Professor Gabrielli Giancarlo Analizzatore di spettro L’analizzatore di spettro è l’equivalente nel dominio della frequenza dell’oscilloscopio nel dominio del tempo; come l’oscilloscopio visualizza il valore della tensione del segnale in funzione del tempo così l’analizzatore di spettro visualizza l’energia del segnale in funzione della frequenza. Il principio di funzionamento è simile a quello relativo ad un ricevitore eterodina. Anziché utilizzare tanti filtri che operano nello stesso istante si utilizza un unico filtro che in istanti diversi viene accordato su diverse frequenze di centro banda. Realizzare un filtro accordabile su un vasto campo di frequenze con elevate prestazioni (in termini di costanza della larghezza di banda, delle bande di transizione e della attenuazione fuori banda) non è però facile dal punto di vista elettronico, per cui risulta più conveniente realizzare un unico filtro di elevate prestazioni accordato ad una frequenza fissa opportunamente scelta, detta frequenza intermedia (IF), e traslare in frequenza il segnale da analizzare in modo da ottenere un comportamento equivalente al filtro ad accordo variabile. Nella figura è rappresentato lo schema a blocchi.
Il collegamento con l’a. di s. si realizza tramite un cavo BNC da 50 ohm sull’ingresso individuato dalla sigla “RF input”. I principali parametri in un analizzatore di spettro Le modalità che l’operatore deve adottare per la predisposizione di un generico parametro in un analizzatore variano a seconda del modello di strumento a disposizione e sono sempre specificate con dettaglio nel relativo manuale. Illustriamo ora il significato dei vari parametri, soprattutto per una corretta interpretazione dei risultati che vengono forniti. I parametri di base per ogni strumento che devono essere fissati sono: 1) la taratura dell’asse delle frequenze; 2) la taratura dell’asse delle ampiezze; 3) il livello di riferimento; 4) l’attenuazione a radio frequenza (RF); 5) la banda di risoluzione; 6) la banda video; 7) il tipo di rivelatore.