IL SEGNO DEL TERREMOTO Due anni dopo ... COMUNITÀ di DESTINO Castelsantangelo sul Nera

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RAFFAELLA MATOCCI

LA COMUNITÀ COME ESSENZA

LA FORZA DI UN’IDENTITÀ ALL’INTERNO DI UN NUOVO INSEDIAMENTO URBANO Castelsantangelo sul Nera, 24 marzo 2018. Consegna delle S.A.E. nell’area di Piazzale Piccinini dove si è tenuta la cerimonia di consegna delle chiavi ai 40 nuclei familiari aventi diritto.

“Cos’è la città se non il popolo?”

William Shakespeare

Quando si parla di Casa si tocca un tasto molto delicato nella vita di ognuno. La Casa non è solo la dimora in cui vivere, ma è il luogo in cui la propria intimità ha vita, in cui il proprio essere si esprime quotidianamente. La costruzione di una casa non è solo quella effettiva, legata alle mura ed alla struttura, ma è principalmente quella affettiva, legata alla vita quotidiana, ai gesti, ai ricordi,

alla memoria. Perdere una casa è qualcosa di più profondo rispetto a perdere un oggetto in sé. È un po’ come sentirsi defraudati nell’intimo, traditi dalla stessa vita che, se da una parte ti ha permesso di costruire la memoria, dall’altro, in un colpo, sembra che te l’abbia tolta. Il punto di partenza è proprio questo, credo: la memoria. È la forza da cui nasce il tentativo estremo di tenere acce-


so quel focolare che rimane dentro. La zona Sae sorge sotto le pendici del monte in cui sorgeva prima Castelsantangelo sul Nera. Se alzi gli occhi in su, vedi le mura del vecchio borgo e sembra quasi ti abbracci e ti parli, dicendo: “Io sono ancora qui e mi faccio custode silente della memoria di tutti voi”. Il punto di vista da cui si guarda è molto suggestivo, soprattutto se si riflette sul fatto che, nelle diverse visioni prospettiche a cui siamo soggetti ogni qualvolta rivolgiamo il nostro sguardo verso una direzione, non esista un punto che non sia uno scorcio, sia sotto il profilo architettonico dell’insediamento urbano sia sotto quello del patrimonio paesaggistico. Qui il dialogo fra il vecchio ed il nuovo trova espressione negli spazi di giuntura tra i due profili e, attraverso il punto di vista della zona sae, il paesaggio diventa scrittura architettonica ed urbana allo stesso tempo. L’architettura, come disciplina, si occupa di dare forma ai luoghi in cui viviamo e la forma che assumono questi luoghi può migliorare o rovinare la vita delle persone. Migliorare la qualità dell’ambiente edificato è una sfida che va combattuta su molti fronti ed uno dei primari, a mio avviso, è quello di riuscire ad interpretare e realizzare i desideri umani, rispettando il singolo individuo e nello stesso tempo prendendosi cura del bene comune. Le parole che sento girando fra le persone rimandano per lo più alla grande gioia nel vivere questo momento di riappropriazione dislocata di un focolare ed il rammarico, o anche solo la nostalgia, di non poterlo fare effettivamente lì dove le persone sono nate e vissute. Io non so bene quale di questi due sentimenti prevarrà nel tempo, ma posso senz’altro dire che, quello che ho di fronte è la visione del “territorio inteso come teatro delle dinamiche sociali in cui i legami concorrono a creare il senso di appartenenza al luogo stesso; dello spazio inteso come insieme di relazioni affettiva4

mente significative, tendenzialmente circoscritte ad un luogo che detiene sia i simboli sia i riferimenti della memoria che quelli dell’identità”. Si aprono le prime porte, si entra in una nuova dimensione, quelle che oggi sono delle zolle di terra diventeranno prati, i bambini cominciano a giocare, chiedono ai genitori le biciclette, l’area centrale, che collega e fa da filtro alle casette a schiera, comincia ad animarsi di vita. La fragilità del momento di commozione diventa forza. Forza di una rinascita. Questo è il punto di partenza delle future dinamiche sociali della comunità, una comunità per la quale ognuna di queste persone non ha mai smesso di lottare. Le persone che abiteranno nella nuova area avevano le loro abitazioni a Castelsantangelo sul Nera e nelle varie frazioni del Comune, chi era di Nocelleto, chi di Rapegna, chi di Gualdo, etc. Un destino accumunato, il loro. Una Comunità di destino, dove la comunità stessa, essendo stata delocalizzata, ha visto destituito il proprio impianto primario urbanistico, civico e civile, che è stato portato fuori, distante da quello che era il loro nucleo, non solo da un punto di vista abitativo, ma anche, e soprattutto, comunitario. Una Comunità che si è ritrovata, per destino, in un’altra comunità, alla quale si dovrà unire e con la quale dovrà costruire un futuro insieme.

Raffaella Matocci


Quaderno Diatomea Amate l’Architettura #2 5


DIALOGHI

“LE MIE RADICI SONO RADICATE IN ME” LE PAROLE DELLE PERSONE

Ovidio Valentini Vice Sindaco del Comune di Castelsantangelo sul Nera

Rita Bozzi Una Castellana che torna a casa

Abitante di Nocelleto, frazione di Castelsantangelo sul Nera

Abitante di Gualdo, Castelsantangelo sul Nera

‹‹Sono nato e vissuto qui da sempre, avevo un’attività che con il terremoto ho perso ed ora mi sto dedicando a pieno all’interno del Comune come vice sindaco. Avevo un’attività ricettiva, un albergo ristorante “Dal Navigante” e adesso sto lottando per il Comune. Sono rimasto qui, sempre, dentro una roulotte ed ancora tengo. Questa è la generazione che deve lottare, la nostra. Perché gli anziani sono anziani ed i giovani sono troppo giovani per cogliere a fondo cosa significhi lottare per resistere, quindi è la generazione di mezzo che deve fare qualcosa per questi posti. Sono attaccatissimo a questi luoghi e non ce la faccio proprio ad andare via. Io sfrutto la montagna dedicandomi ai tanti hobby che ti dà, ai tanti sport che qui puoi fare. Le mie radici sono radicate in me››.

‹‹Io sono contenta che ce l’ho fatta a tornare perché stavo a Civitanova Marche, in provincia di Macerata. Ringrazio l’Hotel Velus che ci ha ospitato tanto tempo e fino all’ultimo. Sono stati molto bravi, ieri (23 marzo 2018) abbiamo fatto una cena tutti insieme e ci siamo salutati organizzando una serata. I proprietari sono stati molto carini, ci hanno accolto benissimo ed io li ringrazio tanto dal cuore. Anche se sono andata via, rimarrò in contatto con loro, sicuramente, e magari andrò lì a fare le mie vacanze estive. Per loro mi dispiace essere andata via, però io non vedevo l’ora di venire qui e di entrare finalmente in quella che sarà la mia casa››. Quando chiedo a Rita se è andata a Civitanova subito dopo il terremoto, risponde: ‹‹Sì, subito dopo il terremoto. Sono rimasta più di un anno lì e sono andata via stamattina. Adesso rimango qui, non mi sposto più››. Che effetto le fa tornare qui?- le chiedo - ‹‹È difficile rispondere. Per metà un po’ brutto e per metà un po’ bello. Dopo le prime scosse di agosto mi ero trasferita a Rapegna, perché la mia casa, che si trovava sotto la chiesa di San Martino, è stata da subito inagibile. All’inizio avevo trovato una casa in affitto, una sistemazione a Rapegna, ma poi, con le ultime scosse, sono stata portata via da qui e mandata a Civitanova››.

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Gregorio Ceccarelli Titolare della “Norcineria Alto Nera” Abitante di Castelsantangelo sul Nera ‹‹La giornata di oggi è una giornata importantissima. Siamo tutti contenti di ritrovare la comunità che oggi è rivenuta a stare qui. Io ho tanta tristezza dentro di me, perché in queste case non hai ricordi, la propria casa è la propria casa, c’è dall’infanzia fino ad adesso e queste sono strutture, invece, che ci accompagneranno solo fino a quando non ci saremo più. Io ho sempre abitato qui, a Castelsantangelo sul Nera. Ora avrò una casa di 60mq e siamo 6 persone e non si riesce a stare tutti quanti insieme, cercheremo di fare il possibile ma sarà dura. Noi avevamo l’attività, ma ci vorranno altri due o tre mesi per riprenderla. Avevamo una struttura che era sui 400mq e ad oggi ce ne hanno dati 190mq, i rimanenti dobbiamo pagarli noi con i nostri soldi e ci vorranno circa 250mila euro da investire. Tutto questo su un’attività provvisoria. Potrebbero essere soldi buttati e secondo me una cosa del genere la può fare solo un matto, solo chi ha la passione della montagna, perché io ho 68 anni ed è difficile trovare le persone adatte per farlo. Le case quando ce le ricostruiranno, non lo so davvero, ma sicuramente passeranno venti anni. Ormai non ci penso più, ho paura a pensarci. Mi dispiace. Mi dispiace non poter tornare nella mia casa. Speriamo che le cose saranno più veloci, ma poco ci credo››. ‹‹I suoi figli quanti anni hanno?›› gli chiedo - ‹‹La più piccola ha 23 anni›› - risponde - ‹‹poi ne ho una di 30, e l’altra di 38. Una lavora con me, le altre no. Noi abbiamo un’attività anche a Campocavallo, una frazione del Comune di Osimo, in provincia di Ancona, abbiamo un negozio ed un magazzino ed una figlia lavorava lag8

giù. L’altra è un’odontotecnica e ha trovato lavoro lì. Per fortuna avevo comprato loro le case anni addietro. Qui, con la piccola, avevamo 4/5 case che sono andate distrutte e quindi ora ho dovuto fare il mutuo per ricomprarle casa laggiù altrimenti muoio ed una figlia rimane senza casa. Mi sono messo sulle spalle 300mila euro a 68 anni. Io ho tanta fede e spero solo che il Signore mi faccia vivere ancora a lungo perché ho il dovere di pagare questi debiti alle mie figlie, certo poi sarà quello che Lui vuole››.



DIALOGO CON STEFANO VERNUCCIO

“FARE DEL BENE FA STARE BENE INSIEME” CASA AMICI DEL TRENTINO

Stefano Vernuccio è il Presidente dell’Associazione “Solidarietà Vigolana onlus” di Trento che, insieme all’Amministazione Comunale di Altopiano della Vigolana, all’Associazione “Pro loco” di Revò, all’Amministazione Comunale di Revò ed alla Cavit Trento, ha donato la nuova Sala polivalente “Casa amici del Trentino”, presente nell’area SAE di Castelsantangelo sul Nera ed inaugurata nello stesso giorno della consegna delle case agli abitanti del Comune, come atto di solidarietà a seguito del terremoto che ha colpito la Comunità delle Marche il 24/08/2016. ‹‹Finalmente è arrivato il momento dell’inaugurazione, al di là della nostra struttura, che ovviamente ci fa piacere che sia utilizzata. L’emozione più grande è il fatto che siano consegnate le case, le SAE, per la gente ed immagino anche l’emozione di chi, dopo 17 mesi che era via, è ritornato qui. Lo sento anche io che non lo vivo direttamente, quindi immagino per chi lo stia vivendo personalmente cosa possa significare. Per noi è una soddisfazione inaugurare questa struttura perché per quanto fosse pronta da mesi, sarebbe stato inutile aprirla senza che ci fossero le persone. Noi siamo contenti perché, nella nostra intenzione, questo luogo doveva diventare un posto di aggregazione, perché oltre la ricostruzione materiale delle case, degli edifici, del Comune, di cui forse è compito dello Stato occuparsene, noi pensiamo 10

che una struttura come questa, che serve proprio per la comunità, abbia pù senso fatta da due associazioni come la nostra, Solidarietà Vigolana e la ProLoco di Revò, che sanno cosa voglia dire stare insieme e vivere la vita di un paese. Una struttura così è importante come punto di ritrovo. La nostra speranza, quindi, è che non diventi una sala convegni bellissima, ma che rappresenti un luogo aperto tutto il giorno, tutto l’anno, aperta a tutti anche solo per trovarsi a leggere il giornale insieme, a giocare con i bambini, fare una festa di compleanno, fare la tombola, qualunque cosa. Fare anche un convegno, se c’è la possibilità, però che diventi un posto di aggregazione. Il nostro scopo è questo e lo abbiamo fatto per questa ragione e la nostra speranza è che diventi un punto di partenza, non di arrivo, per la rinascita››.



DIALOGO CON MIRELLA GATTARI

RIPARTIRE DAL TERRITORIO PRESERVARE LA BELLEZZA

Mirella Gattari è la Presidente CIA Marche, Confederazione italiana agricoltori. ‹‹Dal 4 novembre 2016, abbiamo cercato di portare un piccolo sollievo alla Comunità, sulla base di quello che poteva essere compatibile con le nostre possibilità economiche, finanziarie e di personale, ed abbiamo sia aiutato gli allevatori, dando loro dei consigli e portando qui i responsabili della Regione per risolvere i problemi che avevano, sia portato cibo per gli animali. Grazie alla collaborazione della CIA Ferrara, il cui sostegno è stato importantissimo, il Comune di Castelsantangelo sul Nera ha ricevuto un’Ape Piaggio Porter, devoluta in occasione di due cene solidali organizzate a Portomaggiore (FE), alle quali ha partecipato anche il Sindaco Mauro Falcucci, che è stato così gentile da ascoltarmi e da presenziare insieme a me; alla prima cena erano presenti 650 persone ed alla seconda quasi 700; a queste sono seguite altre raccolte e, con il totale raggiunto, è stato acquistato l’Ape Porter che abbiamo consegnato verso la fine del mese di settembre. La cosa più importante è la risposta che abbiamo cercato di dare agli allevatori a seguito della loro richiesta di aiuto dopo che, a causa del terremoto, tra i molti problemi che hanno avuto, c’è stato anche quello dell’approvvigionamento dell’acqua in alta quota per la presenza di poche fonti che la erogano. In tal senso, abbiamo presentato e regalato al 12

Comune di Castelsantangelo sul Nera il progetto “Acqua in alta quota” al centro del quale vi è un grande bacino d’acqua, la cui funzione servirà ad abbeverare il bestiame degli allevamenti, ad avere un presidio antiincendio (inteso come strumento di prevenzione, perché dobbiamo assolutamente preservare la bellezza di questo posto) e ad avere anche la possibilità di approvvigionamento di acqua per l’impianto di innevamento artificiale degli impianti di risalita del Monte Prata. Questo progetto è nato ascoltando il territorio, come tentativo di rispondere alle necessità urgenti che esistono e, soprattutto, grazie agli studi effettuati dall’architetto Andrea Prosperi e dal geologo Pierpaolo Rinaldelli, che hanno prestato la loro opera gratuitamente. Ad oggi esiste un incarico ed il Consorzio di Bonifica delle Marche si occuperà della realizzazione del progetto. Diciamo che questo non è un punto di arrivo ma un punto di partenza perché dobbiamo ricostruire il tessuto economico e sociale della Comunità e se non c’è reddito, non si ricostruisce nulla. Ripartire dal territorio è quello che stiamo cercando di fare. Io sono assolutamente propositiva nei confronti del Parco dei Sibillini e dei nulla osta di cui necessita per poter eseguire un progetto, perché il Parco è qualcosa di eccezionale nel momento in cui è al servizio del territorio, sennò diventa una scatola vuota e noi abbiamo bisogno di una zona montana assolutamente viva, non


abbiamo bisogno di una scatola vuota. La CIA ha iniziato immediatamente a mobilitarsi dopo il 24 agosto 2016, dopo la prima scossa che ha visto coinvolti i Comuni delle Marche, del Lazio e dell’Umbria; con il “Kit La Amatriciana”, abbiamo raccolto oltre 100.000 euro, che sono stati donati alla scuola di Amatrice, perché welfare e agricoltori sono binomi per noi. Dopo il 26 ottobre 2016, abbiamo capito che dovevamo assolutamente fare qualcosa di diverso, a misura e per il territorio: abbiamo consegnato centinaia di tonnellate di mangime, di fieno e di paglia servendo tutto il Cratere; abbiamo consegnato 30 moduli abitativi, frutto delle raccolte fatte; la CIA Ferrara ha consegnato 6 casette qui nelle Marche; abbiamo consegnato un modulo stalla temporaneo, perché il precedente era crollato dopo il 17 gennaio 2017, a seguito della forte nevicata; il mese prossimo consegneremo una stalla in legno ad un altro nostro socio, grazie all’intervento della CIA Trentino; abbiamo organizzato anche

la vendita di pacchi solidali che sono stati davvero solidali, nel senso che il contenuto dei pacchi era dei nostri soci terremotati e tutto l’introito della vendita è andato direttamente a loro. Le iniziative sono state di tutti i tipi e l’orgoglio vero di appartenere al mondo CIA è quello di aver contaminato i vari territori con le nostre necessità ed i colleghi sono stati meravigliosi. Noi abbiamo solo fatto da collettore, da interfaccia, per far conoscere chi produceva e chi aveva bisogno. La solidarietà in questo sisma è stata la cosa che ha funzionato meglio e con più passione. Orgogliosa di essere italiana e felicissima di dire che, in un mondo in cui va tutto male, in cui siamo pessimisti ed in cui non vediamo nell’altro il sorriso, noi, al contrario, abbiamo scoperto che in Italia ci sono degli italiani che si mettono a disposizione e nei panni di chi sta peggio. La CIA delle Marche è stata solo un vettore ed ha il merito di aver portato fuori le necessità del territorio››.

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REPORTAGE MOSTRA FOTOGRAFICA

“TORNO A PRIMAVERA: SEGNI E TRACCE DI CASTELSANTANGELO SUL NERA, COMUNITÀ VIVA” CASTEL DI MAGGIO

Castelsantangelo sul Nera, 1 maggio 2018. Evento “Castel di Maggio. Arte, Musica, Natura per un rigoglioso 1° maggio 2018 a Castelsantangelo sul Nera”. All’interno degli eventi, si è svolta la Mostra Fotografica collettiva a cura dell’arch. Anna Marzoli in cui sono state esposte le foto di Monja Zoppi (MjZ), Andrea Andalò, Fabio Facciaroni, Alessio Pagani, con Genziana Project, Gianfranco Mancini, Marco Negretti, Stefano Vernuccio, Pietro Francioni, e Moreno Desideri Morosini e Marcello Pannelli, di videovolare.

Alle ore 10.00, presso la Sala polivalente “Casa Amici del Trentino”, si è tenuta la mostra fotografica collettiva “Torno a Primavera: segni e tracce di Castelsantangelo sul Nera, comunità viva” a cura dell’arch. Anna Marzoli in cui sono state esposte anche le fotografie scattate dai fotografi nel Cratere. L’istallazione della collettiva è rimasta aperta a tutti, gratuitamente, per diversi giorni a seguire. Alla chiusura della mostra, invece, le singole foto, messe a disposizione dai fotografi per la Comunità, sono state 16

assegnate agli abitanti che hanno potuto tenerle all’interno della propria casa, costruita nell’area SAE. Ricordiamo che la nuova Sala polivalente “Casa amici del Trentino”, dove si è tenuta la collettiva, è stata donata dall’Associazione “Solidarietà Vigolana onlus” di Trento, dall’Amministazione Comunale di Altopiano della Vigolana, dall’Associazione “Pro loco” di Revò, dall’Amministazione Comunale di Revò e dalla Cavit Trento, come atto di solidarietà a seguito del terremoto che ha colpito il Comune.





REPORTAGE GIORNATA NAZIONALE DEL CAMMINARE

“CAMMINIAMO NEL CRATERE”

CAMMINIAMO PER CASTELSANTANGELO SUL NERA Castelsantangelo sul Nera, 14 ottobre 2018. La Giornata del Camminare è una manifestazione nazionale promossa da FederTrek che sostiene la diffusione della cultura del camminare attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, del mondo dell’associazionismo e delle amministrazioni locali.

Siamo partiti alle ore 10.00 dalla “Casa degli Amici del Trentino” e, dopo una breve sosta per la colazione, presso la nuova area Commerciale delocalizzata in Piazza Piccinini, abbiamo cominciato a camminare costeggiando la Zona Rossa di Castelsantangelo sul Nera. Il percorso è stato molto godibile, complice anche la bellissima giornata di sole che ci ha accompagnato. La meta erano le sorgenti del fiume Nera, dove, una 20

volta arrivati, è stata prevista una interessantissima osservazione solare attraverso l’eliografo di Giorgio Bonacorsi, che ci ha spiegato come si vede il sole e quali siano le sue caratteristiche speciali. Durante la sosta alle sorgenti del fiume Nera sono intervenuti Paolo Piacentini, presidente nazionale della Federtrek, ed Enrico Sgarella, Presidente APS del Movimento Tellurico.


Paolo Piacentini Presidente Nazionale Federtrek

Enrico Sgarella Presidente APS Movimento Tellurico

Federtrek – Escursionismo e Ambiente è un Ente di Promozione Sociale, a struttura federale, nata nel 2010 come evoluzione di una esperienza federativa sviluppatasi a livello regionale. È una federazione di circa 40 Associazioni che condividono la stessa Missione ed operano in sinergia per raggiungere obiettivi comuni.

L’associazione Movimento Tellurico – trekking, ecologia e solidarietà (affiliata a FederTrek) nasce dall’esperienza della prima “Lunga Marcia per L’Aquila”, una camminata solidale che, dal 30 Giugno al 5 Luglio 2012, ha condotto più di 50 persone da Roma a L’Aquila. Intento della Lunga Marcia era di sollecitare la ricostruzione del capoluogo abruzzese, prima che “insieme ai muri si sgretolassero anche i rapporti umani, le relazioni, le passeggiate per il corso, tutto ciò che era una città…”.

‹‹La giornata nazionale del camminare si celebra in tutta Italia ed è alla VII edizione; oggi c’erano cinquanta iniziative in tutta Italia. Quest’anno ho scelto di essere qui a Castelsantangelo sul Nera per stare vicino a questo territorio, insieme ad Enrico Sgarella, ideatore delle Lunghe Marce per L’Aquila, ed insieme abbiamo progettato questo bellissimo cammino, con il Movimento Tellurico, che è il progetto del Cammino delle Terre Mutate, da Fabriano a l’Aquila, dove si passa anche per queste terre, si passa a Visso ed uscirà a Marzo una guida importante con la casa Editrice Terre di Mezzo. Ho deciso di essere qui con voi perché, anche attraverso il camminare, possiamo aiutare la rinascita di queste terre ed è molto bello e significativo essere arrivati alle Sorgenti del Nera, perché è l’ispirazione simbolica di una rinascita attraverso questo fiume meraviglioso che scorre in tutta la Valnerina e si riconduce verso l’Italia Centrale, quindi, veramente, grazie all’associazione, grazie a tutti voi che avete partecipato. Continuiamo a camminare perché è l’unico modo per conoscere bene i territori, e perché per prendersene cura è necessario camminare lentamente. Questi luoghi saranno visitati da tutti i camminatori d’Europa e lo faranno rispettando le genti e rispettando chi ci vive, le Comunità locali››.

‹‹Questo cammino nelle Terre Mutate che diventerà un guida con la casa Editrice Terre di Mezzo, è solo un primo passo, poichè noi sappiamo che la ricostruzione sarà lunga e lungo sarà il tempo per lavorare e portare gente a camminare in questi luoghi, perché è l’unico modo per ripopolarli, per farli conoscere, per mantenere accesa l’attenzione su tutte le difficoltà che si incontreranno per la ricostruzione. Quindi contiamo di ripetere già l’anno prossimo la Lunga Marcia nelle Terre Mutate, poichè sarà il decennale del terremoto aquilano, lungo le terre che noi abbiamo soprannominato “la nostra Santiago”. Abbiamo l’ambizione di trasformare questo cammino in qualcosa di più frequentato e di più importante, ricordando sempre che il nostro è il primo cammino solidale d’Europa››.






“Non c’è cammino troppo lungo per chi cammina lentamente, senza sforzarsi: non c’è meta troppo alta per chi vi si prepara con la pazienza” Jean de la Bruyére




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