Capitolo II Introduzione – La pietra leccese e il tufo come risorsa primaria La pietra leccese (il leccisu in dialetto salentino, detta anche pietra gentile) è, dal punto di vista chimico, una roccia calcarea appartenente al gruppo delle calcareniti e risalente al periodo miocenico, tipica della regione salentina e nota soprattutto per la sua plasmabilità e facilità di lavorazione. Sin da tempi antichi essa veniva utilizzata in campo architettonico e scultoreo, ma solo in tempi sono stati effettuati studi più accurati sul materiale. Cosimo de Giorgi, scienziato e umanista leccese che svolse gran parte della sua attività nella seconda metà del 19mo secolo, dedicò una parte dei suoi studi a classificare la pietra che abbonda nel sottosuolo salentino. Questa pietra era servita da materiale primario nella costruzione di ripari modesti e di paesi, per la sua capacità di filtrare e contenere le stesse acque preziose che essi custodivano, e come materiale emblematico dell'arte della decorazione del barocco leccese. In tempi moderni con la diffusione della ferrovia la pietra leccese si iniziava anche ad esportare, e inoltre la friabilità e la deperibilità del materiale iniziava a interessare figure nel campo costruttivo ma anche della cultura nell’intento di trovare tecniche di intervento per la manutenzione e la rimessa in opera del patrimonio scultoreo e storico di una certa rilevanza. Questi sono fra i motivi più emblematici che spingevano de Giorgi a svolgere la sua attività di avanguardia nella catalogazione della materia lapidea, studio che ancora oggi è un punto di riferimento per comprendere le vicende storiche e tecnologiche che riguardano l'attività estrattiva e la tecnica costruttiva all'inizio del 20mo secolo, e che non sono così dissimili dall'uso che se ne fa oggi. Cito le parole di de Giorgi1 nell'ultimo paragrafo della sua opera, completata nel 1901, che motivavano gli obbiettivi della sua ricerca: “Far conoscere questi materiali da costruzione, descriverne le principali varietà con i caratteri propri di ciascuna, fornire degli elementi stilistici utili agli ingegneri, agli architetti ed ai muratori della regione pugliese, e della regione 1
C. De Giorgi, Note e ricerche sui materiali edilizi adoperati nella provioncia di Lecce, 2da Edizione, Congedo Editore, Galatina, 1981, p. 82
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salentina in specie, indicare i pregi e i difetti di ciascuno di essi, ricavando gli elementi dall'esame scientifico delle rocce e da quello sui monumenti ancora esistenti in questo angolo d'Italia; è stato questo l'unico scopo della nostra modesta pubblicazione.” In questo capitolo intendo fornire dati indicativi del materiale lapideo diffuso nella zona di progetto (materiale, peraltro, utilizzato per le murature portanti di tutti i corpi di fabbrica, nuove e preesistenti, del mio progetto), avvalendomi dell’informazione disponibile a riguardo da studi contemporanei forniti da enti pubblici (quali l’università di Bari e l’università di Pavia), e privati (schede tecniche di alcune cave di estrazione) e nel contempo riportando stralci dallo studio di de Giorgi che risalgono, in maniera indicativa, al periodo in cui fu eretta la preesistenza (o una parte di essa) e che ancora sono punto di riferimento per coloro che lavorano con questo materiale, per il valore di cultura generale, storico e di approfondimento in merito alla materia. L’obbiettivo è quello di poter comprendere in modo comparativo quali erano le leggi che dettavano la tecnica costruttiva allora, e se e come sono cambiate oggi.
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