Diciamo - Il Quindicinale Indipendente

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Quindicinale Indipendente

Anno III n. 79

07 NOVEMBRE 2009

VERSO LE ELEZIONI REGIONALI 2010

In questo numero

INTERVISTA COL SENATORE FRANCESCO CHIRILLI DELL’UDC di Ermelinda Placì

IL POZZO DI S. PATRIZIO

POLITICA & SOCIETA’

di Laura Longo

Cattolici nell’Italia di oggi

“Nomen omen”, dicevano gli antichi romani. Il destino è racchiuso nei nomi. Niente di più vero come in quello che sta per nascere. La “Banca del Mezzogiorno” - che solamente a pronunciarla - richiama il ricordo della sciagurata esperienza della Cassa del Mezzogiorno.

di Annibale Elia

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DIETRO FRONT!..... AVANTI, MARCH!.....

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E’ il tema della prossima settimana sociale dei cattolici italiani, la 46^, che si terrà a Reggio Calabria nell’ottobre 2010. Che già

T r ic as e: L A S T RI CH I D’INFERNO

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vede impegnati gruppi, associazioni a riflettere sullo stato economicosociale del paese. Continua a pag.

Santa Cesarea Terme: ALIENAZIONI E DINTORNI

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Supersano: VENTO…

INDENNITÀ AI POLITICI: LA MISURA DI PERICLE

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di Rocco Chirivì

Confesso che non sapevo fosse stato il grande Pericle a porre il principio di riconoscere una retribuzione alle di Rita De Iaco persone che ricevono l’incarico di svolgere con contiAntonio Scarcella, Rocco Piceci, Claudio R. nuità attività politica. Continua a pag. Pispero, Giuseppe D. Cazzato, Nunzio Dell’Abate, Ippazio Cazzato, Vito Zocco, questi gli assessori del governo cittadino Musarò bis. Il vecchio, che torna, cambiata qualdi Francesca De Marco che delega! Continua a pag. Manca più di un termiche a cui mese all’inizio noi italiani non u f f i c i a l e siamo abituati e dell’inverno, le così già in midi Rita Lia temperature gliaia sono alle Il crocifisso fuori dalle hanno subito prese con sintomi influenzali. scuole e dalle aule dei delle escursioni Cellule del virus H1N1 al microscopio nostri figli! La Corte EuContinua a pag. ropea ha così sentenziato a fronte di una doglianza di una cittadina italo-finlandese che condi Lucio Vergari sidera poco laico che i Un famoso detto popolare asserisce che “ogni paese ha suoi figli siano costretti a il sindaco che merita”; noi possiamo prendere spunto e studiare in un’aula dove vi è una piccola generalizzare il pensiero dicendo che ogni popolo ha il politico che merita. croce su un grande muro. Continua a pag. Continua a pag.

PEC OBBLIGATORIA PER I PROFESSIONISTI DAL 29.11.2009

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VIRUS A/H1N1: QUANTO DOBBIAMO TEMERLO?

RISOTTO CHIO

a pag. 11 IL PONTE E I PRECARI. E LA SPERANZA DELLA STABILITÀ.

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INDENNITÀ’ AI POLITICI: LA MISURA DI PERICLE Rocco Chirivì Ho fatto questa scoperta nella ricerca compiuta sui costi della politica, sull’onda di un’indignazione diffusa, per i livelli raggiunti anche nella drammatica situazione economica in atto in Italia e nel mondo. L’allargamento delle fasce di povertà è comprovato dagli studi di organismi statali e le file di uomini e donne ai banchi delle organizzazioni umanitarie per ricevere qualche pacco di Pericle pasta, di zucchero, di latte sono documentate ed inconfutabili. La diagnosi di questa condizione fatta dai nostri politici è puntuale e precisa; ed accompagnata dalla convinzione di inadeguatezza delle misure adottate dal governo si conclude, quasi sempre, con l’esortazione all’ottimismo considerato che gli italiani conoscono bene l’arte di arrangiarsi in attesa di tempi migliori. E poi non dobbiamo scordare che gli altri non se la passano molto meglio di noi, anzi, nonostante la decennale mancata crescita del PIL, proprio in questi mesi abbiamo superato la produzione del Regno Unito ed il nostro tasso di disoccupazione è più basso di quello degli USA. segue da pag. 1

Con tutto il rispetto per i fondamentali di bilancio della nostra nazione, restano insopportabili sul piano della dignità umana alcune differenze sociali così stridenti che gridano “vendetta”. Come possono i nostri politici europei, nazionali, regionali non essere sopraffatti dal disagio nel dibattere la condizione della famiglia italiana e le prospettive per i figli disponendo mediamente di un reddito tra mille duemila euro al mese. Il loro distacco dalle vicende trattate emerge chiaramente anche nei dibattiti televisivi, dove conduttori super pagati con centinaia di migliaia se non milioni di euro, hanno la spudoratezza di accreditarsi come riformatori solidali con quanti si battono per ottenere il riconoscimento di condizioni economiche sufficienti a garantire una dignitosa esistenza umana. Premessa la scontata condivisione dell’intuizione di Pericle che una democrazia deve accordare una retribuzione ai propri cittadini impegnati con continuità

nell’attività politica e del pari scontato che dobbiamo attualizzare il parametro per adeguare il compenso ai nostri tempi. Nell’età di Pericle il compenso da riconoscere per ogni seduta assembleare a cui il politico partecipava era stabilito in due “oboli” (sottomultiplo pari a1/6 della dracma), mentre veniva riconosciuto un compenso di tre “oboli”ai marinai per ogni giorno di servizio sulle navi. Per non fare dei torti evitiamo l’individuazione di una figura professionale dei nostri giorni e scegliamo indici più rappresentativi della condizione economica del paese. Per i politici nazionali potrebbe valere il confronto dell’indennità percepita (senza i bonus) con il reddito medio della famiglia italiana (Istat), mentre per i regionali il rapporto con il reddito medio famigliare della regione di appartenenza (Federalismo). Quanto debba essere il quoziente dividendo l’indennità pubblica per il reddito medio nazionale o regionale lasciamolo al buon senso della nostra classe politica e al suo spirito di solidarietà. Pericle a parte, ritengo che dal risultato di quella divisione e dalla capacità di meritarselo dipenda la possibilità per la Politica di riabilitarsi e per gli uomini e donne che la fanno di potersi correttamente qualificare “rappresentante del popolo”.

FAUTORI DI UNA POLITICA CLIENTELARE Lucio Vergari

Troppo spesso ci lamentiamo di una politica fatta solo di favori e raccomandazioni, di questo o quel politico che pensa a soddisfare i bisogni dei pochi intimi, degli amici e degli amici degli amici (scusate il gioco di parole, ma non c'è espressione più opportuna che possa interpretare al meglio il pensiero), senza però riflettere fino in fondo che quel sindaco, quell'assessore, quell'amministratore ricopre quel ruolo proprio grazie al nostro voto. Il periodo di campagna elettorale dovrebbe essere la fase di propaganda per il candidato e di riflessione per l'elettore, per il popolo tutto che, ricordiamolo sempre, è sovrano, il quale ha il potere di decidere il proprio “governatore”. Troppo spesso, però, il periodo pre-elezione diventa solo una corsa al favore e al nepotismo: il padre che cerca di “sistemare” il proprio figlio, il ragazzo che prova ad “infilare” in qualche ufficio pubblico (o privato che sia) la propria fidanzata, etc. Cari signori, questa è proprio la politica clientelare di cui ci lamentiamo, ma della quale noi per primi siamo i fautori! Leggevo qualche giorno addietro le riflessioni espresse tra le righe di un noto giornale prettamente politico, le quali si esprimevano dicendo che è assolutamente normale che un partito attento alla ricerca del consenso ma anche alle dinamiche del mercato dei servizi e, soprattutto, alle ricadute sulla

collettività di dette azioni, segnali i propri amici per le assunzioni facili, l'importante è che eviti di generare forme cancerogene, facendo assumere personale non qualificato. E' solo una riflessione che pare quantomeno assurda, ma nel mondo in cui viviamo questa è una legge non scritta; effettivamente, è improbabile che qualcuno neghi un favore al politico di turno, ma sicuramente quel qualcuno si aspetterà a sua volta un aiutino, una concessione o una qualsivoglia “benevolenza”. Parliamo, dunque, di una politica che cerca il consenso anche attraverso sistemi clientelari, senza falsi moralismi e facile demagogia. Il problema, però, è quando il clientelismo diventa davvero dannoso, soprattutto quando chi occupa un posto di potere favorisce solo e soltanto i propri “protetti” nella distribuzione delle varie “risorse”, a danno della società e di tutto il sistema. Purtroppo siamo noi ad incoraggiare tutto questo, perché se fossimo più attenti a scegliere la giusta persona da portare al governo, che sia di un piccolo paese o di un'intera nazione, oggi non ci lamenteremmo delle tante angherie subite o dei tanti scandali che ogni giorno le nostre care emittenti televisive trasmettono. Spesso parliamo dell'esigenza di creare un rapporto più diretto tra le istituzioni e i cit-

tadini, quando poi siamo noi stessi a trovare le “giuste scorciatoie”; vi spiego come: a chi non è capitato almeno una volta di entrare in ospedale, o nel comune del proprio paese o in un ente pubblico per il disbrigo di alcuni incartamenti e, presi sotto braccio da un conoscente o, ancora peggio, da uno sconosciuto (che però è candidato alle prossime elezioni, ma ancora noi non lo sapevamo) si viene portati in questo e quell'ufficio e in cinque minuti si è già terminato? Credo proprio a tutti! La cosa più grave, però, è che, invogliati dalla magnanimità di quel “gentiluomo”, da lì ad un mese andremo certamente a dare il voto a quel “bravo ragazzo” che quel giorno ci ha aiutato, pazienza se poi dopo le elezioni neanche si ricorderà di noi. Sono questi gli errori che non dobbiamo fare, perché proprio quella persona potrebbe essere il più infido mascalzone e il più esperto menzognero e proprio grazie al nostro voto potrebbe trovarsi seduto alla poltrona da sindaco o presidente di una regione, dando vita a tutte le porcherie alle quali ogni giorno assistiamo. Se vogliamo davvero abbattere questa politica clientelare, facciamo innanzitutto un bell'esame di coscienza e non facciamoci comprare dal primo ciarlatano che incontriamo, al quale interessa solo il nostro voto... ogni tanto accendiamo il nostro cervello!


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POLITICA & SOCIETA’ Cattolici nell’Italia di oggi

L’occasione è favorevole per una riflessione sul ruolo dei cattolici nell’Italia di oggi, sulla loro laicità, sulla loro democraticità. Iniziamo dalla laicità. All’uomo, uscito dalle sue mani creatrici, Dio comanda di assoggettare la terra (cf Genesi 1,28). Ma l’assoggettare la terra non indica un dominio fatto per una soddisfazione di potere. Si tratta, invece, di un esercizio di dominio compiuto in vista di ridurre tutte le potenze che Dio ha seminato nel cosmo a servizio dell’uomo, per la costruzione della città dell’uomo. La specificità del laico cristiano consiste nell’impegno a costruire la città dell’uomo tenendo presente che il compito gli è stato affidato da Dio stesso. Attenderà al compito affidatogli da Dio, nel modo voluto da lui. Ossia ordinerà le realtà temporali secondo Dio. (LG 31) Ma attenzione. Questo compito specifico del laico può essere appannato da una forte connotazione clericale presente nella Chiesa, per cui il laico può perdere di vista un compito fondamentale che è quello di redimere le realtà del mondo, liberandole dal modo di assoggettarle che è proprio del capriccio umano, dell’orgoglio, dell’avarizia, della lussuria. Il laico cristiano entra in collaborazione dialogica con gli altri offrendo i propri valori e la speranza che li anima. Al contempo afferma alcune esigenze prioritarie che gli permettono di adempiere al suo compito: fedeltà all’essere cristiano, competenza nel campo in cui agisce, amore critico al proprio tempo e autonomia responsabile nell’esercizio della propria attività . I cristiani dovrebbero quindi sentirsi orgogliosi della propria laicità. “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”: il pronunciamento più spirituale e politico di Gesù è anche la prima grande lezione di laicità della storia, ha scritto Rosy Bindi nel suo libro-intervista. Quanto alla democraticità dei cattolici va anzitutto affermato che il movimento cattolico italiano è una realtà molto ricca, articolata e complessa. Un pluralismo di posizioni, presente anche quando la militanza era unica con la DC: da una parte cattolici liberali e democratici, dall’altra cattolici conservatori e neoclericali. La Bindi sostiene che l’originalità del cattolicesimo democratico sta nelle differenze e nelle affinità che ha stabilito con il cattolicesimo liberale e con il cattolicesimo sociale. “Così, il primato della coscienza, il senso della autonomia delle istituzioni e l’importanza delle regole sono elementi che accomunano cattolici liberali e cattolici democratici. Questi

ultimi però superano l’idea elitaria della politica dei primi, incontrando il cattolicesimo sociale sul terreno della partecipazione popolare e dell’urgenza di offrire rappresentanza all’ansia di riscatto degli ultimi”. In definitiva possiamo indicare con lo storico Guido Formigoni il cattolicesimo democratico come la “frontiera di progresso e innovazione” nel complesso rapporto tra Chiesa e modernità. Così si evidenziano le due caratteristiche di-

stintive dei cattolici democratici: la laicità della politica e l’affermazione della giustizia sociale attraverso la democrazia. Di fronte al pluralismo politico dei cattolici, la posizione della Chiesa italiana non può essere quella di una soggettività politica volta a trattare per ottenere di volta in volta quanto gli sta più a cuore. I cattolici devono offrire alla collettività un progetto politico credibile, esprimendo, come affermava Scoppola, anche quei valori non negoziabili senza mai cadere nel clericalismo. I cattolici devono continuare ad avere con don Sturzo “la dignità di una visione complessiva di società”. La riflessione a questo punto può soffermarsi sul ruolo dei cattolici nell’Italia di oggi. Alla luce della nuova enciclica di Benedetto XVI: Caritas in veritate. Dove la questione sociale si è trasformata in questione antropologica. Dove lo sviluppo è visto come risposta dell’uomo alla sua vocazione trascendente. Ne consegue che il progresso deve essere conforme alla dignità dell’uomo e che lo sviluppo, per essere veramente umano, ha bisogno di fraternità. Il Papa denuncia pertanto alcuni mali del mondo a partire dall’attività finanziaria utilizzata male, in modo prevalentemente speculativo, ai flussi migratori abban-

Annibale Elia donati drammaticamente a sé stessi, allo sfruttamento sregolato delle risorse della terra, alla corruzione e all’illegalità. Occorre trovare soluzioni nuove: cambiare le relazioni economiche, gli stili di vita, il nostro rapporto con la natura e le tecnologie. L’aumento delle disuguaglianze mette a rischio la democrazia e la coesione sociale. Serve un governo del mondo più giusto. Non possiamo accettare un mondo di violenza e di ingiustizia. Non accettiamo che i ricchi diventino sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Per i cattolici democratici la giustizia sociale è la cifra dell’impegno politico. Altrimenti che senso avrebbe, rimarca la Bindi, definire la politica la forma più alta di carità? In Italia c’è stato un aumento più marcato delle disuguaglianze. Con un progressivo impoverimento di quella che un tempo veniva chiamata borghesia. E se una volta era la “società dei due terzi”, oggi i due terzi non sono più formati da benestanti e ceto medio, ma da poveri e da un ceto medio che scivola sempre più verso la povertà. Noi possiamo fare della crisi un’opportunità per cambiare. Possiamo restituire contenuto ad alcune parole chiave: lavoro, solidarietà, uguaglianza, responsabilità, legalità. Su questi temi possiamo tornare. La partecipazione di tremilioni di cittadini alle primarie del PD è una voglia di partecipazione che si contrappone al cesarismo strisciante, è una ribellione al mercato senza regole e all’umiliazione del lavoro che richiama alla responsabilità verso il bene comune. PERIODICO ISCRITTO AL NR. 1005 DEL REGISTRO DELLA STAMPA DEL TRIBUNALE DI LECCE IN DATA 26.11.2008

Direttore Editoriale Salvatore Giannuzzi d.editoriale@diciamo.it Redazione Salvatore D’Elia, Cesare Lia, Barbara Ferrari, Rita De Iaco, Antonio Baglivo, Daniele Baglivo, Vito Accogli, Rosanna Mastria, Rocco Chirivì, Maria Soledad Laraia, Roberto Molentino, Francesca Cesari, Annibale Elia, Laura Longo, Donato Nuzzaci, Lucio Vergari, Pietro Russo, Salvatore Errico, Carlo Pasca, Attilio Palma, Rita Lia, Francesco Elia, Ermalinda Placì, Francesca De Marco. Stampato c/o Associazione Culturale Diciamo in Tricase, alla via G. Garibaldi, 60 Tel./Fax: 0833/784126 redazione@diciamo.it Distribuito gratuitamente in una tiratura di 20.000 copie La collaborazione a questa rivista sotto qualsiasi forma è gratuita. La direzione si riserva di rifiutare insindacabilmente qualsiasi testo e qualsiasi inserzione. Foto e manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono.


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VIRUS A/H1N1: QUANTO DOBBIAMO TEMERLO?

Ma stavolta non siamo di fronte solo alla classica influenza stagionale, quella che ti mette a letto per un colpo di freddo, quella da cui puoi cercare di ripararti con un maglione in più e che, diciamocelo pure, a volte diventa la “scusa perfetta” per qualche giorno di vacanza fuori periodo, da lavoro e impegni quotidiani. No… quest’anno, nell’aria, c’è qualcosa di diverso, un virus silenzioso e subdolo che colpisce chiunque, senza sconti per nessuno: il virus H1N1. Se ne sente parlare ormai da mesi, in ogni notiziario troviamo l’aggiornamento sul numero, sempre crescente, delle vittime e dei nuovi contagi, tanto che siamo ormai in piena psicosi per quella che è nota come “influenza suina”. La paura cresce con le notizie, a prima vista molto preoccupanti, dell’andamento di questa nuova influenza, ma ciò che salta agli occhi è la completa confusione su ciò che si dovrebbe sapere e sul possibile modo di affrontare questo nuovo “nemico”. Allora cerchiamo di conoscerlo.. La nuova influenza A(H1N1) è un'infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi fondamentalmente simili a quelli classici dell’influenza. Il suo virus fa parte dei sottotipi di virus di influenzavirus A, che causano forme influenzali pandemiche negli animali, come l’aviaria (già conosciuta tra il 2003 e il 2004 il cui virus aveva sigla H5N1) e la febbre suina. Un sottotipo di quest’ultima si è trasmessa all'uomo da alcuni allevamenti di maiali, in Messico ed il virus, adattandosi, è diventato ora trasmissibile da persona a persona. I primi casi di infezione nell’uomo si presentano già nel mese di Aprile 2009 e, il 25 aprile, il Direttore generale dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), Margaret Chan, ha dichiarato questo evento una “emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale”, tanto che, l’11 Giugno, lo stato di allerta pandemica viene innalzato alla fase 6. E’ importante chiarire che il termine “pandemia”, che tanto fa paura, sta ad indicare semplicemente la situazione in cui un virus ha la capacità di diffondersi rapidamente in ogni parte del mondo. La trasmissione tra persone avviene o per via aerea, tramite goccioline di saliva di starnuti e colpi di tosse di soggetti infetti, o per contatto con materiali e superfici infette. Niente da temere con l’assunzione di carni suine cotte. I sintomi sono febbre improvvisa e rapida, di norma superiore a 38°C, e manifestazioni respiratorie (tosse, mal di gola, raffred-

dore) associati ad almeno uno dei seguenti sintomi: dolori muscolari, articolari, stanchezza continua e mancanza di appetito, oltre a nausea, vomito e diarrea (in particolare nei bambini), mal di pancia. La sua evoluzione è più rapida se si trovano patologie croniche preesistenti. La differenza tra la “nuova influenza” e la classica stagionale è che la prima nasce da un connubio di virus umani e animali che, unendosi, danno vita a nuovi virus per cui l’uomo non ha difese, la seconda è portata da soli virus umani che l’uomo può combattere con i proprio anticorpi. Chiarito questo, il virus H1N1 ha avuto una velocità di diffusione notevole, destinata a non fermarsi, dettata certamente dalla caratteristica di essere completa-

mente diverso da qualsiasi virus già noto, ma incentivata anche da comportamenti rischiosi e poco accorti dell’uomo. La paura è tanta e, a volte, fa perdere il contatto con la realtà che, invece, risulta indispensabile in certe situazioni. Questa nuova influenza ha una mortalità inferiore a quella stagionale che, ogni anno, solo in Italia, provoca dai 4mila agli 8mila decessi e risulta curabile, nella maggior parte delle persone anche senza la necessità di terapia farmacologica e ricovero ospedaliero. Può presentarsi in forma lieve o grave, sfociando in complicanze come la polmonite, ma questo né più né meno dell’influenza stagionale. Esistono persone più a rischio, raggruppate in tre categorie: soggetti con malattie croniche (diabete, malattie cardiovascolari, malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio e altre condizioni che limitano la funzione respiratoria, per esempio l'obesità grave); donne in gravidanza; bambini. Risulta invece meno diffusa tra le persone al di sopra dei 65 anni, forse perché, intorno agli anni ’60, pare ci sia stata la diffusione di un ceppo virale simile a quello H1N1 che avrebbe creato nei soggetti più adulti un minimo di difese immunitarie. Ovviamente è stato prodotto un vaccino

Francesca De Marco

ad hoc (diverso da quello per l’influenza stagionale!) per cercare di fermare la pandemia, ma anche sul suo utilizzo i pareri sono discordanti. C’è chi lo ritiene sicuro e invita le persone a sottoporvisi senza dubbi, come il sottosegretario Fazio, c’è chi lo definisce solo un’azione di “merchandising” sviluppata sulla paura del contagio, arrivando a denunciare una presunta pericolosità dei suoi componenti, tra cui comparirebbe il sale di mercurio, in minima dose.. che fare, allora? Sarebbe forse meglio partire dal piccolo, da semplici regole ripetute più volte.. Evitare luoghi affollati e chiusi; lavarsi bene e spesso le mani con acqua e sapone; nell’impossibilità di farlo, evitare di toccare con le mani sporche occhi, naso e bocca; non condividere stoviglie; starnutire in un fazzoletto e gettarlo via, bruciandolo se possibile; stare ad almeno un metro di distanza dal nostro interlocutore; aerare il più possibile le stanze utilizzate. Questi i semplici ma importantissimi accorgimenti da tener presente, basati in linea di massima sui principi fondamentali di una buona igiene. Importantissima, poi, la scelta (direi un dovere) di rimanere a casa, a riposo, al primo sentore di contagio o semplicemente di malessere. “È buona norma osservare il riposo, limitare le attività sociali, non solo per ridurre l’esposizione di altri soggetti alla nostra infezione, ma soprattutto per ridurre il rischio di esporsi ad altre infezioni. Se si sta male è consigliabile rimanere in casa e/o a letto per evitare che dopo l’infezione da virus influenzale subentri una complicanza di tipo batterico. Il virus influenzale apre la strada alla contaminazione e alla virulentazione di altri agenti patogeni che, a volte, risiedono in maniera asintomatica nelle mucose del soggetto. La prudenza è la migliore strategia, a cui aggiungere antipiretici, un’alimentazione leggera, vitamina C attraverso gli agrumi. Ma niente antibiotici fai da te!” queste le parole della D.ssa Gloria Taliani, specialista in malattie inf e t t i v e ( f o n t e magazine.paginemediche.it). Insomma, non facciamoci prendere dal panico cerchiamo di usare la testa. L’Oms invita tutti a vaccinarsi, più per fermare l’epidemia che per sfuggire a chissà quale tragedia, ma prima di tutto fermiamoci a ragionare e a mettere in atto gli accorgimenti che sono nelle nostre mani, perché sentire non sempre vuol dire ascoltare e non ascoltare significa spesso sbagliare…


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dalla Prima

IL FIGLIO DEL FALEGNAME

È proprio di questo che infatti si discute: una croce il più delle volte impercettibile a cui noi italiani siamo così abituati da non renderci spesso conto che è lì a serbarci memoria di un uomo morto per i nostri peccati. Se fossimo in un paese arabo il bambino finlandese, traumatizzato dalla presenza del crocifisso in classe, non sarebbe neppure potuto entrare in quella classe senza prima essersi dichiarato fervente musulmano; noi europei, viceversa, dobbiamo dimostrare al mondo intero di essere così laici da non generare confusione o traumi nei ragazzi! La Corte Europea non comprende come l’esposizione di questo simbolo possa servire al pluralismo educativo riconosegue da pag. 1

sciuto dalla nostra Costituzione. Il mio personale umile parere è che l’Italia ha riconosciuto quel pluralismo nel momento in cui ha soppresso la religione cattolica come religione di Stato, consentendo a chiunque di professare la propria. Nelle nostre scuole, al momento dell’iscrizione, si sceglie se frequentare l’ora di religione o altra attività collaterale. Ogni paese ha la sua cultura e i suoi valori religiosi che non vengono certo imposti con la semplice esposizione di un simbolo che, oltretutto, rappresenta l’umiltà, il perdono, l’amore nella sua forma più assoluta. Stupisce che una Corte Europea pensi che sia così semplice imporre al popolo italiano di rinnegare la propria identità storica, culturale,

IL POZZO DI S. PATRIZIO

Un buco nero capace di inghiottire migliaia di miliardi delle vecchie lire, lasciando in eredità impianti industriali scadenti, devastazione ambientale e disagio sociale. La banca del Sud «non sarà un carrozzone», parola di Giulio Tremonti. Ci crediamo. O meglio tentiamo di autoconvicerci. Ma chi è nato, cresciuto e “pasciuto” nella terra del Sud, sa bene che il flop di questa iniziativa è quasi dietro angolo. Il nuovo istituto potrebbe ripercorrere i vecchi schemi e sfociare in pericolose derive clientelari, producendo disavanzi e costi a carico della collettività. Non di meno potrebbe diventare un mezzo di gestione politica per ottenere aiuti economici. Le cronache dei giorni scorsi raccontano che nell’ultimo consiglio dei ministri non è corso buon sangue. Dissidenti il ministro agli Affari regionali, Raffaele Fitto e il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo che si aspettavano ben altro piano di investimenti probabilmente volto a favorire la vocazione turistica e agroindustriale tipica del Sud. Niente da fare, il ministro ha deciso così e basta. Anzi è convinto che la nuova banca «servirà a finanziare le piccole e medie imprese» e «lo Stato avrà il ruolo del socio promotore», sottoscrivendo una quota simbolica di minoranza. Ma la scommessa per Tremonti «è che cammini con le sue gambe». La banca di Tremonti ha tutta l’aria di percorrere la strada battuta dal modello francese “Crédit Agricole”. Un colosso finanziario che di privato ha davvero poco ma che finora è risultato funzionante grazie alle facilitazioni fiscali e al trattamento estremamente benevolo in tema di antitrust e trattamento dei consumatori. Il nuovo istituto finanziario italiano sarà infatti una federazione di banche cooperative dove sarà chiesto il contributo di Poste italiane. Peccato che il nuovo colbertismo non potrà mai decollare perché i nei del sistema italiano sono tanti. Investire al Sud è più pericoloso rispetto al Nord perché le mafie si insidiano negli investimenti. In più non esiste un tessuto socio-economico adeguato in quanto la carenza di infrastrutture rallenta la circolazione delle merci e delle persone e naturalmente affossa l’attività imprenditoriale e della pubblica amministrazione, in

di Rita Lia

spirituale, vera. Nessuno vieta ad un ragazzo musulmano di chiedere alla propria scuola di fissare ad muro un simbolo della propria religione, ma che oltre a preoccuparci di tutte le religioni che ci sono al mondo, ci si debba preoccupare anche dei sentimenti di chi non ha religione, appare alla sottoscritta un po’ eccessivo. Questo ovviamente resta il pensiero di chi scrive e chi scrive sarebbe curioso di sapere cosa pensa di tutto ciò Gesù Cristo il quale, come ebbe a dire Gorbaciov, fu il primo socialista, il primo che cercò di ottenere migliori condizioni di vita per l'umanità. Suppongo che in questo momento sorrida pensando a quanto è stupido l’uomo che si ferma a discutere su cose così futili.

Laura Longo

larga parte risultata inefficiente e caratterizzata da sprechi. Indubbio è il fatto che il Sud abbia bisogno di una fiscalità di vantaggio, ma questo poteva essere un obiettivo raggiungibile anche con gli istituti di credito già esistenti. Di banche al Sud ce ne sono state, eccome, ma di solito sono affondate una dopo l’altra a causa di un uso improprio delle pratiche e di gestioni anacronistiche. Prima fra tutti il Banco di Napoli e a seguire quello di Sicilia, istituti sprofondati a causa di conti in profondo rosso. Senza parlare delle erogazioni ricevute tempo addietro tramite la Cassa del Mezzogiorno e i fondi Fas. Anche se nel Meridione i finanziamenti non ne sono mai mancati, oggi come oggi non ci sono le condizioni giuste per farli fruttare. La boutade del ministro «in questa banca non si parlerà inglese» sa solo di spot elettorale. Tremonti dimentica che i più accesi liberisti di lingua inglese sono stati i maggiori critici degli eccessi degli ultimi anni. L’attuale crisi finanziaria è nata dagli abusi che le banche hanno praticato per obbedire ai propri padrini. Non guardare le esperienze anglosassoni significa stoltamente applicare la politica dello struzzo. Molti temono che il nuovo progetto per il Sud se dovesse vivere grazie a sussidi pubblici, giustamente incapperebbe nel mirino dell’Ue poiché rappresenterebbe un elemento distorsivo alla concorrenza. Ma c’è un altro rischio ben peggiore legato anch’esso all’Europa. Riguarda il debito pubblico. Lo Stato ha deciso di creare obbligazioni di scopo. Queste potranno essere emessi anche da altri intermediari finanziari. Ma se questi titoli saranno effettivamente garantiti dallo Stato, verranno assimilati a debito pubblico. E l’Europa dinnanzi a questo fatto non sarebbe tenera. Di certo, la scelta di riproporre un modello fallimentare dandogli una mano di vernice non risolverà i problemi di credito nel Mezzogiorno. Gianbattista Vico avrebbe detto che sono “i ritorni della storia”. Ma storia, spesso, non si ripete per analogie. E non è un caso se la nuova banca continua a essere pensata come la vecchia “Cassa per il Mezzogiorno”, piuttosto che alla innovativa “Crédit Agricole”.


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DIETRO FRONT!..... AVANTI, MARCH!.....

Ma perché, allora, la crisi? Perché tanto contenzioso? Perché le amministrazioni locali attuali, in tutti i Comuni subiscono, a breve termine dalla loro elezione, il trauma dei ripensamenti, delle dimissioni dei cambiamenti di casacca? Tricase in crisi, Melissano in crisi, Poggiardo in crisi, perfino Specchia, la cui amministrazione ha appena quattro mesi di vita! O è sbagliata l’attuale legge oppure si sono ridotte le amministrazioni, a seguito della voglia a tutti i costi di attingere dalla così detta “società civile”, a personalismo esasperato ed esagerato, tanto che non vi è alcuna possibilità di mettere insieme due consiglieri che abbiano convinzioni ed ideali convergenti. Sicuramente questo è il risultato del “rompete le righe” di quindici anni fa e dell’abolizione dei partiti che, almeno, costituivano una valida scuola di formazione per le nuove classi dirigenti e per gli amministratori in carica una remora al dilagare dell’individualismo cui la politica, inevitabilmente, porta. Come in campo nazionale, anche in quello locale non vale più la preoccupazione del futuro. Cosa farà l’Italia per uscire dalla recessione economica o per affrontare adeguatamente i grossi problemi dell’economia familiare? O per risollevare le piccole e medie imprese dallo stallo e dalla chiusura al credito? O, ancora, per risolvere la crisi enorme in cui, soprattutto nel nostro Salento, versa il TAC? Siamo tutti presi dal gossip delle veline candidate alle europee, dalle escort di Berlusconi & co. e dai trans di Marrazzo. Dei problemi del Paese, quelli seri e che, a parole, stanno a cuore a tutti, nessuno parla o se lo fa è, esclusivamente, per far propaganda. In un anno e quattro mesi, infatti, i buoni propositi dell’amministrazione comunale non hanno avuto attuazione. Basta scorrere le interviste pubblicate, sulle varie testate, dal giorno dell’insediamento, sono tutte intrise di volontà di impegnarsi e lavorare duramente per il bene della comunità, ma i

Rita De Iaco

risultati? Si è prospettata una nuova e più adeguata progettazione, si è detto che il Comune deve tornare ad essere “l’ormai arrugginito” faro del Capo di Leuca, si è parlato del rilancio delle iniziative economiche e giovanili ma, perfino il cimitero, oggetto di attenzione della recente campagna elettorale amministrativa, ha presentato per il secondo anno le buche e le disfunzioni oramai congenite. Nulla cambia se non la Giunta comunale per essere la stessa di prima! Allora, “avanti, march…..”, vediamo se almeno questa volta, superata la paura di andare a casa e, probabilmente, “in pensione” la marcia sia più rapida e più sostenuta. A ben pensarci non sarà che in tutto questo entri una questione di uomini e di loro preparazione politica? Perché è strano che il fenomeno verificatosi a Tricase come in tanti altri centri del Capo di Leuca, per quanto ne sappia, non abbia avuto le stesse conseguenze in due Comuni del nostro territorio: Castrignano del Capo e Patù dove, dopo un analogo contenzioso interno, la pace e la tranquillità sono tornate con il ritorno alle amministrazioni, rispettivamente, degli ex sindaci Ferraro e Galante. O questi erano i sobillatori contro il nuovo oppure il loro rientro e il ripristino della concordia e dell’ attività amministrativa cittadina è il segno più tangibile che il vecchio è più valido del nuovo? Un dato che lascia perplessi e che fa molto riflettere! Indubbiamente, la maggior parte di coloro che hanno agito politicamente nel passato ha imparato dalla scuola di democrazia la scala dei valori che un amministratore deve avere sempre presente. Prima l’interesse pubblico, poi l’affermazione dei principi per cui si sta in politica e, poi, le ambizioni personali. A questo quando torneremo, quando ci riabitueremo? Eppure abbiamo inneggiato tanto al nuovo e non pensavamo certo ad un “dietro front!.....avanti, march!.....”

VERSO LE ELEZIONI REGIONALI 2010 Ermelinda Placì Il 28 ed il 29 marzo 2010, gli italiani saranno chiamati alle urne per rinnovare giunte e consigli di 13 regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria. La macchina elettorale ha dato avvio ai motori. È iniziato già da un po’ il risiko candidature ed il toto-alleanze. In molte regioni e soprattutto in Puglia, dopo il positivo esperimento di Ferrarese a Brindisi, - corre voce - sarà l’UdC a far pendere l’ago della bilancia per la vittoria dello schieramento di centrosinistra o di quello di centrodestra. Abbiamo cercato di fare il punto della situazione con il sen. Francesco Chirilli, esponente salentino dell’Unione di Centro e attualmente consigliere comunale a Maglie. Reduce degli Stati generali di Chianciano l’UdC ha dato avvio ad un percorso di riflessione interna preparandosi a dar vita ad un nuovo soggetto politico. Quali sono i tratti essenziali di questo nuovo soggetto?

Noi riteniamo che la cultura cattolica e la dottrina sociale della Chiesa non confliggano con la laicità intesa come religione del dovere, fondata sul rispetto del diritto naturale. Gli stati generali del partito sono serviti proprio ad aprire un orizzonte politico di impegno comune tra laici e cattolici. Interventi autorevoli, tra i quali quello del Presidente Fini, sono stati la testimonianza di una ricerca di una base ideologica più allargata. All’interno della dialettica fra i due “poli”, PD e PdL, questo nuovo soggetto come pensa di inserirsi? È ormai sotto gli occhi di tutti che i due poli sono ostaggio dei movimenti più estremi, quali quello che fa capo a Di Pietro per il PD e quello che fa capo alla Lega per il PdL. È un disagio neppure latente, che mina l’azione del governo sui temi più importanti quali l’economia e l’unità nazionale. Il disagio del Sud è evidente ed i provvedimenti economici risentono dei diktat bossiani. L’UdC con i suoi messaggi di responsabilità repubbli-

cana si pone come forza politica garante della stabilità istituzionale in un momento in cui anche le alte cariche dello Stato, quali il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale subiscono duri attacchi da parte del premier. In questo senso l’UdC può concretamente proporsi come un’alternativa al centrodestra e al centrosinistra? L’UdC è alternativa e al tempo stesso forza pronta ad assumersi le responsabilità di governo. Se Berlusconi comprendesse il danno prodotto al sistema Italia dalla Lega di Bossi. Le accuse mosse all’UdC di provocare instabilità nel governo Berlusconi 2001/2006 si dimostrano infondate alla luce dell’attuale instabilità all’interno della maggioranza tutta prodotta dalla “arroganza” leghista. Senatore veniamo all’appuntamento elettorale della prossima primavera. Per il suo partito le elezioni europee sono andate bene, quelle amministrative meglio, come si sta preparando alle prossime elezioni regionali? segue alla pag. successiva


dalla Prima

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VERSO LE ELEZIONI REGIONALI 2010

COLLQUIO CON IL SENATORE FRANCESCO CHIRILLI Il modello Ferrarese è sicuramente quello che meglio interpreta al momento la collocazione politica dell’UdC; un partito di centro che propone all’elettorato e agli altri partiti uomini e programmi, aderenti al progresso del nostro territorio e che attendono di essere sostenuti in occasione dei prossimi appuntamenti elettorali. Date queste premesse, secondo lei, dalla Puglia può partire un nuovo inizio per la politica italiana? La Puglia ha dimostrato più volte di essere un ottimo laboratorio politico per soluzioni nuove da esportare a livello nazionale. Viviamo una stagione di forte conflittualità, di grave crisi economica, etica e sociale. Le forze di ispirazione cattolica, come già avvenne nel periodo post-unitario, occorre che tornino ad assumere responsabilità di governo per ridare fiducia al Paese nelle istituzioni democratiche. Quali saranno le priorità dell’UdC in questa campagna elettorale? Sarà una campagna elettorale in cui ci proporremo con toni pacati come forza di equilibrio democratico, capace di interpretare le esigenze territoriali, guardando soprattutto i programmi e gli uomini e senza essere pregiudizialmente contrari ai due schieramenti. Investiremo le nostre energie per lo sviluppo delle relazioni con le aree balcaniche. In questo senso saranno necessarie importanti opere infrastrutturali che rinforzino i collegamenti marittimi e ferroviari con tutto il bacino mediterraneo e in particolare con i Balcani. Un’area quest’ultima, presto interessata da importanti progetti europei, per la cui realizzazione la regione Puglia non potrà dimostrarsi disattenta. La nostra regione ha tesori inestimabili che devono essere valorizzati al meglio. Alludo all’Università con le sue eccellenze; al patrimonio storico-artisticonaturalistico, con il loro fascino; all’enogastronomia, legata ai prodotti della nostra terra. Tutte queste ricchezze e risorse sono indiscutibili strumenti da affidare alle nuove generazioni culturalmente così ben strutturate. La politica non può sottrarsi al dovere e al compito di sostenere e rendere facile l’accesso a queste importanti azioni di sviluppo. Quale ruolo avrà il Salento in tutto questo e come pensa di poter contribuire in questa direzione? Il Salento è regione delle “Puglie”, con

sue spiccate peculiarità che già di recente hanno determinato un incremento inatteso delle presenze turistiche; abbiamo le risorse che la nostra terra ci mette a disposizione; è l’ “oro del Salento”, i paesaggi, il mare, i monumenti, le emergenze archeologiche che raccontano del lontano passato di un territorio che è ancora da scoprire, un’agricoltura che,

specie riguardo alla produzione di oli e vini, è a livelli d’eccellenza. Difesa e valorizzazione di queste risorse saranno le nostre parole d’ordine. Come giudica l’elezione del nuovo segretario del PD Pier Luigi Bersani? Con l’elezioni di Bersani a segretario, il PD torna ad essere un partito, capace di superare, a mio giudizio, quel bipolarismo interno al partito tra cattolici e laici. Nel senso che la prima schiera ne esce fortemente ridimensionata per fare spazio alla seconda. Alla luce di ciò possiamo ritenere che il bipolarismo è morto? Il bipolarismo è morto. La vittoria di Bersani lo certifica, poiché sposta il proprio schieramento a sinistra. Per tornare alla nostra Puglia, come giudica invece l’elezione di Sergio Blasi alla segreteria regionale del PD? Sergio Blasi è una persona che stimo e rispetto molto, ne riconosco le doti culturali ed etiche; sicuramente saprà essere uomo di elaborazione politica scevro da condizionamenti ideologici. Questo può essere una buona ragione per favorire una possibile alleanza con il

Ermelinda Placì

PD alle regionali? Sicuramente il dialogo con Blasi sarà un dialogo in grado di dare buoni frutti in termini programmatici e culturali. E di questo la Puglia in questo momento ne ha un gran bisogno. Come giudica invece quanto sta accadendo all’interno del PdL? Nel centrodestra la base conta sempre meno e il partito sembra essere sempre più incapace di muoversi verso forme più democratiche di elaborazione politica e nella scelta degli uomini. La stessa scelta dei candidati alla presidenza della regione sta avvenendo senza ascoltare la base, né i partiti potenzialmente alleati. Con questo vuol dire che una possibile alleanza fra UdC e PdL alle prossime elezioni regionali non è pensabile? L’UdC spera ancora di non essere per il PdL l’alleato necessario per vincere, ma quello con cui elaborare un comune progetto per il Paese e per la nostra Regione. L’UdC, quindi non correrà da sola alle prossime regionali, come invece da settimane corre voce? L’Udc non abdicherà alla sua “autonomia valoriale” e di prospettiva politica per il Paese. Come più volte ha sostenuto il presidente Pier Ferdinando Casini: “non baratteremo le nostre idee per una poltrona”. Ha parlato di autonomia valoriale, quali sono i valori e, quindi, i temi su cui l’UdC farà la differenza rispetto al PD e al PdL? I temi fondamentali che faranno la differenza sono diversi: la famiglia in qualità di centro di stabilità sociale; la difesa e tutela della vita e della dignità dell’uomo proprio nei momenti in cui è esposto ai “disagi” della vita; la garanzia della Costituzione. Noi siamo consapevoli che il Paese va riformato, ma il sistema non va smantellato. Vigileremo affinché le modifiche costituzionali non avvengano a colpi di maggioranza. Al centro della nostra azione non mancherà l’attenzione verso la crisi economica e la disoccupazione. Il Sud paga il prezzo di istruire i propri giovani per poi “cederli” al Nord produttivo. Le risorse ingenti messe a disposizione per l’ultima volta dall’Europa per i programmi di sviluppo 2009/2013 devono essere destinate soprattutto a quelle iniziative in cui la componente giovanile sia presente con il suo entusiasmo ed il suo bagaglio di conoscenze.


dai Paesi

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Tricase: LASTRICHI D’INFERNO di Cesare Lia

Una antica dizione, appresa quando eravamo ragazzi di azione cattolica, era quella ripetuta dal sacerdote assistente: “le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni” per dire che ogni giorno il ragazzo si proponeva di non commettere più cattive azioni ma il giorno stesso, scordandosi di averlo promesso, ricadeva nell’errore. A Tricase siamo nella stessa situazione. Da ogni amministrazione comunale sentiamo ripetere che sarà attuato il Piano Regolatore Generale, sarà varato il progetto di ristrutturazione dell’ACAIT, sarà rivista la situazione del terminale dell’impianto di depurazione, sarà sistemata la viabilità rurale, sarà rivisto il perimetro del parco naturale, sarà affrontato e risolto il problema dell’infanzia, ecc. Intanto Adelchi chiude i battenti agli operai ma tiene per sé, giustamente, i locali ceduti a prezzo simbolico dall’Amministrazione comunale, anzi, sembra abbia fatto la proposta di volerli cedere al Comune per venti milioni di euro. La nuova giunta, che poi è quella di prima, ha un anno e mezzo in meno per portare a

termine il programma elettorale, nei tre anni e mezzo di vita che le rimangono, sempre che la giunta attuale non abbia ad incontrare altri inconvenienti di percorso. Infatti, i motivi per cui è entrata in crisi circa due mesi addietro non sono stati superati e possono riesplodere da un momento all’altro. Anzi, si sono aggravati con l ’ e s p u l s i o n e dall’esecutivo dell’UDC in un momento in cui lo stesso partito quasi raddoppia i voti a tutti i livelli. Sono preoccupazioni di quel popolo che furiosamente ha dato al paese una maggioranza più che stabile, alla quale l’elettorato intende avere risposte concrete. Nel frattempo, però, le simpatie sono notevolmente calate e l’unico che sembra preoccupato è l’elettorato attivo per aver perduto l’ulteriore carro per la ripresa dell’azione tanto a lungo agognata. La verità è che si ha più interesse a far quadrare i conti di un partito e meno quelli del paese, farla pagare a chi non ha consentito l’elezione al consiglio provinciale che essere laboriosi come le formiche per risolvere qualche problema per una società in continua sofferenza. Ci prepariamo ora alle prossime scadenze elettorali ma non per tornare ad essere protagonisti del futuro, come lo si è stati per il passato ma per essere ancora una volta gregari di altri, senza accorgerci che gli altri sulle nostre divisioni, sulle nostre polemiche sterili ed inutili fondano i loro successi. Nessuno vuole che Tricase cresca! Tanto più chi è nostro concorrente diretto nel ricoprire incarichi strategici

nella provincia di Lecce. Tricase può dare fastidio, come lo ha dato nel passato per il problema sanitario, anche per quello della giustizia, per quello degli Uffici delle imposte, per quello delle sedi degli enti. Il progetto non dico di un nuovo capoluogo di provincia ma di un paese strategico in tutto il Capo di Leuca, considerata la distanza dal nostro capoluogo, sbilanciato territorialmente rispetto al resto dei centri abitati, è completamente svanito. Se oggi dovesse esserci un nuovo capoluogo, questo sarebbe ubicato a Maglie, territorialmente sbilanciata come la posizione di Lecce. Se si parla con gli amministratori sembra che tutto si farà a breve tempo perché le intenzioni indubbiamente sono quelle ma…..dal dire al fare…..c’è di mezzo il mare ed il mare per noi del sud è sempre stato un elemento di divisione e mai di unione. Pertanto, resta l’antico ed immutabile detto dell’assistente parrocchiale “le strade dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni” e, penso proprio, che la nostra è una strada che porta all’inferno e non al paradiso.

COMUNE di TRICASE Assessorato alle Attività Produttive

AVVISO

Lunedì 9.11.2009, dalle ore 16.00 alle 19.00, presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Tricase, parte il servizio di consulenza e informazione rivolto alle imprese localizzate nell’area comunale finalizzato alla predisposizione delle domande di agevolazioni finanziarie previste da norme regionali, statali e comunitarie, svolto dallla SO.IM Consulting Soluzioni d’Impresa S.r.l, in possesso di specifica professionalità ed esperienza nel campo dei finanziamenti e delle agevolazioni finanziarie, incaricata dall’Amministrazione Comunale.

Santa Cesarea Terme: ALIENAZIONI E DINTORNI di Donato Nuzzaci Il Comune di Santa Cesarea Terme con apposito avviso di asta pubblica mette in vendita alcuni suoi beni immobili per rimpinguare le casse. Gli immobili oggetto di alienazione sono sei: un terreno ubicato nelle vicinanze della torre di Porto Miggiano (prezzo a base d’asta 450.000 euro), dove sorge d’estate l’attività commerciale “Baretto”; un’area con terrazzo nel centro urbano di Santa Cesarea Terme di via Roma interposta fra la nuova infrastruttura turistica comunale ed il terrazzo dell’Albergo Palazzo (a partire da 150mila euro). Un terreno a monte di via Roma (litoranea per Otranto) con accesso da spazio prospiciente Palazzo Tamborino prezzo a base d’asta 900.000 €.; un’area a parcheggio nel centro urbano di fronte sempre a “Palazzo Tamborino” 100mila euro, e infine un lotto posto a valle del piazzale Cresti a partire da 500.000 euro e un’area a

piazzale (con presenza di antica “pagliara”) ubicato alla via Umberto I angolo via Fontanelle adiacente all’“albergo Le Macine”) da 120.000 in su. «Siamo costretti a fare cassa in quanto letteralmente “al verde” - spiega il sindaco Daniele Cretì - e in queste condizioni non possiamo programmare ulteriori investimenti sul territorio o altri cofinanziamenti. Purtroppo nella situazione contingente in cui ci troviamo dobbiamo procedere in questo senso anche per ridurre l’indebitamento contratto dalla precedente amministrazione per effetto dell’aumento di capitale deliberato con la “Terme spa”». L’asta si terrà con il metodo delle offerte segrete in aumento da confrontarsi col prezzo a base d’asta, le istanze dovranno pervenire a mezzo del servizio postale, oppure mediante agenzia di recapito, o con consegna a mano presso l’Ufficio protocollo del Comune entro le ore 12 del 25 novembre prossimo.


dai Paesi

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Supersano: VENTO, VENTO... Il Consiglio comunale di Supersano ha deliberato il “no” ad un progetto eolico previsto a Nociglia a ridosso dei propri confini. Inoltre la stessa amministrazione supersanese ha deciso di ricorrere al Tar contro un altro progetto eolico nel suo stesso comune. Due decisioni bipartisan tra maggioranza e opposizione che si sono concretizzate nell’ultima assise cittadina dell’altro giorno e che quasi certamente avranno ripercussioni nei vari programmi stilati nel tempo dai Comuni ricadenti nel Parco dei Paduli-Bosco Belvedere. Da Supersano, dunque, è arrivato un secco diniego all’ubicazione delle quattro pale dell’impianto di mega-eolico nocigliese ubicate a meno di 500 metri dal confine con il feudo supersanese. Ma non solo, nello stesso consiglio comunale, l’opposizione, insieme al sindaco, ha ribadito la necessità di condurre un’azione di blocco nei confronti dell’intero impianto nocigliese, in tutto 9 maxi-aerogeneratori, che, pure con quelle pale ubicate non nelle immediate vicinanze del confine comunale, “andrebbe a stravolgere il prezioso paesaggio dei Paduli”. In questa ulteriore volontà, echeggia quanto ribadito in più sentenze dal Tar Puglia: il diritto di una comunità a pretendere che nei comuni vicini non siano istallati impianti di mega eolico, dunque con pale eoliche di altezza superiore ai 100 metri,

D.N.

che ledono gravemente il bene ‘paesaggio’ e sfigurano lo “skyline quotidiano” degli abitanti di un territorio. Gravità ancor più “intollerabile” in un sito come quello del Parco dei PaduliBosco Belvedere, che comprende i comuni di Supersano, Nociglia, Collepasso, Botrugno, San Cassiano, Miggiano, Montesano, Scorrano, Maglie, Montesano, Surano, Cutrofiano; parco individuato dalla Regione Puglia come centro d’attuazione dei principi virtuosi di recupero delle antiche suggestioni naturali e rurali previsti nel Pptr, il Piano Paesaggistico Territoriale, strumento ufficiale di cui si è dotata la Regione Puglia. L’amministrazione di Supersano, guidata dal sindaco Roberto De Vitis, ha dato anche mandato all’avvocato Donato Saracino, di Martano esperto nelle problematiche amministrative legate agli impianti di energie rinnovabili, al fine di ostacolare e fermare la realizzazione del progetto di mega parco eolico tra gli ulivi del feudo di Supersano, progetto proveniente dalla vecchia amministrazione e che consta di ben 9 mega pale eoliche alte ciascuna ben 145 metri. Per fermare questo “scempio interno”, è stato presentato formale ricorso al Tar di Lecce nei giorni scorsi.

Economia PEC OBBLIGATORIA PER I PROFESSIONISTI DAL 29.11.2009 di Marco Sponziello L’art. 16, DL n. 185/2008, ha introdotto l’obbligo, per le imprese costituite in forma societaria (sono escluse le imprese individuali), i professionisti iscritti in Albi o elenchi istituiti con legge dello Stato e le Amministrazioni pubbliche, di dotarsi di una casella di posta elettronica certificata (c.d. PEC) entro il prossimo 29/11/2009. Avvocati, ingegneri, architetti, geometri, medici, consulenti del lavoro, dottori commercialisti ed esperti contabili, ecc.) devono comunicare l’indirizzo PEC, entro il predetto termine, al rispettivo Ordine / Collegio. Quest’ultimo pubblica in un elenco riservato, consultabile in via telematica

esclusivamente d a l l e Pubbliche amministrazioni, i dati identificativi degli iscritti e il relativo indirizzo PEC. I vantaggi dell’utilizzo della PEC sono essenzialmente legati al risparmio di tempo e di costi rispetto all’utilizzo del mezzo postale tradizionale. Inoltre, qualora sia il mittente che il destinatario siano titolari di una casella di posta elettronica certificata, al messaggio (e-mail) è riconosciuto valore legale. Va peraltro

evidenziato che la ricevuta di avvenuta consegna inoltrata dal gestore attesta che il messaggio di posta elettronica certificata è arrivato nella casella di posta elettronica del destinatario indipendentemente dall’avvenuta lettura da parte di quest’ultimo. Poichè è dal momento della messa a disposizione nella casella del destinatario che decorrono anche eventuali termini legali di decadenza collegati alla natura del documento inviato, sarà necessario porre attenzione ai messaggi ricevuti, verificando la propria casella con maggiore frequenza al fine di evitare la decadenza di termini legati alla ricezione degli stessi.


Che passione la cucina! Le ricette di Francy

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RISOTTO AL RADICCHIO

a cura di Pietro Russo

Ingredienti: • • • • • • • • • •

per 4 persone

1 cespo di radicchio; 1 cipolla; 1/2 bicchiere di vino bianco; 280 gr di riso (circa 70 grammi a persona); 50 gr di burro; 1 dado per il brodo; Parmigiano grattugiato; Olio di oliva; Sale; Pepe.

IL PIATTO PRONTO

IL CONTRASTO TRA IL GUSTO AMAROGNOLO DEL RADICCHIO E IL DOLCE DELLA CIPOLLA. USATE DEL RADICCHIO TREVIGIANO, ALTRIMENTI VA BENE QUALSIASI ALTRO RADICCHIO ROSSO.

PREPARAZIONE Tempo di preparazione: circa 25 minuti

Tempo di cottura: circa 45 minuti

1.

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Difficoltà: Media

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Tagliate la cipolla in fette sottili, mettetela a soffriggere nell’olio d’oliva in una padella abbastanza alta. Lavate e mondate il radicchio, tagliatelo a listarelle e mettetelo a soffriggere insieme alla cipolla per circa dieci minuti. Salate e pepate a vostro piacimento, quindi sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco. Versate il riso e lasciatelo tostare insieme al radicchio per circa due o tre minuti, quindi cominciare a versare del brodo, un poco alla volta, per continuare la cottura - si può usare anche acqua calda con l’aggiunta del dado, al posto del brodo. Continuare a mescolare per circa venti minuti e, a fine cottura, mantegate il tutto con del burro e parmigiano. Servite con una sottiletta, meglio se al gusto di parmigiano, adagiata sopra la porzione di riso e . . . . . buon appetito!

Scrivete a redazione@diciamo.it per dare un giudizio alle ricette pubblicate e per contribuire alla rubrica con le vostre ricette.


Sport

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TRICASE: ULTIMI COLPI DI MERCATO U n a postazione, l’ultima in classifica, che non fa giustizia degli sforzi compiuti dai calciatori e dalla sociePaolo Galante tà. Domenica scorsa contro il Lucera, il Tricase ha lottato in continuazione per 70 minuti fino a quando un rigore “inesistente” (come lo ha bollato la diri-

genza rossoblu al termine della gara) ha demoralizzato l’intero collettivo. Intanto il direttore sportivo Angelo Sanapo e il presidente Michele Dell’Abate continuano anche in questa settimana il lavoro di ricerca di ulteriori pedine per dare linfa ai vari reparti, in attesa dalla riapertura ufficiale del mercato di dicembre e del relativo “sfoltimento” della rosa. Del primo pacchetto di colpi già arrivato in città a disposizione di mister Totò Ciullo, fanno parte due difensori Paolo Galante (ex Maglie) e il centrale Mauro Rizzo ex C/2 a Melfi, Primavera del Lecce e un esterno sinistro Nicola Lanotte, con un passato nel Corato in Eccellenza. In queste ore, si dovrebbe concretizzare inoltre anche l’ingaggio di nuovi innesti a centrocampo e in attacco, tra questi si

di D.N.

parla soprattutto di Petar Dimitri Zhabov bandiera della squadra nazionale bulgara, con un precedente a Nardò e in varie altre formazioni tra la serie A e la C\2 tra cui Cosenza, Lucchese, Cesena, Taranto, Pistoies e . Insomma, per il Tricase non ci saranno p i ù alibi per la corsa a l l a salvezPetar Dimitri Zhabov za.

Riceviamo e Pubblichiamo

IL PONTE E I PRECARI. E LA SPERANZA DELLA STABILITÀ. Qualche acquazzone un po’ al Nord e un po’ al Sud. In Italia, la malcapitata regione siciliana si sbriciola. Crollano i ponti e le strade, le colline si “sciolgono”, le fiumane si gonfiano di fango e di detriti e la gente muore. Il ponte sullo stretto è un NO motivato da un insieme di cose. Lungo 3.500 metri a campata unica, è il più grande del mondo. Ne esiste uno di Antonio De Marini 1500 metri di lunghezza e si trova in Giappone ma è crollato poco dopo un terremoto. Il ponte “Made in Italy” peserà 166 mila tonnellate di acciaio e di cemento affiancato da due torri alte più di 400 metri per ancorare i blocchi di cemento. Si dice che consentirebbe il passaggio di 10 mila veicoli al giorno, sospeso a 65 metri di altezza. È previsto che debba resistere a un terremoto di 7,1 gradi della scala Richter. E qualora il terremoto fosse di maggiore intensità? Sorreggerà….dicono. La costruzione del ponte, per me, è un ennesimo spreco di denaro pubblico: i grandi collegamenti sono sempre stati una grande perdita. Un esempio? Il ponte tra Svezia e la Danimarca esige l’impiego di circa un terzo di fondi pubblici per la sua manutenzione. Stessa cosa per il tunnel della Manica a cui il governo francese è costretto ogni anno a stanziare dei finanziamenti. Insomma l’invenzione del ponte non è altro che un modo per stornare i fondi pubblici che andrebbero invece indirizzati alle province e ai comuni, in particolare per

l’integrazione sociale e scolastica dei disabili. «L’avvio scolastico dei ragazzi disabili è in pericolo per mancanza di fondi». Così scrive uno dei tanti sindaci del Salento. Io sono del parere che il ponte può aspettare. Prima vengono i servizi alla comunità come l’assistenza di base per disabili. Lo dice la legge n°104/92 e le successive modifiche n°112/98 seguita dalla nota Miur datata 30.11.2001. È inconcepibile che per mancanza di fondi non si possa garantire il servizio ai ragazzi in difficoltà fisica e psichica, senza parlare poi del personale che li assiste da molti anni sempre come lavoratori precari. Povera gente beffata due volte. Prima con un salario basso e pochi diritti. Poi come vittime di una crisi “caduta dal cielo” ma in realtà frutto di una politica di malgoverno. Basta parlare della legge Biagi oppure i contratti co. co. co. oppure ricordarsi della legge Treu…. Se in passato con quel si guadagnava si poteva comprare la casa, adesso neanche un impiegato di banca con la sua 13esima riesce più. Allora, che Dio ci mandi uno statista che ami il suo popolo e stia vicino alle sue esigenze! Fossi io, penserei prima a rispondere ai bisogni della gente e poi investirei i capitali per la costruzione di infrastrutture nella zona più sismica del Mediterraneo circondato da un panorama di strade e ferrovie sconfortante. Da notare che su sei miliardi e mezzo di popolazione mondiale, solo un miliardo e duecento mila possiede quasi tutte le risorse mondiali, il resto vive nell’indigenza. Noi cristiani dobbiamo portare la salvezza dove c’è la croce, la miseria, la morte e l’ingiustizia. E per questo che bisogna essere disposti a sacrificarsi dinnanzi allo strapotere di sopraffazione e di ingiustizia. Proprio come fecero i primi cristiani di fronte all’impero di Roma. Antonio De Marini - A. N.M.I.C. Consigliere provinciale - Salve


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DICICRUCI di S. Laraia 1

Orizzontali

1. E' sotto processo per foto "redditizie"; 10. Il Baudo nazionale; 11. Premier brasiliano; 13. Derek di "Ten"; 14. Sponda fluviale..poetica; 16. Tra Rita e Montalcini; 17. Una "delizia" giamaicana; 19. Chagall pittore; 21. Poesia lirica; 22. Meta per safari; 23. Indice economico polso della crisi; 24. L'ultima performance cine- 11 matografica di Michael Jackson; 28. Se distratti, si può perdere quello del discorso; 29. Testa di..rapa; 31. I Trans altrimenti detti; 32. Poco..loquace; 33. Storico Club capitolino al Testaccio; 35. Parte centrale del catino; 37. Insieme a bon ad indicare un comportamento consono; 38. I bisonti della strada; 40. Razza canina 21 di origine britannica; 44. Membrana muscolare dell'occhio; 46. La "metà" di otto; 47. Capitale dello Stato di New York; 49. Cantore medievale; 50. Nuclei speciali dei carabinieri; 52. Ha per vie canali (sigla); 54. Lo sono gli Gnu; 58. Città russa sul fiume Oka; 60. Lo scrittore tedesco de " Le affinità elettive"; 61. Adesso..piccolo piccolo; 62. Nella mitologia romana, la Dea dell'abbondanza; 63. Una creatura di 29 E. Zola; 65. Il giaggiolo; 66. Roman, regista reo ma intoccabile.

1. Attribuiscono poteri eccezionali ai loro attibuti maschili; 2. Gli Spandau di True; 3. Distribuisce carburanti; 4. Lo è il calciatore Boniek per gli amici; 5. Prefisso che sottolinea insufficienza; 6. Al circo, lo esclamano gli acrobati; 7. I magistrati del Pool di Milano, secondo Berlusconi; 8. Una volta..in latino; 9. Negli USA, capolugo della contea di Potter; 12. Delimitano le aree; 15. Il vezzeggiativo con cui Noemi apostrofa Silvio; 17. Le copie invendute e restituite; 18. Con Angela Merkel; 20. George, il presunto della Canalis; 22. Bimbo..all'inglese; 25. Gruppo bancario tedesco in affari con Unicredit; 26. Doppie in bici; 27. Mineo, insieme a Dean in "Gioventù bruciata"; 30. Kurosawa, produttore e sceneggiatore; 34. Il primo dello zodiaco; 36. Compagnia di assicurazioni; 37. In ginnastica artistica ,ci sono quelle di equilibrio; 39. Mammuccari o Teocoli; 40. Un genere che furoreggia negli ambienti politici; 41. Infiammazione dell'orecchio; 42. Stile privo di sei; 43. Leggermente ebro; 45. Ne ha due il dado; 48. Particella negativa; 51. Le com televisive; 53. Amedeo Modigliani detto..; 54. La ex Supercortemaggiore; 55. Sigla di Lufthansa; 56. La prua delle canoe; 57. Una tassa da togliere..forse; 59. L'articolo di Angeles, città californiana; 61. E' assiso in parlamento (abbr); 63. Consonanti in Nokia; 64. La fine dei guai.

Sotto le soluzioni del cruciverba del numero precedente con cui è stata premiata la sig.ra Arnesano Silvia B

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AVVENNE 8 novembre1960 - John F. Kennedy viene eletto, diventando così il più giovane presidente degli Stati Uniti. 9 novembre 1938 - In Germania vengono demoliti negozi, case e sinagoghe e centinaia di ebrei vengono arrestati nella notte che passerà alla storia come “la notte dei cristalli”. 15 novembre 1971 - L’Intel rilascia il primo microprocessore al mondo, il 4004, grazie all’intervento di Federico Faggin. 16 novembre 42 a.C. - Nasce a Roma l’Imperatore Romano Tiberio Claudio Nerone: dopo aver sottomesso i Reti e i Pannoni, fu adottato da Augusto nel 4 d. C. e gli succedette nel 14 dando inizio alla dinastia Giulio-Claudia.

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Le soluzioni sul prossimo numero con il nome del vincitore

REGOLAMENTO Il primo, che da martedì 10.11.2009 dalle ore 9.00, invierà a: redazione@diciamo.it la soluzione del cruciverba, riceverà in premio una ricarica telefonica di 10 € dell’operatore preferito. Non sono ammessi gli stessi vincitori per almeno 3 concorsi consecutivi.

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