Tesi - Capitolo 3.a

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III . IV - Proposta di progetto Nella zona che ho individuato propongo di demolire l'attuale fabbricato di annessione alla casa colonica originale che risale agli anni '50 – '60 ed è in grave stato di abbandono e deperimento, e di aggiungere 3

vista da sud-est

fabbricati nuovi da adibire ad alloggi per uso alberghiero e servizi di pertinenza, nonché agli utenti della zona turistico-ricettiva che è immersa nell’ uliveto e che serve da zona destinata a camping per 11 posti tenda. I tre corpi di fabbrica ex-novo formano tre quadranti, e assieme alla casa colonica che costituisce il quarto e più grande quadrante, costituiscono il complesso edilizio destinato ad uso alberghiero ed agrituristico.

sovrapposizione del modello 3-d del complesso alberghiero su un’immagini satellitare della zona

Nel progettare i nuovi volumi ho cercato di mantenere intatti quelli che sono gli aspetti tipici del paesaggio rurale salentino, cercando di integrare alle tecniche costruttive attuali quelli che sono i maggiori pregi dell’architettura vernacolare locale in termini di praticità materica e spaziale e di identità culturale. Alcuni degli elementi più persistenti nel paesaggio da me individuati sono: - la corte semi-aperta raccolta dalle mura perimetrali dei quattro volumi (elemento tipico presente nelle masserie fortificate) per creare un ambiente protetto dal vento e dagli intrusi 59


- le scale a vista e le murature in materiale in pietra e in pietra a secco - il correderum (elemento tipico presente nelle masserie fortificate costituito da un corridoio aperto all’entrata principale della fabbrica, vedere capitolo I), - il mignano (elemento tipico delle case a corte urbane costituito da una terrazza stretta sovrastante l’entrata principale, di collegamento fra i vani posti al primo piano). La corte che si viene a creare all’interno della struttura è aperta lungo i quattro assi cardinali, ma viene deviata ad ovest con una leggera inclinazione verso sud ovest per favorire una panoramica della pineta e della zona incolta e di pascolo evitando quindi di ostacolare il punto di fuga del panorama con le ville del quartiere adiacente (denominato Vacanze Serene). I quattro venti sono la presenza più imponente in questo paesaggio agricolo, e in base a questi si stabiliscono gli umori, le temperature, e le attività che verranno svolte. Questi venti hanno la capacità di mutare anche più volte in una giornata, di solito in coincidenza con le posizioni più marcate del sole (alba, mezzogiorno, tramonto) ed è quindi al centro di questa corte che deve essere percettibile la volontà istantanea dei venti, creando un ambiente artificiale protetto, ma che mantenga nel contempo un dialogo con le forze naturali. Come fulcro centrale del mio progetto, la corte ha la funzione spaziale e sociale di raccogliere gli utenti dell’intera struttura, e di creare nel contempo uno spazio filtro adeguato a separare le varie utenze (vedere figg. 7, 8 a pag. 64). Per la progettazione del volume posto ad ovest della preesistenza la lineaguida che ha indirizzato il progetto è stata il posizionamento di un lungo corridoio di accesso che separa i due volumi per creare il necessario distacco fra la preesistenza ed il nuovo edificato, creando una lettura immediata del filone cronologico che avvicenda le due strutture adiacenti. L’edificato ex-novo si innalza ad un’altezza simile (650 cm, contro i 626 cm della preesistenza) ed è collegato alla preesistenza da un volume rialzato e rientrato di altezza minore, ma non viene ad investire gli elementi strutturali della preesistenza visto che si estende a sbalzo dal nuovo volume. Inoltre, una scalinata che porta al secondo piano è stata posta in facciata per creare un ulteriore senso di movimento che separa il prospetto nuovo da quello del caseggiato esistente. Questa scalinata è sorretta da un’arcata 60


rampante molto ricorrente nelle tipologie edilizie locali, che trova le sue origini nei sistemi di sicurezza degli antichi ponti levatoi che separavano le scalinate alle porte di accesso a torri di avvistamento ed alle case padronali e di massari d’epoca. Inoltre, l’uso dei porticati in arcate lungo il perimetro occidentale è stato pensato per creare una schermatura al sole durante le ore più calde mantenendo comunque un ampio accesso alla luce diffusa, consentendo anche una vista diretta del tramonto. Dalla scalinata si ha accesso ad un alloggio bilocale privo di servizio cottura destinato ad utenze alberghiere, e sottostante a questo vi è un altro alloggio monolocale, anch’esso privo di servizio cottura, che, seguendo le disposizioni della norma sulle barriere architettoniche4, può accogliere due ospiti portatori di handicap. La scalinata in facciata si ripete sul lato sud del volume, dove vi è l’accesso a due alloggi monocamera, sotto i quali vi è un altro alloggio monolocale al piano terra. La destinazione d’uso che vi si dispone è quella alberghiera e gli alloggi sono privi di servizio cottura. Questo primo volume è interrato di 50 cm sotto la quota di campagna per poter sfruttare l’inerzia termica del terreno al piano terra garantendo un ambiente più fresco d’estate (per i servizi alberghieri è prevista un’utenza principalmente stagionale), e per offrire un ambiente in qualche modo più separato ed insediato nel territorio per quegli utenti presenti al piano terra, visto che di fronte alla facciata principale è previsto il passaggio di un discreto numero di persone. Ho voluto peraltro posizionare gli accessi agli alloggi distanti dalle zone di passaggio degli altri utenti della struttura, per garantire una maggiore privacy, lasciando quindi il nuovo correderum di accesso principale alla corte privo di ingressi agli alloggi abitativi (vedere figg. 1, 2 a pag. 64). Il secondo volume da costruire ex-novo è quello destinato a servizio per gli utenti delle zone turistico-ricettive e dell’agriturismo. Questo volume è composto da un piano terra ed è fornito di 12 servizi doccia più i relativi servizi igienici, mentre al primo piano è posizionata la centrale termica dell’intera struttura, che si collega ai collettori solari della copertura inclinata verso sud del 18%, e fornisce 36 mq disponibili per l’istallazione di pannelli collettori solari e fotovoltaici. Il doppio 4

Legge del 09/01/89 n. 13, D.M. Ministero dei Lavori Pubblici del 14/06/89 n. 236 61


accesso a questo volume crea un sistema di collegamento fra gli utenti della struttura agri-turistica (la preesistenza) e gli utenti delle zone camping circostanti (vedere figg. 3, 4 a pag. 64). Il terzo volume è quello destinato ad abitazioni ad uso prolungato, ed è composto da un volume che ripete le dimensioni della stalla della preesistenza posta a sud di esso. Questo volume si innalza su due piani, uno dei quali può essere abitato dai gestori della struttura, mentre l’altro può essere messo a disposizione per uso alberghiero. Il piano-tipo dispone di due camere da letto, un soggiorno, e relativi servizi igienici e di cottura. E’ possibile l’accesso dalla terrazza posteriore dell’alloggio posto al primo piano, ad un’ampia terrazza in copertura. IN corrispondenza con le facciate che danno verso la corte ho destinato tutte le zone giorno, mentre le zone notte si affacciano verso il verde agricolo, prive quindi di disturbi notturni (vedere figg. 5, 6 a pag. 64). Per quanto riguarda la preesistenza, ho ribassato la quota di piano del vano più ristretto (vano n. 1) per adeguarla alle norme costruttive, ed ho destinato questo vano al servizio di reception / servizio alla clientela. L’accesso a questo vano avviene dal corridoio di accesso principale. Retrostante a questo vano è la cucina (vano n. 2), che ha un accesso anch’essa dal corridoio principale e che si collega al terzo vano (vano n. 3) che risulta di disimpegno fra la cucina, la corte esterna (per creare questo accesso ho dovuto ricavare una porta dalla finestra preesistente), e la stalla cioè gli spazi riservati ai servizi di agriturismo. In questo vano ho inserito anche un vano servizi riservato agli addetti. La stalla rimane intatta ed è destinata ad accogliere i servizi di agriturismo al coperto, con il relativo forno a legna. Il materiale principale dell’intero complesso è il carparo locale, con cui sono stati costruiti i muri che costituiscono la struttura portante, e che hanno uno spessore di 26 cm. Questi muri, posti in intradosso, saranno seguiti da un’intercapedine ventilata di 4 cm, poi da 2 cm di isolante termico e da 8 cm di pietra leccese formando così un involucro ad elevata inerzia termica, di gradevole aspetto, ed a stabilità prolungata nel tempo. Nelle porzioni di parete che prevedono stuccatura, la pietra leccese può essere sostituita dallo stesso carparo o da conci con una valenza estetica minore e proprietà fisico-chimiche più indicate quali la 62


rugosità, l’aderenza alla malta, la resistenza meccanica e alle patologie di degrado estrinseche ed intrinseche di cui si fa menzione nel capitolo II. Il manufatto destinato ai servizi è privo di facciata ventilata, costituito quindi solamente dai conci di carparo dello spessore di 26 cm. Le pavimentazioni esterne sono in lastre di chianche di pietra di Cursi, quindi di colore biancastro ed a basso assorbimento di calore (di fatto sono stati previsti solamente rivestimenti di colori chiari per favorire la riflessione dei raggi solari lungo l’intero estradosso del fabbricato e delle pavimentazioni circostanti). Le aperture esterne dei nuovi corpi di fabbrica sono conformate da finestre e persiane esterne in acciaio zincato verniciato, che sono dotate dalle caratteristiche di durare nel tempo all’usura e di un aspetto accettabile, mentre le porte di accesso agli alloggi sono in materiale ligneo. L’utilizzo dei pergolati è diffuso lungo l’intero progetto, e viene a sostituire al primo piano i porticati arcati presenti nel piano sottostante. Per quanto riguarda invece la chiusura esterna della corte ho previsto una muratura a secco, con un manto di malta in sommità per garantirne la stabilità e la resistenza all’usura, alto 120 cm per permettere la circolazione delle brezze provenienti da nord e la visibilità del panorama a coloro che sono in piedi nel cortile, mentre garantisce la protezione dal vento per gli utenti che sono seduti ai tavoli. Questo muro in pietra a secco è scalonato verso la corte per consentirne anche l’utilizzo come panchina, ed è stato progettato curviforme per creare un distacco dai volumi circostanti, di diversa destinazione d’uso, facendo un richiamo alle aie curviformi in materiale lapideo che servivano ai contadini per esporre e svolgere le loro attività agricole. Anch’esso è ricoperto da un pergolato per controllare e rinfrescare le brezze che arrivano in cortile.

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