Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport

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Atletica 75 - Cattolica 35 anni di sport

1975-2010


Storie e imprese di atleti che hanno dedicato una vita allo sport, alcuni premiati con successi ed altri ancora con l’amaro in bocca. La vita degli sportivi è talvolta difficile, ma la tenacia e l’audacia possono trasformare il lavoro di anni in esaltanti vittorie. da “L’oro in bocca” di Felice Magnani e Enrico Valente

www.atletica75.it


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Indice: Saluto delle Istituzioni Gli anni dal 1975 al 1985 Gli anni dal 1986 al 1995 Gli anni dal 1996 al 2010 Ringraziamenti

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2 - Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport Luca Ercolessi, 110m ostacoli


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Atletica

Te ne accorgi la prima volta che indossi le scarpette chiodate… fino a quel momento hai solo corso, hai solo saltato oppure hai solo lanciato. Dopo che le hai indossate invece sai davvero che stai facendo atletica. Elena Cerri

Ginnastica

Distinguo piccoli nastri e luccicanti paillettes che incorniciano un esile corpo muoversi con grazia femminile, riesco ad esaltare le sue doti di equilibrio, di velocità e potenza. Sembra, ora, voglia spiccare il volo quasi a sfidare il mitologico Icaro nel suo fantasioso tentativo di raggiungere il sole, ora invece fluttua in aria e ondeggia sul suolo come la più leggiadra delle farfalle. Apro gli occhi, mi risveglio, tutto questo è realtà, tutto questo è la ginnastica artistica. Giuliana Bompadre

Podismo Ogni chilometro in più, mi avvicina a un traguardo che assomiglia a me stesso. A chi mi chiede perché corro, rispondo che mi emoziona sentire ogni volta il mio corpo vivo... e a me piacciono le emozioni. Michele Balducci


4 - Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport Costruzione della palestra - 1985


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Il Sindaco Come Sindaco di Cattolica, posso solo augurare all’Atletica 75 di continuare questo percorso virtuoso partito 35 anni fa, che ha contribuito enormemente a creare la coesione tra i nostri cittadini. L’unico rammarico che mi rimane e non avere potuto conoscere il fondatore di questa meravigliosa società, Andrea Ercolessi, che con la sua intuizione rimarrà nella storia della nostra città. Marco Tamanti Sindaco del Comune di Cattolica

L’Assessore allo Sport Desidero che da parte mia e dell’Amministrazione Comunale vi giungano i più calorosi saluti per l’importante traguardo raggiunto. Voglio ringraziare l’Associazione Sportiva Atletica 75 per l’attività che in questi 35 anni ha saputo sviluppare attraverso il contribuito di tutti coloro che con grandissima passione e capacità sono riusciti a far crescere una realtà sportiva facendola diventare uno dei riferimenti più importanti a livello sportivo della nostra Città. Un ringraziamento particolare a tutte quelle persone che, animate da una grande passione per lo sport, sono riuscite ad essere portatrici di un modello che prima di tutto è sociale ed educativo, diventando nel tempo patrimonio culturale di tutta la città; sarà mio preciso impegno valorizzarlo in tutte le sedi istituzionali. Alessandro Arduini Assessore allo Sport del Comune di Cattolica


6 - Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport Andrea Ercolessi


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Presidente FIDAL Emilia-Romagna La storia dell’atletica è una storia di persone, di fatiche e di grande passione. È una storia scritta dalle Società, ed in particolare da Società che si distinguono per carattere e continuità e che costituiscono i pilastri di questo nostro amato sport. Il GS Atletica 75 Cattolica è uno dei pilastri dell’atletica leggera emiliano-romagnola, ed è una società alla quale la Federazione ed io stesso siamo particolarmente legati. Una Società duratura, che ha accolto sotto la sua ala grandi atleti e che non ha mai lesinato l’impegno per lo sport, anche nelle sue forme meno gratificanti. Si può con sicurezza affermare che l’atletica leggera in Emilia-Romagna deve molto a questa Società, che ha dato i natali a illustri dirigenti federali, a tecnici competenti ed atleti di grande valore. È una storia che continua a testa alta, pur nelle difficoltà che lo sport deve oggi attraversare. Credo che questa pubblicazione adempia ad un dovere importante, ovvero quello di tramandare nel futuro una storia di successi e di grande impegno. A nome della FIDAL e mio personale vorrei rivolgere un sincero GRAZIE a tutte le anime del GS Atletica 75 Cattolica, e la certezza che la storia è solo all’inizio. Alberto Montanari Presidente FIDAL Emilia-Romagna

Presidente FGI Emilia-Romagna Caro Presidente, Caro Ercolessi, con vero piacere ho appreso che nel corrente anno la società sportiva da Te presieduta compie 35 anni di attività. Mi preme precisare che in questi anni la Società Atletica 75 Cattolica ha sempre partecipato attivamente e con ottimi risultati alla vita federale, sia a livello regionale che a livello nazionale, onorando tra l’altro anche la funzione educativa e sportiva che svolge sul territorio di Cattolica nonché nei centri limitrofi. Nel ringraziarTi pertanto calorosamente dell’attività svolta in questi 35 anni non posso che augurarTi, sentitamente, per i prossimi anni, i più vivissimi successi sportivi in tutti gli ambiti nei quali la società da Te presieduta svolge con onore la sua attività sportiva. Cordiali saluti. Avv. Corrado Maria Dones Presidente C.R. FGI Emilia-Romagna

Presidente CONI Rimini Festeggiare i trentacinque anni di attività sportiva con un libro commemorativo è una scelta bellissima e importante. Riproporre con fotografie, aneddoti e storie, tanti anni dedicati alla pratica e alla promozione dello sport è il giusto omaggio a tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questo ambito traguardo. Sicuramente questo libro saprà suscitare attenzione ed entusiasmo e riuscirà a far si che non vada dispersa l’importante storia di una grande Società Sportiva. Con stima, riconoscimento e affetto Donato Mantovani Presidente CONI Rimini


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Il Presidente È inevitabile, ogni uomo che ha percorso tanta strada prima o poi si volta indietro a guardare il suo cammino e si ferma un attimo prima di riprendere il viaggio. Sono trascorsi trentacinque anni da quel pomeriggio in cui la passione e l’entusiasmo di alcuni “ragazzi” amanti della corsa hanno fatto nascere l’Atletica 75. Sono proprio queste le occasioni che inducono a fermarsi un attimo per ripercorrere con orgoglio, con nostalgia e con un pizzico di commozione le tappe di una storia lunga e piena di soddisfazioni. È anche la mia storia, la mia vita, la mia missione… In questo libro ci sono soprattutto immagini, istantanee che ad ognuno di noi provocano un turbinio di emozioni e di ricordi, che scatenano pensieri e racconti quasi mitologici. A chi invece vorrà sfogliare queste pagine, pur non avendo vissuto quei momenti, spero possano fargli comprendere quello che si è costruito in questi anni, per i ragazzi, per le loro famiglie, per la città… nel nome di valori come il rispetto, l’amicizia, la solidarietà e lo spirito di sacrificio che insegna lo sport. Il bianco e l’azzurro sono i colori che mi accompagnano dal tempo in cui (ancora con tanti capelli) saltavo gli ostacoli su una pista di asfalto bituminoso che, a piccoli pezzi, mi portavo puntualmente a casa in granelli attaccati alle ginocchia arrossate per le troppe partenze dai blocchi. Il bianco e l’azzurro sono i colori che vedevo indossati dagli atleti che ho allenato dopo aver abbandonato l’atletica da agonista (forse un po’ troppo presto) per trasmettere ai ragazzi più giovani la mia esperienza. Il bianco e l’azzurro sono ancora i colori che accompagnano la mia esperienza da Presidente, dopo tanti anni, con l’orgoglio di rappresentare la società cattolichina che, per numeri e qualità, è la prima della nostra città. Tante di quelle persone che hanno diviso con me l’esperienza di atleta, tanti di quei ragazzi che ho allenato, tante di quelle “bambine” che ho visto impegnarsi con tenacia e passione su attrezzi ormai di un’altra epoca, collaborano oggi con la società ed hanno lavorato instancabilmente per realizzare questo libro: questo è il nostro miglior RISULTATO! Le frasi di tutti coloro che hanno voluto scrivere un pensiero, una sensazione, un ricordo su queste pagine mi hanno emozionato, i loro ricordi ed i tanti aneddoti descritti hanno tutti un preciso significato per me e per tanti di noi, sarà pure banale ma la nostra è stata da sempre una vera FAMIGLIA! E come in ogni famiglia ci sono state nascite, morti, unioni, separazioni, gioie e delusioni, ma sempre ed insieme abbiamo affrontato le vicende della vita con solidarietà ed amicizia. Ho la presunzione di pensare che tutti coloro che hanno trascorso gli anni dell’infanzia oppure dell’adolescenza con noi ed oggi nella vita sono avvocati, medici, insegnanti, operai, politici, genitori, imprenditori, scienziati, fisici, religiosi, saltimbanchi o attori, portano ancora nel cuore e nella mente un po’ dell’ATLETICA 75. Ci scusiamo perciò con tutti coloro che non sono nelle immagini o nei testi di questo libro, non potevano entrarci tutti, sarete invece lo stimolo della nostra passione, la forza delle nostre iniziative, la tenacia dei nostri ideali al servizio delle generazioni future e di tutti gli sportivi che verranno. A questo punto ci alziamo, volgiamo lo sguardo avanti e riprendiamo il nostro cammino ringraziando tutti coloro che hanno creduto in noi, coloro che ci hanno aiutato e coloro che ci hanno sostenuto, sperando di meritare la loro fiducia per tanti, tanti anni ancora. Luca Maria Ercolessi Presidente Atletica 75


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dal 1975 al 1985

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Gli anni in cui tutto ebbe inizio, gli anni delle corse campestri, delle tute di lana blu a bande bianche sponsorizzate “Latte Alaâ€?, del pulmino azzurro con le scritte adesive‌ gli anni che rappresentano la nostra storia.


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Intervista ad Aristide Ercolessi Segretario storico - Cattolica 16 settembre 2010

Quando e come è nata l’Atletica 75 (Amplilux)? La Società è nata nell’estate del 1975 a incoronamento del sogno di mio figlio Andrea che desiderava creare una struttura per i ragazzi che avevano voglia di praticare sport. I soci fondatori sono mio figlio Andrea (segretario), Betti Gianfranco (presidente), Giannoni Bruno, Cerri Renato, Franciosi Fidelmo, Galeazzi Onelio, Piva Armando, Gennari Marisa, Grossi Mario, Lisotti Liviano, Allegrucci Dalmazio, Cardellini Gaetano, Mariani Romeo, Nicolini Giuseppe, Vanni Livio, Zanelli Amleto, Marini Piero, Bartolini Ettore e Sartori Giorgio; successivamente sono subentrato io come segretario. La loro passione per il podismo ha dato vita alla Società. Non avendo una struttura propria dove allenarsi, questo gruppo era costretto a correre sulla strada intorno al campo sportivo. Solo nel tempo il Comune ha concesso uno spazio all’interno dello stadio. È da sempre stata una Società di atletica leggera, podismo e ginnastica artistica? O sono state tolte o aggiunte discipline sportive negli anni? È nata inizialmente come gruppo di podisti, solo successivamente è stata praticata la corsa campestre; tra questi

ragazzi ricordo bene Elena Cerri, la prima ad aver ottenuto buoni risultati in questa disciplina. In un secondo tempo si sono aggiunti l’atletica leggera, la ginnastica artistica e ritmica. Quest’ultima, dopo qualche anno, si è abbandonata per concentrarsi esclusivamente sull’artistica. A quei tempi ci si allenava nella palestra della ex scuola media E.Filippini, la prima struttura che ci ha concesso il Comune di Cattolica. Lei, sig. Aristide, è stato per diverse generazioni una figura molto presente all’interno della palestra. Molti la ricordano come un padre, un nonno, in ogni modo sempre attivo nei pomeriggi di allenamento. Come ricorda Lei, invece, i tanti atleti che ha visto susseguirsi nella Società? Questa domanda mi imbarazza un po’ perché mi son passati sotto gli occhi talmente tanti ragazzi che ricordarli tutti diventa davvero difficile. A volte qualcuno mi ferma per strada chiedendomi “Lei è il sig. Ercolessi?”… “Sì!” rispondo io “ma tu chi sei?” Rammento però con simpatia quando terminato l’allenamento mi venivano affidati i bambini in attesa che le loro mamme venissero a prenderli. Insomma, un vero baby-sitter!


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Lei, svolge ancora parte del lavoro burocratico della Società. Fa da archivista alle scartoffie che di anno in anno aumentano. E da quel che riferiscono è sempre molto preciso! I primi anni sì, mi occupavo principalmente io del settore burocratico. Dopo aver lavorato in banca a Roma per diverso tempo cercavo di aiutare Andrea nella parte amministrativa, oggi però è Federica che mi dà un grosso aiuto. È lei che mi consegna tutti i documenti da tenere in ordine e da archiviare. Non è sempre facile ma a 88 anni cerco ancora di rendermi utile.

Ci racconti uno degli episodi più simpatici. Il saggio di Natale sicuramente, la frenesia nei preparativi e la partecipazione dei genitori. Era un appuntamento importante, molto atteso e uno dei momenti più belli era infatti vedere tutti i bambini a fine anno nel palazzetto esibirsi col massimo impegno. E uno dei momenti più difficili. Personalmente non ho mai avuto screzi con nessuno, anzi, quando potevo cercavo di sanare la situazione come fa un buon padre di famiglia. Dal punto di vista burocratico, invece, il lavoro più difficile lo aveva già svolto mio figlio Andrea ottenendo i contributi necessari per le nostre attività sia dal Comune che dallo sponsor Amplilux che arricchiva tutti i saggi di Natale con luci, video, scenografie e effetti speciali. L’Atletica 75 è ricordata ed è tutt’ora per molti una seconda famiglia. Qual è stato (e qual è) il segreto, ciò che la distingue da altre società sportive? L’Atletica 75 era ed è una grande famiglia. Addirittura Andrea aiutava i bambini della scuola media nello svolgimento dei compiti scolastici. Fin dal principio tutti hanno sempre partecipato attivamente, dagli istruttori agli atleti. Ricordo quando con mio figlio riuscivamo a coinvolgere i ragazzi stimolando in loro l’interesse verso l’atletica leggera.

Nella Pagina a fianco: Aristide Ercolessi e Luciano Leardini (Amplilux) Qui sopra: Andrea Ercolessi e lo storico pulmino

Ciò che era alla base del progetto iniziale, nel 1975, ciò che avevate messo come primo obiettivo della futura Società, è stato realizzato? E anima ancora il gruppo dirigente di oggi? Con un sorriso sulle labbra il nostro motto è sempre stato: TIRIAMO AVANTI, BISOGNA AVERE FIDUCIA e tanta, tanta umiltà! Il segreto stava nel non esagerare, fare ma non troppo. Ad esempio, la specialità della ritmica non si è mai portata avanti perché richiedeva una competenza tale che noi non eravamo in grado di sostenere, così abbiamo potuto concentrarci maggiormente sulla ginnastica artistica. È vero che le banche ci hanno aiutato, ma dovevamo ugualmente contenere le spese, non creare debiti, svolgere un’amministrazione oculata, insomma tenere i piedi per terra. Cosa vorrebbe per il futuro dell’Atletica 75? L’Atletica 75 è stata una bella istituzione, se si pensa poi che siamo nati da zero... Spero rimanga sempre così! Oggi, Suo figlio Luca è Presidente dell’Atletica 75. Cosa gli augura? Luca si dedica parecchio alla Società, spero di cuore che ricopra questo incarico fino alla pensione perché davvero non so chi potrebbe prendere il suo posto. Ci vuole tanto impegno e passione ed oggi i volontari sono sempre meno. Mi rammarico perché sono loro, con l’impegno quotidiano e la devozione, che rendono solida la base della piramide. Ci vuole tanta passione ma capisco che allargare il giro è difficile.


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100 km del Passatore Franco Vico e Andrea Ercolessi


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Paolo Pieri, Renato Cerri, Marisa Gennari, Stefano Ciotti, Andrea Ercolessi, Elena Cerri, Claudio Bucchi, Claudia Conti

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el 1975, quando questa società sportiva iniziava a fare le sue prime corsette su strada, l’Italia si esaltava per un piccolo grande pugliese, Pietro Mennea, che correva più veloce del vento e gli occhi del Belpaese erano incollati alla tv per ammirare una splendida veneta, Sara Simeoni che tentava di oltrepassare un’asticella posta all’altezza di due metri. Entrambi ce la fecero, il primo detenne il record del mondo sui 200 metri per molti anni, la seconda volò sopra quell’asticella senza farla cadere, e sembrò non scendere più. Trentacinque anni di atletica leggera non fanno certo la storia di una città, ma di sicuro hanno condizionato e forse arricchito la storia di chiunque sia passato o sia rimasto in questo piccolo grande mondo. I ricordi riemergono subito guardando le piccole foto dai colori sbiaditi, non c’è una pista, ma tanta strada e scarpe consumate sulle strade e nei campi della zona. In queste foto sorridono molti visi, foto di gruppo prima della partenza o foto infangate dopo l’arrivo. Molti di quei visi sono le persone che con le loro idee e soprattutto con la loro passione hanno portato l’atletica dalla strada alla pista. Da allora è stato un susseguirsi di eventi, di persone, di bimbi e di ragazzi che hanno saltato,

hanno corso, hanno lanciato e sono partiti con un pulmino un po’ scassato per affrontare avversari che molto spesso sono diventati amici. Si può avere talento, sicuramente i geni aiutano, ma l’atletica insegna, tutte le procedure per migliorare le proprie prestazioni fisiche e sportive vengono definite allenamento. L’allenamento migliora le prestazioni fisiche di chi lo pratica e insegna ad affrontare le eventuali competizioni. Tutto ciò è scritto in ogni vocabolario e in ogni manuale che si occupa di attività fisica, ma tutto quello che non è scritto lo conosce molto bene chi si allena. Chi si allena, chi lo fa seriamente, non è una persona comune ma è qualcuno che ha scelto di mettersi in gioco, con se stesso o misurandosi con gli altri. Proprio questo è l’atletica, la sfida, dove “l’agonismo” è principalmente con se stessi, migliorare di un centimetro il proprio record in un salto può sembrare una piccolezza per chi non ha mai indossato le scarpe chiodate, ma chiunque lo abbia fatto lo sa, sa che quel centimetro fa parte della sua vita, è il successo del momento o sarà il racconto di un suo futuro. Elena Cerri - Atleta, allenatrice


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Stella Dina

Paolo Pieri

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Mariano Galanti

Elena Cerri


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Gruppo podismo anni ‘80

Sezione Podismo La Sezione Podismo dell’Atletica 75 Cattolica è stata costituita per iniziativa dei compianti Andrea Ercolessi e Bruno Giannoni. A questi è succeduto Odoardo Sarti il quale ha poi passato il testimone a Luigi Zavagnini che ricopre tutt’ora, con grande impegno e dedizione, il ruolo di Presidente della Sezione. Questo affiatatissimo gruppo di amici, legati dalla comune passione per la corsa, ad oggi conta ben 60 iscritti e rappresenta una bellissima e consolidata realtà dello sport cattolichino. Le imprese dei suoi atleti danno lustro alla città e ne fanno conoscere il nome in tutta Italia e nel Mondo; molte infatti anche le partecipazioni a competizioni fuori dai confini nazionali. Di rilievo inoltre la vittoria nell’anno 2006 del Calendario Podistico Mare-VerdeMonte con l’assegnazione del titolo di Campioni di Romagna. Tanti di questi podisti, o come vengono chiamati adesso “runners”, si sono avvicinati alla corsa solamente da qualche anno, altri invece macinano chilometri da oltre trent’anni. Diverse generazioni accomunate da un’unica comune passione: la corsa. Come già detto, a guidare questo splendido gruppo,

nel ruolo di Presidente, è Luigi Zavagnini, per tutti indiscutibilmente “Il Capo”. Uomo di poche parole ma di enorme sostanza, come si conviene a chi deve tenere a bada una simile masnada di squinternati. Punta di diamante è invece l’inossidabile Adolfo Accalai che nonostante la sua non più giovanissima età, in gara riesce tranquillamente a lasciarsi alle spalle tutti i propri compagni di squadra, chiudendo ogni competizione alla quale partecipa regolarmente nelle primissime posizioni. Si dice che corra così veloce per non farsi raggiungere dagli anni che passano e dagli acciacchi. E a quanto pare la cosa gli riesce egregiamente. Altro atleta di grandissimo valore, sicuramente il più tecnico del gruppo, è Stefano Ciotti il quale può vantare gli invidiabili personali di 32’ e 42’’ sui 10.000 metri e di 2h 28’ e 43’’ sulla distanza della maratona. Da segnalare inoltre due sue partecipazioni, nel 2009 e nel 2010, alla massacrante “100 Km del Passatore” (da Firenze a Faenza) con tempi di tutto rilievo che danno, se ce ne fosse bisogno, ancora maggiore caratura all’impresa. Altra figura storica è quella di Gabriele Sarti, alias “Duracell”, così soprannominato per la sua grande resi-


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Gruppo podistico - Gara Rimini-San Marino

stenza. Gli si illuminano ancora gli occhi quando alle nuove leve racconta degli estenuanti allenamenti che faceva salendo più e più volte a ritmi folli la ripidissima salita del Dolce Colle di Gabicce. Passiamo poi a Danilo Biagiotti, nome di battaglia “Mitico Jane”. Un podista al quale il Mondo pare andare stretto. Sempre alla ricerca di nuove gare, nuovi percorsi, nuove distanze. Ha corso le maratone di New York, di Parigi, di Londra, di Pechino, di San Francisco, di Reykjavìk e tante altre ancora. Da qualche tempo si è avvicinato con grande passione, coinvolgendo anche gli altri atleti del gruppo, alle corse in natura per poter dare così libero sfogo al suo “Spirito Trial”. Altre due colonne portanti del team: Sergio Bostrenghi, “Il Boss”, braccio destro del Presidente nel disbrigo delle incombenze amministrative e di gestione della società, anch’egli amante delle lunghe distanze e con un personale sui 42,195 Km prossimo alle 3 ore, e Savino Calcagnini “Don Savino”, il goliardico della squadra. Fondamentale la sua figura per tenere sempre alto il morale della truppa. Passiamo poi al tenace Giorgio

Sorchiotti detto “Mercurio”, uno stacanovista della corsa che da qualche tempo pare essere stato infatuato anche dalla disciplina del ciclismo che alterna al podismo. Il suo blog è di riferimento per tutto il gruppo. In esso si possono trovare i resoconti dei suoi allenamenti e delle gare domenicali, le comunicazioni sociali agli atleti, gli appuntamenti per gli allenamenti e tanto altro ancora, il tutto condito con quel tocco di maestria linguistica che solo lui possiede. Dulcis in fundo la giovane Alice Sarti, figlia di Gabriele: un metro e 60 di grinta e determinazione che le stanno permettendo di togliersi grandi soddisfazioni. Non c’è gara infatti che non la veda piazzarsi nei primissimi posti, con grande gioia anche del padre visti i tanti premi che ogni domenica porta a casa. Di molti altri si potrebbe scrivere, ognuno porta il suo contributo ed è così che questo gruppo, dopo anni ed anni di onorato servizio, continua ancora a mietere successi e ad accrescere costantemente il proprio organico con la certezza che così sarà anche per i prossimi anni a venire. Sezione Podismo


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Gruppo atletica leggera fine anni ‘70

Gruppo atletica con il suo primo allenatore, il Signor Amleto Zanelli (Anselmo)

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Gruppo podismo 1975 - Imola gara podistica 3 monti

Gruppo atletica 1978

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Cacciatore e Panzieri

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iro piccolo, giro grande, giro di campo… quanti giri? Un portachiavi che ho sempre con me, vecchie foto… conservo anche delle cose, ma non ne avrei bisogno… Quegli anni belli li ho impressi nel cuore, fra le cose importanti della vita, quelle che contano, che fanno crescere, che lasciano un segno… che passano ma restano. Amavo correre, amavo l’allenamento, la pista, l’odore dell’erba appena tagliata, il vialetto delle more… e poi ancora le campestri la domenica mattina, il giubbotto coi pesi, le discussioni con l’allenatore, le risate nello spogliatoio, le canzoni a squarciagola in pulmino… e… e tutto il resto. Ho amato quella compagnia, quei volti… la mia Atletica 75. Giro piccolo, giro grande, giro di campo… quanti giri? Che fatica!

Ho imparato ad apprezzare la fatica… a raggiungere il traguardo. Non ho mai vinto una gara ma mi son sentita accolta e guardata… con fiducia… sono tanti gli occhi e ora per un istante sono gli occhi di Andrea… che ci guardava… mi guardava come si guarda un campione… e mi stupisco ancora… come mi stupivo allora… Giro piccolo, giro grande, giro di campo… quanti giri? Ho un portachiavi che porto sempre con me, un cestino pieno di medaglie, quasi tutte di partecipazione, non ho coppe né trofei ma l’Atletica 75 mi ha lasciato molto di più. Grazie Atletica 75. Monica Morsiani - Atleta “Su e Zo per i ponti di Venezia” 1979

Gruppo Atletica 1980


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uanti ricordi si affollano nell’anima, ricordi di un’infanzia luminosa e spensierata trascorsa nell’Atletica 75, dove ho imparato il meraviglioso gioco della vita, ho gareggiato per la conquista della medaglia preziosa dell’amicizia, ho provato l’emozione di partire in due, tre, quattro… per la competizione del momento e di arrivare al traguardo sempre e comunque, tutti, in UNO! La vittoria di uno come la vittoria di tutti, la sconfitta di uno come la sconfitta di tutti, la vita di uno come la vita di tutti! Fu il mio grande amico, Luca Ercolessi, a farmi scoprire la mia vocazione per il giavellotto. Il giavellotto era, per me, l’ebbrezza di raggiungere l’irraggiungibile… io ero il mio giavellotto e volavo nel cielo come un gabbiano verso il sole… forse è per questo che ora sono diventato il giavellotto di Dio! Si giocava, si parlava, si rideva, si piangeva, si condivideva… si cresceva, si amava! Era l’Atletica 75, non solo una società sportiva ma una comunione di anime, una grande famiglia dove la gioia era lo stare insieme, il dolore di uno era il dolore di tutti. Come non ricordare Andrea Ercolessi, la mamma di Luca, sempre con un dolce sorriso per tutti, il nonno dell’Atletica 75 fermo nelle sue idee e ideali. Una famiglia vera, dal cuore grande. Sono molte le storie e i ricordi, le amicizie e i pensieri che si rincorrono uno dietro l’altro. Come concludere? Grazie di avermi dato l’opportunità di vincere le Olimpiadi dell’amicizia e l’alba di questo inizio non abbia mai tramonto. Fratel Michele di Gesù Eremita per bontà di Dio Eremo di Sant’Alberico Monte Fumaiolo (FC)

Salto in alto, quando le asticelle facevano male

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Federica Cecchini

Paolo Pieri

Andrea Ercolessi e Bruno Giannoni


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Per me l’Atletica 75 è una famiglia, è una casa. È il paragone che mi viene più semplice fare. Perché in 12 anni che mi alleno qua, in questo pallone bollente d’estate e ghiacciato d’inverno, si è creato un clima unico. Ci conosciamo tutte come fossimo sorelle e siamo sempre pronte ad aiutarci tra noi. Ci confidiamo, ridiamo, scherziamo… All’Atletica 75 ho conosciuto delle persone davvero splendide! Ilaria Sofia Vaccarini – 16 anni

Nadia Filippini e Monica Morsiani - Staffetta 4x100


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Paola Verati, Elena Cerri, Federica Cecchini, Cristina Galaffi

L’Atletica 75 è un mare di emozioni tutte legate ad un unico posto. È davvero strano, ma mi piace pensare a questo luogo come un unico grande ricordo, un’emozione che non finisce soltanto smettendo di praticare. Elisabetta Mascherucci – 15 anni


28 - Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport 100 Km del passatore Liviano Lisotti (Cindolo) e Fidelmo Franciosi

Didascalie

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Elena Cerri durante la corsa campestre

Luca Ercolessi, 110m ostacoli

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ffido a questa email alcuni pensieri e riflessioni sull’esperienza vissuta all’Atletica 75. Manco ormai da molto tempo ma se penso al tempo passato in società, affiorano inevitabilmente i ricordi, alcuni invero particolari. Non posso fare a meno di ricordare il luogo di lavoro, quel famoso pallone che offriva sì un tetto sicuro per gli allenamenti, ma legato anche a curiosità, come l’”impacchettamento” delle attrezzature, con quei fogli di nailon per preservarle dalla “condensa” che ogni sera bisognava fare tanto da sembrare una cooperativa di facchini. E quella sbarra che si arrugginiva, quelle parallele umide e bagnate, quei tappeti facilitanti sui quali si sprofondava. Insomma una sorta di ginnastica pionieristica che però ci ha visti protagonisti in modo più che dignitoso e talvolta anche vincenti sia in campo regionale che nazionale. E che dire poi della “banda che veniva da Rimini”: io, la Manu e l’Anto. Insieme abbiamo vissuto esperienze bellissime che ci hanno legato per gli anni a venire. Un pensiero particolare va a Matteo Bompadre, la mia esperienza ginnica più interessante e completa, con il quale ho condiviso tante gare e avventure. Ma il ricordo accomuna tutti, atleti, dirigenti, istruttori, i coniugi Ercolessi, persone serie e squisite, un’umanità che mi ha fatto crescere e fatto capire che chi si impegna nella vita come nello sport rende il mondo migliore e più solidale. Con affetto Luigi Pellizzola (Gigi) - Allenatore Matteo Bompadre alle parallele maschili

Luigi Pellizzola e Antonella Serafini con la squadra maschile e femminile


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Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 31 Matteo Bompadre agli anelli


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Mauro Semprucci - Velocista

Gruppo atletica 1976 - Campionati provinciali di corsa campestre

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Luca Ercolessi, Oscar Girolomoni, Luigi Montanari, Gilberto Tomasetti

Gruppo al completo 1976

Il mitico Volkswagen

Mariano Galanti, Mauro Semprucci, Luca Ercolessi, Oscar Girolomoni

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icordo i primi allenamenti, nell’autunno del 1981, quando mi sono iscritto all’Atletica 75. I miei fratelli giocavano entrambi a tennis e, per la verità, anch’io avevo cominciato e non mi dispiaceva. Ma a me sembrava che ci fosse qualcosa di bello e di grande nel fare atletica, perciò ho deciso di provare. E non mi sono pentito. Il primo allenatore, anche se per un tempo abbastanza breve, è stato Piero, di cui ho un ricordo splendido, mentre mi arrivavano notizie sulle imprese dei “grandi”, quelli che per me erano quasi dei miti: Luca Ercolessi, Mauro Semprucci, Elena Cerri… Dopo un primo periodo di assaggio di varie specialità, tra cui il salto in alto – con un promettente 1,30 superato alla prima gara, rimasto però il mio record… per non so quanto tempo! – sotto la guida paziente (molto!) e per me importantissima di Luca (uno dei suddetti miti… la cosa era entusiasmante!) ho intrapreso la carriera dell’ostacolista. Sono stati anni indimenticabili, pieni di allenamenti duri, con pioggia e sole, con voglia e senza voglia, e di gare che ti facevano sempre entrare in fibrillazione… In effetti uno potrebbe pensare: «Ma chi te lo fa fare?». Eppure lo si faceva, e con passione. Anche perché si creavano amicizie di quelle che, nonostante il tempo e la distanza, ancora sono forti, come ho potuto sperimentare anche pochi giorni fa, al matrimonio di Marco Tamanti: lui allora era uno scavezzacollo che saltava con l’asta e oggi è sindaco di Cattolica e felice sposo di Giuliana, mentre io, che allora mi divertivo a saltare ostacoli (e a buttarne giù qualcuno), oggi sono sacerdote e ho

avuto la gioia di concelebrare il suo matrimonio. Sono tanti i nomi che dovrei ricordare, a partire da Mauro, che insieme a Luca e all’Elena (gli altri due miti!) allenava il nostro bel gruppo… Non lo faccio perché temo di dimenticare qualcuno, e mi limito ad un nome, Simone Semprucci: con lui abbiamo condiviso tante gioie e per un po’ abbiamo ricoperto il ruolo dei “veterani”, quando ormai le “giovani leve” emergevano e noi passavamo loro il testimone. Dicevo, poco fa, che sono sacerdote. È una chiamata di Dio a cui sono stato ben felice di rispondere di sì. E ora che mi trovo a scrivere queste righe mi rendo conto di quanto il progetto del Signore sulla mia vita sia coerente: anni fa ho imparato a saltare ostacoli; ora il mio compito fondamentale, come sacerdote, è quello di aiutare tante persone a rimuovere gli ostacoli dal cuore e ad aprirsi alla grazia e all’amore di Dio… E molte volte mi sono ritrovato in quelle parole di san Paolo agli uomini di Corinto: «Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile». La corona incorruttibile, quella del Cielo, è ciò che auguro di cuore a tutti quanti hanno condiviso con me gli anni nell’Atletica 75 e a coloro che, oggi e negli anni a venire, ne faranno parte e la sosterranno. Grazie Atletica 75! Marco Vanzini - Atleta, Sacerdote


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Dalla corsa sul strada al salto triplo… la mia atletica dal 1981 ad oggi. Avevo nove anni, era estate e mi stavo godendo le vacanze. Un “bagnante” alloggiato nell’appartamento di mia nonna (il Sig. Ubaldo di Ferrara) un giorno mi invita a partecipare ad una gara podistica serale: la “Stra-Cattolica”, circa cinque chilometri di corsa. Ricordo che la partenza e l’arrivo erano nella zona dell’attuale parco “Le Navi”. Mi accompagnano i miei genitori, loro conoscono qualcuno tra gli organizzatori ma non me ne curo, non vedo l’ora di iniziare a correre. Ci sono molti partecipanti e mi classifico 65° assoluto (a nove anni non era male), qualcuno tra gli organizzatori dice a mio babbo: “Ma è tuo figlio? Perché non lo fai venire con noi a correre alla domenica?”. E così inizio a correre: c’è una gara ogni domenica e sempre in un posto diverso. Il bello è che c’è sempre una medaglia per tutti, ma se arrivi tra i primi ti danno anche la coppa. Qualche volta oltre alla coppa c’è anche qualche premio in natura… uno spasso! Una delle gare successive è presso la sede del nostro sponsor: “L’Amplilux” a Misano. Lì conosco un signore simpatico: anche lui corre, si chiama Luciano. Alla fine della corsa mi dice che sono stato bravo, mi dice di andare al “ristoro”, dove c’è sua moglie Viviana che mi offre un bicchiere di the al limone (molto dolce… alla faccia degli integratori di adesso). Luciano mi dice che se voglio, mentre c’è la

gara degli amatori, posso andare a giocare sul retro del capannone dello sponsor, dove c’è anche sua figlia. È lì che conosco Simona, stava giocando a far ruote, capriole e acrobazie varie. Sembra di stare in una palestra di ginnastica “fatta in casa”. Simona è una tipa magrolina, biondina, simpatica… col tempo saremmo diventati buoni amici e col tempo avrei scoperto che Atletica 75 è anche “Ginnastica Artistica”! A forza di correre arrivo ad Onferno (ricordo che alla fine della corsa dei bambini c’era una salita tremenda). Al termine della corsa, gli amici dei miei genitori (quelli che si chiamavano “i podisti”, Dino, Luigi, Bruno, Giuseppe e uno che chiamavano “il Cindolo”) mi accompagnano da un signore molto alto e me lo presentano: si chiama Andrea Ercolessi ed è circondato da altri ragazzi un po’ più grandi di me. Andrea fa subito centro e mi dice: “Sei bravo, perché non vieni all’Atletica?”… e penso: “L’Atletica? Ma non ci sono già nell’Atletica 75? Non è il nome del mio gruppo sportivo?”… Andrea aggiunge: “Lì ti puoi allenare alla corsa insieme a ragazzi della tua età, vieni a provare, vedrai che ti piacerà!”. Non ricordo bene se le parole erano proprio queste, ma il senso sì. All’Atletica ci fanno fare tutto: corsa, salti, lanci, staffette…


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Il triplista Marco De Biagi

Andrea aveva ragione, ci si diverte davvero. Poi arriva la prima uscita ufficiale con il nuovo gruppo: un giorno andiamo ad una gara, era a Russi e ci andavamo col pulmino (il vecchio Volkswagen, che mito!). Il pulmino lo guida un signore che si chiama Renato (Cerri), accanto a lui c’è sua moglie Adele e ci sono anche i loro due figli: Elena e Lele. C’è anche un altro ragazzo che si chiama Simone (Semprucci) e uno che si chiama Marco come me (Vanzini). Era una gara di salto in alto: un’esperienza terribile, nove rincorse senza mai saltare una sola volta (l’asticella era 1.20 m, dieci cm in meno del mio record attuale, ma la paura dell’asticella mi ha fregato). Decisi che il salto in alto non avrebbe fatto per me (più avanti avrei comunque saltato 1.96 m che per uno alto 1.78 come me non è male!). Venni consolato da Elena ma soprattutto da Lele, che guadagnò la mia simpatia. Mi dedicai al mezzofondo: i 2000 metri, ero forte… mi piazzavo bene, ma non abbastanza da eccellere. Gli allenatori si chiamavano Luca (Ercolessi), Elena (Cerri) e Mauro (Semprucci). Un giorno Andrea ci lascia, è un giorno triste per lo sport a Cattolica e non solo… ma ci si continua ad allenare. Nel frattempo, hanno rifatto la pista (che era di materiale bituminoso) e hanno costruito il “pallone” che viene intitolato ad Andrea Ercolessi, l’Atletica 75 sta crescendo. E finalmente… un giorno ad una gara a squadre era rimasto scoperto il salto triplo, ero nella categoria ragazzi. Mauro mi dice che lo devo fare io: “è facile” – dice – “devi fare due salti con una gamba e uno con l’altra prima di

atterrare in buca. Si stacca di nove metri, te la senti?” Finisce che salto oltre 10 metri… accidenti: “Sono un triplista!” Da cadetto salto 11.65 e supero il minimo per partecipare ai campionati italiani, si cominciano a vincere parecchie gare e addirittura un giorno mi convocano al raduno con i migliori della regione. Ci sono andato con Claudia (Cevoli) che fa il lancio del disco ed è forte anche lei. Ai campionati italiani ci sono quelli forti… che batosta! Ma non mi arrendo, l’anno dopo divento allievo: salto 13.77 m, altro minimo per i campionati italiani, altro raduno (stavolta in Spagna) e ci vado con Federica (Benvenuti), che si era distinta nella sua categoria nel salto in alto. Nel frattempo c’è un altro ragazzo forte che sta crescendo nel nostro gruppo, fa salto in alto e si chiama Francesco (Arduini) ma è più piccolo e non partecipa ai raduni con noi. Altro campionato italiano, altra batosta! Ma non mi arrendo, divento più grande di un anno, sempre allievo. Ora salto 14.42 m questa volta è il minimo “A” (significa che sei tra i primi 10 d’Italia e la mia era la terza misura stagionale) e oltre che ai raduni con la squadra regionale mi convocano al Club Italia a Formia, in pratica è il raduno della nazionale giovanile. Eravamo divisi in gruppi: corsa, salto, lanci, mezzofondo… ad accogliere il gruppo dei salti c’è Sara Simeoni, che ci vuole conoscere tutti. Ogni tanto viene anche agli allenamenti e ci racconta strani episodi di quando si allenava, quando in pista a Formia c’era anche Pietro Mennea (che si alzava prestissimo e si massacrava di affondi…). Agli allenamenti ci fanno fare il “test di Bosco”, la mia reattività stupisce i tecnici della nazionale, tanto che me lo fanno ripetere per mostrarlo ad


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Luigi Montanari - Velocista

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Luca Ercolessi e Salvatore Bontempi, staffetta 4x100

altri tecnici (che soddisfazione… l’esito del test dovrebbe essere ancora da qualche parte, negli archivi che conserva Aristide Ercolessi). Allenandomi miglioro in tutte le altre specialità. Oltre che nel salto triplo me la cavavo anche nelle prove multiple, eccellevo nei salti e nella corsa… un po’ meno nei lanci, ma sono riuscito a classificarmi bene anche ai campionati nazionali (il mio record nell’Octathlon era 4076 punti). Purtroppo non sono mai riuscito a finire un Decathlon (mi facevo sempre male) così ho smesso per non compromettere le gare di salto triplo. Nonostante il grave infortunio muscolare, mi chiamano al Club Italia di Formia anche l’anno seguente, da Junior. Riesco comunque a migliorarmi saltando nel meeting di Formia 14.48 metri. Una bella esperienza, ho conosciuto un mito dello sport italiano (Sara Simeoni) e tanti amici e tecnici federali, con alcuni ho avuto anche contatti di recente. Il bello dell’atletica è che nonostante il forte agonismo, si crea una sorta di collaborazione tra i partecipanti, in particolare nei concorsi come il salto triplo: il più forte aveva sempre qualche consiglio da darti per migliorare la tua prestazione. Ho chiuso la carriera con 15.24 m, misura che mi ha consentito di entrare a far parte del Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare. Il mio migliore piazzamento è stato in questo periodo, quando insieme ad altri due atleti ho vinto il titolo italiano di specialità a squadre (si sommano le misure dei tre componenti della squadra), lasciando alle spalle gruppi quali Carabinieri, Fiamme Gialle, Fiamme Azzurre e Fiamme Oro. Una bella soddisfazione, a cui ha potuto assistere la nostra Federica Benvenuti che partecipava a sua volta nel salto in alto (in prestito a Ravenna). Per questo piazzamento nel 1995 ho ricevuto dal Capo dello Stato Maggiore della Difesa il “Distintivo al valore militare nello sport”, sono già passati quindici anni, accidenti!

Escludendo i campionati UISP dove noi cattolichini facevamo razzia di titoli italiani, per quello che riguarda le gare di federazione FIDAL, ho portato a casa solamente titoli regionali assoluti, sono rammaricato dal fatto di non aver vinto titoli italiani vestendo i colori dell’Atletica 75. Ho continuato ancora per qualche anno nel tentativo di aumentare la mia misura, chiedendomi come mai riuscivo a coprire quasi 12 metri con i primi due salti (hop e step) e non andavo a chiudere il salto oltre i 16 metri… si stupivano anche gli atleti più forti di me (che ogni tanto mi elargivano qualche dritta alle gare). Lo capii più tardi: era un piccolo “acciacco” congenito… alla fine ho smesso, ogni tanto si “rompeva” qualcosa e non era il caso di continuare. Un vero peccato che alcuni degli amici che hanno fatto parte del mio percorso di atleta non ci siano più e non abbiano potuto assistere ai successi sportivi ottenuti in questi anni da me e da tanti altri atleti. Seguendo il loro esempio ho “portato” all’atletica tanti amici e tanti compagni di scuola: qualcuno ha continuato per molto tempo, qualcuno ha portato a sua volta altri amici, altri si sono addirittura sposati e i loro figli adesso fanno atletica a loro volta! Oggi, dopo 35 anni, siamo al punto da non aver più spazi sufficienti per tutte le persone che vorrebbero iscriversi da noi… sì da noi, perché l’Atletica 75 siamo tutti noi! L’Atletica 75 è stata parte della mia vita: un’esperienza positiva da tutti i punti di vista. Oggi ricopro il ruolo di Direttore Tecnico e vedo che l’Atletica 75 continua a sfornare nuovi talenti, staremo a vedere cosa ci aspetterà domani. Una cosa è certa: Andrea e gli altri soci fondatori ce l’hanno fatta. Grazie di cuore! Marco De Biagi (Biagio)


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Manuela, Luigi e Antonella e i loro ginnasti: Magda Batocco, Silvia Zaccagni, Emiliano Marafioti, Massimiliano Zamagna, Matteo Bompadre, Riccardo Malfatti, Cristian Andreatini, Marco Morri, Giuliana Bompadre, Roberta Bacchini, Simona Leardini

S

ono passati 18 lunghi anni dall’ultima volta che ho indossato il body da gara, ma ancora oggi quando entro in palestra le emozioni mi assalgono e l’istinto di respirare l’odore degli attrezzi e quello inconfondibile della magnesia è forte. All’età di 7 anni decisi che la danza classica non faceva al caso mio, così come spesso accade per continuare a praticare uno sport, mia mamma decise di iscrivermi nell’unica palestra di ginnastica artistica esistente allora a Cattolica. Era l’Atletica 75 Amplilux, in quegli anni “appoggiata” presso la scuola media E. Filippini: piccola, accogliente, con una trave di legno bianca appoggiata in prossimità dell’entrata, una spalliera con sopra aggrappato lo staggio per le parallele, un tatami color verde scuro con un paio di colonne in cemento al centro per il corpo libero, un cavallo e una pedana per il volteggio: fu amore a prima vista! Tra una capriola e una ruota, i miei primi allenatori decisero che avevo le caratteristiche giuste per entrare a far parte della squadra agonistica. Così nel 1983, all’età di 8 anni sulle note di “New York, New York” comincia la mia avventura nella ginnastica artistica. In squadra con me tante veterane, tra cui ironia del destino, colei che 24 anni più tardi sarebbe diventata mia cognata! Gli anni passano e le piccole ginnaste crescono, i gemellaggi estivi con la società di Misano diventano più frequenti, i nuovi istruttori e gli allenamenti comportano

più impegno e maggiori fatiche. Lo studio e la ginnastica, la ginnastica e la scuola. “Forse un po’ troppo per una bimba di quell’età” commentava qualcuno, “Decisamente appagante” rispondevo io con entusiasmo. La ginnastica scandisce a pieno ritmo gli anni della mia adolescenza. Mi ritrovo così a 11 anni a varcare la porta del grande pallone in via Salvo d’Acquisto dedicato al suo socio fondatore Andrea Ercolessi, e qui ritrovo una grande famiglia pronta ad accogliermi. Come dimenticare la dolcezza della Lella, il vecchio caro Aristide che meticolosamente curava ogni angolo della palestra sbuffando contro chi non aveva la stessa sua attenzione per la pulizia, e allo stesso tempo veniva ad incitarmi sotto lo staggio delle parallele durante gli esercizi più difficili (“Giuliana… frusta!!!”). La Manu, che tra una coreografia e uno dei suoi soliti implacabili “URENDOOOOO!!!” cercava di nascondere un finto sguardo severo dietro una montatura di occhiali troppo stravaganti, del resto come lei. La signora Maria, che ci coccolava uno ad uno come fossimo tutti figli suoi, impaziente di offrirci una merenda o un succo di frutta, curante di donarci un po’ di refrigerio nella soffocante calura dei mesi estivi. La squadra maschile, con a capo Gigi Pellizzola, con la quale quotidianamente si litigava un tappeto o un salto in pedana. La santa pazienza dei nostri amici dell’atletica leggera,


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Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 39

Massimo Bompadre, Paolo Ercoles e Matteo Bompadre

che hanno condiviso per anni con noi della ginnastica il tetto sotto cui allenarsi, nonché tutte le musiche dei nostri corpo liberi. Poi, la Lella se ne va… dopo anni di regalato entusiasmo, lascia come una chioccia i suoi pulcini oramai diventati grandi… al suo posto entra la Vania, giovane alla sua prima esperienza da allenatrice. Con la costanza e la tenacia che tutt’oggi la distinguono si amalgama subito al gruppo. Già il gruppo, tante sono le amiche-ginnaste incrociate in palestra con le quali ho condiviso per anni ore e giornate di lavoro, tutte le emozioni di una gara e perché no le lunghe trasferte con il pulmino più sgarruppato di noi, ma è doveroso per me sottolineare la solida amicizia con la Roby e la Simo. Abbiamo gioito e sudato insieme sugli attrezzi gli anni della nostra adolescenza, per una qualificazione ad un campionato, una medaglia vinta o un podio mancato, ma soprattutto lo abbiamo fatto in nome di una grande amicizia. A loro tutt’oggi devo ancora molto. A 35 anni mi rendo conto di aver trascorso una vita da ginnasta, oggi questo sport mi ha insegnato ad essere una ginnasta nella vita! Ho sempre cercato di dare tanto al gruppo dell’Atletica 75, spero di esserci riuscita, la cosa certa è che loro hanno arricchito me. Con affetto, Giuliana Bompadre - Ginnasta

Giuliana Bompadre e Antonella Serafini


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1975 -1985

Luca Leardini e Simona Leardini

E

ra il 1981, quando mio babbo, all’epoca sponsor dell’Atletica 75 “Amplilux”, dopo avermi portato con lui a sperimentare il podismo con pochi risultati, mi convinse ad approcciarmi alla ginnastica artistica e mia mamma mi accompagnò alla “palestrina” delle scuole Filippini di Cattolica. Il primo impatto non fu positivo, mi sentivo timida e spaesata durante il corso dell’istruttore Raul con tante bambine più grandi di me. Non volevo più ritornare, ma per fortuna mio babbo insistette e fece bene, perché poi mi innamorai di questo sport, tanto che ancora oggi a 36 anni non riesco a stare lontana dalla palestra per più di una gravidanza. Ricordo i primi attrezzi in quella palestrina, un tappeto azzurro quadrato e poco più morbido del pavimento, che era il corpo libero, una trave bianca di legno schietto, una spalliera dove veniva appeso uno staggio che voleva imitare al meglio l’attrezzo “parallele” e forse una cavallina con pedana. Di lì a poco, un pomeriggio Giuliana, che faceva parte della squadra agonistica, venne da me piena di entusiasmo, urlando felice, che l’istruttrice Luana le aveva confidato che mi avrebbero preso nella tanto ambita “squadra”. Successivamente Raul e Luana si divisero dalla A75 fondando un’altra società a Cattolica. Giuliana, insieme a mia cugina Patrizia e ad altre ragazzine, li seguirono quindi per alcuni anni la vidi solamente in occasione delle gare, dove nonostante fosse della

“squadra avversaria”, era con noi disponibile e simpatica; la nostra grande amicizia iniziava già a delinearsi. Poi il salto a una palestra più grande, sempre alle Filippini, dove gli attrezzi erano sempre “minimal” e montati in occasione degli allenamenti, ma gli spazi erano più gestibili. Ad allenare noi dell’agonistica, i mitici Maurizio e Antonella. Con loro e con le ginnaste Claudia C, Claudia R, Marzia, Silvia, Tullia e Gegia iniziai le mie prime gare nel 1984. Successivamente conobbi, sempre alle Filippini, le colleghe Roberta e Marianna, che insieme a me vennero scelte da un istruttore per allenamenti più impegnativi a Rimini, ma poi io e Roberta tornammo a Cattolica per scelta dei nostri genitori che ritenevano più opportuno riuscire a farci conciliare palestra e scuola senza prendere lo sport come un lavoro, passando intere giornate sugli attrezzi. Lì per lì piansi parecchio, poi il tempo dimostrò che era stata la scelta giusta. La prima volta che vidi Roberta, una graziosa bambina dalle lunghe trecce, gli occhiali e uno sguardo timido e riservato, non avrei mai pensato che sarebbe diventata un’amica così importante per me. Ed ecco che l’A75 inaugura il “pallone”, una palestra dedicata esclusivamente alla ginnastica e all’atletica, con il nome di Andrea Ercolessi. Certo, rispetto alla palestra di oggi, era sempre “preistorica”, ma per noi era già un luna park, compreso di buca piena di gommapiuma all’arrivo degli attrezzi. Il “pedanone” (tavolato) era solo un lontano miraggio,


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Il Pallone

Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 41

Nel Pallone


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Presentazione della squadra femminile di ginnastica in gara

arrivato purtroppo solo dopo la fine della mia attività agonistica, ma nel complesso non ci potevamo lamentare, gli attrezzi erano caserecci, non di certo firmati Gimnova come adesso, ma c’erano tutti e non c’era bisogno di montarli al momento o spostarli perché avevano la loro collocazione, salvo qualche viaggio coi tappetoni sulle spalle da un attrezzo all’altro, se vogliamo faticoso, ma che ora ricordo con nostalgia. Dall’inizio dell’attività nel pallone, ho condiviso gli allenamenti con diverse ginnaste, visto che sono stata una delle poche ad esserci dall’inizio e a non avere mai interrotto questo sport, ma le due “sorelle” con cui mi sono ritrovata per più anni a condividere gioie, dolori, allenamenti, gare e tante emozioni sono Roberta e Giuliana (tornata nella nostra “famiglia” a pochi anni dalla nascita del pallone e accolta da noi con tanta gioia), che tutt’ora sono due amiche insostituibili. Qualche anno mi sono anche ritrovata a gareggiare da sola, con la “mia” Lella (istruttrice Antonella) poi gli ultimi anni li ho condivisi con Federica, che negli anni precedenti era nella squadra delle “piccole” insieme a Tania, Marika, Lucia, Laura, Madeleine, allenate da Manuela. Quando a 25 anni mi aggregai alla squadra di ginnaste di due generazioni dopo (Chiara, Serena, Viola, Gaia) per dare il mio apporto alle parallele, l’attrezzo a me più consono, e mi scivolarono le mani durante l’uscita dove rischiai di rompermi l’osso del collo, decisi che forse era meglio smettere con le competizioni. Alle gare generalmente ci accompagnava mio babbo, sfrecciando con la sua Lancia Thema, il quale al tempo era l’unico ad avere una telecamera per riprenderci, che al contrario di quelle minuscole di oggi, occupava un sedile della macchina. La palestra dove abbiamo sostenuto più gare è stata lo

“Sterlino” di Bologna, il cui solo nome ci terrorizzava, poi al termine della gara la tensione si scioglieva e ci consolavamo con un buonissimo panino “Daisy” del bar lì a fianco. Al ritorno, in macchina con Antonella, Roberta, Giuliana e babbo Luciano, ci rilassavamo leggendo i nostri temi delle elementari, che ci facevano piegare dal ridere. Qualche volta invece si viaggiava col pulmino dell’A75, guidato dal simpatico Sauro che con pazienza sopportava le nostre stonate canzoni. L’istruttrice che appunto ci ha seguite dall’inizio e che ci è rimasta nel cuore è Antonella (Lella), che ci ha non solo allenate ma è stata una seconda mamma, poi è subentrata Vania quando eravamo adolescenti che ci ha accompagnate per gli ultimi anni di gare con tanto impegno; Manuela, presente anche lei a pochi anni dall’inizio, ci curava la parte coreografica con la sua innata passione e fantasia e che ha creato, negli anni ’90, il bellissimo gruppo M.e.e.v. Per un breve lasso di tempo, nel 1985/86 circa, ha allenato me, Silvia e Tullia, l’istruttrice Daniela, che ricordo con affetto. Infine è arrivata Milena, dopo la nostra attività agonistica e dopo il M.e.e.v., che ha partecipato con noi a manifestazioni coreografiche e in altre occasioni ci ha fatto da insegnante, anche lei piena di passione, volontà e notevole gusto artistico. Tutt’ora siamo affezionate a queste istruttrici, che infatti non riescono a liberarsi di noi e che ringrazierò per sempre, unitamente ai miei genitori che mi hanno sempre seguito e sostenuto, educandomi all’importanza del partecipare e divertirsi; se non vincevo era lo stesso, mi abbracciavano e mi dicevano che ero stata brava perché mi ero impegnata al massimo, con grinta e volontà, e quello era l’importante. Spero di riuscire a trasmettere questo sano senso dello sport anche alle mie figlie, qualsiasi


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Maria Ercolessi e Gianfranco Betti inaugurano il Pallone insieme al Sindaco Franco Mazzocchi

sia la disciplina che si sentiranno di intraprendere. Non nego che sarebbe bello per me vederle crescere nella “mia” palestra, così familiare, ma di certo saranno loro a scegliere se sarà quello il loro sport del cuore. Positiva per me anche la “convivenza” con l’atletica e i suoi personaggi unici, come Luca, Elena, “Ticci”, Federica, “Biagio”, “Franz”e tutti gli altri che nel corso di questi anni ci hanno sopportato, condividendo gli spazi della palestra. Con alcuni di loro è nata una bella amicizia, che ancora oggi ci lega.

Un aneddoto che ricordo con simpatia, anche perché abbastanza fresco è quando un ragazzo dell’atletica, Franz, che vede me e Roberta partecipare imperterrite ancora ai saggi di Natale ed altre manifestazioni, ci ha denominate Baudo e Carrà, lamentandosi simpaticamente di non poterne più di vederci saltare e incitandoci a smettere in quanto “vecchie”. Effettivamente il fatto che all’ultimo saggio di Natale sia venuta a vedermi mia figlia e che all’ultimo Festival del Sole io e Roberta fossimo nel gruppo delle giovani ginnaste a cui ho fatto da giudice,


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Luigi Pellizzola e la squadra maschile: Matteo Bompadre, Cristian Andreatini, Emiliano Marafioti, Massimiliano Zamagna, Riccardo Malfatti e Marco Morri

mi fa pensare che forse Franz abbia ragione. Tanti ricordi ho anche di Ticci e Biagio, che come me hanno passato tantissimi anni in palestra, con chiacchiere e risate tra un attrezzo e l’altro. Lo spirito di gruppo e la “semplicità” dei ragazzi dell’atletica credo ci abbiano insegnato tanto. Un ricordo speciale va anche all’istruttore della ginnastica maschile Luigi e ai suoi allievi, Matteo, Giorgio, Cristian, Emiliano, Riccardo, Massimiliano e per un periodo breve anche mio fratello Luca. Con loro ci trovavamo a chiacchierare mentre riempivamo le mani di magnesia nella stessa vaschetta, per poi salire ognuno al proprio attrezzo. Quello che la ginnastica mi ha lasciato, a prescindere dai risultati e dalle medaglie, mi rimarrà sempre nel cuore e nella mia vita avrà sempre un peso importante ed unico. Mi ha insegnato a combattere, a non mollare, ma con umiltà e spirito di squadra. Anche se non posso lamentarmi dei risultati che ho ottenuto alle gare (ricordo ora con nostalgia le lamentele di mia mamma nel dover spolverare le mie coppe), la mia particolarità non è stata quella di vincere tanto, (spesso mi rovinavo il punteggio a causa della trave, dove l’emotività mi portava per terra almeno due volte a gara), piuttosto la volontà negli allenamenti e la temerarietà nel provare difficoltà nuove, che per me erano la vera soddisfazione. Con Roberta e Giuliana ho passato tante “avventure” collegate alla palestra, dai saggi, agli spettacoli di Fabio Ricci (interprete di Renato Zero), all’esperienza nelle vesti

di giudici e ancora oggi condividiamo in qualche modo questa passione che sembra impossibile da spegnere. Con Roberta ancora ci alleniamo, un po’ per passione, un po’ come scusa per vederci e stare insieme, non si sa bene il perché ma vederci in palestra… è più bello! Un ricordo affettuoso è relativo al mitico Aristide Ercolessi, che ha sempre tenuto la palestra pulita e ordinata; si arrabbiava con noi quando sporcavamo il pavimento con un po’ di magnesia, spazzava ogni volta che ne cadeva un po’, anche mentre eseguivamo gli esercizi, e quando ha lasciato le redini della palestra è venuto a mancare un “pezzo della storia”, ci eravamo davvero affezionate. Per raccontare tutti gli aneddoti necessiterebbero centinaia di pagine, le avventure sono state tante, dai viaggi per le gare col mitico pulmino sgangherato, alle risate, alle canzoni sulla palestra, alla pausa delle 18.00 a mangiare plumcake mentre fischiavamo alle partite di basket al palazzetto adiacente, alla moglie di Aristide, Maria, che con noi era tanto dolce e affettuosa, alle lamentele dei ragazzi dell’atletica nel sentire decine di volte le nostre musiche dei corpo liberi. Per finire e coronare il tutto, chi poteva essere il consigliere comunale che ho scelto per celebrare il mio matrimonio nel 2009? Il nostro irreprensibile presidente, Luca Maria Ercolessi! Fantastico. Tutta la mia vita si riconduce lì, all’Atletica 75. Dei ricordi bellissimi e incancellabili. Una vera grande famiglia. Grazie Atletica 75. Simona Leardini - Ginnasta


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Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 45

Squadra di ginnastica ritmica

Luca Ercolessi, Consigliere comunale di Cattolica, sposa Simona Leardini e Remo Magnani

Matteo Bompadre al volteggio


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Laura Gaudenzi, Marco De Biagi, Giorgia Ferri, Gabriele Pazzaglini, Claudia Cevoli, Simona Simoncini, Marco Tamanti, Federica Benvenuti, Elena Baffoni, Alba Magi

P

er raccontare 35 anni di storia ci vorrebbe un libro… appunto… la prima cosa che mi viene in mente è il pensiero di fare parte di questa lunga storia da circa ventisette anni, mese più mese meno. La cosa mi rende orgogliosa e felice. Ero una bambina, lunga e secca (come dicevano), quando per le prime volte mi sono avvicinata ad una pista di atletica leggera. Sarà per le persone che ho incontrato, sarà perché eravamo tutti amici, sarà perché qualche medaglia la vincevo… sono ancora qua.

Le cose da scrivere sarebbero mille. Tante storie divertenti sono accadute. Ricordo, ad esempio, quando siamo rimasti a piedi ad una gara, a Ravenna per l’esattezza, perché qualcuno si era portato via le chiavi del pulmino, il nostro mitico pulmino… che qualcuno faceva persino impennare… e sul quale qualcuno non trovava la retromarcia… e allora si doveva spingerlo… quante gare vinte e quante perse, quanti i pianti di disperazione per un salto sbagliato (la mia specialità era il salto in alto e la corsa ad ostacoli) o per una caduta rovinosa durante la corsa... ma alla fine, quello che contava, non era il risultato ma il divertimento. La pizzata di Natale, quella di Carnevale, quella di fine gare… ogni

scusa era buona per organizzare un’uscita. Però alla domenica la sveglia suonava ed il sabato non si usciva perché ci si doveva alzare presto ed essere in forma per la gara. Le divise erano un dono prezioso che si conservava gelosamente… e quante le litigate con la mamma che ad ogni stagione doveva fare posto negli armadi… e voleva buttarle. E le scarpe chiodate… quando i primi tempi si gareggiava con una scarpa rossa ed una blu perché i fondi dovevano (giustamente) essere utilizzati per tutti… e poi l’avvento del body per fare le gare… un aspetto che ha reso questo sport un po’ più femminile e meno serioso. Già, ad oggi, anno 2010, chi come me è ancora a calcare le piste è perché ha preso sul serio questa disciplina. L’amicizia ed il clima di serenità hanno sempre caratterizzato la nostra società. Il sano agonismo, che è sempre stato perseguito, mi ha aiutato a crescere divenendo spesso, davvero un maestro di vita. Quando insegno a giocare all’atletica leggera ai nostri bambini, penso soprattutto a trasmettere loro la mia passione per questo sport e il mio “amore” per questa grande società: Atletica 75 Cattolica. Federica Benvenuti - Atleta, allenatrice


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Antonella Serafini nella palestrina delle Filippini con le sue ginnaste: Marzia Cardellini, Claudia Cevoli, Claudia Righetti, Simona Leardini, Silvia Zaccagni, Tulia Ercoles, Gegia Luchena

B

uon compleanno A 75! Con non poca emozione percorro a ritroso questi anni speciali e mi vedo giovane e, ora lo posso dire, ancora inesperta ad insegnare capriole, ruote, verticali nella palestrina delle “Filippini” dove sulla trave alta potevano salire solo le più bassettine, altrimenti si toccava la testa al soffitto. Dove per prendere la rincorsa per il volteggio bisognava partire dal parcheggio, dove il corpo libero era “da qui a lì”, dove le parallele non sapevamo neanche cosa fossero, ma dove l’entusiasmo, l’energia, l’umiltà di chi comincia hanno gettato le solide basi che ci fanno ritrovare ora! È con quell’entusiasmo, la collaborazione di tutti a tutti i livelli che la ginnastica artistica Amplilux di Cattolica si merita il “pallone”. Finalmente una vera palestra attrezzata, con gli attrezzi fissi o quasi... Ci sembrava un sogno! E non importava se era un po’ umido, anzi la notte pioveva. Mi torna in mente l’immagine del Signor Ercolessi che con tutta la sua classe ed eleganza passava il folletto sulla moquette e la rendeva così bella pettinata, un peccato calpestarla, le parallele e la buca coperte col nylon... E su queste immagini di contorno scorrono una dopo l’altra le mie bambine (lo so non sono mie ma è così

che le sento). Le vedo allenarsi con tenacia, coraggio, instancabili: chi casca dalla trave, chi vola dalle parallele, chi non si sa come arriva in piedi, ma tutte belle allegre sorridenti (qualcuna anche troppo). Ho rimosso le sgridate, le fatiche, le delusioni. I podi ci sono stati, i successi anche... ma la cosa meravigliosa che suscita in me tanta emozione, il risultato più alto che abbiamo ottenuto è l’affetto sincero che abbiamo provato le une per le altre. Non so se sapevano fare bene le granvolte o i doppi ma sicuramente hanno imparato cos’è l’amicizia, l’amore, il rispetto, la collaborazione. E il fatto che siano ancora qui intorno, ancorché madri di famiglia o impegnate nel lavoro penso che sia il risultato più grande che rispecchia sicuramente i disegni di chi per primo ci ha creduto tanto! Siccome non volendo mi scende una lacrimuccia, mi faccio tornare il sorriso ricordando con gioia le “mutande rosse” che la Signora Maria puntuale, con classe ed eleganza ci regalava ad ogni Natale. Grazie ragazze, grazie Atletica 75. Vi ho tutti nel cuore! Antonella Serafini (Lella) - Allenatrice


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dal 1986 al 1995

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La società è già una solida realtà, l’atletica leggera, la ginnastica artistica, la ginnastica ritmica, il podismo,la nuova palestra e… tanti tanti soci, siamo più di 800 e continuiamo a crescere.


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E

ra verso la fine del 1982. La mia prima iscrizione alla società Atletica 75. Avevo 11 anni e ricordo ancora il primo allenamento, sotto la guida di Elena Cerri. Ero nel gruppo dei bambini, alle ore 15, ma già dall’allenamento successivo mi invitarono ad andare alle 17, con “i grandi”. Da quel giorno, per tutta l’adolescenza (ed anche oltre), l’Atletica 75 è stata la mia seconda famiglia. Sono tanti i ricordi che subito mi affollano la mente e tanti gli amici che ho conosciuto correndo e saltando sul tartan ed in palestra. Ricordo la prima gara di salto in alto fatta nel palazzetto di Gabicce, in inverno. Allora ho conosciuto Federica ed era alta quanto me! Nella prima gara all’aria aperta percorsi gli 80m in 10,8 secondi. Quante le raccomandazioni che Mauro ed Elena ci davano per farci posizionare bene sui blocchi di partenza! Quello che mi rimane più impresso delle gare è l’allegria che ci portavamo dietro, le canzoni che cantavamo nel vecchio pulmino Volkswagen, con Bobo o Betty che guidavano, i tanti Marco (eravamo più di 10), Luca, Giorgia, Alba, Gabriele, Andrea, ... La cosa più importante non era vincere le gare, ma divertirsi e condividere tra amici la voglia di stare insieme.

Premiazione sociale - fine anni ‘80

Ricordo ancora la prima volta che Luca mi fece esercitare nel salto con l’asta, quella che poi divenne la mia specialità, che mi permise di vincere un paio di campionati nazionali UISP. Ma la cosa più bella erano i ruzzoloni che facevo in palestra, quando tutti stavano con il naso all’insù per vedere dove andavo a cadere; mai che riuscissi a centrare i tappetoni! Sotto lo stupore di tutti, non mi facevo mai male e questo mi fece affibbiare il soprannome di “Uomo di Gomma”. Marco Tamanti, Luca Bellotti, Luca Ercolessi, Andrea Acciarri Gabriele era l’inventore dei soprannomi e ne aveva per tutti, anzi, più di uno Di quella bellissima esperienza mi rimane tanto. Mi per ognuno, tutti divertentissimi.Su di lui ci rifaceva- ha insegnato che serve lavorare con tenacia per ottemo, ricordandogli che quando correva sembrava una nere i risultati sperati, sopportare la fatica di lunghi gallina, con la testa che gli ciondolava avanti e indie- allenamenti, ma soprattutto la capacità di cogliere le tro. piccole soddisfazioni giorno per giorno e di non scoNella palestra mi allenavo anche a fare salti mortali e verticali, cercando goffamente di imitare chi si allenava in Ginnastica Artistica. Con Matteo non si finiva mai di fare addominali. Ricordo quando smisi di essere l’unico saltatore con l’asta della squadra e mi ritrovai ad insegnare i movimenti a Luca, poi a Marina, prima donna ad affrontare a Cattolica una così difficile specialità.

raggiarsi mai. Questa lunga esperienza mi ha insegnato ad amare la vita, così come viene, facendo forza sui tanti amici che mi hanno circondato nei quasi vent’anni in cui ho orbitato attorno all’Atletica 75. Amici che non dimenticherò mai e con molti dei quali sono ancora in stretto contatto. Marco Tamanti - Atleta


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Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 51 Marco Tamanti nel salto con l’asta


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Le piccole ginnaste dopo un’esibizione in piazza

A

vevo otto anni. 1985. Non ricordo il perché della mia scelta. Ricordo però quella grande palestra, al piano terra della ex scuola E. Filippini di Cattolica, in centro. Aspettavamo l’inizio della lezione nello spogliatoio, dai muri bianchi e dalle scomode panche in legno. E poi l’allestimento di quella immensa, unica sala, che la mattina stessa aveva ospitato i ragazzi delle scuole. Quindi via col sistemare i tappetoni, gli attrezzi e i percorsi per farci giocare e per introdurci alla Ginnastica Artistica. Rimasi in quel gruppo per poco più di una settimana. Giravano le voci, tra noi bambine, curiosissime, che sarebbe arrivato un allenatore da fuori Cattolica, per decidere chi di noi sarebbe entrata nella squadra agonistica. Ci fecero fare diverse prove. Controllarono la nostra scioltezza, la forza, la nostra grazia, l’aspetto fisico e anche la paura che avevamo nell’affrontare esercizi meno semplici. È così che cominciò la mia travolgente, impegnativa ed emozionante vita nella Ginnastica Artistica. Da Cattolica, dopo i primi tempi di allenamento a Misano Adriatico, mi portarono assieme a Marianna e Simona, in una nuova palestra. Più attrezzata, più organizzata, ma anche dall’aspetto più severo. Ci allenammo a Rimini per alcuni anni. I pomeriggi dopo la scuola,

si partiva verso le due. In macchina la mamma di una o dell’altra amica ci accompagnava per l’allenamento. Fino alle sette, alle otto. Per poi rientrare per la cena e lo studio. Ricordo ancora la decisione della mia famiglia. Gli allenatori di Rimini la misero di fronte ad una scelta importante. O la scuola privata e gli allenamenti anche due volte al giorno o stop con quel livello di Ginnastica Artistica. Furono momenti duri. Stop con quella scelta di vita. Mi ci vollero giornate intere, intenta a pregare i miei genitori, per far capire loro che la Palestra di Cattolica, l’Atletica 75, era diversa. Non solo allenamento e sacrificio. Ma anche gioco, amicizia e tanto divertimento. Era scuola di educazione e soprattutto, per me, una seconda famiglia. Seppure io abbia ricordi un po’ vaghi di quegli anni, ho ancora ben stampata nella mia memoria, l’espressione di gioia della mia compagna Simona. Finalmente insieme, di nuovo una squadra, dopo l’esperienza di Rimini. Seguite ed allenate dalla dolcissima Lella. Così come non dimenticherò mai l’arrivo all’Atletica 75 di Giuliana. Non conoscevo i motivi della sua decisione, nel cambiare società sportiva, quelli li condividevano i nostri genitori. So solo che da quel momento in avanti una


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Silvia Zaccagni, Silvia Mancini, Roberta, Magda Batocco, Simona Leardini, Roberta Bacchini con le allenatrici Manuela e Antonella

nuova avventura della mia vita da ginnasta stava cominciando, al fianco di due ragazzine come me, due amiche care che ancora oggi occupano una parte importante del mio quotidiano. Le mattine a scuola scorrevano veloci, la mente spesso era in palestra. Al nuovo allenamento, a quel complicato esercizio da imparare, da provare e riprovare. Senza fermarsi davanti alla prima difficoltà. Finalmente ecco l’ora di infilarsi il body, le calze e gli scaldamuscoli. Arrivando al “pallone” era ad accoglierti quel caratteristico “odore” che solo chi ci ha passato le giornate può riconoscere. La prima mezz’ora trascorreva tra le chiacchiere, tra noi tre compagne di squadra e le amiche allenate da Manuela, l’allenatrice dai grandi occhiali neri, energica e coinvolgente. La stessa allenatrice che, dopo aver terminato il nostro percorso agonistico, ci ha riunite all’età di diciotto anni, per formare un bellissimo gruppo coreografico. Lo scambio di parole c’era anche con gli amici della squadra maschile, allenati da Luigi. O con gli amici dell’Atletica Leggera, che spesso si allenavano all’interno del “pallone” vista la pioggia o il freddo che impediva loro di farlo nella pista esterna. I lunghi pomeriggi trascorrevano ricchi di emozioni all’Atletica 75,

come in una famiglia. Ricordo poi il saluto della nostra Lella, decisa a spostarsi nel lavoro a Rimini, affiancata gradualmente dalla nuova allenatrice, Vania. Ci seguiva con interesse, alle prime armi, un po’ impaurita, ma sempre piena di convinzione. Nel salutarci, Lella lo fece come fossimo sue figlie. Poi c’erano le gare. Le tanto temute e odiate gare. Emozioni però compensate dai tanto desiderati, divertentissimi viaggi per arrivarci. Col mitico pulmino della Società, guidato impeccabilmente da Sauro. Io ero la più paurosa. Impallidivo e tremavo anche solo all’idea della domenica successiva in campo gara. Terminata la giornata di trasferta, rientravamo poi sfinite, in silenzio, addormentandoci sul retro del pulmino, felici o deluse dai risultati, ma sempre arricchite di una nuova esperienza. Tanto mi ha dato la disciplina della Ginnastica Artistica, ancora più mi ha lasciato l’Atletica 75. Forza di volontà nel sacrificio, autocontrollo. Ma sopra ogni cosa la serenità e la spensieratezza di bambina. Il gruppo. L’Amicizia. Roberta Bacchini - Ginnasta


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Roberta Bacchini, Simona Leardini, Tania Binda, Giuliana Bompadre, Lucia Venturini, Marika Binda, Federica Ricci, Laura Gianni e Madeleine Pellizzola

Nel cuore dei ricordi Sono seduta sul treno e mentre vedo scorrere le immagini velocemente dal finestrino ripenso come tanti fotogrammi di vita, ai venti e più anni trascorsi in un ambiente -la palestra- che ha rappresentato il mio cuore. Mi rivedo nel lontano anno 1986 quando per la prima volta cominciai ad insegnare nella palestra della vecchia Scuola Media E. Filippini a Cattolica. Le mie prime lezioni furono di ginnastica ritmica in un seminterrato e poi dopo qualche tempo il Signor Aristide Ercolessi e sua moglie furono felici di accompagnarmi nella palestra più grande adiacente alla scuola media per l’avvio ai corsi di ginnastica artistica. Mi ricordo che non fu facile insegnare la preacrobatica utilizzando i tappeti di cocco!!! Ma con la passione e l’entusiasmo dell’insegnamento lentamente si riuscì a passare in un ambiente più idoneo: “Il Pallone”. Fin dai primi giorni l’insegnamento presso la società Atletica 75 fu dedicato alla crescita delle ginnaste del settore agonistico. Inoltre curavo con molto piacere l’ideazione e la regia di manifestazioni e spettacoli facendo riferimento ad uno sfondo integratore, ossia ad un tema didattico ed educativo da poter sviluppare come filo conduttore della rappresentazione. Ricordo che si decise di realizzare gli spettacoli nel periodo prenatalizio e fu così che cominciarono le serie infinite come le soap-

opera del cosiddetto: “Saggio di Natale”. Le meravigliose scenografie venivano fornite dall’Amplilux, dal mitico Luciano Leardini, padre della simpaticissima ginnasta Simona. I temi affrontati per circa venti anni sono stati diversi e ogni anno si ricercava una novità. Per esempio la partecipazione degli atleti del settore dell’Atletica era stato molto divertente e coadiuvante per le due discipline. Del resto basta riguardare qualche frammento degli spettacoli per capire quale fosse stato l’intento educativo, emozionale ed anche didattico della trade-union tra l’Atletica e la ginnastica artistica. La mia figura d’insegnante, visto che in ogni ora della giornata avevo degli occhiali scuri, da sole, con una montatura chiara, veniva additata nelle due formule accademiche: o come “Lina Wertmuller” esaltando le mie capacità coreografiche e scenografiche per la regia dei saggi di Natale oppure venivo segnalata con terrore e mistero data la mia fama di istruttrice severa e pignola. Ma nell’arco della giornata faticosissima per le ginnaste, vista la mia insistenza sulla preparazione fisica generale, il momento più esilarante era quando il Signor Ercolessi entrava con la scopa e una palettina nel bel mezzo degli allenamenti borbottando: “Ah…se non ci penso io…qui diventa un porcile!!”. E giù piegato in due rispetto alla sua notevole altezza spazzava e spazzava e borbottava e borbottava!!!


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Alice Facchini e Manuela Giallongo

Intanto sono sempre sul treno che si è fermato ad una stazione e i miei pensieri come questo viaggio nel passato per un attimo sostano nella stazione dei:“mille volti”. Si dipingono nella mia mente i visi delle bambine che per la prima volta arrivavano in palestra con le espressioni da piccola “fanciulla” impaurita con quei corpicini gracili e accompagnate dallo sguardo attonito e interrogativo del genitore: “Ma…chissà come sarà questa insegnante?”. Poi gradualmente cominciavano ad innescarsi dei meccanismi d’intesa e di affetto al punto tale da vivere la palestra più della propria casa. Ogni giorno c’era una scoperta d’apprendimento tecnico, in base alle capacità dell’allieva e una graduale evoluzione del profilo della personalità. L’emozione di sentirsi unite per un unico ideale cercando di accendere sorrisi al posto di pianti e di infondere coraggio e fiducia in quel processo di autostima che vedi migliorare o peggiorare a seconda delle situazioni e della tua stessa energia nelle modalità d’insegnamento. I volti delle bambine che poi sono diventate adolescenti e ancora giovani donne, quei volti che hanno sperimentato il significato di vittoria, di sconfitta, di successo, di attese, di speranze, di rifiuti, di gioie e di dolori, quei volti che mi hanno fatto crescere non come allenatrice, ma come educatrice. Le generazioni che hanno svilup-

pato un percorso con me sono state molte e diverse e per questo non posso citare tutti i nomi, quindi mi limito a non fare riferimenti diretti, dato che rischierei di scrivere per almeno cento pagine di bei ricordi. Ogni ginnasta è stata importante e mi ha dato la spinta per andare avanti per scoprire le capacità nascoste da poter sviluppare o quel carattere un po’ complesso da poter migliorare. Il treno riparte e con esso rimetto in gioco altre immagini che velocemente entrano ed escono dall’archivio delle stagioni trascorse nel “Pallone”. Sicuramente la stagione estiva per l’agonistica aveva un sapore molto diverso rispetto a quella invernale, perché si potevano creare diversi momenti di gioco e di divertimento a partire dal correre nei campi di calcio quando spruzzavano l’acqua e le ragazze tornavano “molle” al continuare gli allenamenti attraverso quei giochi spiritosi che ideavo e che insieme si riusciva ulteriormente a renderli ancora più ironici e originali. Per non parlare delle sorprese che con estrema maestria riuscivano sempre a combinare in formule creative e teatrali festeggiando così i miei compleanni o in occasione della fine dell’anno sportivo. E poi quanti episodi divertenti quando si andava in gara e si pernottava negli alberghi o residence insieme a qualche genitore disponibile. Ne capitavano di tutti i


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Serena Rovelli e le compagne in ponte

colori!!! Poi quando di nuovo era ora di ricominciare con il duro lavoro tra impegni scolastici, stanchezze e alle volte troppi rimproveri si rischiava di cambiare strada. Ma devo dire con grande gioia che le generazioni di ginnaste degli anni passati sono state forti e risolute anche quando l’adolescenza poteva far cedere il passo alla voglia di divertirsi in compagnia e al desiderio di sperimentare il proprio cuore. Mentre hanno continuato a frequentare la palestra diventando loro stesse insegnanti delle nuove piccole fanciulle impaurite che varcavano la soglia del “Pallone” o anche giudici di gara. Sono sempre in viaggio e questa volta vedendo la mia immagine riflessa nel vetro del treno in corsa, mi domando: “Ma sono riuscita nel mio intento di insegnante?” “Ho dato qualcosa di più che saper insegnare una verticale o indirizzare a diventare una futura istruttrice o giudice?” e ancora: “Cosa posso offrire di diverso dall’aspetto agonistico a chi vuole continuare, ma non vuole gareggiare?” Questi quesiti ed altri hanno affollato per un periodo di tempo la mia mente; finché nell’anno 1995, decisi di creare un gruppo dal nome: M.E.E.V. -movimento-espressione-energia e vita, insieme all’insegnante Maura Righetti. La speranza si orientava nel cercare di confluire in questo gruppo teatrale tutte le ginnaste troppo grandi per gareggiare o che tristemente erano costrette ad abbandonare il famigerato “Pallone”, per difficoltà personali o altro, ma tutte con il desiderio nel cuore di potersi allenare per un obiettivo comune.

Il M.E.E.V. poteva rappresentare una buona possibilità di lavoro dato che l’intento era quello di realizzare degli spettacoli coreografici inserendo elementi di acrobatica, acro-gym, danza ed espressività corporea rispetto a contenuti di carattere sociale e culturale. Infatti gradualmente, giorno dopo giorno si avvicinarono al gruppo diverse ex ginnaste non solo provenienti dalla ginnastica artistica, ma anche da altre discipline sportive (atletica, pallavolo, basket, danza). Il gruppo M.E.E.V. si allargò fino a raggiungere i quaranta partecipanti, tutti con caratteristiche diverse. Una vera e propria impresa che grazie alla presenza così eterogenea all’interno del gruppo si è riusciti a portare avanti quegli obiettivi fondamentali che con grande soddisfazione hanno investito significati culturali educativi in un clima di interrelazione socio-emotiva di una notevole intensità. Rivolgo a tutti i partecipanti al gruppo M.E.E.V. un caloroso ringraziamento per avermi offerto la possibilità di crescere come insegnante e di essere riusciti a mettere allo scoperto emozioni e sensazioni sia dei contenuti affrontati e sia per noi stessi. Che meraviglia! Il treno corre veloce e mi sovvengono le immagini delle ginnaste che frettolosamente si preparano prima delle gare… Si guardano attorno, scrutano le loro “rivali” e con frenesia e ansia si riscaldano… un po’ aiutate dalle mani dell’insegnante che con disinvoltura allunga in uno stretching forzato prima una gam-


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Didascalie

ba e poi l’altra e via anche le spalle…soprattutto a chi ha maggiori resistenze rispetto alla mobilità articolare. Bene arriva il momento tanto aspettato. I loro volti rappresentano in un solo istante tutta la tensione di non potere dimostrare ciò che sanno fare, quello che tante volte hanno ripetuto minuziosamente, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. E quando il giudice chiama la ginnasta all’attrezzo ecco che emergono le tipologie comportamentali che segneranno i risultati della votazione in base più allo stato d’animo che alle capacità della ginnasta. L’attrezzo più temuto da tutte è sempre stato la trave, attrezzo che non perdona chi trema o esita nella determinazione del gesto tecnico con la risultante di una o più cadute. Ma la squadra era subito pronta a risollevare il morale della ginnasta “tremante” e via per un recupero al turno successivo! Le gare che ho visto e sostenuto sono state veramente tante e insieme ai meravigliosi ricordi dei sorrisi per le vincite di medaglie e di coppe ci sono le lacrime di tutti i sacrifici che le ginnaste hanno incontrato nel loro cammino e che hanno segnato la loro crescita. Sono arrivata al termine di questo viaggio, giunta alla stazione di Cattolica e mi accorgo che appena scesa dal treno vedo un grande e colorato manifesto. Mi avvicino e lo leggo con attenzione. Mi accorgo che è una dedica ri-

volta a me dalle ginnaste che hanno da poco gareggiato: “Siamo a Roma per le gare ed alle navi in riva al mare. Siamo piccole e paffute ma da allora già temute; le trasferte…che occasioni per allegre libagioni!! E risate in compagnia per scacciare ogni fobia... Son passati molti anni ,qualche medaglia e molti affanni, ma ci tiene ancora insieme il fatto che ci stiamo bene, ogni giorno fino a sera in estate e in primavera, su alla “pale” fino a notte, anche con le ossa rotte!!! Chi ci vuole sa dove siamo, tutti i giorni ci alleniamo! Grazie, Manu, ancora adesso e balliamo a più non posso!”. E dopo avere letto questa simpaticissima dedica mi rendo conto che il tempo non segna confini e non detta distanze me lo confermano i mille sms che ho ricevuto da tutte le ormai donne-mamme ginnaste che ancora oggi mi scrivono. Concludo con un recente sms: “Non sai che gioia sentirti sei stata per noi: mamma, amica, educatrice. Avrai sempre il nostro sostegno per qualsiasi cosa. D’altronde è ciò che ci hai insegnato tu. Un abbraccio. Ti vogliamo bene.” Mi fermo alla stazione di Cattolica ed invio un sms a tutte le mie “ginnaste”: “Quello che risplende nel cuore dei ricordi non morirà mai”. Un abbraccio senza fine a tutte voi!!! V.V.B. Manuela Giallongo - Allenatrice


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Marika Binda, Federica Ricci, Enrica Quieti e Tania Binda

H

o 5 anni, mi chiamo Ricci Federica, per la prima volta i miei genitori mi portano in palestra, dove fanno ginnastica artistica. A questa età la si esegue più come un gioco, un divertimento, ma sempre con delle regole da seguire. Dopo qualche anno cambio insegnante e mi scelgono per entrare in “squadra”, un nome che non so bene cosa voglia dire ma ho inteso che si passava di grado e di impegno. Manuela Giallongo la mia insegnante, la vedevo come un’adulta, ma in fondo era solo una ragazza diplomata. Una persona singolare, occhialini molto particolari e personalizzati, portava orecchini “spaziali”, a me che ero una bambina, affascinava la sua immagine. Con la sua professionalità mi ha fatto conoscere la ginnastica presso l’Atletica 75 Amplilux come uno sport impegnativo dal punto di vista fisico e mentale, perché richiede molta concentrazione. Si eseguono delle difficoltà tali, che un errore ti può portare a fratturarti un polso o una caviglia. Ricordo che ho iniziato le gare dalla I categoria. Fino alla IV gli esercizi sono obbligatori, tutti con la stessa musica e le stesse difficoltà.

Eravamo un gruppo di sei bambine ma anno dopo anno sono rimasta sola. Finalmente passavo alla V categoria: I Liberi, sempre con lo stesso impegno. Mi sono unita a un gruppo di tre ragazze di qualche anno più grandi di me, mi facevo una stima! Loro era già da qualche anno che erano in V categoria. In palestra le ammiravo sempre durante gli allenamenti e finalmente ero con loro. Ricordo che mi hanno accolto bene, non mi hanno mai esclusa e mi impegnavo per essere al loro livello. Si arrivava nel campo di gara, quando era il mio turno il cuore mi batteva a mille, cercavo di controllarmi per non tremare, di concentrarmi senza pensare agli occhi puntati addosso. Salivo sul mio attrezzo con fermezza e decisione, lo sbaglio e l’imprecisione si commettevano sempre, mi dispiaceva più che per me, per la mia insegnante e per chi tifava in quel momento per me, non avrei mai voluto deluderli. Comunque andava, avevo pronto l’abbraccio di Manuela e delle mie compagne che durante l’esercizio mi incitavano per farmi capire che loro erano lì con me a darmi la forza di proseguire al meglio. Questo lo facevamo a vicenda. La ginnastica secondo me è buona “competizione”, l’ho sempre affrontata serenamente. Soprattutto nel rispet-


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Michela Castellucci, Chiara Rovelli, Arianna Adanti, Gaia Bevilacqua, Federica Balduini in spaccata

to delle compagne della squadra, anzi a volte mi dispiaceva arrivare prima di una di loro, ma la volta dopo la situazione si rovesciava quindi in ogni caso cercavo di viverla serenamente, prendendola con filosofia. Nella categoria de I Liberi finalmente potevo personalizzare i miei esercizi, tra cui anche la musica al corpo libero. La mia insegnante aveva scelto per me una musica grintosissima, adatta per la carica che mi trasmetteva. Sembrava dovessi saltare fino a “volare”. Non scorderò mai la prima gara che feci ne I Liberi, eseguii l’esercizio alla trave correttamente senza cadere, cosa che una volta almeno succedeva quasi sempre, mi tennero nascosto il punteggio. Alla premiazione mi chiamarono come prima classificata alla trave, un’emozione grandissima, anche per mio padre che mi aveva sempre accompagnato alle gare! Mi ha seguito fin dall’inizio in cui intrapresi questo sport. Ci accompagnava alle gare con un pulmino un po’ vecchiotto, ma ci ha sempre riportate a casa. Sia all’andata che al ritorno cantavamo, urlavamo canzoncine, tanto da non poterne più, ormai però era un rito!

Nel 1994, un giorno arrivo in palestra per il mio solito allenamento, la mia insegnante mi guarda e con emozione mi comunica che mi avevano scelto tra le sei atlete che in quell’anno avevano avuto i migliori risultati per rappresentare l’Italia agli internazionali Uisp, che si sarebbero svolti in Francia. La soddisfazione più grande. Mi iniziai a preparare per arrivare al meglio, anche perché Manuela per la prima volta non sarebbe stata al mio fianco. Sono partita per questa fantastica esperienza con altri due allenatori di un’altra società e altre cinque ragazze che avevo conosciuto nelle gare precedenti. Abbiamo dato il meglio di noi e pur avendo commesso degli errori dovuti all’emozione, siamo arrivate seconde dopo la Russia. Un’esperienza irripetibile, dopodiché ho continuato per due anni ma tra una caviglia dolente e altre circostanze ho abbandonato l’agonistica. Oggi come allora mi basta rientrare in una palestra dove c’è un campo gara o vedere delle atlete esibirsi per rivivere le sensazioni provate allora. Federica Ricci - Atleta


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Marco De Biagi, Federica Benvenuti, Massimo Piovaticci, Elisa Lombardi, Valerio Bertuccioli, Roberto Bacchiani, Davide Della Chiara

Elisa Lombardi in partenza dai blocchi

“H

o bucato il motorino di mia nonna!”. Queste le prime parole udite su un campo di atletica da un atleta in erba, sfortunato dal punto di vista di qualsiasi mezzo di trasporto, ma parte di un meraviglioso gruppo di ragazzi che tuttora è legato da una memoria sportiva inossidabile e da esperienze emotive sincere. Roberto Bacchiani detto “Bacchio”, Ugo Pazzaglia, Cavalli Alver il “Carretto”, Massimo “Ticci” Piovaticci, Oscar Terenzi, Davide Della Chiara, Paola “Trivlona” Venturini,

Elena Sarti, Marco Piva, Valerio Bertuccioli “Papera”, la velocista Elisa Lombardi, Cappelli Federica e altri ancora che non se ne avranno per la mancata citazione!!! Questi gli sprovveduti e a tratti incoscienti che hanno calcato insieme le piste di tutta la regione (e non solo) sotto la guida di “mister” Cerri Elena; tutti quanti consapevoli che i valori sportivi ed umani appresi non avrebbero abbandonato mai la propria mente e i propri muscoli. Massimo Piovaticci (Ticci) - Atleta , allenatore


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Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 61

Federica Benvenuti nel salto in alto

Davide Della Chiara nella corsa ad ostacoli

Alba Magi durante una gara di marcia


62 - Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport

1986 -1995

Claudia Cevoli, Elena Protti, Laura Protti, Vania Bianchini

E

ra il settembre del 1986. Stavo finendo l’ultimo anno dell’ ISEF ad Urbino e come per incanto mi viene proposto di lavorare all’Atletica 75 di Cattolica… Si stava per realizzare un sogno: lavorare all’interno di un centro sportivo, essere finalmente un istruttore di ginnastica artistica, fare proprio quello che volevo fare! Per una ragazza di ventitré anni alla sua prima esperienza non era semplice affrontare il tutto, ma per mia fortuna ho trovato una collega e soprattutto amica (Lella) che mi ha aiutato, ha cercato di trasmettermi la sua esperienza, la sua conoscenza nel settore e principalmente come rapportarmi con i bambini. Oltre a lei ho avuto la fortuna di lavorare insieme ad altri due colleghi Manuela e Luigi che mi hanno insegnato tanto, ma soprattutto mi sono trovata all’interno di una società che è una famiglia. I miei ricordi vanno subito ad Aristide che i primi giorni non mi abbandonava, al sorriso sempre positivo di Maria, insomma iniziai a camminare per una strada che sto ancora percorrendo. Dopo qualche anno, purtroppo Lella, con grande dispiacere, decise di smettere di lavorare e con orgoglio mi lasciò il ruolo di allenatrice dell’agonistica di ginnastica artistica - settore femminile. Questo fu il regalo più bello che potessi ricevere, sia per la fiducia che mi fu riposta, ma soprattutto perché era il sogno più ambìto per una semplice istruttrice di corsi. Anche qui fui fortunatissima. La mia prima esperienza

da allenatrice la condivisi con tre stupende ragazze: Giuliana, Simona e Roberta. Forse perché era la mia prima esperienza, perché si era instaurato un bellissimo rapporto, perché mi diedero mille soddisfazioni. Oggi dopo ventiquattro anni che sono in palestra e loro sono delle bellissime donne per me sono ancora le mie bambine! Insomma mi posso ritenere fortuna. Ovviamente ci sono stati anche momenti bui, con grossi dispiaceri, ma l’aiuto di tutto lo staff aiuta a superare ogni problema. Oggi lavoro con un gruppo di bimbe e ragazze veramente speciali, con colleghi come Sergio Luconi, che non avrei mai pensato al mio fianco, visto il suo passato come allenatore della Nazionale Italiana; come Milena che mi ha sopportata ed ha imparato a conoscermi, insomma siamo veramente un bel gruppo di lavoro. Grazie di tutto a Elena, Massimo, Federica B, Federica C, Elena R, e Giuli… Per ultimo un grazie speciale a Luca, che è colui che deve coordinare, sopportare, affrontare tutti i vari problemi di tutti! Fino a quando mi sentirò emozionata, il cuore mi batterà fortissimo e le mani mi suderanno quando scendo in campo gara, continuerò ad essere un’allenatrice, ma appena la fatica e i dispiaceri supereranno tutto ciò forse dovrò pensare di ritirarmi. Spero di poter rimanere ancora per qualche anno poi lascerò il mio posto alle nuove allenatrici. Vania Bianchini - Allenatrice


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Da sinistra in senso orario: Giuliana, Simona, Vania e Roberta

Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 63


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Francesco Arduini - Salto in Alto 211cm

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dal 1996 al 2010

I colori di un successo, i colori del presente e del futuro che ci attende, un amore ed un servizio per i nostri giovani e per la nostra Città che continua‌


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Milena Balducci, Viola Tecchi, Alice Facchini, Vania Bianchini, Elisa Filippucci, Manuela Giallongo, Serena Rovelli

L

a mia avventura all’Atletica 75 è iniziata circa dieci anni fa… mi ricordo ancora il giorno del colloquio, era primavera, sono arrivata davanti alla palestra e c’erano Vania e Manuela sedute fuori dal Pallone che chiacchieravano e con la tuta arrotolata fino al ginocchio si godevano i primi soli di stagione… e il mio primo pensiero è stato “wow qua c’è anche il tempo di fare la tintarella !!!”, un attimo dopo ho messo piede dentro la palestra e mi sembrava un sogno ed è partita subito una seconda esclamazione “wow com’è grande !!!”. Venivo da una società, che per fare ginnastica si girava da una palestra all’altra, dove tutti i giorni si montavano e smontavano attrezzi, dove per fare elementi acrobatici bisognava stare attenti a non “inciampare” e dove si facevano lunghe file per provare, perché non bastavano i tappeti... beh vedere quel posto mi sembrava un sogno e intanto cresceva la paura di non essere “presa”… invece nel giro di una settimana mi sono ritrovata ad insegnare. Ho trovato subito sostegno ed accoglienza, anche se nel primo periodo abituarsi al lavoro di equipe non è stato semplice, in più ero alla ricerca di spazi piccoli perché mi sentivo persa e la mia voce non arrivava da nessuna parte. Beh mi ci sono abituata prestissimo, oggi sono ancora qui, felice di esserci, con molte più responsabilità; sono cresciuta, sono migliorata… e la mia voce, oggi e più autorevole!

Un grazie va a tutti i miei colleghi… perché anche se nel percorso insieme ci sono momenti di critiche e scontri dove ci si sopporta, arriva anche il momento delle “pacche sulle spalle” e dell’ appoggio morale e queste cose inevitabilmente fanno crescere il rapporto e allora la parola “colleghi” non ci si addice più e si trasforma in “amici”. Tra questi, un grazie particolare va a Sergio Luconi, una persona davvero “squisita”, un tecnico a parer mio “formidabile” che ho avuto la fortuna di incontrare ed affiancare. Con la sua esperienza e il suo carisma ha lasciato un’impronta nella ginnastica dell’Atletica 75, e sicuramente l’ha lasciata su di me, che con i suoi insegnamenti sono cresciuta tantissimo tecnicamente. Poi non si può non ringraziare tutte le bambine e i bambini, ragazze e ragazzi che ogni giorno entrano in palestra, ognuno di loro con uno scopo… spesso con cammini diversi, ma in ogni percorso non mancano i sacrifici e ognuno di loro li vive e li affronta in maniera diversa. Il nostro ruolo è lì, il compito più difficile, che non è quello di insegnare la tecnica giusta, ma quello di indicare la “strada”. A volte ci si scontra, ci si urla e ci si ferisce, ma poi quando succede che le lacrime vengono asciugate e il volto accenna un sorriso allora capisci che ci sei riuscito… e la soddisfazione è grandissima. In questi anni ci sono state soddisfazioni e non sono mancate le piccole delusioni, che a volte poi sono quelle che ti fanno ripartire con un marcia in più, sono quelle


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Esibizione del gruppo coreografico ai Campionati italiani UISP di Cattolica

che ti fanno migliorare e ti fanno raggiungere un traguardo migliore. L’augurio che faccio all’Atletica 75 è di continuare così… perché, sicuramente già da prima, ma negli ultimi dieci anni questo gruppo è migliorato, è cresciuto, in palestra i numeri sono aumentati, le attrezzature anche. E gli spazi? Quelli sono diminuiti… e perciò spesso e volentieri ci ritroviamo a dividere piccole aree da usare!!!

Quindi anche un augurio di trovare presto una zona più consona, con aree da poter utilizzare… ma questo significa che si è fatto un buon lavoro, no? Però l’augurio più grande e più sentito che faccio a questa società e di formare dei campioni, ma dei campioni veri nella vita… io continuo con il mio contributo o almeno ci provo!!! Milena Balducci (Milly) - Allenatrice


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sperienza indelebile nella mente, indissolubile nell’anima. Ora il pensiero abbraccia e riconosce l’insieme del cammino percorso, con le sue svolte e con i suoi giri. Tante le tonalità delle emozioni che giorno dopo giorno, negli anni dell’adolescenza, forgiavano il nostro carattere. Nulla, si sarebbe concretizzato senza l’atmosfera che abbiamo respirato e senza Colei che per mano ci ha accompagnato in questo viaggio. Grazie di cuore a tutti Coloro che sono stati registi della nostra irripetibile avventura. Chiara e Serena Rovelli - Atlete Gaia Bevilacqua, Alice Sarti, Sabrina Arduini, Chiara Rovelli, Cristina Bordoni, Arianna Adanti


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Atletica 75 Cattolica - 35 anni di sport - 71 Chiara Rovelli al corpo libero


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Federica Conti, Eleonora Capellini, Martina Gencarelli, Chiara Bin

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tletica 75. Ginnastica Artistica. Così ho iniziato a conoscere questa società, le persone e la passione per quello che sarà un grande amore. La passione che ti lega ad uno sport e la sua unicità, per la potenza dei suoi salti e l’eleganza dei suoi movimenti. La passione che ti porta a vivere dentro la palestra senza nemmeno accorgerti del tempo che ci passi, la stessa passione che ti manda in crisi e ti regala gioia. A 8 anni ho fatto il mio primo allenamento di ginnastica, con le stesse persone che mi sono poi state vicine per 11 anni. Fu il primo allenamento di una lunga serie, che termina, a 19 anni, con i miei ultimi campionati italiani. Vivere così tanto tempo con uno scopo, come quello di una gara, con delle aspettative, personali e non, ti spinge a lavorare per fare sempre del tuo meglio, per dimostrare che ogni elemento è fatto al massimo, con il cuore e con la testa. Non ho mai pensato che tutto il tempo dedicato alla ginnastica, alle gare, fosse tempo sprecato, non mi sono mai lamentata per le domeniche perse, causa gare, o dei pomeriggi passati a faticare, perché avevo uno scopo. Essere fiera di me stessa e dimostrare che facevo, al mio massimo, ogni cosa. Quando decisi di interrompere gli allenamenti non fu una scelta facile e decisi di provare nel gruppo del Coreografico per poter continuare ad allenarmi. Non

fu subito facile adattarsi. Passare da allenamenti che hanno per te uno scopo preciso, ad allenarsi per se stessi, per il piacere di farlo senza gli stessi fini avuti per anni. Ma come la ginnastica non c’è nulla! E credo che per ogni ginnasta sia così. Dopo un anno passato a provare altri sport ho deciso di tornare e provare di nuovo… Ho scoperto belle persone e grandi desideri da realizzare in questo bellissimo gruppo! Persone che sono diventate amici e sogni che dividiamo insieme. Stessa passione, diverso lo scopo. Il Coreografico è un gruppo molto ampio, dai 10 ai 30 anni, che ti da’ la possibilità di imparare l’acrobatica dell’artistica e l’eleganza della danza. Cerchiamo di affermarci, nel nostro piccolo, nella realtà di Cattolica e dintorni con i nostri spettacoli, le ricercate coreografie e gli splendidi costumi. È un gruppo che dà la possibilità di esprimersi attraverso il corpo e la musica, di vivere serate dove ti senti al centro dell’attenzione, in splendidi teatri o nei grandi festival internazionali. È un gruppo creativo e dinamico, perfetto per esprimere la passione che hai dentro! Federica Conti - Ginnasta, allenatrice


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Presentazione ginnaste in Piazza della Repubblica a Cattolica

Massimo Piovaticci sui trampoli

Elena Protti e la magnesia


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Elena Ranocchi nel salto con l’asta

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A sinistra Margherita Bartolini

Gruppo di Atletica - Campionati di Società Allievi 2004

Sara Guidi nel salto con l’asta

Alex Ugolini - Riscaldamento lancio del giavellotto

Arianna Adanti, Cristina Bordoni, Federica Benvenuti e Chiara Rovelli

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tletica, una parola tante emozioni, tanti sentimenti che entrano nella tua vita e ti accompagnano lungo il tuo cammino: Impegno, Fatica, Concentrazione, Soddisfazione, Divertimento, Dolore e Gioia. L’atletica è diventata la mia passione, mi ha insegnato a stabilire un rapporto con gli altri, mi ha insegnato il valore dell’amicizia e della fiducia, e soprattutto a conoscere me stessa, i miei limiti e talvolta a superarli. Mi ha lasciato l’impronta più grande nella vita, l’esperienza più bella da portare nel cuore e da trasmettere agli altri.

Ho iniziato a 14 anni, che non è prestissimo ma ero contenta lo stesso di iniziare un nuovo sport. Ero molto timida e avevo paura di deludere le persone che credevano in me ma con il tempo e con l’aiuto degli allenatori, degli allenamenti, delle gare sono riuscita a tirare fuori qualcos’altro del mio carattere che non conoscevo. Attraverso l’atletica sto lavorando per credere in me stessa e nelle mie capacità e per questo la ringrazio. E grazie a tutti coloro che già credono in me! Elena Ranocchi - Atleta, allenatrice


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Gruppo coreografico in diverse manifestazioni

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el 2002, dopo un’esibizione ai Campionati Italiani UISP del giugno 2001, nasce l’idea di creare un gruppo di coreografia acrobatica presso l’Atletica 75. Un nuovo gruppo, un nuovo stimolo. I ragazzi e le ragazze che vi partecipano lo praticano in modo non competitivo, guardano alla ginnastica non come sport agonistico, ma come momento di aggregazione, per poi esibirsi divertendosi. Con questo gruppo, si segue la linea delle emozioni, si cerca di dar vita a delle note musicali con movenze che ricercano l’espressione, un mix tra l’eleganza che

ci insegna la danza e figure acrobatiche. Una fusione di armonia e forza, un connubio tra sport e spettacolo. Il gruppo coreografico dell’Atletica 75 ha partecipato alla rassegna coreografica che si tiene ogni anno a Forlì il 1° di maggio, vincendo più di una volta l’Oscar all’Originalità. Partecipa dal 2006 al Festival del Sole, una manifestazione internazionale che si tiene ogni due anni a Riccione e occasionalmente viene chiamato per esibirsi in manifestazioni pubbliche locali. Milena Balducci - Allenatrice


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’Atletica 75 mi ha dato molto, ottimi amici, da frequentare dentro e fuori dal campo. Grazie agli allenatori che organizzano i corsi sono potuto migliorare e raggiungere ottimi risultati. Ma la cosa più importante che mi ha trasmesso l’Atletica 75 è di non mollare mai in qualsiasi situazione e cercare di riuscire nel mio scopo, con tutta la forza e passione che si ha in corpo… e naturalmente le storielle della Cerri! Maurizio Martoni - Atleta

A destra: Maurizio Martoni nel lancio del martello ai campionati italiani under 23 2010 Sotto: squadra Ragazzi di atletica festeggia il buon piazzamento ai campionati di società regionali

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Arianna Adanti in preparazione del salto

Giulia Ortolani

Alessandro Nunziata e Andrea Galanti

Elena Gattei, Francesca Della Chiara, Roberto Masi

Squadra Ragazze 2002 - Finale Regionale

Michele Balducci nel salto in lungo

Alessandro Nunziata, Fabio Arduini, Federico Matera


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Squadra ginnaste agoniste 1997/99

Squadra ginnaste agoniste 2004

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seconda della persona in questione, una canzone, un motivo, una melodia possono dare diverse sensazioni, un po’ come la poesia. Ma non ci si ferma a riflettere che anche la più semplice delle parole può scaturire, a seconda del destinatario diverse emozioni. Per un esempio pratico prendiamo l’Atletica 75. Dal punto di vista di un nuovo iscritto potrà essere un nuovo ambiente, un mondo tutto da esplorare, l’inizio di una lunga strada o anche di una più breve. Se mi viene chiesto che emozioni suscita la parola “Atletica 75” ne avrei abbastanza da scrivere un libro. Ma visto che ho solo poche righe sintetizzerò al massimo. Fin da quando ero piccina la palestra era come una seconda casa, certo non intendo una casa vera e propria con cucina e letti, anche se sfido una sola ginnasta a non aver mai scambiato, dopo un duro allenamento, uno di quei comodi materassi per un letto provvisorio. Probabilmente casa non è comunque il termine adatto. L’Atletica 75 è sempre stata per me come una famiglia. So cosa state pensando, metafora banale, poco originale. Spesso però i paragoni più palesi sono quelli più appropriati e non bisogna sottovalutarli. Sì, è proprio una famiglia, dalla quale ho imparato molte cose, non solo dal punto di vista tecnico agonistico. Gli allenatori e le allenatrici mi hanno insegnato come non mollare mai anche quando pensavo di avere già perso ogni speranza di riuscirci, di essere sempre contenta delle vittorie delle compagne e, mai, invidiosa. Mi hanno insegnato come con la costanza si possa raggiungere tutti i traguardi che ci si è prescritti. Francesca Ercolessi - Ginnasta Francesca Ercolessi incoraggiata da Milena

Lucia Pecci alle parallele asimmetriche


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Il bagno di Capodanno dei podisti

Gruppo podisti

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A Sestola tra una gara e l’altra

Il gruppo M.E.E.V

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Cos’è per me l’Atletica75? rispondono le ginnaste

Per me l’Atletica 75 è una società che ti dà l’opportunità d’imparare e di diventare una brava ginnasta. Soprattutto secondo me questa società insegna ad essere educati, a stare in gruppo e a rispettare le insegnanti e tutte le persone che ti stanno vicino. Io all’Atletica 75 passo buona parte della mie giornate e per me questa società è come una seconda casa. Io all’Atletica 75 vado a fare ginnastica artistica e penso che i miei insegnanti siano molto bravi e sono molto contenta di praticarla in questa società. Martina Pensalfini - 12 anni L’atletica settantacinque è entrata a far parte della mia vita quando avevo cinque anni, perchè una mia amica, alle elementari, mi chiedeva ogni giorno di fare ginnastica con lei, finché non le ho risposto di sì. Così ho provato, ho visto che mi piaceva e da quel giorno non ho mai smesso. Ora sono quasi 10 anni. Ci sono persone che mi chiedono: “Perchè vai agli allenamenti, non ti sei stancata?”. La risposta banale con la quale rispondo è: “A me piace”, ma dietro a questa rispostina ci sono mille altri motivi. In quella palestra ho passato dei momenti belli e brutti, quindi voglio andare ogni volta perchè non voglio perdermi nessuna emozione, tutte le volte potrei imparare nuovi elementi e così dentro mi riempio di gioia. Poi ci sono anche le amiche, con le quali durante gli allenamenti parlo e scherzo, anche se le allenatrici si arrabbiano qualche volta. Da come ho scritto finora sembra che vada quasi tutto bene, ma devo dire che a volte ci sono dei ripensamenti, per esempio ogni tanto non mi

Laura Sanchini, Morena Galanti, Elisabetta Mascarucci, Milena Balducci e Vania Bianchini

sento molto portata oppure non so come mandare via delle paranoie per migliorarmi e queste cose ti fanno credere che forse è meglio smettere, ma invece proprio in quel momento devi tirarti su e far vedere a te stessa che puoi farcela. Morena Galanti - 15 anni Io mi trovo molto bene all’Atletica 75 perché così posso ritrovare le mie amiche e le mie maestre. Le mie amiche sono simpatiche e le mie maestre sono buone. Scherziamo, ridiamo e quando un esercizio non ci viene due lacrime facciamo. Impariamo cose belle, alcune facili e altre difficili. Alla fine di tutto facciamo quasi sempre gli addominali dove noi bambine ci lamentiamo perché vogliamo far basta. Manuela Po Baldrighi - 10 anni

L’Atletica 75 è una società dove si pratica sport, si fanno giochi divertenti: corse, salti e scioltezza. Ci sono le insegnanti che ci spiegano percorsi che dobbiamo affrontare. Poi è un luogo per incontrare amiche e alcune volte danno l’esempio che dice l’insegnante e insieme ci divertiamo tantissimo. Non dimenticherò mai l’atletica. Eleonora Capellini - 9 anni L’atletica 75 è nata 35 anni fa ed è una società diretta da Luca Ercolessi, giusto e corretto direttore. Frequento questo posto da tre anni circa e ci sto talmente bene che non vorrei mai smettere di andarci. Lo sport che pratico è la ginnastica artistica e ci vado tre volte a settimana per due ore e mezzo. Federica, Milli, Vania e Sergio sono


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Ginnaste agoniste 2010 alla festa dello sport

gli insegnanti, fra questi Federica è la mia allenatrice e invece la Milli, la Vania e Sergio allenano le ragazze e le bambine più grandi, perché siamo divise per età. Mi diverto tanto e con gli insegnati ancora di più. Il mio gruppo è formato da tante bambine e con loro rido e scherzo sempre. Il mio pensiero sull’Atletica 75 è che è un luogo dove ci si diverte tanto, si imparano tante cose ed è molto bello frequentarla. Martina Gencarelli - 9 anni Ciao! Mi chiamo Giulia ho otto anni e frequento da due anni la ginnastica artistica. Il pomeriggio, dopo la scuola, vado ad imparare questo bellissimo sport. Poi sono stata scelta per andare nei corsi di ginnastica agonistica. Ero super felice!! Questo ambiente sportivo mi piace molto, ho conosciuto tante bambine che frequentano la palestra con me e siamo diventate tutte amiche. Le istruttrici sono molto brave e pazienti con noi che siamo un po’

birichine. Sto imparando tante cose nuove, dai salti indietro alla capriola in aria che non sapevo fare! Ad usare tutti gli attrezzi che sono molto difficili. Spero di diventare una brava ginnasta!! Giulia Massimi - 9 anni Per me l’Atletica 75 è la mia seconda casa, infatti passo la maggior parte del mio tempo ad allenarmi dentro la palestra. La frequento da qualche anno e sin dall’inizio ho trovato accoglienza, dei bravissimi allenatori disposti ad aiutare sia me che gli altri in ogni momento, mi hanno aiutato a crescere ed imparato a relazionarmi con altre persone più grandi e più piccole di me. Questa società è ben organizzata perché dà opportunità a tutti quanti di poterla frequentare e di svolgere tante varietà di sport: atletica leggera, ginnastica artistica e coreografico. All’interno dell’Atletica 75 c’è una cosa che mi colpisce tanto ed è il saggio di Natale: ogni anno si affronta un argomento diverso dove tutti quanti cerchiamo di dare il me-

glio di noi stessi e grazie al nostro lavoro il ricavato della serata viene dato in beneficenza. Sono stata anche molto fortunata, perché la palestra è anche abbastanza vicina a casa mia; l’Atletica 75 è un’ottima società e spero di farne parte per altri tantissimi anni. Giorgia Dini - 11 anni Per me l’Atletica 75 è una polisportiva che mi ha dato l’opportunità di praticare questo magnifico sport: la ginnastica artistica. Se non fosse nata questa società non avrei praticato questo sport, perché l’Atletica 75 è il gruppo sportivo più vicino a casa mia. Io passo la maggior parte del mio tempo in questa palestra, che ospita persone di tutte le età e che dispone di ottimi allenatori che danno vita a questa polisportiva che accoglie istruttori giovani e no, ma pur sempre pronti e preparati ad allenare e a convivere con grandi e piccini. La cosa meravigliosa è che organizza feste divertenti, ma l’avvenimento che più mi piace è il saggio di


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Natale perché si inventano balletti che poi vanno mostrati davanti al pubblico e questa cosa mi emoziona; ma l’azione più generosa che compie questa Società è che i soldi che sono stati ricavati in quella serata vanno donati in beneficenza e a me questo rende felice perché io ci tengo agli altri e voglio che anche gli altri bambini vivano questa emozione ed esperienza così come faccio io. Per concludere l’Atletica 75 è una polisportiva meravigliosa e spero di farne parte tanti anni. Jessica Dini - 11 anni Quando ho iniziato a frequentare i corsi non pensavo di arrivare fino a questo livello... e invece eccomi qua! Ormai andare in palestra fa parte delle mie giornate, è sicuramente molto impegnativo, ma è anche un ottimo rimedio ai pomeriggi passati davanti alla televisione! Quando vado in palestra mi sento a casa, perché, anche se non è sempre tutto semplice, ho degli allenatori bravissimi: Sergio, molto esigente ma che insegna e spiega davvero bene; Milena, detta Milly, affettuosa e bravissima a curarci i vari acciacchi come il mal di schiena che a volte mi viene; Vania, brava anche lei, ma un po’ “cattivella” perché non si dimentica mai di far fare a me e a Giulia le spaccate tra le panche, che fanno un gran male, anche se ha dei buoni motivi perché ci vuole più sciolte e noi due, invece, siamo molto dure. Le gare sono il momento più difficile, ma Vania e Milena sono sempre pronte a darci coraggio, spesso anche con un abbraccio. Anche le amiche in palestra non mancano, sia grandi che piccole e quando una di noi smette ci dispiace moltissimo. Il riscaldamento lo facciamo tutte insieme, poi ci dividiamo in gruppi, ma questo non ostacola la nostra amicizia. La ginnastica e i miei allenatori mi hanno insegnato che, purtroppo, nella vita non si arriva sempre primi, nonostante l’impegno e la fatica, che gli elementi non si imparano subito, ma che bisogna saper aspettare, che si deve sempre essere decisi in quello che si fa (anche se io non sono molto coraggiosa), che si deve dare ascolto e aver fiducia negli allenatori

e che, quando una cosa nuova ci fa paura, bisogna vincere questa paura e buttarsi, per rompere il ghiaccio. Un giorno Sergio e Vania (la Milly stava allenando le “piccoline”, ma sono sicura che l’avrebbe detto anche lei) ci hanno spiegato che tra tutti i bimbi dei corsi, che sono moltissimi, eravamo state scelte proprio noi e che dovevamo considerare un privilegio trovarsi in agonistica, perché questo non è uno sport per tutti: servono il fisico, la resistenza, la potenza, la scioltezza, il coraggio e la tenacia di dire “Sì, ce la devo

Quando vado in palestra mi sento a casa, perché, anche se non è sempre tutto semplice, ho degli allenatori bravissimi

fare” di fronte ad un ostacolo che, a volte, può sembrare insormontabile, ma non è così. Sono felice di trovarmi qui e, a differenza di alcune persone che cambiano hobby continuamente, io, il mio, l’ho già trovato ed è lo sport più bello e spettacolare di tutti. Elisa Damiani - 11 anni Per me l’Atletica 75 è una famiglia, è una casa. È il paragone che mi viene più semplice fare. Perché in 12 anni che mi alleno qua, in questo pallone bollente d’estate e ghiacciato d’inverno, si è creato un clima unico. Ci conosciamo tutte come fossimo sorelle e siamo sempre pronte ad aiutarci tra noi. Ci confidiamo, ridiamo (forse anche troppo!), scherziamo… Insomma, all’Atletica 75 ho conosciuto delle persone davvero splendide! Ci sono stati alti e bassi come in tutte le situazioni. I vari “momenti di gloria” quando arrivo in palestra con il sorriso sulla faccia e riesco a fare bene qualsiasi cosa (emh.. non esageriamo valà!), le volte in cui non ho la voglia e la forza di muovere nemmeno un muscolo, le volte in cui mi sento soddisfatta di

me stessa e dei livelli ed obiettivi che ho raggiunto, la fase di ripresa dopo tempo che non imparavo più niente, il momento di crisi quando volevo smettere di allenarmi perché ero convinta che “tanto non sarei arrivata da nessuna parte”. Le volte in cui ho pianto perché riprovavo sempre lo stesso esercizio e sbagliavo sempre, le volte quando guardavo le altre più grandi e pensavo “voglio diventare brava come loro!”, le volte in cui non mi rendevo conto ma le cose stavano diventando sempre più difficili, le volte in cui vedevo le mie compagne di allenamenti smettere e mi veniva da piangere, le volte quando qualche nuova bambina arrivava e si pensava subito “chissà come diventerà brava questa”, le volte in cui iniziavo a detestare la palestra e volevo smettere e andare a fare nuoto, le volte in cui vedendo quelle più piccole che mi guardavano mi sono resa conto di essere diventata io il modello da imitare. Le volte in cui mi sono resa conto di essere una ginnasta per davvero, quando ho notato di avere più muscoli di molti ragazzi, quando le persone ti guardano e pensano che tu sia un mollusco o una bambola di gomma, quando la palestra comincia a diventare un po’ una maestra di vita dove dopo ogni caduta impari a rialzarti ed ogni riga per terra diventava magicamente una trave e il letto un trampolino. Ogni singola persona è importante all’Atletica 75, qualsiasi cosa faccia! Che punti ad arrivare ai mondiali, agli italiani, alle gare regionali o che voglia solo divertirsi, che sia brava, obbediente, simpatica o scontrosa. Non interessa a nessuno, tutti sono ben accetti. Ci sono state persone che se ne sono andate lasciando un vuoto incolmabile dentro ognuna di noi, o perlomeno dentro di me. Perché, ripeto, ogni persona qua dentro diventa importante per tutti ed insostituibile. Adesso che sono “l’anziana” del gruppo di ginnastica artistica mi sento fiera di fare parte dell’Atletica 75 e posso dire certamente che è stata una compagna di vita che non mi abbandonerà mai. Ilaria Sofia Vaccarini - 16 anni


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Ginnaste agoniste 2008 sulla trave

L’Atletica 75, un mare di emozioni tutte legate ad un unico posto. È davvero strano, ma mi piace pensare a questo luogo come un unico grande ricordo, un’emozione che non finisce soltanto smettendo di praticarla. Non avevo mai pensato a quanto ci fossi legata finché quest’anno è successo che un’ amica ha abbandonato. Ho cominciato a riflettere sull’importanza di questo posto immaginando la mia vita senza le ore, le sudate, le risate e le avventure passate qua dentro. Non immaginate neanche quanto uno sport, un posto, un ritrovo possa regalarti in sole tre ore al giorno. Attenzione però! Non parlo solo di felicità, gratificazione o altre cose soddisfacenti e facili! Mi riferisco a tutto l’insieme delle emozioni e dei ricordi che ogni giorno ricevo dal posto in cui sono immersa. L’Atletica 75, la palestra nella quale passo una parte non indifferente della mia giornata è entrata nella mia vita stravolgendola dal bianco al nero (o meglio al blu royal!). Ogni passo tracciato in questo luogo ha contribuito a scrivere le pagine della mia vita. Non tutti i passi fatti hanno avuto reazioni tutte rosa e fiori, qualche volta ho passato anche brutti periodi, dove i dubbi, le domande, le incertezze erano all’ordine del giorno. Sono, però, del pen-

siero che tutto ciò che non uccide fortifica quindi tanto vale non prendersela troppo per qualcosa che non viene, un movimento che non si realizza subito, perchè tanto prima o poi qualcosa ci tornerà indietro. Quando cominciai a venire in palestra, ovvio ero più piccola e questo aiutava a rendere le cose più semplici, avevo meno pensieri, anzi a dire la verità ne avevo soltanto uno: divertirmi. Infatti nell’Atletica 75 ho sempre trovato un motivo per sorridere, divertirmi, sarà stato per le amicizie che si sono create o per gli allenatori che un sorriso tra una spaccata e l’altra lo lasciano uscire. Ora che sto crescendo, cosa purtroppo inevitabile, cambia il modo in cui vedevo le cose. Vorrei che non fosse così, vorrei restare a vedere tutto con la semplicità di un bambino e non avere paura delle conseguenze delle azioni, ma non si può, bisogna affrontare la realtà, avere il fegato di metterci la faccia nelle nostre colpe o ragioni. In questa palestra ho capito cosa vogliono dire queste parole. Io sono cresciuta grazie e in questa Palestra! E che dire se non che nonostante tutto devo ringraziare tutte quelle persone che entrando nell’Atletica 75 mi hanno fatto ridere, pensare, emozionare. Elisabetta Mascherucci - 15 anni

Per me l’Atletica 75 è una società sportiva, dove ci si diverte e si scherza. Anche se ci divertiamo le cose le impariamo lo stesso bene. Mi trovo benissimo rispetto ad altre palestre, perché sono gentili e pazienti, ti danno il tempo di imparare gli esercizi e poi anche se non sei un campione ti accettano lo stesso, infatti alle gare c’è posto per tutti anche quelli meno bravi. Chiara Bin - 9 anni

Ilaria Sofia Vaccarini al volteggio


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...e la ginnastica artistica? Dunque dunque… Innanzi tutto mi viene in mente la parola passione. Senza di quella penso che non si vada da nessuna parte! Senza la passione che ti spinge a continuare non riesci ad apprezzare al massimo questo sport! Sono passati tanti anni ormai e io sono cresciuta e cambiata ma l’amore per la ginnastica rimane sempre lo stesso! Credo che rimarrà a lungo in qualche angolo del mio cuore… A volte mi chiedo: “Ma perché continuo a venire in questa palestra, col caldo, col freddo, quando sto male e vorrei riposarmi, quando vorrei uscire con gli amici? Perché vengo qua a faticare e soffrire quando potrei benissimo non farlo?” E anche tante amiche continuano a chiedermi: “Ma non ti sei stufata?” - “Ma dai, tanto non fate sempre le solite cose?” “Lascia perdere! Pensi di arrivare alle Olimpiadi ormai?”. A volte queste parole mi feriscono. Mi feriscono perché loro non riescono ad immaginare che cosa voglia dire per me la ginnastica! Perché solo chi pratica può capire cosa vuol dire stare ore dentro la palestra, con quella puzza che ormai abbiamo nella pelle! E vogliamo parlare dei calli sulle mani? Del dolore quando facciamo le spaccate per raggiungere aperture in stile “barbie” con le gambe dietro la testa? E del fisico da body - building che ti costringe ovunque vai a dire “faccio ginnastica artistica!”? E della gioia e dell’emozione quando riesci ad arrivare sul podio in un attrezzo che hai sempre detestato? E delle amicizie che si sono formate e fortificate nel corso degli anni? E dei litigi tra di noi? E delle tante lacrime versate per il nervoso o per il dolore? E dello stress prima di una gara? E della paura di sbagliare e di farti male ma che viene superata grazie a tanto coraggio che ormai abbiamo sviluppato all’ennesima potenza? E della soddisfazione e dell’orgoglio che sprizza da tutti i pori (assieme al sudore!) quando finalmente riesci

a fare qualcosa che speri da anni? Con tutto ciò credo di non avere spiegato per bene quello che è la ginnastica per me… Perché non è facile spiegare e scrivere tutto ciò! Però ci sono momenti in cui capisci che evidentemente c’è qualcosa che ti lega alla ginnastica… E quelli in cui capisci che la ginnastica occupa una parte della tua vita, una parte bella grossa! Per me quindi questo sport stupendo è un insieme di sentimenti ed emozioni che in questo momento sono fondamentali e sempre indispensabili! Ilaria Sofia Vaccarini - 16 anni Per me la ginnastica è un mix tra paura, coraggio e fiducia... paura per tutti i nuovi elementi o tutti i nuovi passaggi che si devono realizzare, coraggio per riuscire a realizzare gli elementi di cui si ha paura e fiducia verso gli allenatori e le allenatrici che ti devono aiutare a fare qualcosa. Per questo sport si devono fare molti sacrifici come passare 3 o 4 pomeriggi a settimana (e tutte le mattine d’estate) per 3 ore in palestra o alzarsi prestissimo al mattino per andare alle gare, però dà molte soddisfazioni e quando si viene premiate non si rimpiangono i sacrifici fatti!!! Sara Gallina - 12 anni Per me la ginnastica artistica è uno sport che mi ha fatto capire che nella vita non si arriva sempre primi, nonostante i sacrifici e gli sforzi, ma l’importante è impegnarsi e rispettare gli allenatori. Elisa Damiani - 11 anni La ginnastica per me è un modo per rallegrarmi, stare con le amiche, ma anche stare in salute per il mio corpicino. Eleonora Simoncelli - 11 anni La ginnastica artistica per me è un’attività sportiva molto diverten-

Sergio Luconi in assistenza alle parallele asimmetriche

te, perché ho imparato a praticare molti esercizi a corpo libero come le capriole, le ruote, le verticali, le rovesciate e tanti altri movimenti. Quando vado a ginnastica mi diverto tantissimo, anche se molte volte è faticoso ed impegnativo fare gli esercizi sugli attrezzi (trave, parallele, volteggio, ecc..) Quando ero più piccola la ginnastica era un gioco perché potevo correre, saltare, rotolare, ora è diventato un impegno più faticoso, ma sempre divertente. Magnani Lucia - 8 anni Io della ginnastica penso che sia uno sport molto divertente e bello, perché si imparano anche le cose che non sappiamo fare. All’inizio è stato faticoso, ma adesso un po’ di cose sono più facili da fare perché mi sono allenata molto. Mi piac-


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ciono soprattutto le parallele, perché mi piace fare le oscillazioni.Io quando faccio ginnastica mi sento felice e mi piace molto allenarmi in gruppo. Giulia Franca - 7 anni Mi piace fare ginnastica e andare in palestra perché mi diverto molto. Noemi Guidi - 7 anni Per me la ginnastica è bellissima. Qualche volta non ho avuto voglia di venire, ma quando mi alleno mi viene voglia di allenarmi. L’attrezzo che mi piace di più è la trave. La cosa che mi piace fare di più è il flick. Ti voglio tanto tanto bene!!! Penelope Lattanzio - 7 anni La ginnastica per me è lo sport che più mi si addice e che mi dà tan-

te soddisfazioni, ma è anche il mio passatempo preferito. Se non praticassi questa attività, mi annoierei a morte. Jessica Dini - 11 anni La ginnastica per me è uno sport veramente importante, un passatempo al quale dedico la maggior parte del mio tempo. Penso proprio che senza di esso non saprei cosa fare. Giorgia Dini - 11 anni Per ottenere qualcosa dalla ginnastica bisogna impegnarsi e soffrire; ma le soddisfazioni dopo che vinci una gara sono enormi a tal punto che ti dimentichi tutto quello che hai passato! Anche se certi momenti sono duri, senza di lei non riuscirei a stare!!! I Love ginnastica. Tanya Torriani - 12 anni

La ginnastica è uno sport dove ci si deve impegnare tanto, bisogna metterci molta passione e soprattutto molto, molto coraggio e niente paura. Per me la ginnastica è anche un ritrovo con le amiche, noi lo prendiamo un po’ troppo come ritrovo, perché come dicevo bisogna metterci molta concentrazione. Laura Sanchini - 14 anni La ginnastica può essere tutto o niente, come credono molte persone; ma per me è molto più di “tutto”, perché non è un semplice sport, è un’avventura che non tutti hanno il coraggio di intraprendere perché molte volte è proprio lui che è indispensabile: il coraggio. A me la ginnastica aiuta a rilassarmi e a sfogarmi perché è come se fosse “magica”, mi isola dal resto del mondo per quelle poche ore al di fuori del


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Valentina Bartolucci

Gaia Bevilacqua

Ilaria Sofia, Nicol e Barbara

nostro pallone, mi isola da tutti i problemi, penso che sia una delle cose più importanti della mia vita e non un grosso sacrificio come credono soprattutto i nostri amici, anzi, è ancor più bello raggiungere un obiettivo, che magari avevamo in pratica da molto tempo, che una giornata con tutti loro. È una grandissima soddisfazione a cui farei fatica a rinunciare… Nicol Floridi - 16 anni

Per me la ginnastica non è uno sport come tutti.. perchè riesce a darmi delle emozioni, per esempio quando gli allenatori mi fanno vedere che credono in me per riuscire a fare un nuovo elemento, quando lo realizzo la gioia entra dentro me. È un divertimento perchè ormai è parte della mia vita, ed è anche un ritrovo perchè ci sono le mie amiche. Morena Galanti - 15 anni

Secondo me, la ginnastica artistica, è un sentimento unico: hai sempre un insegnante che ti sta accanto e ti aiuta. Infine la cosa più bella sono le amiche che con loro puoi giocare, ridere, scherzare e confrontare. Eleonora Capellini - 9 anni

La ginnastica per me è una disciplina che mi aiuta a sviluppare il mio fisico e mi insegna a fare movimenti difficili con estrema facilità. La ginnastica per me è anche un momento per stare con le amiche e divertirsi, ma soprattutto è un momento per lavorare e imparare. La ginnastica è anche il mio sport preferito. Martina Pensalfini - 12 anni

La ginnastica è bella perché si sta insieme, e perché si fanno cose belle. Lucrezia Saioni - 7 anni

Con la ruota, la verticale e la rondata della ginnastica artistica mi sono innamorata. I maestri le paure mi hanno fatto passare e una campionessa mi piacerebbe diventare. Elisa Ortolani – 6 anni

Per me la ginnastica è un divertimento perché è allegria, quando ho fatto le prime gare è stata emozione perché c’è la gente che guarda l’esercizio, ed è anche impegno. Alcune volte per me è faticosa, perché sei stanca e non hai più le forze. A me piace la ginnastica. Manuela Po Baldrighi - 10 anni Per me la ginnastica è un gran divertimento, anche se è molto faticosa. So che devo lavorare tanto per arrivare ad essere brava come le mie amiche, ma con l’impegno sono sicura di migliorare… per diventare brava! Giulia Massimi - 9 anni Per me la ginnastica è un impegno a cui tengo tanto e vorrei che non finisse mai. La ginnastica è uno sport che a me piace tantissimo più di qualsiasi altra cosa. Quando sono triste la ginnastica mi tira su il morale e non smetto mai di ammirala. Martina Gencarelli - 9 anni

Uno sport, un sogno, un’ambizione, una goccia di sudore sul viso, una spaccata, un volteggio, un callo che parte, una distrazione, una sgridata, una pausa, una bottiglia d’acqua fresca, un saggio, una vacanza, un corpo libero, un nuovo elemento realizzato e altre infinite cose... Ma forse l’unica cosa che può davvero descrivere questo sport alla perfezione è che non si può descrivere. Non si può dare una definizione oggettiva di uno sport che ha riempito e riempie le mie giornate da quando avevo 5 anni. Sicuramente quello che è per me non sarà sicuramente quello che è per qualcun altro, ma per me non è solo uno sport, è molto di più anche se non so bene cosa! Elisabetta Mascherucci - 15 anni Per me la ginnastica è uno sport bellissimo e impegnativo. Mi piace proprio perché mi devo esercitare tanto per raggiungere nuovi obiettivi, sempre più difficili. Per me la ginnastica non è solo uno sport, mi ha aiutato dandomi più sicurezza in me. Vorrei raggiungere alti livelli. Chiara Bin - 9 anni


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Morena Galanti, Laura Sanchini, Elisabetta Mascarucci, Elena Ranocchi, Martina Mariotti, Federica Tullio con gli allenatori Milena e Massimo

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Relax in attesa dei risultati della gara di ginnastica


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Istantanee dai campionati italiani

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Luca Mazzocchi - 400m ostacoli, Imola camp. reg. assoluti 2010

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Alex Pagnini - 400m indoor, Ancona campionati italiani allievi 2010


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...e il saggio di Natale naturalmente


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www.gradara.bcc.it

SEDE E DIREZIONE GENERALE GRADARA (PU) via Mancini, 21 - tel. 0541 823511 - fax 0541823523 - info@gradara.bcc.it

FILIALI PROVINCIA DI PESARO/URBINO

FILIALI PROVINCIA DI RIMINI

GRADARA via Mercato, 77/79 - tel. 0541 969188 / 969179 PESARO via Cecchi, 36 - tel. 0721 26490 PESARO CENTRO via Gall. dei Fonditori, 40 - tel. 0721 452983 GABICCE MARE viale della Vittoria, 18/A-B - tel. 0541 833542 / 83354 GABICCE TAVOLLO via Romagna, 128/ 130 - tel. 0541 831142 MONTECCHIO via Roma, 34 - tel. 0721.491019 PADIGLIONE di Tavullia via Carrate, 12/ 14 - tel. 0721 478303 / 478583 TAVULLIA via Pergolesi, 2/A - tel. 0721 476659 COLBORDOLO via Pietro Nenni, 9/ 51 - tel. 0721 495025 FANANO via San Giovanni, sn - tel. 0541 964480

RIMINI via C.A. dalla Chiesa, 3 - tel. 0541 390779 RIMINI MARE viale Regina Elena, 83/C - tel. 0541 393312 CATTOLICA CENTRO piazza Ermete Re, 6/8 - tel. 0541 967887 / 967899 CATTOLICA MARE via Carducci, 2/4 - tel. 0541 831181 CATTOLICA PORTO piazza Salvatore Galluzzi sn - tel. 0541 830794 SAN GIOVANNI IN MARIGNANO piazza Silvagni, 20 - tel. 0541 955761 MISANO ADRIATICO piazza Gramsci, 30 - tel. 0541 610804 MORCIANO DI ROMAGNA via Roma, 108 - tel. 0541 865112 RICCIONE viale Dante, 149/B - tel. 0541 648596

dal 1911 sul territorio


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Ringraziamenti Il ringraziamento più grande va a tutti coloro che hanno creduto e reso possibile questo progetto, che hanno riportato alla memoria ricordi, immagini ed emozioni, di chi l’Atletica 75 l’ha vista nascere e fatta crescere, percorrendo insieme momenti indimenticabili; a chi ha aperto i propri cassetti e nel rispolverare vecchie fotografie ha versato qualche lacrima di commozione, perché guardandosi indietro ha scoperto di aver contribuito a costruire qualcosa di grande. Un grazie particolare va a: Roberta Bacchini, Michele Balducci, Milena Balducci, Federica Benvenuti, Elena Cerri, Giuliana Bompadre, Marco De Biagi, Aristide Ercolessi, Luca Ercolessi, Simona Leardini, Massimo Piovaticci, Sabrina Stramigioli, Luigi Zavagnini, gli sponsor e tutte le persone hanno dedicato qualche istante per contribuire alla realizzazione di questo libro.

Finito di stampare nel mese di Novembre 2010 Ideazione progetto e ricerca materiale: Atletica 75 Fotografie: Archivio Atletica 75 Gestione testi e coordinamento progetto: Roberta Bacchini e Luca Ercolessi Impaginazione e Grafica Michele Balducci Stampa Poligrafica Marecchiese S.r.l. - Novafeltria


Atletica 75 - Cattolica 35 anni di sport Nasce proprio nel 1975 questa associazione sportiva che si occupa di ginnastica artistica, di atletica leggera e di podismo. Un gruppo di amici, appassionati della corsa su strada decide di fondare una società che si possa occupare anche dei più giovani e che possa andare oltre il podismo amatoriale. Iniziano così le prime esperienze con l’atletica leggera, quella fatta non solo di corse, ma anche di salti, di lanci e di ostacoli; questa novità appassiona subito i ragazzi della nostra Città che diventano protagonisti di questo nobilissimo sport. I primi sono anni difficili, pochi spazi dove allenarsi (a volte anche la strada si trasforma in un campo di allenamento) poche le risorse economiche ed il riconoscimento delle Istituzioni, ma tanto l’entusiasmo e la voglia di crescere. La “famiglia” si sviluppa velocemente, si aggiunge la passione per la ginnastica artistica (anch’essa una disciplina di antichissima tradizione) e la ginnastica ritmica e con loro i numeri crescono, parliamo di oltre ottocento iscritti negli anni novanta. Di qui l’esigenza di nuovi spazi e di nuove strutture dove effettuare le numerose attività di una vera e propria polisportiva. Purtroppo le strutture non ci sono e i soldi neanche, allora … ci si “inventa” uno dei primi accordi tra pubblico e privato, il Comune concede in uso un’area nella zona sportiva e l’Atletica ’75 ci costruisce, a proprie spese, una tensostruttura (tecnica innovativa per quell’epoca). Era il 1985 è viene realizzata quella che oggi è la palestra “Andrea Ercolessi” … tutto ciò grazie anche agli amministratori di quel tempo che hanno creduto in questo progetto dimostrando di essere innovativi e lungimiranti, offrendo un buon servizio alla nostra Città: il Sindaco di allora Franco Mazzocchi e l’Assessore allo Sport Gloria Bellini.

www.atletica75.it

La nuova palestra prende il nome dello scomparso “Andrea Ercolessi” che fu tra i promotori di questa società e fu soprattutto un amico ed un dirigente instancabile sempre a disposizione per promuovere ed organizzare attività che potessero avvicinare allo sport il maggior numero di ragazzi possibile. Si arricchisce negli anni di attrezzature moderne e all’avanguardia, tutte “pagate” con fondi propri e con l’aiuto dei soci. L’Atletica 75 fu anche la prima società della zona a far conoscere la “ginnastica aerobica” che, negli anni ottanta, avvicino il grande pubblico all’attività fisica in età adulta. Il connubio tra musica e sport ebbe un enorme successo in quegli anni e contribuì a creare una nuova cultura sportiva di massa. Innumerevoli in questi 35 anni sono stati i riconoscimenti al merito ed alla qualità dell’offerta sportiva tributati dal CONI e dalle singole federazioni all’Atletica 75, grazie ad una politica sportiva ispirata alla professionalità degli insegnanti e ad organi societari “veri” e non di facciata che hanno guidato la società con rigore ed attenzione ai temi della solidarietà e del servizio ai giovani. Un riconoscimento di cui andare particolarmente fieri è quello tributato alla società, tramite il Presidente Luca Ercolessi, dalla Commissione francescana presso le Nazioni Unite alla pace e alla solidarietà tra i popoli. Il presente è rappresentato da numeri costantemente in crescita e dall’esigenza di nuove strutture che possano dare una risposta alla crescente richiesta di iscrizione ai corsi della società. La disponibilità di investire risorse economiche per costruire nuovi spazi da parte dell’Atletica 75 c’è, speriamo che l’amministrazione pubblica risponda ancora come nel 1985.



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