Digiarte 2011 Ottava Edizione Un progetto di Lorenzo “logu” Guasti
8 - 28 Ottobre 2011 Centro Espositivo Antonio Berti – Via Bernini, 57 - Sesto Fiorentino (FI) Direttore: Lorenzo Guasti Curatrice: Costanza Baldini Ha impaginato il catalogo: Tommaso Cattabrini Ha montato il video delle interviste: Tommaso Cattabrini Ha collaborato all’allestimento: Iacopo Castellani (Officina Bizzarria) Digiarte è sostenuto dalla Regione Toscana attraverso il Piano Integrato della Cultura, all’interno di “Una rete regionale delle culture per la conteporaneità”
PROVINCIA DI FIRENZE
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LORENZO GUASTI // Direttore
COSTANZA BALDINI // Curatrice
Narcisi digitali si specchiano su internet. “Giochi da ragazzi” per veterani della fotografia
I giovani appartenenti alle nuove generazioni, nati
negli anni “zero” o poco prima, vengono chiamati “nativi digitali”. Sono coloro che sono cresciuti in case dove avere una connessione a banda larga, un cellulare o uno smartphone, una game-console e un dispositivo touch era ed è sempre di più una cosa normale. Hanno avuto una percezione di Internet antropologicamente diversa dalle generazioni precedenti. E’ una nuova esperienza del mondo che il sociologo francese Paul Virilio definisce “stereoreale” ovvero costituita essenzialmente dal doppio canale di realtà e medialità.
Del tutto inedita per le generazioni precedenti è anche la facilità con cui si può oggi fruire e allo stesso tempo produrre materiale video, audio o fotografico. E’ un “gioco da ragazzi” ormai incidere un cd e promuoverlo tramite i social network, ma anche realizzare moltissime fotografie con le macchine digitali e diffonderle in tutto
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il mondo senza dover sostenere i costi della stampa. E’ il fattore “2.0” ovvero la “facilità della condivisione” che si ha adesso con i cellulari di ultima generazione, con le macchine fotografiche e con la connessione presente praticamente ovunque.
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e già Andy Warhol aveva profetizzato che nel futuro ognuno sarebbe stato famoso per 15 minuti, è vero anche che nella società dell’immagine, soprattutto dell’immagine digitale c’è la necessità impellente di creare e coltivare la propria icona in modo meticoloso, continuativo nel tempo e largamente condiviso. Io non sono soltanto la persona in carne ed ossa ma ogni immagine di me stesso che ho diffuso in rete e di cui posso leggere feedback, tag, retweet, retumblr. Per un 20enne non solo la privacy non è assolutamente percepita come valore ma, anzi, c’è all’opposto la necessità di abbattere qualsiasi barriera per ottenere la maggior notorietà possibile.
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Under 20 – Over 60 - nati digitali o divenuti tali Testimone di questo processo il giovane fotografo Evan Baden che nella serie “The Illuminati” ha rappresentato alcuni giovani che interagiscono con i loro apparecchi digitali. La loro espressione suggerisce un distacco tra la consapevolezza della propria presenza fisica e il loro spazio mentale, legato alla dimensione digitale. Nella serie “Technically Intimate” rappresenta invece giovani ragazze che si fotografano in pose soft porno all’interno delle loro camerette ancora infantili, sintomo di una “divaricazione” sempre più ampia tra la loro vita reale e quella appunto digitale.
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Keen nel libro “Dilettanti.com” dichiara che Secondo il New York Times il 50% dei blogger scrivono con l’unico scopo di raccontare e condividere le proprie esperienze personali. La tagline di youtube recita: “Broadcast yourself” trasmetti te stesso e noi lo facciamo con tutto lo sfrontato autocompiacimento del mitologico Narciso. Secondo lui internet è ormai
uno specchio che ci riflette, anzichè utilizzarla per cercare notizie, informazioni o cultura, la sfruttiamo per trasformarci noi stessi in notizie, informazioni, cultura. Insomma, la generazione di youtube sembra più interessata all’autoespressione che alla conoscenza del mondo esterno.
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el momento in cui abbiamo deciso di scandagliare il web alla ricerca di giovanissimi fotografi Under 20 ci siamo presto accorti che proprio l’autoritratto è la forma d’espressione preferita dalla maggior parte di essi. Il fotografo francese Mathieu Grac nel progetto “Boyz and Gorlz du net” ritrae proprio la così detta “generazione autoscatto”: ragazzi e ragazze che vivono e socializzano sui social network intenti nell’atto di scattarsi una foto per il loro profilo online. Assolutamente disinvolti davanti all’obiettivo mentre si mettono in pose spesso volutamente sexy trasformano l’autoscatto nell’arte del narcisismo.
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Tuttavia
non si deve fare l’errore di fermarsi a queste considerazioni superficiali, l’autoritratto per questi ragazzi è il mezzo con cui costruire una nuova consapevolezza di se stessi, degli altri e dell’ambito nel quale realmente o potenzialmente interagiscono. La macchina fotografica costituisce un vero e proprio specchio in cui guardarsi da una distanza critica, non in un banale autocompiacimento narcisistico. Il dialogo che abbiamo avuto con questi giovanissimi dello scatto ci ha fatto capire che per loro fotografarsi è anche un’azione potenzialmente terapeutica. Come sostiene la fotografa Cristina Nunez nell’autoritratto siamo, allo stesso tempo, autore, soggetto e spettatore. La potente dinamica tra i tre ruoli spinge il nostro Io Creativo a “parlare”, a dirci qualcosa sulla nostra “epica”.
Tre i filoni principali in cui si potrebbero dividere 4
i fotografi che partecipano all’ottava edizione di Digiarte. Per alcuni l’autoscatto è occasione prediletta per giocare in modo creativo e dichiaratamente divertente con il proprio corpo. Per alcuni giovani fotografi l’autoscatto è l’occasione per sperimentare con trucco e abiti una nuova identità, questa parte del lavoro sembra divertirli più che lo scatto in se stesso, come si può vedere nelle foto di Aki che si guarda allo specchio cercando di assomigliare a una bambola o una diva del cinema, e negli “Atti insensati di umana bellezza” di Federica Vangelisti fotografie che ritraggono momenti nella vita di tutti i giorni al confine con il realismo magico, volti a scoprire lo straordinario nell’ordinario.
Il giovanissimo Ago descrive i pomeriggi spensierati
fatti di corse in bicicletta e la chitarra con dentro tutto un mondo da scoprire. Lisa Overdose si diverte a diventare modella di se stessa scattandosi foto nella sua
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Under 20 – Over 60 - nati digitali o divenuti tali cameretta. Una vita piena di luce e di colore con sottili, inquietanti allusioni a sofferenze presenti in uno strato più profondo della sua personalità. Sarah Caroline ha un’ironia freschissima quando ritrae se stessa come una modella di una pubblicità di cereali.
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er altri invece l’autoritratto è ambito privilegiato per un’indagine intima su se stessi. Autoscatti come mappe affettive, diari digitali da sfogliare sul web. Caterina Nasini ha dichiarato che il bello dell’autoscatto è proprio nel non riconoscersi nelle fotografie e nello scoprire una se stessa sempre diversa. Colin Hill giovanissimo fotografo dall’inconsapevole talento si ritrae davanti alla macchina fotografica come un contemporaneo “Puck” shakespeariano. Lo vediamo posare in un bosco con la mente chissà dove e la perfezione assoluta dello scatto. Sul suo
corpo appaiono talvolta profonde ferite simbolo di una realtà di dolore che si intravede appena. Marta Castaldo osserva in modo diretto lo spettatore, scopo del suo lavoro è riuscire a trasmettere i propri sentimenti. In un’intervista a dichiarato: “Devi conoscere il tuo corpo, devi saper osare con esso e non devi vergognarti anche se non è quello di una modella. Ma la cosa più importante è che puoi comunicare qualcosa che senti dentro e che ti esplode. Fare foto agli altri è appagante ma non puoi far vivere loro le tue emozioni. Io la chiamo ‘terapia dell’arte’. Inutile dire che alla tele ci sono donne mezze nude e volgari che fanno vedere le tette allora uno si fa meno problemi a mostrare il corpo, perchè si pensa: se loro mostrano il corpo senza motivo allora io posso farlo con un motivo, no? Il corpo si vede e si mostra ovunque per cui non fa neppure più tanto scandalo, altrimenti credo che la maggior parte di noi (e forse anche io) ci
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vergogneremmo troppo a mostrarlo”.
La ricerca di Martina Falchetti si concentra sul nudo.
Un nudo che trasmette un forte senso di intimità e allo stesso tempo di pudore. Mostrarsi così apertamente è anche un modo per nascondere quello che si ha dentro.
In terza istanza l’autoritratto può essere anche la ri-
creazione di una realtà alternativa. Il sogno è il soggetto costante nella ricerca fotografica di Zephyrance Lou. Spesso si tratta di scene oniriche delicate, femminili, misteriose e nostalgiche che ricordano lo stile di Michel Gondry. Isabel Magowan, invece, è attratta da immagini eccentriche ed è incuriosita dalle stranezze che si possono trovare nella vita quotidiana. Dalla sua personale riflessione su che cosa sia la felicità emerge un mondo sconosciuto al di sotto di ciò che appare in superficie. Immagini forti che ci fanno riflettere sulla nostra stessa realtà.
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’ottava edizione di Digiarte è nata soprattutto dalla volontà di creare un confronto tra gli Under 20 e gli Over 60 che sono nati come fotografi analogici e solo in un secondo momento hanno scoperto la facilità del digitale. Siamo pertanto andati a ricercare ed indagare il punto di vista di alcuni “veterani” della fotografia.
George Woodman è un pittore e fotografo americano
nato nel 1932. Dall’inizio degli anni Settanta, Woodman si è concentrato sulla fotografia in bianco e nero. Le sue opere in grande formato realizzate con camera oscura hanno coinvolto tecniche come il collage, la lunga esposizione e le combinazioni di positivo e negativo. Nei suoi lavori realizzati sempre in analogico gli capita spesso di comporre insieme più foto, e foto di foto in una tecnica che ricalca quello che si potrebbe fare più velocemente in digitale. Secondo George Woodman il digitale ha avvicinato la
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Under 20 – Over 60 - nati digitali o divenuti tali fotografia alla letteratura. Ormai è possibile fare tutto a costo zero, ma allo stesso tempo diventa sempre più difficile fare qualcosa di qualità.
Giancarlo Rado, musicista di professione, racconta il
nordest italiano con una vecchia Hasselblad degli anni ’60, entrando nelle case delle persone, seguendole nel posto di lavoro, ritraendone le aspettative, i sogni…le delusioni nella sua celebre serie “The Italians“. “Qualcuno mi chiede con che macchina scatti? E’ come se mi chiedessero con che computer scrivi? Sono elementi marginali. La cosa più importante quando scatti è la postura, dove ti metti, il taglio che dai. Perché è come gli altri vedranno. Questo fa il tuo stile”. Secondo Rado l’aspetto più interessante del digitale è la condivisione. Tramite Flickr uno dei “condomini fotografici” più affollati del web le tue foto possono essere viste in tutto il mondo. Internet è una grande risorsa, c’è posto per racconti straordinari. I giovani
fotografi senza pretese di fare foto artistiche narrano le loro storie. Scattando foto alla propria vita provocano emozioni intense nelle persone che guardano. Non è cambiato nulla nel modo di raccontare, secondo rado la fotografia è sempre narrazione di ciò che succede intorno e noi e dentro di noi.
Lo sguardo di Massimo Stefani si posa costantemente
su quello strato di umanità, molto spesso dimenticata, che vive lontano e con la stessa equidistanza, sia dal fasto che dalla tragedia. Una umanità che giorno dopo giorno si incontra e si ritrova negli stessi luoghi, nelle stesse strade, nelle stesse piazze, sempre uguale ma sempre diversa. C’è sempre un volto da immortalare, c’è sempre una storia da ascoltare. “La cosa che mi piace di più da sempre è la gente. E il mio obbiettivo è puntato sulla gente”. Massimo Stefani ha confessato di aver passato un periodo di transizione con un primo momento di rifiuto
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del digitale arroccandosi su posizioni legate da una parte alla qualità, dall’altra alla pigrizia iniziale, la fatica di rimettersi in gioco per studiare e ridiscutere una tecnica già acquisita in precedenza. Ma sul mercato la richiesta di immagini digitali era sempre più pressante e ha costretto tutti i fotografi volenti o nolenti a passare al digitale. Se dunque sul mercato il digitale ha delle straordinarie potenzialità, è uno strumento potente e per il lavoro è una scelta obbligata, Stefani per i progetti personali preferisce i tempi dell’analogico.
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l digitale ha abbassato la soglia di accesso alle immagini, ha aumentato in maniera esponenziale la loro fruibilità. Per i giovani è un modo per affermare “io esisto”, un’attività ormai comune ma allo stesso tempo rischiosa . La fotografia è un mezzo per raccontare. Se prima i grandi reporter progettavano i loro lavori come un romanziere scrive un libro, adesso qualcosa è cambiato. Per i giovani che scattano continuamente
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foto il loro racconto avviene mentre vivono, è la cronaca della loro vita. Raccontano la “vita in diretta”, quello che succede nel momento stesso in cui succede. Il digitale non costa niente. Il costo zero è un’opportunità. Il digitale se da una parte ti permette di approfondire, di spaziare dall’altra genera un fiume di immagini che nessuno ha più il tempo di guardare.
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CATERINA NASINI ZEPHYRANCE LOU ISABEL MAGOWAN FEDERICA VANGELISTI SARAH CAROLINE M. SARA MONTAGNANI (Aki) LISA CEINOS “LISAOVERDOSE” MARTA CASTALDO MARTINA FALCHETTI COLIN HILL AGO AGUSTÌN CORNEJO 11
CATERINA NASINI // 21 anni - Italia
Beto nasce a Pisa nel 1981. 8 anni dopo nel 1989 a Firenze nasce Ribbon. I due provengono da esperienze diverse. Beto è un informatico e un musicista. Ribbon è diplomata in incisione. Beto conosce Ribbon nel 2010 e nasce una simbiosi, uno scambio. Beto trova in Ribbon il suo input per avvicinarsi alla fotografia, al reparto video della vita. Essendo stato Beto fino a quel momento un essere totalmente musicale aveva paura che non ci fosse più spazio. E invece Beto ora sta scoprendo un suo modo di utilizzare il mezzo, influenzato dalla bellezza delle opere di Ribbon. Ribbon ha dato fiducia a Beto, Beto ha colto l’attimo, e ora sviluppano insieme progetti visivi, influenzandosi a vicenda. http://merlucco.blogspot.com/ http://betoqundi.deviantart.com/
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ZEPHYRANCE LOU // 22 anni - Cina
Vive a Shanghai, è nata nel mese di aprile del 1989. Il sogno è il soggetto costante nella ricerca fotografica di Lou. Spesso si tratta di scene oniriche delicate, femminili, misteriose e nostalgiche. Nel tentativo di catturare la vita di ninfe contemporanee la fotografa esalta anche i più piccoli dettagli con il suo tono definito. http://www.flickr.com/photos/zephyrance/
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ISABEL MAGOWAN // 23 anni - Stati Uniti
Isabel Magowan ha iniziato la sua attività come fotografa nel gennaio del 2010 alla Wesleyan University, dove si è laureata nel maggio 2011. La luce è una componente critica nel suo lavoro e dona alle sue fotografie il loro forte aspetto psicologico. Isabel è attratta da immagini eccentriche e è incuriosita dalle stranezze che si possono trovare nella vita di tutti i giorni. Le sue fotografie sono un tentativo di realizzare immagini forti che criticano la realtà che lei ha scelto di fotografare. Per lei è una sfida mettere in discussione la definizione di felicità, per mettere in evidenza la disarmonia della nostra percezione degli individui e la realtà della loro esperienza che spesso cercano di nascondere. Attraverso il suo lavoro cerca di esporre la contraddizione insita nelle ipotesi che riguardano la felicità, Isabel pensa che una vita felice sia possibile, nonostante la perdita e l’alienazione che sono presenti nel nostro quotidiano. Isabel
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adora la fotografia ed è grata per la sua presenza nella sua vita. Lei trova che sia una pratica catartica, e un modo di esprimere la sua percezione del mondo, che le parole sono spesso incapaci di fare. http://www.flickr.com/photos/57548374@N08/
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FEDERICA VANGELISTI // 20 anni - Italia
20 anni, studentessa al secondo anno di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Pisa. E’ appassionata di fotografia dall’età di 15 anni, dopo aver frequentato diversi corsi ha deciso di prendere questa passione più sul serio per farla diventare un lavoro. Si diverte ad imparare e realizzare progetti sempre nuovi, dalle street photos, a ritratti curati, spazi urbani, paesaggi, e quant’altro Ha realizzato diverse esposizioni in Toscana, collabora con l’associazione “Arcat” curando l’ufficio stampa e la campagna pubblicitaria. http://yourprofolio.com/federicavangelisti http://www.flickr.com/photos/phederisurlesplaines/ http://federicavangelisti.tumblr.com/
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SARAH CAROLINE M. // 22 anni - Guatemala
E’ nata il 24 luglio 1989 in Guatemala, da madre guatemalteca e padre svizzero. Ha vissuto in 6 paesi diversi durante l’infanzia: Guatemala, Libia, Canada, Olanda, Indonesia, e Svizzera. Ha scoperto il suo amore per la fotografia all’età di 11. A 15 anni ha comprato la sua prima macchina fotografica digitale. Attualmente, le piace fare sia foto che film e le piace esplorare nuovi confini e sfidare se stessa, in ogni modo, per ottenere immagini interessanti. E’ al 100% da autodidatta, anche se il suo sogno è di poter studiare fotografia. Ha molti interessi: cinema, musica, arte culinaria e spiritualità. http://www.flickr.com/photos/xxdarkshine/
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SARA MONTAGNANI (Aki) // 19 anni - Italia
E’ nata a Cecina (Li) il 10 Luglio 1992. Frequenta l’ultimo anno del Liceo Classico. Il prossimo anno vorrebbe iscriversi alla facoltà di Lettere Straniere. Si è avvicinata al mondo della fotografia un po’ per caso, dopo che per il suo 18esimo compleanno ha ricevuto in regalo una reflex digitale. Le piace fotografare quello che la circonda e che le ispira una qualsiasi emozione,che spera di trasmettere a chi osserva la foto. http://www.flickr.com/photos/xxdarkshine/
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LISA CEINOS “LISAOVERDOSE” // 19 anni - Spagna
E’ nata a Salamanca in Spagna. Poi si è trasferita a Guadalajara, Almería, e infine a Madrid da sola. Tutto si muove velocemente e niente rimane a lungo fermo nella sua vita. E’ questo quello che le ha fatto vedere le cose come le vede adesso. La sua vita per immagini è iniziata due anni fa. Tre parole per descrivere il suo lavoro: un’esistenza senza senso. Tre passioni per descrivere la sua vita: macchine fotografiche, musica e libri. Attualmente sta studiando Media e Giornalismo all’Università. http://www.flickr.com/people/dancingballerinas/ http://lisaoverdose.tumblr.com/
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MARTA CASTALDO // 18 anni - Italia
Marta Castaldo ha 18 anni e non è una fotografa professionista, ma sono ormai 3 anni che ha questa grande passione. La cosa che le piace della fotografia è cogliere l’espressione delle persone, è incredibile quante emozioni il nostro viso sia in grado di comunicare. Le piace fotografare uno sguardo che sa dire qualcosa o un momento che sembra un istante rubato a un romanzo. Le piace la gente, in tutte le sue sfaccettature. Nella sua vita spera di riuscire a fare di questa passione un lavoro, per poter fare ogni giorno un mestiere che ama. http://www.flickr.com/photos/questabrezzaleggera/
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MARTINA FALCHETTI // 21 anni - Italia
Martina Falchetti ha 21 anni, è una fotografa e una studentessa di graphic design presso l’università degli studi di Firenze. Inizia a realizzare i primi scatti a 17 anni per pura voglia di sperimentazione con una macchina analogica precedentemente appartenuta a suo padre che non lascerà nemmeno dopo aver acquistato la sua prima reflex digitale. Con il tempo ha iniziato ad interessarsi ai soggetti, per lo più ragazze, incontrate attraverso flickr, o delle amiche con le quali è riuscita a creare un piccolo mondo nel quale non esiste un muro tra fotografo e soggetto inerte, ma anzi, quest’ultimo è libero di approcciarsi al proprio corpo e al set come meglio crede. Ad ogni scatto si crea un’armonia, uno scambio, perchè la fotografia non deve essere la rappresentazione della finzione di un gesto, ma la sua semplice cattura nel momento in cui esso viene compiuto. “Quando scatto la maggior parte delle volte non penso molto alla scena, spesso è capitato che mentre studiavo con un’amica l’ispirazione è piombata all’improvviso, magari nemmeno avevo la mia macchina…sono abituata a
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rapportarmi a diversi tipi di macchina fotografica sì… quindi spesso le situazioni dei miei set sono molto spontanee! Per il digitale uso sempre la modalità manuale perchè è ovvio che ogni scatto ha un quantitativo di luce diverso, ombre linee diverse che devono essere valorizzate…usare il digitale in automatico è praticamente inutile, troppo semplice e riduttivo. Ultimamente sto lavorando ad un vero progetto, qui per esempio visto che c’è un’idea di fondo, le foto sono un tantino più pensate, con i progetti spesso non si può improvvisare perchè deve esserci un filo conduttore e un buon senso logico…” http://www.flickr.com/photos/houzyep/
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COLIN HILL // 18 anni - Stati Uniti
Diciottenne americano dallo straordinario talento. Lui si definisce così “Sono solo un adolescente impegnato in una lotta esistenziale per trovare una direzione alla mia vita”. E’ nato e cresciuto a Jacksonville, in Florida e da poco si è trasferito a Houston, in Texas per frequentare l’università. Ha dichiarato: “ I miei fotografi preferiti sono in genere i miei migliori amici, amo i miei amici, mi piace come vedono il mondo, e mi piace quello che vedo nelle loro fotografie”. http://www.flickr.com/photos/colinhill/
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AGO AGUSTÌN CORNEJO // 15 anni - Argentina
Agostino nasce nel 1996 a Buenos Aires, in Argentina. Immerso in una famiglia di musicisti e pittori, fin da piccolo scopre il mondo dell’arte, innamorandosene profondamente. Sei anni dopo si trasferisce in Spagna, a Barcellona, dove conoscerà le opere dei pittori più importanti. Sensibilizzato da colori, figure e immagini, si dedica alla fotografia, liberando il suo lato artistico più nascosto. Solo un anno dopo, si trasferisce in Italia, dove registrerà un album musicale con i suoi fratelli! Per lui “fermare il tempo” e comporre canzoni con la sua chitarra non è altro che un bellissimo hobby per entrare in un mondo colorato, pieno di vita e passione. http://www.flickr.com/photos/agusking
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GEORGE WOODMAN MASSIMO STEFANI GIANCARLO RADO 35
GEORGE WOODMAN // 79 anni - Stati Uniti
George Woodman is a photographer and painter whose career has spanned over 50 years and included forays into diverse visual media. He is Professor Emeritus at the University of Colorado in Boulder. His work has been exhibited throughout the United States, Mexico and Europe including “19 Americans,” Guggenheim Museum, New York, 1981; “Pitti Rivisitato: Fotographie di George Woodman,” Palazzo Pitti, Florence, 1997; “Imagenes de Tiempo, Sensibilidad y Sombra,” Museo del Chopo, Mexico City, 1999; “Photographs of George Woodman,” Amethyst Gallery, Chennai, India, 2002; “Camera Obscura Photographs,” Grand Arts, Kansas City, MO, 2004. In 2006 had an exhibition at Galerie Clara Maria Sels in Dusseldorf and in 2007, a retrospective of 40 years of painting at the Bemis Center for Contemporary Arts in Omaha, Nebraska. George has received fellowships from the National Endowment for the Arts, The Bemis Project, and been awarded the National Artist Award from the Anderson Ranch Arts Center in Aspen, Colorado. His work is in the
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permanent collections of The Museum of Modern Art, The Guggenheim Museum, The Whitney Museum of American Art, and the Brooklyn Museum. He has published critical essays and catalogue essays plus three books: “Museum Pieces” (Lo Specchio d’Arte, 1996); “The Further Adventures of Pinocchio,” with poems by Edwin Frank (Lo Specchio d’Arte, 2004) and “How a Picture Grows a World,” with poems by Iris Cushing (Galleria Alessandro Bagnai, 2010). George lives half of each year in New York and the other half in Antella, Italy. George Woodman è un fotografo e pittore la cui carriera ha attraversato oltre 50 anni e incluso incursioni in diversi mezzi di comunicazione visiva. E’ Professore Emerito presso l’Università del Colorado a Boulder. Il suo lavoro è stato esposto in tutti gli Stati Uniti, in Messico e in Europa tra cui le mostre”19 americani” al Guggenheim Museum, New York, 1981; “Pittirivisitato:
Fotographie di George Woodman” a Palazzo Pitti, Firenze, 1997; “Imagenes deTiempo, Sensibilidad y Sombra “ al Museo del Chopo, Città del Messico, 1999; “ Le fotografie di George Woodman” presso la Galleria Ametista, Chennai, India, 2002; “ CameraObscura fotografie” nella galleria Grand Arts, Kansas City, MO, 2004. Nel 2006 ha esposto alla Galerie Clara Maria Sels a Dusseldorf e nel 2007 è stata organizzata una retrospettiva per i sui 40 anni di attività come pittore presso il Centro di Bemis per le Arti Contemporanee a Omaha, Nebraska. George ha ricevuto borse di studio dal National Endowment for the Arts, Il Progetto Bemis, ed è stato insignito del premio “National Artist Award” dal Ranch Anderson Arts Center ad Aspen, in Colorado. Le sue opere si trovano nelle collezioni permanenti del Museum of Modern Art, del Guggenheim Museum, del Whitney Museum of American Art e del Brooklyn Museum. Ha pubblicato saggi critici e cataloghi e anche tre libri: “Museum Pieces” (Lo Specchio d’Arte, 1996), “Le
avventure di Pinocchio”, con poesie di Edwin Frank (Lo Specchio d’Arte, 2004) e “How a Picture Grows a World “, con poesie di Iris Cushing (Galleria Alessandro Bagnai, 2010). Ogni anno George vive per sei mesi a New York e per sei mesi all’Antella, vicino a Firenze.
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MASSIMO STEFANI // 60 anni - Italia
Il 1973 è l’anno dei primi approcci con l’immagine fotografica. Ma è a partire dal 1979 che la frequentazione del mondo della fotografia diviene costante e appassionato, seppure lontano dall’ambito professionale (cosa che invece avverrà anni dopo) all’interno di un sodalizio bolognese ricco di fermenti, individualità di spicco e spinte propositive che concorreranno in notevole misura alla sua formazione. Formazione che fin dall’inizio, salvo qualche breve parentesi, lo porta ad occuparsi, con grande assiduità e partecipazione, del pianeta Uomo. Lo sguardo di Massimo Stefani si posa costantemente su quello strato di umanità, molto spesso dimenticata, che vive lontano e con la stessa equidistanza, sia dal fasto che dalla tragedia. Una umanità che giorno dopo giorno si incontra e si ritrova negli stessi luoghi, nelle stesse strade, nelle stesse piazze, sempre uguale ma sempre diversa. C’è sempre un volto da immortalare, c’è sempre una storia da ascoltare. La fotografia di reportage quindi, dalla quale traspare evidente
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l’influenza della scuola statunitense, è il terreno d’elezione sul quale si muove l’indagine che Massimo Stefani conduce, quasi quotidianamente da oltre un trentennio, utilizzando la forza espressiva del bianco e nero (esclusivamente trattato in proprio) per esprimere il proprio sentire. http://www.massimostefanifotografo.it/home.html
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GIANCARLO RADO // 57 anni - Italia
Giancarlo Rado, musicista di professione, racconta il nordest italiano con una vecchia Hasselblad degli anni ’60, entrando nelle case delle persone, seguendole nel posto di lavoro, ritraendone le aspettative, i sogni…le delusioni. Italians (questo il titolo del lavoro) è stato esposto a Treviso, e nel 2009 ne l’ Atelier du 8 di Grenoble. Altri suoi lavori sono stati esposti nell’ambito del progetto ONDS, che sta per Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle Stazioni Italiane in collaborazione con Immigrazione Oggi onlus. Meridiani Montagne ha pubblicato nel novembre 2009 un suo articolo con testo e foto sulla condizione di vita del pastore dei Lagorai. IL FOTOGRAFO del dicembre 2010 ha dedicato la copertina al suo lavoro ITALIANS ed un’intervista a cura di Sandro Iovine sul progetto fotografico che sottende il progetto.
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La rivista FOTOIT ha dedicato ad ITALIANS uno spazio sul numero di di marzo 2011. http://www.flickr.com/photos/23868213@N03/
Giuseppe Vanzella, antiquario e storico della fotografia
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Rosanna Nani, infermiera
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Lucrezia Ghilardi, studentessa
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Under 20 – Over 60 -Innati o zione divenuti tali c odigitali lla b o ra con:
Fotografia
www.cattabrini.com
Stampato presso: Grafiche Gelli - Firenze (www.fotolitogelli.it)
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