Littorals

Page 1

osservare i litorali antonio di campli


Estate 1959. Per la rivista “Successo”, Pasolini inizia un viaggio su una Fiat Millecento le coste italiane, da Ventimiglia fino a Trieste. Il risultato è un reportage sull’Italia tra cambiamento e tradizione > litorali come luogo dell’innovazione, dove si coglie la voglia di modernità da parte degli italiani.


il dottor Russell e l’invenzione del mare i litorali come luogo del turismo il litorale come prodotto di una molteplicità di pratiche sociali l’adriatico il progetto dei litorali: o sguardo da terra lo sguardo dal mare finzioni


Eric Hobsbawn quando si inventa una tradizione?


Nel 1750 il medico inglese Richard Russell scrive in trattato in cui descrive la salubritĂ delle acque marine.



Kaspar Friedrich, isola di Stralsund


litorali come luogo del turismo


litorali come campo d’indagine per la comprensione del territorio contemporaneo


litorali come esito di pratiche


Dennis Hardy, Colin Ward, Arcadia for All. The Legacy of a Makeshift Landscape, Mansell, Londra 1984 “Plotlands refers to small pieces of land laid out in regular plots on which a number of self-built settlements were established in the south-east of England from the late 1800s and up to the Second World War. The result of a specific set of circumstances. The agricultural decline of the 1870s, brought on in part by increased imports from British colonies, resulted in farms becoming bankrupt and their land being sold off cheaply in small plots by developers. Farmers in marginal areas that had vulnerable sea-side locations or where the soil was not very fertile, such as the clay soils of Essex, were worst hit. With an increase in holidaying, buying a small plot of land to build a holiday home or set up a small holding became a popular and cheap option for Londoners wanting to escape the cramped conditions of the city�.


Plotlands Marina di Montemarciano


Plotlands Goro


vocabolario pratiche abitative informali / plotlands invenzione delle tradizioni spazio collettivo spazio democratico / spazio oligarchico



Adriatico


anni ’90 l’azione del singolo, ciò che viene pensato e prodotto dal basso, e appaiono spesso segnati da entusiasmi circa la capacità, riconosciuta come propria delle società e dei sistemi produttivi adriatici, di assecondare i mutamenti economici (la figura del surfista), così come le modificazioni ambientali, di produrre innovazione. L’insieme di questi discorsi rimanda ad alcune figure quali assenza di gerarchie, trasformazioni non-lineari, ecologia, crescite incrementali, innovazione che si produce al margine del caos, che hanno descritto il territorio adriatico, e le società che lo abitano, come un grande sistema adattivo, modellato da una moltitudine di soggetti, dove il benessere è ricercato entro una dimensione quasi sempre privata. .


Insoddisfazione delusione

da parte di chi abita questi luoghi, circa le prestazioni e la dimensione del comfort degli spazi dell’abitare nei territori adriatici, in particolare nei contesti di dispersione insediativa. Questa versione costiera della città generica, di latta, losangelena , costruita sulle basi di preferenze e per soddisfazioni individuali, pittoresca, è connotata da un’alternanza tra luoghi immunitari, protetti, spazi connotati da una esasperata sovrapposizione di usi e cure (la casa isolata su lotto, la palazzina, l’arenile, il centro storico), e altri opachi, invisibili, verso i quali si manifesta indifferenza (spazi agricoli che percolano nell’edificato, spazi in attesa, sistemi ambientali), ed è proprio questo spazio scritto come un codice morse, che i suoi stessi abitanti osservano con uno sguardo distaccato, distratto, che oggi risulta insoddisfacente, faticoso, privo di comfort e qualità. Questi fenomeni, parafrasando Reyner Banham, stanno ridefinendo molte delle ecologie della città adriatica: la spiaggia, le colline, i centri storici, il sistema delle reti ambientali e quello infrastrutturale e delle attrezzature ad esso connesse, e contemporaneamente mostrano gli effetti spaziali di quei processi di marginalizzazione dello spazio adriatico rispetto ai territori interni cha hanno avuto inizio già dalla fine degli anni ’90.


Donovan Hill, Brisbanemustburn, the australian myth: Fear of Fire vs the Rapture of Water


secondo alcuni geografi esistono due sguardi con cui tradizionalmente si osservano i litorali: 1 SGUARDO DA TERRA temi dell’indurimento / avanzamento / difesa da questo punto di vista il litorale diviene un elemento lineare: “la linea di costa� >

si osservano le strutture geologiche, le litologie i modi delle conservazione delle forme preesistenti eliminazione o riduzione dei caratteri di mutevolezza e quindi di insicurezza dei litorali


le del Tronto

2 SGUARDO GETTATO DAL MARE temi della frammistione / mescolanza degli ambienti e dei materiali Il litorale come elemento multilineare, un fascio di linee in cui si colgono le singolarità, i punti favorevoli all’approdo, i nessi tra le situazioni, i nodi. >

si osservano i processi che danno luogo alle modellazioni del litorale l’individuazione delle emergenze, delle differenti qualità materiali La linea è stata il materiale principale, l’immagine-guida con la quale nella modernità si sono costruite le coste.

la linea, come una fune, è un nodo sciolto, in essa si manifesta il principio di un scioglimento, di una volontà di ordine e separatezza. il nodo, è costituito da un intreccio, di ambienti di materiali. “il mare è percorso da chi sa fare nodi”


Anuradha Mathur, Dilip da Cunha, Mississippi Floods


foce del tronto

/ sentina



“Nel lavoro originario del cordaio, molti piccoli fili sono messi insieme e vigorosamente intrecciati. La treccia riduce i filamenti di partenza e fornisce una nuova e ritorta linea (più corta e resistente). Ma ogni azione a cui la corda è sottoposta la trascina allo sfilamento e allo sfibramento. “ Manlio Brusatin, Storia delle linee, Einaudi, Torino, 2001


idea “classica” della costa vs un’idea “gotica” o pittoresca


lo sguardo da terra

odessa. coste del mar nero 8


difesa

hard / soft / non convenzionali 10


scogliera aderente elevata energia perdita di spiaggia approfondimento dei fondali

scogliera parallela riduzione energia sedimentazione nel tratto sopraflutto erosione nei tratti sottoflutto turbolenza al piede della scogliera

piattaforma-isola formazione di tomboli emergenti scarso flusso sedimentario forma circolare>riduzione della turbolenza

pennello modificazione dell’unità fisiografica > pocket beach > vortici stazionari >perdita forte espansione parte sopraflutto erosione nella parte sottoflutto

pennello a T

T > riduzione dei vortici stazionari nella cella

difese hard / pianta

deficit sedimentario 11


scogliera aderente

materiale di risulta da demolizioni

scogliera parallella emersa

macerie . foce del guadalquivir

scogliera parallella soffolta difese hard / sezione 12


difesa aderente a gradoni e pennelli di legno

difesa aderente costituita da un rivestimento con elementi sporgenti per ridurre la velicitĂ di backwash

difesa aderente in pali di legno infissi al piede della duna 13


seawall

pennelli permeabili

pennelli permeabili a zig-zag 14


tradizione italiana di difesa costiera. la natura naturata > logica delle scogliere

mancanza di grandi estuari sabbiosi

>

assenza mercato delle sabbie porti aggettanti verso il mare

+ ricchezza di cave in montagna

formazione di tecnici esperti in costruzioni portuali > > affermazione della logica ortopedica 15


sistemi di difesa e costruzione del paesaggio

west 8. difese dello schelda 16


17


18


19


superfici / grane 21


barcellona. el maresme 1 milione di m3 di sabbia

copacabana ripascimento anni ‘60

difese soft / ripascimenti 22


sabbiodotto 100m3 di sedimenti / metro lineare di spiaggia percentuale di argilla e limo ammissibile in adriatico: max 30% spiagge di colore diverso > non accettazione sociale in italia negli ultimi 10 anni sono stati prelevati 20 mil m3 di sabbia

difese soft / ripascimenti 23


livello medio del mare

linea di riva iniziale

linea di riva con materiali fini

linea di riva con materiali grossolani

variazioni del profilo della spiaggia a seguito del ripascimento artificiale con sedimenti di diversa granulometria 24


difese non convenzionali / sistema dry beach

alassio. schema di drenaggio della spiaggia 25


ammophila australis

difese dunali / scacchiera

consorzio venezia nuova. spiaggia del cavallino. 1995 26


salix alba

difese dunali / sequenze 27


indurimento / allineamento

il progetto del lungomare 28


il lungomare come elemento ordinatore dei materiali

giulianova 29


spiaggia verde. barbecue pakistani / iraniani

il lungomare come elemento ordinatore delle pratiche

arenile. strandkorb tedeschi / danesi

travemunde 30


francia. promenade

inghilterra. pier

germania. kurhaus 31



Le vacances de Monsieur Hulot Francia 1953 b/n Regia Jacques Tati

Michèle Rolla Nathalie Pascaud Louis Perrault Jacques Tati Genere Comico Durata 96’ Disdegnando la folla, che si pigia nei treni, il sig. Hulot parte per le vacanze in Bretagna a bordo della sua vecchia auto. Insensibile ai commenti ironici che provoca il suo passaggio giunge ad un modesto alberghetto sul mare. Si tratta della classica pensione familiare, i cui clienti s’incontrano ogni giorno alle stesse ore. C’è la bionda fanciulla che fa strage di cuori maschili, l’uomo d’affari che non riesce a staccarsi dal telefono, il comandante coi suoi atteggiamenti marziali, i bimbi coi loro giochi. In mezzo a questa gente pacifica, il signor Hulot, con le brillanti iniziative, porta lo scompiglio.

Nel film Jacques Tati non è il protagonista ma una comparsa molto presente che riesce a visualizzare, dalla sua posizione laterale, i tempi morti della vacanza, un vero e proprio universo atemporale immobile e apparentemente privo di scopo. Il film manca una struttura narrativa lineare, l’effetto comico nasce dall’osservazione dei tic, delle nevrosi, dell’assurdo che improvvisamente affiora dalla ripetitività di certi gesti. Una “versione inattesa di un dato banale” in cui l’attore scompiglia i “comportamenti allineati”, dei primi riti collettivi della vacanza negli l’Hotel de la Plage. 32


Rafael Otero lungomare San Lucar de Barrameda

il progetto in sezione 33








il seawall come tema di progetto

35


un parziale fallimento 36


rimini. concorso “ai confini del mare�.

progetto vincitore area lungomare 37


ricostituzione del rapporto visivo cittĂ - mare

stabilimenti balneari.

accorpamento / densificazione / rimodellazione 38


“galassie di ombrelloni� 39


ESTATE

palestra esterna locali bagnino cabine - servizi bar - ristorante cucina

INVERNO

servizi igienici deposito palestra attivitĂ commerciali .......?

lungomare come un monolite

onde increspate 40


RE FA Z

IO N

E

TERRAIN VAGUE RA

azioni: concentrazione / accorpamento volumi rinaturalizzazione consolidamento dei vuoti

ISPESSIMENTO DELL’ARENILE

FERROVIA PARKWAY

CONCENTRAZIONE STRUTTURE BALNEARI

tratto di lungomare in ambito periferico PRESIDI DI NATURALITÀ

PAESAGGIO AGRICOLO

rimini. concorso “ai confini del mare”.

progetto segnalato area lungomare 41


MARE

SUOLO MARGINE

DISTESA DI SABBIA

SPESSORE

MAREA

PENETRANTE CITTÀ

COMPENETRAZIONE CITTÀ-MARE

/ CONSOLIDAMENTO DEI VUOTI / DECLASSAMENTO DEL LUNGOMARE / RINATURALIZZAZIONE DI PARTI DI ARENILE

immagine dell’oscillazione di marea 42


ALBERGHI

LUNGOMARE ATTREZZATO

DOPPIO SUOLO

FASCIA DI RINATURALIZZAZIONE

BOSCO PENETRANTI CITTÀ-MARE QUOTA

0,00 ATTREZZATURE

DOPPIO SUOLO RIORGANIZZAZIONE STRUTTURE COMPLESSE

QUOTA

+3,00 DOPPIO SUOLO PARCO LINEARE ATTREZZATO

43


rimini. concorso “ai confini del mare�.

progetto vincitore area delle colonie 45


STRATEGIE DEL PROGETTO

PAUSA LE COLONIE COME EPISODI DALL’ALTO VALORE PAESAGGISTICO, DIVENTANO OCCASIONE DI INTERRUZIONE E DECONGESTIONE DEL CONTINUUM DI ATTREZZATURE BALNEARI

MAGNETE IL NUOVO PAESAGGIO CONCENTRA LE ATTIVITÀ PRIVATE SECONDO UN’UNICA DIRETTRICE, MAGNETE DI PROGRAMMI, RISCOPRENDO E VALORIZZANDO LA DIMENSIONE PUBBLICA DEL SUOLO

PLUG_IN

ATTIVITÀ BALNEARI DISPOSTE INFORMA LINEARE; UN’OSSATURA CAPACE DI ACCOGLIERE DIVERSI PROGRAMMI,USI E CONFIGURAZIONI

STAGIONALITÀ IN INVERNO L’ASSENZA DI ATTIVITÀ CREA UN CORRIDOIO INTERNO CHE CONNETTE MARE E CITTÀ

46


ATTRATTORE DI PROGRAMMA

47


Secondo il sociologo José Manuel Iribas il progetto di ridefinizione dell’interfaccia città-mare dev’essere basato sul binomio spiaggia-densità urbana, tramite il rafforzamento di una rete infrastrutturale efficiente in grado di mettere in relazione aree puntuali ad alta concentrazione urbana, “le sinapsi”. obiettivo è la costruzione di una nuova ”intelligenza di costa”.

secondo Iribas, una spiaggia urbana si definisce attraverso 3 parametri: LIVELLO DI INTEGRAZIONE CON UNA CONCENTRAZIONE URBANA LA SUPERFICIE MINIMA DEVE POTER ESSERE ISCRITTA IN UN RETTANGOLO DI LA PENDENZA MASSIMA NON DEVE SUPERARE IL

500M X 30M

10%

49


avanzamento / litorali come luogo di sperimentazione dell’architettura radicale

seaside bubbles, archigram 50


tel aviv 51


andrea branzi, the island’s diaspora 52


sezione delle zattere 53


metrogramma. concorso per il piano spiaggia di pescara 54


ortner&ortner, cittĂ del mare, estensione di tel aviv 56


57


visibile dalla luna, l’arcipelago-palma si addentra di 5,5 km nel golfo persico incrementando di 120 km l’estensione litoranea dell’emirato. 2,400 appartamenti 82 alberghi 7 milioni di metri cubi di roccia 80 milioni di metri cubi di sabbia 17 foglie 4 km di tronco 12 km di barriere protettive

leisure. nuovo arcipelago di fronte alla costa di dubai

vista dal satellite 59


kiyonori kukitake, marine city,

1958


ocean city tower-shaped city marine city ocean city unabara concepts of artificial land and the distinction between major structure and minor structure the major structure of the tower city was a concrete cylinder of 300 meters tall that wolud house the infrastructure of the entire city, including transportation infrastructure, utility pipelines, public services. the concrete cylinder worked as a vertical artificial alnd upon which up to 1250 dwellings units could be attached, creating a community for 5000 people. The module were replacable units, scheduled to undergo self-renewal every 50 years.




As preface at his project for a prototype of marine city in 1958, Kikutake wrote: “This proposal for marine cities is the first of its kind in the world. It was the Soviet success in shooting their Sputnik rocket into space [1957], which led to the publication of this memorable proposal. (‌) Continental civilization has been continuously troubled with strives over territory. Going into the latter half of the twentieth century, however, we can establish cities able to move to wherever necessary by producing as much artificial land as is needed. We should made these floating marine cities such that bring the peaceful oceanic civilization to mankindâ€?.

kiyonori kikutake



“…The marine city is a proposal to build the world of tomorrow. (…) (It) is not simply an attempt to expand the land. It is also clearly not an idea to escape from the land. As for escape, the planning is too great, and as expanding the land, the concentration of composite technical and economic power is too great. The sea will likely continue to reject unplanned and disorderly projects. It is reclamation which desecrates this love of cleanliness of the sea. That the condition for the establishment of a superior society cannot be brought about by reclamation is clear from the relation between man and land. It may be said that technology will lose its meaning unless man’s power is concentrated deliberately and coordinately. Techniques for colossal construction cannot bear to be used and must not be allowed to be used for destructive confusion in the name of construction.”


In other words it is a project that required carefully advanced planning and design and a higher spirit to live in, so that it was thought as an urban model which rejected the confusion of the existing land cities and aimed to promoting a new sense of order and urban control, as well as the improvement of society and engineering technologies. Furthermore marine city was conceived as a temporary device: “Marine cities will be extinguished without any hesitation when they become unnecessary or cease to satisfy the needs of society. (…) The “marine city” is not necessarily anchored at any fixed place. It may be shifted to any desirable location necessary. The marine city is a mobile city.”


le1250 unità abitative prefabbricate, cilindriche costruite in acciaio, sarebbero state disponibili in sette tipologie per famiglie da 2 a 8 persone, con 72 metri di circonferenza. Tutti gli impianti igienici e di cucina sarebbero stati di plastica, fusa in un solo pezzo. L’innesto, partendo dal basso verso l’alto secondo l’effettivo numero di residenti, sarebbe avvenuto tramite magneti. Un modulo danneggiato o divenuto inadatto sarebbe stato staccato e rimpiazzato. Allo stesso modo, sarebbero state semoventi anche le torri. In complesso la città, chiamata in giapponese “Unabara”, avrebbe contato mezzo milione di abitanti, e si sarebbe composta di due anelli concentrici, quello interno per le abitazioni e quello esterno per le fabbriche.




effetti ambientali dello sguardo terrestre: IRROBUSTIMENTO DEI GRADINI AMBIENTALI OMOGENEIZZAZIONE SPAZIALE SELEZIONE E SEPARAZIONE

61


lo sguardo dal mare

govert vetten 2004. coming home 62


osservare il litorale dal mare significa osservare i modi in cui ASSECONDARE I FENOMENI di modellazione dei litorali, ricercare STRATEGIE DI INTERAZIONE FAVOREVOLI tra gli ambienti

temi FRAMMISTIONE MESCOLANZA DEGLI AMBIENTI E DEI MATERIALI EQUILIBRIO ECOSISTEMICO DECANTAZIONE 63


la rilevanza dello sguardo dal mare 64


cavalcare / assecondare i fenomeni

scenari 65


“making the sea central� scenari per le coste del mare del nord

the free west un arcipelago mobile come sistema di difesa che sfrutta le correnti di accumulo delle sabbie 66


holland at ist longest allargare i canali allagare spazi precedentemente bonificati e usarli come bacini per il contenimento delle alluvioni

saltland, saltsand sfruttare il potenziale agricolo e di pesca delle zone salmastre

the mobile sea abitazioni mobili

deltificazione 67


recife 68


equilibrio ecosistemico 69


ampliare le aree golenali, mettere insieme sicurezza idraulica ed espansione residenziale le nuove residenze si collocano tra il ramo secco dell’ijssel e un ‘altura che invece ospita i servizi. un ponte unisce il nuovo insediamento alla città.

greg lynn&west 8. progetto per 1500 abitazioni nelle piane alluvionali dell’ijssel. deventer 72


le alluvioni vengono assorbite da un doppio sistema di spugne poste a ridosso di un sistema di dighe a “gomito”nelle aree golenali del fiume waal. la spugna è composta da un polimero cellulare assorbente che assorbe le acque delle alluvioni generando un nuovo paesaggio drammatico gonfiandosi fino ad un’altezza di 20m. La spugna re-immagina radicalmente la città olandese tradizionale proponendo una struttura ibrida che contiene l’acqua e genera spazi per l’urbanizzazione. Capace di tenere 100 volte il relativo proprio peso in acqua, la spugna strutturale è realizzata aggiungendo un agente indurente che genera superfici rigide praticabili. la spugna molle è un sistema oscillante delle colline ondeggianti che si alzano e si abbassano secondo le inondazioni stagionali.

niall kirkwood, harvard school of design, spongecity 73


foce del murray. luogo di interfaccia fiume-mare sottoposto ad usi urbani dai cittadini di adelaide. il progetto prevede un giardino tidale, cioè mobile come le oscillazioni di marea e di portata fluviale, come materiale principale per la riqualificazione di questo paesaggio oscillante.

richard black, giardino tidale 74


linea oscillante

walkabout. lani fender 76



decantazione 77


il delta del biesbosch è soggetto ad un fenomeno di inversione. le aree coltivate e difese da argini stanno affondano mentre i letti sabbiosi dei corsi d’acqua sono rimasti allo stesso livello, il risultato è un paesaggio in negativo con i solchi dei canali come rilievi. il progetto prevede di esasperare questo fenomeno scavando materiale per consolidare la rete dei letti fluviali. su questi crinali si prevede di realizzare segmenti di città, le parti allagabili raccolgono acqua per i periodi di siccità.

michel desvigne. biesbosch town 78


una rete di bacini come fondamento per una nuova immagine dell’area urbana dell’olanda occidentale, la delta metropole image building è un piano per 38 bacini di riserva idrica. ogni bacino è ampio 1 km2 e insieme hanno una capacità di assrobimento pari a 270 km2 di aree agricole. nei periodi asciutti si prestano a funzionare come parchi, campeggi, parcheggi. ogni bacino è suddiviso in 11 compartimenti che si riempiono in fasi successive. quando il livello di riempimento è massimo rimangono all’asciutto solo tre edifici: un motel, un casinò ed un centro conferenze.

mage building jarrik ouburg, serge schoemaker 79



fasi del riempimento

sezione 80


frammistione 81


una pianura costiera coperta di serre come sito per collocare nuove residenze turistiche. agricoltura e turismo sono due attività che seguono ritmi opposti: in inverno il maggior profitto si ricava dalla serra, in estate l’attività più redditizia è l’affitto. il progetto propone una strategi adi massimizzazione dei profitti intrecciando le due attività. il risultato è un paesaggio attraente e mutevole, serre come supermarket di prodotti orticoli, ristoranti, club nautici.

la strategia di fusione è basata sulla rimozione di alcune serre e permettere al mare di allagare le superfici liberate. il risultato è un’area umida salmastra tra le serre, nuovi spazi che si combinano, secondo diverse modalità aggragative, con le residenze turistiche. per non perdere terreno coltivabili le suoperfici delle serre allagate vengono recuperate su piattaforme artificiali poste in mare. le foci dei torrenti asciutti sono il punto d’accesso alle nuove lague. una piccola venezia tra le plastiche.

1974

2004

“un mondo di pomodori”, il miracolo di almeria

juan domingo carlos, residenze tra le serre. spiaggia di calahonda, almeria, 2004 82







SERRE RESIDENZE ESISTENTI

VIVAIO DI PESCI

CALAHONDA

NUOVE SERRE IN MARE

RESIDENZE TURISTICHE TEMPORANEE

CASTELLO FUERTE DE CARCHUNA

CASTELLO FUERTE DE CARCHUNA CAMPEGGIO

AREE ALLAGATE RESIDENZE TURISTICHE TEMPORANEE

NUOVE SERRE IN MARE RESIDENZE RESIDENZE TURISTICHE TEMPORANEE

RAMBLA REJON

ZONE VERDI SERRE ATTREZZATURE RESIDENZE TURISTICHE CALAHONDA

ATTREZZATURE SPAZI VERDI AREE ALLAGATE

83


FASE

2

RAMBLA REJテ誰 FASE

4

SERRE RESIDENZE TURISTICHE ATTREZZATURE

CARCHUNA

SPAZI VERDI NUOVE LAGUNE

CALAHONDA

RESIDENZE ESISTENTI

CAMPING STRADA

LA CHUCHA FASE VIVAIO

3

FASE

5

NUOVE ISOLE FASE

1

84


SERRE + RESIDENZE

RESIDENZE TURISTICHE

SERRE

SUP TOT 3,564,736 MQ

SUP TOT 3,564,736 MQ

SUP TOT RESIDENZE 681,044 MQ

SUP TOT SERRE 2,883,692 MQ

SUP TOT NUOVE RESIDENZE 222847 MQ SUP

OCCUPAZIONE 19%

OCCUPAZIONE 81%

TOT RESIDENZE 903,691 MQ

SUP TOT 3,564,736 MQ

86


nuove isole 87


nuove lagune 88


MODI DI DISPORRE LE RESIDENZE PER LAVORATORI DELLE SERRE

T1

T1

T2

E

MODI DI DISPORRE LE RESIDENZE PER TURISTI

T1

T1

T2

T1

T2

T1

T1

T1

T1

T2

T1

T2

T1

T1

T1

T1

T3

T2

T2

T3

T2

T1

E

T1

T1

E

T1

E

E

T3

T1

T1 E

E

T1

T2 E

INVERNO

E

E

T2 E

T1

T2

T1

E

ESTATE

T1 RESIDENZA 45 / 50 MQ (1 PERSONA) T2 RESIDENZA 80 / 90 MQ (2 PERSONE) T3 RESIDENZA 90 / 100 MQ (3 PERSONE) E SPAZIO LIBERO

le residenze sull’acqua poggiano su piattaforme sorrette da pilotis secondo il modello delle macchine da pesca locali. le residenze sono disposte lungo strisce larghe 4 m e poste a 3 m da terra con doppio affaccio verso il mare e la montagna. la disposizione delle residenze varia a seconda della relazione cercata con l’acqua e con le serre, ed espandibile a seconda delle esigenze. le serre retrostanti e le fasce di abitazioni possone essere riconvertite in giardini o magazzini. in inverno le residenze possono essere utilizzate per i lavoratori delle serre.

residenze temporanee 89


8

PARTE DI SERRA USATA COME RESIDENZA

8

SERRA SCOPERTA CHE FUNZIONA DA GIARDINO

8 PIATTAFORMA PER L’ALLOGGIAMENTO TEMPORANEO TURISTI

/ LAVORATORI

NUOVA LAGUNA

1 ACCOSTAMENTO RESIDENZA-LAGUNA

2 ACCOSTAMENTO GIARDINO-LAGUNA

LAGUNE

RESIDENZE

3 ACCOSTAMENTO SERRA-LAGUNA

TOPOGRAFIA

4 ACCOSTAMENTO GIARDINO-LAGUNA

variazioni rapporto residenza-laguna 90


91


92


innalzamento marino / uso privatistico della costa / dispiegarsi dell’economia della conoscenza: 3 condizioni per ripensare la costa belga l’ingressione marina genera un’area di transizione luogo di continue negoziazioni attorno alle vecchie linee di confine le città costiere, come capsule nel paesaggio, mantengono e rinforzano la loro identità il nuovo contesto come campo d’azione delle logiche della iper-economia. nelle aree allagate le economie tradizionali legate alla terra o ai servizi vengono rimpiazzate: un campo energetico galleggiante, un azienda di software, un hotel, la griglia della ipereconomia come concetto più che un materiale

FLCextended M.U.D.

uno scenario per la costa belga 93


MUD sta per fango ma anche per multi-user-dimension. quando il territorio, e la proprietà , sono soggetti alle dinamiche del mare le diverse parti coinvolte negoziano costantemente attorno ai diversi punti di conflitto. ci sono capsule, bastioni atmosferici di controllo e autodifesa, e ci sono la parti allagate dove le possibilità appaiono e scompaiono e dove il controllo è sempre relativo.

FLOOD / CAPSULAR SOCIETY / HYPER ECONOMY: three global trends as the basis for a local scenario 94



sinapsi 95


Herzog and De Meuron, Purification Basins, Barcelona 1992

The project concerns the construction of a new interface between the city and the sea through a system of wastewater purification basins on the site of a disused railway line at the end of the Diagonal street. The basins are designed according to sinusoidal paths that follow the old dune alignments; an elevated path allows the observation of the different types of vegetation in the water.



In addition to this there is a series of small urban parks created inside the CerdĂ grid irrigated by a underground network of channels with purified water. These gardens are lowered to 2 m below the level of street according to Islamic tradition.



progetto di espansione di un sistema dunale che integra diversi usi e funzioni. i venti costier che modificano costantemente le dune vengono incanalati e generano energia che può essere usata per desalinizzare l’acqua del mare; è possibile anche avvantaggiarsi dei processi di depurazione delle acque nelle pieghe interdunali. il progetto, pensato per il sito di Brautnon Burrows, il piĂš grande sisema dunale inglese, combina un complesso sistema di energia eolica, un sistema di drenaggio per la vegetazione che stabilizza le dune, un sistema di percorsi pedonali, accessi carrabili e parcheggi con l’obiettivo di strutturare un sistema a rete di dune.

ilaria di carlo. netted dunes

Brautnon Burrows 98


99


MODULO

PENDENZE

PENDENZA MASSIMA

220M X 220M

CIMA DELLA DUNA PENDENZA MASSIMA CIMA DELLA DUNA

COESIONE

/ ADERENZA

RETE

DUNE SPOGLIE SPIAGGE MARE, AREE UMIDE DUNE CON VEGETAZIONE

100


effetti ambientali dello sguardo dal mare: ASSECONDAMENTO DEI FENOMENI RICERCA DI NUOVI MODELLI DI RELAZIONE CITTÀ-MARE DECANTAZIONE DEL TERRITORIO

103



Un’identità costiera che ha “struttura di finzione” Vale, in particolare per il paesaggio costiero dell’adriatico occidentale, la descrizione dei caratteri dello scrivano Bartleby di Melville fatta da Gilles Deleuze, cioè quella di un «uomo senza referenze, senza possessi, senza proprietà, senza qualità, senza particolarità: è troppo liscio perché una qualsiasi proprietà possa farvi presa». Questa analogia è, ovviamente, per molti versi una forzatura, il paesaggio costiero di questa parte dell’Adriatico presenta diffusamente contesti di alto valore; tuttavia nella percezione dei suoi abitanti, fissi e stagionali, insiders o outsiders, questi valori non riescono a porsi, come in altri ambiti mediterranei, quali elementi strutturanti l’identità del litorale, e della costruzione delle sue immagini. Tali narrazioni identitarie slegate dal contesto sono esito di quella minorità marina dell’Adriatico, che delinea una identità costiera adriatica mutevole, che necessita di essere continuamente reinventata, che assume cioè “struttura di finzione”. Con questo concetto si intende restituire una particolare condizione, quella in cui il dato reale di un contesto, di un ambiente, non riesce ad essere assunto come strumento di verifica di una narrazione identitaria. Questa estraneità alla realtà esprime una discontinuità fra verità e realtà, si tratta di una verità che non ha il suo contrario, dato che si istituisce per il solo fatto che ciò parla; a questa verità, di cui non si può dire il contrario, Jacques Lacan attribuisce la struttura di finzione. Questa finzione mostra l’efficienza della sua funzione attraverso il modo in cui essa struttura l’espe-

Portorecanati. Nuove edificazioni a ridosso della ferrovia.

rienza, la comprensione e quindi il modo di costruire questi territori; si tratta di un processo che richiama il paradosso di Lacan: «“les non-dupent errent”: quelli che non si lasciano catturare dall’inganno/finzione del simbolico e continuano a credere ai loro occhi sono quelli che sbagliano di più».


È l’Adriatico romagnolo dei parchi a tema, del tropico simulato abruzzese e marchigiano, dell’arenile come grande superficie attrezzata indifferente all’acqua delle spiagge venete, della definizione nel tempo cioè di nuovi strumenti e dispositivi, di nuovi accoppiamenti, di nuove narrazioni.

La finzione, esito della minorità marina di questa riva dell’Adriatico, potrebbe essere definita come esito di un processo, quello di una sottrazione, quella del mare, dei caratteri ambientali e paesaggistici delle sue rive, un continuo processo di reinvenzione, a seconda dei tempi veloce o lento, che ruota attorno ad un’assenza. Si tratta, ad esempio, del fenomeno studiato da Mirko Zardini nella sua indagine sulla riviera romagnola, che ha visto il litorale ruotare di volta in volta attorno ai sistemi di colonie marine, alle spiagge attrezzate, ai parchi a tema. Questa finzione che nasce da un processo di rimozione ha due esiti: l’importazione e la simulazione di paesaggi e situazioni altre, processo questo che sembra riguardare buona parte del litorale adriatico occidentale; contemporaneamente esso dà luogo, localmente, alla definizione di paesaggi al quadrato, paesaggi cioè pensati e costruiti con immagini di paesaggi, paesaggi di carta, secondo un’operazione di elevazione a maggiore di identità e condizioni locali che, con l’intento di celebrare alcune identità e valori presenti in un dato contesto, le rende, come nel primo caso, false; questo secondo fenomeno sembra riguardare maggiormente l’adriatico orientale.


Questo processo non è recente, agli inizi dell’ottocento il drammaturgo e critico viennese, Hermann Bahr, passando per Trieste nel suo viaggio in Dalmazia, diceva di trovarla “strana”, il paesaggio gli appariva «meraviglioso, più bello che a Napoli», ma Trieste, nonostante gli interventi teresiani che l’hanno rivestita di un’apparente solidità neoclassica, aggiungeva Bahr, «non è una città. Si ha l’impressione di non essere in alcun posto. Ho provato la sensazione di essere sospeso nell’irrealtà».


geografie artificiali allineamenti / dispiegamenti intrecci / nodi / sinapsi spiaggia - cittĂ performance

107



Antonio di Campli, Adriatico. La città dopo la crisi, List-Actar, Barcelona, 2010 AA.VV., “Adriatico”, Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali, n. 45, 2002. AA.VV., Adriatico, politiche, territori, culture, n.1, 2001. AA.VV., Adriatico, politiche, territori, culture, n.3, 2003. AA.VV., “I balcani non sono lontani”, Limes, rivista italiana di geopolitica, n. 4, 2005. AA.VV., “Il nostro oriente”, Limes, rivista italiana di geopolitica, n. 6, 2003. AA.VV., “La città adriatica”, PPC n. 15/95. AA.VV., Platforma 9.81, Zagabria, 2004. AA.VV., Portolano Adriatico, Rivista di storia e cultura balcanica, n. 1, 2004. AA.VV., Portolano Adriatico, Rivista di storia e cultura balcanica, n. 2, 2005. Anselmi S., Adriatico. Studi di storia secoli XIV-XIX, Clua, Ancona 1991 Anselmi S., Storie di Adriatico, Il Mulino, Bologna 1996. Anselmi S., Ultime storie di Adriatico, Il Mulino, Bologna 1997. Anselmi S., Mercanti, corsari, disperati e streghe, Il Mulino, Bologna 2000. Ballestra S., “Lungo l’Adriatica”, in Ciorra P., a cura di, “A14 - La città adriatica”, Le Cento Città, cit., pp. 38-39. Barbieri P., a cura di, OP_Adriatico 1. Opere pubbliche e città adriatica, List-Actar, Barcellona 2008. Boesch Gasano S., Berardi M. R., Civiltà medioevale negli Abruzzi, II voll., Edizione Libreria Colacchi, L’Aquila 1990. Bonomi A., Il distretto del piacere, Bollati Boringhieri, Torino 1998. Bonomi A., La comunità maledetta, viaggio nella coscienza di luogo, Einaudi, Torino 2002. Braudel F., Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, Einaudi, Torino 2002. Braudel F., Il Mediterraneo. Lo spazio la storia gli uomini le tradizioni, Bompiani, Milano 2003. Cabanes P., Histoire de l’Adriatique, Seuil, Parigi 2001. Carpenzano O., a cura di, Ore marine: forma e regolamenti della costa adriatica, Sala, Pescara 1996. Cattaruzza M., Socialismo adriatico: la socialdemocrazia di lingua italiana nei territori costieri della monarchia asburgica: 1888-1915, Manduria 1998. Ciorra P., a cura di, “A14 - La città adriatica”, Le Cento Città, n. 21, Progetti Editoriali srl, Ancona 2002. Ciorra P., D’Annuntiis M., a cura di, La Città perfetta. Struttura e funzionamento della metropoli lineare del medio adriatico, Quodlibet, Macerata 2009. Cocco E., Minardi E., a cura di, Immaginare l’Adriatico. Contributi alla riscoperta sociale di uno spazio di frontiera,


Angeli, Milano 2007. Fabbri P., L’attrazione della costa, cause ed effetti. Il caso del Medio Adriatico, Pàtron, Bologna 1997. Fabietti W., a cura di, Strutture insediative nella regione medio adriatica, Palombi, Roma 1996. Farinelli F., “I caratteri originari del paesaggio abruzzese”, in Costantini M., Felice C., a cura di, L’Abruzzo, collana Storia d’Italia, Le regioni dall’Unità ad oggi, Einaudi, Torino 2000. Farinelli F., I caratteri originali del paesaggio pescarese, The Original Characters of the Pescara Landscape, Menabò, Ortona 2004. Fiorentini F., a cura di, Il corridoio adriatico: dibattito su senso e scopi di una ricerca, Argos, Roma 1991. Fiori F., Un mare. Orizzonte adriatico, Diabasis, Reggio Emilia 2005. Gulinello F., Nucelli E., Rössl S., La verde costa adriatica. Studi per il parco del Delta del Po, Alinea, Firenze 2004. Libero Comune di Zara in esilio, a cura di, Storia, cultura e attualità dell’Adriatico orientale, Atti del convegno di Pescara 22 gennaio - 26 febbraio 1999, Ballerini, Pescara 1999. Magris C., “Per una filologia del mare”, in Matvejevic’ P., Mediterraneo. Un nuovo breviario, cit., pp. 7-12 Marzo Magno A., Il leone di Lissa. Viaggio in Dalmazia, Il Saggiatore, Milano 2003. Matvejevic P., Golfo di Venezia, Motta, Milano1995. Matvejevic’ P., Mediterraneo. Un nuovo breviario, Garzanti, Milano 1991. Morandi M., a cura di, Una trasformazione inconsapevole: progetti per l’Abruzzo adriatico (1922-1945), Gangemi, Roma 1992. Nigro R., Adriatico, Giunti, Firenze 1998. Pavia R., Città e territori del Medio Adriatico, colloquio internazionale di studio Italia – Jugoslavia, Angeli, Milano 1990. Pavia R., Adriatico regione d’Europa, paper, 2006. Soriani S., a cura di, L’articolazione territoriale dello spazio costiero. Il caso dell’Alto Adriatico, Cafoscarina, Venezia 2003. Staffa A., L’Abruzzo costiero, Carabba, Lanciano 2002. Tenenti A., “Il cinquecento come snodo dei destini adriatici”, in Paci G., Sconocchia S., a cura di, Homo Adriaticus, identità culturale e autocoscienza attraverso i secoli, Diabasis, Reggio Emilia 1998. Trinchese S., Caccamo F., a cura di, Adriatico contemporaneo. Rotte e percezioni del mare comune tra Ottocento e Novecento, Angeli, Milano 2008. Violich F., The Bridge to Dalmatia, A Search for the Meaning of Place, The Johns Hopkins University Press, Baltimore, Maryland 1998. Zardini M., a cura di, NOMARE. Nascita e sviluppo della metropoliriviera, Composotori, Bologna 2006.


riferimenti bibliografici:

The flood, De zondvloed, catalogo della II Biennale di Architettura di Rotterdam, Rotterdam, 2005 Martyn Hook, Richard Black, 32000 Beaches, RMIT, Melbourne, 2005 Topos 48/2004, Coastlines and harbours, Callway, Monaco, 2004 MVRDV, Costa Iberica, Actar, Barcellona, 2001 (in particolare l’articolo di José Manuel Iribas, Touristic Urbanism). El Croquis 119, work systems / sistemas de trabajo, ed El Croquis, Madrid, 2004 Michel Maffesoli, L’orientalizzazione del mondo Manlio Brusatin, Storia delle linee, Einaudi, Torino, 2002 108


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.