcelli. Il successo che riscosse in vita fu enorme, tanto da essere considerato il massimo compositore esistente. Morì il 2 febbraio 1594 e venne inumato nella Basilica di San Pietro: ai suoi solenni funerali parteciparono anche molti celebri musicisti del tempo. Le sue composizioni assursero a modello insuperato della polifonia vocale sacra rinascimentale della Chiesa Romana. Giuseppe Verdi lo definì “il vero principe della musica sacra e il Padre Eterno della musica italiana”.

Occorrono segnali forti

Natale Coccia Presidente BCC Palestrina

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Presidente, le BCC hanno dimostrato negli anni della grande crisi di rappresentare un significativo punto di riferimento per famiglie e imprese. Com’è la situazione attuale e cosa prevede per il prossimo futuro? L’attuale scenario è caratterizzato dall’incertezza. La crisi “morde” e condiziona famiglie e tessuto produttivo, anche nell’area che configura il nostro perimetro operativo. Credo che per uscire dall’attuale fase di stallo occorrano segnali forti che indichino davvero che il motore inceppato della crescita ha ripreso a girare. Il primo segnale lo deve dare, in tempi molto stretti, un nuovo impianto di politica economica, generatore di un solido clima di fiducia, decisamente orientato allo sviluppo, alla crescita dell’occupazione e della domanda interna. In questo contesto, sono convinto che il nostro sistema creditizio - in primo

luogo le BCC- assicurerà il suo decisivo apporto per dare all’economia reale gli strumenti più opportuni. A partire dal territorio. Sta comunque a noi, come cooperativa di credito, stimolare le migliori energie, con una particolare attenzione ai giovani, per affrontare con determinazione le attuali emergenze ed aprire un nuovo positivo orizzonte per il futuro. I soci delle BCC e della sua banca in particolare hanno la consapevolezza del ruolo che il credito cooperativo nel suo complesso sta svolgendo a supporto delle comunità locali e, quindi, dell’importanza di dare forza al movimento nel loro stesso interesse anche attraverso operazioni di aumento del capitale sociale delle singole BCC? La nostra base sociale è costantemente informata sulle dinamiche operative della nostra BCC e del sistema della cooperazione di credito. Così come lo è sulla destinazione degli utili, sempre oltre il 90%, per il potenziamento del patrimonio, assestato a li-


IL PALAZZO COLONNA BARBERINI Edificato una prima volta nell’XI secolo sui resti del santuario della Fortuna Primigenia, tempio di età tardo-repubblicana, fu demolito e ricostruito nel XV secolo. Fu proprietà della famiglia Colonna, cui si deve il nucleo originario e la ricostruzione, e a seguire dei Barberini, che lo acquisirono nel XVII secolo e lo detennero fino alla fine della seconda guerra mondiale. Oggi è di proprietà dello Stato e ospita l’importante Museo Archeologico Predestino. Il palazzo occupa la terrazza superiore del santuario della Fortuna Primigenia, in origine costituita da una cavea teatrale sormontata da un portico circolare. All’interno sono conservati resti di affreschi cinquecenteschi, attribuiti agli Zuccari. Al primo piano, nella sala a sinistra dell’atrio di ingresso sulla volta è raffigurato Il Parnaso affiancato dai carri di Giunone, trainato da pavoni, e di Venere, tirato da colombe. Al secondo piano due sale hanno affreschi parietali con quadri a scene bibliche o mitologiche, tra cui una veduta di Palestrina agli inizi del Seicento. Gli affreschi della cosiddetta “sala dei Trofei”, sempre al secondo piano, sono stati realizzati prima del passaggio del palazzo dai Colonna ai Barberini: un fregio in alto sulle pareti, più antico, mostra quadri con paesaggi alternati a motivi classici, mentre inferiormente sono trofei con armi alternati a cariatidi e telamoni che sorreggono un baldacchino di stoffa.

C’è la consapevolezza che noi abbiamo bisogno di più integrazione europea e che l’Europa, se vuole crescere ed affermare il suo modello anche sociale, ha ugualmente bisogno di una forte e coesa cooperazione di credito

velli di elevata sicurezza. Non mi pare, pertanto, che nel nostro ambito specifico si ponga il problema. Nell’eventualità che in altre particolari situazioni se ne ravvisasse l’esigenza, il problema va affrontato, con ogni opportuno approfondimento sui meccanismi e le procedure, negli organismi della nostra Federazione interregionale. Ritengo, invece, necessario rafforzare la filiera del nostro sistema cooperativo, con rapporti sempre più sinergici tra tutte le componenti, in primo luogo nel versante dei servizi, per dare maggiore efficienza ed una crescente capacità competitiva alle associate.

Dopo anni di grandi cambiamenti e sempre nuovi adempimenti, le BCC si trovano

di fronte a una nuova stagione di innovazione normativa e regolamentare con le nuove diposizioni europee. Si tratta soltanto di nuovi vincoli oppure di opportunità per le nostre banche? Mi pare che il momento che stiamo attraversando, anche in relazione all’Unione bancaria europea, lasci aperti problemi molto complessi. E non mi riferisco solo alla “valanga” dei nuovi adempimenti. Sotto questo profilo devo dare atto al prezioso ed insostituibile ruolo che svolge la nostra Federazione interregionale per rendere più agevole il nostro percorso. Mi riferisco al processo strisciante di omologazione degli intermediari creditizi che, se non arginato, intaccherà la nostra identità, come cooperative di credito, saldamente ancorata alle

comunità locali e originali interpreti di un modo diverso di intendere e di fare banca. Se saranno “altri”, le autorità europee, a dettarci regole che negano la nostra diversità, con l’impedirci di fatto di svolgere il nostro ruolo, tutto sarà difficile. Perfino la nostra sussistenza. Ma non sono pessimista perché sono convinto che la cooperazione di credito italiana, insieme a tutte le omologhe esperienze così profondamente radicate in tanti altri Paesi europei, non alzerà bandiera bianca. Vedo, quindi, questo momento di passaggio, come una grande opportunità, una grande sfida da raccogliere: per stringere rapporti ancora più stretti e sinergici con la cooperazione di credito europea, ridefinendo lo stesso nostro modello di sistema, più in linea col nuove esigenze, cogliendo gli aspetti positivi maturati in altri Paesi. Con la consapevolezza che noi abbiamo bisogno di più integrazione europea e che l’Europa, se vuole crescere ed affermare il suo modello anche sociale, ha ugualmente bisogno di una forte e coesa cooperazione di credito.

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TESORI DEL TERRITORIO

producono oggetti legati all’antica storia artistica della città, nonché alle tendenze di quella moderna. I settori in cui maggiormente si esprime oggi la creatività in questo campo sono il ricamo, il rame, il ferro battuto e la ceramica, con realtà affermate che hanno ereditato ricchezza artistica e conoscenze dalle vecchie botteghe d’arte. L’importante scuola locale del ricamo risale al XVII secolo. Molte, da allora, le botteghe che hanno tramandato l’arte. Queste istituzioni, sia quelle legate a enti religiosi sia quelle fondate e gestite da laici, sono divenute famose all’inizio del ’900, tanto che il “punto Palestrina”, eseguito per la prima volta in questa città, è conosciuto in tutto il mondo. L’attuale bottega d’arte, oltre a rielaborare i motivi decorativi etruschi, medievali, rinascimentali esegue ricami su cartone forniti da artisti contemporanei.

Segnali di ripresa ma la svolta ancora non c’è

Sergio Castellazzi Direttore Generale BCC Palestrina

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Qual è la situazione del vostro territorio in questo contesto di crisi che stiamo vivendo? Come stanno reagendo famiglie e imprese? L’economia locale risente degli effetti della recessione. Vive, in particolare, l’incertezza della prospettiva. Stando a una recente ricerca, in quasi 5 milioni di famiglie c’è un giovane che non studia e non lavora. La Famiglia, dunque, assume oggi l’importantissimo ruolo di ammortizzatore sociale. Di fronte al ridursi della spesa pubblica, ha aumentato il suo ruolo di welfare alternativo e sostitutivo rispetto allo Stato. Continua ad assumersi il peso principale nell'assistenza agli anziani rimanendo al contempo la principale rete di sostegno per più giovani. Quanto alle nostre imprese, esse sono in attesa di un cambiamento di clima, pur avendo, almeno talune di esse, dei progetti interessanti di innovazione e di crescita. Si inizia ad avvertire qualche segnale, seppur debole, di un’inversione di rotta. Ma non

siamo alla svolta. Ed una banca come la nostra, così saldamente radicata nel proprio territorio, riflette e vive i contraccolpi della congiuntura economica negativa. Quali sono le produzioni di eccellenza del vostro territorio particolarmente legate all’attività della BCC? Nonostante il perdurare della crisi tra i inostri clienti e soci annoveriamo diverse aziende di successo che, aderendo ai nostri principi, non si sono arrese alla congiuntura economica sfavorevole, ma con coraggio e spirito di sacrificio stanno realizzando i loro progetti. Non sono poche, tra le imprese che operano con noi, le punte di eccellenza, in particolare, quelle operanti nel settore dell’agro-alimentare e delle energie alternative e rinnovabili. Sono ubicate nel nostro territorio aziende che hanno scommesso sull’innovazione e sulla tutela e valorizzazione dell’ambiente. Per quel che attiene al comparto agricolo, possiamo, ad esempio, citare aziende che producono nocciole di ottima qualità, ed altre che invece si stanno specializzando nella produzione di prodotti di nicchia, quali ad esempio quelli biologici. Sono inoltre numerose le aziende artigianali, nelle diverse specializzazioni, che mirano


CATTEDRALE DI SANT’AGAPITO MARTIRE Duomo di Palestrina e cattedrale della diocesi omonima, la Cattedrale ha origini molto antiche. Fu costruita tra il IV ed il V secolo su preesistenze di epoca romana, probabilmente di carattere civile. Essa fu poi restaurata all’epoca di papa Leone III, quando vi furono traslate le reliquie del santo titolare, sant’Agapito di Palestrina, giovane martire prenestino, decapitato all’epoca dell’imperatore Aureliano (274). L’edificio fu poi ristrutturato ed ampliato in forme romaniche nel XII secolo e solennemente consacrato nel 1117 da papa Pasquale II. Dell’edificio romanico oggi rimangono tracce solo nella facciata, nel campanile e nella cripta; infatti la cattedrale fu quasi completamente distrutta nel 1437 a seguito delle lotte intestine allo Stato pontificio. In seguito fu ricostruita e rimaneggiata più volte nei secoli successivi. L’interno è a tre navate divise da pilastri, con cappelle laterali. La parte superiore della navata centrale è decorata con dei medaglioni che ritraggono le effigi di alcuni vescovi prenestini; mentre tra le finestre sono raffigurati alcuni santi e martiri della città. La chiesa ospita diverse tele di autori del Seicento e Settecento, mentre nella zona dell’altare maggiore vi sono affreschi e dipinti del Bruschi che ritraggono episodi della vita e del martirio di sant’Agapito (XIX secolo). Nella navata di sinistra vi è una copia in gesso della Pietà di Palestrina di Michelangelo, mentre una tavola del Cinquecento è conservata nella cappella del Crocifisso.

a raggiungere elevati standard di efficienza e di competitività.

Il nostro territorio potrebbe diventare un importante polo turistico ma per farlo c’è bisogno di fare rete. Il mio auspicio è che, in un momento come l’attuale, il settore turistico possa contribuire alla ripresa dell’economia creando, non solo per i più giovani, nuove opportunità di lavoro

E per il turismo? La vicinanza a Roma è una straordinaria opportunità. La città eterna non va vista come un’ombra sulla provincia, al contrario, essa rappresenta un notevole vantaggio competitivo. Come noto, il nostro il territorio custodisce uno straordinario patrimonio naturale, archeologico, storicoartistico e religioso. La campagna romana in passato costituiva una tappa obbligata nei viaggi di formazione. Illustri personaggi, quale, per citarne uno, Thomas Mann, ne hanno lasciato traccia nelle loro opere. Oltre Roma, dunque, esistono disparate attrattive turistiche, anche per quei target meno interessati alla cultura nel senso stretto del termine. Come non citare il parco giochi Rainbow di Valmontone e l’adiacente Outlet. Noi, come banca locale, ci poniamo in prima linea nella valorizzazione di questa ricchezza

sostenendo le varie iniziative promosse dagli enti, dalle associazioni e dai musei, quali ad esempio il Museo Archeologico di Palestrina. Una attenzione particolare stiamo dedicando a Subiaco ed ai complessi dell’Abbazia di San Benedetto. Il nostro territorio potrebbe diventare un importante polo turistico ma per farlo c’è bisogno di fare rete. Il mio auspicio è che, in un momento come l’attuale, il settore turistico possa contribuire alla ripresa dell’economia creando, non solo per i più giovani, nuove opportunità di lavoro.

In conclusione, a suo parere quali sono le iniziative che dovrebbero essere avviare per favorire l’accesso al credito delle imprese? Siamo nel bel mezzo di un passaggio complesso e molto impegnativo. Tutto cambia, e velocemente. Il contesto economico e gli assetti sociali. Aspetti che costituiscono una profonda cesura storica, nel senso che

nulla più sarà come prima. Anche per quanto attiene al settore pubblico e delle organizzazioni di categoria è ormai consolidata la consapevolezza della necessità di un nuovo modello al fine di rimuovere strutturalmente gli ostacoli che si frappongono al riavvio di un processo di crescita economica e di un riallineamento al contesto internazionale. Tuttavia, per invertire la tendenza occorrerebbe un colpo di reni attraverso il ricorso a tutti gli strumenti di politica economica, ma sappiamo che le risorse disponibili non bastano a fronteggiare un’emergenza di questo genere. Per quel che ci riguarda, siamo una banca dedita, per vocazione e scelta strategica, al sostegno dei soci e delle famiglie. Non abbiamo, ad esempio, mai applicato il cosiddetto credit crunch. Per tale ragione continuiamo ad essere un solido punto di riferimento ed il motore per lo stimolo e la crescita delle economie locali. Ne abbiamo tempestivamente intercettato bisogni ed esigenze, adeguando con grande duttilità il nostro modo di operare, continuando a sostenere le attività di soci e clienti.

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DALLA FEDERAZIONE

Formazione dipendenti

Arriva l’offerta formativa in videoconferenza

Martina Bonaldo

La rapidità con la quale le situazioni mutano e le informazioni circolano impone alla “Formazione” di ripensare ai mezzi messi in campo per consentire il necessario aggiornamento delle conoscenze di un’organizzazione che cambia. Il modello della formazione tradizionale deve quindi essere integrato con un modello di formazione continua. Chi lavora infatti, ha bisogno di soluzioni flessibili che si adattino ai ritmi dell’attività di lavoro e dell’apprendimento: il tempo sottratto al lavoro e i costi organizzativi hanno un ruolo sempre più decisivo nelle scelte dei decisori e dei consumatori dei servizi formativi. L’introduzione di nuove tecnologie e il diffondersi della rete debbono portare a ripensare i luoghi e le tecniche della formazione. La progettazione delle attività formative deve quindi considerare anche le diverse metodologie di formazione a distanza (videoconferenza, e-learning) che permettono di assicurare l’efficienza e l’efficacia della formazione.

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Ogni metodologia di apprendimento si intende trasferire necessariamente ha i suoi punti di forza e di debolezza. conoscenze, ma obiettivo della forL’aula è un ambiente sicuramente più mazione può essere quello di instaurare rassicurante e più vicino alla formadei meccanismi di cambiamento. zione scolastica alla quale siamo abiApprocci metodologici e ambienti tectuati, di un forum on line o di una nologici devono essere combinati per chat. La lettura è certamente più facile ottenere il mix adatto alla specifica sie agevole su un libro piuttosto che su tuazione formativa e per offrire l’opun monitor, l’utilizzo di supporti audio portunità da un lato di personalizzare e video di una lezione multimediale l’apprendimento e dall’altro di inserirlo ha maggiore efficacia di un testo scritto in una logica organizzativa. nero su bianco, un modulo on line è In questo quadro si inserisce l’invereplicabile con maggiore facilità di stimento fatto dalla Federazione nel una lezione frontale, l’utilizzo della progetto “Videoconferenza integrata”, videoconferenza ha meno vincoli spache si pone quale obiettivo quello di ziali e temporali di una riunione di costruire una solida rete interna di cogruppo, la connettività della rete apre municazione volta a favorire il trasfemaggiori spazi di confronto di una dirimento di conoscenza. scussione in aula. Ciò significa che una parte degli inNon esiste una metodologia superiore terventi formativi che tradizionalmente alla altre, perché ogni situazione è dila Federazione offre, potranno essere versa dall’altra, ogni organizzazione trasferiti attraverso questo canale. In è diversa dall’altra e soprattutto ogni primo luogo per tutti quegli interventi persona ha un differente stile di apinfo/formativi che richiedono un apprendimento e richiede una soluzione proccio cosiddetto “uno a molti”, dove formativa differente. le conoscenze da trasferire sono veloci Va anche detto che le differenti metoe di aggiornamento. dologie vanno utilizzate in relazione Inoltre l’utilizzo della videoconferenza agli obiettivi formativi. potrà essere utilizzato Laddove infatti, l’apprenanche quando si vuole L’introduzione dimento è nelle mani del garantire quello scamdi nuove tecnologie singolo discente, ovvero atbio fondamentale di traverso una formazione a conoscenze e buone e il diffondersi della distanza, oppure in e – lepratiche tra individui rete debbono portare arning, i contenuti devono che fanno parte di una a ripensare i luoghi essere semplici e fortemente stessa comunità, quali e le tecniche strutturati e le conoscenze appunti i dipendenti della formazione. trasferite devono essere di delle BCC e della FeLa progettazione base oppure di aggiornaderazione. delle attività mento di conoscenze già Per il 2014 stiamo formative deve quindi possedute. quindi lavorando ad considerare anche Nell’apprendimento collaun’offerta formativa le diverse borativo, quale ad esempio dedicata alla videometodologie può essere una situazione conferenza, vale a didi formazione di formazione in presenza re un’offerta formatia distanza costituita da piccoli gruppi va costituita da mo(videoconferenza, che lavorano attraverso meduli didattici brevi, die-learning) todologie attive, oppure in namici, di aggiornaesperienze a distanza, ma mento e di approfonche permettono che comportano uno scamdimento su specifici di assicurare bio di informazioni e di temi, che consentirà l’efficienza buone pratiche tra discenti, di accorciare le distane l’efficacia ze fisiche della nostra l’apprendimento avviene della formazione comunità federativa. per scoperta, pertanto non


Formazione amministratori, sindaci e membri di organismo di vigilanza

Un progetto in continua evoluzione

Brunella Venier

La formazione degli organi amministrativi delle banche è ritenuta fondamentale per supportare la qualità della governance ed è un elemento evidenziato sempre di più dalle Autorità di Vigilanza nazionali e internazionali. Il sistema dei Crediti Formativi che il Movimento Cooperativo ha adottato nel 2007, risponde alla necessità strategica di permettere un processo di formazione e aggiornamento continuo e costante degli Amministratori delle BCC, per garantire la loro professionalità e la qualifica delle competenze. A fronte di tali considerazioni, il Consiglio Nazionale di Federcasse ha ritenuto opportuno revisionare il sistema dei Crediti Formativi per Amministratori delle BCC deliberando le nuove disposizioni appli-

cative per la gestione del Sistema dei Crediti Formativi per gli Amministratori delle BCC. I cambiamenti definiti rispetto alla Guida alla gestione rilasciata nel 2008, sono sostanzialmente di tre tipi: le novità introdotte, le modifiche apportate, le abrogazioni. Si è infatti ritenuto che nel corso di questi cinque anni di concreta applicazione siano emerse alcune necessità di integrazione o parziale modifica delle linee adottate, per cui le nuove disposizioni vogliono essere una risposta più efficace supporto più mirato alle esigenze delle BCC. La Federazione nel 2013 ha realizzato 24 corsi previsti da catalogo e 11 eventi fuori catalogo considerando i convegni, i seminari e ulteriori momenti formativi su tematiche specifiche. In particolare 29 sono stati gli eventi formativi che hanno dato diritto al credito formativo per gli Amministratori, dieci per i Sindaci e cinque quelli per i Membri dell’OdV 231/01. La modalità di fruizione dell’offerta formativa che ha avuto maggiore diffusione è stata quella della sottoscrizione dell’abbonamento annuale, infatti sono state 22 le BCC che hanno sottoscritto l’abbonamento 2013. In considerazione dell’esigenza di proseguire con il lavoro svolto, e di assicurare un aggiornamento continuo dell’offerta formativa, la Federazione sta procedendo alla programmazione della formazione per il 2014 che terrà conto anche delle nuove disposizioni stabilite dal Consiglio Nazionale. Ciò sempre a integrazione delle attività seminariali e convegnistiche che tradizionalmente organizziamo e che garantiscono comunque il conseguimento dei Crediti Formativi previsti per anno di mandato. Particolare attenzione sarà dedicata a tutte le normative che entreranno in vigore e che riguarderanno tutti i profili della banca, ai continui mu-

tamenti dello scenario di riferimento in cui le BCC si trovano ad operare e alle specificità richieste agli organi amministrativi e di controllo. Particolare attenzione sarà dedicata all’evoluzione normativa riguardante la Vigilanza Prudenziale e al nuovo ruolo del Collegio Sindacale nel sistema dei Controlli Interni. Verranno poi organizzati dei mini percorsi di aggiornamento (orientativamente della durata di due mattinate) su tematiche specifiche (ICAAP, Sistema dei Controlli, fiscale e contabilità). Per quanto riguarda la formazione dedicata all’Organismo di Vigilanza verranno realizzati dei corsi sulle modalità di verifica e che analizzino i giusti comportamenti i base alle criticità emerse in questo primo anno di attività. Le società fornitrici saranno anche per il 2014 Accademia BCC/Federcasse, Deloitte, la stessa Federazione, docenti della Luiss Business School e il prof. Cusa, che hanno dimostrato di avere ottima professionalità e conoscenza specifica delle nostre peculiarità. Per la modalità di fruizione delle attività, sarà data anche quest’anno la possibilità di partecipare a tutto il percorso formativo in programma, oppure seguire la singola giornata oggetto di interesse da parte di uno o più soggetti, scegliendo quindi il tipo di investimento che la BCC intende effettuare sulla formazione dei propri vertici.

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DALLA FEDERAZIONE

Area consulenza di business e sviluppo organizzativo

“Radici quadrate”: competenze e partecipazione attiva per il futuro di Banca Sviluppo

Giorgio Caporale

Nel corso 2013 la Federazione a realizzato un progetto per 30 Responsabili delle Aree commerciali e Direttori di Filiale di Banca Sviluppo, rappresenta a pieno titolo un esempio in cui la formazione si configura non solo come momento di apprendimento ed incremento delle competenze, ma anche come stimolo alla partecipazione attiva ed al miglioramento di una organizzazione che per natura e necessità deve modificarsi al passo delle esigenze strategiche e dei mutamenti del contesto competitivo. 32

Il progetto ha previsto la definizione di un percorso di lavoro integrato, realizzato con riferimento alle diverse Aree Territoriali ed ha previsto 3 giornate di aula, 2 sessioni di coaching individuale, sperimentazioni sul campo e follow up di verifica. gruppo Le attività svolte hanno consentito il perseguimento degli obiettivi prefissati, che sono stati: • rinforzare la struttura di Banca Sviluppo, attraverso la costruzione di un modello di responsabile intermedio, che sia in grado di coniugare elementi di tipo tecnico-bancario e manageriali in logica integrata di sviluppo; • accrescere e sperimentare le competenze più rilevanti, attraverso sessioni di formazione e sperimentazione attiva, di immediata applicabilità ai contesti lavorativi reali; • verificare, approfondire e supportare le competenze attraverso il supporto individuale allo sviluppo (incontri individuali); • monitorare l’apprendimento, attraverso sessioni periodiche di follow up con i partecipanti e, ovviamente, con la Direzione della Banca. Allo start up dell’iniziativa, svolto in plenaria a Roma, presso la Sede Centrale del Credito Cooperativo, hanno fatto seguito, lungo l’arco dell’anno, giornate di formazione sui temi dell’organizzazione, del project management e della gestione e sviluppo delle risorse umane. Gli

formazione

Sessione in aula

Incontri individuali

individuo

Incontri di monitoraggio

Sperimentazione sul campo

azione

apprendimenti sono stati sperimentati sul campo (attraverso homework individuali) e riportati all’interno di approfondimenti individuali (coaching) e riunioni di sintesi e progettazione del cambiamento (follow up). L’adesione al progetto da parte di tutti i partecipanti è stata convinta e caratterizzata da apertura e partecipazione reale ed attiva. Tra i temi oggetto di ricerca, sperimentazione e proposta, alcuni degli elementi cardine per il futuro del credito cooperativo: • La valorizzazione delle persone. I partecipanti hanno considerato questo aspetto fondamentale, cogliendone le implicazioni circa la valutazione e la creazione di percorsi di sviluppo. • Il ruolo del Responsabile di Filiale, come snodo tecnico, ma anche gestionale ed organizzativo sul territorio.


• La dimensione commerciale da alimentare con la conoscenza del territorio, la comprensione reale dei bisogni, la conoscenza degli andamenti locali. • I processi core e i processi amministrativi da analizzare e semplificare con continuità per la creazione di efficienza interna. • Le relazioni sede – territorio, come punti nodali per il futuro, attraverso la riduzione delle distanze e la massima collaborazione e fiducia tra uffici centrali e filiali. Il percorso comune, realizzato con il continuo e convinto committment della Direzione Generale della Banca e di ICCREA Holding, ha condotto alla consapevolezza dell’esigenza di coinvolgere un numero maggiore di persone della Banca e di formulare una proposta di intervento a fronte degli obiettivi di cambiamento individuati. L’esigenza di interventi sui temi sopra riportati è stata anche oggetto di condivisione con tutta la struttura aziendale coinvolta nella Convention “Radici Quadrate”, che Banca Sviluppo ha organizzato a Cosenza lo scorso 9 novembre nell’ambito della quale la Federazione, ospite dei lavori convegnistici, è stata chiamata a rappresentare i risultati dell’iniziativa e le proposte che ne sono sca-

turite, oltre che a fare il punto sul percorso formativo e di collaborazione intrapreso ormai dal 2007 nell’ambito della gestione del Piano formativo aziendale. Per quanto concerne la prosecuzione dell’attività, la creazione di Laboratori di Miglioramento vedrà nel 2014 diversi gruppi di lavoro cimentarsi nell’analisi, razionalizzazione e proposta alla direzione di soluzioni in tre diversi ambiti: business, processi e integrazione, valorizzazione delle persone. I team saranno articolati con modalità territoriale e con partecipazione di

tutte le componenti della banca (operatori di cassa, commerciali, responsabili di Filiale, Funzionari degli Uffici Centrali, etc.). Il focus sui progetti di miglioramento, realizzato attraverso la realizzazione di workshop di analisi, generazione di idee, concretezza delle proposte, rappresenterà una modalità formativa con forte presa sulle persone ed utilità per l’organizzazione e permetterà vantaggi in termini di: Cambiamento: le idee di progetto promuovono l’innovazione e possono trovare effettiva applicabilità. Integrazione: incremento dell’identità, data dalla possibilità di incontrarsi e lavorare insieme su obiettivi comuni al di là della normale attività quotidiana. Coinvolgimento: presenza di un team allargato a tutti i ruoli professionali. Formazione innovativa on the job: incremento delle competenze tecniche e delle capacità, in un ambiente stimolante con forte orientamento agli obiettivi. Motivazione e proattività: originate da una nuova esperienza e dal sentirsi protagonisti del cambiamento.

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DALLA FEDERAZIONE

Direzione attività e servizi istituzionali

L’aumento di capitale nelle BCC

Sergio Troiani

Il capitale, o meglio il patrimonio netto, è sempre stato uno dei pilastri della solidità di una società. Oggi, a fronte di un passato in cui il patrimonio, in relazione alle dimensioni e ai rischi assunti, risultava sufficiente e spesso sovrabbondante, è necessario un incisivo cambiamento di politica. Purtroppo, si tratta di una fotografia non più attuale. È, infatti, terminata l’epoca dei margini di interesse che consentivano risultati d’esercizio soddisfacenti, anche in considerazione del fatto che gli impatti delle rettifiche sui crediti non spaventavano. Non ricorre più il periodo in cui il rapporto tra gli impieghi e la raccolta era contenuto. La realtà degli ultimi anni è profondamente diversa. I margini si sono contratti e i crediti subiscono forti rettifiche. Nel tempo, è sempre più

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cresciuta la necessità di spingere sugli impieghi per contenere la diminuzione del margine di interesse. In questo scenario, il patrimonio è stato sempre più assorbito dall’aumento dei crediti erogati e dal loro deterioramento così come dai nuovi rischi da quantificare (operativi, di concentrazione, di tasso) e da valutazioni di tipo qualitativo. Con il tempo, quindi, l’ampio margine patrimoniale, caratteristico delle nostre banche, ha iniziato ad assottigliarsi. Allo stato attuale, c’è da dire, sia il Tier 1 che il Total Capital Ratio delle BCC (almeno di quelle della Federlus) sono ancora soddisfacenti a livello di dato medio (a settembre 2013 si attestavano, rispettivamente, al 14,6% e al 16,2%), ma i nuovi panorami impongono attente pianificazioni sugli sviluppi futuri. All’orizzonte, infatti, incombe una nuova normativa europea (è del mese di novembre la pubblicazione del documento di consultazione della Banca d’Italia riferito, tra le altre cose, anche alle “Riserve di Capitale”) che impone di detenere una serie di riserve finalizzate a: 1) preservare i livelli minimi di capitale regolamentare nei momenti di tensione del mercato; 2) proteggere il sistema bancario dagli effetti pro-ciclici delle fasi di eccessiva crescita o contrazione del credito; 3) richiedere risorse patrimoniali aggiuntive a quei soggetti che proprio per la loro rilevanza sistemica, globale o domestica, pongono rischi maggiori per il sistema finanziario. Senza proseguire nell’analisi dei motivi sottesi alla necessità di dotarsi di un patrimonio superiore a quello attuale, qualora si ritenga che l’autofinanziamento potrebbe non essere più sufficiente a garantire una patrimonializzazione adeguata alla crescita e ai rischi da assumere, occor-

rerà pensare anche ad incrementare il capitale sociale. Sappiamo bene che il capitale sociale delle cooperative e quindi delle BCC, non è determinato in un ammontare prestabilito e che l’ammissione di nuovi soci non comporta modifiche nell’atto costitutivo. Tale previsione normativa si è tradotta, nella sostanza, in aumenti di capitale piuttosto modesti e saltuari, vale a dire a richiesta di clienti che aspiravano a divenire soci della banca e che sottoscrivevano la quota minima per essere ammessi. Di converso, un aumento massivo di capitale presuppone regole “di ingaggio” diverse e più articolate. Occorre dire che un testo unitario contenente la normativa di riferimento, allo stato attuale, non esiste in quanto la Banca d’Italia non vi ha ancora provveduto. Bisogna quindi compendiare più disposizioni al riguardo, ivi comprese talune lettere emanate a tal fine dall’Organo di Vigilanza. Innanzitutto, le BCC devono inviare alla Banca d’Italia un’apposita informativa almeno 60 giorni prima che l’argomento venga sottoposto al Consiglio di Amministrazione. Nell’informativa vanno illustrate le modalità e i tempi di attuazione dell’operazione, gli obiettivi perseguiti, nonché gli effetti che l’operazione determina sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria. In virtù del tipo di informazioni richieste, ma anche della straordinarietà e dell’importanza di una simile operazione, è da ritenere che un aumento massivo del capitale sociale debba trovare il giusto spazio nel piano industriale della Banca. Nell’effettuazione dell’operazione di aumento di capitale occorrerà tener in debito conto i limiti massimi di sottoscrizione individuali fissati in euro 50 mila. È altresì importante considerare che l’eventuale raggiun-


gimento da parte di un socio (o aspirante tale) di partecipazioni almeno pari al 10% del capitale sociale comporta l’obbligo di ottenere dalla Banca d’Italia una preventiva autorizzazione e il soggetto interessato dovrà possedere i requisiti di Con il tempo, l’ampio onorabilità (i medemargine patrimoniale, simi previsti per chi caratteristico delle ricopre cariche di amprincipio del “silenzionostre banche, ministratore, di sinassenso”. ha iniziato ad daco o di direttore di Va anche osservato assottigliarsi. una banca). Sembreche le operazioni di Allo stato attuale, rebbe, a prima “viaumento di capitale sia il Tier 1 che il Total sta”, che sia un caso con l’emissione masCapital Ratio delle BCC solo teorico il ragsiva di azioni rappreFederlus sono ancora giungimento del limisentano “Appelli al soddisfacenti te del 10%, tenuto Pubblico Risparmio” a livello di dato medio conto dell’impossibie, come tali, sono sog(a settembre 2013 lità del singolo socio gette alla disciplina si attestavano, di acquisire azioni in dettata dal Testo Unico rispettivamente, misura superiore al della Finanza (TUF) e al 14,6% e al 16,2%), valore nominale di 50 dal Regolamento ma l’evoluzione del mila euro (in questo Emittenti emanato dalcontesto operativo caso i soci delle BCC la Consob. e normativo impone con capitale sociale Pertanto, ai sensi una nuova logica superiore a 500 mila dell’art. 94 del TUF, è euro non ricadrebberichiesta la preventiva ro in detto adempipubblicazione di un mento); tuttavia occorre ricordare prospetto d’offerta previa approvache le BCC la cui costituzione risale zione dello stesso da parte della Cona molti anni fa (non sono poche le sob. Il TUF dispone che il prospetto banche che hanno festeggiato i 50 debba accogliere, in una forma faanni o più di vita), sono caratterizzate cilmente analizzabile e comprensidall’avere un capitale sociale piutbile, tutte le informazioni che, a setosto contenuto (ancorché il loro paconda delle caratteristiche dell’emittrimonio possa essere notevolmente tente e dei prodotti finanziari offerti, elevato) ammontante a poche misono necessarie affinché gli investigliaia di euro e, pertanto, la sottotori possano pervenire ad un fondato scrizione da parte di un socio o aspigiudizio sulla situazione patrimoniale rante tale anche di soli mille euro e finanziaria, sui risultati economici può determinare il raggiungimento e sulle prospettive dell’emittente e o il superamento del limite del 10% degli eventuali garanti, nonché sui con conseguente necessità di richieprodotti finanziari e sui relativi diritti. dere preventivamente alla Banca Il prospetto deve altresì contenere d’Italia, da parte dell’interessato, la una nota di sintesi recante i rischi e prescritta autorizzazione. La normale caratteristiche essenziali dell’oftiva prevede che l’Organo di Vigiferta. lanza si debba esprimere entro 60 C’è da rilevare che la normativa che giorni, valendo in caso contrario il regola gli appelli al pubblico rispar-

mio prevede alcuni casi di inapplicabilità e di esenzione in ordine alla predisposizione del prospetto informativo. Tra di esse, vi sono quelle relative a prodotti finanziari inclusi in un’offerta il cui corrispettivo totale sia inferiore a 5 milioni di euro, in un arco temporale di dodici mesi: questo dovrebbe far si che le iniziative di molte BCC siano di fatto esentate dal gravoso adempimento, in quanto minori del limite suddetto. Va da sé che qualora i sottoscrittori delle nuove azioni offerte fossero soggetti diversi da soci della BCC valgono, ai fini della loro ammissione, le regole stabilite dallo statuto e, in primis fra tutte, l’essere residente, (per i soggetti diversi dalle persone fisiche vale la sede) o l’operare con carattere di continuità nella zona di competenza territoriale della banca. Per concludere, si tratta di un’operazione articolata, da pianificare con attenzione, da curare nei suoi aspetti formali in un’ottica di osservanza pedissequa delle varie normative impattanti, ma direi soprattutto che occorrerà fornire ai potenziali sottoscrittori le motivazioni, stimolare il loro interesse, rappresentare la convenienza, anche (ma non solo) economica, a partecipare alla sottoscrizione, istruendo a ciò il personale dipendente acciocché sia professionalmente preparato, chiaro e trasparente nel rispondere alla clientela che richiederà delucidazioni al riguardo.

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Le Conferenze dei Direttori del 13 giugno, 4 ottobre e 17 dicembre 2013

Lavori in corso Alessandro Ceccarelli

Anche per il secondo semestre sono proseguiti secondo la consueta tempistica i lavori della Conferenza dei Direttori. A partire dal mese di giugno del 2013 sono stati tre i momenti di approfondimento e di confronto tra i Direttori Generali Federlus: il 13 giugno, il 4 ottobre e il 17 dicembre. Nella prima riunione del 13 giugno, a seguito delle consuete comunicazioni della Federazione e del Gruppo Bancario Iccrea, i lavori si sono in-

centrati su un’approfondita analisi delle importanti novità normative in corso di introduzione a livello internazionale: da un lato riguardanti il framework regolamentare di Basilea e, dall’altro, le nuove Disposizioni di Vigilanza delle banche previste dalla Banca d’Italia. Queste ultime sono state oggetto di intenso confronto tra i presenti, soprattutto in considerazione degli effetti delle nuove regole sul complessivo Sistema dei Controlli Interni. Si è trattato, peraltro, di una conferenza pre-assemblea che ha lanciato “Reload Banking” l’evento di Federazione organizzato il 21 dello stesso mese. Il 4 ottobre, ampio spazio è stato dato alla discussione delle caratteristiche tecniche del Fondo di Garanzia Istituzionale e alla riforma dello statuto-tipo delle Federazioni locali. In risposta alle nuove norme emanate dalla Banca d’Italia nelle

nuove Disposizioni di Vigilanza invece, è stata illustrata l’articolazione del progetto di Federazione definito per assistere le BCC nell’assolvimento degli obblighi previsti. Lo scorso 17 dicembre l’ultima Conferenza del 2013, aperta poco dopo la notizia dell’alluvione che ha colpito la regione Sardegna e che ha provocato molti danni alla comunità locale. Sul tema è stato subito rappresentato dalla Direzione Generale lo sforzo di solidarietà che la Federlus stava coordinando a livello nazionale per raccogliere fondi da veicolare alle popolazioni colpite. Dal punto di vista tecnico la Conferenza di dicembre ha avuto al centro degli approfondimenti con i Direttori il Progetto di Unione Bancaria e l’analisi di scenario ad esso correlata. In conclusione consegna degli omaggi natalizi con l’arrivederci al 2014.

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DAL MOVIMENTO

Iccrea, 50 anni al servizio delle BCC Nel novembre del 1963 Enzo Badioli fondava l’Iccrea: nato con il compito di agevolare l’azione delle Casse Rurali attraverso lo svolgimento di funzioni creditizie, di intermediazione bancaria e assistenza finanziaria, l’Istituto ha rappresentato lo strumento per il decollo del Credito Cooperativo in Italia Era il 30 novembre 1963 quando, su impulso determinante di Enzo Badioli, veniva costituita l’Iccrea, l’Istituto di Credito delle Casse rurali e artigiane, oggi Banche di Credito Cooperativo. Il 2013 ha rappresentato, dunque, un traguardo importante per Iccrea Banca, che ha fe-

steggiato i suoi 50 anni di attività al fianco delle Banche di Credito Cooperativo, con una serie di manifestazioni. Tra queste la più significativa è stata la serata celebrativa tenutasi il 7 ottobre a Palazzo Colonna, a Roma, seguita da un concerto presso l’Ara Coeli del maestro Uto Ughi.

Inaugurazione Iccrea, via Adige, 28 maggio 1965

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Un evento di rilievo, che ha visto la presenza di molti esponenti delle BCC italiane, adatto a dare la giusta importanza alla fondazione e allo sviluppo di un istituto voluto fortemente da Enzo Badioli, artefice del Credito Cooperativo italiano nel secondo dopoguerra, Presidente dell’allora Cassa Rurale e Artigiana di Roma e della Federlus fino al 1995. Nato con il compito di agevolare, coordinare e incrementare l’azione delle singole Casse attraverso lo svolgimento di funzioni creditizie, di intermediazione bancaria e assistenza finanziaria, l’Istituto ha rappresentato lo strumento per rendere finalmente le Casse Rurali indipendenti dalle altre banche. Guido Carli, Governatore della Banca d’Italia negli anni ’60, così ne commentò la funzione: “l’Iccrea (…) fu concepita come l’Istituto che doveva concorrere a fornire alle Casse i servizi che essi non potevano produrre autonomamente, e questo processo ha avuto successo tanto che oggi la Cassa di un piccolo centro della Valcamonica offre servizi paragonabili alla grande banca di una metropoli”. Dopo 50 anni Iccrea Banca rimane fedele alla sua missione e rafforza ulteriormente la propria funzione istituzionale di supporto alle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane, al fine di favorire il consolidamento del ruolo che queste svolgono quali banche di sviluppo del territorio.


Enzo Badioli e l’Iccrea,

una storia di cooperazione 7 ottobre 2013, cerimonia ufficiale a Palazzo Colonna: l’intervento di Francesco Liberati

È con profonda emozione che oggi prendo la parola in occasione del cinquantesimo anniversario della costituzione dell’Iccrea, evento di cui ho viva memoria. Ho avuto infatti il privilegio di assistere personalmente a quel momento accanto all’indimenticato Presidente Enzo Badioli che fu l’artefice della costituzione dell’Iccrea, portando a compimento un progetto che altri, in precedenza, non ebbero la forza di realizzare. Promuovendo la nascita dell’Iccrea, Badioli fu l’uomo che fece uscire il Credito Cooperativo

I PRESIDENTI ICCREA Enzo Badioli dalla fondazione nel 1963 al 1985 Giovanni Dalle Fabbriche dal 1985 al 1991 Vittorio Ghezzi dal 1991 al 1994 Giorgio Clementi dal 1995 al 2004 Vito Lorenzo Augusto dell’Erba dal 2004 al 2010 Francesco Carri dal 2010

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DAL MOVIMENTO

dal bozzolo, imprimendo al movimento un forte impulso di modernizzazione. Dobbiamo molto alla sua visione, alla sua capacità progettuale, alla sua capacità di mettere insieme le persone per costruire progetti per il bene comune, facendo perno sui valori cooperativi. La mutualità e la solidarietà sono stati sempre per lui un riferimento costante, che testimoniava in tutte le manifestazioni della sua vita, coniugando tradizione e innovazione e, spesso, precorrendo i tempi. Insisteva sulla differenza delle banche cooperative rispetto alle altre banche dicendo: “siamo una Banca diversa perché crediamo nei valori di sempre”. Il riferimento all’individuo e la centralità dell’uomo sono stati costanti nella vita di Badioli anche come uomo di impresa. Come manager aziendale, infatti, era convinto dell’importanza dell’etica nell’impresa e che questa ruotasse intorno all’uomo in quanto tale. Lui amava spesso ripetere come noi cooperatori dovessimo mantenere lo sforzo costante di rendere un servizio secondo una componente di carattere etico, pur operando nel libero mercato e nel mondo della concorrenza. Diceva spesso che accanto all’ecologia dell’ambiente doveva attuarsi una vera e propria ecologia dell’uomo. Un’ecologia legata alle condizioni di vita e di relazione nella comunità sociale, come condizione per raggiungere l’obiettivo di una migliore qualità della vita.

Lui credeva molto nell’unità delle persone e nella forza che da essa scaturiva: per questo fece collocare nella sede BCC Roma di v.le Oceano Indiano una stele di Arnaldo Pomodoro che simboleggia proprio la forza dell’unione con la scritta Ut Unum Sint – l’antico motto della cooperazione: “o Signore fa che siamo tutti una sola cosa”. Un messaggio questo mai attuale anche per il nostro Movimento. Da quel 1963, l’Iccrea e poi il gruppo che le è cresciuto intorno, hanno compiuto un lungo e significativo percorso, consentendo al sistema BCC di svilupparsi con il superamento del limite della ridotta dimensione attraverso l’accentramento dei

IL PRIMO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ICCREA Enzo Badioli, Tullio Odorizzi, Giuseppe Capello, Fausto Barbina, Riccardo Bellato, Vittorio Albertazzi, Vincenzo Scotti, Aldo Formiconi, Antonio Capucci, Francesco Kemenater, Giorgio Espamer, Carlo Valtorta, Virginio Bontadini, Luigi Cardito, Angelo Priore, Lucio Caputo, Vincenzo Noto, Giuseppe Lo Giudice, Raimondo Magnani.

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Testimonianza di Alessandro Azzi* “Enzo Badioli è stato il fondatore dell’era moderna del Credito Cooperativo. Dal dopoguerra a oggi, nessuno quanto lui ha realizzato tante cose importanti per la cooperazione di credito. A lui si deve gran parte dell’attuale assetto organizzativo del gruppo (…) Quando nel novembre 1963 fondò l’Iccrea, che avrebbe presieduto per venti anni esatti, aveva di fronte a sé un obiettivo chiaro: conferire dignità al sistema delle banche cooperative, affrancarle da una posizione subalterna di clienti, certo privilegiati, ma comunque clienti di altre banche. Avrebbe preferito che la forma giuridica dell’Iccrea fosse quella del consorzio e non della società per azioni, come invece imponeva la legge bancaria. Non mancarono gli ostacoli. Ma il nostro istituto centrale alla fine vide la luce, grazie soprattutto a una tenacia e a un’abilità non frequenti”. * Presidente Federcasse: estratto dall’intervento pubblicato in Ut unum sint, il volume dedicato alla figura di Enzo Badioli, maggio 1995.

servizi e dei processi bancari fondamentali. L’istituto ha attraversato diverse stagioni sino alla fase della maturazione e del rilancio, con la costituzione della Holding come cabina di regia, indirizzo strategico e controllo delle diverse società prodotto. Sono state ridisegnate le competenze e riconfigurati i settori di attività, al fine di razionalizzare i servizi offerti e renderli sempre più in linea con i tempi e rispondere alle esigenze delle BCC clienti. La profonda fase di trasformazione strutturale che sta attraversando il nostro Paese richiede alle nostre banche uno sforzo straordinario per rispondere alla domanda di credito cooperativo, contenendo allo stesso


Per fare tutto ciò è necessaria la massima unità di intenti, recuperando lo spirito originario dei padri fondatori e, di qui, l’importanza della manifestazione odierna. Mi piace chiudere questo mio breve intervento con un fatto che non tutti sanno e cioè che dobbiamo proprio a Enzo Badioli il lancio del simbolo della doppia C che esprime l’idea della solidarietà a fondamento della cooperazione. Le due “C” di Credito Cooperativo – diceva – sono gli anelli di una salda catena che unisce e fortifica gli individui nella lotta quotidiana per la vita e nello sforzo per la propria elevazione materiale e morale. Un messaggio, nel difficile mondo di oggi, che non dobbiamo e non possiamo perdere, per vincere insieme al Gruppo Iccrea la sfida di un futuro quanto mai complesso e impegnativo. Francesco Liberati

Da quel 1963, l’Iccrea e poi il gruppo che le è cresciuto intorno, hanno compiuto un lungo e significativo percorso, consentendo al sistema BCC di svilupparsi con il superamento del limite della ridotta dimensione attraverso l’accentramento dei servizi e dei processi bancari fondamentali Enzo Badioli negli anni ’60

tempo i costi ed efficientando l’azione commerciale. In questo quadro, è necessaria una rinnovata lungimiranza da parte del Gruppo Iccrea, per consentire nuove e fondamentali economie di scala e di scopo alle banche utenti, che dovranno continuare a coltivare le tradizionali nicchie commerciali senza tralasciare lo sviluppo di canali bancari innovativi.

Oggi siamo di fronte a una nuova sfida, che vede la Holding protagonista della costruzione del futuro del movimento con l’allargamento del campo d’attività prima ai servizi informatici attraverso l’acquisizione di Iside per la costruzione di un polo di riferimento per le BCC italiane. Poi con la progressiva integrazione con Sinergia, società consortile per i servizi di back office.

Il centro direzionale di via Lucrezia Romana in cui si trova la sede Iccrea

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DAL MOVIMENTO

Ci siamo! “Ci siamo!” È questo lo slogan della nuova campagna di comunicazione del Credito Cooperativo, iniziata lo scorso 26 gennaio e on air sui diversi mezzi fino al 12 aprile prossimo. Questa nuova proposta creativa nasce dalla società Kaleidon, ossia l’agenzia che ha vinto la gara d’appalto lo scorso ottobre 2013. Per questa campagna, infatti, si era indetta una gara fra agenzie di comunicazione, per la quale era stato stabilito un brief e requisiti precisi da rispettare. Quella dell’agenzia Kaleidon è stata considerata, dal Comitato rappre-

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sentativo del Consiglio Nazionale di Federcasse, la proposta più rispondente alle indicazioni del brief, contenendo elementi di innovatività rispetto alle precedenti campagne. La nuova campagna che ha visto dopo circa 6 anni il ritorno in TV con spot di 30, 15 e 7 secondi, utilizza il claim “Ci siamo!” come elemento portante della comunicazione, enfatizzando il tema della prossimità, e della vicinanza delle BCC nei confronti dei propri soci e dei vari portatori di interesse. L’introduzione di questo plurale, riferito sia alle BCC che alle famiglie, le imprese, la comunità in generale, ha portato in prima battuta ad una importante modifica rispetto alle campagne precedenti: è stato infatti modificato lo storico pay-off “La mia banca è differente”, che è diventato “la nostra banca è differente” anche nell’ottica

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di farci conoscere come un sistema più complesso. Altro elemento di novità è la sottolineatura della mutualità che contraddistingue le BCC, rappresentata dagli oltre 1 milione e 200 mila soci, e alla cooperazione che per la prima volta viene citata negli spot e rappresentata in tutte le immagini, poiché i soggetti sono sempre minimo due e collaborano in quello che fanno. La campagna radio, oltre agli spot classici, prevede una serie di “citazioni” effettuate dai conduttori di alcune trasmissioni selezionate (ad esempio Il ruggito del coniglio), in cui viene effettuato un concorso a premi legato alla campagna “Ci siamo!” (il premio messo in palio è un veicolo elettrico prodotto dall’azienda Estrina di Pordenone condotta da un giovane imprenditore finanziato da una BCC nella logica del progetto “Buona Impresa!”). La pianificazione stampa ha visto la realizzazione di 4 soggetti rappresentativi del tema impresa, famiglia, comunità e scelte. I soggetti trattati nella campagna sono gli stessi trattati anche negli spot TV per una maggiore

identificazione di tutta la campagna. In concomitanza con l’avvio della campagna è stato poi attivato un sito www.cisiamobcc.it destinato ad accogliere le storie di differenza che sono state realizzate grazie all’operato delle BCC su tutto il territorio nazionale, ossia la concretizzazione del “Ci Siamo!” Nella pianificazione web, invece, sono stati utilizzati formati innovativi di grande impatto, che consentono la riproduzione in un’apposita finestra dello spot di 30 secondi e la possibilità di condividerlo contestualmente attraverso i social media attivando in questo modo una sinergia multimediale. È stata poi attivata una pagina Facebook dedicata alla campagna contrassegnata dal claim “Ci Siamo!”, attraverso la quale coordinare uno spazio di dibattito, confronto e informazione delle varie storie di differenza. È stato poi creato un account Twitter attraverso il quale veicolare la parola chiave #cisiamo! e contribuire così alla circolazione dei concetti della campagna. Brunella Venier

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DALLE BCC

BCC DI ROMA/1

Una articolata campagna di comunicazione per ribadire la forza relazionale della Banca

NOI SIAMO... VOGLIA CON CHI HA DI CRESCERE MOMENTO QUANDO È IL DI FARLO

Per la prima volta BCC Roma ha impostato una vasta campagna di comunicazione su radio e Tv locali, stampa e web: ha preso il via il 30 settembre scorso con lo slogan “Insieme per una banca differente”, scelto per sottolineare con forza la natura mutualistica e localistica dell’istituto, forte di prodotti e servizi pensati per favorire la realizzazione di progetti e aspirazioni. Insieme vuol dire tutti: clienti, dipendenti e soprattutto soci. I giovani soci, alle prese con gli studi; le giovani coppie

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ito Banca di Cred Roma Cooperativo di a 129 - 00187 Rom Tel. 06.52861 5 Fax 06.5286330

Via Sardegna, promozionale. Fogli itario con finalità riferimento ai Messaggio pubblic è necessario fare Agenzie i informazioni presso tutte le Per avere maggior ione dei clienti sono a disposiz croma.it. Informativi che e sul sito www.bc della nostra Banca

con il desiderio di comprare una casa e di creare una famiglia; le imprese con la voglia di realizzare idee e mettere in campo innovazioni. Questi i soggetti della campagna, con un messaggio che vuole evidenziare non soltanto la validità commerciale delle proposte BCC Roma, ma che tende a promuovere anche l’immagine istituzionale della Banca. La comunicazione dello spot televisivo ha avuto un tono sobrio e socio-emozionale, in linea con le storiche campagne istituzionali del Credito Cooperativo e finalizzata a trasmettere al pubblico la percezione dell’azienda come Banca da sempre attenta all’aspetto relazionale. Gli spot radiofonici sono stati caratterizzati da un tono più vivace e hanno sottolineato la differenza del modo di fare banca di BCC Roma, che privilegia la sostanza, la serietà e l’affidabilità nel tempo rispetto alle mode di mercato del momento.

BCC DI ROMA/2

Aperti i festeggiamenti per il sessantenario Si è tenuto lo scorso 21 dicembre il concerto di Natale organizzato da BCC Roma, evento tradizionale che è servito anche ad aprire le celebrazioni per il 60° anniversario della fondazione della Banca, nata in un modesto retrobottega all’estrema periferia di Roma nel 1954. Il concerto (protagonista la soprano Mariella Devia) è stato incentrato sulle arie di Giuseppe Verdi ed eseguito dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale Di Santa Cecilia diretta da Carlo Montanaro. Come ricordato dal Presidente Francesco Liberati, nel 2013 si festeggiavano i 200 anni dalla nascita di Verdi, un artista che “ha reso grande il nome del nostro Paese, un esempio per tutti, anche oggi. Nei confronti di Verdi poi - ha detto Liberati - noi che veniamo dal mondo della cooperazione sentiamo anche un senso di affinità nei valori, nel legame con il territorio. Nato da una famiglia di modesti agricoltori piacentini,

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Verdi ha infatti mantenuto sempre un fortissimo rapporto con la sua terra d’origine”. BCC Roma, ha proseguito il Presidente, non ha infatti mai reciso i legami con la sua storia, “fatta di sacrifici, di impegno, di uno scambio continuo con tanta gente comune: famiglie, agricoltori, artigiani, piccoli imprenditori. Abbiamo dato fiducia e ricevuto fiducia, aiutando a costruire progetti di vita. A sessant’anni da allora questa è stata e continua a essere la ragione della nostra forza”.


BCC DI PALIANO

Il Credito Cooperativo dà una mano alla Ricerca Dopo aver dato un importante contributo all’Università “La Sapienza” di Roma per l’acquisto di macchinari per la ricerca contro i tumori, la BCC di Paliano ha organizzato il convegno “Il tumore alla prostata ed alla mammella: ricerca e prevenzione”. Il Presidente Giulio Capitani ha fatto gli onori di casa ringraziando gli intervenuti ed evidenziando il carattere mutualistico del movimento del Credito Cooperativo che, come recita il suo statuto, non ha fini di speculazione privata, forte di una vocazione sociale. “Quando la sinergia tra pubblico e privato si mette in moto si ottengono importanti risultati”, ha esordito la Prof.ssa Margherita Eufemi del Di-

partimento di scienze biochimiche della Facoltà di Medicina. “La BCC di Paliano ci ha regalato uno strumento che permette al nostro laboratorio di ricerca di svolgere il lavoro in minor tempo e con maggiore precisione. La nostra ricerca - ha proseguito la prof.ssa Eufemi - tende a comprendere i meccanismi che scatenano le due tipologie tumorali attualmente più diffuse ed invasive rappresentate dal carcinoma prostatico nell’uomo e da quello mammario nella donna. In laboratorio analizziamo il comportamento di una proteina, la STAT3, che ha il compito di ricevere le informazioni dall’esterno e trasmetterle al nucleo della cellula. Capire e conoscere il compor-

tamento delle vie di segnale coinvolte, come quelle della proteina STAT3, sia nella genesi che nello sviluppo delle due forme tumorali in esame, è fondamentale per individuare nuovi approcci diagnostici e terapeutici più efficienti”. Sulla diagnosi e sulle terapie si è soffermato più diffusamente il Prof. Giacomo Perugia, del Dipartimento di scienze ginecologico-ostetriche e scienze urologiche della Facoltà di Medicina, che, nel suo intervento sul carcinoma della prostata, ha spiegato come la scoperta dell’antigene prostatico specifico (PSA) ha permesso la diagnosi precoce della malattia che, di fatto, ha reso il tumore più curabile. Ha anche affermato che il solo PSA, non consente di stabilire se la malattia si manifesterà effettivamente nel corso della vita del paziente. Negli anni passati era consuetudine intervenire con trattamenti e terapie alla sola presenza dell’antigene PSA, mentre oggi grazie alla ricerca si è scoperto che il paziente nel quale si riscontra la presenza dell’antigene PSA va tenuto sotto osservazione senza intervenire prima che la malattia si manifesti realmente. La conseguenza di tali scoperte è che i pazienti possono mantenere uno stile di vita migliore fin quando non si manifesteranno i primi sintomi della malattia. Altri interventi hanno diffusamente rappresentato quanto sia importante la prevenzione, ponendo l’accento sui fattori di rischio, sulle possibilità di modificarli, sui consigli per tenere un corretto stile di vita che riduca il rischio globale di essere colpiti dalla malattia. La peculiarità del tema trattato ha dato vita ad una serie di interventi del pubblico, che si è complimentato con gli ospiti presenti per essere riusciti ad illustrare in maniera chiara un argomento tanto complesso e delicato.

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DALLE BCC

BCC DI BELLEGRA

Dalla parte delle micro-imprese Le micro, piccole e medie imprese (PMI) rappresentano circa venti milioni di imprese nello spazio economico europeo. In Italia la quasi totalità del tessuto imprenditoriale è costituito per l’appunto da “microimprese”, ovvero da imprese che occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato annuo oppure un bilancio totale annuo non superiore a 2 milioni di euro . L’Unione europea si è molto attivata per le PMI sviluppando per queste la “Carta europea per le piccole imprese” che dice testualmente: “Le PMI sono la spina dorsale dell’economia europea. Esse sono una fonte primaria di posti di lavoro e un settore in cui fioriscono le idee commerciali. Gli sforzi compiuti in Europa per introdurre la nuova economia saranno coronati dal successo solo se alle piccole imprese sarà attribuita la massima priorità. Le piccole imprese sono le più sensibili ai cambiamenti del contesto economico: sono le prime a risentire di un’eccessiva burocrazia e le prime a fiorire per effetto di iniziative miranti a ridurre la burocrazia ed a premiare il successo… Le piccole imprese devono essere considerate la principale forza propulsiva dell’innovazione, dell’occupazione e dell’integrazione sociale e locale in Europa. È pertanto

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necessario creare il migliore contesto possibile per le piccole imprese e per lo spirito imprenditoriale.” Per questo, in un periodo in cui le micro-imprese e le PMI si trovano ancora a fronteggiare i riflessi di una crisi economica di portata mondiale, la Banca di Credito Cooperativo di Bellegra intende offrire un sostegno finanziario concreto e reale alle micro-imprese presenti sul territorio, al fine di sostenere e supportare l’attività imprenditoriale ed il tessuto economico-sociale; contribuire al mantenimento dei livelli di occupazione e alla creazione di nuovi posti di lavoro; stimolare l’imprenditorialità e lo sviluppo del territorio di riferimento. Ad oggi, la Banca ha creato, nell’ambito della attività di Microcredito, prodotti destinati al sostegno di soggetti “bancariamente deboli” (micro-

credito sociale inteso come prestito di ultima istanza a favore di persone con basso reddito e/o che si trovino in una situazione di disagio sociale, ad esempio: lavoratori atipici, famiglie a basso reddito, immigrati, ecc.), e prodotti di micro-finanza (“Creami”, per giovani desiderosi di avviare o incrementare la propria attività). Nel tempo, però si è ragionato sulla eventualità che la mancanza di liquidità avrebbe finito col produrre un ostacolo per quelle piccole imprese, che costituiscono la maggioranza della clientela della Banca. Cosi, alla ricerca di nuovi canali di funding, anche sulla base dell’esperienza di altre consorelle, nel mese di Agosto 2013 abbiamo presentato ufficialmente domanda per l’accesso ad un prestito senior, nell’ambito dello strumento europeo “Progress Microfinanza” finanziato dalla Commissione europea e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e gestito dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI). L’iter è stato estremamente veloce, la due-diligence sulla nostra Banca, da parte dei rappresentati del FEI, è stata svolta il 19 settembre 2013. Durante la “visita ispettiva”, la Banca ha illustrato se stessa, in tutti i micro e macro ambiti che la compongono,


BCC DI SPELLO E BETTONA

“Su con la vita!”: obbligazioni etiche a favore di chi soffre

descrivendo soprattutto il “differente” rapporto con il territorio di appartenenza di una Banca a mutualità prevalente. Successivamente alla due-diligence sono passati due mesi, nel corso dei quali si è sviluppata un intensa attività di relazione, piena zeppa di documenti e informazioni. È notizia del 18 novembre 2013 l’approvazione da parte del Board del FEI della concessione di un prestito Senior del valore di 1.250,000 euro, ai quali la Banca si impegna ad aggiungere altri 1.250,000 euro, in modo da creare un portafoglio di 2,5 milioni di euro destinati ad iniziative di Microcredito. Con la provvista comunitaria, la BCC di Bellegra intende dar vita ad un unico prodotto denominato “Creami.Eu – CREdito Alle MicroImprese.EU” – destinato principalmente a tutte le microimprese (meno di 10 dipendenti e un fatturato inferiore a 2 milioni di euro) e i lavoratori autonomi. Nel tempo non ci siamo limitati a offrire un sostegno esclusivamente a soggetti tradizionalmente “bancariamente” deboli, ma abbiamo voluto ambire ad un obiettivo maggiore, che è quello di coadiuvare la “creazione” e la formazione di circa 120 micro-imprenditori beneficiari dei prestiti, mirando ad accrescere la cultura imprenditoriale e bancaria dei soggetti richiedenti al fine di “creare” una nuova classe imprenditoriale “responsabile”.

Con “Su con la Vita!” la BCC di Spello e Bettona ha voluto raccogliere fondi per sostenere iniziative di grande valore sociale tramite la sottoscrizione di un’obbligazione etica. Beneficiarie dell’iniziativa sono state la AUCC Onlus - Associazione Umbra per la Lotta contro il Cancro, che dal 1985 si occupa di sostenere la Ricerca Scientifica e le Famiglie delle persone colpite dalla malattia oncologica in Umbria, e l’Associazione Arcobaleno Onlus, che si occupa dell’assistenza a soggetti diversamente abili e del sostegno alle loro famiglie operante nel comprensorio di Spello. Grazie all’impegno della BCC di Spello e Bettona e di tutti i clienti che hanno sottoscritto l’obbligazione etica la Banca devolverà alle due Onlus parte dell’importo complessivamente raccolto, a cui si aggiungerà una percentuale del flusso cedolare netto percepito dai clienti. La Banca si impegna poi a “Raddoppiare la Solidarietà”, versando alle Onlus un importo pari a quello raccolto presso la clientela. I clienti saranno liberi di decidere a quale Onlus destinare la quota di loro pertinenza. L’iniziativa “Su con la Vita!”, ha inoltre permesso ai clienti che hanno sottoscritto l’obbligazione etica di ottenere un doppio vantaggio finanziario e fiscale, contribuendo contemporaneamente a una buona causa. Con l’Obbligazione Etica, infatti, il cliente: • ha investito i propri risparmi in modo sicuro: le obbligazioni usufruiscono della Copertura del Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti del Credito Cooperativo, ed offrono un rendimento certo; • contribuito, senza un esborso diretto, ad iniziative socialmente utili; • goduto di un beneficio fiscale grazie alla deducibilità dal reddito imponibile delle somme devolute alle Onlus. Le obbligazioni offriranno una cedola annua fissa del 3% per la durata di 4 anni.

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DALLE BCC

Nuove sedi/1

BCC DI PALIANO

Uffici direzionali e filiale in Viale Umberto I Lo scorso 26 agosto gli uffici direzionali e la filiale della BCC di Paliano sono stati ritrasferiti nello storico palazzo di viale Umberto I°. La nuova sede, completamente ristrutturata, è il compimento di un progetto di restauro e risanamento, seguito dalla sovrintendenza ai beni culturali, che contribuirà ad accrescere il prestigio della banca ed a valorizzare il centro storico di Paliano. Notevoli risorse sono state impiegate per la sua realizzazione, a coronamento di un progetto ambizioso che ha impegnato i vertici aziendali per più anni. La banca, con la realizzazione di questa opera, ha inteso rafforzare la sua presenza quale fattore propulsivo di sviluppo sociale ed economico della comunità.

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La realizzazione della nuova sede si è resa opportuna a seguito della necessità di intervenire strutturalmente su un edificio, di notevole interesse storico, di proprietà della banca, oltre che per la volontà di rispondere alle mutate esigenze dell’istituto di credito che, negli ultimi anni, ha visto accrescere le incombenze degli uffici centrali che svolgono funzioni di di-

rezione, coordinamento, servizio ed assistenza tecnica, nonché per ampliare e migliorare gli spazi destinati alla clientela. Il Presidente del Consiglio di Amministrazione, i Consiglieri, la Direzione e tutti i dipendenti si augurano che la nuova struttura servirà a rinnovare e rafforzare il rapporto fiduciario con la clientela.


NUOVE SEDI/2

BCC DEL CIRCEO

Inaugurato il nuovo centro direzionale È stata inaugurata ad ottobre la nuova sede della BCC del Circeo. La banca, già presente a Borgo Hermada di Terracina, Sabaudia e Fondi, ha inaugurato un nuovo centro direzionale che sta a dimostrare la solidità della banca e conferma sia la vocazione alla crescita che l’attenzione per il territorio dove opera. La nuova sede, situata in una palazzina completamente ristrutturata, si trova in via Torino a Sabaudia, la cittadina che ha dato l’impulso maggiore di soci durante la fondazione della banca avvenuta nel 1994, e richiama le linee architettoniche della cittadina. Nel discorso inaugurale il Presidente Franco Cardinali ha dichiarato: “Siamo una banca che fin dal momento della costituzione predilige fare passi

in avanti ponderati e oculati. Sento forte il desiderio di ringraziare ciascuno degli oltre 1.800 soci, i tantissimi clienti, il consiglio di amministrazione e il collegio dei sindaci. Così come il personale, che con grande professionalità ogni giorno cerca di dare seguito concreto alle esigenze della clientela” Per Cardinali “la realizzazione di una sede sociale centrale, staccata dalle filiali, era diventata una necessità non più procrastinabile, sulla scia della costante crescita della Ban-

ca, che ha sempre privilegiato il rapporto diretto con il territorio in cui opera e con la sua gente”. Sono poi intervenuti il sindaco di Sabaudia Maurizio Lucci, il Direttore Generale Luigi Pacifici e il Direttore Generale Federlus Federazione Paolo Grignaschi. La cerimonia è proseguita con il taglio inaugurale del nastro e la benedizione dei locali e delle persone da parte del parroco don Massimo Castagna.

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NUOVI ORIZZONTI

Conosciamo davvero

i nostri clienti di Alessandro Ceccarelli

Ho visto crescere quel ragazzo. Andavo a scuola con il padre. Il nonno è stata una figura storica nel paese. Quella zona è una zona importante, da presidiare, ci sono persone di un certo livello. Quante volte abbiamo supposto la conoscenza di clienti attuali e potenziali sulla base di valutazioni di questo tipo?

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Le banche di relazione infatti fondano gran parte della propria profittabilità sulla conoscenza dei clienti, sulla capacità di rispondere in maniera aderente alle istanze da essi implicitamente o esplicitamente manifestate e, non ultimo, sulla durata delle relazioni nel tempo. Nel caso delle banche locali, la conoscenza dei clienti fonda le proprie radici nel contesto locale e nei vissuti che in esso coinvolgono persone, famiglie e imprese. Tale conoscenza si è andata poi consolidando attraverso la relazione bancaria, l’operatività, le prassi in uso nell’utilizzo e nella fruizione di prodotti/servizi bancari. Il cliente nel passato si informava sulle banche a lui più vicine, nella propria comunità di riferimento. Ascoltava le esperienze delle persone a lui vicine. Subiva l’influenza della comunicazione di massa che promuoveva i brand principali sui vari mezzi. Sceglieva la banca rispetto a canoni di prossimità/comodità. Imparava nel tempo a conoscere ed a valutare il personale che lavorava nella filiale, consolidava con esso le prassi operative e tendeva possibilmente a non cambiare intermediario, pena la perdita dei citati punti di riferimento. La banca – per mezzo del per-

sonale delle filiali – cercava di capitalizzare gli input che il cliente forniva nella relazione quotidiana e li trasferiva nelle caratteristiche dei servizi e soprattutto nell’approccio personale. Oggi le evoluzioni che hanno caratterizzato tanto il conteso sociale quanto quello tecnologico – con evidenti nessi causali tra i due ambiti – hanno fatto emergere un “ecosistema digitale” che si affianca a quello fisico. Il cliente è sempre lo stesso. È nato


e cresciuto nel contesto locale. Vive la stessa comunità. Ma, a differenza del passato, è anche connesso con il resto del mondo attraverso i canali digitali, e per mezzo dei quali interagisce di continuo senza soluzione di continuità. Senza distinzione tra ambito lavorativo e tempo libero. Questa sua presenza on line incide inevitabilmente sul “viaggio” che egli compie prima di scegliere la banca. Così come affiora la propensione a trasferire le sue abitudini digitali quotidiane (ad esempio l’acquisto di un gadget tecnologico, la prenotazione di un posto al cinema, la ricerca del capo sportivo, etc.) anche alla

fruizione dei servizi bancari, ricercando esperienze analoghe. Un nuovo “mondo” fatto dunque di una fitta rete di relazioni e attività. Ogni 60 secondi nel mondo vengono fatte 2 milioni di ricerche su Google. Vengono caricate 72 ore di video su Youtube. Vengono scritti 278.000 tweets. Vengono cliccati 1,8 milioni di likes su Facebook. E

così via procedendo con gli altri canali. Dietro tutta questa serie impressionante di attività contestuali ci sono le persone. Persone e attività dai quali discende una mole incredibile di dati e informazioni. Dati e informazioni che ci permettono di produrre conoscenza del cliente nel suo essere “attivo”. Come mai nel passato. Gli analytics del sito ci potrebbero dire da dove arrivano i visitatori e che “viaggio” compiono all’interno delle nostre pagine web. Le profilature di Facebook ci potrebbero dire cosa “piace” ad un certo tipo di utenze. Le ricerche su google ci potrebbero segnalare chi sta cercando un quel momento un c/c bancario in una certa zona. Studi recenti ci dicono che chi sfrutta quei dati ha una “nuova” conoscenza del cliente e potenzialmente consegue maggiori profitti. Questi attori potrebbero peLa presenza on line rò non avere quello che del potenziale cliente ci distingue veramente: incide inevitabilmente il rapporto con le persul “viaggio” che egli sone e l’aver a cuore compie prima di le sorti del nostro terscegliere la banca. ritorio. Così come affiora la Costruire oggi la nopropensione a trasferire stra multicanalità, sile sue abitudini digitali gnifica proprio unire quotidiane anche alla sinergicamente quei fruizione dei servizi due mondi – quello fibancari, ricercando sico e quello virtuale esperienze analoghe. – per continuare a fare Un nuovo “mondo” fatto quello che sappiamo dunque di una fitta rete fare meglio: dare opdi relazioni e attività portunità alle persone.

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RECENSIONI

OPEN, la mia storia Pubblicata in America nel 2009 e in Italia nel 2011, la biografia di Andre Agassi è stata spinta soprattutto dal tam-tam dei social network, fino a diventare un caso editoriale. E ancora oggi la trovate in evidenza nelle vetrine delle librerie. L’assurda storia di un uomo costretto a diventare campione di tennis Non voglio propinarvi a tutti i costi una recensione di un libro sportivo. Perché Open non è un libro sportivo (o almeno non solo). Non voglio convincervi del contrario a tutti i costi, ma solo porre una serie di punti fermi in questa ultima pagina del nostro “Orizzonti”. Open è la storia controversa di un uomo, delle sue continue cadute e delle sue altrettante infinite resurrezioni. Partiamo dall’inizio, dalla “A” (doppia) di Andre Agassi, uno dei padre del tennis moderno. È l’uomo che ha vinto tutti e quattro i tornei del Grande Slam ed è stato il primo a realizzare il Career Grand Slam su tre diverse superfici ed è l’unico tennista ad aver vinto Oro Olimpico, Torneo ATP World Championship e Coppa Davis. Insomma, un monumento del tennis. La sua storia è un binario parallelo che corre molto più vicino alla nostra vita di quanto noi possiamo credere. Ecco perché ciò che emerge da Open, può essere un modello per imprenditori che vo-

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gliano ridisegnare la propria vita, per giovani che vogliano costruirla, per risparmiatori che vogliano ripartire. A mettere ordine agli appunti di Agassi è stato il Premio Pulitzer J. R. Moehringer, che in circa 500 pagine ha descritto la vita sofferta di un campione del tennis che «odia il tennis» ma che allo stesso tempo non riesce a smettere di giocare. Per-

ché un padre duro l’ha costretto a crescere a racchetta e pallina, e non sa far altro. Ma lo fa talmente bene che anche quando sembra che tutto sia finito, che il gioco sia chiuso sull’ultima inafferrabile palla, è lì che si riapre il game, che il sangue comincia a scorrere nelle vene, che riprende la vita. Questo è Andre Agassi, costretto da un padre che ha in testa per lui il progetto di farlo

diventare numero uno al mondo, e per questo obbligato a girare l’America della metà degli Anni Ottanta mangiando patate in compagnia del fratello, fino a quel primo assegno da mille dollari intascato ad una finale e consumato in una notte gastronomica senza soluzione di continuità. Un primo (importante) matrimonio, un secondo (vitale) matrimonio e – in mezzo – rivoli di tennis che fanno parte di una vita spacchettata e sofferta, capace di andare a mille così come di schiantarsi sul muro del fallimento. Un essere umano, capace di grandi atti di coraggio e allo stesso tempo delle più vili codardie, un po’ spaccone e un po’ romantico, ma soprattutto un uomo che ringrazia Dio che finalmente sia tutto finito. Un libro da leggere per trovare (o ritrovare) il coraggio di osare. Per andare oltre. Perché, in definitiva, è vero che la fortuna aiuta gli audaci. Chiedetelo ad Andre. Che in quest’ultimo Natale italiano ha visto rifiorire il suo libro quasi per caso. Scritto e diffuso via internet nel 2009 e stampato in Italia nel 2011 ha venduto quasi centomila copie grazie al tam-tam dei social network e un paio di recensioni positive. È la magia imprevista della vita, come di una palla che termina la sua folle corsa un millimetro dentro/fuori dalla linea di fondo campo. Rocco Viola Andre Agassi Open, la mia storia Einaudi, 502 pagine Euro 20


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Design della comunicazione:

Fotografia: Fattori - Paolucci

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Fotografia: Fattori - Paolucci

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