acervus
Il progetto fotografico “Acervus” vuole raccontare di una realtà, quella romagnola, dove l’uomo ha da sempre vissuto in simbiosi con il mare, facendone la sua ricchezza più grande. Non a caso a Cervia, località marittima immersa nel verde della provincia di Ravenna, il loro sale lo chiamano “oro bianco”. Pare che il nome stesso del paese derivi dalla parola latina acervus, ovvero cumulo, in riferimento agli iconici mucchi di sale, veri e propri monumenti del luogo (da qui il nome del progetto). L’inizio di questa collaborazione tra uomo e mare si rintraccia fin dall’epoca etrusca, e si è accresciuta in epoca romana con la costruzione delle Terme, tutt’oggi in uso, dove l’acqua marina viene utilizzata a scopi curativi.
La protagonista delle fotografie è proprio la salina, dove tutto avviene con un processo antichissimo che sfiora l’alchimia chiamato “metodo cervese”, che è ancora possibile ammirare nella Salina Camillone, ultima vasca artigianale attiva a scopo dimostrativo. La Salina di Cervia è la più a nord d’Italia e si estende per 827 ettari, in un parco naturale, oggi porta sud del Parco del Delta del Po e da sempre riserva naturale per molte specie animali e vegetali. Il processo è stato meccanizzato a partire dal 1959 pur restando rigorosamente fedele alla tradizione. La Società Parco della Salina di Cervia è stata costituita l’8 dicembre 2002 per volontà di un gruppo di enti locali che ne sono diventati
soci fondatori, con l’intento di riqualificare e preservare l’immensa ricchezza culturale e naturale dell’area. Il sale di Cervia è un sale dolce integrale marino. Marino appunto perché la sua origine è proprio il mare la cui acqua viene fatta entrare in salina dal canale immissario, per poi venir fatta evaporare e concentrare fino ad arrivare al sale vero e proprio, raccolto poi durante la cavadura. Integrale perché una volta raccolto viene esclusivamente lavato con acqua madre (un’acqua a concentrazione di salinità molto più alta di quella del mare e più bassa di quella del sale, ricchissima di sostanze naturalmente positive per l’organismo) e poi lasciato essiccare in aia.
DIletta Comini a.a.2016/2017 corso di fotografia Prof.sa Paola Binante