"Diciamo" - Il Quindicinale Indipendente

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Quindicinale Indipendente

Anno III n. 75

PANETTERIA FRANGILLO MARCELLO

12 SETTEMBRE 2009

di FRANGILLO NADIA

PANE E PRODOTTI TIPICI SALENTINI SANTA CESAREA TERME via Roma c/o Mercato Coperto

LA TV SALUTA PER SEMPRE IL SUO PAPA’

POLITICA E SOCIETA’

In questo numero

Assassinio mediatico

SALENTO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL INTERVISTA A SILVANO AGOSTI

di Annibale Elia

di Lucio Vergari

All'età di 85 anni, mentre era in vacanza a Montecarlo, si è spento Mike Bongiorno: il Sig. “Allegria” è stato stroncato da un infarto all'Hotel Metropole. Muore il padre della televisione italiana, perché il piccolo schermo è nato con lui, con la prima trasmissione di cui ne è stato il presentatore, in quel famoso 3 gennaio del 1954, “Arrivi e partenze”.Continua a pag.

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Dino Boffo si prietà della famiè dimesso. Il glia Berlusconi. I direttore del nostri lettori nella giornale catgrandissima magt o l i c o gioranza non L’Avvenire, leggono altri giorgiornale dei nali, pertanto Vescovi, non formano i loro Dino Boffo ha retto al convincimenti fango che proditoriamente sulla base delle notizie che è stato lanciato su di lui da i media televisivi danno. parte de Il Giornale di proContinua a pag.

La ripresa della pubblicazione del nostro giornale alla fine di ogni estate comporta immancabilmente una valutazione oggettiva dei problemi della nostra economia e delle capacità naturali del nostro territorio di sopperire alla occupazione soprattutto giovanile. Sono considerazioni che si fanno spontaneamente soprattutto nei momenti di maggiore bisogno di manovalanza ma anche di figure professionali qualificate nel settore turistico la cui soluzione dista da noi ancora anni luce. Di tale necessità si avvede soprattutto l’operatore del settore, costretto se più ad accaparrarsi le poche figure professionali esistenti sul territorio ed impegnandole in periodi vuoti per averle disponibili in quelli pieni. Continua a pag.

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a pag. 6 LA GALLINA CONTINUA A NON FARE UOVA

a pag. 7 ANTONIO DE MARINI, UN MODO NUOVO DI FAR POLITICA

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TERESA SARTI, VOCE DELL’UMANITA’ a pag.

di Rita De Iaco

LA NOSTRA SANITA’

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di Roberto Molentino

INCIPIT...

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METTERSI IN PROPRIO SFRUTTANDO LA CRISI

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IL FIGLIO AMERICANO DI AL BANO

MESCIU MARIU SCARASCIA RACCONTA LA STORIA DELLA SUA FAMIGLIA

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di Laura Longo Incontriamo Yari, figlio della celebre coppia PowerCarrisi al Salento Film Festival. Fotografo, compositore e sceneggiatore si presenta a Tricase con il corto “Upaya”, film che inaugura la prima giornata di questa manifestazione. In questo cortometraggio sono affrontati temi spirituali. Qual è il messaggio che si vuole trasmettere? «“Upaya” significa letteralmente “mezzo” e il mio intento è promuovere il viaggio esteriore e interiore con tutte le sue sfumature, bellezze e sofferenze che può procurare questo tipo di esperienza». Continua a pag.

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VENITE A VISITARCI SU

LE RICETTE DI FRANCY CROCCHETTE DI MELANZANE

a pag. 10 D E BU TTO A RETI BIANCHE, MA IL CASARANO C’E’

a pag. 11 IL TRICASE STECCA LA PRIMA

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Nuova Trigel S.r.l. Sede e Stabilimento: Via Aldo Moro, s.n. - 73039 Tricase (Le) Italy www.nuovatrigel.it - info@nuovatrigel.it

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dalla Prima segue da pag. 1

POLITICA E SOCIETA’ Sud: giovani e migrazione

Per mantenere fede al motto stampato sul nostro giornale, e quindi per sollecitare i nostri lettori a porsi delle domande, vogliamo riassumere i fatti, cercando di rispettare la cronologia del loro svolgi-

Vittorio Feltri

mento. Lo scandalo che coinvolge il Presidente del Consiglio sulla frequentazione di minorenni e sui festini nelle sue residenze frequentate da escort, spinge diversi lettori del quotidiano ad esprimere il loro disappunto, la loro condanna, a sollecitare una presa di posizione decisa da parte della gerarchia, specie in considerazione che a talune di esse era stato promesso l’elezione al Parlamento Europeo a compenso della loro disponibilità. Il direttore di Avvenire aveva “portato alla luce, con toni pungenti, ma senza l’accanimento rimproveratogli, l’acrimonia di una parte consistente del mondo delle diocesi verso la vita licenziosa di un primo ministro sotto assalto, che ha deciso di rotolarsi nel fango con i suoi nemici” così Giuliano Ferrara sul Foglio. E Giuliano Ferrara ed Il Foglio appartengono all’entourage del Presidente del Consiglio. Nel frattempo Berlusconi fa causa alle 10 domande che Repubblica ripropone da tempo ed a cui lui non risponde. Letta combina una cena tra Berlusconi ed il cardinal Bagnasco, segretario di stato vaticano, in occasione della festa della Perdonanza a L’Aquila. La mattina Il Giornale spara a tutta pagina: Il supermoralista condannato per molestie.

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“Dino Boffo, alla guida del giornale dei vescovi e impegnato nell’accesa campagna di stampa contro i peccati del premier, intimidiva la moglie dell’uomo con il quale aveva una relazione” E poi più avanti “ Il Boffo è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconcie e offensive e di pedinamenti volti ad intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione”. Bertone cancella la cena con Berlusconi. L’Avvenire titola: Killeraggio allo stato puro. Presto si scopre che il conclamato atto giudiziario su cui si basa la rivelazione è una patacca. Un falso che serve però a fare disinformazione, perché c’è nella “velina” un pizzico di verità. Boffo ha accettato una condanna per molestie, ma non c’è alcun atto in cui lo si indichi come omosessuale attenzionato dalla polizia. Come comunicato da una dichiarazione ufficiale del tribunale di Terni il procedimento contro Dino Boffo, inizialmente avviato su denuncia di parte per i reati di molestie alle persone e di ingiurie contro una donna (poi c’è stata una remissione di querela per le ingiurie, per le molestie si è proceduto d’ufficio come vuole la legge) si è concluso il primo ottobre 2004 con un decreto penale di condanna davanti al giudice Augusto Fornaci con una pena pecuniaria di euro 516. Feltri, direttore del Giornale, ha montato “una vicenda inverosimile, capziosa e assurda”. Una “polpettona avvelenata”. Feltri continua nell’imbroglio e dichiara che quella velina viene dalla Gendarmeria vaticana. Subito smentito nel modo più categorico per questa infondata affermazione dal portavoce del Papa. Giovedì 3 settembre il direttore di Avvenire si dimette e accusa “la mia vita è stata violentata”. Le accuse di Feltri le definisce un “attacco smisurato, capzioso, irritualmente feroce… lo scandalo sessuale inizialmente sventagliato contro

Annibale Elia di me e propagandato come fosse verità affermata si è rivelata una colossale montatura romanzata e diabolicamente congegnata, come è stato dimostrato per l’onestà intellettuale dal ministro Maroni e dai magistrati di Terni…” Io non c’entro nulla – dichiara subito Berlusconi. Ragiona Buttiglione: “quando ha nominato Feltri direttore, ha certamente concordato una linea e gli ha dato un mandato. E se il cane morde, la responsabilità è sempre del padrone” Il giorno dopo la “disgustosa aggressione” i vescovi reagiscono: “non ci faremo intimidire”. Boffo, dopo Mieli liquidato dal Corriere della Sera, dopo Anselmi dalla Stampa, dopo lo stesso Giordano dal Giornale, e ancor prima dopo Mentana. E ancora Minzolini al Tg1. La strategia del premier è illuminata dall’”adesso passiamo al contrattacco” dichiarato all’inizio di agosto, ma ancor più dalla dichiarazione di Giordano il 21 agosto, accomiatandosi dai suoi lettori: “Nelle battaglie politiche non ci siamo certo tirati indietro…siamo convinti che i lettori non apprezzerebbero una battaglia politica che non riuscisse a fermare la barbarie e si trasformasse nel gioco dello sputtanamento delle rispettive alcove” E Luca Telese, giornalista del Giornale, andato via, racconta nel suo blog di dossier e schifezze già pronte al Giornale contro “giornalisti o parenti di giornalisti di Repubblica” Abbiamo cercato di fare un’analisi di verità perché non vogliamo essere complici di chi vuole raccontare esclusivamente la sua realtà, magari non vera, magari fittizia, magari inventata. Vogliamo che chi non vuole conformarsi sia libero di esprimersi, come garantisce la Costituzione repubblicana.

è su...


dalla Prima

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TERESA SARTI, VOCE DELL’UMANITA’

Roberto Molentino

Il primo settembre si è spenta dopo una lunga malattia Teresa Sarti, presidente e fondatrice, insieme al marito Gino Strada, della ONG Emergency. Emergency, dal 1994 ad oggi, ha costruito e gestito in diverse parti del mondo ospedali per i feriti di guerra e per emergenze chirurgiche, centri per la riabilitazione fisica e sociale delle vittime di mine antiuomo e altri traumi di guerra, un centro per la maternità, posti di primo soccorso per il trattamento immediato dei feriti, centri sanitari per l'assistenza medica di base. A questa straordinaria italiana, che già ci manca moltissimo, è dedicata questa poesia. Ciao, Teresa!

A TERESA Il vento profuma ancora d’estate e il ricordo dei tuoi occhi mi porta lontano. I deserti si dimenano in cerca delle onde; le montagne di fango si addormentano sornione. L’acqua è un miraggio che uccide la pace; rimpiango i miei ricordi, ridotti a brandelli dal boato degli incubi. Un fiore sembra ingiallire sotto i miei occhi; la nave del tempo si allontana e mi ferisce. Il biglietto per l’anima è sporco di vino: la carta è già ubriaca, le parole sono storpie. La mia testa crolla sul tavolo, tra le molliche di un amore consumato. Il mio coraggio se n’è andato sbattendo la porta: non l’ho rincorso. Ho fatto l’amore con la paura e non mi è piaciuto. Il silenzio mi ha raccontato una favola senza una goccia di lieto fine. Sulla strada del mio affannato respiro una sconosciuta emozione mi ha sussurrato: “Che cos’è un uomo senza la sua umanità?”. L’ho abbracciata insieme a un soffio di sole: eri tu. C’è un treno che parte alla Stazione delle Eterne Rinascite. Ho fatto le valigie lasciandole vuote. Troverò strada facendo ciò di cui ho sempre avuto bisogno.

LA TV SALUTA PER SEMPRE IL SUO PAPA’ Lucio Vergari

Con il padre, se ne va anche l'amico di tutti, quel magnifico conduttore di quiz che entrava con una facilità disarmante nelle case di tutti, di generazione in generazione, con la sua semplicità e con le sue immancabili gaffes e se ne va proprio ora, quando a distanza di 54 anni dalla sua prima edizione, andava nuovamente a presentare agli italiani il famoso quiz “Rischiatutto”, una versione rinnovata del celeberrimo “Lascia o raddoppia”. Mai uno scoop, mai una maldicenza sul suo conto, ma solo tanta professionalità e serietà al servizio della gente, la sua gente, quella che lui adorava far divertire. Se n'è andato per sempre, lasciando sua moglie Daniela e i tre figli Michele, Nicolò e Leonardo; riceverà il suo ultimo saluto prima di essere sepolto ad Arona, sul lago Maggiore in Piemonte, su suo desiderio. Mike nasce a New York il 26 maggio del 1924 da madre torinese e padre italoamericano; da bambino si trasferisce in Italia, ma la sua vita e' ardua sin dalla prima giovinezza. Lascia gli studi durante la seconda guerra mondiale per unirsi ai partigiani, ma viene catturato dai nazisti, viene trasportato nel carcere di San Vittore, dove per 7 mesi è vicino di cella di Montanelli, per poi essere trasferito nel campo di concentramento di Bolzano e, in seguito, in quello di Mauthausen. Salvandosi grazie ad uno scambio di prigionieri, ritorna in America dove inizia a lavorare per una radio, ma nel 1953 si trasferisce definitivamente in Italia, dove da lì ad un anno inizia la sua intramontabile carriera. Lascia tanti ricordi di sé, come non poteva essere altrimenti; è stato un uomo che in televisione ha ricoperto tutti i ruoli, ha presentato ben 11 volte Sanremo, ha condotto un numero elevatissimo di quiz, ma anche nel privato non è stato da ISCRITTO AL NR. 1005 DEL meno, andando a partecipa- PERIODICO REGISTRO DELLA STAMPA DEL re nel 2001, all'età di 77 an- TRIBUNALE DI LECCE IN DATA 26.11.2008 ni, ad una spedizione diretta Direttore Editoriale al Polo Nord. Salvatore Giannuzzi Tanti i riconoscimenti, tra d.editoriale@diciamo.it tutti quello del 2004, quando Redazione l'allora Presidente della Re- Salvatore D’Elia, Cesare Lia, Barbara Ferrari, pubblica, Carlo Azeglio Ciam- Rita De Iaco, Antonio Baglivo, Daniele Baglivo, Accogli, Rosanna Mastria, Rocco Chirivì, pi, gli conferisce l'onorificen- Vito Maria Soledad Laraia, Roberto Molentino, za di Grande Ufficiale dell'or- Francesca Cesari, Annibale Elia, Laura Longo, dine al merito della Repub- Donato Nuzzaci, Lucio Vergari, Pietro Russo, Salvatore Errico, Carlo Pasca, Attilio Palma, blica. Rita Lia, Francesco Elia. Mike, di te potremmo parlaStampato c/o Associazione Culturale Diciamo re all'infinito, tante sono le in Tricase, alla via G. Garibaldi, 60 Tel./Fax: 0833/784126 cose che hai fatto che vorredazione@diciamo.it remmo ricordare, ma ora ti Distribuito gratuitamente salutiamo in silenzio, rispetin una tiratura di 20.000 copie tando il nostro dolore e quello dei tuoi cari e ci perdone- La collaborazione a questa rivista sotto qualsiasi forma è gratuita. La direzione si riserva di rifiutare rai se, salutandoti, invece di insindacabilmente qualsiasi testo e qualsiasi inserzio“Allegria”, ti diciamo: “CIAO ne. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. MIKE”.


Tricase

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SALENTO INTERNATIONAL Silvano Agosti, regista/scrittore, ci invita a riflettere sulla straordinaria “L’essere umano è il più grande

Si chiama Silvano Agosti, è un registascrittore del bresciano, anche se vuole definirsi semplicemente un “essere umano”, ed è qui a Tricase, alla sesta edizione del Salento International Film Festival, in qualità di componente della giuria nominata dal direttore Gigi Campanile. Torno a casa e comincio ad informarmi sul web. Scopro un mondo incredibile che ruota intorno a quel signore. Mi intriga il suo presente, il passato ricco di spunti, decido che sarà lui la prima “stella” ad essere intervistata. La sera del giorno dopo intanto, torniamo sul

Silvano Agosti suolo tricasino e Agostino caricata già la macchinetta fotografica al collo, mi dice di “spiantonare” al più presto Silvano dal presidio del cortile dove si proiettano le pellicole in concorso, di portarlo all’aperto sotto i riflessi dorati delle luci della bellissima Piazza Pisanelli e di farlo sedere proprio sugli scalini del sagrato della Chiesa dei Domenicani, naturale ed incantevole quinta per un’intervista da fare ad un importante maestro del cinema

italiano. E così in punta di piedi mi avvicino, gli metto la mano sul braccio e gli dico: “Maestro, possiamo andare di là?”. Su internet gira un tuo video dal titolo “Discorso tipico di uno schiavo”, il più gettonato, in cui affronti dei temi attuali tra cui quello del lavoro che tu consideri quasi una maledizione per l’uomo. Il lavoro insomma “libera” dalla vita? «No, il lavoro non libera dalla vita. Però il lavoro praticato per nove ore al giorno è una forma di bulimia produttiva e, naturalmente, così come il bulimico mangiando tutto il giorno ad un certo punto vomita, chi lavora nove ore al giorno ad un certo punto invece di produrre, distrugge. Io propongo una dose di lavoro davvero produttiva: tre ore al giorno è una quantità enorme di tempo, sono 180 minuti. Uno produce l’ira di Dio in tre ore se è felice, mentre se è infelice anche in 10 ore non produce quasi niente». Vallo a dire alla classe dirigente attuale… «Vedi, queste che ti faccio sono semplicemente considerazioni di buon senso e basta. Ma siccome nel potere non c’è un minimo di buon senso, perché al potere ci sono solo le persone meno intelligenti del Paese. Tu leggi il mio libro “Lettere dalla Kirghisia” e lì vedrai che io ho descritto un paese dove siccome i politici fanno del volontariato e non vengono pagati, sono le persone automaticamente migliori del paese e quindi essendo migliori sono anche capaci di gestire per davvero il paese». Restando sempre in tema di lavoro, Silvano, addirittura la nostra società esalta il lavoro in un giorno stranamente di “festa”… «Intanto anche per i testi sacri il lavoro è una maledizione. La Bibbia dice: “hai commesso un errore terribile e adesso dovrai lavorare”. Il lavoro è una punizione. Invece la creatività, la produttività sono tutti sentimenti e realtà straordinarie che la natura offre. Obbligare le persone a lavorare nove ore al giorno, è come toglierli la possibilità di vivere e quando tu vuoi dominare davvero il mondo, lo domini

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Ci può raccontare brevemente la trama? «Un giovane infermiere è il protagonista principale della storia. Capita un giorno che un paziente poco prima di morire decide di consegnargli una lettera. Il ricevente della missiva è un uomo che si trova in India. Il nostro protagonista, ligio al dovere, parte immediatamente alla ricerca di questo destinatario misterioso che si dice che sia diventato un baba [ndr un santo]. L’intento di ritrovarlo fallisce perché non riesce mai a scovarlo. Sconsolato, pensa allora di essere caduto in un tranello. Tuttavia il giovane infermiere rimane in India. La permanenza in questo paese gli si rivela straordinariamente benefica. Questo viaggio lo porterà a una sorta di illuminazione spirituale dove scoprirà un’infinità di cose di se stesso e della realtà che lo circonda».

sull’esistenza non sulla vita. La vita non si fa dominare, l’esistenza sì purtroppo. La stessa cosa succede a scuola. In un mio libro che si chiama “Il genocidio invisibile” ho cercato di dimostrare che le scuole in Occidente sono sostanzialmente una imitazione specifica dei campi di sterminio dove oggetto dello sterminio non è più il corpo come ad Auschwitz Birkenau, ma è la personalità. Un ragazzo entra che è unico, irripetibile nella storia intera dell’umanità ed esce che è un “ragioniere”, “tecnico”, “dottore”…» Insomma, omologato al sistema? «Uguale! Non è più lui e allora gli danno il diploma di maturità o la laurea. Dove tu sei maturo per essere sottomesso e non sei più te stesso». Il sistema ti boicotta? Ti boicottano? «Ma no, non mi boicottano, diciamo. La tassa che pago però è che i miei film non li ha visti mai nessuno in Italia. La Rai li ha comprati tutti per non farli vedere. Ne ha programmato uno solo su undici alle 2.40 di notte, “D’Amore si vive”. E io però non mi lamento di questo, anzi ciò mi fa capire che sono sulla strada giusta, io amo moltissimo essere emarginato dalla mafia. Sai qual è stata l’idea straordinaria di Berlusconi? È stata questa: gli americani hanno vinto facendo un accordo con la mafia, faccio anche io un accordo con la mafia e vinco, è così semplice». Ma non è che lui sia invece espressione di quel sistema? «No, lui non ne ha bisogno. Non è che gli americani sono espressione della mafia, però hanno usato la mafia per sbarcare in Sicilia o smantellare l’Unione Sovietica, e Berlusconi sta usando la mafia per smantellare la democrazia in questo paese. Ma non c’è problema, tanto ormai è difficile riuscire a fermare un movimento che è stato determinato attraverso i secoli. Per fortuna che l’Italia si trova nell’Unione europea». A meno che la Ue non sia essa stessa una aggregazione totalitaria, visto l’ultimo provvedimento che vuole imporre 60 ore settimanali ai lavoratori… «Ti dico una cosa, ieri tutte le scuole inglesi

IL FIGLIO AMERICANO «Fantastico. Entrambi siamo una fucina di idee e c’è una perfetta corrispondenza di intenti. Lei mi ha commissionato il film, io ho scelto le location, la musica, la fotografia e la sceneggiatura. Ho personalmente scelto anche l’attore, protagonista principale del film. Sia io che mia madre concordavamo sul fatto che dovevamo affidare la parte a un attore non professionista. Durante un mio viaggio in Tibet ho incontrato per caso Axel Schmidt, che aveva e ha molte affinità con il personaggio della nostra storia: un uomo impegnato nel sociale e allo stesso tempo un “gran” viaggiatore. Andava a pennello con le nostre intenzioni e gli abbiamo consegnato il canovaccio».

Per questo film, che genere di musica ha ideato? «Una musica sperimentale fatta con sonorità indiane a ritmo di batteMadre regista. Lei fotografo. Com’è il rapporto lavorativo tra Lei e ria. Personalmente preferisco lavorare per le colonne sonore di un sua madre? film che sono più libere dagli schemi piuttosto che concepire musica


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FILM FESTIVAL

SIFF

componente della giuria del Siff di Tricase, potenza insita in ognuno di noi: capolavoro dell’Universo…e non lo sa” hanno eliminato dal programma la Shoah, dicendo che è lesiva della sensibilità araba, perché gli arabi sostengono che non è mai esistito…, sono tutte porcherie queste». Stanno privatizzando tutti i beni pubblici. «Ma sai, in Italia non sono mai esistiti i beni pubblici perché lo Stato è sempre appartenuto ai privati. La Fiat si è tenuta in piedi quando la produzione diminuiva, metteva gli operai in cassa integrazione con i soldi dello Stato. La Fiat è sempre stata dei capitalisti». Parlami del tuo prossimo film, quale sarà? «Ma io non ho mai avuto un prossimo film, ho una prossima vita. Io non vivo nella condizione che ci siano tante vite, vivo nella certezza che ce ne sia una sola in tutto l’arco dell’eternità. Mi pregio nella mia esistenza vitale di aver disobbedito con amore a tutte le norme di questa cultura, che è una cultura sostanzialmente criminale e truffaldina, per cui la gente anche la migliore, fa degli errori uno dietro l’altro, si sposa, fuma, va a lavorare nove ore al giorno. Tutte cose che producono una profonda infelicità dell’anima. Invece se tu sei, solamente, contento di vivere e non fai niente, stai meglio, anche perché credo che le persone debbano avere il diritto a non fare niente, all’otium e non solo al negotium. Io vedo, per esempio, a Roma in via Ottaviano centinaia di negozi sempre vuoti. Sono aperti tutto il giorno e se qualcuno si affaccia verso le 5 del pomeriggio vede tutte queste povere commesse che stanno lì 9 ore al giorno a far niente…qualche volta mi verrebbe da dire ad una di loro: “ma apri alle cinque!, che te ne frega!”. Tutto questo lo chiamo regime, perché noi ci troviamo a vivere in una feroce dittatura democratica e l’economia non è che uno scudo dentro cui si nasconde una classe politica che non è capace non dico di gestire la realtà, ma neanche di capirla. Quindi io sostengo che le persone devono avere la forza di modificare se stesse, a cominciare dalle parole che usano. Mi spiego: se ognuno di noi anziché dire “mia moglie” dicessimo “Anna”, faremmo una delle più grandi rivoluzioni perché “Anna” è una don-

na, mentre l’espressione “mia moglie” è un fossile, non è niente, non ha identità. [Agosti qui all’improvviso si rivolge ancora all’artista-fotografo di Vignacastrisi che nel frattempo aveva acceso furtivamente una sigaretta, e sbotta: “Non sei sposato, però fumi??”. “Mi piace…”, risponde pacato Agostino]. Perché Silvano del fumo cosa pensi? «Sul fumo io dico sempre che il numero di sigarette che una persona fuma è esattamente il numero degli amori di cui avrebbe bisogno e che non è capace di avere per ragioni etniche, culturali, personali». E un non fumatore non sposato? «Beh, un non fumatore non sposato ha buone probabilità di diventare un essere umano. E quando diventa un essere umano ha tutto quello che gli serve perché l’essere umano è il più grande capolavoro che la natura abbia mai concepito. Solo che non lo sa nessuno. Io adesso voglio proporre alle Nazioni Unite di dichiarare Patrimonio dell’umanità, l’Essere Umano. Patrimonio dell’umanità non dovrebbe essere il campanile di Giotto che comunque è bellissimo, ma l’essere umano lo batte da tutti i punti di vista. Qualsiasi essere umano, si intende».

omologando ai sistemi urbani del Nord Italia ed europei? «Ma no, guarda che i bambini nascono non omologati…Io nel Sud eliminerei qualsiasi fenomeno industriale, meno il turismo. Il Sud dovrebbe essere un giardino straordinario dove quelli del Nord che hanno le industrie vengono a portare i soldi d’estate e poi basta. Così il Sud potrebbe ballare». Della Lega che mi dici? A Brescia, il tuo paese natale, che aria tira? «La Lega è un fenomeno previsto a livello etnico, perché quando ci sono le grandi unioni, come si stanno verificando ora, accade che si formino delle piccole disgregazioni, quindi è tutto previsto. Nel momento in cui l’Europa andrà ad unire tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, la Russia e tutti i paesi dell’Europa, ci saranno sempre fenomeni locali di intransigenze e scissioni. Se tu osservi bene il globo terracqueo, noti che all’origine c’era un grande triangolo che si è spaccato in mezzo e ha formato altri continenti. Ma è un fenomeno insignificante. Il problema della politica in Italia è che essa è sottomessa quasi completamente all’America e quindi i politici locali non hanno quasi nessun potere e quindi possono discutere di cose tipo l’Alitalia ecc, miserie così…Non possono mica mettersi a discutere di posti di lavoro che durano massimo 3 ore al giorno…» Cos’hai visitato di questa terra? Tricase, Leuca? «Ho visto tutto, lo conosco bene questo posto. Il Sud se vuoi è molto simile alle donne, è sempre stato emarginato per paura della sua straordinaria potenza culturale. Purtroppo essendo emarginato, si sente impotente. Anche per le donne la stessa cosa, hanno dentro una potenza straordinaria, che però si affievolisce quando vengono trasformate in mogli così come il Sud viene trasformato in un luogo islamico, di sottomessi. Lo sai, la parola Islam vuol dire letteralmente “i sottomessi”... Basta, altrimenti mi arrestano…»

Gli animali, le piante, non sono anch’essi un capolavoro? «Sono anch’essi interessanti, ma non come l’uomo perché lui diversamente dagli animali, si esprime attraverso un linguaggio che è proprio misteriosamente suo e di nessun altro. Invece gli animali hanno un linguaggio standardizzato. Tutti i canarini cantano da canarini, tutti gli usignoli cantano da usignoli. Invece gli uomini se fossero lasciati in pace a crescere spontaneamente, ognuno avrebbe la sua lingua, il suo mondo, la sua visione della realtà. Sarebbe una fioritura straordinaria. Nel mio libro che sto scrivendo adesso “Il ritorno di Pinocchio”, Pinocchio per spiegare ad un bambino i danni che fa la scuola gli dice: “sai se gli alberi andassero a scuola, li farebbero diventare tutti pali della luce”». Alla fine di tutto questo dire, lasciamo andare Silvano, cambiamo argomento, dimmi qual- l’Essere Umano Silvano Agosti, impegnato a cosa su questo territorio. Il Salento si sta vivere la sua unica e irripetibile Vita.

DI AL BANO Yari

Intervista di Donato Nuzzaci al regista Agosti in occasione del suo arrivo al SIFF dello scorso anno

Laura Longo radiofonica secondo determinati parametri. Inoltre per realizzare le mie musiche ho compiuto una serie di viaggi per trovare l’ispirazione. Mi sono recato negli ashram indiani, luoghi in cui i Beatles hanno lavorato e creato la propria musica. Sono dei caseggiati molto particolari che hanno il pregio di essere simili a delle camere sonore. L’emozione è stata molto forte quando mi è capitato di studiare e di trovare le mie armonie proprio nell’ashram n°9 appartenuto a John Lennon».

Quanto c’è di salentino nel tuo film? «Il Salento è terra più vicina all’Oriente. È antropologicamente e culturalmente vicina all’India, al Marocco, alla Spagna, alla Grecia. Quando sono qui mi sento come se fossi in India. E viceversa. Il Salento è sempre nel mio cuore anche quando sono a Goha. Tra i due luoghi ci sono molte analogie: i siti di bauxite, gli ambienti, persino il prefisso telefonico mi mantiene vivo il ricordo del Salento». Progetti futuri? «Sto lavorando per un nuovo disco. La base sarà prevalentemente rock con alcuni arrangiamenti etnici. Poi io e mia madre abbiamo pensato di sviluppare il film “Upaya” in un lungometraggio. C’è anche in cantiere l’intenzione di mettere su un altro film, ma, credetemi non posso anticiparvi niente. Posso dirvi solo che prima uscirà un libro e poi si cercherà di portare la storia sul grande schermo».


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INCIPIT... di Rita De Iaco Eppure si parla di disoccupazione sempre più grave, di una situazione sempre più incontrollabile dopo il fallimento del TAC. Trovare un cameriere, una donna di pulizia, un manutentore, un giardiniere, un artigiano, diventa sempre più difficile e, se non ci fosse da noi l’extracomunitario regolare o clandestino, trovare un lavapiatti (intendiamoci non come un tempo ma un addetto alla lavastoviglie) sarebbe un’impresa impossibile. Né è facile, passando a settori professionali di più alta qualificazione, trovare tecnici, avvocati, commercialisti pronti a sopperire alle necessità contingenti: Vi sono carenze ataviche che vanno debellate e superate dalla nuova visione del mondo del lavoro e dalla nuove figure professionali che mettono in discussione ogni antica valutazione e convinzione sulle attività. Oggi, fare la cameriera in un albergo non significa fare la “serva” di un tempo, prestare la propria opera nel mondo del turismo, non significa come nel passato, essere soggetti ad un padrone incontestabile ed incontrastato ma prestare il proprio contributo di operato-

re in un settore destinato a sostituire i vecchi schemi del lavoro campagnolo. Siamo in una nuova era in cui il lavoro che un tempo poteva sembrare umiliante (a parte la considerazione che il lavoro non è mai umiliante) oggi diviene essenziale per una società postindustriale, in cerca di nuove mete economiche e,quindi, di nuove figure per attuarle. Una stagione turistica, che pure sembrava inizialmente negativa, risulta, a conti fatti, alquanto positiva nei risultati con la sola negatività di carenza di personale locale addetto al settore. E’ per questo che occorre ancora una volta ringraziare extracomunitari e cittadini rumeni che, sfidando anche le leggi sulla clandestinità, hanno assicurato con la loro presenza e la loro opera un servizio alquanto efficiente. Diversamente avremmo avuto d ifficoltà serie n ell’assicu rare l’accoglienza a quanti, macinando kilometri su kilometri, ci hanno raggiunti in “Finibus terrae”. La situazione deve, però, lasciarci riflettere. Se questa è la strada maestra, se il turismo continua a crescere di stagione in stagione, se finalmente il mondo guar-

da al Capo di Leuca come ad una meta che valga la pena di visitare e di godere, credo che occorra lasciare da parte vecchie convinzioni, abbandonare vecchie e stantie professionalità e rivolgersi ad un nuovo impegno che consentirà di sviluppare idee e metodi nuovi che potranno assicurare in futuro un lavoro certo e sicuro. Se, poi, alle attuali strutture, si riesce a farne sorgere altre, se alle strutture ricettizie e della ristorazione, si riesce a far comprendere che il turista, oltre al mare, intende godere altre bellezze, passare il tempo libero in divertimento non smodato ma comunque vario e distraente, allora avremo raggiunto un traguardo che la nostra società sino a qualche anno fa non immaginava e alla stessa sembrava irraggiungibile. Se a questo si aggiunge ancora una maggiore considerazione di molti enti pubblici oggi assenti, allora possiamo dire che la lezione è servita,che ce l’abbiamo fatta, che finalmente possiamo marciare con fiducia, assicurando ai nostri giovani un futuro certo ed a sentirci meno diversi da quelli di altre parti d’Italia

da Poggiardo LA NOSTRA SANITA’ Una struttura ospedaliera affetta (come qualcuno in confidenza riferisce) da "psoriasi generale", cioè da quella patologia cronica che colpisce con macchie in tutto il corpo. E' il "Francesco Pispico" di Poggiardo, divenuto in questi ultimi anni teatro di scontro tra le varie forze politiche in campo e di recente al centro di una richiesta di potenziamento avanzata da vari Consigli comunali del bacino, finalizzata a valorizzare le professionalità presenti all'interno. Ora il problema più che dentro all'ospedale, si presenta all'esterno. Non sono stati pochi i cittadini "impressionati" dalla situazione di fatiscenza che si può notare sulle varie facciate del nosocomio, una volta varca-

to il portone di ingresso. Lesioni sul solaio, pareti "mozzicate" e prive spesso di intonaco; tondini delle travi lasciati ad ossidare con l'aria e l'acqua, pezzi di cornicione mancanti, un'armatura in ferro complessiva che sta arrugginendo lentamente. E c'è chi accanto a tutto questo ci aggiunge delle folate nauseabonde che si levano dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata sia dal biostabilizzatore SudGas, situato nella periferia del paese, sia da qualche altro sito con spazzatura all'aria aperta, riuscendo a bypassare persino il più attrezzato dei condizionatori d'aria. La domanda è: siamo sicuri che da un momento all'altro qualcosa non venga

giù all'improvviso? A respingere gli allarmi è Franco Sanapo, Direttore sanitario Asl Lecce il quale, interpellato, spiega lo stato dei fatti e assicura che in breve tempo verrà avviata la ristrutturazione: «Possiamo affermare che lungo il perimetro esterno del Pispico non sussistono rischi di alcun tipo. A fine luglio scorso - afferma Sanapo - durante una riunione con il direttore generale dell'area tecnica, della direzione medica del presidio, dell'amministrazione comunale di Poggiardo, alla presenza anche del consigliere regionale Aurelio Gianfreda, abbiamo deciso di avviare un intervento tampone volto al miglioramento urbano dell'intera struttura attraverso una protezione mediante delle reti speciali. Tutto ciò, in attesa della cantierizzazione per il rifacimento delle facciate, per la quale è stato previsto dalla Regione e dal Governo, secondo l'art. 20 della legge finanziaria 1987, un investimento di un milione di euro. Intanto, ricorda e conclude Sanapo, nei mesi scorsi il complesso era stato messo in sicurezza, attraverso l'asportazione di tutte le parti pericolanti». Si attende ora l'avvio del lavori.


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da Santa Cesarea Terme LA GALLINA CONTINUA A NON FARE UOVA

Termalismo: un’opportunità per il territorio. Così il Convegno tenutosi a S. Cesarea Terme il 29 agosto. Vogliamo analizzare il bilancio 2008 prima di riferire sul tema del convegno. Per il secondo anno consecutivo un bilancio che si chiude in perdita: € 182.517, che aggiunti ai 202.073 dell’anno precedente fanno la bella cifra di € 384.590. Se volessimo riferirci al vecchio conio, per ripetere un felice slogan televisivo di qualche tempo fa, sono circa 750 milioni di lire. Quando il PIL di una nazione per due trimestri consecutivi è negativo, si parla di recessione; quando una società presenta per due anni consecutivi un bilancio in perdita non si può che parlare di crisi. La gallina non fa più uova, dicevamo analizzando il bilancio precedente; oggi dovremmo dire che la gallina è diventata vorace: mangia le uova che altri volatili hanno depositato nel pollaio. Ad onor del vero, il Presidente del CdA della Terme di S. Cesarea SpA nell’intervista concessaci ci aveva preannunciato la perdita, affermando che “stiamo ponendo le premesse per una redditività futura che renda sempre più solida la struttura societaria”. Siamo andati alla ricerca delle premesse annunciate ed abbiamo trovato investimenti in immobilizzazioni per 1.555.422, di cui 210.528 ancora per costi di impianto e ampliamento. A proposito di questa voce che complessivamente è pervenuta alla notevolissima somma di € 1.264.522, forse abbiamo capito il vero significato: è quanto è costato alla società e quindi a tutti noi l’interessamento di Sviluppo Italia alla Terme di S. Cesarea SpA. Un interessamento pagato a peso d’oro! Il riverbero degli investimenti sul conto economico è dato dall’analisi degli ammortamenti che si sono incrementati di circa 102.000 €. C’è da cercare ancora; quanto agli investimenti torneremo ad analizzarli. Ancora quest’anno – incredibile dictu – diminuiscono i ricavi delle vendite e delle prestazioni di circa 96.000 €. Non vediamo le premesse per la redditività futura, signor Presidente Serra. E se vogliamo guardare con occhi vigili il conto economico e depurare il tutto da proventi straordinari e finanziari, il risultato operativo lordo è in rosso di ben 313.844 €, quasi triplicato in negativo rispetto all’anno precedente. E si chiedono sempre nuove risorse a Regione e Comune: una gestione che ci deve far riflettere. Si è costretto il Comune ad indebitarsi per versare l’aumento di capitale sottoscritto per poi tenerlo in banca… come cittadini

paghiamo interessi passivi notevoli alle banche, per poi vedere remunerato il deposito dei quei denari a tassi minimi nel bilancio della Spa. Signori del Consiglio di Amministrazione, voi avete imbellettato un tantino il vostro bilancio, le banche hanno lucrato sulla differenza di operazioni, noi cittadini abbiamo pagato per le vostre diatribe… Il nodo principale è nel personale, complessivamente aumentato rispetto all’anno precedente di circa 156.000 euro e che già l’anno ancora precedente era aumentato di 65.000. Nè trova giustificazione, se non parziale per € 96.443, nei lavori in economia. Annotiamo infine maggiori oneri diversi per 52.757: maggiori imposte e tasse ed altri (?) indicati come transazione con Sviluppo Italia (ancora..) Quello che ci preoccupa, come cittadini, sono le risultanze degli indicatori economici: tutti negativi. Ora sappiamo che un’impresa ha ragion d’essere in quanto coordinazione economica, vale a dire produttrice di ricchezza, dei fattori della produzione. Ci fa pensare che anche la logica del business plan, dopo un investimento di 13.600.000 euro, preveda per gli anni 2009-2010 una perdita complessiva di circa 2 milioni di euro. A partire dal 2011 prevede un aumento di ricavi di 2,4 volte, vale a dire i ricavi perverranno a circa 9 milioni di euro, mentre non si parla dell’andamento dei costi. Ci piacerebbe capire come si perviene a quell’aumento di ricavi. Infine rileviamo come non ci si possa accontentare di un Margine Operativo Lordo positivo, ma va perseguito almeno un Risultato Operativo Lordo positivo, altrimenti significherebbe che la gestione non genera ricchezza pari all’usura degli impianti. Ne parleremo più avanti… 1 - continua

di A.E.


Cronaca - Economia

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ANTONIO DE MARINI, UNdi Laura MODO NUOVO DI FAR POLITICA Longo Combattivo e genuino. Poche parole per definire Antonio De Marini. Giornalista, scrittore, impegnato nel sociale. Attualmente è consigliere provinciale dell’Associazione Nazionale dei Mutilati Invalidi Civili (ANMIC) e membro delle commissione provinciale per le politiche del lavoro della provincia di Lecce. «Diciamo» ha chiesto maggiori informazioni sulle disposizioni specifiche previste per gli invalidi in campo professionale e formativo. Consigliere, i giovani non hanno più voglia di sposarsi e il tasso di natalità è giunto a livelli bassissimi. Nel caso che una giovane coppia abbia, purtroppo, dei figli con gravi problemi di salute, in che modo può chiedere allo stato un sostegno economico? «È prevista un’indennità mensile di frequenza erogato dall’Inps a favore degli invalidi civili minori. L’obiettivo è di non lasciare indietro questi ragazzi. L’assegno di circa 240 euro al mese, è volto a agevolare l’inserimento dei ragazzi affetti di gravi patologie in centri di formazione professionale e educativi. La concessione è subordinata però a alcune condizioni: frequentare un asilo pubblico o strutture riabilitative pubbliche e avere un

limite di reddito annuo pari a 5151,50 euro, e naturalmente presentare la domanda dopo l’avvenuta iscrizione ai corsi o ai centri riabilitativi». A quale ufficio precisamente bisogna rivolgersi? «Basta presentare in carta semplice la domanda per l’indennità presso l’Ufficio invalidi civili della propria asl di riferimento integrata con un certificato medico che attesta la patologia del minore. Due mesi più tardi ti chiamano per accertare la patologia dopodiché si può usufruire mensilmente della concessione». Mi parli della sua associazione e delle sue attività. «Appartengo all’ANMIC di Salve e sono consigliere provinciale da molti anni. La mia associazione è diffusissima in tutto il territorio italiano: circa 103 sono le sedi, di cui 8 si trovano nella nostra provincia. In più sono anche presidente delle commissione provinciale per le politiche del lavoro della provincia di Lecce. Conosco molto bene le difficoltà che sono costrette a sobbarcarsi sia le imprese che i singoli cittadini. Nel mio piccolo cerco di ascoltare e aiutare il prossimo, segnalando a esempio le famiglie più disagiate alla Caritas». Mi parli dei corsi disposti a favore degli invalidi. «Esistono dei corsi speciali creati appositamente per la categoria ma preferisco personalmente non parlarne».

Il motivo? «Attraverso questi corsi, secondo legge le ditte possono usufruire dei finanziamenti non appena decidono di assumere l’eventuale lavoratore invalido civile a data indeterminata. Purtroppo però non tute le ciambelle escono con il buco. Il datore di lavoro assume per pochi mesi l’invalido per metterlo poi in condizione di mandarlo via. L’invalido licenziato viene da noi per ottenere rivalsa. Immediatamente noi facciamo causa, ma si sa che i tempi della giustizia sono enormemente lunghi e nel frattempo l’invalido è ancora disoccupato. Per questo non parlo di corsi perché so che siamo perdenti già in partenza». Com’è invece la situazione nella Pubblica Amministrazione? «Decisamente migliore. Nella gran parte dei comuni della provincia di Lecce, si è provveduto a istituire bandi a favore delle categorie protette. Pochi enti pubblici, si contano sulla dita di una mano, non hanno adempito alla legge, ma stanno già provvedendo a indire concorsi di assunzione». Pensioni e diritti. Cosa dice la legge per i lavoratori invalidi civili? «La legge finanziaria del 2001 ha stabilito che a decorrere dal 2002 i lavoratori con percentuale di invalidità pari o superiore al 74% può usufruire su richiesta il beneficio dei contribuiti figurativi di due mesi per ogni anni di lavoro fino a un massimo di 5 anni. Un ottimo risultato raggiunto grazie alle insistenze dell’ANMIC. Per qualche dubbio consiglio agli interessati di recarsi presso la nostra sede che si trova in via Marsini 65, a Salve».

METTERSI IN PROPRIO SFRUTTANDO LA CRISI di Marco Sponziello Preparare un piano di riserva e cogliere le opportunità della prossima ripresa. Vendere oggetti online, costruire pipe, aprire un bed&breakfast.. Reinventarsi il futuro se si teme di finire sulla lista nera degli esuberi, ricordandosi che la crisi può essere anche l'ooportunità per riscoprire una vecchia passione. Vediamo sinteticamente come fare ad apire un'impresa individuale Una delle scelte da effettuare quando si decide di intraprendere un'attività è quella della forma giuridica. Questa è una scelta molto importante perché variano in maniera significativa il capitale di investimento, le modalità di costituzione dell'impresa, le responsabilità legate alle obbligazioni sociali, gli adempimenti amministrativi e fiscali. Di seguito sono indicate le principali tappe per iniziare un'attività in forma di impresa individuale. PRIMO PASSO Richiedere all'Agenzia delle Entrate della Provincia in cui si risiede l'attribuzione del numero di partita IVA. Questa procedura non implica alcun tipo di costo e viene effettuata in maniera immediata. SECONDO PASSO Nell'ambito delle attività di carattere commerciale, è possibile effettuare una distinzione fra attività che richiedono esclusivamente una Denuncia di Inizio Attività (DIA) e attività che, invece, necessitano di un'autorizzazione amministrativa/licenza. Denuncia di inizio attività (DIA) È una denuncia che viene effettuata presso il Comune in cui si svolge l'attività secondo un apposito modello che in genere è disponibile presso gli Uffici Commercio del Comune. È possibile iniziare l'attività solo dopo che siano trascorsi trenta giorni a partire dalla data di ricevimento della denuncia da parte del Comune, salvo che il Comune non si esprima negativamente.

In seguito, quando l'attività ha inizio effettivo si dovrebbe dare comunicazione al Comune (L. 80/2005, art.3, comma 2). A questo proposito suggeriamo di rivolgersi all'Ufficio Commercio del Comune. Autorizzazione amministrativa/licenza L'autorizzazione amministrativa/licenza viene concessa in seguito ad un'apposita domanda. In relazione al tipo di attività esiste un determinato modello e l'indicazione esatta dell'amministrazione competente a cui presentare la domanda. In questo caso è possibile iniziare l'attività solo se l'autorizzazione/ licenza è stata concessa. TERZO PASSO Iscrizione nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio della Provincia in cui l'impresa ha sede legale una volta iniziata l'attività. Il modulo I1 per la presentazione della domanda di iscrizione al Registro delle Imprese è scaricabile da internet: MODULISTICA REGISTRO IMPRESE - Modulo I1 Denuncia Inizio Attività (DIA) Per la registrazione occorre presentare anche una copia della denuncia di inizio attività protocollato dal Comune. Se il Comune richiede anche la comunicazione di inizio effettivo dell'attività, occorre presentare anche una copia di questa protocollata dal Comune. Autorizzazione amministrativa/licenza Per la registrazione occorre presentare anche una copia dell'autorizzazione/licenza concessa dall'autorità amministrativa competente. Per aprire una società i passaggi sono simili, occorre però fare molta attenzione al tipo di forma societaria da sciegliere e per questo è bene farsi seguire da consulenti esperti.


Storie

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MESCIU MARIU SCARASCIA RACCONTA LA STORIA DELLA SUA FAMIGLIA

(Prima Parte)

di Salvatore Errico Da un po’ di tempo avevo in mente di intervistare “mesciu Mariu” Scarascia, ma tutto preso da altri impegni avevo sempre rimandato. L’occasione giusta mi si è presentata qualche giorno fa, quando, andando in piazza Cappuccini a comprare un quotidiano all’edicola di Carmine D’Aversa, ho visto “mesciu Mariu” seduto da solo ad una panchina, a pochi metri dalla sua abitazione. Mi sono avvicinato e gli ho chiesto se gli andava di raccontarmi la storia della sua famiglia ed ha accettato volentieri. E così, come per incanto, con le sue parole, mi ha portato indietro nel tempo, agli inizi degli anni ’30, in piena epoca fascista, quando l’agricoltura era il fulcro dell’economia locale e il paese, staccato dagli attuali rioni di Tutino, Sant’Eufemia e Caprarica, pullulava di tante botteghe artigiane piene di discepoli desiderosi di apprendere il mestiere del padre o “du mesciu”, e le strade, non asfaltate, erano percorse da mezzi di trasporto trainati da cavalli, muli o asini e la vita scorreva lenta al ritmo del duro lavoro ma con relazioni umane molto forti e curate. Ma lasciamo ora la parola a “mesciu Mariu”. “Mio padre Tommaso (nato a Tricase il 13 aprile del 1891) lavorava presso le Ferrovie Sud –Est con la qualifica di caposquadra. Dopo il matrimonio con De Iaco Maria Grazia, la sua famiglia in pochi anni venne allietata dalla nascita di 4 figli maschi. La sua vita scorreva tranquilla, poi un giorno riportò un brutto infortunio sul lavoro e decise di abbandonare l’impiego in ferrovia e di fare il carpentiere, “u carradore”, “u giusta traine”; lavoro che aveva appreso dal padre Floriano. Aprì la sua “puteca” nei locali in cui oggi c’è l’esposizione di oggetti di antiquariato di Fernando Baglivo e portò lì tutti i figli (ad eccezione di Gino che frequentava una bottega di sarto) per avviarli a questa attività. In quegli anni l’odierna piazza Cappuccini si chiamava della Vittoria ed era divisa in due parti: quella intorno alla chiesa di Sant’Antonio da

Padova era demanio comunale e l’ altra di circa 75 are, denominata San Demetrio o S. Maria di Leuca, apparteneva alla Principessa Gallone. Qui si svolgevano fiere ed esercitazioni paramilitari e anche partite di pallone. Poco distante dall’officina di mio padre vi erano due negozi di alimentari: uno gestito dai Minerva e l’altro da Nunzio Dell’Abate. Quest’ultimo aveva, accanto all’esercizio commerciale, una fabbrica di pasta e possedeva un mulino nel comune di Miggiano. Gli attuali rioni di Tutino, Sant’Eufemia e Caprarica erano nettamente separati da Tricase. Papà Tommaso rimase in quella sede per diversi anni, poi, quando quei locali toccarono allo zio Peppino, si trasferì qualche metro più avanti, subito dopo l’attuale bar. Avevo 7 anni quando iniziai a lavorare con mio padre (oggi ne ho 83). Nell’officina di papà Tommaso si lavorava sia il ferro che il legno, si realizzavano e si riparavano i traini, le carrozze, le sciarrette, gli sciarabà, i birocci ( ma anche presse per i frantoi oleari). A quei tempi, se si esclude il treno, questi erano gli unici mezzi di trasporto che esistevano e che venivano utilizzati dai contadini, dai commercianti e dagli artigiani, dai professionisti. Numerosi erano i carrettieri presenti nella nostra cittadina che usavano i loro mezzi per trasportare non solo prodotti agricoli (cereali, tabacco, farina, melloni, uva, ecc.), ma anche i “piezzi dalle “taiate”, breccia, “tufu”, legname, mobili, merce varia per i negozi, ecc. Le carrozze erano pochissime e possedute solo da nobili o da grandi possidenti ( don Peppino Cortese, la Principessa Donna Bianca Gallone, Don Nico-

la Resci, Don Donato Antonaci Dell’Abate e qualcun altro); i birocci e gli sciarabà si utilizzavano solitamente per trasportare poca merce e soprattutto persone. Durante il periodo estivo i proprietari di birocci trasportavano nelle marine le famiglie che potevano permettersi il lusso di fare il bagno. Ricordo che nell’immediato secondo dopoguerra mio padre realizzò, in ferro, i finestroni della Chiesa Matrice di Tricase, su commissione dell’arciprete Mons. Tommaso Stefanachi. Il nonno paterno si chiamava Floriano, era nato a Tricase il 3 giugno del 1859, ed aveva 9 fratelli, ma solo lui faceva il carpentiere e lo svolgeva anche molto bene, tanto è vero che i suoi clienti erano non solo del Capo di Leuca ma anche stranieri. Egli, infatti, verso la fine dell’800, riceveva commissioni dall’Albania per fare i torchi dei frantoi e li realizzava nel suo laboratorio a Tricase, poi si recava in quei luoghi per montarli e per effettuare riparazioni: rimaneva all’estero per alcuni mesi. In Albania, in quel periodo, per far girare la macina che spreme le olive utilizzavano persone. Mio nonno Floriano insegnò loro a sostituire il lavoro umano con i cavalli o con i muli: prese un asino, gli mise un paio di occhialoni e iniziò a fargli spingere la macina. Dimostrò loro al termine del lavoro di spremitura delle olive che l’animale, pur girando tante volte su sé stesso, non vedendo il percorso, manteneva tranquillamente il senso dell’equilibrio senza cadere per terra. “E sia ca ci lli fice all’Albanesi, percei prima nc’erene doi, trei ristiani ca spincivene e naturalmente se straccavene primu”. …

(Sul prossimo numero la seconda parte della storia) su www.diciamo.it nella sezione “Storie”, l’intero racconto


Che passione la cucina! Le ricette di Francy a cura di Pietro Russo

Ingredienti: • • • • • • • •

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CROCCHETTE DI MELANZANE

per 4 persone

IL PIATTO PRONTO

2 kg di melanzane; Sale; Parmigiano grattugiato; Pangrattato; Un uovo; Foglie di menta romana; Wurstel o Pancetta affumicata; Scamorza o Sottilette.

Tempo di preparazione:

HANNO UN GUSTO DELICATO E SONO APPETITOSE

circa 25 minuti

PREPARAZIONE 1. Lavate le melanzane, togliete la buccia e tagliatele in

Tempo di cottura: 15 minuti

Difficoltà: Media

Scrivete a redazione@diciamo.it per dare un giudizio alle ricette pubblicate e per contribuire alla rubrica con le vostre ricette.

piccoli pezzi. 2.Mettete i pezzetti di melanzana a bollire in acqua salata, a fine cottura, scolatele e lasciatele raffreddare. 3.Quando le melanzane saranno fredde, impastatele con parmigiano grattugiato, pangrattato, un uovo intero, sale e foglie di menta romana. 4.A piacere, l’impasto può essere arricchito con pezzettini di Wurstel o Pancetta affumicata 5.Dall’impasto ricavatane delle crocchette di forma allungata o delle polpettine arrotondate, che farcirete all’interno con dei piccoli pezzi di scamorza o di sottilette (di sapore più delicato). 6. Dopo aver passato le crocchette di melanzane nel pangrattato, mettetele a friggere in una padella con abbondante olio. Il piatto è pronto!

Alla PIZZERIA “JONICA” del PICCHIOHOTEL di Marina di Pescoluse di Salve OGNI SERA OTTIME PIZZE A prezzi eccezionalmente contenuti. Il venerdì sera voi pagate le bevande ed il Picchio vi offre gratuitamente la PIZZA Si consiglia di prenotare al numero telefonico 0833.711096


Sport

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DEBUTTO A RETI BIANCHE, MA IL CASARANO C’E’

ad Angri, nella prima giornata di campionato, i rossoazzurri, in 10 per buona parte dell’incontro, hanno dimostrato di essere da vertice. di Carlo Pasca L’avventura del Casarano nel campionato nazionale dilettanti inizia con un pareggio a reti bianche. Ad Angri, contro una formazione ritenuta papabile di promozione in Seconda Divisione, i rossoazzurri strappano un punto che per come si eran messe le cose va più che bene. L’espulsione di D’Anna a mezz’ora, infatti, dalla fine rischiava di far soffrire più del dovuto il Casarano, ma così non è stato e, anzi, la squadra di Bianchetti ha dimostrato di avere le carte in regola per disputare un campionato di vertice. Ad impressionare maggiormente sono stati gli under, i ragazzi terribili che già nella scorsa stagione sono stati tra i trascinatori del Casarano verso il salto in serie D: D’Anna che fino all’espulsione ha macinato chilometri sulla corsia sinistra, e poi i nuovi Palazzo e il piccolo Cenciarelli, furetto imprendibile proveniente dalle giovanili della Fiorentina. Ottime le prove anche di Fazio, Palma e Presicce. L’avvio di gara è tutto di marca rossoazzurra, con Presicce che al quarto d’ora manca d’un soffio la deviazione vincente su un calcio di punizione

battuto da Villa. Il capocannoniere della passata stagione in Eccellenza ci riprova al minuto ventuno: il suo tiro viene bloccato a terra da Inserra. Esce dal guscio l’Angri che con Ferraioli spaventa Leopizzi, ma la conclusione del numero dieci grigio rosso si spegne alta sulla traversa. In avvio di ripresa è l’Angri ad avere le occasioni migliori per passare in vantaggio, ma prima Della Femina e poi Incoronato falliscono le conclusioni. Poi, dopo l’espulsione di D’Anna è il Casarano ad andare vicinissimo al gol: Palazzo, lanciato a rete, viene fermato da Inserra in uscita disperata, e infine Contino che,

imbeccato da un pregevole cross di Cenciarelli, spaventa i locali con un colpo di testa di poco a lato. A fine partita il tecnico Bianchetti esprime la propria soddisfazione per la prova offerta dai suoi sia pur in difficili condizioni. Il terreno di gioco che penalizza la squadra più tecnica, la condizione fisica non ancora al top, l’inferiorità numerica nella mezz’ora finale: ostacolo che il Casarano ha superato con scioltezza, provando fino all’ultimo minuto a vincere e portare a casa i tre punti. Ora c’è il debutto al “Capozza”, non più contro il Francavilla Fontana. A seguito del ripescaggio del Grottaglie, infatti, il calendario ha subìto una rivoluzione: avversario dei rossoazzurri sarà il Matera. E finalmente i numerosi e calorosi tifosi della Virtus potranno fornire il proprio supporto alla squadra, dopo l’assurda decisione degli organi competenti di vietare loro la trasferta in terra campana. Al “Capozza” sarà un pomeriggio di grande festa.

IL TRICASE STECCA LA PRIMA Tanto su cui lavorare per il giovane gruppo guidato da mister Pierluigi Orlandini. La squadra, all’esordio stagionale in quel di Nardò durante l’incontro forse più sospirato dalla tifoseria tricasina, ha mostrato un certo affanno in difesa e nei reparti predisposti alle ripartenze offensive per le punte. E così non è bastato l’estro di Ruberto e Striano, assistiti dalla fantasia del veterano Mitri, per domane un blasone neretino con una rosa rinforzata rispetto all’anno scorso e galvanizzato dal nuovo corso in Eccellenza. Ora, steccata la prima l’Asd Tricase è già al lavoro per riprendere la forma migliore e la concentrazione ottimale per affrontare al San Vito domenica prossima il Maglie di Zeman jr. volato già in testa alla classifica. «E’ una squadra rinnovata rispetto all’anno scorso - spiega Orlandini - sono Ruberto Maurizio

di D.N,

rimasti solo 2-3 elementi, mentre molti sono del posto tranne quattro-cinque che vengono da fuori. Con Mitri, Ruberto, Montanaro in attacco e con due ragazzi interessanti del Gallipoli e del Taranto, ci faremo senz’altro valere». Anche il presidente Michele Dell’Abate, affiancato dai vice-presidenti Alfredo Stefanelli e Vito De Iaco, e dal direttore sportivo Angelo Sanapo si dice fiducioso: «Tricase calcio è ancora vivo, lo voglio dire con tutto il cuore, - sono le parole di Dell’Abate - il calcio nella città stava per scomparire ma non doveva accadere perché non me lo sarei perdonato per tutta la vita. Sarebbe stato brutto distruggere tutto quello che abbiamo costruito in cinque anni e di questa rinascita devo ringraziare il senatore Salvatore Ruggeri, grazie al quale ho rifiutato tantissime offerte provenienti da svariati club».


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DICICRUCI di S. Laraia Orizzontali 1. Infiorescenza simile al mais; 9. Delfino fluviale; 13. Il Bo di Palazzeschi; 14. Insieme a pic..nelle scampagnate; 15. Olezzi, aromi; 17. Emile, scrittore francese autore di Nanà; 20. In provincia di Catania; 21. Il Gillespie trombettsta USA; 22. Quelle di Verne erano ventimila; 24. Le estremità dell'asse; 25. Pronome poetico; 26. Una poliedrica Amanda; 27. La Aulenti architetto milanese; 29. Sigla di Savona; 32. Osso lungo dell'avambraccio; 33. Tipica danza salentina; 36. Un accenno d'aiuto; 37. Il Fleming 007; 39. Scalata finanziaria; 40. Sigla di Nuoro; 41. Gatti inglesi..senza testa; 43. Introduce un dubbio; 44. Preghiera breve e reiterata; 47. Riccardo.. per gli amici; 48. E' triste percorrere quello del tramonto; 49. Corrente mese; 50. Inizio di gara; 51. Codice bancario; 53. Attrezzo da pesca; 55. Attiva, laboriosa; 59. Pulsante di spegnimento; 61. L'ingegnere che gestisce "Repubblica"; 66. Lui e la sua signorina stavano bene insieme; 68. Gas nobile, quasi inerte; 69. Dispari in nona; 70. Il direttore di " Repubblica"; 71. Arbusto da cui si produce un ottimo liquore. Verticali 1. Attitudine, tendenza; 2. Fine dei guai; 3. Nella lirica si celebrano quelle di Figaro; 4. Il soltanto americano; 5. L'Intelligence made in USA; 6. Conto Corrente; 7. Una parte di ieri; 8. Vi stazionano nostri cintingenti militari; 9. Raganella arborea; 10. Torri fortezza tipiche dell'architettura sarda; 11. Grosso centro in provincia di Torino; 12. Spazi per animali da cortile; 16. A Bari, quella del Levante; 18. Foraggiano la pogrizia; 19. Piero, ex Litfiba; 23. Artigiani molto attivi in estate; 28. Sovrasta Catania; 30. Tipettini da gossip; 31. Maneggiano botti; 34. Insieme a zig è un modo pericoloso di procedere; 35. Rimorchiare..per i ragazzi; 38. Giaciglio..oscillante; 41. Cadamosto, navigatore e d esploratore italiano; 42. Il Marte greco; 45. Imposta regionale; 46. Fenomeno da stadio; 50. Ridicoli, impacciati; 52. Il Geldof menestrello; 54. Nel tennis, si compone di games; 56. Cittadina a nord-ovest di Amsterdam; 57. Il vecchio, lo si saluta a San Silvestro; 58. Gattuso in forza al Milan; 60. Copricapo marocchino; 62. La fine delle maree; 63. Il perignon pregiato champagne; 64. Il gioiello di E. Mattei; 65. Il tritolo (simbolo); 67. Dario di "Mistero Buffo".

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61 67

28

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50

66

24

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20

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47

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32

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39 44

9

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8

15

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29

7

58 62

63

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68

65 69

71

Le soluzioni sul prossimo numero con il nome del vincitore Sotto le soluzioni del cruciverba del numero precedente con cui è stata premiato il sig. Antonio Tempesta 1

M

13

A

15

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2

I

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A

A

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5

O T

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C

A

E

E

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25

T 31

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A

L

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A

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I

A

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R

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A

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I

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42

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A

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21

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38

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L

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E

30

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O

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47

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C

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A

43

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I

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54

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12

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36

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REGOLAMENTO Il primo, che da martedì 15.09.2009 dalle ore 9.00, invierà a: redazione@diciamo.it la soluzione del cruciverba, riceverà in premio un buono pizza e birra per 2 persone offerto dal “PICCHIO HOTEL” di Pescoluse. Non sono ammessi gli stessi vincitori per almeno 3 concorsi consecutivi.

E

AVVENNE 3 settembre 1939 - Seconda guerra mondiale: due giorni dopo l’invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche, Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania. 5 settembre 1958 - Martin Luther King viene arrestato per bighellonaggio. Nel 1959, attraverso manifestazioni non violente, ottiene l’abolizione della segregazione razziale in Alabama. 7 settembre 1860 - Le “Camicie rosse” guidate da Garibaldi entrano trionfalmente a Napoli sconfiggendo le truppe borboniche. 11 settembre 2001 - Attacchi terroristici scuotono gli Stati Uniti: due aerei dirottati distruggono le torri gemelle del World Trade Center di New York e un terzo precipita contro il Pentagono. Le vittime sono migliaia. Data storica per l’economia, la politica e la cultura mondiale.


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