Framing Portuguese Architecture

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Laboratorio di Progettazione Urbana B prof. Alessandro Gabbianelli con Dijana Bukvic, Marta Ortolani, Bogdan Ursan

FRAMING PORTUGUESE ARCHITECTURE Dijana Bukvic introduce

Alessandro Gabbianelli giovedÏ 22 | 12 | 2016 ore 10.30 aula C135 Sant’Angelo Magno

Laboratorio di Progettazione Urbana 2B aa 2016-2017 Prof. Alessandro Gabbianelli Tutor: Dijana Bukvic, Marta Ortolani, Bogdan Ursan

ph: Dijana Bukvic

Ascoli Piceno


“A licao de Salazar” Poster: Martins Barata, 1938


“O congresso dos Arquitectos” Fondacao Mario Soares, 1948

“O I congresso de Arquitectura” Fondacao Mario Soares, 1948

“1 Congresso nacional de ARQUITECTURA” Lisboa, 1948


"Casas Portoguesa” Raul Lino da Silva

“Arquitectura popular em Portugal Joao Leal

“Rivista Arquitectura” O problema da casa portoguesa, F. Tavora 1961


“Fernando Tavora� Siza, scritti di architettura, Skira editore


“Pavilhão de Ténis da Quinta da Conceição” Fernando Tavora Leça, Portugal, 1956-1960


Marques da Silva Fondazione

“Pavilhão de Ténis da Quinta da Conceição” Fernando Tavora Leça, Portugal, 1956-1960


“Casa dos Vinte e Quatro” Fernando Tavora Porto, Portugal, 1995-2005


“Casa dos Vinte e Quatro” Fernando Tavora Porto, Portugal, 1995-2005


Alcune volte sento la necessità di scrivere: scrivo. Altre volte mi chiedono di scrivere; quando accetto, allora è difficile. Perché ogni testo deve rendersi necessario, o non significherà molto. Proprio cosi come accade nella pratica dell’Architettura. Comunque l’incarico e tutti i problemi inerenti, e la difficile ricerca di autenticità, di bisogno di espressione, ci liberano dal silenzio, dall’attesa delle ragioni del parlare, interminabile se non ce ne prendiamo cura. E allora regnano le cose e le persone che si agitano di più ( è strano che da un discorso debba risultare un altro silenzio- nel senso di serenità e disponibilità - ma è così). Per me l’esempio, nel pensare all’architettura, e sempre venuto dagli scrittori, e tra di loro i poeti, artefici competentissimi del regesto e del sogno, abitanti della solitudine.

“Alvaro Siza” Siza, scritti di architettura, Skira editore


Parlando in termini generali, chi sceglie di fare architettura non ha bisogno di “saper disegnare”, tanto meno di "disegnare bene”. Molta e buona architettura si è fatta e si fa a “bangalà”. Il disegno è una forma di comunicazione con l’io e con gli altri. Per l’architetto, è anche, tra i tanti, uno strumento di lavoro, una forma di apprendere, comprendere, comunicare, trasformare: una forma di progetto. La ricerca dello spazio organizzato, l’approccio calcolato di quello che esiste e di quello che è desiderio, passano attraverso le intuizioni che il disegno introduce immediatamente nelle più logiche e partecipate costruzioni, alimentandole e alimentandosene. Tutti i gesti - anche il gesto di disegnare - sono carichi di storia, di incosciente memoria, di incalcolabile, anonima sapienza. È necessario non trascurare l’esercizio perché i gesti non si contraggono , e con essi il resto.

“Alvaro Siza” Siza, scritti di architettura, Skira editore


“Casa de Chà di Boa Nova” Porto, Portugal, 1958-1963


“Casa de Chà di Boa Nova” Porto, Portugal, 1958-1963


“Casa de Chà di Boa Nova” Porto, Portugal, 1958-1963


“Piscina in Leça de Palmera” Matosinhos, Portugal, 1961-1966


“Piscina in Leça de Palmera” Matosinhos, Portugal, 1961-1966


“Piscina in Leça de Palmera” Matosinhos, Portugal, 1961-1966


“Escuela de educación de Setúbal” Siza, Setubal, 1986-1993


“Escuela de educación de Setúbal” Siza, Setubal, 1986-1993


“Escuela de educación de Setúbal” Siza, Setubal, 1986-1993


“Esiste una architettura che si impone immediatamente e a quasi tutti, piacendo o meno. Un fotografo abbastanza bravo capta quello che essa sembra essere. Può avere qualità o può essere gratuita. Possiamo apprezzarla profondamente, e in un’ altra visione o in un altro tempo, non ci dice più nulla, o poco. Oppure dice altre cose, se non è gratuita - e allora attinge il silenzio della bellezza. Esiste un’ architettura che impressiona meno e meno gente. Può essere di grande o di piccola dimensione. Si mette in relazione con tutto ciò che la circonda, anche quando ciò non sia apparente, o evidente, o per ragioni di forma. Può avere qualità oppure no; raramente è gratuita, o mai. Può essere modesta, se non esiste ragione di una diversa presenza; o ostica, ma non per immodestia. Questa Architettura abita il mondo di semplicità e di magia.”

“Siza, scritti di architettura, Skira, Milano 1997”


“Fundación Serralves” Oporto, Portugal, 1991-1999


Second floor, El croquis Alvaro Siza 1958 2000 “Fundación Serralves” Oporto, Portugal, 1991-1999


“Fundación Serralves” Oporto, Portugal, 1991-1999


“L'insegnamento di Tavora, alla scuola di belle arti, non riguardava tanto il progetto quanto i principi: il ruolo dei disegni la comprensione del luogo, l’importanza della storia. Il disegno non era solamente una ricerca grafica, ma uno studio delle proporzioni. Noi alunni arrivavamo con i nostri disegni fatti con determinate regole, e una delle prime cose che Tavora faceva , con un Parker dalla punta azzurra, era verificare le proporzioni. Il progetto per il primo anno era una casa per noi stessi, di dimensioni minime e ricordo che vedendo i nostri disegni Tavora , con gesti plateali e a volte buffi, ci spiegava che, per esempio, un corridoio non funzionava. Non è un corridoio - diceva è un tormento , e faceva finta di percorrerlo commentando le difficoltà. Poi cominciava a tracciare grandi cerchi sul foglio e diceva: Questo devi allargarlo! E io rimanevo sconvolto perché vedevo segnare il disegno sui cui avevo lavorato."

“Intervista, Eduardo Souto de Moura, Electa”

“Alvaro Siza” Siza, scritti di architettura, Skira editore


“ Casa do Cinema Manuel Oliveira” Oporto, Portugal, 2003


“Casa das Histórias Paula Rego” Cascais, Portugal, 2008


“Casa das Histórias Paula Rego” Cascais, Portugal, 2008


“Casa das Histórias Paula Rego” Cascais, Portugal, 2008


“La giovane generazione di architetti è più libera dalle inibizioni e contrapposizioni (innovazione o tradizione, internazionalismo o regionalismo) dalle generazioni immediatamente precedenti. A un modernismo degli anni trenta e quaranta, di ispirazione francese o austriaca, tedesca o olandese, seguì l’imposizione di un presunto stile nazionale, a cui pochi e puntualmente hanno saputo resistere. L’isolamento del regime nel dopoguerra e la necessità di una relativa apertura, resero possibile l’introduzione di altri modelli, soprattutto italiani e anglosassoni. La riscoperta della modernità assume allora, e per la prima volta dopo lungo tempo, una posizione di contemporaneità, simultaneamente di universalità e di comprensione della storia come divenire”

“Siza, scritti di architettura, Skira, Milano 1997”


“ VIlas do Bom success” Gonçalo Byrne,Obidos, Portugal


“Terminal de cruzeiros de Lisboa” Lisboa, Portugal, 2010


“Casa das Histórias Paula Rego” Cascais, Portugal, 2008


“Biblioteca Muncipal de Villa Franca de Xira” Villa franca de Xira, Portugal, 2015


“Biblioteca Muncipal de Villa Franca de Xira” Villa franca de Xira, Portugal, 2015


“Biblioteca Muncipal de Villa Franca de Xira” Villa franca de Xira, Portugal, 2015


“Praça D. Diogo de Menezes” Miguel Arruda, Lisboa, Portugal, 2013


“Santa Marta lighthouse” Aires Mateus, Cascais, Portugal, 2008


“Santa Marta lighthouse” Aires Mateus, Cascais, Portugal, 2008


“EDP Headquarters” Aires Mateus, Lisboa, Portugal, 2016


“EDP Headquarters” Aires Mateus, Lisboa, Portugal, 2016


“EDP Headquarters” Aires Mateus, Lisboa, Portugal, 2016



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