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La Camera della Moda calabrese attraverso i suoi protagonisti a tu per tu con
Giuseppe
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nella foto: Il presidente Giuseppe Fata e la Presidente Onorario Ambasciatori Principessa Costanza Afan De Rivera Costaguti Florio alla presentazione del calendario 2013 della Camera Regionale della Moda Calabria dedicato a Gianni Versace
fra rappresentazione e linguaggio di Valeriana Mariani
La presenza del corpo nella produzione letteraria è sempre stata legata a due aspetti distinti e collaterali: la concezione ideologica dell'entità corporea come elemento di riflessione di tipo pratico e speculativo, e l'uso che lo scrittore ne fa in senso espressivo e simbolico quando parla delle varie attività corporali, per esempio ludiche e di sforzo, di piacere e di costrizione, fisiche e cerebrali. Ma è arduo, se non addirittura impossibile, assegnare al corpo una definizione letteraria univoca, data la sua unità inscindibile di luogo ove trovano spazio sia l'anima e la mente, elementi spirituali e interiori, sia il fisico come contenitore esterno del più multiforme meccanismo funzionante che esista in natura. Il corpo è pertanto un organismo portatore di spirito e di materia nel suo essere singolare, unico. Nella leggenda che ha dato origine al mito del Faust, egli può vendere l'anima al demonio perché la possiede, e il demonio ricompensare con ogni sorta di voluttà di cui è il corpo a trarre godimento. Proprio da questa unicità, che paradossalmente si
STORIA DI COPERTINA
Alladell’archetipo scopertafemminile. A TU PER TU CON
FATA
GIUSEPPE edifica su una dualità oppositiva, in letteratura prendono consistenza le classificazioni terminologiche e distintive che ne derivano, a seconda delle condizioni in cui il corpo è inserito e dei relativi campi di applicazione: di maschile e femminile (uomo e donna) e dei loro rapporti; di individuo e persona o, all'opposto, di sinonimo di collettivo dal punto di vista giuridico e sociale; di essere, e
persino di non essere, come il fantasma o lo spettro; di 'carne' e di 'sangue', in chiave simbolica; fino all'incorporeità degli esseri divini, la cui dimensione corporale è sublimata in senso religioso nel puro spirito. Più che la letteratura, tuttavia, storicamente è stata la filosofia a occuparsi di un'interpretazione del corpo come entità, data la sua fisionomia discorde e dualistica,
trasformandolo da celebrazione della vita naturale in dilemma culturale e simbolico. Questo vale soprattutto per il pensiero occidentale. Nel mondo e nella cultura dell'Oriente, invece, corpo e spirito si fondono in un'entità unica e il dualismo filosofico non si pone in maniera così problematica, ma anche un po' astratta, come avviene nell'Occidente. Le linee direttrici www.donnaimpresa.com
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della dualità si richiamano tradizionalmente alla filosofia greca, e trovano conferma in una varietà di posizioni teoriche che privilegiano comunque lo spirito. Da centro di irradiazione simbolica nelle comunità primitive, il corpo, come dice U. Galimberti è diventato in Occidente il “negativo di ogni valore” che il gioco dialettico-concettuale delle opposizioni è andato man mano accatastando. Dalla “follia del corpo” di Platone alla “maledizione della carne” nella religione biblica, dalla “lacerazione” cartesiana della sua unità alla sua “anatomia” ad opera della disciplina scientifica, all'homme machine degli illuministi, il corpo vede procedere la sua storia con la sua riduzione a forza-lavoro, a numero per potenziare la produzione in senso economico. Oggi, tuttavia, il problema è capovolto, perché nell’era dell'automazione, dell'informatizzazione e della globalizzazione, esso non ha più senso, essendo tagliato fuori dal ciclo produttivo, diventa economicamente un ingombro. Alla casistica problematica che ha accompagnato il corpo nella storia, naturale e culturale, bisogna aggiungere la componente economica per la quale il corpo diventa una questione sociale. Ma per superare l'opposizione culturale tra anima e corpo e cercare di dare a proposito dell'entità corporea una risposta più articolata e organica nel quadro della visione interdisciplinare che lo caratterizza, il sapere contemporaneo ha ulteriormente messo in evidenza il carattere culturale della nozione di corpo, trasferendolo dall'ambito naturale a quello dei concetti e assimilandolo ai fenomeni simbolici. Antropologia, semiologia, linguistica, medicina, psicoanalisi, ogni disciplina ha dato del corpo una propria proiezione come significato espressivo che supera la tradizionale separatezza di corpo e anima, di cuore e mente, di movimento e stasi, per situarsi nella sfera del rapporto comunicativo. Il corpo vivendo comunica perché produce un insieme di segni, ossia realizza con il proprio complesso movimento pratico e spirituale una serie di funzioni che assolvono lo scopo di comunicare ai diversi livelli e nei diversi contesti in cui agisce: come disse M. de Certeau, nella storia abbiamo un corpo per ogni epoca e per ogni gruppo. La letteratura è il campo dove questo movimento si esprime in senso rappresentativo grazie al linguaggio. A differenza della filosofia, la letteratura ha esaltato o denigrato il corpo in quanto invenzione oriflesso, dal punto di vista verbale, dell'attività umana. In tal senso il corpo è divenuto condizione essenziale nel contesto letterario, anzi è connaturato alla letteratura, poiché sul piano della raffigurazione espressiva esso si è via via identificato con l'uomo stesso. Personaggio principale, se non assoluto, del dialogo letterario, l'uomo è presente fisicamente e non come astrazione anche quando è portatore di idee: la sua manifestazione culturale e il suo movimento naturale si esprimono per mezzo ed in virtù del corpo. In letteratura, però, la parola non può rendere la rappresentazione del corpo con quell'evidenza plastica che è caratteristica della pittura e soprattutto della scultura, si esprime tecnicamente in forma diversa, perché la sua dimensione è descrittiva, ed appunto per questo il corpo acquista sulla pagina una pregnanza significativa quando il moto esteriore si associa alle reazioni interiori: il corpo diventa allo stesso tempo atto e pensiero, descritto nel suo fare e scandagliato nel profondo. In altri
termini, è lo spirito che costruisce il corpo, come sosteneva F. Schiller nel pieno dell'esaltazione romantica. Da tali premesse ne deriva che la rappresentazione del corpo in letteratura non è mai neutra ma sempre l'espressione di un'idea. Nella descrizione manzoniana della monaca di Monza, figura di cui l'autore mette in evidenza, soffermandosi sapientemente su alcuni particolari, i tratti ambigui e il senso di inquietudine, il narrare trascorre dalla rappresentazione visiva a un implicito giudizio morale e storico; ma anche quando il discorso letterario in genere sembra risolversi in un elegante esercizio descrittivo, non privo di raffinatezze stilistiche (si potrebbe pensare a certe pagine estetizzanti di G. D'Annunzio), in realtà esso può richiamarsi a una visione edonistica che indugia, anziché su un paesaggio o su qualche oggetto, sul corpo quale luogo privilegiato del piacere umano in ogni tempo. L'insistenza descrittiva sul corpo non è accidentale, ma si inserisce nelle esigenze di una poetica che è frutto di una concezione del mondo: cela una ragione storica e culturale. Una svolta determinante al problema del corpo l'ha data in seguito la psicoanalisi. Le ricerche di Freud non sono circoscritte al luogo della psiche, ma hanno assorbito l'intera struttura dell'organismo umano; sulle sue orme, la concezione del corpo nella cultura contemporanea ha scoperto altre condizioni e ramificazioni espressive. Il corpo come linguaggio, che implica qualcosa di più rispetto alla nozione di linguaggio del corpo, non è un'ipotesi inverosimile, ma il frutto di una ricognizione meno superficiale del comportamento umano, la quale attribuisce alle nostre azioni un senso che va al di là della loro origine naturale. Ed è una caratteristica dell'attuale: come ebbe a dire J. Ortega y Gasset, il corpo è rinato e reclamarne la “riscoperta” è toccato al nostro tempo. Naturalmente, con tutti gli effetti del caso. Per J.-P. Sartre l'uomo consiste solo in ciò che fa, e ad agire nel complesso dell'esistenza è appunto il corpo, tragicamente condannato dalla libertà di fare. M. Foucault ha impostato tutta la sua opera sulle relazioni e costrizioni del corpo, dalla follia alla sessualità alle prigioni, ma, in dissonanza con Sartre, percepisce la libertà come illusoria se il fare non è “opposizione” all’ apparato che imprigiona l'uomo annullandone il corpo. Il corpo è stato infine protagonista del processo di cambiamento nei rapporti umani e nel costume sociale esploso con il Sessantotto. Ed è stata principalmente la donna che ha svincolato il proprio corpo dalle ipoteche che lo subordinavano a una funzione retoricamente materna o di puro oggetto di piacere: ciò, scrollandosi di dosso l'attribuzione di secondo sesso, che polemicamente aveva usato S. de Beauvoir per dire che donna non si nasce ma si diventa. Proprio i sorprendenti sviluppi letterari di oggi della dimensione corporale spingono a pensare che il corpo nella sua complessità, e al di là delle distinzioni genetiche, rimanga tuttora un'entità in larga parte ignota. Malgrado ci si illuda di avere ormai avviato un rapporto irreversibile con il nostro essere corpo, in realtà questo è un territorio che, a percorrerlo, regala ancora ininterrotte sorprese. In ogni sua parte esso cela un sorprendente laboratorio di ricerca in grado di offrire una serie infinita di possibilità sperimentali sconosciute, i cui risultati hanno sempre una duplice essenza: materiale e spirituale, che è compito della letteratura tradurre in linguaggio e plasmare stilisticamente.
l'immaginario fantastico
L'antropomorfismo dal punto di vista letterario è un'allegoria, una figura retorica. L'idea di introdurre animali cui attribuire condotte umane in un'opera letteraria, oppure di raffigurare animali con somiglianze umane ha un valore simbolico: è una tecnica espressiva per affrontare in maniera indiretta, ma anche con maggior libertà di contenuti, un discorso di fondo sull'uomo e calcolata allegoria a sfondo politico di G. Orwell nella Fattoria degli animali o di stampo moralistico nella Collina dei conigli di R. Adams. L'identificazione dell'uomo con la figura animale, come la comprensione della natura
morale degli esseri attraverso l'aspetto fisico, ha dato origine nelle favole alle divinità di svariate civiltà: l'uomo ha fatto ricorso all'animale per mezzo di effigi, maschere, totem e leggendarie metamorfosi, per comunicare con gli altri e con sé stesso. ll Centauro, la Sfinge, Medusa, Proteo, il Minotauro sottolineano l'incontro magico e naturale tra la razionalità umana e l'istinto animale. Gli episodi più bizzarri delle Metamorfosi di Ovidio e dell'Asino d'oro di Apuleio rivelano che, nella immaginazione degli scrittori, la forma animale è sempre stata una maschera dietro la quale occultare gli errori, le paure o i desideri proibiti dell'animo umano. Dal mito greco di Pasifae e il toro sino alle favole dell'epoca medievale che riprendono il mito di Leda e il cigno, dietro al racconto fantastico e alla fiaba si nascondevano passioni inconfessabili, erotismo, amore e morte. La riproduzione simbolica, però, si arricchisce di significati nuovi quando entrano nel discorso i primi ordini scientifiche che conferiscono all'antropomorfismo un carattere meno fantasioso e più definito. Nei trattati di fisiognomia dell'antichità, dallo Pseudo-Aristotele a Polemone, da Adamanzio allo Pseudo-Apuleio, sino al De humana physiognomonia di G. Della Porta, del 1586, ogni parte del corpo umano era paragonata a quella di un animale, quasi gli animali fossero emblemi viventi delle passioni umane e in essi si potesse già riconoscere quell'aspetto oscuro della mente di ogni individuo, quell'inconscio portato definitivamente alla luce da Freud con la psicoanalisi e che spinge Nietzsche nella Gaia scienza a ribaltare perfino il rapporto: sarebbero gli animali a vedere nell'uomo un essere a loro uguale che ha perduto in maniera pericolosa il sano intelletto animale, a vedere cioè in lui l'animale delirante, l'animale che ride o che piange, l'animale infelice. Mentre le creature ibride del Bestiaire di Ph. de Thaon, del 1126, lasciano scorgere una forte critica nei confronti della società del tempo, raccontata sotto spoglie animalesche, il Roman de Renart, del 1288, precorre le favole di J. La Fontaine e poi di F. Fénelon e di J.-P. Florian, dove gli animali personificano vizi e virtù. La forma umana, nell'Ottocento, ritorna a essere una semplice maschera con le 73 tavole delle Metamorfosi del giorno e le Animalomanie di Grandville, con i disegni satirici di H. Daumier e le illustrazioni di S.-G. Gavarni: gli animali divengono personaggi veri e propri, e la bestialità umana corrompe la vita sociale, fino al punto di essere il simbolo di un mondo che gira alla rovescia. Dopo avere permeato il Medioevo e il Rinascimento, dopo essere resuscitato nelle speculazioni settecentesche e nelle favole del 19° secolo, il rapporto uomo-animale sembra rivivere, per mezzo della metafora, nell'era moderna: Gregor Samsa, interprete della Metamorfosi di Kafka, pur continuando a pensare e a sentire come un essere umano, accoglie la propria metamorfosi in insetto immondo sino alla morte, perché così vuole il fato. Sembra un precedente per Il racconto della piattola di T. Landolfi, ma non lo è perché qui lo scrittore ha dato voce all'insetto che, con tono oracolare, ammonisce gli uomini della loro caducità. La soggezione inconscia dell'uomo nei riguardi della ferinità ha ancora sollecitato il Landolfi della Pietra lunare, mentre una delle identificazioni più diffuse è quella con il lupo, come nel Mal di luna di Pirandello e nei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese. E tra gli ultimi cercatori d'avventure intellettuali del nostro tempo non poteva mancare una raffigurazione dell'umano in un animalesco fantastico: Apollinaire, A. Savinio, J.L. Borges, A. Masson sono gli ideatori di un surreale e immaginario bestiario interiore che paragona l'animalità a un vero e proprio carattere riproducibile in pittura attraverso il ritratto. L'avvento dell'era tecnologica ha modificato l'archetipo del legame esistente tra i caratteri delle specie animali e la conformazione fisica umana. Di fronte ai primi ragni umani apparsi nella Macchina del tempo di H.G. Wells, e alla descrizione anatomica dell'uomo-crisalide realizzata da R. Bradbury in Crisalide, a metà Novecento, la trasformazione dell'essere umano in animale vivente è quasi scomparsa, occultata dalla presenza di moderne creature che popolano l'immaginario degli scrittori di fantascienza e suggeriscono una diversa dimensione dell'animale tradizionale. All'inizio del Terzo millennio, i robot metallici, i mutanti genetici, gli alieni e i replicanti capaci di assumere a loro piacimento forme batteriche, siano esse animali oppure umanoidi, rappresentano metaforicamente la rinnovata paura dell'uomo di smarrire la propria identità smarrendo quegli istinti che lo accostavano irrazionalmente all'animale.
TESTIMONIAL:
Maria Perrusi (Miss Italia 2009) CONCEPT E FOTOGRAFIA:
Arcangelo Fazio CONCEPT E POST PRODUZIONE FOTOGRAFICA:
Gianluca Muraca HAIR DESIGNER:
Giuseppe Fata MAKE-UP:
Dario Caminiti PROGETTO GRAFICO:
Enfasi Studio GIOIELLI:
Gerardo Sacco TESTE SCULTURE:
Giuseppe Fata
Abbiamo visto Presidente come, dai tempi più antichi, gli uomini hanno sentito l'esigenza di interrogarsi sul modo in cui poteva essersi formato l'universo, sulla nascita del genere umano e sulle cause dei fenomeni naturali che accompagnavano, ma spesso anche sconvolgevano, la loro vita e come, non possedendo ancora gli strumenti del pensiero filosofico e scientifico, essi si affidarono alla fantasia, personificarono e divinizzarono le forze benigne e maligne da cui si sentivano circondati dando vita a un vasto patrimonio di storie, per loro sacre e veritiere, che sono giunte a noi attraverso le più svariate fonti letterarie e artistiche. I miti, racconti terribili e meravigliosi, che narrano le origini dell'universo, degli uomini e degli dèi e che hanno per protagonisti esseri soprannaturali, prendono il nome, dal greco "mythos", che originariamente designava la «parola» e in particolare la «parola solenne e sacra di un dio». Il mito non è un racconto del tutto favoloso e inverosimile, ma racchiude una sua «verità», poiché è un modo di conoscenza e di appropriazione della realtà tipico delle società primitive, antiche e moderne. Il mito dunque viene interpretato come autentica conoscenza o comunque come una narrazione che possiede elementi di realtà. In questo senso dobbiamo pensare al mito come alla sapienza propria elaborata da una civiltà, un suo elemento di coesione, di memoria storica. Se andiamo ad enucleare il mito nella sua pienezza lo scopriamo come una tipica fonte di modelli di comportamento e regole dell'agire e potremmo azzardare nel dire che è nato dal bisogno di spiegare le leggi della vita e della natura ed è stato uno strumento di conoscenza per i popoli, con finali diversi o con particolare
nell'affermare che si tratta di un antico simbolo religioso orientale, ma sia che rappresentasse il dio Baal, o il sole, nella sua triplice forma di dio della primavera, dell'estate e dell'inverno, sia che rappresentasse la luna con le gambe talora sostituite da falci lunari, è inconfutabile però il ritenere che questo particolare figurativo rivela degli aspetti tipicamente siciliani. I simboli hanno incalcolabile valore tangibile anche nel tempo attuale, perché riescono ad esprimere una sintesi di concetti di valore assoluto, generale ed eterno ma, oltre ciò, Medusa simboleggia colei che ti ferma e ti domanda "Sei pronto per conoscere ciò che si cela dietro di me? Potresti soffrire e perdere anche ciò che ami. Queste sono le conseguenze". Lei è la trasformazione. Attraverso il suo sguardo ti blocca e ti trasforma. Ti avverte che ti sei spinto troppo oltre, che tutto quello che avverrà sarà pericoloso. Perché la conoscenza è pericolosa per chi non è pronto ad accoglierla. Medusa è donna, bellissima e sinuosa. E' colei "che domina". Violentata nel tempio di Atena da Poseidone, oltraggiò la Dea nascondendo il suo volto dietro l'egida di quest'ultima e Lei la trasformò in un orrendo mostro ma tutti sappiamo il mito della Gorgone mortale, colei che osò sfidare Atena lodandosi dei suoi splendidi capelli. Ma ci siamo mai chiesti il perché la bellissima Atena dopo aver umiliato la fanciulla tramutandola in una "orrenda" creatura continuò a perseguitarla istigando Perseo affinché la uccidesse? Sarebbe ipotesi ardita il pensare che Medusa possedesse ciò che Atena non aveva? Atena è bella, di una bellezza classica, ma Medusa lo è di più, e diversamente, è sensuale. Atena è saggia, Medusa invece è trasgressiva, Atena è "vergine", Medusa invece conosce i segreti
alladell’archetipo scoperta femminile. INTERVISTA ESCLUSIVA
fantasiosi. In quasi tutte le società e culture è esistita una narrazione mitologica dell'origine dell'essere umano e dell'universo, quindi il mito deriva dall'umana necessità di rispondere alla domanda: "Da dove veniamo?" È legittimo supporre che il mito possieda un'intelaiatura che viene sempre ripresa e modificata, fino anche ai giorni nostri e che è flessibile dal momento che ha diversi significati e si apre a plurali interpretazioni, modificandosi nelle continue riprese. Non a caso Campbell nell’ “Eroe dai mille volti” scrive: « I miti sono fioriti tra gli uomini in tutti i tempi, in tutte le regioni della terra, ed al loro vivificante afflato si deve tutto ciò che l’attività fisica e intellettuale dell’uomo ha prodotto». Il valore del mito, in quanto mito persiste, infatti il mito viene percepito come mito da ogni lettore in tutto il mondo; la sostanza del mito non sta nello stile, né nel modo di narrazione, né nella sintassi, ma nella storia che viene raccontata del resto non è esagerato affermare che le inestinguibili energie del cosmo si manifestano nella cultura umana proprio attraverso il mito. Se cerchiamo di scavare fino in fondo ci rendiamo conto che le religioni, le filosofie, le arti, le forme sociali dell’uomo primitivo e storico, le scoperte scientifiche e tecniche, gli stessi sogni che popolano il sonno, scaturiscono indistintamente dalla fonte magica del mito. Infatti, i simboli che fanno parte della mitologia non si fabbricano, non si possono inventare, controllare, o abolire per sempre: sono produzioni spontanee della psiche e ciascuno ne conserva intatto il potere. Medusa, in greco antico, significa dominio, talento, fascino e insieme seduzione e mostruosità della bellezza. Quindi eros e thanatos, passione e terrore. La paura è una passione e la sua rappresentazione produce liberazione. Gli studiosi sono concordi
del sesso. Medusa rappresenta l'essere donna che non si piega ai soprusi dell'uomo, lei gioca e ti istiga, ti provoca e ti ammalia, è la Signora degli Incantesimi, ti incanta con i suoi serpenti e il suo sguardo paralizza la virilità maschile. Si legge che una volta Atena si accostò sulla riva di un lago e iniziò a suonare il flauto, (strumento d'estasi) e vide il riflesso di Medusa (a simboleggiare che Ella si cela in ogni donna) e ciò la rese potente ma anche piena di invidia, tanto da desiderare fortemente di "essere" Lei; motivo per il quale chiese la sua testa per poi raffigurarla sul suo scudo e la sua pelle per indossarla in battaglia. Capì che doveva essere Medusa per sconfiggere e impaurire i nemici, quei nemici che avevano spodestato l'antica Madre per essere poi "demonizzata" e ridotta in schiavitù per proliferare e nulla più. Medusa-Atena è la Dea-Serpente venerata dalle Amazzoni della Lybia, rappresenta i cicli del tempo e della natura, della morte e della rinascita, è la creatività e la distruzione al tempo stesso che continuamente si rigenera e si trasforma. E' il ciclo femminile, è il silenzio della conoscenza, è il varco per la trasformazione o la trasmutazione dell'anima dal Nigredo all'Oro. Medusa, dunque Presidente, è tutte le donne? Athena usa la maschera di Medusa sul suo scudo, simbolo della presenza di misteri legati al femminile in cui nessuno sguardo estraneo dovesse posarsi, un modo per indicare un "blocco", un senso figurativo del "non puoi procedere oltre". Ma potrebbe racchiudere semplicemente il fatto che un uso esagerato della mente "blocca" la comprensione dei Misteri Femminili: Athena, d’altro canto, appare completamente sottomessa all’autorità paterna, è una vergine che rifiuta la sua
discendenza femminile, arroccata e arginata in se stessa che adopera i suoi poteri "in funzione" della volontà del Padre Zeus. O, almeno, questa è la rappresentazione di Athena che ci è stata consegnata. Il mito sembra un modo per spiegare come la mente razionale rigetti l’esteriorità dell’apparire e "punisca" ogni celebrazione a ciò connessa, relegando Medusa tra i mostri. Il razionale cerca di difendersi, dapprima respingendo il lato istintuale, in seguito facendosene scudo; un modo per usare ciò che non si accetta senza farlo proprio, quasi sia un elemento estraneo, avulso e non appartenesse al proprio Io profondo. Medusa non attacca: si difende. Non invoca qualcuno a sé. Il suo compito è quello di guardare e bloccare. Fissare. Qualcuno o Qualcosa esiliandolo in un’immobile eternità, in un certo senso immutabilmente uguale a se stesso. La Signora che misura lo scorrere del tempo lo domina e sa che affinché ci si possa trasformare bisogna ineluttabilmente che il tempo passi, che si prenda coscienza di ciò che si è compreso ed in qualche modo lo si assimili. In uno sguardo, in un istante il tempo si blocca… può essere un modo per significare “Fermati e prendi coscienza”; sotto il Suo sguardo si diventa “pietra” solida, si trasforma in certezza ciò che prima era solo una percezione: “Sii conscia della trasformazione”. Ciò suggerisce che il recuperare la propria identità femminile è un lavoro di ascolto e scoperta di ciò che è la natura femminile nella sua essenza. Inevitabilmente diventa un lavoro “iniziatico” in cui gli archetipi millenari compenetrano la propria identità. Richiede costanza, pazienza, attesa e grande duttilità perché porta - senza dubbio - a innumerevoli trasformazioni non solo interiori.. La farfalla è un fantastico insetto che ci insegna che la vita è cambiamento, è trasformazione. Come pensa si senta un bruco che inizia il suo periodo di trasformazione dentro una crisalide? Ed ancora, quando Medusa ha acquisito la capacità di
Medusa vestite in meravigliosi abiti di Claudia Ferrise, straordinaria interprete dello stile sartoriale fra le più celebrate nel campo dell’alta moda. A lei il compito di elevare il corpo femminile a simbolo del desiderio, fascino e terrore, bellezza e fatalità della figura femminile. Un interrogativo però rimane ancora aperto, o piuttosto, non esaustivamente sviscerato nella sua moltitudine di significati intrinseci; quasi vi fosse la volontà di fornire un elemento discordante all’interno di uno dei dibattiti maggiormente significativi della nostra epoca: gli stereotipi ed i pregiudizi legati al “genere”. Personalmente trovo interessante una ulteriore esegesi, ovvio che il desistere dai significati tradizionali mi ponga inevitabilmente alla stregua di eretica e per questo mi auguro di non essere messa al rogo (sorrido sarcastica), a partire proprio dal dato di fatto che Medusa, sia che fosse stata stuprata o sacrificata sull'altare, pone comunque la questione su come la responsabilità della sua decapitazione (proprio come Ifigenia fu sacrificata ad una Artemide assetata di sangue), sia stata decretata da un’altra donna, sebbene Dea: Atena. La preservazione del potere indurrebbe tutti dunque, uomini e donne, a sopprimere “l’altro/a” quando a questi si riconoscano capacità tali da poter mettere in discussione la propria egemonia. Punto. Curioso semmai che in questa lotta alla leadership l’uccisione sia stata decretata da una donna su un’altra donna: pura vanità? I miti che riguardano Medusa descrivono la sua bellezza originaria, i suoi capelli; in una versione, è proprio la sua vanità la causa della trasformazione in mostro da parte di Athena. In altra versione è una sacerdotessa di Athena la cui “colpa” consiste nell’essersi fatta sedurre da Poseidone all’interno del Tempio della Dea. In entrambi i casi, il punto
GiuseppeFata pietrificare? Dopo aver conosciuto l’abbraccio di Poseidone, signore delle profondità marine (e dunque inconsce), non è un potere che le appartiene da sempre. Volendo fare un parallelo - quasi… junghiano - le appartiene da dopo l’unione del maschile e del femminile. L'inconscio è costituito da bipolarità, da ambivalenze, da conflitti, forze che si muovono come cavalli impazziti senza domatore, e ogni tentativo di maturazione psichica si muove necessariamente verso un confronto, verso una unione, una commistione e un equilibrio di tali elementi opposti. Qualsiasi essi siano. La natura riconferma sempre la sua leadership, non dimentichiamolo… Le “Teste Sculture – Medusa” il cui tema, come abbiamo visto, affascinante nel suo richiamo simbolico, offre materia ricca di suggestioni da cui Claudia Ferrise, stilista che ha voluto al suo fianco in questa esperienza itinerante, è chiamata a trarre spunto affinché si rappresenti e magnifichi in passerella il corpo e la sensualità della donna oltre che quella straordinaria conoscenza e padronanza delle tecniche stilistiche e manifatturiere che sono proprie della tradizione sartoriale del sud. Ma come nasce, Presidente, questo bellissimo progetto? Ed ancora, cosa, le ha consentito di riconoscere da subito in Claudia Ferrise quella stilista capace di tradurre tutto il carico di significato che desiderava far “rivivere” in chiave contemporanea della figura di Medusa? Con le “Teste Sculture – Medusa”, figura mitologica, abbiamo voluto incarnare nelle passerelle, così come esige la modernità, nello stereotipo di Femme Fatale: ovvero quel femminile tanto seducente ed incantatore da incutere quasi soggezione e che si contempla attraverso statuarie bellezze dalle identità celate dietro paramenti simboleggianti la testa di
focale è dato dai capelli di Medusa, che da strumento di fascino diventano portatori di morte. I capelli, da sempre simbolo della seduzione femminile, si trasformano in serpenti velenosi, sibilanti ed infidi; del resto anche Lilith, la cui unica "colpa" sembra sia stata il non voler soggiacere ad Adamo, aveva nei capelli il potere di sedurre. La razionalità (rappresentata da Athena) sembra rifiutare e punire con un marchio di "deformità" (quindi di difformità) l’uso cosciente della seduzione, quasi l’uso di un simile potere femminile debba condurre inevitabilmente alla rovina. D’altro canto il sedurre sembra sia l’unico potere che viene ancora “concesso” (o che non sia stato sottratto…) alle donne, ma assume comunque una connotazione negativa. Seduzione è allora sinonimo di inganno: si mostra una maschera che attira ma che nasconde spesso una realtà diversa, negativa. L’esperienza estetica della bellezza si intreccia all’esperienza dello sguardo creando, nello spazio delle complesse dimensioni dell’apprendimento, traiettorie estremamente suggestive da percorrere. Nel gesto di “prendere” ciò che è bello (o che appartiene alla bellezza, ivi comprendendo i suoi contraddittori opposti) si produce un movimento definibile attraverso curiosità e brama, ma, al contempo si sviluppa anche un senso di timore e paralisi; quel che attrae può divenire mostruosamente o terribilmente bello, ovvero, nel lessico proprio dell’eccesso che la bellezza porta con sé, “troppo bello”. C’è una sorta di insostenibilità che la bellezza crea. Il troppo bello che diventa mostruoso o terribile genera non solo ossimori, ma porta anche in campo la dis-misura, lo stupore che cerca subito una forma di controllo di quel largo smisurato e spaesante che stiamo intravedendo: si tenta quindi di ridurre quel che ci appare difficile da gestire. Si fa largo il concetto di mostruoso, che intreccia profondamente
bellezza e timore. Il termine “mostruoso” comprende, nella sua dimensione lessicale e semantica, pregnanti rimandi alla dimensione visiva dello sguardo “invidioso”; il lemma latino monstrum deriva dal rafforzativo di monere, che significa avvisare e ammonire. Il settore dell’alta moda è senza dubbio uno dei più importanti campi di eccellenza del made in Italy. Il suo peso sulla nostra economia è pari a pochi altri ambiti produttivi. Si tratta di un sistema particolare e poco studiato; in effetti, per lungo tempo, è stato appannaggio esclusivo di stilisti e creativi e solo in epoca recente si è iniziato a guardare ad esso come ad un vero e proprio settore industriale. Indubbiamente l’oggetto di attività dell’industria della moda, ovvero un prodotto ad alto contenuto creativo, rende le imprese che operano in questo campo uniche per la necessaria compresenza al loro interno di quella che è stata definita come una doppia anima, emozionale, costituita da stilisti e creativi, e razionale in quanto rappresentata da manager che in essa lavorano e affiancano l’attività dei primi. La moda, infatti, è un insieme di intuito, estro e creatività, ma anche management e organizzazione. Si tratta, se vogliamo, di componenti formalmente discordanti ma che devono convivere al fine di raggiungere l’obiettivo, assolutamente non trascurabile, della affermazione dell’impresa. La compresenza delle suddette anime è essenziale per la sopravvivenza stessa del settore. Da una parte, infatti, i prodotti realizzati devono essere di moda, se non di alta moda, ovvero devono racchiudere al loro interno un’elevata qualità ed un alto livello stilistico ed innovativo, dall’altra è indispensabile che l’azienda rispetti le regole base per una gestione aziendale efficace ed efficiente. Si presenta, quindi, la necessità di effettuare un
La moda, come da lei espresso, è estro, creatività, intuito, ma anche organizzazione, strategia, management. E queste due componenti, apparentemente contrastanti, devono convivere e amalgamarsi per assicurare il successo di un’idea imprenditoriale. Il mondo della moda è un mondo che vive di tendenze e gusti che cambiano nel giro di una stagione. È un mondo quindi, in cui lo studio sociologico del consumatore diventa non solo fondamentale, ma pressoché irrinunciabile. Diventa sempre più importante trovare figure manageriali specializzate nel settore moda, persone in grado di “gestire la creatività”, indirizzandola senza ostacolarla o snaturarla così come pure diventa imprescindibile condizione il saper innovare e scardinare le regole rimanendo però fedeli ai valori della loro marca e rafforzandone il vantaggio competitivo. Resta da sfatare l’idea che la moda sia solo spettacolo ed eventi: essa è un fattore sociale, ambientale ed economico che riesce ad unire mondi differenti tra loro quali la creatività e il consumo. In uno scenario così variegato, per vincere la battaglia concorrenziale le imprese devono essere in grado di assecondare le richieste dei consumatori cercando di soddisfare nel miglior modo possibile le loro esigenze. Tali imprese devono, quindi, adattarsi velocemente al mercato, puntare all’innovazione sia del processo di produzione che del prodotto, con una preferenza per la qualità, il servizio e la differenziazione. Ed è proprio al marketing che viene assegnato tale ruolo per mantenere il posizionamento acquisito sul mercato, per rinforzarlo e per sostenere la battaglia concorrenziale. Il capo, una creazione di lusso, è prodotto in singola copia o in piccolissima serie. Il consumatore di alta moda desidera un abito che sia immagine, lusso, status symbol, originalità, personalità, estro, e, soprattutto, il marketing mix che rappresenta. L’alta moda è uno stile, un design, ma soprattutto è
alladell’archetipo scoperta femminile. INTERVISTA ESCLUSIVA
compendio tra esigenze diverse; i creativi sono costretti ad adeguarsi ai limiti posti dai vincoli di bilancio, senza che ciò sminuisca però il loro estro e la loro capacità innovativa e gli amministrativi devono anch’essi adattarsi al particolare contesto in cui operano e alle esigenze, talvolta inusuali, degli stilisti dalla cui attività dipende, in gran parte, il successo delle imprese. Si capisce, dunque, come sia fondamentale che il management di queste aziende cerchi di coniugare ed amalgamare le diverse istanze presenti al suo interno e che non sono esclusivamente amministrativo-gestionali: il management della creatività non si deve limitare a mantenere le competenze creative esistenti, ma ne deve favorire l’ampliamento e l’arricchimento continuo. Da quanto fin qui osservato si capisce come il prodotto moda presenti caratteristiche proprie e sia, dunque, di difficile collocazione all’interno dei tradizionali schemi economici e produttivi. E’ “un bene, che sta fra il necessario ed il superfluo, fra l’economia e la cultura”; la sua definizione appare difficile trattandosi, da una parte, di una vera e propria opera d’arte, dall’altra, di un prodotto che, per esigenze di gestione, deve in ogni caso trovare un mercato di sbocco e di vendita al pari degli altri prodotti. Da quanto fin qui esposto si può da subito intuire come "il prodotto moda" abbia caratteristiche peculiari rispetto ad altri prodotti ma come ciò nonostante non si dissoci dal concetto di azienda. Questa premessa al fine di chiederle, quanto, a parer suo, il management riesca oggi a coniugare le diverse istanze prospettate, affinché non si limiti all'esclusivo mantenimento delle competenze creative esistenti…
un brand: per posizionarsi sul mercato è quindi necessario un ingente investimento di capitali nel brand e nel suo marketing, nella creazione di immagine e di attrattività. L’esclusività del prodotto di un brand di alta moda non riguarda, pertanto, solo il singolo abito, ma le modalità con cui esso è presentato, pubblicizzato e venduto. L’efficacia di un’iniziativa imprenditoriale nel settore dell’alta moda si basa necessariamente sull’estro e sulle capacità imprenditoriali e manageriali del gruppo che sta alla base. Nei comportamenti di acquisto del consumatore interviene la qualità apparente o percepita del bene, ma le positive performance su ampi orizzonti temporali sono il frutto di fiducia e fidelizzazione che per le imprese italiane dell’alta moda hanno raggiunto livelli eccellenti. Il concetto di moda, come stile condiviso da un’ampia comunità di riferimento, nasce con le aziende che realizzano prêt-àporter, con il quale si attua il processo di semantizzazione dell’abbigliamento che l’alta moda aveva reso possibile solo per un segmento ristretto di consumatori. Le grandi imprese hanno oggi intrapreso la strada delle estensioni di marca, rendendo alla portata di molti più consumatori alcuni di quei beni che prima erano privilegio di una elite, si pensi che il costo di un abito di prêt-à-porter è circa dieci volte inferiore a quello di un abito di alta moda. Nell’offerta di prêt-à-porter si possono trovare sia collezioni e capi griffati con il nome di stilisti, che con marchi aziendali. Il prêt-àporter è progettato dallo stilista, crea line di abbigliamento “di moda”, che fanno tendenza e che saranno realizzate in serie a prezzi accettabili e destinati anche ai più giovani, fino ad ora esclusi dall’alta moda. l’Italia è riuscita ad andare avanti data la forza “stile/qualità” del MADE IN ITALY. Molti marchi anonimi sono riusciti ad ottenere buoni risultati sul mercato. Ma i profondi cambiamenti strutturali e le grandi turbolenze che
attraversano il Sistema nei trend e nell’identikit del target-moda ne stanno scotendo l’impalcatura dall’interno; principale conseguenza: il rafforzamento delle strutture di marketing. Fatto il prodotto bisogna trovare i consumatori: scoprirli, tentarli, spingerli, innovarli, all’occorrenza crearli. Il Marketing Moda è una strategia raffinata e molto complessa non più coerente con la classificazione che vedeva rientrare il “prodottomoda” nella sfera dei bisogni sociali; un abito o un mocassino non sono più acquistati per soddisfare una necessità primaria: la moda è il risultato di un bisogno postmoderno di consumare, prima che oggetti, significati; il prodotto deve essere in grado di comunicare un “mondo d’appartenenza”, mantenendo funzionalità ed efficienza. Gli attori del Sistema devono individuare “desideri”, non più “bisogni. Cito testualmente, Presidente: “La Camera Regionale della Moda Calabria da sempre rappresenta i più alti valori della moda e dello stile italiano con lo scopo di tutelare, coordinare, diffondere, controllare e potenziare l’immagine della moda calabrese sia in Italia che all’estero”, non poteva non ricordare degnamente Gianni Versace che è stato e sarà per sempre uno dei più grandi nomi della moda italiana nel mondo, imponendosi con la genialità che sempre lo ha distinto. Reggio è la terra di Gianni Versace e, come disse lui stesso, è questa terra che gli ha dato le ragioni della sua grande passione creativa. Il suo grande sogno si è ancor più caratterizzato per quella sua capacità di attingere dalle radici storiche della Calabria le suggestioni della sua arte creativa. Quella di Gianni Versace, prima ancora che fenomeno di moda, va indicata come espressione artistica di grande livello, capace non solo di prevenire i tempi ma anzitutto di disegnare il talento del Sud. I
vogliamo far crescere il nostro Paese ci dobbiamo ricompattare e tenere stretto il nostro prodotto che è di massima eccellenza. L’importanza dei giovani? Nell'ottica di un percorso che continua a sostenere le nuove generazioni Il suo sogno nel cassetto... Voglio realizzare il sogno di tanti giovani creativi. E' insieme che si può crescere, senza aver paura di fare squadra. In questi anni ho visto tanti giovani in difficoltà e noi nel nostro piccolo cerchiamo di sostenerli ed incoraggiarli con il loro sogno. Lei è un presidente giovanissimo con tante esperienze alle spalle come si vede in queste vesti? All'inizio non mi vedevo, anche, perché sono un creativo ed amo essere libero ma ho accettato con l'idea di non essere un presidente legato alla poltrona ma che ama lavorare per gli altri. Quando sono stato proposto alla guida della camera ho chiesto sei mesi sperimentali per vedere se il mio operato potesse funzionare. Devo dire che è stato molto positivo ed ho avuto grandi apprezzamenti da tutti i componenti della camera e soprattutto dai giovani creatori in genere. Sono davvero contento di avere una squadra così forte, composta da grandi professionisti, ognuno nel proprio ambito. La camera è composta in gran parte da giovani ed oggi, dopo una fase sperimentale, possiamo dire che siamo una vera e propria realtà italiana. In questi anni abbiamo fatto tanto e la camera è stata protagonista in moltissimi eventi regionale, nazionali ed internazionali. Alcuni eventi dove collaborate? Annualmente la camera consegna alcuni riconoscimenti. Come "Eventi d’eccellenza" posso citarne alcuni dove noi siamo presenti perché
GiuseppeFata giovani sono sempre stati una delle maggiori fonti di ispirazione per Gianni Versace e, nello stesso tempo, lui stesso rappresenta un punto di riferimento per i giovani stilisti calabresi che vogliono emergere in questo campo”. Ma cosa, l’ha ha spinta a fondare la Camera Regionale della Moda Calabria? Senza dubbio la mia passione per la moda e per l'arte che coltivo, in diversi modi, da quando avevo dodici anni. Terminate le superiori ho frequentato un'accademia nazionale per sette anni e da lì è iniziato il mio percorso nel mondo della moda. Un cammino che è cresciuto giorno dopo giorno e mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno, facendo diverse esperienze con grandi nomi dell'Alta Moda. Nel 2007, dopo 20 anni di carriera, ho deciso, con il sostegno di alcuni personaggi che facevano moda da 50 anni, di proporre il mio progetto: "la nascita della prima Camera regionale della Moda in Italia". Concretamente la camera regionale della moda cosa fa? La Camera Regionale della Moda ha il compito di sostenere i giovani stilisti emergenti, per dare loro la giusta visibilità, attraverso la realizzazione di prestigiosi eventi che la camera coordina, in Calabria, in Italia ed all'estero. Quale è l'obiettivo del progetto? L'idea è nata dalla profonda convinzione che la moda italiana debba dare spazio ai giovani creativi, facendoli esprimere lavorativamente senza "sfruttarli " perché è giusto che trovino spazio nel nostro Paese, visto che l'Italia rappresenta la Moda del Mondo e noi dobbiamo alimentarla con loro. Bisogna dare la possibilità di realizzare il prodotto in Italia e non all'estero come, invece, molte case di moda fanno. Se
condividiamo gli stessi obiettivi. Il Premio Mia Martini, ad esempio, che si svolge a Bagnara Calabra, città natale di Mia Martini, rappresenta una vetrina importantissima per la musica. Durante l'evento diamo la possibilità agli stilisti della Camera di presentare le loro collezioni come ospiti del premio. Ed ancora, il “Premio Moda Cinema Città dei Sassi di Matera”, lo “SMAC Fashion Word” di Salerno e tanti altri. E' giusto che questi eventi ci siano perché, se fatti bene, danno l'opportunità di puntare sui giovani. La Camera Regionale ha rappresentato il Made in Italy anche ad Oslo, Parigi, Cannes, Canada, ecc... E dunque, che dire ... siamo davvero soddisfatti di contribuire a promuovere l'immagine della Calabria nel mondo. Il nostro intento è fare sempre di più per la nostra Regione, ma non solo … purtroppo la Calabria viene vista come una terra discriminata, ma non è cosi, è fatta di persone vere, pulite che lavorano. Noi, in questi anni, abbiamo voluto riscattare, con il nostro operato la nostra terra, perché siamo noi che dobbiamo fare crescere il luogo dove viviamo e non gli altri ... mi riferisco sempre al sistema che ci prende in giro, riempendoci di illusioni che non portano da nessuna parte! La verità è che l'Italia è l'Italia e siamo tutti Figli di questo gioiello che ci invidiano in tutto il mondo. Voglio ricordare che il nome Italia è stato partorito dalla Calabria… Lei punta molto su i giovani, ciò è onorevole.. Io punto sui giovani perché sono il futuro del nostro Paese ed essendo anche io "un presidente giovane" so cosa cercano. Non è assolutamente vero che i giovani non hanno il senso del fare anzi fanno molto bene … ma sono le Istituzioni che non ci mettono nelle condizioni
attenzione e che ringrazio di vero cuore. L'evento consisterà in una Mostra Internazionale d'Arte, Costume e Fashion Designer con la consegna del prestigioso Premio Internazionale "La Muse Venal" . Come si svolgerà? L'evento si svolgerà a Reggio Calabria che rappresenta il centro del Mediterraneo. E' un concorso internazionale di fashion designer ... dove i giovani candidati potranno partecipare contemporaneamente a 5 /6 sezioni. Ogni sezione avrà il proprio vincitore che oltre a ricevere il prestigioso premio, una statuetta stilizzata realizzata da un grande orafo di fama internazionale, vinceranno degli Stage presso aziende o laboratori, un book fotografico di moda con un personaggio famoso e tanta promozione. Saranno due giornate ricche di eventi: sfilate, inaugurazione di una mostra Made in Italy, mostra d'arte, incontri con autori di libri sulla moda, e tante altre cose ancora… Le va certamente tributato il merito di aver trasformato lo spirito
indispensabile per relazionarsi adeguatamente al mondo contemporaneo, globalizzato e velocissimo. Una disponibilità ad aprirsi al nuovo senza preconcetti. I giovani, come lei,rappresentano le energie vitali, quelle che devono essere spese, non legate alla tradizione, ma ad uno spirito nuovo d’interpretarla. Penso debba realizzarsi un’osmosi attenta e generosa e che le nostre idee abbiamo costantemente bisogno di quell’enzima di freschezza e fantasia portato dalle nuove generazioni. Mi congratulo pertanto per il lavoro di squadra ed all'agire consapevole cui assisto guardandola più da vicino, lungi dall'essere un luogo comune l'affermare che la moda nella rete delle interdipendenze economiche, comunicative, sociali e culturali non sia che un punto del sistema. Segni evidenti che siamo di fronte ad una evoluzione del concetto moda, non più inteso come imposizione ma come fenomeno socio-sensibile che che pone l'accento sulle trasformazioni a cui il mondo odierno sottopone le culture del pianeta nella dialettica tra globale e locale.
Nella foto: Claudia Ferrise e Giuseppe Fata
noi abbiamo delle qualità che vengono apprezzate più all'estero che in Italia… Cosa pensa dell'Italia? Il mio pensiero, al di là del ruolo che occupo, è di un giovane che ama l'Italia e la bellezza del mondo. Il nostro Paese ha bisogno di essere "svecchiato" dai sistemi che lo affliggono e bisogna far rifiorire tutte quelle bellezze che vale la pena mettere in risalto perché ci sono…Io sono una persona che non ha mai illuso i giovani, se lo facessi sarebbe come farlo a me stesso. I suoi programmi futuri ... Noi facciamo in continuazione programmi… ora siamo pronti con il nostro prossimo evento che vuole puntare al centro del Mediterraneo e dare visibilità ai giovani ed al made in Italy. Una anticipazione dell'evento? Certo... in esclusiva solo per la vostra rivista che ci segue con
La Camera della Moda Calabria è reduce da una fortunatissima iniziativa che si è glorificata il giorno 7 di Gennaio a Palazzo San Giorgio di Reggio Calabria attraverso uno straordinario consenso di pubblico e di nomi fra i più autorevoli del panorama nazionale: un calendario del quale possiamo di seguito scorgere le immagini.
Nella foto da sinistra: Maria Perrusi (Miss Italia 2009) Presidente Ambasciatori della Camera Regionale della Moda Calabria, il Direttore Responsabile Giovani Fashion Design Claudia Ferrise, il Presidente Giuseppe fata, il make-up artist Dario Caminiti, l'attrice Larissa Volpentesta Ambasciatrice della Camera, il Vice Presidente Delegato ai Rapporti con le Istituzioni e le Relazioni Internazionali Giuseppe Emilio Bruzzese, il Direttore Responsabile Giovani Fashion Design Claudia Ferrise ed il neo eletto Direttore Generale della Camera Regionale della Moda Calabria Alessandra Giulivo in un momento della presentazione.
La Camera Regionale della Moda Calabria si propone di: rappresentare i più alti valori della moda e dello stile italiano e di tutelare, coordinare, diffondere, controllare e potenziare l’immagine della moda italiana sia in Italia che all’estero; coordinare le energie di persone italiane, ma anche di altre nazionalità, che possano e vogliano dare un fattivo contributo allo sviluppo, all’incremento e alla migliore conoscenza del costume, dello stile e della moda italiana; collaborare con organismi pubblici e privati aventi affinità di interessi e scopi nell’intento di favorire il processo, l’espansione, la conoscenza, gli scambi e quanto altro di utilità per il settore; essere punto di riferimento ed interlocutore privilegiato per iniziative a carattere regionale, nazionale ed internazionale che abbiano a che fare con lo stile, il costume e la moda. Per raggiungere tali obbiettivi, la Camera può: promuovere lo sviluppo della moda mediante l’organizzazione di sfilate e manifestazioni di moda, in Calabria, in Italia ed all’estero, di convegni, congressi e mostre in genere, mediante l’adozione di ogni iniziativa volta alla migliore conoscenza dei problemi concernenti i settori interessati; redigere programmi, relazioni e pubblicazioni per la promozione della moda; svolgere, promuovere o dare il proprio patrocinio a conferenze, convegni e corsi di formazioni professionali e di perfezionamento per la preparazione dei giovani all’esercizio di vari professioni del settore; promuovere o dare il proprio patrocinio per l’istituzione di un Museo Permanente della moda nelle città calabresi e delle altre regioni italiane; stipulare accordi per programmi radiotelevisivi con emittenti pubbliche o private, per comunicazioni sulla stampa, per servizi di pubblicità e di pubbliche relazioni; coordinare la collaborazione con la regione, le province, i comuni, gli enti pubblici e privati calabresi ed italiani, le associazioni imprenditoriali, nell’interesse degli associati ed in particolare con gli enti preposti alla tutela e alla diffusione dello stile, del costume e della Moda calabrese ed italiana; creare relazioni permanenti fra Camera Regionale della Moda Calabrese e gli istituti scolastici e le università calabresi, italiani ed esteri, per promuovere progetti di studio e ricerca sullo stile, sul costume e sulla moda; promuovere e svolgere qualsiasi altra attività di qualsivoglia natura connessa al raggiungimento delle sue finalità.
gennaio.GIUSEPPE FATA
febbraio: ERMANNA SERPE
marzo: FRANCO FRANCESCA
aprile: GERARDO SACCO
maggio: ANTONIO BATTISTINO
giugno: MARIO COSTANTINO TRIOLO
storialacameradellamodacalabrese di copertina ATTRAVERSO I SUOI PROTAGONISTI calendario 2013
TESTIMONIAL: MARIA PERRUSI MISS ITALIA 2009 TESTIMONIAL: LARISSA VOLPENTESTA ATTRICE GIOIELLI: GERARDO SACCO CALZATURE: ORONZO DE MATTEIS CONCEPT FOTOGRAFO: ARCANGELO FAZIO CONCEPT E POST - PRODUZIONE FOTOGRAFICA: GIANLUCA MURACA MAKE - UP: DARIO CAMMINITI HAIR DESIGNER: GIUSEPPE FATA PINO CERRA
Luglio: EMILIA VATRANO
agosto: RENÈ BRUZZESE
settembre: ERASMO FIORENTINO
ottobre: BIAGIO CREA
novembre: CLAUDIA FERRISE
dicembre: MARIKA PECORA
Presidente Giuseppe Fata
Vice Presidente Delegato ai Rapporti con le Istituzioni e le relazioni Internazionali Giuseppe Emilio Bruzzese Direttore Amministrativo Vincenzo Monea Segretario Tesoriere Domenico Monea Direttore Responsabile Giovani Fashion Designer Claudia Ferrise Responsabili Consulenza Giuridica Avv. Enrico Chindamo - Avv. Domenico Siclari Direttore Generale Comunicazione ed Eventi Alessandra Giulivo Direttore Responsabile Models Fashion Image Dario Caminiti
Presidente Ambasciatori Camera Regionale della Moda Calabria Maria Perrusi Miss Italia 2009 Presidente Onorario Ambasciatori Principessa Costanza Afan De Rivera Costaguti Florio Presidente MAESTRI D’ARTE Camera Regionale della Moda Calabria Serenella Fraschini Presidente Onorario Maestri D’Arte Gerardo Sacco Presidente TESTIMONIAL Camera Regionale della Moda Calabria Francesca Pizzi
riescono a offrire a buon mercato; un’altra cosa è l’italian concept della moda, ovvero, l’ispirazione, la creatività di stilisti talentuosi che sanno far nascere il bello da semplici operazioni di accostamento di colori,
Stilista e Direttore Responsabile Giovani Fashion Designer
Direttore Responsabile Settore Sartoriale Demetrio Gioia
CLAUDIA
Camera Regionale della Moda Calabria
E’ una situazione epocale, quella contemporanea che ci fa capire quanto sia necessario un passo indietro verso il concreto, particolarmente dal punto di vista lavorativo. Il settore artigianale sembra essere il solo ad offrire un’alternativa alla crisi che si è prepotentemente imposta anche nelle scelte di vita, dove quelle che potevano essere “certezze” oggi si sono rivelate pura illusione. Settori della moda che sono andati sempre più in decadenza per essersi lasciati ammaliare da quelle produzioni “usa e getta” che hanno sacrificato lo stile sartoriale italiano ai grandi numeri, mortificandolo nel suo più eloquente significato: quella tradizione artigianale che ha fatto del nostro Paese, soprattutto nel settore della Moda, la Capitale nel Mondo. Fare lo stilista non è una robetta facile, ma di sicuro è un bel lavoro, per quelli come Claudia Ferrise che in un abito ci cuciono l’anima. La gente è portata a pensare che nel mondo della moda sia tutto favoloso, luccicante, spettacolare. E forse non è sempre così, o forse quello che si vede è solo una parte del lavoro, la punta dell’iceberg; ma quella parte c’è solo per quegli stilisti che, come lei, sono ancora capaci di emozionarsi ed emozionare. Vero è che l’industria dell’abbigliamento sta vivendo un rallentamento a causa dell’economia stagnante, ma ciò nonostante continua a crescere la richiesta di progettisti di moda. Questo dato per nulla trascurabile è quello su cui dovremmo fermare la nostra attenzione sviscerandone e comprendendone il senso più profondo affinché sia da monito, per coloro che la moda la producono e non di meno per noi tutti che la vestiamo, quanto, il ricercare attraverso un abito tutto il nostro straordinario patrimonio culturale, sia indispensabile a far sì che essa riaffermi e consacri la sua leadership a livello internazionale. Perché una cosa è la manovalanza sartoriale, che i cinesi, più di altri,
FERRISE
Organigramma 2013
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tessuti, modelli. La moda è emozione e creatività, non scordiamolo. Gli abiti, i colori, i tessuti, sono microelementi di un linguaggio che aiuta le persone a stare meglio, a sentirsi a proprio agio, a dettare quella parte di sé attraverso ciò che appare, ma anche attraverso ciò che sentiamo di trasmettere agli altri. Il fashion designer è (o dovrebbe essere) una persona sensibile, capace di cogliere l’essenza di una società (dei suoi umori, delle sue tensioni, della sua condizione storica) e il suo linguaggio, per poi trasformare il tutto in una sorta di codice comunicazionale. Cosa c’entra tutto questo? C’entra nella misura in cui la moda diventa uno strumento di comunicazione. Ed è questo il suo significato: rappresentare una specifica visione della vita o percezione di essa. In una gonna, in una giacca, nei colori di ciò che indossiamo si concentrano valori profondi. Le vere icone contemporanee sono tutte quelle persone capaci di rimboccarsi le maniche e non abbattersi di fronte ad una sorte non particolarmente propizia, di andare avanti con fierezza certe che valga sempre la pena fornire il proprio personale contributo all’economia di questo nostro Paese attraverso quanto di meglio riescono ad esprimere. E le donne, in primis, grazie alla loro struttura genetica che sembrerebbe averle privilegiate attraverso il dono della lungimiranza, sono chiamate a farlo. Ovvio che stereotipare l’universo femminile entro un concetto di massima non è “cosa buona e giusta” e sebbene anche Madre Natura sembrerebbe consegnarci alcuni primati, direi che adagiarsi sugli allori non abbia senso alcuno. E Claudia Ferrise è uno straordinario esempio di come tutto questo sia vero. Lei è una di quelle donne che si svegliano al mattino dicendo: "Dio, spero tanto di non essere rapita dal principe azzurro oggi" conscia che il destino, là fuori, sta già legiferando la sua quotidianità attraverso il suo repentino svolgersi. Repentino, ma non inappellabile, Claudia questo lo sa. Ed anche io. Sarà per questo che la adoro. Quali sono Claudia gli ingredienti base per una buona collezione? Indubbiamente è un insieme di più cose. Per cominciare ci vuole una buona dose di serenità interiore. E’ necessaria l’armonia dell’essere, la gioia di vivere. Poi è chiaro, che la voglia di stupire, di sorprendere non devono mancare mai se vuoi essere sempre al top. Il buon gusto nella scelta dei tessuti e dei modelli sono altresì elementi indispensabili nel mio lavoro. Considerato che ogni donna, fin da bambina, sogna per il giorno del proprio matrimonio un abito "speciale", che la faccia sentire "speciale", lei ha messo a disposizione delle future spose il suo grande talento e creatività interpretando abiti da sposa come opere d'arte: per la cura con cui vengono realizzati, i dettagli preziosi, i tessuti pregiati. Veri e propri masterpiece. Per me collezionare un abito importante è innanzitutto una sfida con me stessa. Devo essere io, per prima, ad esserne entusiasta. Non potrei mai e poi mai proporre sul mercato qualcosa che ritengo non abbia un'anima, che non sia capace di suscitare in chi lo vede un ‘emozione unica. L’unicità dei pezzi, che devono essere curati nei minimi dettagli, alla fine garantisce questo risultato. Si può solo immaginare quanto molteplici siano le prove che precedono la creazione di un capolavoro: scelte dei colori, dei tessuti, dei ricami. Ci parli dei progetti per questo 2013 che è nato all’insegna di un bellissimo calendario per cui ha realizzato l’abito di copertina, ciò a conclamare la sua bravura e a sancire in maniera indissolubile il rapporto professionale che la lega al Presidente della camera di
Reggio Calabria, Giuseppe Fata, per il quale è esclusiva interprete, attraverso le sue creazioni, di quel suggestivo progetto itinerante legato al mito di Minerva e non omettendo, in ultima nota, di svelarci se, in particolare c'è un sogno riposto in “quel cassetto” che si augura si possa realizzare. Circa i progetti in cantiere per il 2013 nel dettaglio preferisco non anticiparvi niente, giusto per quel pizzico di scaramanzia che contraddistingue un po anche questo mondo. Tuttavia, posso solo dire che sarà ricco di eventi imperdibili e spettacolari a cominciare proprio dalla prossima settimana. Di sogni nel cassetto non ne ho. Ho solo un gran desiderio di continuare a portare avanti con dignità l’Azienda che rappresento. E voglio farlo, e ci tengo a sottolinearlo, seguendo, come ho sempre fatto finora, la strada stracciata da mio papà che l’ha fondata e che purtroppo è venuto a mancare 10 mesi fa. Prima di salutarla le apro questo ultimo spazio per un suo pensiero, qualcosa che sente di voler esternare ovviamente augurandole il più sincero degli in bocca a lupo la saluto caramente sperando di poterla incontrare più assiduamente in un prossimo futuro. Mi piacerebbe che la piccola imprenditoria e l'artigianato fossero messi nelle condizioni di poter sopportare meglio questo periodo di crisi globale e italiana. Il motore dell'economia nel nostro paese è rappresentato da queste categorie oggi troppo vessate da un regime fiscale insostenibile e che c'impone ogni giorno di fare l'impossibile per mandare avanti le nostre aziende nelle quali, non bisogna dimenticarlo, lavorano padri e madri di famiglie. Grazie anche Voi per la disponibilità. Spero di rincontrarvi presto.
Alladell’archetipo scopertafemminile. CLAUDIA FERRISE
La moda:
CHI LA FA, CHI LA INDOSSA, CHI NE PARLA
svolgere la professione di modella già attorno ai 16 anni di età, in piena adolescenza, una fase del ciclo di vita di grandi trasformazioni che spinge alla ricerca di nuovi modelli di riferimento, al desiderio di rompere con tutto ciò che infantilizza (Onnis), di liberarsi del controllo degli adulti sulla propria vita alla ricerca di autonomia e di una definizione del sé. Il sentimento di onnipotenza legato all’età, alla natura di questa professione, all’esperienza della nuova situazione, alla novità del lavoro, alla libertà, all’aspetto fisico attraente, alle attenzioni ricevute, possono far perdere di vista il senso di realtà e di umiltà e condurre la ragazza verso situazioni pericolose ed abitudini dannose. Ecco perché è importante che ci sia molta serietà nelle persone che svolgono la professione di manager…ed ecco perché sono qui a presentare Morel Bolea fondatore di Kasta Morrely (servizio a pagina 72)
Per capire la natura specifica delle imprese del sistema moda è necessario partire dall’etimologia del termine e dalle definizioni che di questo concetto sono state date nel corso del tempo.
DIETRO: LE QUINTE DELLA MODA Le ragazze cominciano a
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Si è affermato che “nel linguaggio comune, un fenomeno è considerato di moda se, nell’istante in cui se ne parla, ha raggiunto un diffuso apprezzamento da parte di un certo pubblico e in un determinato contesto che può essere geografico o di tipo socioculturale”. Tale definizione centra l’attenzione sul fatto che un prodotto è di moda, quando è gradito da un gruppo abbastanza ampio di persone in uno specifico contesto. Il fatto che si faccia riferimento al concetto di fenomeno, sottolinea l’ampiezza e la diffusione del termine non più associato esclusivamente al settore dell’abbigliamento, come invece avveniva in passato. Oggi si può a buona ragione affermare che quasi tutto può essere o non essere di moda, da un’automobile, ad un vestito, ad una marca di computer. Resta, però, il fatto che solo nel campo dell’abbigliamento il continuo cambiamento negli stili e nelle mode è stato riconosciuto e sancito con tanta forza da divenire ormai un’abitudine irrinunciabile. Il termine moda è definito anche come “aspetto e comportamento di una comunità sociale secondo il gusto particolare del momento per lo più a proposito dell’abbigliamento sia maschile che femminile”, e come “foggia, corrente del vestire e dell’acconciarsi, legata ad una determinata epoca e al gusto di una determinata società” e, ancora, “modo, costume passeggero di vivere e di comportarsi”. Tali definizioni mostrano una caratteristica propria dei prodotti di moda: la temporaneità e la brevità; le mode sono per loro natura passeggere, destinate a rinnovarsi nel corso di una stagione. La stagionalità di queste attività, se, da una parte, le rende di difficile interpretazione, dall’altra, costituisce uno dei fattori fondamentali del loro successo; il continuo rinnovarsi di anno in anno, di stagione in stagione, offre sempre una nuova platea di potenziali clienti. Ciò si traduce in un notevole vantaggio anche per i nuovi entranti perché, dal momento che sorgono nuove mode continuamente, tutti, in teoria, possono concorrere a dettarne una nuova e, quindi, a giocare un ruolo nelle collezioni di quella stagione.
TRATTARE DELL’EVOLUZIONE DEL FENOMENO MODA È QUESTIONE LUNGA E COMPLESSA POICHÉ SI PUÒ BEN AFFERMARE CHE L’ATTENZIONE ALLE DIVERSE MANIERE E FOGGE NEL VESTIRE RISALE A TEMPI ANTICHISSIMI ESSENDO QUESTO UN FATTO INDISSOLUBILMENTE LEGATO ALLA VANITÀ UMANA. LE PRIME TRACCE DI TALE MANIFESTAZIONE POSSONO ESSERE RISCONTRATE NELLE ANTICHE CIVILTÀ MEDITERRANEE; LE EVOLUZIONI STILISTICHE
Nell’antico Egitto si cominciò a delineare il gusto per i colori vivaci e le linee stilizzate: gonnellini per gli uomini e tuniche senza maniche per le donne sono i modelli più ricorrenti nelle numerose raffigurazioni giunte fino a noi della vita degli antichi faraoni. Stili e fogge nel vestire si sono susseguiti, poi, anche nell’antica Grecia e ai tempi dei romani anche se, per entrambe le civiltà, non si può ancora parlare di nascita del fenomeno moda; le vesti sono abbastanza semplici e non presentano particolari cambiamenti di stile nel corso degli anni. La nascita vera e propria del fenomeno può essere fatta risalire al primo Rinascimento quando l’attenzione all’abito e alla distinzione sociale sulla base di esso diventa sistematica. Sarà con l’affermarsi della nuova classe dei commercianti che sorgeranno nuovi sistemi vestimentali caratterizzati dalla ricerca di una propria legittimazione sociale e non più distinti solo sulla base della loro funzione d’uso. La moda ha così cominciato a significare distinzione e differenziazione tra classi più o meno benestanti; l’abito non è più solo un elemento di prima necessità per coprirsi dal caldo, dal freddo e dalle avversità delle stagioni, ma diventa strumento di ostentazione del proprio benessere, nonché della propria posizione sociale. Diverse sono le teorie elaborate nel corso del tempo sulle motivazioni del continuo susseguirsi di mode diverse nel corso degli anni e delle stagioni. Un’ipotesi interessante è quella così detta del trickle-down, vale a dire del “gocciolamento verso il basso” secondo la quale le mode vengono create perché le classi più abbienti possano così distinguersi dalle altre. Tale teoria ritiene che le stesse mode, che nascono e si sviluppano presso le classi più elevate e abbienti della società, passino, poi, ai livelli inferiori della società, in modo graduale, diventando così patrimonio di tutti. L’oggetto di moda costituisce, quindi, un elemento di differenziazione solo nei primi stadi del suo ciclo di vita; quando raggiunge il suo picco di successo, comincia già a covare dentro di sé i primi sintomi del suo declino. Tanto più il capo di abbigliamento o l’accessorio è diventato di moda, tanto più si diffonde tra i consumatori e tanto meno costituisce elemento di differenziazione. Nel momento in cui tutti possono disporne cessa necessariamente di essere alla moda perché ha ormai perso le caratteristiche di originalità, creatività e unicità che un tale prodotto deve avere. Ecco allora che, secondo la teoria del trickle-down, prima che ciò avvenga le classi più benestanti avranno nuovamente trovato un diverso gusto con il quale identificarsi e distinguersi che col tempo troverà anch’esso diffusione presso il resto della società. Se è a partire dal Rinascimento che il fenomeno inizia ad assumere una certa consistenza, ulteriori sviluppi si sono avuti poi nel corso dei secoli. La moda si è, infatti, adeguata nel tempo ai filoni culturali e religiosi che di volta in volta hanno caratterizzato la vita sociale: una moda più estetica e fastosa ai tempi del Rinascimento, più austera e severa ai tempi della Riforma e della Controriforma. Dall’epoca di Luigi XIV e, poi, soprattutto nel diciannovesimo secolo, fulcro dell’alta moda è Parigi che accoglie alla metà dell’800 Charles Frederick Worth che può essere considerato il primo couturier indipendente. Si tratta di uno stilista che non realizza più solo abiti su commissione per le signore dell’aristocrazia, ma apre una vera e propria boutique. La Francia e,
Le parole della.
quindi, Parigi restano leader indiscussi del settore per più di un secolo almeno fino a quando, negli anni settanta del secolo scorso, nascono nuovi filoni nel settore; i profondi cambiamenti avvenuti nel secondo dopoguerra con l’emersione di nuove classi sociali, nonché la contestuale emancipazione della donna nella società e nel mondo del lavoro hanno prodotto una democratizzazione della moda. E’ di quegli anni la nascita e la rapida affermazione del prêt-à-porter. In quel periodo il nostro paese cominciò ad assumere un peso importante a livello mondiale attraverso le sfilate fiorentine di Palazzo Pitti e l’indissolubile legame moda-industria che si viene a creare a Milano. L’Italia, infatti, decise di concentrare l’attenzione su di un filone diverso rispetto a quello dei grandi couturier francesi, volto alla realizzazione di prodotti ricercati, dotati di elevato contenuto stilistico e creativo, ma più accessibili sia economicamente che dal punto di vista della portabilità del capo di abbigliamento, dedicato, quindi, non solo alle occasioni mondane, ma anche alle giornate di lavoro.
NELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE CONTEMPORANEA, QUASI NESSUNO PUÒ ORAMAI SOTTRARSI AI SUOI DETTAMI. E’ LA MODA CHE È RITENUTA COSÌ TANTO IMPORTANTE DA SUSCITARE ATTENZIONE, O È TUTTA QUESTA ATTENZIONE PER LA MODA A RENDERLA IMPORTANTE?
Vero è che la moda influenza la maggior parte delle relazioni delle persone, con se stesse e con gli altri. Evidenziamo dunque una rottura con la tradizione e costante visione al “nuovo”. Walter Benjamin parlerà di “eterno ritorno del nuovo”. La nuova moda ha una grande rilevanza nella comprensione della nostra identità. La parola “moda” deriva dal latino modees (misura, maniera, forma). Adam Smith affermava che la moda acquista valenza in ambiti dove il gusto è fondamentale: abiti, mobili, poesia, architettura, ma anche della morale. Secondo il grande filosofo Kant, tutte le mode sono maniera di vivere, poiché comportano cambiamenti generali nelle abitudini di vita. Lipovetsky parlò invece di un meccanismo sociale generale, non limitandosi ai vestiti, ovvero la moda nell’abbigliamento è una delle tante manifestazioni della moda. Definizione di “moda”: un oggetto è moda se e solo se funziona come elemento di distinzione sociale ed è parte di un sistema che lo sostituisce con relativa rapidità con qualcosa di nuovo. Tuttavia possiamo dare esempi di ciò che chiamiamo “moda” e di ciò che non chiamiamo tale, ma non possiamo dare una definizione. Secondo Thomas Carlyle, lo scopo originario dei vestiti non è il calore o la decenza, bensì l’abbellimento. Gli abiti dunque sono “chiave di lettura del mondo”, e ciò funzionerà se l’esteriorità corrisponde all’interiorità. Esiste un collegamento tra moda ed identità, poiché noi siamo attraverso la nostra apparenza esteriore.
Director Woman&Bride _ www.womanbride.it
ERANO, PERÒ, PIUTTOSTO LENTE E CON DIFFERENZE MINIME TRA INDUMENTI MASCHILI E FEMMINILI. A QUEI TEMPI LA DISTINZIONE SOCIALE SULLA BASE DEI CAPI DI ABBIGLIAMENTO INDOSSATI ERA LIMITATA E SI PREFERIVA RICORRERE ALL’UTILIZZO DI ACCESSORI ED ORNAMENTI RICCHI E PREZIOSI PER SEGNARE L’APPARTENENZA AD UNA CASTA PIÙ IMPORTANTE DELLE ALTRE.
MODA
ROMA _ ITALY
PER QUANTO ATTIENE ALL’ETIMOLOGIA DELLA PAROLA MODA, LE INTERPRETAZIONI NON SONO UNIVOCHE; ALCUNI FANNO RISALIRE IL TERMINE AL FRANCESE MODE E QUINDI AL LATINO MODUS CON IL SIGNIFICATO DI MODO, FOGGIA, MANIERA. ALTRI, INVECE, FAREBBERO DERIVARE LA PAROLA DAL LATINO MOS, ANZICHÉ MODUS, CON UN SIGNIFICATO DI USANZA, COSTUME, ABITUDINE, REGOLA PIUTTOSTO CHE DI MODO, MANIERA, NORMA COME INVECE LA PRIMA INTERPRETAZIONE INDURREBBE A PENSARE. DIFFERENTI SONO ANCHE LE DEFINIZIONI CHE SONO STATE DATE DEL CONCETTO MODA.
Impossibile piacere a tutti e soprattutto a tutte se non siamo lei. Brillante e arguta, bellissima, instancabile lavoratrice, respira e vive la moda. In molti addirittura sostengono che lei “sia” la moda. Ve la presentiamo: il suo nome è
ERIKA
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FUCSIA TV
DOPO IL SUCCESSO DELLA VFNO TORNA IL FORMAT TUTTO IL FASHION MINUTO PER MINUTO, IL DOCUREALITY SULLA MODA CHE QUESTA VOLTA SARÀ AMBIENTATO DURANTE LA SETTIMANA DELL’ALTA MODA ROMANA.DUE LE PROTAGONISTE, UNA FASHION EDITOR, ERIKA GOTTARDI, DIRETTRICE DEL MAGAZINE WOMAN & BRIDE E UNA CONDUTTRICE TELEVISIVA ESPERTA DI MODA, MARZIA PONZI, VOLTO DELLA WEB TV FUCSIA TV.
Le telecamere di Fucsia TV le seguiranno in giro per le sfilate, i backstage, gli eventi e le feste mondane senza tralasciare i momenti di pausa e relax registrati all’interno di una suite del The First Luxury Art Hotel in cui alloggeranno per tutta la durata della kermesse. Da qui le protagoniste partiranno ogni mattina per raccontarci la fashion week capitolina dall’interno: un inedito dietro le quinte visto dagli occhi di due speciali “addette ai lavori “che, tra ritmi serrati, continui cambi
d’abito, fugaci pranzi con le amiche e riunioni di lavoro, promettono di farci respirare l’aria della fashion week romana! Il plot è originale: seguire le vicende professionali ed umane delle due protagoniste ed, allo stesso tempo, documentare in maniera minuziosa la settimana dell’AltaModa con annesse sfilate e presentazioni. Un modo nuovo anche per avvicinare il pubblico al mondo dell’Alta Moda e del lusso, facendogli conoscere da vicino i protagonisti, i luoghi e le esperienze umane che si celano dietro una Maison o un Ufficio Stampa.Le telecamere saranno onnipresenti e registreranno le intere giornate. Per questo sarà molto importante anche la parte “privata” del reality, ovvero i momenti di vita quotidiana delle protagoniste che saranno “coinquiline” per cinque giorni all’interno di una suite nell’esclusivo The First Luxury Art Hotel, che fungerà quindi da quartier generale. Qui saranno “spiate” come in una sorta di Grande Fratello in tutte le loro azioni: al mattino mentre decidono cosa indossare, nei momenti di “trucco e parrucco”, nella hall mentre si confrontano sui reciproci impegni o si interfacciano con i propri collaboratori mentre aspettano la macchina che le porterà ai vari eventi.Parallelamente alle riprese per il programma televisivo, il pubblico a casa avrà la possibilità di seguire, in tempo reale, le vicende delle due protagoniste che posteranno, con una certa frequenza, resoconti ed impressioni della loro esperienza attarverso un’apposita pagina Facebook e Twitter, il che servirà anche per avvincere il maggior pubblico possibile e creare curiosità ed aspettative nei confronti del programma che andrà in onda, nei giorni successivi, su Fucsia TV.
CHI NE PARLA
tuttominuto il fashion per minuto
LA MODA CHI LA FA, CHI LA INDOSSA
ERIKA GOTTARDI Direttrice di Woman & Bride, brillante e seguitissima blogger di moda, opinionista web tv, direttrice di produzione di shooting e campagne moda. La moda è la sua passione. L’eleganza la sua cifra stilistica che si fonda sulla conoscenza e la ricerca della storia del costume. La nascita dello stile e la sua evoluzione fino alle epoche più recenti, attraverso lo studio del grandi Maestri della Moda. nella foto con Anton Giulio Grande (a sinistra) e Massimiliano Piccinno
SENZA FIDUCIA SONO POSSIBILI SOLO FORME MOLTO SEMPLICI DI COOPERAZIONE UMANA, QUELLE CHE PREVEDONO UNA TRANSAZIONE IMMEDIATA. PERSINO L’AZIONE INDIVIDUALE È TROPPO SUSCETTIBILE DI DISORDINE E DISTRUZIONE PER POTER ESSERE PIANIFICATA, SENZA FIDUCIA, AL DI LÀ DELL’ISTANTE PASSEGGERO” AFFERMA N. LUHMANN IN TRUST AND POWER. L. ZUCHER RITIENE CHE LA FIDUCIA SIA UN ELEMENTO COSÌ IMPORTANTE PER LA COOPERAZIONE IN OGNI FORMA DI SOCIETÀ DA ASSERIRE CHE ESSA SIA “VITALE PER IL MANTENIMENTO DELLA COOPERAZIONE NELLA SOCIETÀ E NECESSARIA COME TERRENO DI BASE ANCHE PER LA PIÙ BANALE ATTIVITÀ QUOTIDIANA”. SENZA FIDUCIA NON PUÒ ESISTERE UNA RELAZIONE, DATO CHE VIENE MENO IL CANALE CHE COLLEGA TRA LORO LE PERSONE. LA SFIDA ETICA È APPENA COMINCIATA, LA RISORSA UMANA HA RICONQUISTATO IL CENTRO DEL MONDO DEL LAVORO, DI UN LAVORO CHE È STRUMENTO PER LA PERSONA E NON VICEVERSA E LA COMUNICAZIONE COME CANALE DI COSTRUZIONE DELLA RELAZIONE RICHIEDE NUOVI STRUMENTI. LA PERSONA DEVE RIDIVENTARE PROTAGONISTA DEL LAVORO: PER POTER RAGGIUNGERE QUESTO TRAGUARDO DEVE FARSI OGGETTO ETICO DEVE SFORZARSI DI FARE PROPRI E VIVERE QUEI VALORI CHE LE AZIENDE OGGI PROCLAMANO COME PROPRIO ELEMENTO QUALIFICANTE E CHE IN REALTÀ SONO VECCHI COME IL MONDO: ONESTÀ, LEALTÀ, MAGNANIMITÀ, PAZIENZA, FEDELTÀ, CORAGGIO, FERMEZZA, PRUDENZA, GIUSTIZIA, LUNGIMIRANZA, SACRIFICIO, GENEROSITÀ E COSÌ VIA. E’ GRAZIE A QUESTE QUALITÀ UMANE, A QUESTE VIRTÙ, CHE L’UOMO SARÀ IN GRADO DI OFFRIRE VANTAGGIO COMPETITIVO A SE STESSO, ALLA La fiducia, la comprensione reciproca e i valori PROPRIA AZIENDA. condivisi e i comportamenti che legano fra loro le Questa è la storia del mio rientro nel campo della moda, dove ho lavoarto e dato molto persone e le comunità e rendono la cooperazione nel mio passato quando, dal 1985 al 2002 . possibile E' con noi circa ho lavorato con i marchi più prestigiosi del made in italy e dall'alta moda: sorelle Fontana, Lancetti, Biagiotti, Gattinoni e Gianni Versace, maestri e stili di vita che hanno frastagliato le mie giornate più o meno fortunate nel mondo dell'effimero e della bellezza. Mondo che ho trascurato per un periodo lungo, fino all'avvento dei social
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MARIAPIA
DELLA VALLE
da sinistra nella foto:Michele Miglionico, Barbara Chiappini e Armando Teribili al Premio Moda Città dei Sassi
network e dei fashion blog, frequentati da personaggi a volte non proprio ben preparati, non così come dovevamo esserlo noi in passarto quando affrontavamo il discorso moda. Quindi dopo aver letto strafalcioni e svarioni su vari post e editoriali ho deciso di rimettere in gioco le mie competenze nel settore e dire la mia, con l'occhio puntato specialmente alle nuove generazioni di stilisti. Su facebook ho fondato una Fashion academy Free, un accademia virtuale gratuita dove promuovo giovani designer e le loro strabilianti idee, ho varie fashion page dove mi occupo di passerelle, red carpet, profumi, moda maschile, ma il punto forte sono gli album di giornali vintage provenienti dal mio immenso archivio, dove ripropongo il meglio della fotografia di moda e delle collezioni del passato di grandi couturier come Dior Valentino Ferrè o le immagini delle mitiche top model che tanto turbarono i nostri sogni di adolescenti. Ebbene, le mie dissertazioni sono state noate da personaggi più o meno importanti del settore, Giancarlo Giammetti con il Valentino Museum e Rita Airaghi della Ferrè Foundation usano le mie immagini per integrare i loro archivi, il Gianni Versace tribute che amministro è il più grande blog fotografico mai dedicato alla figura di uno stilista, Michele Miglionico e Franco Ciambella mi hanno segnalato a questo gradito premio Città dei Sassi di Matera per la mia competenza messa a disposizione del vasto pubblico del Web. Grande onore ed emozione essere considerati dai professionisti di oggi e di ieri, scoprire ancora l'emozione negli occhi dei ragazzi che partecipano a questi concorsi di moda con le valigie piene di abiti e sogni, il tutto sullo sfondo di una città magica come Matera dal paesaggio naturale ricco di fascino. Essere premiati non per la mia arte o il mio stile, ma il bagaglio culturale che mi sono creato mi ha reso più forte nei confronti anche della quotidianità da affrontare tutti i giorni e mi gratifica e sprona ad andare avanti a cercare di fare del bello e del meraviglioso la ragione di vita di sempre più persone.La moda che sfila in passerella è il risultato di ricerca e dedizione di grandi professionisti, che spesso inizia molto prima della stagione presentata, in epoche in cui bisogna creare tendenze, stili e colori azzeccando ogni volta quelli giusti affinchè diventino appunto... di moda. Dietro la realizzazione di una sfilata ci sono corse frenetiche, ricerche spasmodiche, grandi silenzi e piccoli tormenti,
CHI NE PARLA
il tutto per poco più di mezz'ora di spettacolo dove modelle senza tempo incedono altere con creazioni che sono state sognate, realizzate, trasformate, ricamate, smontate e ricostruite prima di ottenere l'idea finale giusta. E stai lì dietro le quinte, a sperare che l'applauso in platea coincida con l'abito con il quale volevi trasmettere il tuo messaggio stilistico. Solo allora si può considerarsi "arrivati", non tanto perchè la bella attrice ha indossato la tua creazione sul red carpet oppure hai conquistato la copertina di un magazine famoso, ma quando la "gente" capisce il messaggio che vuoi trasmettere, perchè per molti stilisti la moda è l'unica espressione che hanno per manifestare i propri ideali, non solo di "bello" e "raffinato". Ed arriviamo a coloro che parlano di moda, non sempre a ragione o con la dovuta preparazione, personaggi che neanche si rendono conto a volte con le loro parole di distruggere mesi di lavoro se una collezione a loro non è piaciuta più per noia che vero disprezzo. Certo, l'Italia è piena di firme prestigiose che hanno dato lustro a marchi importanti nel periodo d'oro della moda italiana, ma il problema è che la classe politica non ha mai appoggiato veramente il sistema moda come succede in altri pasesi come la Francia o gli Stati Uniti dove l'industria Moda è un vero business con regole e investimenti mirati a far crescere le aziende che producono e le persone che ci lavorano...
LA MODA CHI LA FA, CHI LA INDOSSA
È cambiato tutto. Io la chiamo "la democratizzazione del fashion". E non è solo un'informazione segreta per quelle centinaia di giornalisti sparsi nel mondo. Nelle passate stagioni le sfilate sono state trasmesse online in tempo reale, i blog aprono una finestra sulle nuove idee.
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La maggior parte dei blogger acquistano capi di moda e scrivono perché animati da una grande passione. Fra una rosa di candidate che svolgono questa professione, noi ne abbiamo scelta una, che incarna la donna contemporanea: una icona di stile ma anche tanto studio e determinazione nel raggiungere i propri obiettivi. In più, cosa che la rende irresistibile, è un'instancabile sognatrice.
Ci parli un po' di lei, racconti al nostro pubblico di lettrici e lettori chi è Mariapia della Valle. Non è semplice parlare di sé, anche per chi, come me, gioca con le parole e le loro mille combinazioni come una bambina gioca con i
dire la sua, costantemente alla ricerca delle emozioni giuste e delle parole più corrette per raccontarle. Quali sono, a parer suo, le nuove chance per i fashion designer portate dalle nuove tecnologie? Ci racconti della sua esperienza maturata attraverso il suo Blog (Modi di Moda) e, non di meno, relativa ai social network che conferiscono a chiunque la possibilità di comunicare le proprie idee e visioni da qualsiasi parte del mondo. Una cosa che 5 o 10 anni fa non poteva succedere. L’avvento delle nuove tecnologie ha cambiato il modo di lavorare di interi settori: dall’organizzazione del lavoro alla produzione, dalla comunicazione alla gestione di fattori esterni non c’è nulla che non abbia risentito dell’evoluzione tecnologica (innovazioni di processo, di prodotto, informatizzazione, interconnessione, etc.). Uno dei settori che più ha vissuto questa evoluzione è proprio quello del fashion. Il settore della moda è particolare, bisogna essere costantemente informati, fare ricerca, cool hunting. E’ fondamentale, poi, intrattenere relazioni pubbliche, per fini sia commerciali che artistici. Bisogna essere sempre presenti, in contatto con colleghi, clienti, professionisti del settore di tutto
potevo scrivere la mia personale opinione su una precisa tendenza, o meglio su un “modo di moda” da qui nasce il nome del mio blog (Modi di Moda). La passione si moltiplicava post dopo post, commento dopo commento, condivisione dopo condivisione. Ora mi sento in colpa quando, per motivi di lavoro o personali, sono costretta a trascurare “la mia creatura” che da poco ha compiuto un anno e che dopo soli sette mesi di vita è entrata nella classifica dei blog più letti d’Italia. Per lei che cosa c'è di divertente nello scrivere di moda? Informare le persone, o avere il privilegio di andare per feste e vivere una vita favolosa (sorrido)? Di divertente c’è molto, tanto, anche perché il mio blog è un blog molto ironico, che prende un po’ in giro quelle esagerazioni che le tendenze e la moda stessa a volte ci impongono. La moda in realtà è una cosa molto più seria di quanto pensiamo, ma noi “fashionisti” o esperti del settore, finiamo sempre per essere bollati come persone superficiali, senza sapere quanto studio possa esserci nella moda. Io ho studiato materie economiche e la moda è un fenomeno sì di costume ma alla base c’è
molto presente sui social network, che mi danno la possibilità di essere in contatto con tutti gli addetti ai lavori del fashion, di essere informata sulle loro iniziative e nuovi progetti. Il mio blog ha una vita molto attiva sui social network dove, sia tramite la mia pagina personale sia quella del blog, aggiorno tutti i follower delle iniziative, eventi o semplicemente del nuovo post. Ho anche un gruppo di social-opinionisti che “taggo” quando condivido un nuovo post e, commento dopo commento, nascono delle vere e proprie discussioni su tematiche come la moda, il costume, le tendenze, l’amore. Il settore moda si sta arricchendo di figure professionali simili alla sua: secondo lei quali sono i nuovi lavori su cui puntare? Il fashion è un settore sempre pieno di fermento e molto recettivo ai cambiamenti. Non è un caso che ci sia una continua evoluzione delle figure professionali, bisogna essere in continuo aggiornamento. Non credo che ci sia un ruolo professionale su cui puntare maggiormente. Bisogna seguire le proprie predisposizioni e proporsi in modi creativi, essendo al passo con i tempi. Un fotografo oggi può aprire un blog per
corallini facendone collane e bracciali, in combinazioni e forme sempre nuove. Sono laureata in Comunicazione Istituzionale e d’Impresa, P.R., opinionista televisiva, esperta di eventi non convenzionali e di guerrilla marketing, giornalista freelance e Fashion Blogger, una delle più lette d’Italia. Sono alcune delle cose che faccio con passione e determinazione. Tante, a volte credo troppe, perché il mio perfezionismo mi porta a chiedere sempre di più a me stessa e a chiedermi se faccio tutto al meglio in cui potrei farlo, ma, fortunatamente, si tende infinitamente senza arrivarci mai davvero. Vivo a Caserta, anche se sono spesso in giro per l’Italia. La moda e i progetti che seguo mi portano su e giù per la nostra bella penisola. Che sia la Milan Fashion Week, Alta Roma, un concorso per stilisti emergenti o un evento che reputi interessante, il trolley è sempre a portata di mano e sono diventata anche abbastanza brava a fare la valigia, cosa non semplice per noi donne, che vorremmo farci entrare sempre tutto l’armadio. In definitiva mi descriverei come una persona semplice, sempre pronta a
il mondo. Tutto questo oggi è possibile con un click. I fashion designer oggi vivono ciò che lei stessa ha definito, proprio con parole che anche io amo adoperare, la “democratizzazione della moda”, che permette a chiunque di essere presente, sulla scena e sul mercato. Oggi come oggi un designer emergente, magari anche giovane e con poco investimento, può far conoscere al mondo il suo brand. La presenza sui social network, gestita con sapienza e costanza, può rendere moltissimo in termini di notorietà, un buon e-commerce può permettere la vendita in tutto il mondo. Com'è nata la sua passione per il web applicato al fashion? Nasce in realtà da un’esigenza precisa che è alla base di tutti i blog: condividere. Iniziai a sentire il bisogno di condividere con gli addetti al settore e gli appassionati di moda tutte quelle esperienze, quelle novità, quelle “chicche” che la mia vita da giornalista e responsabile relazioni esterne di un magazine mi portavano a fare. Il blog mi permetteva di raccontare aneddoti divertenti che mai avrei potuto inserire in un articolo,
moltissima economia, non capisco perché le persone se ne dimentichino. La facciata è scintillante, brillante, affascinante … E’ un mondo dorato in cui però non è facile arrivare, ci vogliono anni di duro lavoro e sacrificio. Le sfilate e gli eventi sono la cosa più bella ma, anche in questo, sono una blogger sui generis. Andavo già a tutti questi eventi. Non nascondo però, che il blog mi ha dato la possibilità di far sapere chi sono, di mostrare le mie potenzialità. I social, lo sappiamo, sono "the place to be" sia per l'utente che per l'azienda: fashion blogger come lei, giornalisti, aziende e designer hanno pagine in cui dialogano costantemente con i fan ... Sono totalmente d’accordo con lei. I social network hanno rivoluzionato la nostra vita e il nostro approccio alla vita e ai contatti. Nel mondo in cui viviamo tutto ruota attorno al concetto di network, di rete. Avere una propria rete di contatti e gestirla al meglio fa davvero la differenza. E’ fondamentale essere presenti e connessi con il mondo. Io stessa sono
rendere pubbliche le sue foto, realizzare uno shooting e pubblicarlo su face book in modo da renderlo visibile a milioni di contatti, cosa impensabile fino a qualche anno fa. Essere blogger per me è una cosa molto naturale, che ha unito alcune mie grandi passioni: la scrittura, la moda e il marketing. Ho fatto delle esperienze che non avrei potuto fare senza il mio blog. Sono stata una delle blogger protagoniste del progetto “Golden Curvy” di Golden Lady che mi ha portato in contatto con una grande azienda, vedere come lavora per poi essere coinvolta in prima persona dall’azienda nella co-creazione di una linea che tenesse conto delle esigenze delle donne curvy e plus size. Un’altra esperienza importante per me è stata tenere un workshop sul blog al Master Web Communication e Social Media all’Università degli Studi di Parma. Questa esperienza è stata particolarmente soddisfacente, perché è stato preso sul serio il fenomeno blogging sia da parte dei docenti che dei masteristi. Ho raccolto molte curiosità e molto interesse dalla classe, mi
Molti studiosi si sono sforzati di chiarire l'ultimo misterioso haiku del poeta Junichiro Kawasaki: "Senza rimpianti è la mela, non sa di non essere pesca". Fu scritto la mattina del 3 novembre 1996, poco prima che il vecchio poeta e sua moglie assumessero la dose di arsenico che li avrebbe ammazzati. Kawasaki parlava di sé, parlava di loro, parlava di noi con la voce di chi guarda la vita dal margine. La parabola mi è ritornata alla mente leggendo di Bronnie Ware, l'infermiera australiana trapiantata a Londra che ha raccolto i rimpianti dei malati terminali che ha assistito e li ha pubblicati in un libro di successo: The top five regrets of the dying. "I cinque rimpianti di chi sta per morire" sono non avere vissuto secondo le proprie inclinazioni, ma secondo le aspettative degli altri (1); avere lavorato troppo (2), non avere avuto il coraggio di esprimere i propri sentimenti alle persone care (3); avere perso di vista gli amici (4); non essersi permessi di essere felici (5). È una la lista che sulle prime può avere effetti devastanti perché ti costringe a guardare la tua esistenza da fuori, tutta insieme, e a trarre un bilancio in corsa, probabilmente catastrofico. La tentazione è precipitarsi a dare le dimissioni o abbandonare figli e marito per coronare il sogno, mai inseguito davvero, di diventare cantante.
LA VERITÀ È CHE I RIMPIANTI SONO SEMPRE ORIGINATI DALLA VITA E NON VICEVERSA. SONO LA METÀ MANCANTE DI QUELLO CHE SIAMO.
Se l'indagine fosse fatta tra ergastolani, tossici e rockstar maledette in punto di morte si otterrebbero molto probabilmente opinioni contrarie: non avere dato retta ai consigli, avere lavorato poco, avere sovrastimato sentimenti, amici e felicità. Ma la storia personale di ognuno si presenta sempre al crocevia con la storia profonda degli uomini. Un contadino lucano del 1700, un gladiatore romano, una cortigiana assira difficilmente si sarebbero dispiaciuti di non avere avuto la vita che volevano. Una Storia universale dei rimpianti racconterebbe, forse, che in punto di morte gli antichi provavano rimorsi più pratici, legati a episodi specifici, per condotte sbagliate o
occasioni perdute. Non rimpiangevano altre vite per la semplice ragione che non potevano neppure concepirle attraverso la fantasia. Il nodo da cui scaturisce la nostra idea di felicità si annida proprio qui. Oggi, è doloroso il peso delle strade non imboccate, delle scelte non fatte, delle vite che non abbiamo vissuto perché il Novecento è fondato sulla vastità della scelta. È questa la sua invenzione più immensa.
OGNI UOMO È LIBERO DI DIVENTARE QUELLO CHE È DAVVERO. E ALLORA PERCHÉ GLI SCAFFALI DELLE NOSTRE VITE NON SONO STIPATI COME QUELLI DEL SUPERMARKET? LA TEORIA DEL MULTIVERSO - GLI INFINITI UNIVERSI PARALLELI DELLA MECCANICA QUANTISTICA - È LA TRADUZIONE SCIENTIFICA DI QUESTA FANTASMAGORIA CULTURALE ED ECONOMICA. PER MILLENNI, POI, SI AVEVANO POCHE ESISTENZE-MODELLO, OGGI OGNUNO È SOTTOPOSTO A UN BOMBARDAMENTO DI VITE POSSIBILI. DI EROI E VITE IMITABILI. AVERE UN'UNICA VITA APPARE UNA LIMITAZIONE. IO SONO L'ARMONIA DI UNA VITA E LA SUA ELEGANZA RISIEDONO, INVECE, NELL'ADESIONE PERFETTA A SE STESSI, NELL'ACCETTARE QUELL'IRRIPETIBILE, DENSO, AGGLOMERATO CARICO DI MEMORIA E CONFINATO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO IN CUI CONSISTE LA NOSTRA IDENTITÀ
In fondo, è la storia narrata da Martin Buber di rabbi Sussja che in punto di morte, esclamò: "Dio non mi chiederà perché non sono stato Mosè, ma perché non sono stato Sussja". Tanto più la vita ci regala opportunità e attitudini, tanto più difficile è ricordarsi che siamo “umani troppo umani” e che la misura del nostro valore non coincide con il nostro successo o il nostro potere. Tanto più condizioniamo la vita degli altri, tanto più dobbiamo diventare persone migliori, dunque etiche, vere e modeste, capaci quindi di cavalcare e dominare il nostro narcisismo, cioè il nostro io. Troppo spesso successi professionali inducono una crescita a dismisura del nostro io e ci portano a trascurare il nostro essere “umani troppo umani” e a considerare i valori materiali della società (potere, ricchezza, visibilità) come valori centrali per la nostra crescita. E dunque il pericolo insito nella fortuna di avere e sviluppare delle capacità personali è quella di considerarsi esseri “superiori” e non semplicemente “umani troppo umani”, perdendo il valore centrale della modestia e della tolleranza verso gli altri. Avere dei talenti e svilupparli non è indice della nostra superiorità ma semplicemente della nostra fortuna, e non è indice del nostro valore come esseri umani ma della responsabilità di diventare migliori di ciò che siamo per mettere a disposizione noi stessi agli altri. La parabola dei talenti del Vangelo esprime molto bene questa idea: avere di più, non vuol dire essere di più ma semplicemente di avere una responsabilità sempre maggiore verso un utilizzo etico e morale di ciò che abbiamo. Non che ciò sia facile, ma è necessario perché possiamo essere qualcosa e non semplicemente possedere tanto.
DUNQUE TANTO PIÙ ABBIAMO POTERE, TANTO MAGGIORE DEVE ESSERE LA INDIVIDUALE RESPONSABILITÀ NEL RICORDARCI CHE SIAMO “UMANI TROPPO UMANI” E METTERE AL SERVIZIO QUESTO POTERE DEL BENESSERE DI TUTTI.
cose che
CAMBIANO
Il Dalai Lama spiega bene questa idea in “Una Rivoluzione per la Pace”, titolo che forse non esprime bene il titolo originale “Ethics for a New Millennium” cioè “Etica per un Nuovo Millennio” indicativo della responsabilità di tutti noi verso lo sviluppo di un mondo migliore. Il valore di una persona non si misura da quanto guadagna, dal potere che ha o da quale ruolo abbia nella società, bensì da ciò che fa e come vive…. E qui tocchiamo un punto fondamentale: il come si vive. “Come si diventa ciò che si è…” cioè la ricerca di noi stessi che è, a mio modesto parere, legato alla necessità profonda di ognuno di noi di ritrovare una sintonia e armonia tra come viviamo e ciò che siamo, cioè alla necessità di vivere onestamente con noi stessi e con gli altri, che vuol dire in fin dei conti null’altro che il credere nel valore assoluto dell’onestà quale asse portante della nostra vita. Allora perché, pur in buona fede, siamo troppo spesso maschere di noi stessi? Perché la società ci porta a dover non essere noi stessi? Forse semplicemente perché i valori che la società sostiene, cioè potere, successo e ricchezza materiale non sono in comunione con le aspirazioni più profonde dell’essere umano e dunque ci obbligano a mascherarci e aver paura di mostrare noi stessi al confronto con la società moderna e i suoi falsi miti.
L’INQUIETUDINE E L’ANSIA CHE ACCOMPAGNA IL NOSTRO VISSUTO QUOTIDIANO, QUANDO NON SIA LEGATO A MOTIVAZIONI PATOLOGICHE, PUÒ ESSERE IL RISULTATO SIA DELLE ETERNA RINCORSA VERSO L’AVERE SEMPRE DI PIÙ CHE DELLA DISSINTONIA TRA CIÒ CHE SIAMO COSTRETTI A ESSERE E CIÒ CHE SIAMO VERAMENTE. MA FORTUNATAMENTE QUALCOSA STA CAMBIANDO … LA SOCIETÀ SI STA PROGRESSIVAMENTE ORIENTANDO VERSO LA RICERCA DI UNA BENESSERE MENTALE E SPIRITUALE SEMPRE MENO LEGATA ALL’AVERE E SEMPRE PIÙ ORIENTATA ALL’ESSERE E, DUNQUE NOI TUTTI, ABBIAMO IL DOVERE DI GUARDARE NOI STESSI RECUPERANDO I VALORI DELLA UMILTÀ, CIOÈ DEL NOSTRO ESSERE “UMANI TROPPO UMANI” E DELLA NOSTRA ONESTÀ, E NON DIMENTICARCI MAI CHE LA VITA È UN PROCESSO CONTINUO DI RICERCA DI NOI STESSI E DELLA SINTONIA CON I VALORI PROFONDI CHE APPARTENGONO ALLA NATURA UMANA.
ROMA _ ITALY
IL CORPO DUNQUE È UN UNIVERSO SIMBOLICO IMMEDIATAMENTE DISPONIBILE E SPERIMENTABILE DA PARTE DELL'INDIVIDUO. LA CAPACITÀ DEL CORPO DI PRODURRE SIGNIFICAZIONE È LEGATA AL SUO ESSERE CENTRO DI OGNI PRODUZIONE IMMAGINIFICA DELL'UOMO, CENTRO DEL DESIDERIO E DELLE PULSIONI, PIÙ O MENO CONTROLLATE DALL'EDUCAZIONE E DALLA CULTURA (M.COMBI,1998). IL CORPO È QUINDI SEGNATO, DISEGNATO, GESTITO E MOSTRATO DALLA CULTURA DI APPARTENENZA. IN MOLTE SOCIETÀ NON OCCIDENTALI IL CORPO NON RAPPRESENTA LA FINITEZZA ANATOMICA, ALTRA RISPETTO AL MONDO CONTINGENTE, MA È IL CENTRO DI QUELL'IRRADIAZIONE SIMBOLICA PER CUI IL MONDO NATURALE E SOCIALE SI MODELLA SULLE POSSIBILITÀ DEL CORPO, E IL CORPO SI ORIENTA NEL MONDO TRAMITE QUELLA RETE DI SIMBOLI CON CUI DISTRIBUISCE LO SPAZIO, IL TEMPO E L'ORDINE DEL SENSO.
Scrittore, autore del libro: "Diario di una vecchia checca" edito da Minerva Edizioni (Bologna) è nato a Taurianova (RC), ma romano d’adozione, è ideatore di diversi format, tra i quali spiccano “La Fattoria”, “La capitanessa” e “Forum” ha collaborato per 17 anni con quest’ultimo e all’età di 28 anni ha ottenuto un contratto al teatro “Du Campagnol” a Parigi, dove ha tenuto interessanti seminari su Goldoni e Pirandello.
NINO
SPIRLI
differenze, non annullare le sfumature, non prendere posizione. Ed a me, le differenze piacciono.
Non siamo che corpi con pochi diritti e tanti desideri. Ho sempre pensato che non solo non è giusto il ragionare pensando che la società sia dicotomicamente identificabile ma anche che questo dualismo tra santi e peccatori, tra donne e uomini, tra italiani e stranieri, tra moralismo e libertarismo, tra strumentalità e passione, tra vittime e carnefici, tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra etero e omosessuali, tra noi e l’altro, non è che un limite entro il quale espiare l’individuale incapacità di comprendere che ci sono infinite cose delle quali non teniamo conto nel nostro ragionare per ripartizione. Il pensare per opposizione porta a distinguere e dunque a regolamentare, a disciplinare. Rifiutare il dualismo vuol dire non rifiutare le
Mi piace che individui provenienti da percorsi diversi, nel loro dirigersi in direzioni anche opposte, abbiano l’occasione di incontrarsi e sostenersi vicendevolmente nelle loro differenze. Dalle differenze, e solo da quelle, nascono nuovi mondi. L’obiettivo primo di ciascuno dovrebbe essere la sua liberazione. Approfondisco questa tematica con lei, Nino, in quanto consapevole che, più di altri, possiede l’abilità di riconoscere ed esplicitare l’ambiguità e la complessità del reale, complice il suo tormentato vissuto del quale ognuno di noi può nutrirsi attraverso le pagine del suo libro “Diario di una vecchia checca” edito da Minerva Edizioni, affinché la sua sofferenza sia da monito al che non si compiano ancora sciagure a danno dell’individuo. Le dico questo perché penso che la società contemporanea si barcameni ancora, a volte, nonostante le conquiste sociali, nello spicciolo qualunquismo di dividere i comportamenti umani in maschili e femminili stereotipandoli entro cliché di massima ma soprattutto non considerando che il genere biologico (maschio o femmina) da solo, non basta per definire l'appartenenza ad un genere. Dovremmo cominciare a percepirci diversamente, a porci delle domande sulla costruzione sociale dell'identità e dei ruoli di genere smettendola di idolatrare un polo o l'altro in modo così campanilistico ma in particolare non attribuendo cliché di sorta.
DELLA SEDUZIONE
CHI NE PARLA
il ruolo del corpo nel gioco
LA MODA CHI LA FA, CHI LA INDOSSA
"Ti ringrazio di avermi concesso la mia Meravigliosa Famiglia: mio Padre, che sicuramente Ti sta accanto, mia Madre, che mi da la forza con la sua forza, le mie Adorate Sorelle con le loro Famiglie, che mi assicurano l'Affetto, il Coraggio e il Conforto. Ti ringrazio per avermi regalato l'Amore, e per ben due volte: c'è chi non lo ha mai conosciuto. E Ti ringrazio per i miei Amici, che mi saldano a Te con la loro Fedeltà di Sentimento. Per tutti questi regali, Ti sono grato per sempre..." Liberamente tratto da "Lettera di Nino a Gesù Bambino" dell'anno 2010. Nella foto Nino con la mamma.
Siamo individui, prima ancora che uomini e donne, sebbene anche la struttura molecolare consegni un’identificazione di genere. Niente di più drammatico, presumo, Nino, il vivere sulla propria pelle, così come è accaduto a lei, il disagio di porsi al cospetto del mondo in relazione a quello che gli altri si aspettavano da lei, e non sulla base di ciò che intimamente era, conscio che quel misto di nette opposizioni che popolano le menti puritane dei benpensanti non avrebbero accettato la sua omosessualità se non come espressione di quelle “torbide mescolanze” da cui l’uomo comune tende a prender le distanze, se non fosse altro, per status. Smontate alla grande le tentazioni di alcuni terapeuti di promettere impossibili conversioni, la comunità scientifica offre oggi nuove strade divergendo all’unisono su quanto di più, anche immediatamente scontato, si potesse intuire pur non possedendo nozioni da Cattedra (Sarà un pure un parallelismo coraggioso, il mio, però mi pone non poche curiosità il fatto che il sostantivo cattedra nella sua esemplificazione da dizionario indichi anche “trono papale” e/o vescovile ) ovvero che l’omosessualità non è una patologia da curare, e qualora vi fosse davvero interesse per un obiettivo da raggiungere, quello non può prescindere dal costruire sull’omosessualità un’apertura «su un orizzonte di valori» di giustizia e di eguaglianza. In ballo dunque c’è oggi per la comunità scientifica (e non solo) la sfida di liberare e sostenere l’omosessualità entro un orizzonte sociale e politico che tuteli la persona e legittimi la pluralità delle identità sessuali. L’esclusione è razzismo ... Ho avuto la grande fortuna, Cara Valeriana, di nascere in una famiglia, la mia, per la quale la differenza non era l’eccezione, ma la regola. Essere differenti, diceva il mio adorato Papà Mimmo, significa essere vivi. Per lui, come per me, esistono tante categorie quanti sono i viventi in quel momento sulla Terra. E, dunque, non esistono categorie. Le Società Umane, per esempio, quante sono? Una mi sembra poca, considerando usi, religioni, pensieri politici, sentimenti, comportamenti personali, e, visto che ormai è di moda parlarne, necessità sessuali. Ah! Il sesso! Quante pagine, quante riviste, quanti speciali tg, quante ciance su una cosa che dovrebbe rimanere privata … Ma io ho scritto il DIARIO DI UNA VECCHIA CHECCA che ne ha di sesso dentro … E, dunque? Parlo bene e agisco male? No: il DIARIO nasce proprio per affermare una cosa importante: volete sapere com’è un omosessuale? Come vive? Come mangia e cosa? ... La risposta è una, e spontanea: Un omosessuale, o, meglio, un omosentimentale è come è! Come qualsiasi altra persona. Non è un essere speciale. È solo diverso da un altro omosessuale, da un altro eterosessuale, da un altro asessuale e così via per circa sei miliardi di viventi … Io ho avuto una vita serenamente drammatica, tragironica, direi: fra gioie, dolori, violenze, cadute, risalite … Tutte in nome di un solo credo: vivere libero. Non ho mai dovuto lottare, per ottenere il rispetto per chi ero, sono e sarò. Ho lottato per ottenere lavoro, come tutti, per acquistare una casa, come tutti, per pagare un bollettino alla posta, come tutti. Ho lottato per Alcuni momenti della amore, sofferto per amore, pianto per amore, riso presentazione del libro per amore, come tutti. Vivo una vita normalmente al White di Roma omosentimentale, omosessuale, omomorale … "Diario di una vecchia checca" vincitore Come tanti … Premio "Metauros Lo sviluppo di una compiuta personalità è 2013" sezione indubbiamente assai più faticosa nella società narrativa. Nel prestigioso parterre di di odierna. Una società complessa è molto più ospiti fra gli altri: difficile da decifrare; una società fortemente l'Editore Roberto pluralistica, in cui predomina la varietà dei Mugavero, Luna modelli, rende più ardua l'identificazione Berlusconi, Riccardo Gubiani, Manuel secondo le proprie caratteristiche e Ferrarini, Marina Ripa aspirazioni; una società instabile esige di Meana, Rita Dalla continui adattamenti e mutazioni; una società Chiesa, Gianni Sapone, Marina caotica in cui sembra che il fare debba Mansanta, Erika predominare sul pensare, l'avere debba Gottardi, Valeriana prevalere sull'essere, fa apparire la ricerca Mariani e lo stilista Gai della gratificazione personale più importante Mattiolo. L'intervista continua a pagina 35 ne "La politica del corpo"
della qualità delle relazioni. Certo, la società di oggi non presenta solo elementi di rischio per il processo di formazione della personalità, ma presenta anche molti elementi estremamente positivi: la riduzione dei forti condizionamenti espressi da un costume fatto spesso solo da pregiudizi; una maggiore spontaneità nei comportamenti non irreggimentati da autoritarismi familiari e sociali; una migliore comprensione della vita, delle sue criticità ed incognite; la possibilità, nella dialettica del dialogo culturale, di meglio comprendere il senso della cose e della vita, vedi anche la particolare attenzione che è stata dedicata al complesso problema dell'identità di genere nella differenziazione, ma anche nell'integrazione, superando vecchie concezioni ideologiche che hanno a lungo tarpato capacità, inclinazioni, possibilità di partecipazione e sviluppo di metà del mondo. Da questa premessa ci si aspetterebbe che lo squarcio alla barriera del convenzionalismo sia tanto evidente da far spazio anche a quei temi “scottanti” che animano le piazze e le prime pagine dei quotidiani e riviste più autorevoli, eppure…. Eppure non è così. Ci sono questioni sulle quali si pone ancora un “out out” . Lei, Nino, come si spiega il ritardo con cui il nostro Paese, più di altri, si confronta con le sfide del cambiamento? Come assicurare la costruzione di una compiuta identità ad ogni essere umano, ma anche riconoscere le differenti identità che esigono di essere valorizzate e non annientate? Non vorrei sembrare banale, ma credo che la presenza esagerata sul territorio di una chiesa cattolica così poco incline ai rapidi cambiamenti
dell’Uomo Contemporaneo abbia grandi responsabilità. Mi capita spesso, da credente praticante polemico di ascoltare delle omelie da medioevo. Di parlare con dei preti da inquisizione, e, comunque, di fare sesso con alcuni di loro che sono in totale ipocrita contrasto con i loro dogmi. Il popolo italiano, per buona parte, è ancora soggetto alle indicazioni dei sacerdoti: se incontra quelli illuminati, corre veloce verso la liberazione e la coscienza di sé, se si accompagna a quelli più meschini e beceri, continua a marciare, ottuso, verso un baratro retrogrado e buio, da roghi in piazza e gogne morali. Non trova sia riduttivo pensare che ciò che configura la vita d’un uomo, possa sintetizzarsi nell’avvicendarsi più o meno consapevole di caduta e rinascita, morte e resurrezione, rivolta e obbedienza, peccato e redenzione, perdizione e salvezza, perché tralasciamo tutto quanto sia accaduto, nel frattempo, fra un estremo e l’altro? E non trova altresì assurdo il pensare che sia l’appartenenza ad un genere a generare comportamenti tralasciando che nell'anima un uomo sensibile e una donna sensibile sono le facce di un'identica moneta e viceversa che la meschinità possa, o non possa, appartenere ad entrambi? Io mi illumino del mio cammino, comprese le partenze e gli arrivi. Agli estremi do l’importanza che hanno, che è pari a quella che ha ogni passo della mia lunga passeggiata. Del resto, non so da dove sia partito, né dove arriverò, e quando, e se … Celebro ogni accadimento di questa mia vita cosciente e spero, un giorno, di raggiungere un grado di coscienza maggiore della mia vita impalpabile. E lo auguro ad ognuno di noi, che è, esattamente, il tutto e il suo contrario…
Parliamo di seduzione, che è l’argomento primo sul quale mi preme indagarla (sorrido). In molti si professano capaci di insegnare l’arte della seduzione ma essa è un moto così spontaneo dell’essere umano che non si può codificare né tantomeno creare ad arte. Accade, e basta. Siamo sedotti e seduciamo in un modo che non sappiamo spiegare né spiegarci,e va bene così. Il fascino, in fondo, non è proprio il sentire di essere trasportati da un vento e vivere quella particolare emozione che “imbriglia” la mente, senza troppe regole, senza per forza capire? Ah, la seduzione! E chi mai potrà capirne il cammino, le “regole”, se mai ce ne siano, il fine … Si cade. E basta. Si cade in trappola. Si cade fra le braccia. Si cade nelle reti. Si cade nel piacere … O, meglio, ci si abbandona e non si sa perché. La virtù della seduzione sta nel suo mistero. Uno non bello come me, ha sempre avuto compagni e compagne bellissimi. E, a loro volta, loro hanno scelto, o subìto, me. È l’esempio più vicino che mi viene da proporre. Oltre che Esmeralda e Quasimodo, Bella e Bestia, Callas e Onassis … Il suo rapporto con la moda … Amo l’eleganza, i fruscii, le essenze, i colori, i calori. Amo le ribellioni, le estrosità, i metalli e i minerali preziosi. Almeno, preziosi per me. Amo le tradizioni e le loro letture moderne. Vesto di lino d’estate, di cachemere d’inverno. Non indosso scarpe pesanti, mai. Ho una ricca collezione di ventagli, antichi, vecchi e nuovi. Belli. Le mie mani baciano guanti. Alle spalle, le inseparabili “sciallesse”. Amo gli stilisti. A loro dobbiamo tante rivoluzioni sociali. E non solo sociali …
se ci dotiamo di “immaginazione sociologica” possiamo tentare un quadro di riferimento all’interno del quale la moda si possa collocare diversamente da come è stato fatto sino ad oggi, divenire cioè un simbolo forte ed anche bonario cui ispirare i propri comportamenti, la costruzione dell’identità non solo personale ma collettiva. Indossare un vestito è fondamentalmente un atto di significazione, ciò porta a rivedere un punto di vista tradizionale, in base a cui l'uomo ha inventato il vestito sulla base di tre motivazioni: la protezione (contro le intemperie), il pudore (per nascondere la propria nudità), l'ornamento (per farsi notare). A prescindere da queste motivazioni, che hanno comunque una loro validità, l'uomo si è vestito essenzialmente per esercitare la propria attività significante. In quanto atto di significazione, il "vestirsi" costituisce dunque un atto profondamente sociale, che ha senso solo se inserito in una dialettica fra individui all'interno di una collettività. E dunque, se è vero che l’abbigliamento resta un prodotto materiale, non possiamo prescindere dal fatto che la moda diventi prodotto culturale nel momento stesso in cui crea confini simbolici tra quanto è moda e quanto non lo è, e stabilisce inoltre qual è il gusto estetico maggiormente accreditato.
INDOSSANDOLA E DA COME VIENE SPALMATA SULLA MASSA COME MODELLO PERCHÉ LA MODA È ANCHE UNA QUESTIONE DI SENSO.
la politica del CORPO
LA MODA È LA SOSTANZA VITALE DELLA NOSTRA SOCIETÀ, IL LUOGO DI MASSIMA SPERIMENTAZIONE DELLA NOVITÀ COME ANCHE LO SPECCHIO PASSIVO DI UNA REALTÀ SOCIALE CHE SI SOMMUOVE RADICALMENTE. PER QUESTO OCCORRE SEGUIRE LE LINEE GUIDA DI UNA CONCETTUALIZZAZIONE “AGONISTICA” CAPACE DI COMPETERE CON LA COMPLESSITÀ, IL DINAMISMO E LA PLURALITÀ DEI FENOMENI A ESSA CONNESSI.
Senza in alcun modo chiosare la famosa disputa fra Marx e Prudhon sulla filosofia della miseria (Prudhon) e la miseria della filosofia (Marx), il concetto di moda sembra volersi ergere a protagonista indiscusso, non solo esteriore ma anche interiore, intimo, carica di significati nobili e preveggenti nella società globale. Quasi per insorgere ad uno stereotipo ormai sin troppo obsoleto di superficialità e leggerezza, la moda, rivendica la sua capacità di cavalcare i grandi temi sociali, le differenza etniche, la salvezza e la sopravvivenza dell’ecosistema, i valori etici e religiosi, le imperscrutabili profondità dell’anima, i rapporti con l’altro, il bene e il male, a prendere le distanze insomma dall’essere percepita mero business. Non è semplice dare risposte significative e quantomeno “prevedere” se, e quando, tutto ciò sarà possibile tuttavia
PIACEVA MOLTO AD OSCAR WILDE E SAREBBE SICURAMENTE PIACIUTA A NIETZSCHE CHE, SE FOSSE STATA PIÙ NOTA, L’AVREBBE CERTAMENTE CATALOGATA COME FENOMENO OMOLOGANTE MA ANCHE DISTINTIVO A SECONDA DI CHI LA INTERPRETA
Tra fashion blog, fashion magazine, fashion theory e fashion analysis essere fuori moda ormai sembra essere condizione impossibile. Come dire… la moda è di moda e la sua foltissima schiera di adepti e seguaci trovano ovunque pane per i loro denti e più di ogni altra cosa suggerimenti per il loro guardaroba. Ma siamo sicuri che il fashion addicted doc possa limitarsi a comprare il capo all’ultimo grido e ad abbinarlo poi con l’accessorio giusto di stagione? Da anni esiste una materia perlopiù sconosciuta ai più che, ostentando radici filosofiche e una paternità addirittura aristotelica, può aiutarci ad analizzare anche il modo in cui i capi di moda si abbinano tra di loro facendosi portatori di significati per chi li osserva. Questa materia è la semiotica che, di sovente relegata al ruolo di noiosa materia per studiosi universitari occhialuti, in realtà cela ben più di una sorpresa. La semiotica, che come spiega bene la sua origine greca analizza i segni, si interroga, esplorandone a fondo le relazioni, sul perché gli elementi assumono un valore comunicativo quando si trovano ad essere inseriti in una “messa in comune” di dati. Insomma la semiotica è quella disciplina che ci aiuta a spiegare (o più opportunamente, a far luce, e non solo ad accettare come una sorta di evidenza lapalissiana) i motivi per cui un uomo d’affari con il suo doppiopetto d’ordinanza ben si distinguerà (leggi: significherà diversamente), infatti, da un rampante PR dei locali con i jeans lisi e la maglietta all’ultima moda. Ma anche una signora
Semiofashionandthecity La nostra parrebbe lungi dal divenire quello che gli americani definiscono una “società random”, sebbene pure essa sembrerebbe procedere caoticamente, senza punti di riferimento stabili né scopi stabili che non siano quelli del singolo in questione: l’uomo politico da una parte e l’uomo della strada dall’altra che si ignorano anche comunicando perché troppo concentrati sulle proprie singole esigenze e quindi senza costruire alcun dialogo che sia fecondo per entrambi. Le esigenze dell’uno sembrerebbero cozzare, con insistente consuetudine, contro quelle dell’altro. Il concetto di Patria mai, come in questo momento, acquisisce la chiara connotazione di nebuloso e labile, il sistema di governo è debole e frammentario, la famiglia non è più una colonna portante della società e si relativizza (coesistono tanti tipi di famiglie con modelli e valori diversi a seconda delle componenti e delle dinamiche). Il lavoro che dovrebbe garantire dignità e stabilità all’uomo è precario e quindi non assicura stabilità men che mai, e ciò nella stragrande maggioranza dei casi (cosa ancor più grave), dignità. Si lavora per lo più per il mero denaro e il lavoro è solo in funzione del profitto, non della realizzazione di sé. Non rende liberi, rende schiavi del sistema plutocratico nel quale si è inseriti. Cosa c’entra la moda con questa analisi più o meno volgare della società odierna? Beh, presto detto… se la moda, come è vero, rappresenta una delle espressioni prime della società, non può certo sottrarsi dall’esprimere alla società una risposta positiva… eppure. Ecco, è in “quell’eppure” che nasce la differenza. Essendo essa espressione della società è sempre più relativa e precaria, in più, nella moda, ormai non ci sono più regole: abolite le differenze fra maschile e femminile, così come fra estate e inverno, fra una stagione e l’altra (anche biologica) il che, parrebbe un danno. Già, parrebbe. Guardando la moda, la bella moda, personalmente vivo ancora l’illusione di sognare e di godere del bello che la moda ci propone, a prescindere, così come conservo ancora l’illusione di sognare una bella Italia.
La sensualità in una persona può essere considerata lo specchio della sua personalità, che riflette l'interesse e l'attrazione che gli altri sentono. L'essere umano è l'animale più sexy della terra, non rispetta le stagioni dell'amore e può dimostrarsi sensuale e seducente in qualsiasi momento della vita, a prescindere dalle occasioni. Lo "stile" nel comunicare la propria sensualità è assolutamente soggettivo. Non esiste una forma ideale per essere sexy. Il grado di emozione evocato in una persona da parte di un comportamento sensuale, dipende esclusivamente dalla complementarietà. Per alcuni individui il termine sexy si associa principalmente ad elementi esteriori e sessualmente chiari (obsoleto pensare che a rimanerne intrappolati siano soprattutto per i maschi); per altri il tono della voce, la gestualità, la saggezza, l'abbigliamento, oppure una miscela di molti elementi, può far nascere un desiderio. Non essendoci un modo stereotipato per essere sensuali conforme a tutte le persone, il "segreto" è essere se stessi, sicuri di sé, autentici. E' la nostra autostima, la sensazione di adeguatezza nelle molteplici situazioni della vita che ci rende sensuali agli occhi di chi è sensibile proprio alle nostre caratteristiche. Ciò che conta è la sicurezza di se. La sicurezza che aiuta a lasciar diffondere nell'ambiente che ci circonda il fascino della nostra personalità. Sguardi, gesti, parole ed anche contatti quando opportuni, sono capaci di rendere lo stile unico: il modo di accavallare le gambe, di guardare negli occhi, di avviare una comunicazione, di ascoltare e dimostrare empatia, di essere leali, di non dare nulla per scontato. Sarebbe un grave errore orientare le proprie energie per trovare la fiducia in se stessi allo scopo di soddisfare una estrema ricerca della seduzione. Il
Il “sense and style”
LO STILE È QUALCOSA DI PERSONALE, UNICO, RICONOSCIBILE. SEMPRE ALLA MODA PROPRIO PERCHÉ LA SUPERA MA DELLA QUALE, HA BISOGNO, NON FOSSE ALTRO CHE PER CONFRONTARSI.
Qualche sera fa, parlando del più e del meno, improvvisamente, sono stata incalzata da una domanda meno banale di quanto possa sembrare: che cos’è il senso dello stile? Ci sono espressioni oramai quasi abusate che sembrerebbero acquietare l’ardente desiderio di una risposta a partire da Vestire Alla Moda, oppure Essere Fashion, ma anche termini più tecnici come Anticipare la Tendenza, Conoscere il
Mood, o molto più popolari come essere o vestire Trendy, in francese A la page. Locuzioni vaghe, nonostante anche abbiano a che fare con la moda in quanto “Divinazione” nei confronti di ciò che è presentato come “al di sopra”, più in alto, elevato (economicamente, socialmente, culturalmente, esteticamente), ma non basta. Nell'ambito della moda, una delle caratteristiche dello stile individuale è la personalizzazione delle scelte estetiche, nel bene e nel male, quello che ti fa subito dire di una persona: ecco, è lei! Ci sono persone che “indossano” la propria Personalità, che “vestono” il proprio stile, che “abitano” il proprio Carattere proprio come fossero Dentro ad un abito: stanno dentro cioè al proprio “modo di essere” e lo sanno fare con Consapevolezza, in francese, con Charme; queste persone sono come tutti noi, ma sembrano avere una marcia in più: uno stile personale. A volte bisognerebbe avere il coraggio di dire “meno fashion, più style”, ma il secondo, ahimè, non si vende e non si compra. L’Italia se lo è conquistato di diritto. Si tratta di una verità, universalmente riconosciuta, che gli italiani abbiano un senso innato per lo stile. Sia che si parli di moda o design, prima o poi si arriva al genio italiano per l’impeccabile eleganza e il moderno chic. Ma dove arriva tutto questo, questa abilità apparentemente senza sforzo nel creare un’immagine piena di classe che produce alcuni dei beni di lusso più ricercati al mondo? Ogni nazione ha il suo marchio distintivo che caratterizza i propri prodotti e li fa risaltare per le loro caratteristiche esclusive: il Made in Germany per esempio è sempre stato sinonimo di robustezza ed affidabilità, il Made in USA è il segno dell’innovazione e l’avanguardia del prodotto; il Made in Japan simbolizza l’alta tecnologia e la funzionalità; il Made in Italy esprime, invece, l’eccellenza della creatività e della maestria. Nel campo della moda, l’Italia si distingue, ponendosi al primo posto per l’alta qualità dei prodotti tessili e per la perfetta eleganza e raffinatezza che permeano il prodotto rendendolo superiore, così come per la garanzia della qualità dei materiali utilizzati nella realizzazione dei beni. Il mondo intero ammira e confida in un prodotto Made in Italy e molte persone sono disposte a fare enormi sacrifici pur di essere in grado di acquistare un articolo di marca italiana da indossare con grande orgoglio perché quando lo indossano, indossano qualcosa di diverso: indossano la storia, le tradizioni, la creatività e l’orgoglio di una Patria, la nostra. Ci sono una serie di informazioni sul nostro Dna che sono state registrate prima dell’istante in cui siamo nati; dati semplici, basilari, che descrivono le condizioni del sistema e di parti di che erano lì prima che ci fossimo noi, così come siamo adesso. Un prima senza di noi, dunque.
CERCARE UN’IDENTITÀ ANCHE ATTRAVERSO L’ACQUISTO DI VALORI SIMBOLICI.
Il cliente dell'epoca postmoderna è molto più attento rispetto al passato all'aspetto simbolico-comunicativa dei beni che acquista perché, come profetizzò Maslow, una volta soddisfatti i cosiddetti “bisogni primari”, l'uomo tende a sviluppare i bisogni di appartenenza (affetto e identificazione) e i bisogni di stima, prestigio e successo che lo portano al bisogno di realizzazione di sé e le proprie aspettative. Ed è proprio questo: una volta sviluppati tutti i bisogno materiali, il consumatore richiede ai prodotti l'appagamento dei desideri immateriali di necessità estetiche, facendo venire a galla una nuova figura, un consumatore sempre alla ricerca di esperienze più che di prodotti, di sensazioni e emozioni, più che reali valori d'uso. Ed è proprio a partire da questo che si può affermare che tutti i bisogni cedono il passo ai desideri.
IL DESIDERIO DEL LUSSO
Da Maslow a Cenerentola “I sogni son desideri” e il lusso, come poche altre cose se è sopravvissuto ai secoli, alla storia stessa, è perché si pone ai vertice del nostro subconscio anelare di innalzarci al di sopra della cosiddetta “middle class”, utilizzando un'espressione che si avvia sempre più velocemente ad essere considerata anacronistica, motivo per cui si può candidamente affermare che, fino a quando esisteranno gli uomini e la nostra costante tendenza alla supremazia esisterà il lusso, come simbolo stesso della nostra vanità. Le aziende appartenenti al settore dei luxury questo lo sanno: ecco perché tendono a proporre un intero stile di vita, non solo un insieme di beni materiali.
mens sana in corpore sano
VISTI DA VICINO: SENSUALITÀ, FASCINO E BELLEZZA. LA DIFFERENZA? STA IN QUELLA FORZA DELL'IRRAZIONALE CHE SCONVOLGE ED ANNULLA CERTEZZE, CANONI E CRITERI DI VALUTAZIONE OGGETTIVA.
sorriso si tramuterebbe in un ghigno, anche se ben camuffato e gli occhi perderebbero la loro luce. Concludendo, per essere sexy non bisogna fare nulla. Non è necessario rifarsi ad atteggiamenti e comportamenti che, anche se ci piacciono, non ci appartengono. Bellezza e fascino non sono sinonimi, sebbene anche parrebbero coincidenti: sono due straordinarie e differenti doti che non sempre caratterizzano il medesimo individuo; ma, quando sono complementari in una stessa persona, sicuramente quella lascerà indelebili tracce di sé negli occhi e nel cuore di chi l'ha incrociata. La bellezza è una qualità del corpo; è, in un certo senso, oggettivamente valutabile perché la si misura, pur se inconsapevolmente, su canoni che vengono da lontano, dai modelli estetici proposti dagli artisti e codificati nelle immagini pittoriche e scultoree che essi ci hanno lasciato nel tempo: per la nostra civiltà occidentale i riferimenti remoti possono essere la Venere di Milo, la Primavera di Botticelli, le Madonne di Raffaello o di Leonardo, le voluttuose donne di Tiziano ( per citare i più famosi modelli femminili) o, se parliamo di uomini, valgono gli esempi dell'Apollo di Delfi o del Davide di Michelangelo. Pur trattandosi di figure idealizzate che rivelano il "divino" o, comunque, il "sublime", ancora oggi ci servono come pietra di paragone per le bellezze attuali benché nessuno, consapevolmente, applichi le regole di Leonardo o ancor meno quelle di Vitruvio per misurare la perfezione di un corpo o di un volto. Poiché la bellezza reale è effimera, effimeri ne sono i canoni di valutazione: oggi è la moda che decreta chi è bello e chi non lo è e perché. E il fascino? Il fascino è qualcosa di indefinibile e indescrivibile, un' alchimia di elementi che esplodono contemporaneamente. Non è una qualità del corpo e perciò non è percepibile solo con gli occhi; l'origine greca e poi latina della parola "fascino" ci porta all'ambito semantico della magia, dell'ammaliamento, della forza dell'irrazionale che sconvolge ed annulla certezze, canoni e criteri di valutazione oggettiva. Se si accompagna alla bellezza, il fascino la esalta; se è dote di chi non è bello, ne cancella i limiti fisici mentre la stessa bellezza, priva del fascino, resta, in qualche misura, imperfetta perché, attraverso gli occhi, non porta molto al cuore o alla mente. E' una qualità che attiene all'intelligenza più che alla fisicità e si svela attraverso gesti, atti, modi, sguardi, sorrisi, parole: è l'espressione di tutta la forza della personalità di cui il corpo è il contenitore. La famosa Monna Lisa di Leonardo non è certamente una "bellezza" eppure da secoli ci seduce per quel sorriso e quello sguardo sul cui ambiguo mistero si elucubrano da sempre le menti autorevoli di studiosi e pubblico. La base del fascino è la Personalità ecco perché i bei manichini non hanno fascino neanche se hanno le sembianze di Davide o di Venere. Anche il mistero è una componente del fascino: un bellissimo corpo esposto in tutto il suo smagliante splendore è sicuramente un bel vedere, sicuramente suscita straordinarie sensazioni, ma sono certamente più intense le emozioni che nascono dall'immaginare e poi dallo scoprire un bellissimo corpo suggerito, ma non ostentato. Le civiltà orientali fondano su questa forma di emozionalità le basi dei loro canoni estetici e sessuali ed è questo uno dei motivi del fascino che quelle civiltà hanno sempre esercitato su noi occidentali.
ELEMENTI DI STILE: LA CUCINA DI MASHA
pronta per una prima a teatro sarà facilmente distinguibile da un’adolescente in minigonna. Il perché accada questo lo si può spiegare molto banalmente, sulla scia del pensiero di Barthes (il patrigno dei fashion studies), in questo significativo passaggio “Il vestito dà senso al corpo e quindi lo fa esistere: lo valorizza dandolo a vedere. Il vestito non nasconde, né mostra, allude e valorizza: non esibisce ma semantizza”. Insomma l’abito, per una volta, fa davvero la parte del monaco ma questo accade palesemente se, e solo se, chi osserva e chi indossa possiedono una ben fornita cassetta “di utensili semiotici” in grado di interpretare i messaggi che vogliamo trasmettere attraverso quello che indossiamo. Insomma dice bene Ugo Volli, guru italiano in materia, quando sottolinea che “La semiotica della moda deve in primo luogo essere una sintattica, nel senso che deve accertare che esiste una certa sistematicità nell’accostamento sintagmatico e nella selezione paradigmatica degli oggetti di abbigliamento”. Non devono spaventare il linguaggio troppo forbito ed i paroloni tecnici, in quanto il tutto lo si può facilmente riassumere e tradurre in semplici concetti: per sintattica si intende semplicemente una sorta di grammatica dell’abbigliamento, le norme che in qualche misura tutti più o meno coscientemente adottiamo davanti all’armadio ogni mattina preferendo alcuni capi a scapito di altri; per “accostamento sintagmatico” si vuol intendere invece che siamo tutti abituati a vestire la parte superiore e quella inferiore del corpo (non usciremmo mai con due camicie e le sole mutandine!); per “selezione paradigmatica”, infine, si intende invece la capacità di non accostare capi che i dettami della moda e del buon gusto ritiene sconveniente indossare, finanche talvolta a prescindere dalla situazione e dal luogo in cui siamo chiamati a rap-presentarci. Insomma la semiotica della moda vuole semplicemente essere un manuale di istruzioni per l’abbigliamento quotidiano e, aprendosi a tutti nei suoi più reconditi angolini in cui è chiamata a presenziare, vuole lasciarsi alle spalle la sua etichetta di materia esclusivamente accademica per mostrare come può essere utile (indispensabile forse!) nella battaglia quotidiana con le scelte di stile.
"Il cuore della casa" prende il posto del lettino dello psicanalista o dello studio del sessuologo e si trasforma nel posto ideale in cui liberarsi e lasciarsi trasportare in un "gioco seducente" da mettere in scena in due: vero preludio ai piaceri del cibo e della carne.
La cucina di Masha in onda su Tv Centro Marche canale 10 e 110 (+1) digitale terrestre: Giovedi fascia oraria 13:30/14:00 Lunedi 11:30/12:00 Mercoledi 03:00/04:00 mascia.luciani@facebook.com Nelle foto Mascia Luciani con Valeriana Mariani ospite della fortunatissima trasmissione Tv per la regia di Roberto Rutili
musica di sottofondo, l'atteggiamento del personale è tutto parte L’ALTA MODA ED IL LUSSO, OLTRE AD AVERE UN dell'acquisto; si aspettano di venire in contatto con l'intera storia della casa, entrare in un mondo che è nato nel passato e che quindi PESO RILEVANTE NELL’ECONOMIA NAZIONALE, garantisce la durata nel tempo accettando anche l'idea che quello RAPPRESENTANO UNO DEI POCHISSIMI CAMPI DI che stanno facendo sia un acquisto futile o non necessario, l'importante è il servizio che deve rispettare le attese, dal momento ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY NEL MONDO in cui quella che si compie è un'azione memorabile. Per affrontare il EPPURE VI È UNA OGGETTIVA DIFFICOLTÀ tema della determinazione del prezzo bisogna seguire il metodo del valore percepito perché appunto come già ampiamente esplicitato in NELL'ATTRIBUIRE AL LUSSO UNA PRECISA precedenza, il valore di un prodotto appartenete ai luxury brand non è essenzialmente materiale ma il suo valore è alimentato e ETIMOLOGIA CONSIDERANDO CHE NEL CORSO DEI aumentato da variabili no prices. Quanto più è elevato il valore SECOLI IL CONCETTO STESSO DI LUSSO SI È percepito, rispetto alla concorrenza ad esempio, tanto maggiore essere il prezzo applicato, ovvero maggiori saranno le EVOLUTO, PARTENDO DA UN IMMAGINE LEGATA ALLA potrà opportunità di conquistare più grandi fette di mercato a parità di VITA PUBBLICA E ARRIVANDO AD ESTRANIARSI DA prezzo. La determinazione del prezzo di un luxury è quindi fondamentalmente diversa da quella di tutti gli altri prodotti in quanta ESSA, SEBBENE NE CONSERVI ANCORA UN FORTE non basata sui costi, ma parte dall'analisi dei bisogni dei clienti e spesso il prezzo elevato è ritenuto un attributo stesso del prodotto. LEGAME, TOCCANDO LA SFERA EMOTIVA E IL RELATIVO, IL PRECARIO, IL SENSO. AGGETTIVI PSICOLOGICA LEGATA ALLA STESSA MODERNI, ANZI POST-MODERNI PERCHÉ IDENTIFICAZIONE DELL'INDIVIDUO. Infatti una delle prerogative dei beni di lusso, forse quella più sentita ACCOMPAGNERANNO LA NOSTRA VITA SOCIALE attualmente, è quella di attribuire uno status sociale di prestigio, vero ANCORA PER PARECCHIO. o presunto. Escludendo infatti i multimilionari e coloro che possono disporne senza difficoltà, l'acquisizione di un bene di lusso diventa un traguardo per coloro i quali necessitano di un'affermazione sociale. L'obiettivo di una marca è quello di sviluppare una brand knowledge, ovvero l'insieme di pensieri, sensazioni, immagini, esperienze e convincimenti legati al brand, traducendosi in maggiore fedeltà, minore sensibilità alle modifiche di prezzo al rialzo e alle inflessioni della concorrenza e in una comunicazione maggiormente incisiva. Il mondo della moda anche nella determinazione dell'identità di un brand fa eccezione: in quanto una componente fondamentale è rappresentata dall'identità stilistica cioè dall'insieme dei codici stilistici permanenti che caratterizzano in modo continuativo i prodotti di un'impresa e da quello che il fondatore abbia rappresentato nella storia. Il concetto di coerenza non influisce però sulla doverosa creatività che deve costantemente mantenere un brand per potersi evolvere nel tempo. Essere fedeli ai dettami aziendali per far acquisire maggiore credibilità alla marca non significa riprodurre ripetitivamente le sue manifestazioni: è ovvio che non sarebbe stato necessario riproporre all'infinito il celeberrimo tailleur che Chanel ripropose negli anni '70 per poter assestare sempre ai vertici l'azienda sul lungo periodo. Un brand deve essere in sintonia con le attese dei consumatori e con i suoi bisogni e desideri e dunque evolversi con essi; il passaggio obbligato dalla direzione creativa di Chanel a Karl Lagerfeld, alla morte della stilista, non ha disperso il valore della maison. Il vero problema è mantenere la stabilità del nucleo con l'esigenza di adeguare il linguaggio.
IL LUSSO POSSIEDE GIÀ NEL SUO CORREDO GENETICO REQUISITI DISTINTIVI TALI DA ESSERE IRRESISTIBILE: ESSO CI RAPISCE, CI SEDUCE. Da dieci anni insegna laboratorio di fashion design all'Università degli Studi di Bari, precedentemente ha lavorato in vari uffici stile di aziende importanti, tra le quali Fendi per circa 22 anni.
ROBERTO
GUARDUCCI
A fronte di ciò una delle definizioni più calzanti può essere quella fornita a seguito di una ricerca di Bernard Dubois e Gilles Laurent, condotta nei paesi sviluppati sui clienti del lusso e che portò a coniare il nuovo termine di “escursionisti”, per definire gli appartenenti alla classe media, che non acquistano prevalentemente prodotti luxury ma che, quando lo fanno, hanno aspettative ben precise cioè, si aspettano prodotti di una qualità eccelsa, superiore a ciò che normalmente acquistano. Non essendo un'esperienza abituale ma al contrario nuova e speciale il prezzo del prodotto deve essere decisamente elevato, per sottolinearne maggiormente il grado di eccezionalità. Dopodiché pretendono l'esclusività, il prodotto deve essere raro, difficile da ottenere e possedibile da pochi; il momento dello shopping diviene una vera e propria esperienza multisensoriale, tutto, dall'arredamento alla
La moda li incarna tutti. La moda è senso, palpabile, indossabile e in primis visibile, si pensi al mondo delle sfilate e al ruolo che la vista dello spettatore ha in esse. Tutto è pensato per appagare quel senso: le luci, la scenografia, le modelle e gli abiti. Non vengono toccati in quel momento ma solo guardati con una presa a balzo, d’effetto quindi relativa, veloce, precaria. La moda è precaria quanto la società, non persiste lo spazio temporale di un mese perché il mese successivo è già pronta la nuova stagione, il marketing impone ritmi velocissimi a cui si sopravvive solo roteando come trottole in un mondo dai ritmi incalzanti che non si ferma mai. La moda è relativa: lo stilista produce tenendo conto degli input di mercato per il mercato, difficilmente oramai per se stesso se non in sporadiche occasioni in cui è chiamato a dar sfoggio della propria creatività. Va da se che il vero protagonista è il cliente, il centro del mercato stesso; sta sulle spalle di noi tutti dunque che la moda non si spogli del suo valore primo: la bellezza. Perché la bellezza, sotto l’egida dei grandi numeri, non sia costretta a soccombere.
I protagonisti della moda
Per diventare uno stilista di successo occorre padroneggiare in un'ampia gamma di concetti fondamentali non basta ovviamente solo essere affascinati dall'aspetto creativo della moda. Manipolare trame e motivi, affidarsi all'estro, avere cura dei dettagli, mettere alla prova la fantasia, far emergere la personale visione d'insieme e sviluppare nuove idee grazie ad un processo di ricerca continua diventano imperativi sebbene pure non sufficienti di chi della moda vuole fare il proprio strumento di lavoro. Il mondo si evolve tanto velocemente che per far sentire la propria voce è necessario ormai avere la padronanza tecnica che questo mondo esige. Coerentemente con quanto premesso quindi, è assodato che l'insieme delle conoscenze specifiche alle quali lo stilista deve riferirsi sia piuttosto vasto ed articolato e non sia soltanto correlato alle conoscenze relative al disegno, dal momento che egli opera con un alto grado di creatività, ma sempre a più stretto contatto con la realtà produttiva ed economica. Inoltre, se lo stilista è non solo responsabile ma anche proprietario della propria linea, deve possedere nozioni di economia, di sociologia, di tecnologia industriale, di strategie di presentazione, di comunicazione e di pubblicità del prodotto moda, dovendo occuparsi (o comunque essere in grado di delegare con accortezza) anche della produzione e della distribuzione della propria collezione. Di moda fra alta sartorialità e nuove tecnologie, di icone di stile e
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di prospettive future parleremo di seguito con alcuni dei nomi che fanno il lustro del nostro pregevolissimo made in Italy. Ad alcuni di essi è stato chiesto di raccontarsi … ad altri, di prestarsi a rispondere alle nostre domande che sono le medesime per tutti. Lungi dall’esser tacciati di pigrizia (sorridiamo) giustifichiamo che la scelta di porre i medesimi quesiti ad ognuno nasce dalla volontà di far meglio emergere le dissimilitudini. Il primo a risponderci è lo straordinario Roberto Guarducci che curerà, in qualità di Direttore Creativo, l'edizione 2013 del "Premio Moda Città dei Sassi". Roberto, descriva in poche parole il suo stile … Ho sempre amato proporre attraverso i miei abiti, una immagine di grande forza evocativa che si potesse esprimere attraverso linee fluide e ricercate, in modo elegantemente naturale e caratterizzate da particolarità sofisticate ed intriganti, con tagli sartoriali e lavorazioni inedite, che tendano a valorizzare al massimo le personalità che li indosseranno. La sua icona di moda o fonte di ispirazione? Ritengo che una della grandi personalità femminili che abbiano maggiormente ispirato e stimolato il mio senso creativo ed estetico, sia stata l'immagine magnifica della grande attrice e modella Audrey Hepburn., icona ideale di assoluta e naturale eleganza esteriore ed interiore e fonte d'ispirazione indiscussa e continuativa per intere generazioni di creativi. Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda stanno iniziando ad interessarsi alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l'orientarsi in relazione ai gusti della gente, Lei come vede l'irresistibile ascesa della moda crowdsourcing, in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritenere lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l'eccellenza dell'offerta italiana e creare un forte brand di identity ? L'Alta Moda, quella che è a pieno titolo considerata la vera moda con la "M" maiuscola è costituita da un profondo fattore artistico/ creativo e sartoriale di altissimo livello qualitativo, insieme ad un prêt-à-porter molto vicino all'Haute Couture come tipo di ideazione e lavorazione, da cui ne deriva l'espressione emozionale e seduttiva che ne caratterizza il principale fondamento e che rappresenta in assoluto il "Sogno dell'Immagine della Bellezza per Eccellenza". Per questo motivo non credo che le tendenze di una moda che può derivare da altre fonti … possano minimamente influenzare questo tipo di espressione del vero lusso, al contrario ritengo invece che questa importante ricerca di mercato possa essere utile ad alimentare le produzioni di prodotti più commerciali che rappresentano poi, la stragrande maggioranza delle produzioni di abbigliamento. Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente, ma deve diventare un giardiniere che coltiva con Lui un rapporto di fiducia … Indubbiamente SI! … Il successo, … deriva anche da come viene gestito il marketing aziendale, che oggi è più che mai un lavoro manageriale imprescindibile, che deve andare a pari passo con la creatività oggettiva, indirizzandola e potenziandola nel modo strategico più corretto. Il rapporto con i clienti deve essere seguito da canoni di fiducia e di interesse comuni, per poter raggiungere il traguardo come obbiettivo finale desiderato da entrambi. Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Amo immaginare l'uomo creativo al centro del proprio essere pensante e produttivo, come fonte unica di idee e ispirazioni elaborate esclusivamente dalla sua mente. Certamente le nuove tecnologie evolutive telematiche e virtuali ne agevoleranno l'espressione e la diffusione, e forse ogni uno potrà in un prossimo futuro realizzare con facilità le proprie idee, esprimendosi emozionalmente anche attraverso i social network! … Perché no?
nella foto: lo spettacolare abito bianco dello stilista Roberto Guarducci presentato al Premio Moda Citta dei Sassi Matera edizione 2012. www.premiomoda.it Riparte per il 2013 il Premio Moda “Città dei Sassi” che si terrà a Matera il 28 giugno 2013. Il concorso, nato nel 2008 dalla passione che caratterizza l’azienda promotrice, Publimusic.com, ha lo scopo di individuare e premiare stilisti emergenti e/o professionisti nel campo della moda femminile. Nella serata dell’evento, davanti a una Giuria Speciale composta da esperti e rappresentanti illustri del mondo della moda italiana, oltre a una seconda giuria composta da giornalisti, gli stilisti proporranno le proprie collezioni nella splendida P.zza San Pietro Caveoso con una scenografia naturale ed imponente quale è quella della Città dei Sassi di Matera (Patrimonio Unesco dell’Umanità, candidata a Capitale Europea della Cultura 2019). Saranno assegnati: Il Premio Moda “Città dei Sassi”; Il Premio della Critica; Il Premio della Giuria Giornalistica; Il Premio della Camera della Moda Calabria. Ai premi già previsti si aggiungerà: lo speciale “Premio Moda al Cinema”, appositamente ispirato alla cinematografia e che sarà aggiudicato da colui il quale avrà, nel corso della sua sfilata, saputo meglio interpretare il significato e il ruolo del cinema nella moda. Il Premio Moda “Città dei Sassi” dedica il suddetto premio, nell’edizione 2013, all’attrice Audrey Hepburn, icona del cinema e di stile nel mondo, in occasione della celebrazione dei 20 anni dalla sua scomparsa.
E’ tempo di velocità e di lentezza, di arcaismo e di fantascienza, di artigianato e di grande serie, di occidente e di oriente, di purezza e di violenza e in questo momento enigmatico e problematico dell’Italia si esprimono realismo, durezza, gioco, simpatia, memoria, naturalismo, sogno, sensua-lità, eleganza, ecologia, status, tradizione, tutto elaborato con materiali, tecniche e grafie sempre più sofisticati. La moda è arte, è un cuore pulsante che ha reso famoso il genio italiano nel mondo. E’ un modo di vivere. E’ un’attitudine quotidiana. E’ un pensiero che si veste di colori, tessuti, tendenze e controtendenze. La moda è tutto questo, ma è anche molto altro.
MICHELE
MIGLIONICO
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Ha aperto il suo atelier a Potenza nel 1989. Nel 2000 Miglionico esordisce fuori calendario a Roma nella settimana dell'Alta Moda nei saloni di palazzo Barberini con una collezione dedicata all’Arma dei Carabinieri. Fa notizia l’abito da gran sera creato per le donne appena ammesse nell’arma. La sua moda si ispira a Valentino e al primo Yves Saint-Laurent. Nel luglio del 2000 viene accolto nel calendario ufficiale della Camera Nazionale della Moda Italiana. Nel febbraio 2005 lo stilista è invitato, da AltaRoma in collaborazione con ICE, Regiona Lazio e Ministero delle Attività Produttive, a sfilare a Mosca per rappresentare il “made in Italy” nel mondo accanto ai grandi nomi della moda italiana: Renato Balestra, Laura Biagiotti, Gattinoni, Gai Mattiolo, Lorenzo Riva, Rocco Barocco, Fausto Sarli. Nel Settembre 2006 Michele Miglionico rappresenta l’Alta Moda Italiana al 18° International Fashion Festival di Dalian (Cina) e nel marzo dell’anno successivo presenta a Beijing la collezione Couture PrimaveraEstate. Al termine dello show gli viene conferito dalla China Fashion Association il Premio d’Onore. Nell’agosto 2008 Michele Miglionico è chiamato dall’ ICE (Istituto Commercio Estero) a rappresentare l'Alta Moda Italiana a “Casa Italia” durante i Giochi Olimpici di Beijing. Nell’agosto 2012 ha curato l’immagine di Miss Seychelles Sherlyn Furneau durante Miss World che si è svolto ad Ordos – Mongolia (Cina). Le sue creazioni hanno calcato le principali passerelle italiane: Roma, Capri, Firenze, Venezia, Milano, Bari, Matera e internazionali: Parigi, Montecarlo, Madrid, Bruxelles, Anversa, Amsterdam, Mosca, Beijing, Dalian (Cina), Qingdao (Cina), Washington, Mahè (Seychelles) ed il red carpet della 80^ Edizione degli Academy Awards di Los Angeles.
Nasce a Milano, 9 maggio 1965 sotto il segno del toro. Si considera un autodidatta pur avendo imparato molto dal padre, sarto affermato a Milano.
Descriva in poche parole il suo stile … Ho sempre ricercato sin dall’inizio della mia carriera il mio senso di eleganza. Una ricerca di un linguaggio sofisticato e mai ostentato. Una sorta di coincidenza di etica e di estetica. Sono sempre stato percepito come un designer classico: cerco sempre di “reinventare” con le collezioni che creo cercando di rimanere fedele e coerente ai miei canoni estetici. Infatti si può essere innovativi guardando in modo personale alla tradizione. Il mio rapporto tra passato e futuro, tra tradizione ed innovazione è molto sottile. In sintesi sono un tradizionalista dallo spirito moderno. La sua icona di moda o fonte di ispirazione … Credo che più che avere una musa ispiratrice oggi sia importante avere un immaginario lifestyle. Evidenziarlo crea il sogno! Le celebs di Hollywood, come anche i grandi marchi della moda si stanno iniziando ad interessare alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come vede l’irresistibile ascesa della moda in crowdsourcing in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare un forte brand identity? L’interesse alla moda che viene dal basso è un fenomeno che caratterizza una gran parte del mondo del prèt à porter. Il web influenza ed evidenzia tendenze e necessità di una gran fetta di società che è in continua evoluzione. Ma sarebbe triste dire che il mondo della moda ne abbia bisogno per tracciare il suo segno di stile. Penso che oggi più che mai la creatività e lo stile personale siano gli elementi principali per creare e rafforzare l’identità di uno stilista .E’ anche vero però che il sistema ha nettamente creato una differenza tra Alta Moda e prèt à porter. La prima racconta un emozione con il compito di evidenziare la bellezza delle donne con la creazione di abiti lussuosi ed eccezionali di alta sartoria … Questa rimane ancora il grande laboratorio dove si sperimentano tutte le idee evidenziandone l’esclusività. Grazie alle mani esperte di premiere e di sarte che da un idea disegnata nasce una collezione. E’ un rito magico. Ed è con la sfilata che tutta la fatica, la passione e soprattutto l’emozione di questo mestiere meraviglioso si percepisce tutto. C’è poi Il prèt à porter, soprattutto quello di largo consumo, destinato al ceto medio, che sta risentendo della crisi in atto. Il made in italy è un valore che va preservato e quindi l’artigianalità che è da sempre al centro della filosofia del lavoro italiano. C'è una fame di innovazione e di coraggio più che mai oggi nel sistema moda che aiuti ad soddisfare le esigenze del cliente contemporaneo. Penso che siano queste le qualità giuste che il comparto moda ha per contrastare questa crisi economica. L’alta moda riguarda più la fantasia e la libertà del designer, mentre il prèt à porter ricerca un equilibrio tra bellezza e praticità. E per ottenere questo equilibrio qualche volta ci si deve avvalere della “consulenza” che la strada può darti. Il web gioca un ruolo determinante aiutando molto a dare risalto a questa unione sia a livello comunicativo che commerciale. Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente ma deve diventare un giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia …? Oggi un designer moderno deve anche sapere essere un manager. Non è più l' epoca in cui gli stilisti possono permettersi di vivere sotto una campana di vetro senza nessun contatto con la realtà e con l' aspetto commerciale, soprattutto se vogliono mettersi in proprio. Cerco sempre di capire cosa veramente una donna vuole, come desidera porsi nel contesto in cui vive ed opera. Non è sempre facile… richiede tempo e pazienza ... ma alla fine è come in una bella storia di amore: i due amanti vivono insieme per sempre … Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Mi piace pensare alla tecnica, alla sartorialità, alla poesia di questo mestiere, non ad un cyber spazio dove una macchina o un computer faccia tutto annullando la creatività dello stilista … E’ realtà che i social network hanno democratizzato la moda rendendola meno d’elite avvicinandola al grande pubblico e forse una cyber sfilata, uno show con qualche nuova tecnica futuristica è già dietro l’angolo, o meglio dietro un clik …
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PH: Carbonelli&Seganti
ROMA _ ITALY
DAI SANDALI ALLA SHIAVA A KLIMT
Vittoriana si definisce: “un’artigiana della moda” che sogna di fare questo lavoro prima ancora di farlo, non dà una definizione della sua arte, che essendo espressione della sua ecletticità varia costantemente. Le sue creazioni riescono a lasciarti ogni volta senza fiato per la loro sobrietà ed eleganza.
VITTORIANA
I suoi abiti hanno fatto innamorare le dive del cinema ed è famosissima per aver creato i sandali alla schiava indossati da Sofia Loren. Donna eclettica di grandissima personalità ed insospettabile dolcezza. Il garbato riserbo con cui si pone al confronto degli altri e la sobrietà dei modi lasciano da subito presupporre che la sua amorevolezza bisogna conquistarsela, con pari lealtà di condotta. Questo almeno, è quello che ho percepito nel momento stesso in cui abbiamo incrociato lo sguardo la prima volta. Un incontro casuale all’uscita dell’Hotel Parco Dei Principi dopo la suggestiva visione del Capodanno viennese, ospiti comuni dell’amabile, affascinante, Christian B. Berlakovits, Ambasciatore D’Austria in Italia che quella sera aveva voluto augurare buon anno ai suoi amici attraverso quanto di più caratteristico rappresenti l’Austria, in tema di folklore. Una sera insolitamente fredda e piovosa, di quelle a cui i romani non sono troppo abituati, in cui il freddo sconsacra l’audacia delle spalle scoperte anche ad una come me che sembrerebbe sfidare con testarda consuetudine qualsivoglia condizione atmosferica; una sera di quelle in cui l’offerta di un passaggio in auto per raggiungere l’hotel nel quale pernottavo assumeva la netta connotazione di un dono divino. Il sorriso appena accennato e l’atteggiamento quasi materno con cui questa donna guardandomi dritta in volto pronunciava: “Possiamo accompagnarti noi in hotel, se ti fa piacere”, riferendosi a lei ed al marito Aurelio Ciarallo che nel mentre si stava accingendo a prendere l’auto dal parcheggio, palesava la sua preoccupazione nel sapermi in giro a quell’ora … quasi avesse scoperto quella mia insana fragilità di provare come un senso di smarrimento quando mi trovo da sola lontana da casa. Quei feeling caratteriali che nascono a pelle da subito o non nascono mai. Il riconoscerci nell’attimo di uno sguardo e di un saluto appena pronunciato possono essere già da per se stessi il preludio necessario allo stabilirsi di una relazione che è lungi dall’essere inquadrata come “formale”. Lo status sociale, il nome e cosa facessimo nella vita di tutti i giorni ce lo siamo dette solo nel momento in cui ci siamo accinte a darci la buonanotte sebbene pure in auto abbiamo avuto modo di parlare di cose di ordinaria quotidianità. Ed è dunque solo dopo l’indugiare curioso dei miei occhi sul bigliettino da visita che mi stava porgendo mentre eravamo lì a scambiarci la promessa di rivederci non appena fossi tornata a Roma, che ho preso coscienza di una realtà: ovvero che dietro quella donna intelligente e minuta che mi trovavo di fronte si celava la grandezza di un mito. Uno stile ricercato il suo reso ancora più unico dalla sua umiltà. La sua avventura romana cominciò all'inizio degli anni '60, quando giovane e ribelle arrivò da Massa Carrara, dove il padre aveva un'azienda di marmo e “la mamma che adorava la musica ed il vestire bene, di quella eleganza sobria fatta di dettagli, ci portava sempre all'opera". Ed è proprio nella musica che Vittoriana muove i primi passi, ed è negli ambienti musicali che conobbe suo marito Aurelio Ciarallo, giovane clarinettista jazz e suo attuale compagno di vita che ancora oggi le è vicino in ogni scelta ed iniziativa. “Anche nostro figlio Enrico è musicista nonché produttore – esordisce fiera - Ma per quel concerne me, per quanto anche amassi la musica, sentivo che quella non era quella la mia strada". Sperimenta l’arte della moda, prima negli accessori. Si mette alla prova con alcune creazioni di orecchini ma ciò si compì in una non appagante soddisfazione personale, menché mai, tanto valeva guardare oltre. E’ nel '69 che sotto l’egida della perseveranza realizza un sandalo con i lacci che cingevano tutto il polpaccio. “Al debutto a Palazzo Pitti nessuno se ne accorse - racconta - ci riprovai all'alta moda a Roma nel luglio 1970. Li inserii nella sfilata al Grand Hotel di Mila Schon che per mia fortuna li fece indossare a una modella d'eccezione: Consuelo O'Connor, direttore di Vogue ma soprattutto ambasciatrice della moda nostrana negli Stati Uniti da quando era diventata un po' italiana dopo il matrimonio molto glamorous con il conte Rudi Crespi". Fu la mossa vincente.
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Numerosi i personaggi passati nel suo atelier: da esponenti della politica, dell’imprenditoria e dell’aristocrazia, a celebrità dello spettacolo. In particolare Michele Miglionico ha vestito: per il cinema le attrici Ornella Muti, Maria Grazia Cucinotta, Florinda Bolkan, Martine Brochard, Luisa Ranieri, Maria Rosaria Omaggio, Ramona Badescu, Vanessa Hessler, Camilla Sjoberg; per la musica le cantanti Serena Autieri e Yasemin Sannino; per la televisione le conduttrici televisive Roberta Capua, Lorella Landi, Elisa Isoardi e Arianna Ciampoli e Sofia Bruscoli; per lo sport l’atleta Azzurra Laura Vernizzi; per il giornalismo televisivo Anna La Rosa, Maria Concetta Mattei, Cinzia Malvini.
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DAI SANDALI ALLA SHIAVA A KLIMT
cinquantanni di arte e moda
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INSEGUENDO UN SOGNO
I piedi femminili da sempre esprimono, nell’immaginario maschile, fascino e sensualità. Questa particolarità, talvolta di tipo feticistico, si realizza soprattutto in ambito sessuale, dove le estremità rappresentano il potere che la donna è in grado di manifestare nei confronti dell’uomo.
Dall’aspetto puramente erotico si può poi passare a quello vagamente misterioso, in quanto c’è chi sostiene di essere in grado di scoprire la personalità di un individuo mediante la lettura della pianta dei piedi, anziché del palmo della mano. La forma e la posizione delle dita sembrano infatti in grado di svelare gli aspetti più nascosti del temperamento di una persona. Tutto ciò diventa poi ancora più intrigante quando questi vengono messi in relazione con il funzionamento cerebrale. Infatti, se attraverso il piede destro, collegato alla parte sinistra del cervello, si scoprono dettagli relativi alla concretezza e razionalità della persona, tramite quello sinistro, collegato all’emisfero destro, emergono gli aspetti più profondi quali la creatività, la sensibilità e la sensitività. Forse proprio per questi motivi la moda, con le sue trovate sempre più originali, continua ancora oggi a porre una particolare attenzione alla valorizzazione dei piedi, per esempio attraverso l’invito ad indossare anelli sulle dita e catenine sulle caviglie, ma soprattutto continuando a proporre quegli elegantissimi sandali gioiello che donano a chi li indossa un tocco di accattivante preziosità. Non a caso i sandali hanno rappresentato il primo tipo di calzatura della storia del mondo, soprattutto quelli “alla schiava”, risalenti a più di 3500 anni fa, e continuano ancora oggi a fare tendenza con i loro stravaganti ed eleganti intrecci. L’invenzione di queste calzature la si deve ad un’autentica artista: Vittoriana, colei che approda alla moda negli anni ’70, quando li idea. Indossati da Diana Vreeland, direttrice di Vogue America, da Sophia Loren, Brigitte Bardot e da altre dive del momento saltano alla ribalta delle riviste più autorevoli dell’epoca: “la vera scoperta quest’anno è una stilista di nome Vittoriana, i cui sandali alla schiava a forma di stivale (gladiator sandals) sono diventati uno status symbol. Vengono indossati da tutte le signore eleganti quali Consuelo Crespi, editor di American Vogue di Rome, dalla Principessa Luciana Pignatelli, e da Sophia Loren. Anche Jackie Onassis ne ha ordinate due paia tramite un’amica romana” (International Herald Tribune, 16 luglio 1970). I sandali, ritagliati nel cuoio e interamente realizzati a mano, erano stati proposti già alcuni anni prima da Vittoriana a Valentino, ma nel 1970 raggiungono un successo tale da richiedere un’ampia gamma di proposte di colori e pellami fino a una versione da sera in pelle dorata con perle inserite. Vittoriana inizia da sola nel 1962, e poi con l’aiuto di tre artigiane integra la sua produzione di sandali con una collezione di cinture in pelle e intricati inserti e fibbie di metallo che fa impazzire i grandi buyers americani. In seguito si dedica alla moda femminile, creando modelli unici, frutto della sua fantasia, e delle sue visione oniriche. Fin da bambina, infatti, a Massa dove è nata, insegue un sogno rivelatore che la porta a coltivare la passione per gli abiti, per la moda, e soprattutto per il colore, dando vita a uno stile personalissimo, che evoca luoghi fiabeschi e incantati. La sua è una ricerca tecnica continua che si esprime in tessuti sovrapposti, lavorati, trattati, fino ad ottenere quell’effetto vintage che lei predilige. Da 50 anni, nel suo studio di moda, Vittoriana disegna, taglia ed elabora ogni creazione, usando i metodi più vari per trattare le stoffe: bruciature, strappi, pennellate di colori con pigmenti che lei stessa prepara, ma, soprattutto, anticipa i tempi, ha premonizioni di tendenze che sono nell’aria. I risultati sono sorprendenti: capi artistici, iperfemminili, raffinati, per donne non omologate e dallo spirito indipendente e creativo. Una moda non occasionale ed effimera, ma fortemente contaminata dalla cultura e dall’arte. “Un ordine scomposto che diventa armonia perfetta” come lei ama definire il suo lavoro. Vittoriana, infatti, oltre ad essere una donna fortemente carismatica, una artigiana colta, una artista con grandi capacità comunicative, è mecenate di cultura, con gli incontri di arte, letteratura e musica che organizza sia dentro che fuori il suo atelier. Ne è testimonianza la sfilata Sognando Klimt, che è stata presentata il 9 ottobre preso l’Ambasciata d’Austria a Roma, in occasione dei 150 anni dalla nascita del grande artista, in cui sono stati presentati abiti da sera nei tessuti più impalpabili e in sfumature di colori ispirate ai quadri di Klimt, fino ai bagliori dell’oro.
«KLIMT mi piace perché dà l’emozione del meglio di una donna, sensuale, avvolgente, materna. Un po’ come Armani prima maniera, altro che queste stampellone secche secche con le spalle minime di oggi». Vittoriana parla e si muove con l’entusiasmo di una ragazzina. La sua avventura romana cominciò negli anni ‘60, quando giovane e ribelle lasciò Massa Carrara, dove il padre aveva un’azienda di marmo e la mamma «adorava vestirsi bene, era ricercata nei tratti e ci portava sempre all’opera». Proprio nella musica, Vittoriana muove i primi passi: «Ho cantato perfino in esperanto. Nell’ambiente musicale conobbi mio marito Aurelio Ciarallo che faceva il clarinettista jazz e ancora oggi mi è vicino in tutte le mie scelte e iniziative. Anche nostro figlio Enrico, che ora ha 41 anni, fa il musicista e il produttore. Ma non era quella la mia strada. Allora provai a fare gli orecchini, un po’ come gli hippy dell’epoca. Ma anche lì, soldi pochissimi».Finché un’altra idea, stavolta decisiva. «Nel ’69 realizzai dei sandali con i lacci che cingevano tutto il polpaccio. Li portai una prima volta a Palazzo Pitti ma nessuno se ne accorse. Ci riprovai all’alta moda di Roma nel luglio 1970 inserendoli nella collezione di Mila Schon che li fece indossare alle ragazze che portavano i suoi abiti». Per fortuna a quella sfilata al Grand Hotel era presente Consuelo O’Connor, la direttrice di Vogue America diventata un po’ italiana dopo il matrimonio molto glamorous con il conte Rudi Crespi, che negli anni ’70 e ’80 fu l’ambasciatrice della moda nostrana negli Stati Uniti. «Li vide e impazzì. La mattina dopo mi telefonò e mi disse che mi aveva fissato una raffica di appuntamenti con tutti i grandi giornali internazionali». Dopo il successo dei sandali fu la volta delle cinte, e Vittoriana divenne la fabbricante numero uno per Valentino. «Ho venduto a lungo con il marchio di altri. Poi ho creato la mia maison e guai a chi mi propone di fare terzismo. Ho rifiutato offerte milionarie di chi voleva comprarmi l’azienda per commercializzare i miei prodotti».Negli anni ’80 la scoperta dei vestiti. «Uso la seta, che compro ovunque capiti, nei mercatini o in qualche negozio improbabile, e poi la tratto come dico io, la stropiccio, la lavo, la ridipingo, la bruciacchio perfino con le sigarette». Il risultato è imprevedibilmente originale ed elegante: le creazioni di Vittoriana hanno superato la prova di tutti questi anni. «Ho le mie sartine di fiducia e un nucleo duro di clienti affezionate. Marella Agnelli, della quale certo non si può dire che non ha stile, viene da me e ordina lo stesso vestito in dieci colori diversi. Non ho mai chiuso un bilancio in rosso, certo non ho utili da favola ma mi basta». Semmai, un cruccio: «Fra non moltissimi anni dovrò andare in pensione, e non ho ancora trovato nessuno a cui lasciare la mia sartoria che, credo, è un piccolo gioiello di artigianato artistico».
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CIVITAVECCHIA _ ITALY
Franco Ciambella (1966) vede la moda come un modo di comunicare le elaborazioni emozionali della mente. Nelle sue collezioni infatti, si incontrano spesso riferimenti a capi della couture tradizionali, ma ridefiniti nella forma, nei materiali e nel colore che si modula in contrasti ipercromatici o nell’evanescenza di sfumature ton sur ton o in viraggi di colore inaspettati. Riferimenti che ha metabolizzato frequentando il corso di moda all’Isituto Europero di Design a Roma prima e frequentando alcuni importanti atelier poi come: Capucci, Lancetti, Sarli e Gattinoni. Dopo aver aperto il suo primo atelier a Civitavecchia nel 1992, grazie a Chino Bert (oggi Padre Franco) presenta nel luglio del 1994 la prima collezione Alta Moda a Roma ispirata alla figura dell’Angelo alla sola stampa che ne decreta il successo e lo impone come il nuovo couturier della scena romana. Da allora Ciambella presenta ogni stagione le sue collezioni riscuotendo apprezzamenti sempre maggiori tra stampa e clienti. Viene invitato a partecipare anche all’evento “Donna Sotto le stelle”.“Ho sempre cercato un equilibrio tra l’irreale e il reale” afferma lo stilista che trae spesso ispirazione dalla natura come elemento di completezza, come paesaggio evocativo ideale, che traduce in forme e lavorazioni spesso modulari come petali, foglie e rouches. L’aspetto del reale e della concretezza emergono dalle citazioni colte delle sue collezioni come nel 1997 quando trae spunto dalle atmosfere noir per raccontare la cattiveria insita nell’animo umano o nella collezione dedicata alle eroine dell’opera lirica che fa sfilare nel 1998. Il progetto moda viene elaborato e costruito con un alto standard artigianale, la materia tessuto viene manomessa, trasformata, scomposta, ricomposta, sgualcita ed elaborata in alternative texture. Per questo diventa docente moda presso l’I.E.D. nel 1995 e per altri istituti in Italia; oltre ad essere consulente di varie aziende del pret è porter come consulente del corner cerimonia.I capi trasmettono una disinvoltura scomposta e ricomposta e una femminilità che evoca un sexy intellettuale, elegante e romantico con una visione comune che è rappresentare il sogno e la spiritualità. La leggerezza è un altro aspetto su cui si fonda lo stile Ciambella, è fondamento di un’estetica fragile e costruita allo stesso modo e che si ritrova nelle sue collezioni Sposa che presenta a Milano dal 2000 al 2008 e che distribuisce nelle migliori boutique specializzate italiane e straniere. Il sogno è rappresentato come favola, a volte romantica e solare, altre gotica e vagamente dark o fetish, altre volte i mondi si incontrano e sono rappresentati per contrasti estetici inattesi. Nell’ottobre del 2009 presenta a Parigi la collezione I+D. La sua estetica è molto personale, emotiva, del tipo che viene frequentemente definito come classico-moderno, ma che potrebbe essere meglio definita come romanticamente modernista.Lo scopo è quello di rileggere il passato e cucire con il filo dell’estetica nuovi modi di vivere la moda, celebrando la sartoria storica e l’espressioni più contemporanee del design, in chiave onirica e innovativa senza rimpianti. Molte celebrities hanno indossato i suoi abiti couture come Milva, Barbara D’Urso, Tosca, Elena Sofia Ricci e Francesca Inaudi.
Figlio d’arte, muove i primi passi all’interno della sartoria della madre e della e zia dove tocca tessuti con mano, assiste alle costruzioni sartoriali e sfoglia le patinate riviste di moda che diventano il suo rifugio privilegiato. La moda diviene per lui il modo di intendere il bello, l’emozione, il nuovo: il mondo che ha sempre sognato e di cui vuole far parte.
FRANCO
CIAMBELLA www.donnaimpresa.com
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AREZZO _ ITALY
Via F. Crispi 12/14 _ Civitavecchia _Roma _ Italy _ www.francociambella.com special thanks Patrizio Fraticelli Relazioni esterne Ciambella S.r.l.
“Creare moda significa vivere e far vivere l’emozione della bellezza al cliente, immaginare il valore percepito del prodotto e incontrare il cliente sul suo livello di aspettative. Non si può impedire al cliente di provare le emozioni che desidera provare: il Bello è un valore assoluto ed è un principio primo e come tale sta sopra d’ogni differenziazione umana. Naturalmente ognuno di noi ha i suoi prototipi ma ciò prescinde dal considerare la moda sublime espressione artistica. Arte e Moda, negli anni hanno saputo contaminarsi a vicenda, regalandoci pezzi unici e opere d’arte celebri in tutto il mondo”.
Il desiderio di garantire prestigio al marchio Marina Mansanta Haute Couture ha spinto la fashion designer di abiti da sposa a mantenere all’espressione “Alta Moda” il suo originario significato, recuperando il cliché delle storiche Maison per offrire alle proprie clienti creazioni uniche, riconoscibili per lo stile e non per la quantità di copie prodotte.
MARINA
MANSANTA
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Descriva in poche parole il suo stile... Originale, elegante, unico. La mia missione è creare capi non convenzionali, questo è ciò che accomuna in primis, tutte le mie linee. La sua icona di moda o fonte di ispirazione? Non ho una particolare icona da cui prendo spunto, io traggo ispirazione da tutto, soprattutto dai momenti di vita privata e quotidiana. Un luogo che visito, un film che guardo o un’atmosfera che vivo … ci sono molteplici cose che possono trasmetterci emozioni , generare idee, basta respirarle ed avere un’anima creativa. Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda si stanno iniziando a interessarsi alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come vede l'irresistibile ascesa della moda in crowdsourcing in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare una forte brand identity? Io sostengo che stile e creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana. Guardare alla moda che viene dal basso ...qui si parla solo di una tendenza attuale...e come tutte le tendenze ... vanno e vengono, invece per creare capi atemporali, che non passano mai uno deve creare un proprio stile, un proprio modo di vedere ed elaborare in modo creativo non un'ispirazione temporanea e a scadenza.... Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente, ma deve diventare un giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia … Ormai il consumatore è consapevole, non si fa più influenzare come in passato, dunque non ha più alcun senso applicare determinate strategie di marketing, è sicuramente meglio coltivare con lui un rapporto di fiducia … Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Non credo proprio che si arriverà a qualcosa del genere ... Anche se semplificherebbe la carriera di molti ... mia auguro di no! sarebbe un oltraggio alla creatività!
Eclettico, innovativo e conservatore gli aggettivi che fanno del nome della maison un vanto ... La "donna Sapone" è elegante, superba, eccentrica e mai banale. Adora mischiare lo stile di tutti i giorni con influenze retrò. Questo è il concetto che fa di Gianni Sapone non solo uno stilista ma un artista affermato.
Uscita A1 Valdarno Seconda Strada Poggilupi, 95 Terranova Bracciolini _ Arezzo _ T. e F. 055.9737562 www.marinamansanta.com
Designer di moda e costumista teatrale. Afferma il suo nome nelle prestigiose maison di haute couture europee. Nel suo curriculum vanta nomi prestigiosi del mondo dello spettacolo a cui Gianni ha donato la propria Arte, storiche Maison per offrire alle proprie clienti creazioni uniche, riconoscibili per lo stile e non per la quantità di copie prodotte.
GIANNI
SAPONE
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PH: Adriana Sapone
GIANNI SAPONE COUTURE www.giannisaponecouture.it
Mio dio no ... la vera moda io la intendo ancora alla vecchia maniera ... ispirazione, disegno, sartoria, cliente, vi prego non parlatemi di queste eresie ... la moda per me è arte ... e come tale va trattata. Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente ma deve diventare un giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia …? Io parlo per me ... molte volte mi occupo personalmente della cliente ... più che un giardiniere devi essere uno psicologo ... devi capire la donna cliente che hai davanti sennò non riuscirai a consigliarle neanche un tubino nero ... Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Spero che la moda non arrivi a questo ... è come dire che Leonardo da Vinci per disegnare la Gioconda si era messo in piazza per decidere con il popolo ad alzata di mano se fargli i capelli castani oppure biondi (al ritratto) vi prego ...
ROMA _ ITALY
Descriva in poche parole il suo stile … Prendo spunti sempre dal passato da ciò che era maledettamente femminile ... amo il costume ... ho iniziato la mia carriera venendo dal teatro ... non potrei mai non mettere un segno di vintage sui miei abiti. La sua icona di moda o fonte di ispirazione … La mia icona? Sicuramente sarà banale dirlo ma le ormai passate attrici di hollywood ... da Lana Turner a Rita Haiwort ... ma spesso l'ispirazione può darla anche una donna per strada, non ho mai avuto limiti ... Le celebs di Hollywood, come anche i grandi marchi della moda si stanno iniziando ad interessare alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come vede l’irresistibile ascesa della moda in crowdsourcing in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare un forte brand identity?
nella foto:Tina Arena al Mamaia Summer Festival FashinTV in un momento della sfilata
Uno stile unico, ineguagliabile dove tessuti pregevoli, colori e modelli si intrecciano per dare vita ad uno spettacolo di eleganza e ricercatezza. Un’esecuzione sartoriale di grande prestigio.La collezione di Tina dal nome “Luxury”è composta da capi di alta moda e sposa, nei toni dell’oro, ricamati con cristalli. Una parte degli abiti è dipinta a mano nei toni del corallo e del mare. Una espressione contraddistinta da fascino e raffinatezza.
TINA
ARENA
Stilista www.tinarena.it
Descriva in poche parole il suo stile … Colorato, femminile, elegante, eccentrico ma non troppo, aggiungerei creativo ma questo termine è un po' inflazionato … Mi piace spaziare tra le varie linee, spesso presenti nella stessa collezione, dal lineare all' etereo, dal ricamatissimo all handmade … sempre con molta attenzione però al taglio sartoriale e alla qualità di tessuti e rifiniture. La sua icona di moda o fonte di ispirazione... La donna è la mia fonte di ispirazione perchè la donna cambia, si evolve, interpreta, emoziona, nutre con le sue forme, è complicata ma anche cosi straordinariamente bella come può essere la seta, come lo è un abito … Romantica, aggressiva, sensuale o timida tutto può essere espresso dall' abito giusto, ideato per chi lo indossa, esclusivo per linea e tessuti, caratteristica prioritaria delle mie creazioni. Amo molto Versace e Valentino pur così diversi, ma Elie Saab è il massimo … Le celebs di Hollywood, come anche i grandi marchi della moda si stanno iniziando ad interessare alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come vede l’irresistibile ascesa della moda in crowdsourcing in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare un forte brand identity? Dipende dal target a cui ci si vuole rivolgere. La moda “dettata” dai social network è rivolta a un pubblico vasto e proprio per questo massificatrice. Vuoi mettere il piacere di indossare un abito in camerino seguiti dallo stilista, coccolati, invogliati, la seta addosso … L’ eccellenza italiana va difesa, sostenuta, stile e classe l’hanno resa famosa in tutto il mondo. L’arte della moda è anche stupire, ”realizzare" le proposte dei social è un po’ livellare ... Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente ma deve diventare un giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia …? Il rapporto col cliente è essenziale, attraverso lui l'artista puo esprimersi e va dunque senz'altro curato ma l'occhio al marketing è essenziale, è un cerchio che si completa, se non lo curi non avrai clienti da gestire … Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Qualcosa di simile esiste ed è utilizzato dai grandi marchi che utilizzano le ricerche di mercato per produrre ciò che è più facilmente fruibile. Penso che forse sarà possibile ma a danno dell'individualità e, forse anche, della fantasia …
MESSINA ITALY www.donnaimpresa.com
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Descriva in poche parole il suo stile … “L'armonia dei contrasti”. Il mio lavoro di eco-designer prende forma dal mix di elementi diversi , tessuti eco-compatibili, culture e stili, grazie ai miei numerosi viaggi in paesi differenti. Le mie collezioni includono diversi capi che possono essere indossati in differenti modi e possono essere adattati a diverse misure , mescolando influenze orientali con lo stile europeo. Adoro creare abiti ‘fluidi e architettonici’ ma sempre eleganti e femminile che sono sia versatili che indossabili per diverse taglie. Infatti spesso i miei campionari vengo creati su taglia 44 ( una moda più democratica) Il nostro Atelier di Benevento e’ la prima casa di moda al mondo a creare abiti d’alta moda in tessuti ecologici. Grazie al quale da anni siamo diventati in italia i promotori del Green Fashion e del Matrimoni Etico non solo per utilizzo di tessuti/materiali ecocompatibili ma anche e soprattutto per l’approccio più democratico - etico al fashion system! La sua icona di moda o fonte di ispirazione? La natura e gli animali con tutte le sue infinite possibilità di colori ,sfumature e forme sono le mie vere ICONE. Nasce per questo motivo accanto all’alta moda www.francofrancesca.com il marchio ZOOMORFIC ispirarsi agli animali per vivere secondo natura . Una collezione abbigliamento e accessori di limited edition in materiali eco-compatibili! Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda si stanno iniziando a interessarsi alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come vede l'irresistibile ascesa della moda in crowdsourcing in cui un voto online contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare una forte brand identity.? La moda è da sempre partita dal basso come fonte di ricerca ed ispirazione. Nasce sempre da una esigenza di praticità e funzionalità che si traduce a livello alto in lusso e sfarzo. E poi ritorna al basso perché e’ diventata icona!!La moda non e’ il prodotto di un singolo individuo ma dell’insieme delle persone coinvolte nella sua produzione ed e’ quindi una ‘attività collettiva. Per esempio Un capo non può diventare alla moda fintanto che non viene indossato da un’ampia fetta dei membri di una società. Oggi Internet grazie anche ai social network fornisce un bacino di conoscenza e capitale intellettuale online che le aziende vogliono conquistare perché vale la regola che la produttività di molti è maggiore di quella del singolo. Il crowdsoursing nella moda apri a nuovi orizzonti, per esempio se pensiamo al contest online tra freelance presenti in rete che competono allo sviluppo di un prodotto o di un servizio. Diventa un modo per far crescere il proprio bagaglio di conoscenze e per crearsi un gruppo di esperti. Tutti i partecipanti si contendono il podio di vincitori e quindi concorrono al riconoscimento del proprio progetto. Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente, ma deve diventare un giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia… Oggigiorno siamo confusi dalle continua offerta di prodotti e stili. Il vero vincitore è il marchio fedele alla propria identità e che costruisce il proprio successo quotidianamente fidelizzando il cliente nell’offrire un rapporto sempre più personale. Bisogna essere sempre presenti!!!! Il pubblico a memoria corta!!!! Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Anche nella moda il futuro è la tecnologia ed internet per cui è probabile che si possa costruire un mercato in questa direzione . Per esempio personalmente grazie ai social network io riesco a capire quale prodotto/stile piace di più e quindi dove concentrare la mia produzione ottimizzando tempi e sprechi!! Ma è anche vero che questo processo è molto HIGH TECH e poco HIGH TOUCH… può allontanare la pura creatività e diventare un semplice veicolo commerciale.
BENEVENTO ITALY
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L'Armonia Degli Opposti. Le collezioni di Franco prendono ispirazione dal mix di elementi diversi, tessuti, culture e stili, proprio per il fatto di vivere e viaggiare in paesi diversi.Esse comprendono capi che possono essere indossati in diversi modi e regolati per adattarsi a forme diverse.Nel corso degli anni, lo stilista ha conquistato l’appelativo di eco-designer per aver utilizzato sempre piu’ tessuti naturali ed eco compatibili pur creando abiti fluidi e architettonici, eleganti e femminili.
FRANCO
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LA SPEZIA _ ITALY
Giuseppe D'Urso con le sue creazioni d'alta moda intende dare vita ai desideri ed ai sogni di eleganza delle donne. Disegna solo capi unici che piu' si adattano alla personalita' della cliente e li realizza con tessuti pregiati e con tecniche d'alta sartoria artigianale. Dal tailleur adatto a qualsiasi occasione all'abito da sera e da sposa, Giuseppe esalta la femminilita' con creazioni originali e sempre attuali perche' l'alta moda non si adegua ai tempi, ma alla persona. L’apertura di un atelier a Firenze, in Vigna Nuova, ha significato per Giuseppe il contatto con un ambiente estremamente stimolante che ha influenzato il suo stile verso la piena realizzazione di una espressione centrata sulla figura femminile nelle sue particolarità individuali. All’epoca è iniziata la collaborazione con una grande firma della moda italiana. Attualmente la sua l’attività è basata di nuovo in Liguria, alla Spezia, dove nel suo atelier riceve le sue clienti, con le quali crea abiti d’alta moda, quindi unici, per ogni occasione. Ha vestito alcune delle partecipanti a “Miss Muretto”, in Alassio, ed ha sfilato in diverse occasioni con le sue creazioni. Alcuni suoi modelli d’alta moda compaiono nel catalogo di “Motexha 2009”, fiera del “made in Liguria” a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Ha partecipato ad importanti appuntamenti, tra cui a Monaco di Baviera. Nel 2010 ha ottenuto dallo stilista Andrea Odicini una menzione speciale all’interno di un concorso per giovani stilisti. Quest’anno ha partecipato al “Premio Moda Città dei Sassi” a Matera dove le sue creazioni hanno ottenuto il 2° premio al concorso ed il premio della Critica ed a Civitavecchia è stato ospite dello stilista Franco Ciambella. Nonostante più di vent’anni di attività, D’Urso ritiene che l’alta moda non sia mai un’esperienza conclusa ma che sia piuttosto una ricerca continua, stilistica e tecnologica.
Giuseppe dopo aver frequentato il Liceo artistico e la Scuola di moda, apre il suo primo atelier a Genova il 3 luglio 1991 in Via San Lorenzo. Da allora ha iniziato a presentare la sua creatività in molte situazioni, collaborando anche con note sartorie e soprattutto tramite sfilate d’Alta moda, tra le quali quelle a Roma dedicate agli stilisti emergenti. In queste occasioni ha ottenuto premi e riconoscimenti per la purezza delle linee dei suoi abiti e l’originalità dei modelli.
GIUSEPPE
D'URSO
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LIVORNO ITALY
Sono state due donne a indicargli la strada che lo avrebbe portato diritto alla scelta della professione della vita. La prof. Barontini, la sua insegnante di educazione artistica quando frequentava le scuole medie, e la signora Mirella, una sarta vecchio stampo, di quelle che sanno fare tutto e che da un piccolo pezzo di stoffa riescono a tirar fuori un capolavoro di cucito.
GRAZIANO
AMADORI
Graziano ha 42 anni, è livornese doc, ha già lavorato negli uffici stile di grandi maison (come Genny e Roberto Cavalli) e ha già sfilato ad Alta Moda Roma, il massimo o quasi per un couturier, perchè dopo Roma c’è solo Parigi. Nella vita il suo sogno è creare tanti begli abiti, abiti che possano far sentire bene chi li indossa.
Lo stilista, che si divide fra l’ufficio di Livorno, quello di Firenze, lo showroom di Milano (il Vog9 che ha tra i fondatori il livornese Roberto Rosini), le sarte (Mirella a Livorno e Tiziana a Donoratico) e gli atelier di ricamo (Montecatini e Rosignano Solvay), ha trovato anche il tempo di disegnare, da esterno, alcune linee per l’azienda Kuxo di Navacchio specializzata negli abitini di alta gamma per neonati, bambini e adolescenti. Ed è poi l’anima delle linee, sempre stilisticamente parlando, della griffe Amati che ha il suo quartier generale alla periferia di Firenze. Graziano ama disegnare. Lo fa con i pastelli per dare le giuste sfumature. Certo ... fa uso anche del computer per tutte le fasi successive della lavorazione. "Il figurino - dice - deve crescermi sotto le dita, assumere una forma tridimensionale con i colori. Poi davanti allo schermo del Pc si possono fare aggiustamenti e quant’altro è necessario perchè un modello funzioni". Descriva in poche parole il suo stile … Eclettico, contemporaneo, modern couture. La sua icona di moda o fonte di ispirazione? Strizzando un occhio alle star, preferisco ispirarmi alle esigenze delle donne contemporanee. Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda si stanno iniziando a interessarsi alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come vede l'irresistibile ascesa della moda in crowdsourcing in cui un voto online contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare una forte brand identity.? Parlo per la mia Grif. Penso che mantenere l'eccellenza Italiana sia fondamentale per essere interessanti sul mercato.. Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente, ma deve diventare un giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia… Entrambe le situazioni sono ancora fondamentali per vendere abbigliamento. Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Mi auguro di no, che già mi perdo in tutte queste definizioni ahahahahah!!!!. Rispondendo seriamente lo trovo estremamente interessante e innovativo. ufficio stampa Studart Carlotta Malafarina
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di Massimiliano Bisazza
Massimo, fashion designer, interpreta i passi delle donne con la creazione di scarpe gioiello che indossate diventano vere e proprie opere d'arte.
MASSIMO
DOGLIANI
MILANO ITALY www.massimodogliani.com
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Via Castelfidardo 28 _ Fermo _ T. 0734.640785
PH:Damiano Dargento
Massimo nasce a Cuneo con un talento e passione per la danza che lo porterà negli anni a vincere titoli italiani e stranieri a livelli professionali nel settore del ballo. Maturando scopre la sua passione per la moda ed apre due boutique di moda in Italia dove approfondisce la conoscenza del settore, degli stili e delle tendenze delle maggiori griffes internazionali. Si trasferisce in Francia per qualche anno, prima a Nizza poi a Parigi, dove corona il suo sogno di collaborare con un guru dell’alta moda parigina in qualità di esperto di ricerca dello stile. La continua voglia di creatività lo fa giungere in Africa dove resterà per otto lunghi anni. Qui trova ispirazione osservando i colori, le abitudini, gli oggetti, i costumi della popolazione autoctona. Di conseguenza sarà stimolato nella creazione di gioielli, di abiti e design d’interni. Conosce Tiziana Luxardo, fotografa di fama internazionale e Armando Tanzini, noto pittore e scultore con i quali avrà la possibilità di collaborare. Apre una boutique a Malindi dove conosce e veste personaggi famosi come Naomi Campbell. Nel frattempo viene chiamato per collaborare con lo staff dell’AMNESIA – SPACE di Ibiza in qualità di ballerino e costume designer. Decide di rientrare in Italia e matura diverse esperienze fotograficheper la rivista giapponese Leon (Vogue Japan) con diversi shots pubblicitari con il noto fotografo di moda Kinta Kimura. Collabora con l’agenzia di moda e spettacolo “Giancarlo Caremoli” tramite la quale gira lo spot pubblicitario su SKY Uno “Vuoi ballare con me?” con Lorella Cuccarini. E’ stato protagonista e stylist dello shooting: “NATIVE” che gira l’Italia per la mostra fotografica di Damiano Dargenio con riferimenti alle tematiche della natura e dei popoli amerindi di cui crea, con la stilista Flavia Cavalcanti, i costumi. Attualmente è stylist di vari personaggi pubblici fra cui le celebri VJ Kris & Kris ed è per loro che nel 2009 realizza le sue prime “SCULPTURE SHOES”. Questa prima esperienza produttiva è sfociata in una scelta di vita che genera in lui continui stimoli di ricerca nelle decorazioni, tendenze, stili personalizzati, accessori, materiali, portandolo a creare la sua prima collezione di scarpe gioiello nel (2011) in pezzi unici; che per loro natura non sono quasi mai ripetibili in maniera identica. I materiali utilizzati sono di notevole qualità: pellami pregiati, sia in vitello che suede (scamosciato) di varie tinte, secondo le mode e le esigenze di ogni compratrice. Le decorazioni spaziano da swarowsky a pietre dure, piume, borchie, fiori di seta in un continuum di novità eclettiche sempre al passo con i tempi ma soprattutto svolte con la cura artigianale, manualmente ma non perdendo mai di vista l’eleganza e talvolta anche la stravaganza. Vive e lavora a Milano dove segue personalmente la realizzazione di ogni singola sua creazione, cercando di soddisfare le crescenti richieste da parte dello show-biz (recente e’ la scarpa creata per Alba Parietti) e non solo...
MONTALTO DELLE MARCHE_ ITALY
VALERIANAMARIANI INDOSSA CARLA: EUSEBI Dalle passerelle della “Sfilata di moda Dei Sarti Piceni” in terra natia e dal
BELLE: SCOPERTE
Marinelli srl Via Fratelli Maggini 189/G Zona ind.le F.lli Guzzini
SANBUCHETO (MC) ITALY
Un fiore all’occhiello delle Marche che lavorano e si fanno conoscere a livello internazionale. Questo in sintesi è il percorso della MF Company, nota azienda specializzata nella diffusione di abbigliamento e calzature, che nel tempo si è affermata nel panorama distributivo italiano per la profonda conoscenza dei mercati, la completezza dei servizi offerti e la capacità di individuare strategie commerciali mirate alla crescita dei propri clienti. La competenza, la credibilità e il know how di MF Company, supportate dal dinamismo e dalla professionalità del management, hanno convinto il leader mondiale del settore – la Wolverine World Wide - a scegliere la società marchigiana per distribuire in Italia due noti marchi internazionali: dopo aver contribuito all’ampio successo di CATERPILLAR (abbigliamento, calzature e accessori) MF Company si è vista affidare il marchio CUSHE, calzature di grande carattere e dal design innovativo. Una partnership oramai consolidata e coronata dal riconoscimento internazionale ottenuto da MF Company come miglior distributore mondiale della Wolverine.L’azienda marchigiana attualmente può contare su un pacchetto di oltre 1.500 clienti. A fianco delle più belle vetrine italiane, quest’anno Mf Company ha intrapreso la strada del retail. “I monomarca ci stanno fornendo già molte soddisfazioni – commenta l’amministratore unico Vittorio Marinelli nonostante la crisi di consumi i nostri store stanno funzionando molto bene, tanto che abbiamo già in progetto l’ampliamento della nostra rete dopo i primi test su città importanti come Roma, Padova e Trieste”.Avanti tutta quindi come un vero Caterpillar, questa in fondo è la forza che caratterizza da sempre Mf Company.
Concorso di Sartoria “Il Manichino d’Oro” organizzato dall’Accademia dei Sartori, a Roma, dove si aggiudica il 2° premio nell’anno 2011, la giovanissima Carla ne ha fatta di strada. Ragazza di grandissimo talento colleziona riconoscimenti e plauso delle giurie per lo stile coevo delle sue creazioni che non lesinano femminilità. Il 2012, in particolare, si è rivelato un anno di grandi cambiamenti per Carla, all’attivo servizi fotografici, la partecipazione allo Smac Fashion Award, alcune importanti sfilate nella capitale. Info: carla1902@live.it
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FERMO _ ITALY
GRAZIELLA
BONACCORSO Ufficio Stile: Via Galileo Galilei 15 Ronco Briantino (Mi) _ www.graziellabonaccorso.com Sede Legale: Via Mario Rapisardi 29/A Giarre (Ct) _ T.e F.+39 0952889057
Dopo essersi diplomata prima come Geometra e poi come Fashion Designer a Catania, decide di partire per completare i suoi studi ed arricchire la sua cultura nel campo della moda in quella che è la capitale per antonomasia, e cioè Milano. Consegue un ulteriore diploma di laurea come Fashion Designer presso l'Istituto Europeo di Design di Milano (IED MODA LAB) e comincia immediatamente ad inserirsi nel mondo della moda lavorando presso le più prestigiose ditte e Case di Moda della Lombardia.Dopo 7 anni di esperienza a Milano, la stilista decide di creare un suo Marchio che si chiama appunto GRAZIELLA BONACCORSO, una linea di Prêt-à-Porter disegnata e prodotta in Italia che si distingue per eleganza e raffinatezza. Numerosi i Premi e riconoscimenti che le sono stati conferiti a partire dalla sua carriera accademica a partire già dall’anno 2002 dove al prestigioso “IL MANICHINO D'AUTORE” viene premiata per la migliore interpretazione culturale. Con le sue creazioni è stata ospite presso numerosissime manifestazioni di rilievo nazionale ed internazionale, tra le quali ricordiamo la partecipazione all’ITALIA FASHION EXPO a DALLAS negli STATI UNITI D'AMERICA nel 2011, evento organizzato da “ITALIANEXPO.US” in collaborazione con le Camere di Commercio di Houston e Chicago (IACC) e le selezioni finali di MISS MONDO ITALIA 2012, in Puglia, dove i suoi abiti sono stati indossati per l’occasione da Jessica Bellinghieri. ”E’ lavorando che ho capito cosa significa veramente essere una Stilista a 360 gradi - ci dice Graziella Il vero mestiere lo impari facendo tanta gavetta, e cioè lavorando tutti i
giorni presso delle aziende di moda già avviate, poiché sei a contatto con stilisti, modellisti, sarti,fornitori, clienti,fotografi,ecc... non esiste nessuna scuola o università che ti insegni il mestiere. E' soltanto facendo questo tipo di esperienza che impari a capire il mercato della moda e quello che i clienti cercano, che spesso è ben diverso da ciò che ci piace disegnare. Credo che realizzare capi scenografici o appariscenti con i materiali più disparati, e che facciano dire allo spettatore WOW!! ... sia semplice un po’ per tutti, ma vestire la gente comune, facendola sentire elegante e raffinata anche con dei capi semplici e puliti nelle linee e nelle forme, sia una cosa ben diversa, che richiede innanzitutto buon gusto, ma che si impara solo dopo anni di esperienza lavorativa, presso delle strutture già consolidate, e ben organizzate (ma che purtroppo mancano in Sicilia). Inoltre, un altro parametro essenziale affinché si possa sempre continuare a crescere in questo settore è capire che bisogna avere tanta costanza, impegno e umiltà. Niente ti viene regalato, o concesso, tutto quello che ho creato sino ad oggi, l’ho fatto con grande spirito di sacrificio e spesso rinunciando a molte cose nella vita, ma io amo il mio lavoro e quindi non mi è mai pesato tutto questo … è stata dura - conclude - ma non ho rimpianti. Io credo fermamente che se si abbia voglia di crescere, rinnovarsi e andare avanti, non bisogna per nessuna ragione al mondo pensare solo per un istante di essere “arrivati” ma sforzarsi di restare umili nonostante i successi, di non smarrire il desiderio di conoscere, di imparare ogni giorno da tutti e da tutto".
BELLE: SCOPERTE
E’ una Stilista Siciliana che ha fondato il suo marchio nel Febbraio 2010. Nata a Catania nel 1982, Graziella ha avuto sin da piccola la passione per la moda, l’arte, l'arredamento, e per tutte quelle cose in cui vi si possa inserire il termine “creatività”.
Nella foto: la modella Sara Ben Zidane indossa un meraviglioso abito rosso rubino di Elisabetta Turtù
GIARRE (CT) ITALY
Nasce nel 1971 in provincia di Fermo; lavora per 10 anni in una azienda di confezioni, poi si specializza come modellista, designer e figurinista, frequentando vari corsi nazionali ed internazionali. Partecipa a vari concorsi nazionali qualificandosi sempre ai primi posti. Nel 2006 concretizza il sogno di aprire un atelier che porta il suo nome. La sua moda si può definire un connubio tra modernità e romanticismo.
ELISABETTA
TURTU
L'amore e la passione che mette nel suo lavoro, la porta a sognare, insieme alle sue innumerevoli clienti, creando per loro abiti da sogno caratterizzati da particolari sofisticati, dettagli ben studiati, scenografici ed originali, con un tocco di graziosi interventi romantici.
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CACCAMO Via Enzo Giudice _ Floridia (Sr) www.studiostilisticocaccamo.it
Modella
LUCIA
NAOMY: CHITTANI
Dopo anni di studio e diversi titoli conseguiti al merito, Lucia è riuscita ad acquisire una grande padronanza per tutto ciò che riguarda l'arte e la moda sartoriale: modellista, stilista, costumista, insegnante di moda, figurinista. Gli elementi che contraddistinguono i figurini della stilista sono: creatività, eslusività, ricerca dei tessuti, innovazione.
Da miss alle passerelle internazionali, Naomi vanta un curriculum di tutto rispetto fatto di eventi fra i più prestigiosi. Un anno particolarmente denso di impegni, quello che si è appena concluso sotto l'egida del suo agente Riccardo Gubiani (titolare della famosa agenzia romana “GR MANAGEMENT” cui Naomi ha affidato la sua immagine dall'inizio dell'anno 2012), primo fra tutti: il Mamaia Festival, in Romania (17/08/2012) dove ha sfilato, quale unica rappresentante italiana, per il celeberrimo circuito di Fashion TV. A seguire, nel ruolo di "Testimonial", ha prestato il suo volto per il negozio I’M, a Bergamo e per il noto champagne “L’ORO DI BACCO” a Lipari e Panarea (Sicilia). Innumerevoli anche gli shooting fotografici per alcune delle Case di moda maggiormente significative del nostro Made in Italy fra le quali spicca la griffe GAI MATTIOLO. In ultima nota non possiamo non citare il suo intervento, sempre in veste di testimonial, alla presentazione del nuovo libro di NINO SPIRLI’ ex autore del noto programma FORUM di Mediaset e la partecipazione in qualità di giurata al concorso di Miss Winter Salento organizzato dall’associazione Flashback di Brindisi, svoltosi a Brindisi presso l’hotel Nettuno.
FLORIDIA ITALY
PH: Ramona De Orlando
Descriva in poche parole il suo stile … Ecclettico, variegato, concettuale, glamour e sensuale, ogni donna deve potersi esprimere in qualsiasi contesto, attraverso il linguaggio dell’abito o costume che sia. La sua icona di moda o fonte di ispirazione? L’ispirazione delle mie creazioni nasce e trae linfa vitale, a partire dal quotidiano, mi piace osservare tutto ciò che mi circonda, in particolare le donne, quello che riescono a trasmettere agli altri attraverso gli occhi, le gesta, le movenze ... ma una icona che mi ha dato l’input per osare era una grande donna che mi piace immaginare ancora fra noi: Moana Pozzi. Personaggio che ha saputo mostrarsi senza retoriche e che mi ha incuriosito tanto da approfondire studi che mi hanno portato alla realizzazione di alcuni costumi per eventi cinematografici, e questo mi ha convinta sempre più che ciò che lei esprimeva in fondo sono desideri che ogni donna almeno una volta nella vita ha desiderato o immaginato, anche se nessuna lo ammetterà mai. Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda si stanno iniziando a interessarsi alla moda che viene dal basso, si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come vede l'irresistibile ascesa della moda in crowdsourcing in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare una forte brand identity? Concordo che è giusto interessarsi a produrre per gente comune, ma questo non deve far perdere alcuni punti fondamentali dell’eccellenza italiana che da sempre ci contraddistinguono nel mondo quali la creatività e lo stile. La mia impressione e che oggi pur di produrre e di creare business si stia rischiando di perdere gli assetti di un marchio, di una identità personale, tutto ciò nel tempo potrebbe logorare il manifatturiero italiano, anche se già sono visibili i primi segni. Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore che vuole catturare il cliente, ma deve diventare un giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia ... Concordo, il rapporto deve essere basato sulla fiducia tra cliente e imprenditore, solo così si possono conoscere fino in fondo quali sono, gusti, desideri e stile personale. Il compito dell’imprenditore è quello dell’osservazione che servirà nel consigliarlo nell’acquisto o nella realizzazione di un capo personalizzato. Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio sui social network? Ritengo che alcuni spunti possono essere presi in considerazione dal mondo del web, ma non fino in fondo, in quando lo stile, la creatività e la professionalità fanno si che lo stilista si differenzi, esprimendo la sua unicità in tutto ciò che fa a partire dal quotidiano; il contrario determinerebbe il far comprendere al fruitore un messaggio forviante di quello che è il lavoro dello stilista.
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Nuovi strumenti e canali comunicativi consentono alle aziende di sintonizzarsi sui desideri dei consumatori in costante ricerca di esperienze di sensazioni ed emozioni, più che di valori d'uso. Figura in incessante evoluzione, quella del consumatore moderno, sempre più attento alle componenti simbolico-comunicative di ciò che acquista; sempre più esigente e sempre maggiormente spinto all’infedeltà alla marca, richiede ai prodotti l'appagamento di desideri immateriali, di bisogni estetici e psicologici. E' chiaro come nel settore del lusso i bisogni abbiano lasciato completamente spazio alle aspettative di “rivalsa”, portando alle fruizioni dei beni in senso personale, privato, in cui è la volontà di realizzare dei desideri che prevale, l'incarnazione di ideali, la volontà di evolversi parallelamente al proprio senso estetico, ed è proprio questo che guida l'atto di acquisto. Ne deriva che il lusso comprenda soprattutto qualità emozionali aggiunte a valori di ostentazione ed esclusività interni ai beni stessi o, per meglio dire, qualità che sono state apposte ai beni dai consumatori che, in un'escalation cronologica, dai tempi delle società di rapina a quella odierna, porta tutto ciò che è indossato, utilizzato o semplicemente ostentato da chi detiene il potere ad essere caricato di simboli, il possesso come espressione di un modus vivendi, che può anche trascendere dal vero status sociale dei fruitori. Veblen appunto definisce il lusso diverse volte nel corso della sua opera, ma riassumendo tutto con una frase “il lusso è volere qualcosa più degli altri, in quanto esso non sta tanto negli oggetti quanto in quello che essi rappresentino agli occhi degli altri”
a tu per tu con:
Morel Bolea fondatore di KASTA MORRELY, una organizzazione di difesa dei diritti umani attraverso la promozione di competenze e qualifiche necessarie per lo sviluppo di una società democratica sostenibile. La sua missione è quella di promuovere i valori europei di democrazia e di civiltà attraverso programmi e progetti di interesse per la comunità nel rispetto ed in difesa della cultura e dei valori umani al livello regionale, nazionale e internazionale, con il 100% partecipazione volontaria, con propri uffici o filiali in Italia(Roma), Spagna(Madrid), Stati Uniti d’America(Nuova York), Moldova(Chisinau), Romania(Iasi, Botosani, Constanza) etc. Per l'attività internazionale e il contributo riconosciuti al fine dello sviluppo della cultura europea oltre che in difesa dei diritti umani, l’Organizzazione Kasta Morrely è divenuta in 2008 membro dell’Agora del Parlamento Europeo, partner globale della rete FLARE (Rete internazionale per la lotta contro la criminalità organizzata) e LIBERA, Global Human Rights Defence, membro fondatore della Coalizione Europea dei Giovani Coinvolti (Coalizione dei Giovani Coinvolti), ed oltre. Per essere in grado di compiere la missione per la quale è destinata, Kasta Morrely ha un Consiglio Conduttore composto da specialisti con risultati di valore, premi e molte qualificazioni di interesse per la dinamica dell’organizzazione come: uditori nel campo della qualità, valutatori di competenze professionali, trainer of trainers, maestri di cerimonie, manager progetto, organizzatori di spettacoli, ispettori risorse umane, manager del sistema di management sicurezza e salute in lavoro, psicologi, modelle(i) – specialisti PR, scrittori di letteratura di specialità, giornalisti, professori
Nella foto da sinistra: Talida Moreli (Presidente Organization Ong.). Morel Bolea (Fondatore Kasta Morrely) e a destra Diana Alexandroae (Presidente)
LA MODA INDOSSATA
istruttore danza sportiva ed oltre. In qualità di organizzazione culturale per la difesa dei diritti umani, Kasta Morrely ONG, dopo numerosi premi e nomine, è stato poi riconosciuta a livello internazionale come partner privilegiato nella lotta contro il traffico di esseri umani finalizzata con la legalizzazione di una professione, quale è quella della moda, nella quale si insinuano con insospettabile abilità molti trafficanti di esseri umani. Il fine della Kasta Morrely ONG è dunque quello di promuovere i valori europei di democrazia e di civiltà attraverso programmi e progetti di interesse per la comunità sviluppandone il suo patrimonio culturale-educativo umano in attività di difesa dei diritti a livello regionale, nazionale ed internazionale, con il 100% partecipazione volontaria,
MOREL
BOLEA
Fondatore del brand internazionale Kasta Morrely
con propri uffici in filiali dalla Spagna (Madrid) e Moldova (Chisinau). Su questo, prima ancora che il chiederle una più esaustiva descrizione delle attività dell’organizzazione della quale è onorevole rappresentante e di cui ho sintetizzato le finalità, il punto sul quale la chiamo a disputare… E una piacevole sorpresa per me scoprire come è bene informata sul brand Kasta Morrely. Kasta Morrely, dal punto di vista associativo, è un concetto rivoluzionario per il fatto che usa la forza e l’influenza della cultura e delle arti dello spettacolo per la difesa dei diritti e delle libertà fondamentali umani. Questo concetto rivoluzionario facilita il compimento della missione assunta dall’organizzazione Kasta Morrely di promuovere i valori della civiltà, della cultura e della democrazia. E un desiderio che si realizza
attraverso i programmi ed i progetti di interesse tramite i loro obiettivi chiari di contribuire allo sviluppo sostenibile delle comunità. La sua organizzazione, come abbiamo visto, si impegna in modo efficace in diverse attività che offrono una varietà di strumenti politici ed è grazie a questo impegno civico e le qualifiche dei suoi specialisti, che i volontari Kasta Morrely hanno vinto numerosi premi nazionali e internazionali, trofei, nomination, premi che sono motivanti per la partecipazione attiva a programmi e progetti di interesse dei cittadini. Quali, nello specifico? L’esperienza nella difesa dei diritti umani e gli amici dall’area professionista della moda mi hanno aiutato, dopo che io avessi sostenuto le aspirazioni di qualche giovane
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Kasta Morrely
dell'organizzazione volta alla promozione della cultura e dei valori della democrazia con il 100% partecipazione volontaria. Le numerose qualificazioni e risultati di valore del Consiglio Conduttore Kasta Morrely favoriscono la fruizione alla varietà di opportunità e risorse gratuite offerte dalla Commissione Europea anche a sostegno della specializzazione dei suoi volontari. Sappiamo di lei che è anche Ambasciatore at Large O.S.J. KNIGHTS OF MALTA … ce ne parla? Noi siamo un Ordine Ospitaliero fondato dal Nostro Diletto Fra Gerardo di Sasso all’incirca 1000 anni fà a Gerusalemme. E’ un grande onore per me appartenere a questo Sacro Ordine composto e guidato da persone di grande valore morale ed umano. La modestia e l’umiltà sono qualità che contraddistinguono tutti i membri del Nostro Santo Ordine O.S.J. Knights of Malta; caratteristiche che sono alla base di ciascuno e fondamento di quella volontà millenaria che è alla base del lavoro e delle attività del Nostro Ordine da sempre votato al mutuo soccorso e al benessere delle persone. Ci parli un po’ di lei e di come nasce questa sua passione per la moda che ha tradotto in impegno sociale.. Sono da una famiglia di tecnocrati e persone di cultura: scrittori, drammaturghi, attori. I miei genitori mi hanno cresciuto come un uomo di mondo e per questo la mia infanzia l'ho trascorsa fra teatro, opera, filarmonica, università, ricevimenti ed eventi mondani. Ho avuto l'onore conoscere designer ed organizzatori di spettacoli veri da cui ho imparato cosa significa essere professionista nel campo della moda, un settore che si pone al vertice della società contemporanea. Vista l’educazione era normale che restassi affascinato da questo campo dell'arte e della bellezza umana. Le mie specializzazioni in difesa dei diritti umani risalgono agli anni successivi al 1990: ovvero prima che raggiungessi la massima esperienza nel campo della moda; legittimazione professionale che mi ha consentito di volgermi al collettivo ideando e creando per la prima volta nel mondo quello standard occupazionale di “modella(o)” e quello di “organizzatore di spettacoli” che fino a quel momento non erano stati legittimati come professioni. In ciò ha sicuramente concorso le innumerevoli qualificazioni e le competenze acquisite nei progetti per la difesa dei diritti umani. Se io non mi fossi stato dedicato alla difesa dei diritti umani sicuramente non avrei trovato le risorse umane, intellettuali e finanziarie per specializzarmi anche nella moda vista come fattore di sviluppo e di protezione della bellezza e dei suoi valori. Non posso omettere dunque il ringraziare tutti coloro che sono venuti da me pregandomi di aiutarli ad entrare nel campo della moda; senza di loro non avrei scoperto il traffico moderno di esseri umani e non avrei avuto neppure avuto, forse, la forte motivazione di
oi C’ERAVAMO
redazione donna impresa magazine
Ospiti di FashionTv Summer Festival Mamaia
Nelle foto Talida Moreli, Morel Bolea e Diana Alexandroae in alcuni momenti delle loro innumerevoli attività. Nella foto in basso da sinistra: Bruno Baldassarri con Marina Mansanta, Morel Bolea, Gianni Sapone, Riccardo Gubiani, Talida Moreli, Tina Arena, Diana Alexandroae e Daniel Robu al Mamaia Summer Festival FashionTv.
volontario appassionato dalle arti dello spettacolo, a scoprire l’esistenza di deplorevoli atti consumati a oltraggio degli esseri umani e che si celano dietro l’egida di agenzie di modelle(i). Per caso ho scoperto un mondo parallelo con quello della moda che si serve dalla credibilità e dall’attrattività di questo per distruggere vite. Per aiutare il combattimento di questo flagello ho pertanto coordinato la creazione e la legalizzazione della scienza dell’occupazione di modella(o) e d’organizzatore di spettacoli, svolgendo in tal senso numerosi progetti Anti Modern Traffic e scrivendo anche la prima strategia transfrontaliera di lotta contro il traffico moderno di esseri umani. Ho goduto del sostegno e della partecipazione dei rappresentanti del Consiglio d’Europa, della Commissione Europea, dell’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo, dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), del governo locale e degli organismi di specialità dal Ministero dell’Amministrazione a quello degli Interni di Romania. I libri e le pubblicazioni che sono stati pubblicati in relazione a questo scottante e quanto mai contemporaneo tema, ci hanno rinforzato l’immagine di competenza di Kasta Morrely in moda. Le competenze acquisite ci hanno indubbiamente aiutato anche alla definizione, per la prima volta nel mondo, del concetto di Fashion Theater – marchio registrato Kasta Morrely. Sarebbe difficoltoso per me oggi il tracciare una enumerazione dei risultati di valore del brand Kasta Morrely in quanto ogni anno sono stati tra 15 e 30 riconoscimenti a cominciare dai grandi diamanti fin’alle medaglie e diplomi che ci sono stati attribuiti al merito in una varietà di campi d’attività culturali e sociali. Posso però in tal senso menzionare alcuni grandi traguardi: Miss World, due finaliste Miss Europe, quattro titoli Miss Europe Junior e molti altri premi di Miss e Top Model etc. Tutti rappresentano una motivazione per la continuazione dell’attività culturale artistica Kasta Morrely. In attivo, dunque, un carnet di specializzazioni internazionali che sappiamo essere anche patrocinate e sostenute finanziariamente dalla Commissione Europea fra le quali spiccano: "La donna leader - Modello di successo della lotta contro la discriminazione e la violenza sulle donne” e "Giovani di successo"; a lei la parola Morel … Sono tantissimi i progetti internazionali svolti da Kasta Morrely che sono stati considerati dagli specialisti della Commissione Europea come “esempio di buone pratiche”, e ciò indubbiamente mi onora. Le rivelo che il segreto del successo e dei risultati di valore di Kasta Morrely si basa essenzialmente sul concetto "lo spirito volontario è l'attributo della vocazione di leader" (da me sancito) ed è proprio su questo principio che ruota tutta l'attività nazionale ed internazionale
contribuire alla legittimazione della professione di modella(o) e quella di organizzatore di spettacoli come modalità di lotta contro gli impostori ed i trafficanti di vite umane. La aspettiamo in Italia a braccia aperte Morel … il nostro Paese è lieto di accoglierla … Vengo in Italia in occasione delle riunioni e delle attività dell'Ordine Nostro O.S.J. Knights of Malta, ogni volta con grandissimo piacere. Ho un'opinione molto buona della élite d'Italia … Per ciò che mi riguarda gli italiani sono un popolo bello, allegro e straordinariamente accogliente … di Bruno Romano Baldassarri
COMING: SOON
event Camera Regionale della Moda Calabria domenica 16 giugno Reggio Calabria
“La Muse Venal”
Mostra Internazionale CineArteModa, Concorso Internazionale Giovani Fashion Designer Special Aword Cinema “Carlo Rambaldi” Tre volte Premio Oscar per gli effetti speciali di King Kong di John Guillermin, E.T. di Steven Spielberge ed Alien di Ridley Scott, è stato uno dei geni internazionali del cinema, un mago degli effetti speciali ed un esempio indiscusso della creatività italiana.
“La Muse Venal” Concorso Internazionale Giovani Fashion Designer Le sezioni del concorso internazionale sono intitolate a personaggi illustri che, con il loro indiscusso talento e la loro professionalità, si sono imposti, ognuno nel proprio ambito, a livello nazionale e internazionale, tenendo alto il nome della Calabria, dell’Italia nel Mondo. Premio Internazionale “LA MUSE VENAL”realizzata dal Maestro Orafo GERARDO SACCO Sede di Rappresentanza Reggio Calabria Via Sbarre sup n.95 _ T. 096 51721774 _ F. 096 5598297 e-mail: cameraregionale.moda@libero.it
nella foto: Riccardo Gubiani e Bruno Romano Baldassarri al Mamaia Summer Festival Fashion TV
Gli si riconoscono grandissime competenze organizzative e ragguardevoli capacità relazionali ma soprattutto, ed in particolare, straordinarie capacità di lavorare in team, leadership e strategia, conoscenza dei fondamentali della moda intesa nella sua accezione di oggetto culturale.
RICCARDO
GUBIANI
Titolare dell'Agenzia GR Management & Rappresentante Kasta Morelly Italia
Sbaglio Riccardo se le dico che la vedo un uomo al quale piace circondarsi di poche persone, ma buone? Uno di quelli che privilegia i rapporti genuini, a cui non mi piacciono le cose troppo artificiose. La vedo gioviale, quel sorriso stampato in volto di chi sa essere felice godendo di piccole cose: una chiacchierata fidata, una passeggiata al mare, una serata di divertimento con gli amici di sempre… Non sbagli, io vivo di emozioni vere trasmesse dagli amici e dalle persone che amo, mi accorgo, molto spesso, però, che a qualche volto do troppo, ma non rimpiango nulla, poi per me non esige il tavolo da due posti, soffrirei di solitudine … mi piacciono le tavolate, lo stare insieme ... vivere la vita ! Stiamo attraversando un periodo di forte cambiamento, economico, sociale, di tendenze. Gli stereotipi che fino a ieri occupavano gran parte della comunicazione, per diversi motivi, hanno stancato, o più semplicemente, sono arrivati a fine corsa: tu, Riccardo, al momento a quale progetto stai lavorando e in questo 2013 ce n'è uno al quale tieni in modo particolare? Il progetto del 2013 in realtà è una idea che da 3 anni sta covando dentro di me … ovvero portare la Moda nelle piazze italiane, comunicare l'arte della Moda alle persone comuni e soprattutto fare del Made in Italy, la mia bandiera il mio modo di vivere. Oltre a questo le normali manifestazioni ed eventi di moda che da anni seguo in Italia e all'Estero. Ormai quasi tutti i fashion brand coinvolgono outfit blogger in progetti di comunicazione (eventi, video, campagne pubblicitarie): qual è la tua opinione al riguardo? Credo che oggi più che mai sia importante parlarne, comunicare, confrontassi in maniera però leale e costruttiva. Trovo che ci siano dei Blogger favolosi ma delle opinioniste che di moda non capiscono un …… (censura) Come nasce la tua collaborazione con Fashion Tv? Fashion Tv … per me è una parola magica che quando sento o vedo scritta mi scalda il cuore. Ci collaboro ormai da molti anni portando stilisti Made in Italy agli eventi fatti in Romania e in Austria, è una grande famiglia formata da grandi persone e veri professionisti, ma assieme a loro ho avuto il piacere di conoscere e stimare una struttura non governativa rumena, Kasta Morrely di cui sono stato nominato, con mio enorme piacere e soddisfazione, responsabile per l'Italia, sono veramente delle persone "speciali" per me. Cosa vorresti che succedesse quest'anno nel mondo della moda? La domanda è di quelle che ti piacerebbe facesse sorridere mentre in realtà mi fa molto pensare … per la moda quest'anno vorrei prima di tutto che le persone fossero più oneste nel proclamarsi ambasciatori del Made in Italy ... Se comprate all'estero e vendete con le vostre etichette … NON SIETE MADE IN ITALY. Secondo te che cosa di ciò che sta accadendo nel mondo modificherà la moda nel futuro? Qui la risposta è abbastanza evidente frutto di anni di politiche sbagliate nell'export … nasceranno dei grandi gruppi asiatici che compreranno i nostri marchi e nel tempo approfittando dei loro costi saranno padroni del mercato … Da qui poi sorge spontanea una domanda: e la creatività italiana ?(???) I nostri giovani stilisti che credono ancora nella nostra affermazione mondiale saranno costretti a vedere i loro capi con una bella etichetta Made in China.
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BRONTE _ ROMA _ MILANO
EVENTI:NOI C'ERAVAMO MATERA _ SALERNO
PER RELAZIONARCI AGLI ALTRI di moda
La moda ci consente di porci in relazione agli atri e quindi di comprendere qualcosa di noi e degli altri; la rivelazione del sé parte hegelianamente dal confronto con l’altro. Come dire: Dimmi come ti vesti e potrò scoprire qualcosa di te, del tuo carattere, della tua natura.
La moda veste il corpo, la moda usa il corpo come veicolo di trasmissione. La moda senza il corpo sarebbe finita, non esisterebbe, si sublimerebbe come mera immagine e cadrebbe nel suo lato esclusivamente fuggitivo senza essere di giovamento alcuno. Diverrebbe pura e semplice arte ma la moda estende il suo concetto al di là dell’arte, comprende il mercato, comprende l’uso e il consumo, comprende il corpo. La moda senza corpo finisce perché perde uno dei suoi connotati essenziali: la corporeità. Un abito acquista vero senso indosso a un corpo perché lo rappresenta nel suo stile e oppure nello stile altrui (penso a personaggi dello spettacolo e agli stilisti), imitato da chi indossa l’abito, rivela comunque un senso e tutti i sensi. Parlare di moda non vuol dire dunque solamente parlare di abiti: la moda è un tema trasversale a molte dottrine, e dunque ad altrettanti aspetti umani. La sociologia in particolare, si interessa alla moda in quanto manifestazione del collettivo che definisce i processi di mutamento sociale in un determinato arco di tempo. Sono tantissimi, oggi giorno, i concorsi di moda che vengono ideati, noi ve ne presentiamo solo alcuni che a parer nostro sono i più autorevoli nel nostro Paese. Concorsi che danno la possibilità a giovani talenti di gareggiare con le loro creazioni avendo la possibilità di vincere dei premi inerenti alla loro formazione, per entrare a far parte del World Fashion. A partire dal “Premio Moda Città dei Sassi” che Venerdì 28 giugno riaprirà i battenti per la sua edizione 2013. Il concorso è un evento dedicato interamente agli stilisti e agli artigiani creatori della moda. Il Premio Moda Città dei Sassi è un concorso internazionale, che nasce nel 2008 dalla passione che caratterizza l’azienda promotrice, la Publimusic.com, ha lo scopo di individuare e premiare creatori fashion designer per scoprire stilisti emergenti e/o professionisti nel campo della moda femminile e per valorizzare principalmente il loro talento. Per partecipare al concorso è prevista un’iscrizione con scadenza 30 Marzo 2013, il bando e tutte le altre informazioni sono reperibili sul sito www.premiomoda.it . Successivamente alla chiusura dei termini di iscrizione, una Giuria Tecnica, nominata appositamente, decreterà gli otto stilisti finalisti che avranno la possibilità di presentare una collezione di creazioni di moda, nello specifico di Alta Moda Donna, sezione Abbigliamento e Accessori. Nella serata dell’evento, davanti a una Giuria Speciale composta da esperti e rappresentanti illustri del mondo della moda italiana, affiancata da una Giuria composta da giornalisti, gli stilisti proporranno le proprie originali creazioni nella splendida P.zza San Pietro Caveoso con una scenografia naturale ed imponente quale è quella della Città dei Sassi di Matera (Patrimonio Unesco dell’Umanità, candidata a Capitale Europea della Cultura 2019). In ultima nota non possiamo non mensionare, a rigor di cronaca, che la direzione artistica del Premio Città dei Sassi edizione 2013 sarà affidata ad uno degli stilisti maggiormente rappresentativi del Made in ItalY: Roberto Guarducci, un grande uomo prima ancora che uno stimatissimo sarto. Cosiccome non possiamo sottrarci dal ricordare gli stilisti che si sono distinti nel corso degli anni a cominciare dalla vincitrice della terza edizione: Anna Mattarocci, che aveva presentato una originalissima collezione dark ispirata alla saga di Star Wars, edizione in cui si era anche distinta, ottenendoo il premio della critica, una ancora acerba Chiara Banelli che a distanza di soli due anni abbiamo vista premiata a livello nazionale dalle Associazioni di categoria maggiormente rappresentative del panorama nazionale ultima delle quali la celeberrima Fidapa, organizzazione al femminile dell'imprenditoria di casa nostra. così pure non possiamo non citare il vicitore dell'edizione 2012, Erasmo Fiorentino, ragazzo di grande talento che sappiamo anch'egli essere già fra i nomi di spicco della moda Madein Italy. MATERA LUGLIO 2012 "PREMIO MODA CITTA' DEI SASSI" www.premiomoda.it
nella foto in alto: Valeriana Mariani con il Presidente di Giuria Franco Ciambella
SMAC:FASHION AWARD 2012 Vincitrice Anna Calviello, giovane stilista di Pomarico che ha
alcuni scatti del Premio Moda Città dei Sassi 2012, ideato e magistralmente organizzato dall’agenzia Publimusic di Sabrina Gallitto in collaborazione con il direttore artistico Enzo Centonze nella foto in alto con il Presidente di giuria, lo stilista Franco Ciambella. In basso: il Sindaco di Matera, Salvatore Adduce con Valeria Mangani
portato in passerella la sua collezione “Donna Ricercata“, proponendo un mix di semplicità, raffinatezza e chiarezza espressiva. Seta e filati, trasparenze e applicazioni luminose per la moda mare. Tubini neri con stampe retrò per il giorno e abiti da sera alla caviglia con maniche lunghe e trasparenti. Un meritatissimo secondo posto è stato attribuito alla collezione “Innovazione e tradizione” di Rossella Isoldi, ispirata dalla lavorazione del macramè e dell’uncinetto. “London Masai” di Martina Laura Anastasi si è invece classificata terza proponendo una fusione tra motivi british ed etnici. Ovazione di pubblico e plauso alla giovanissima Carla Eusebi che sebbene anche non abbia ottenuto un riconoscimento formale, si è distinta per originalità: i suoi capi, uno straordinario mix di pelle e paillettes; un dark grintoso e ricercatissimo pensato per una donna anticonformista che non rinuncia alla propria femminilità. Tra le proposte legate al concorso, meritevole di lode l’iniziativa messa in cantiere dal Patron Pasquale Salsano affinchè i vincitori potessero conseguire, unitamente all’ambitissimo riconoscimento, la partecipazione agli stage formativi messi a disposizione da diverse Case di Moda italiane, nonché la possibilità di aderire, assieme al Concorso Internazionale Mare di Moda di Cannes, alla Fiera Internazionale del Beachwear “Mare d’Amare” a Fortezza da Basso di Firenze. La Camera della Moda di Calabria, ospite d’eccezione dello SMAC ha dato lustro di sé attraverso due performance entrambe di altissima abilità sartoriale quanto assolutamente suggestive dal punto di vista più prettamente scenografico: l’una ad opera della talentuosissima Claudia Ferrise che ha rappresentato il mito di Medusa attraverso le Teste Scultura di Giuseppe Fata, l’altra di eco storica nonchè di presentazione del film “Niccolò Macchiavelli il Principe della Politica”, nelle sale cinematografiche quest’anno in occasione del 500° anniversario della stesura dell’opera del Macchiavelli stesso, ad opera di Giuseppe Emilio Bruzzese, vice presidente della Camera Regionale Calabrese. Ospiti d’eccezione hanno presenziato all’evento che si è tenuto nello splendido Salone dei Marmi, a cominciare da Valeria Mangani, vicepresidente Altaroma, investita dal ruolo di presidente di giuria la quale ha espresso grande compiacimento per l’evento che continua ad affermarsi nella roccaforte delle iniziative che contribuiscono in maniera tangibile a dare lustro e risalto alla creatività italiana e definendo “Assolutamente meritevole di lode l’impegno e la professionalità del presidente Salsano in questo progetto di scouting”. Di grande importanza anche la collaborazione con l’Accademia del Lusso di Milano che, in onore dei 150 anni dell’unità d’Italia, ha presentato una collezione inedita interamente realizzata sull’idea patriottica della bandiera tricolore. Durante la serata hanno inoltre sfilato le nuove collezioni di Graziano Amadori, sorprendente direttore artistico dello SMAC che ha fatto sfoggio della sua creatività proponendo una donna che sa esprimere la sua femminilità, e di Franco Francesca, acclamatissimo per il suo impegno rivolto al sociale e che si traduce nella produzione di una moda ecosostenibile. Di grande interesse ed originalità la collaborazione con il Laboratorio di Realtà Virtuale dell’Università di Salerno diretto dalla prof. Genny Tortora, che ha curato la ricostruzione virtuale de “La schiava di Murecine”, progetto di ricerca realizzato nel 2003, frutto dell’applicazione delle nuove tecnologie alla valorizzazione dei beni culturali, parentesi introduttiva alla passerella d’Autore curata da Salvatore Ciro Nappo, consulente archeologo del progetto. Una sorta di omaggio alla moda attuale ed agli stilisti emergenti che hanno preso parte al concorso. L’entusiasmo papabile già dalla conferenza stampa di apertura aveva lasciato presagire ad un evento di grande successo, a conferma di ciò le parole di auspicio del Presidente di Casartigiani, Mario Andresano il quale esordiva "La sartoria italiana è da sempre molto solida e quello che proponiamo a giovani imprenditori sia d'età, sia d'impresa, è crescere insieme e costruire un futuro diverso recuperando il tempo che abbiamo perduto. L'interscambio è fondamentale per non restare fermi nelle nostre botteghe”. Tesi assolutamente condivisibile sulla base della quale Pasquale Salsano aggiunge: "Sappiamo che viviamo un momento di crisi nazionale. I mezzi che mettiamo in campo non devono essere sprecati. Quello che io cerco di fare è far si che le risorse dei giovani stilisti trovino un seguito".
www.donnaimpresa.com
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In alto: i giurati dello SMAC Fashion Award di Salerno 2012 con il Patron dell'evento Pasquale Salsano
Sopra Valeriana Mariani Donna Impresa Magazine con due membri della giuria: il Fashion Blogger Armando Terribili e Mariateresa D'Arco, Direttore Locale Caserta della rivista "Slide" www.slideitalia.it in basso: Valeriana con il VicePresidente di Altaromamoda Valeria Mangani Presidente di giuria dello SMAC di Salerno.
production
In alto: il team di stilisti che hanno sfilato allo SMAC FASHION AWARD 2012. Fra le novita' del prossimo appuntamento anche il moda mare e la riconferma di quanto già intrapreso con successo nella scorsa edizione dal Patron Pasquale Salsano: ovvero il fornire agli stilisti che aderiranno, la possibilità di immettersi in un circuito virtuoso di esperienze e promozione che servirà loro ad accrescere non solo il veicolare del proprio nome bensì anche accrescere il bagaglio di esperienze.
nella foto i presentatori Maria Sirna e Rosario Di Stefano con Valeriana Mariani in un bellissimo abito di Lucia Caccamo e Baldassarri Bruno
8° MEETING MODA - STILISTI IN PASSERELLA Bronte, Eden del
Da sinistra:Pasquale Salsano, Valeriana Mariani. Giuseppe Fata, Claudia Ferrise e G. Emilio Bruzzese
Valeriana Mariani e il Presidente di Casartigiani Mario Andresano
Nella foto di sinistra un momento della presentazione del libro "Gianni/Versace: lo stilista dal cuore elegante" scritto da Tony di Corcia e pubblicato dalla casa editrice pugliese Utopia Edizioni. Il volume racconta, attraverso venticinque interviste fatte ad altrettanti personaggi che hanno incontrato, nella loro vita, il designer scomparso nel luglio del 1997 a Miami, aneddoti e curiosità legati allo stilista. "L'intento era quello di omaggiare tutto ciò che Gianni Versace è stato nella maniera più rispettosa possibile - ha esordito Tony di Corcia -, non soffermandosi tanto sulla sua morte ma piuttosto su quanto ha fatto nella sua vita: per questo ho chiesto alle persone che sono state sue amiche di parlare, trasmettendo le proprie emozioni al lettore. Ne sono venuti fuori ritratti eterogenei, ma tutti collegati ad una delle figure più rappresentative del Novecento e del made in Italy; è inoltre un'immagine rara la foto di copertina che ritrae un Gianni Versace sorridente, rimasta finora inedita e gentilmente donata dalla sorella Donatella". Lo slash nel titolo divide, idealmente, i due aspetti della sua personalità, cioè Gianni, l'autenticità dell'uomo raccontato dai suoi amici, e Versace, lo stilista visto dagli occhi di chi ha lavorato con lui o da chi ha scelto i suoi abiti. La prefazione è stata affidata al fotografo Oliviero Toscani, mentre i 12 scatti degli inserti a colori, prevalentemente inediti, sono firmati da Gian Paolo Barbieri. Una vita, quella di di Gianni Versace che sembra proprio iniziare come una favola e finisce coi toni della tragedia ...
Un momento della sfilata di Chiara Banelli: al centro Valeriana Mariani, Testimonial dell'8° Moda Show con le indossatrici Raffaella Fazio (da destra), Ester Baccini e Alessia Varrica.
In passerella Maikol Creation di Grancesca Carroccio
pistacchio, con un frutto dal gusto e dall'aroma universalmente riconosciuti come unici e particolari in tutto il mondo, si è resa palcoscenico esclusivo di una manifestazione di moda fra le più suggestive. Il suo ideatore ed organizzatore, Pietro Galvagno, ha espresso il meglio della moda made in Sicilia e non solo. Chiamate a sfilare, alle luci della ribalta, le creazioni di due delle designer più talentuose di terra siciliana: Lucia Caccamo (Floridia) e Maikol Creation di Francesca Carroccio (Bronte). Ospite d’eccezione la griffe Chiara Banelli di Udine, una stilista che si è portata alla cronaca oltre che per i numerosissimi Riconoscimenti e Premi, anche per essere stata scelta ad accompagnare l’immagine di Valeriana Mariani, Editore di Donna Impresa neo-eletta Presidente di “International Association Women Entrepreneurs and Business Leaders - Employment, Social Affaire & Equal Opportunities ” una associazione internazionale di donne e che a Bronte era stata chiamata a presenziare in qualità di Madrina, l’“8° Meeting Moda Stilisti in Passerella”, evento di cui riproponiamo di seguito i momenti più significativi attraverso una rassegna fotografica. Il progetto ideato e diretto da Pietro Galvagno per OMEGA PRODUCTION si è avvalso di partner di eccezione, a cominciare da Katia Augello famosissima make-up artist titolare del Centro Vitakssana di Floridia che ha in attivo alla carriera una moltitudine di premi nazionali e Donatella Accolla titolare del centro “Ricci e Capricci”, anch’essa ripetutamente saltata all’attenzione della cronaca nazionale per le sue performance professionali. L'evento, che si è tenuto Presso il Teatro Comunale di Bronte in data 8 dicembre e che si è avvalso del prezioso supporto dell’Amministrazione Comunale di Bronte, nella figura del Senatore Firrarello ed il Vice Sindaco Melo Salvia oltre che delle Forze dell'Ordine VV.UU.Carabinieri, è stato l’occasione giusta per mettersi a confronto con il mondo della notorietà, dell'apparire in Passerella, nel Set Cinematografico, nelle Copertine di famose riviste. Ospiti della serata: attori, fra cui l’affascinante Gaetano Lembo, attrici, coreografi, fotografi e fotoreporter del calibro del siracusano Gianni Luigi Carnera oltre che di Nunzio Galvagno, Guido Ciraldo e Matteo Schilirò. Presenti produttori, manager e talent Scout, primi fra tutti Michele Maccarone e Bruno Baldassarri che, in qualità di Direttore Marketing Italia della rivista Donna Impresa, ha selezionato fra tutte le bellissime modelle i volti a cui dedicheremo lo speciale “Belle scoperte” nel prossimo numero e che sono nello specifico: Raffaella Fazio, Ester Baccini, Alessia Varrica, Morena Catania ragazza di grande talento alla quale abbiamo anche rilasciato una nostra intervista visibile su you tube. Assenti giustificati a causa delle condizioni metereologiche che hanno fatto precipitare Bronte dietro un inaspettato manto di neve: Carmelo Ferrara in rappresentanza per l’IDI (Istituto Diplomatico Internazionale), Titolare della "Together Eventi" e Patron del Concorso Internazionale di Bellezza "Miss Regina d'EUropa" oltre che Patron del "Prestige Intarnational Talent" e la cantautrice siciliana Adriana Spuria. “Il mio grazie a tutti i presenti, ivi comprese la bellissime ragazze che hanno sfilato coordinate con grande maestria da Letizia Nicolosi - ci dice Il Patron dell’evento moda Pietro Galvagno - doveroso da parte però omaggiare del mio più sentito
Gli ospiti giurati di "Donne e vini ... da far girar la testa"
Valeriana Mariani con L'On. Katia Polidori
Da sinistra: Valeriana, Luigi Bruno, la soubrette Liliana Pintilei, Sara Innone e la modella Marzia Saccomandi
Valeriana Mariani e Morena Catania in un momento dell'intervista realizzata presso l'Hotel Parco dell'Etna a Bronte
COMINGSOON: INTERVIEW
Beati fra le donne: il celeberrimo parrucchiere dei VIP Natalino Candido e lo stilista Luigi Bruno.
Abbiamo smarrito la consapevolezza degli Antichi di essere un anello che congiunge un prima e un dopo di umanità. Un mondo di ingiustizie, di soprusi, di sofferenza, di prevaricazione, in cui si vive come schiacciati da imponenti meccanismi, in cui domina soltanto il dio denaro, il PIL, la crescita, la ricchezza materiale. Riteniamo tutti di essere incatenati a queste vite come se un altro mondo non fosse possibile; come se questa società con le sue regole e la sua organizzazione non potesse esser cambiata nell'interesse di tutti. Il nostro mondo è quello che gli uomini sono riusciti fino ad oggi a costruire. E allora ai giovani ed ai giovani vecchi, non resta forse altro che cominciare a disobbedire a quei padri putativi che hanno costruito un mondo sbagliato che sta distruggendo il loro futuro, che non lascia spazio alla speranza. L’alternativa è dunque quella di capovolgere l’ordine di questo mondo per cominciare a immaginare un mondo nuovo? Ne parliamo con la manager Elisabetta Parise, Presidente dell'associazione "Fondazioni Formiche Giovani" insignita Donna "Acquario 2013 presso Palazzo Ferrjoli da Sara Iannone presidentessa dell'Alba del Terzo Millennio in occasione del suo compleanno.
PH: Patrizia Santangelo
In alto da sinistra: Valeriana Mariani con il Patron Pietro Galvagno e Luigi Carnera; di seguito Valeriana con Donatella Accolla e Katia Augello. In basso alcuni scatti con i prestigiosi ospiti presenti all'evento e della sfilata di Lucia Caccamo
con Cecilia Villani (nella foto) e Bianca Maria Caringi Lucibelli (Roma - Villa Laetitia)
Valeriana con Mariapia Lettini
OSPITI A CASA DI:ANNA FENDI
Sara Iannone con Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti. A destra Ugo Mainolfi consigliere AEREC
DONNE E VINI DA FAR GIRAR LA TESTA “Tenuta Gran Paradiso” – Palombara Sabina (Roma) 28 settembre 2012. C’è un legame magico che si instaura tra la bellezza e il fascino dell’arte sartoriale e il nettare degli dei. Legame suggellato dai profumi del territorio nel cuore della sabina, la Tenuta Gran Paradiso dell’imprenditore Claudio Saccomandi ha ospitato la manifestazione più fashion dell’anno. La splendida padrona di casa, Sara Iannone, responsabile della Sico, società immagine e comunicazione, ha riproposto la fortunata manifestazione realizzata nelle precedenti edizioni a Porto Rotondo, in Costa Smeralda e che ha avuto come testimonial Marta Marzotto, Amii Stewart, Franco e Celestina Taormina e Franco Carraro. Wine&fashion, queste le punte di diamante del made in Italy nel mondo. Ventuno le aziende vinicole in gara, una per ogni Regione d’Italia, al fine di rappresentare tutto il territorio nazionale. Una autorevole giuria tecnica, composta dall’onorevole Catia Polidori, Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti (conduttrici RAI), Simonetta Travaglini (manager della moda), Ernesto Carpentieri (presidente AEREC), Ugo Mainolfi, Claudio Arcioni (presidente dell’Arte dei Vinattieri), Claudio Marini (direttore di International Post), Antonio Paris (consigliere regionale), Maria Pia Lettini (immobiliarista), Giancarlo Panarella (direttore ENOPRESS), Bruno Baldassarri Valeriana con un calice di rosso "Le Renè" della (direttore marketing “Donna Impresa”), ha decretato la Cantina Santa Liberata (Fermo) indossa uno splendido vittoria dei migliori abbinamenti. Per i vini bianchi: abito abito dello stilista partenopeo Luigi Bruno bianco realizzato con tessuti di chiffon e seta con finiture dorate, elegante e raffinato, indossato splendidamente dalla modella Klarissa Nuga. L’abito ha saputo cogliere le superlative caratteristiche del Greco di Tufo delle cantine Terranera della regione Campania. Per i vini rossi: l’intensità, il gusto fruttato e sensuale de Le Renè Rosso Piceno DOC della regione Marche, è stato esaltato dall’abito rosso realizzato in chiffon, di linea essenziale e decorato con pietre preziose Swarovski rosse rubino, indossato dall’affascinante Valeriana Mariani direttore del magazine “Donna Impresa”. Un ricco buffet ha accompagnato la degustazione, con piatti rigorosamente scelti ed abbinati ad ogni etichetta in base alle caratteristiche organolettiche dei vini. Ricordiamo che la manifestazione ha goduto di partner prestigiosissimi in campo internazionale oltre che di una grandissima visibilità sui media, ribalta ancor più esaltata dalle numerose personalità presenti sia in Giuria che tra gli ospiti. La dimora Gran Paradiso, che ha ospitato l’evento, oltre agli spazi comuni della piscina, del maneggio, dei giardini, dispone di dieci piccoli e confortevoli appartamenti che sono stati messi a disposizione su prenotazione delle aziende. Luigi Bruno, grande stilista partenopeo, che da oltre trent’anni dedica la sua straordinaria creatività alla celebrazione della femminilità, in quest’occasione oltre al profumo di donna ha portato in passerella il profumo di mosto selvatico. La scelta dei colori, dei tessuti e dei ricami sono stati ispirati dai profumi inebrianti delle vigne e del loro nettare. L’ideazione e la realizzazione delle acconciature delle modelle sono state affidate per la serata dall’hair stylist Natalino Candido. Elena Presti, grande attrice e ballerina di origine spagnola, affermata in tutta Europa, si è esibita, accompagnata dal celebre chitarrista Juan Lorenzo, in danze di flamenco e sevillanas, coinvolgendo gli ospiti presenti.
Ph: Patrizia Santangelo & Fazio Gardini
sincero, ringraziamento le persone che mi hanno sostenuto … è grazie a loro innanzi tutto se tutto quello che abbiamo realizzato si è potuto magnificare. Con ciò mi riferisco al Dott. Guido Giraldo titolare della omonima Farmacia ricca anche di Prodotti rivitalizzanti naturali e Galenica varia, a Bronte - continua - a Gianfranco Messina titolare della Gioielleria Longhitano (Bronte), ad Alfredo Montalto, Alfio Neri e Vito Giuffrida titolari di EUROSPIN "La spesa intelligente" A.V.A. (Bronte) ed a Sicil Fruit. Non posso esimermi dall’esprimere gratitudine anche ai presentatori: Maria Sirna e Rosario Di Stefano che hanno eccelso nel ruolo non facile di interpretare lo spirito gioioso della manifestazione, è anche merito della loro grazia e simpatia se la scaletta ha acquisito “un’anima”. Non di meno bravi, il responsabile service audio-luci Papette Eventi, il Dee Jay Luca di Vincenzo ed ovviamente il corpo di ballo Elisa Montalto ed Emanuele Castelli TEN DANCE. Ultimi, ma solo in ordine cronologico, il mio plauso al titolare della storica Caffetteria Luca di Luca Roberto (Bronte) conosciuta in tutto il mondo per la preparazione artigianale di prelibatezze al pistacchio ed ai proprietari dell’Hotel Parco dell'Etna Bronte (Ct), in quanto entrambi hanno omaggiato i nostri illustri ospiti marchigiani di un’accoglienza meritevole di lode ... a me non resta pertanto ora che l’invitare voi ed i vostri lettori e lettrici al prossimo "Moda Show Stilisti in Passerella” edizione2013”
Valeriana e Luisa Ferretti
COMING SOON
Via G.Agnelli 36/38 _ Fermo (Italy) _ T. 0734.440249 _ info.omegamodel@gmail.com
GRAN GALA' DELLA MODA - MALTA L’Organizzazione Internazionale Commercio Estero - OICE, istituzione del Dipartimento per l’Internazionalizzazione delle aziende dell’Istituto Diplomatico Internazionale, organizza, partendo da Malta, il primo Gran Galà della Moda Italiana nel Mondo. L'evento ha la capacità di portare alla ribalta il designer, fornendo i contatti giusti, farli sedere accanto ai grandi nomi. È a quel punto che il testimone della cura degli stilisti più promettenti passa a un sistema in grado di accoglierli; un sistema fatto di istituzioni, investitori, aziende e imprenditori che affiancano alla visibilità un aiuto tangibile nella produzione per chi abbia il sogno di proseguire con il proprio marchio e non solo di finire in qualche ufficio stile, anche se di prestigio. I contest sono indispensabili, soprattutto in un ambiente come quello odierno, in cui la mole di creativi che esce dalle scuole è immensa, ecco perchè O.I.C.E. ha messo in atto i suoi specifici strumenti promozionali come gli show room permanenti della rete “Italia For World” e i “temporay store” che potranno essere utilizzati anche come futura piattaforma distributiva delle merci per essere vendute direttamente a grossisti ed importatori dell’area interessata. In un mercato affogato dalle “figure professionali”, il Day Italian’s Talent si distingue per la capacità di porre l’accento su un singolo designer. Si parla molto di trampolini di lancio: ma in realtà sono rari gli eventi che riescono davvero a fare la differenza. Quello che fa Mauro Broda, Presidente dell'Istituto e Patron del prestigiosissimo evento è tutt’altro che evanescente: lui è stato il primo ad aver investito tempo, fatica ed energie in un progetto di scouting delle nuove maestranze europee le cui parole d’ordine sembrano essere visibilità, contatti, network: "A Malta sfila un festival della creatività che non cerca di definire delle figure professionali - ci dice Mauro - bensì di promuoverle nell’importante “bacino del Mediterraneo” che comprende Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Questa è contemporaneamente l’occasione per i buyer provenienti dall’omonimo scacchiere economico di poter apprezzare i nostri prodotti ... Le leggi del mercato hanno privato la moda del sogno che l’ha resa grande, noi cerchiamo di ritrovarle". L’evento sarà interamente video-ripreso e trasmesso in diretta Live attraverso la speciale tecnologia SkylineWebcams, visibile in tutto il mondo dal sito www.SkylineWebcams.com. Info: Segreteria Organizzativa O.I.C.E _ infoidi@tiscali.it _ Tel.3774811001 _ www.idi-international.org
DAY ITALIAN’S TALENT A MALTA
IL PREMIO IMPRESA ROSA D’ABRUZZO va a nove imprenditrici la cui attività si è distinta in ambito regionale. Successo di pubblico per la prima edizione della manifestazione ideata da Luisa Ferretti della L&L Comunicazione che ha portato venerdì 16 novembre in sala Kursaal le imprenditrici d’Abruzzo che hanno fatto della propria azienda un’eccellenza del territorio. Le premiate: Giachetti e Branella, Soydan Munire, Stefania Pepe, Maria Iannetti e Angela D Eusanio, Eugenia Maria Mancini, Valentina Muzii, Sara Di Silvestre, Valeria Di Felice, Nadia Moscardi. Presenti nel tavolo dei relatori: Paolo Gatti, Assessore del lavoro della Regione Abruzzo; Francesco Mastromauro, sindaco di Giulianova, Antonella Ballone per Confindustria Teramo, Giuseppina Bizzarri docente di diritto del lavoro, Oriana Broccolini psicologa, Ady Melles cuoca e scrittrice, Fabio Capolla giornalista de Il Tempo, Monia Pecorale segretaria CGIL Teramo, Alessia De Paulis, delegata Pari opportunità ANCI,
Gabriella Russo Adriatica Consulting e Pietro Rosica, Presidente Pmi Confindustria di Chieti. In giuria: Guido Campana assessore alle politiche del lavoro di Teramo, i giornalisti Walter De Berardinis e Alessandra Angelucci, Manuel De Nicola docente di economia aziendale per l' Università degli Studi di Teramo, Massimiliano Santonocito dello Studio Santonocio, Gabriella Russo dell’Adriatica Consulting, Margherita Di Marco presidente dell’Associazione Compagnia dei Merli Bianchi, Valeriana Mariani Presidente di Donna Impresa e Silvana Verdecchia presidente Coldiretti Teramo. L’evento è stato impreziosito da una performance teatrale della Compagnia Dei Merli Bianchi. “Il Premio Impresa Rosa d’Ambruzzo - precisa la Ferretti - è stato patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Comune di Giulianova, Confindustria Teramo, Università degli Studi di Teramo, Comitato per le Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Teramo e sostenuto da numerosi sponsor che ringrazio".
MEDIA KEY: DA 30 ANNI AL SERVIZIO DI CHI COMUNICA Il parterre degli eventi di Media Key è composto da direttori marketing delle più importanti aziende, operatori della comunicazione, professionisti del settore, direttori creativi di agenzie di advertising, direttori di testate, giornalisti di autorevoli mensili e quotidiani nazionali, docenti universitari e personaggi famosi dello spettacolo, dello sport e della politica. Chi sponsorizza gli eventi può disporre di una visibilità a 360 gradi grazie alla diffusione di 10.500 copie mensili di Media Key e 9.500 di Tv Key agli operatori e ai decision maker delle aziende presenti alla serata di gala, ai 30.000 contatti al mese del nostro sito web e ai 10.000 nominativi della selezionata mailing list cui viene inviata la newsletter: un vero strumento di promozione aziendale e di consolidamento dello status.
OMEGA:MODEL
"La nostra azienda offre molteplici servizi al mercato attuale, nelle più disparate forme, dalla progettazione 3D fino al realizzo completo del modello fisico su resina, copriamo ogni singola fase, nello specifico: consulenza per realizzazione di prototipi e modelli; studio per dimensionamento in base ai passaggi del materiale di stampaggio; realizzazione di prototipi con possibilità di piazzare direttamente la forma per avere l’effetto suola montata; ideazione di disegni in 2D per l’immagine della suola sia su laterale che su battistrada; realizzazione di modelli finiti; programmazione CAD/CAM per realizzazioni della parte meccanica dello stampo, e molto altro ancora. Diciamo che è nata principalmente per la produzione di modelli da utilizzare nella costruzione di stampi per fondi di calzatura, ma pian piano ha anche allargato i confini in molteplici settori, collaborando anche con la realizzazione di programmazione CAD con aziende del settore alimentare, dentale, meccanico."
IULM Milano Media Key press&outdoor Valeriana Mariani premia: Volkswagen Group Italia nuova Audi Q3. L'evento è stato presentato dagli straordinari Petra Loreggian e Germano Lanzoni
... E PLANARE, TRASPORTATI DAL VENTO DELLE IMMAGINI ...
N.L.P. & Marketing Management Consultant www.lucaesposito.com
LUCA: ESPOSITO
La pubblicità ha costruito intorno a noi un nuovo paesaggio: cartelloni e insegne al neon, stampati, televisione, eccetera. Cosicchè quasi tutto l'ambiente che ci circonda sembra un paesaggio creato almeno in parte per vedere di più. E' proprio questo paesaggio commerciale che attrae la nostra curiosità, che ci rapisce. Nella città dei grandi magazzini e delle grandi reti industriali, dei grandi palazzi e dei grandi monumenti, la percezione visiva subisce una fortissima fascinazione ... è come arrivare in un luogo in cui il linguaggio non ha rapporto con i designati, ma solamente con gli "espressi", e cioè con il senso.
Luca Esposito un talento nella formazione una scoperta nella fotografia, come nasce la tua professione di fotografo? Nasce dall’esigenza di trasformare un insieme magico di sensazioni, atteggiamenti, atmosfere che si creano attorno al comportamento umano in un icona istantanea che potrà rimanere per sempre. Citi il comportamento umano per i tuoi trascorsi di docente e trainer nel settore della comunicazione professionale ovviamente? Diciamo pure che non si può prescindere da quelle esperienze che con le conoscenze sono oggi il mio attuale bagaglio di competenza sia nel lavoro che nella vita privata. D'altronde come sappiamo bene il comportamento è comunicazione. Complimenti, come sei riuscito in cosi breve tempo a ritagliarti uno spazio considerevole nel settore della fotografia che come sappiamo tutti soffre di “distorsioni” di mercato oramai da
moltissimo tempo? Se fai riferimento alla crisi generalizzata presente un po’ in ogni settore posso risponderti con estrema tranquillità che grazie allo sviluppo tecnologico mondiale anche in questo momento si è propagato quanto mai a dismisura grazie ad un informazione globale le persone hanno maggiori possibilità di scelta e i professionisti hanno sicuramente ottime opportunità di far conoscere il proprio lavoro. Nel mio campo tutto questo ha sicuramente evidenziato un considerevole aumento di persone che scattano fotografie, basterà andare in giro per la città per vedere ultimissime reflex “portate a spasso” lungo il corso o nei centri commerciali, sicuramente ha condizionato la produzione industriale orami totalmente immersa in continui ricicli di marketing per sfornare prodotti a volte veramente inutili, ha stimolato l’uscita di nuovi magazine specialistici e l’orami inevitabile esplosione di gruppi sempre più seguiti nei vari blog e social network. Appunto, i social? Tu da esperto di comunicazione hai trovato più vantaggi o svantaggi nell’utilizzo dei social network? So che sei molto attivo su Facebook con la tua pagina molto seguita. Facebook è davvero incredibile! Ti permette di sviluppare un idea in un tempo che prima era utopia solo pensarci. Collaborazioni dall’estero in tempo reale, servizi dislocati qui e la per il paese, feedback immediato sul comportamento insomma direi una vera nuova realtà a disposizione ed utilizzo di tutti. Se solo penso a quanti anni spesi in indagini di mercato, test di gradimento, ora se vuoi puoi avere consenso o no con un click! Fantastico! Ricordo la prima volta che, leggendo Theodore Levitt in Marketing Myopia, rimanevo sconvolto come si potesse a volte essere cosi ciechi di fronte a cambiamenti come quelli odierni; il mondo è cambiato e bisogna cambiare con lui o ci sarà un inevitabile estinzione delle imprese e delle professioni. Pensare oggi, di aprire uno studio o un negozio o una qualsivoglia attività aspettando dietro al bancone l’arrivo della clientela è praticamente un comportamento anacronistico e destinato al fallimento. Per renderti una mia esperienza personale ti posso dire che attualmente i dati statistici della mia pagina aperta solo a giugno del 2012 sono davvero impressionanti e tutto questo anche grazie anche alla mia attuale stretta collaborazione attiva con il marchio Matrix che rappresenta in Italia una realtà di primordine nel settore del Hair Style. In una frase: Matrix: imagine al you can be! Ci vuoi parlare dell’avventura intrapresa anch’essa da pochissimo tempo con l’importante marca? Direi con estremo piacere, vista la splendida collaborazione che abbiamo instaurato con tutto il management. Il mio rapporto con loro è di una collaborazione ufficiale per il Centro Italia che mi ha visto alla fotografia ufficiale e di scena dell’evento nazionale tenutosi a Riccione per il lancio del rivoluzionario Colorinsider con un feedback sulle immagini pazzesco: più di quattro milioni di visualizzazioni da tutto il mondo con pubblicazioni online dalla Russia, UK, US, Canada, Ukraina, Bulgaria, Australia. Un vero orgoglio per me che paesi di tutto il mondo abbiano apprezzato l’ottimo lavoro svolto dal gruppo italiano e che le mie foto si ritrovino in giro per il mondo. Cito con piacere le parole del Direttore Generale di Matrix Italia Luca Nava rilasciate alla nostra redazione: “E' un piacere collaborare con Luca sia dal punto di vista professionale sia dal punto di vista umano, un serio professionista, un abile fotografo ed una persona sempre affidabile". Grandi collaborazioni quindi? Si, sono davvero fortunato di collaborare con professionisti di gran fama nazionale ed internazionale e spero di continuare in questa direzione potendo contare su illustri nomi del calibro di Lino Sorrentino , Giancarlo Baldstein di Roma un vero punto di riferimento della Capitale, con Officina Dello Stile di Torino con il suo Art Director Marco Todaro che rappresentano il massimo per quanto riguarda professionalità ed estro Italia e all’estero nel mondo del hair style, le attuali collaborazioni con stilisti Italiani come il grande Franco Ciambella, il marchio Nikon che oramai mi accompagna da moltissimi anni, la bellissima, bravissima e lasciatemelo dire simpaticissima attrice americana Demetra Hampton che seguo in teatro in questi
giorni e soprattutto con prestigiosi magazine come il tuo ... Wow! Ma sbaglio o stai dando delle anticipazioni su una possibile futura nuova collaborazione? Perché no? Mai porsi limiti di collaborazione, il magazine è bello con ottimi contenuti ed una splendida linea editoriale, quindi tutto è possibile si vedrà. Luca ti ringrazio del tempo dedicatoci, saremo sicuramente curiosi a questo punto di cosa avverrà in futuro e siamo sicuri di avere prossimamente tue notizie ma chiudiamo con una frase: Donna Impresa? Per me, ogni donna è un impresa, sia che svolga una professione sia che gestisca una casa e una famiglia: ogni donna è più di una cosa contemporaneamente da sempre e tutte insieme rendono questa nostra società più ricca e piacevole.
Brunch-ography e' un termine coniato da Luca Esposito che unisce in se due parole Brunch &Photography. È proprio questa l'idea che ha avuto Luca nell'aprire questo 2013, un incontro formativo gratuito aperto a tutti gli appassionati di fotografia, moda e affini. Un intervento di un ora dove Luca e molti amici professionisti saranno i protagonisti di questo passaggio di know-how professionale. Aneddoti, risposte, tecnica, conduzione, consigli, attrezzature, saranno gli oggetti calendarizzati degli interventi con un occhio pure alla parte fiscale e legale che accompagna questa professione.
GIOVANNI: DI DIO Photographer _ www.giovannididio.com
Giovanni Di Dio classe '78 nasce a Benevento “per gradito sbaglio” da una coppia di giovanissimi fidanzatini Beneventani ,trasferitasi poi la famiglia a Milano,vive lì fino all’età di 9 anni. Famiglia di calciatori come il fratello Palmiro Di Dio “ex difensore di serie A ed attualmente militante in Svizzera”,il padre Alfredo, lo zio Mario ed il nonno Giovanni, tutti avrebbero voluto che questo artista incompreso muovesse i primi passi nel mondo del pallone, la cosa non avvenne e dopo il canto, il pianoforte, la passione nello scirvere testi e poesie, la cultura Hip-Hop con il suo primo gruppo “LA TRAPPOLA”,poi la “MADE IN SANN-YO”, il suo spirito artistico approda definitivamente nel mondo fotografico! La fotografia è sempre stata una sua passione, mai concretizzata in lavoro fino all'età di 24 anni in cui vivendo in un periodo negativo dovuto anche alla separazione dei suoi genitori, troverà nella fotografia la sua grande valvola di sfogo, inizia a lavorare come fotografo in Disco, dapprima nella sua cittadina natale Benevento, “tra l'altro è stato uno dei primi a Benevento a creare una vera e propria moda della fotografia nei locali”; successivamente girando i migliori locali d'italia, senza tralasciare le isole...e di recente anche una tappa in una discoteca londinese! Malgrado le serate in disco che lo aiutavano non solo ad accrescere la sua notorietà, ma soprattutto a racimolare danaro da investire in attrezzatura fotografica, non ha mai smesso di studiare e sperimentare nuove tecniche fotografiche, così tra book a modelle, sfilate di moda, concorsi di bellezza, presiedendo diverse volte anche in giuria, ha sviluppato le sue doti artistiche, trasformando questa grande passione in un lavoro! Specializzato in foto di moda, ideatore dello "Shooting vip day", ha realizzato book fotografici per volti noti del mondo dello spettacolo, diversi dei suoi scatti sono stati pubblicati su riviste d'interesse nazionale, ha lavorato con Miss Cinema e la Nazionale italiana attori ed attrici, Miss Mondo Italia Abruzzo e Miss Ausonia; Ha presieduto anche in giuria per nominare la più bella del sud Italia, fianco a fianco con uno dei più grandi registi napoletani, l’indimenticabile Ninì Grassia. Da un recente sondaggio è risultato il piu' votato su 64 fotografi internazionali di moda. Attualmente continua nel suo cammino artistico cercando di offrire scatti sempre più originali ed è molto richiesto anche per matrimoni e cerimonie in genere, appassionato di fotografia sin da piccolo oggi è riuscito ad affermarsi come valido artista-professionista.
Factory Agenzia _ M. 347 7853738 _ giacobs@gmail.com
Tutti i fotografi sono forse un po' voyeristi, perchè amano l'immagine, specialmente quando devono inseguirla a lunga prima di poterla catturare. Anche in questo aspetto la fotografia cela un significato più profondo: la segreta speranza di catturare la realtà, ovvero arrestarla in uno scatto rendendola eterna.
TONY: PH http://facebook.com/Tony.Photographer.CT
Entusiasmo, emozioni, iniziativa e dinamismo mi hanno da sempre spinto ad andare avanti nel lavoro così come nelle mie passioni, una in particolare la fotografia che cresce giorno dopo giorno grazie anche ai social network come facebook. Lì ho creato il mio profilo con il nome d’arte Tony Ph dove pubblico i miei scatti, ed inoltre anche una pagina FS@Photoservice (Fotoamatori Siciliani) con tutti i servizi realizzati alle fotomodelle. Quello che cerco di fare è pormi degli obiettivi da raggiungere e una volta realizzati, vado alla ricerca di un qualcosa che mi consenta di crescere
N.L.P. & Marketing Management Consultant www.lucaesposito.com
GIACOMO: PROPERZI
Giacomo Properzi nasce a Porto San Giorgio nelle Marche ed inizia la sua carriera professionale a Roma nell’ambito cinematografico, televisivo e pubblicitario. Come aiuto regista di affermati professionisti quali Gabriele Muccino, Antonello Grimaldi, Gianluca Tavarelli, Michele Placido collabora alla realizzazione di pellicole importanti come “Liberi”, “Distretto di polizia”, “Il grande sogno” e molte altre, affiancando sempre il lavoro di coordinazione dei grandi maestri con il lavoro sui nuovi linguaggi dei nuovi registi emergenti. Contemporaneamente porta avanti la sua antica passione artistica, infatti con l’incontro nel 2006 con il curatore/artista Raffaele Bedarida, inaugura l’apertura, a Roma nel meraviglioso scenario del quartiere di Trastevere, di una galleria d’arte DAVAR dove vengono proposti e incoraggiati i nuovi linguaggi di artisti italiani e internazionali. Da qui il passaggio verso l’ambito artistico nel settore della moda e pubblicitario è breve e li riprende il discorso fotografico che affianca alla sperimentazione video. Dall’incontro con la stilista/artista Caterina Micheli nasce l’idea di realizzare Factory una ampia società che appunto si occupi di realizzazione di pubblicità, moda, night life, campi che consentono un libera sperimentazione dei vari linguaggi dalla fotografia al video passando anche per grafica e pittura. In collaborazione con molti locali e discoteche viene portato avanti anche un discorso di scenografia multimediale e mapping video per rendere sempre più spettacolari gli eventi proposti dalle varie organizzazioni di eventi. Dal 2010 Factory lavora nel centro Italia in collaborazione con le più importanti aziende di moda in generale soprattutto nel prolifico territorio marchigiano ma senza escludere altri settori come quello gastronomico e del turismo.
GIACOMO: PROPERZI PAOLO: LO RUSSO Nato nel 1971 a Bari, sin dall'infanzia mostra un temperamento artistico ed una sensibilità a 360°. Appassionato di disegno, ballo e canto, nel 1989 si diploma al Liceo Artistico Statale di Bari. Nel 1990 si avvicina alla fotografia in maniera professionale e comincia a frequentare i corsi della scuola dei F.lli Antonelli a Bari. I suoi studi si proiettano in una continua ricerca della realtà attraverso immagini che trasmettano forti emozioni e mostrino l'anima di chi guida l'obbiettivo, rendendo dinamico ciò che è immobile ed esaltando la personalità vera dei soggetti ritratti. Il suo percorso visivo e la sua capacità di catturare momenti e attimi di vita colpisce al cuore lasciando tracce di storia, di espressione e di umanità. In ogni singolo scatto i dettagli sono curati tanto da diventare pura essenza della foto stessa; le luci e le sfumature, poi, fanno di queste foto un gioiello d'arte. Paolo Lorusso arriva con la sua arte a parlare senza usare parole, a far sorridere, emozionare e riflettere allo stesso tempo. Free-lance di natura, oggi è apprezzato e stimato collaboratore esterno di diversi studi fotografici in Puglia, agenzie e riviste di moda internazionali, enti pubblici e privati. Ha partecipato a molteplici concorsi fotografici nazionali e internazionali ottenendo ottimi riscontri sulle sue ricerche; ha esposto in diverse collettive a livello nazionale con l'Associazione Fotografica Rocco Verroca di Casamassima (Ba). Ha partecipato a molteplici concorsi fotografici nazionali e internazionali ottenendo ottimi riscontri sulle sue ricerche; ha esposto in diverse collettive a livello nazionale con l'Associazione Fotografica Rocco Verroca di Casamassima (Ba). Numerose le esperienze consumate sul territorio, tutte egualmente meritevoli di plauso fino a che, nel 2005 fonda, con Francesco Simone e Luciana Zollo, l'Associazione Radica Onlus, finalizzata allo sviluppo sullo studio visivo di Territorio-Uomo-Ambiente. Nello stesso anno, nella Sala Murat di Bari, organizza, allestisce (con l'aiuto dell'Architetto Laia Gagliani di Milano) e cura artisticamente la collettiva “La Società dei Vizi”. La mostra, sostenuta dal comune di Bari nella persona dell'allora assessore alla cultura Dott. La Forgia, prende in esame l'uomo ed il territorio in un confronto immediato ed emotivo di risorse ed aspetti, partendo da una dimensione dimensione mondiale e nazionale per arrivare alla realtà regionale pugliese. Nel 2008/2009, l'importante collaborazione con Edizioni Condé Nast per il reportage fotografico dell'evento fieristico Ia Sposa nelle edizioni di Milano e Roma; le foto dei suoi reportage sono apparse sulle maggiori testate di settore quali Vogue Sposa e Sposabella. Nel 2010 apre il suo Atelier nel centro di Bari (via Dante 33) dove espone i suoi lavori e riceve i suoi clienti. Ancora oggi continua la sua ossessiva ricerca della realtà attraverso forti emozioni, attraverso lo studio sull'uomo e le cose nel mondo, nel suo mondo. Ancora oggi la sua voglia artistica gira a 360° senza soste. Le sue foto sono ormai ricercate da diverse testate giornalistiche nazionali ed internazionali e distribuite in collezioni private in tutto il mondo.
Valeriana e Luisa Ferretti
COMING SOON
Via G.Agnelli 36/38 _ Fermo (Italy) _ T. 0734.440249 _ info.omegamodel@gmail.com
GRAN GALA' DELLA MODA - MALTA L’Organizzazione Internazionale Commercio Estero - OICE, istituzione del Dipartimento per l’Internazionalizzazione delle aziende dell’Istituto Diplomatico Internazionale, organizza, partendo da Malta, il primo Gran Galà della Moda Italiana nel Mondo. L'evento ha la capacità di portare alla ribalta il designer, fornendo i contatti giusti, farli sedere accanto ai grandi nomi. È a quel punto che il testimone della cura degli stilisti più promettenti passa a un sistema in grado di accoglierli; un sistema fatto di istituzioni, investitori, aziende e imprenditori che affiancano alla visibilità un aiuto tangibile nella produzione per chi abbia il sogno di proseguire con il proprio marchio e non solo di finire in qualche ufficio stile, anche se di prestigio. I contest sono indispensabili, soprattutto in un ambiente come quello odierno, in cui la mole di creativi che esce dalle scuole è immensa, ecco perchè O.I.C.E. ha messo in atto i suoi specifici strumenti promozionali come gli show room permanenti della rete “Italia For World” e i “temporay store” che potranno essere utilizzati anche come futura piattaforma distributiva delle merci per essere vendute direttamente a grossisti ed importatori dell’area interessata. In un mercato affogato dalle “figure professionali”, il Day Italian’s Talent si distingue per la capacità di porre l’accento su un singolo designer. Si parla molto di trampolini di lancio: ma in realtà sono rari gli eventi che riescono davvero a fare la differenza. Quello che fa Mauro Broda, Presidente dell'Istituto e Patron del prestigiosissimo evento è tutt’altro che evanescente: lui è stato il primo ad aver investito tempo, fatica ed energie in un progetto di scouting delle nuove maestranze europee le cui parole d’ordine sembrano essere visibilità, contatti, network: "A Malta sfila un festival della creatività che non cerca di definire delle figure professionali - ci dice Mauro - bensì di promuoverle nell’importante “bacino del Mediterraneo” che comprende Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Questa è contemporaneamente l’occasione per i buyer provenienti dall’omonimo scacchiere economico di poter apprezzare i nostri prodotti ... Le leggi del mercato hanno privato la moda del sogno che l’ha resa grande, noi cerchiamo di ritrovarle". L’evento sarà interamente video-ripreso e trasmesso in diretta Live attraverso la speciale tecnologia SkylineWebcams, visibile in tutto il mondo dal sito www.SkylineWebcams.com. Info: Segreteria Organizzativa O.I.C.E _ infoidi@tiscali.it _ Tel.3774811001 _ www.idi-international.org
DAY ITALIAN’S TALENT A MALTA
IL PREMIO IMPRESA ROSA D’ABRUZZO va a nove imprenditrici la cui attività si è distinta in ambito regionale. Successo di pubblico per la prima edizione della manifestazione ideata da Luisa Ferretti della L&L Comunicazione che ha portato venerdì 16 novembre in sala Kursaal le imprenditrici d’Abruzzo che hanno fatto della propria azienda un’eccellenza del territorio. Le premiate: Giachetti e Branella, Soydan Munire, Stefania Pepe, Maria Iannetti e Angela D Eusanio, Eugenia Maria Mancini, Valentina Muzii, Sara Di Silvestre, Valeria Di Felice, Nadia Moscardi. Presenti nel tavolo dei relatori: Paolo Gatti, Assessore del lavoro della Regione Abruzzo; Francesco Mastromauro, sindaco di Giulianova, Antonella Ballone per Confindustria Teramo, Giuseppina Bizzarri docente di diritto del lavoro, Oriana Broccolini psicologa, Ady Melles cuoca e scrittrice, Fabio Capolla giornalista de Il Tempo, Monia Pecorale segretaria CGIL Teramo, Alessia De Paulis, delegata Pari opportunità ANCI,
Gabriella Russo Adriatica Consulting e Pietro Rosica, Presidente Pmi Confindustria di Chieti. In giuria: Guido Campana assessore alle politiche del lavoro di Teramo, i giornalisti Walter De Berardinis e Alessandra Angelucci, Manuel De Nicola docente di economia aziendale per l' Università degli Studi di Teramo, Massimiliano Santonocito dello Studio Santonocio, Gabriella Russo dell’Adriatica Consulting, Margherita Di Marco presidente dell’Associazione Compagnia dei Merli Bianchi, Valeriana Mariani Presidente di Donna Impresa e Silvana Verdecchia presidente Coldiretti Teramo. L’evento è stato impreziosito da una performance teatrale della Compagnia Dei Merli Bianchi. “Il Premio Impresa Rosa d’Ambruzzo - precisa la Ferretti - è stato patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Comune di Giulianova, Confindustria Teramo, Università degli Studi di Teramo, Comitato per le Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Teramo e sostenuto da numerosi sponsor che ringrazio".
MEDIA KEY: DA 30 ANNI AL SERVIZIO DI CHI COMUNICA Il parterre degli eventi di Media Key è composto da direttori marketing delle più importanti aziende, operatori della comunicazione, professionisti del settore, direttori creativi di agenzie di advertising, direttori di testate, giornalisti di autorevoli mensili e quotidiani nazionali, docenti universitari e personaggi famosi dello spettacolo, dello sport e della politica. Chi sponsorizza gli eventi può disporre di una visibilità a 360 gradi grazie alla diffusione di 10.500 copie mensili di Media Key e 9.500 di Tv Key agli operatori e ai decision maker delle aziende presenti alla serata di gala, ai 30.000 contatti al mese del nostro sito web e ai 10.000 nominativi della selezionata mailing list cui viene inviata la newsletter: un vero strumento di promozione aziendale e di consolidamento dello status.
OMEGA:MODEL
"La nostra azienda offre molteplici servizi al mercato attuale, nelle più disparate forme, dalla progettazione 3D fino al realizzo completo del modello fisico su resina, copriamo ogni singola fase, nello specifico: consulenza per realizzazione di prototipi e modelli; studio per dimensionamento in base ai passaggi del materiale di stampaggio; realizzazione di prototipi con possibilità di piazzare direttamente la forma per avere l’effetto suola montata; ideazione di disegni in 2D per l’immagine della suola sia su laterale che su battistrada; realizzazione di modelli finiti; programmazione CAD/CAM per realizzazioni della parte meccanica dello stampo, e molto altro ancora. Diciamo che è nata principalmente per la produzione di modelli da utilizzare nella costruzione di stampi per fondi di calzatura, ma pian piano ha anche allargato i confini in molteplici settori, collaborando anche con la realizzazione di programmazione CAD con aziende del settore alimentare, dentale, meccanico."
IULM Milano Media Key press&outdoor Valeriana Mariani premia: Volkswagen Group Italia nuova Audi Q3. L'evento è stato presentato dagli straordinari Petra Loreggian e Germano Lanzoni
Amministratore WorldService LaComunicazionePensata_PresidenteNazionale DonnaImpresa Artigianato Commercio&Industria_PresidenteInternationalAssociationWomen EntrepreneursandBusinessLeaders Employment Social Affaire&Equal Opportunities_ EditoreDonnaImpresaMagazine nella foto: Valeriana indossa un abito della stilista siciliana Graziella Bonaccorso
La terapia chiamata "Doll Therapy" o “Empathy Doll” consiste nel ricorso all'oggetto bambola che riveste gradualmente un significato simbolico in grado di aiutare a migliorare il benessere delle persone con problematiche che compaiono generalmente in età avanzata. Le bambole terapeutiche originali, denominate Joyk, possiedono caratteristiche particolari che potrebbero non farle apparire come le bambole più belle in vendita, ma che le rendono maggiormente in grado di suscitare emozioni e che per questo vengono definite anche “bambole empatiche”.
la Verità è al di là delle opposizioni duali
my name is Joyk ... ?
speciale nonsolobambole
VALERIANA: MARIANI
Molti studiosi si sono sforzati di spiegare l'ultimo misterioso haiku del poeta Junichiro Kawasaki: "Senza rimpianti è la mela, non sa di non essere pesca". Fu scritto la mattina del 3 novembre 1996, poco prima che il vecchio poeta e sua moglie assumessero la dose di arsenico che li avrebbe uccisi. Kawasaki parlava di sé, parlava di loro, parlava di noi con la voce di chi guarda la vita dal margine. La parabola mi è tornata alla mente leggendo di Bronnie Ware, l'infermiera australiana trapiantata a Londra che ha raccolto i rimpianti dei malati terminali che ha assistito e li ha pubblicati in un libro di successo: The top five regrets of the dying. "I cinque rimpianti di chi sta per morire" sono non avere vissuto secondo le proprie inclinazioni, ma secondo le aspettative degli altri (1).
immaginarle. Il nodo da cui erompe la nostra idea di felicità si annida qui. Oggi, è doloroso il peso delle strade non imboccate, delle scelte non fatte, delle vite che non abbiamo vissuto perché il Novecento è fondato sulla vastità della scelta. È questa la sua invenzione più immensa. Ogni uomo è libero di diventare quello che è davvero. E allora perché gli scaffali delle nostre vite non sono stipati come quelli del supermarket? La teoria del Multiverso - gli infiniti universi paralleli della meccanica quantistica - è la traduzione scientifica di questa molteplicità culturale ed economica. Per millenni, poi, si avevano poche esistenze-modello, oggi ognuno è sottoposto a un bombardamento di vite possibili. Di eroi e vite imitabili. Avere un'unica vita appare una limitazione; Io sono l'armonia di una vita e la sua eleganza che risiedono, invece, nell'adesione perfetta a se stessi, nell'accettare quell'irripetibile agglomerato carico di memoria e confinato nello spazio e nel tempo in cui consiste la nostra identità. In fondo, è la storia narrata da Martin Buber di rabbi Sussja che in punto di morte, esclamò: "Dio non mi chiederà perché non sono stato Mosè, ma perché non sono stato Sussja". O potremmo dire, con altre parole: il cammino verso se stessi. Quel cammino nel quale, riconoscendo lo splendore vitale del proprio dimorare nel mondo, in quell'istante totale del qui e ora, si realizza l'estrinsecazione dell'occasionale come necessario, del relativo come assoluto, la potente e vibrante verità del finito abitato da infinita bellezza, l'umile cosa che rivela il suo amore originario. La goccia del rubinetto, il passo per strada, una parola distratta, un rumore nell'aria ... Il resto è solo Avere lavorato troppo (2), non avere avuto il infinita distanza tra alto e basso, dualismo. coraggio di esprimere i propri sentimenti alle Devozionismo terrorizzato o disperazione persone care (3); avere perso di vista gli amici nichilista. La gioia è originaria. La propria (4); non essersi permessi di essere felici (5). È identità è irripetibile. Non esistono due persone una la lista che sulle prime può avere effetti identiche, anche se i gemelli omozigoti devastanti perché ti costringe a guardare la tua possono in larga misura essere considerati esistenza da fuori, tutta d’un fiato, e a trarre un come dei soggetti uguali, quasi dei cloni l'uno resoconto in corsa, probabilmente catastrofico. dell'altro. La consapevolezza di possedere La tentazione è precipitarsi a dare le dimissioni un'identità chiara è un elemento di grande o abbandonare figli e marito per coronare il importanza, ma altrettanto importante, se non sogno, mai inseguito davvero, di diventare di più, è il sentire che la propria identità è forte, altro. La verità è che i rimpianti sono sempre sana, accettabile, buona e di valore. Ognuno originati dalla vita e mai viceversa. Sono la di noi, per potere vivere bene, deve avere metà mancante di quello che siamo. Se stima della propria identità. A volte abbiamo l'indagine fosse fatta tra ergastolani, tossici e bisogno di alcune conferme dall'esterno, da rockstar maledette in punto di morte si parte di persone o di oggetti atti a comunicarci otterrebbero risposte antitetiche: non avere che siamo a posto e che andiamo bene. dato retta ai consigli, avere lavorato poco, Attenzione però che questo bisogno non sfoci avere sovrastimato sentimenti, amici e felicità. nel cosiddetto "narcisismo", ovvero nella Ma la storia personale di ognuno si incrocia tendenza ad affidare il nostro valore a oggetti sempre alla storia profonda degli uomini. Un la cui scelta dipende soprattutto da fattori contadino marchigiano del 1700, un gladiatore socio-culturali. La nostra storia non deve romano, una cortigiana assira difficilmente si essere dunque la storia della mela d'autunno sarebbero dispiaciuti di non avere avuto la vita di Junichiro Kawasaki che cade senza che volevano. Una Storia universale dei rimpianti perché il desiderio di un'esistenza da rimpianti racconterebbe, forse, che in punto di pesca non l'ha mai neppure sfiorata. Il vivere lo morte gli antichi provavano rimorsi più pratici, stupore continuo di scoprire tutti i frutti che legati a episodi specifici, per comportamenti sono racchiusi in noi e il desiderio di viverli, lo sbagliati o occasioni perdute. Non sono. Questo, e solo questo. rimpiangevano altre vite per la semplice "Dedicato a tutti quelli che vivono un'esistenza ragione che non potevano neppure da mele perché non sanno di essere pesche".
www.donnaimpresa.com
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MANGA NI VALERIA
di Maria Pia Della Valle
Vice presidente di Alta Roma
Quella delle donne non è mai stata una vita facile, fin dalla notte dei tempi la donna ha dovuto affrontare innumerevoli sfide e una competizione ad armi impari con l’uomo. Se per la Bibbia la donna fu la tentatrice dell’uomo, colei che lo spinse al peccato,per tutto il corso della storia antica la donna è stata relegata a vita domestica senza possibilità di crescita e di acculturarsi. Per il Medio Evo, addirittura, le donne, alcune donne, colpevoli solo di essere capaci in medicamenti omeopatici, furono additate di stregoneria e di essere amanti di Satana. La storia di genere ci ha insegnato tanto, molte sono le pagine “nere” nella storiografia in “rosa”, le donne, però, hanno avuto sempre spalle forti e passo dopo passo hanno conquistato con fatica e sudore rispetto, diritti e pari dignità rispetto al “sesso forte”. Esser donna è una sensazione particolare, non è ovvietà sostenere che una donna, con la sua sensibilità, il suo senso artistico, il suo istinto possa fare delle cose speciali. Non è semplice esser donna, tantomeno è facile essere una donna di successo, riuscire ad emergere e a far sentire la propria voce. Questo articolo vuole essere un tributo alla donna, al suo saper essere vincente, in un mondo costruito dalla mano maschile. Un plauso alle donne, quelle capaci, quelle caparbie, quelle che da sole hanno costruito qualcosa di unico, quelle che fanno bene il proprio mestiere, che tutti i giorni si svegliano e prima di essere manager, docenti o donne in carriera sono mamme, mogli affettuose e che tutte le sere tornando a casa chiudono la porta e riabbracciano i loro cari. Queste pagine celebrano alcune delle donne straordinarie che contribuiscono ogni giorno a scrivere la storia di genere, impugnando una penna dall’inchiostro rosa. Parlando di queste figure femminili di ampio successo e spicco non si può non citare una donna sicuramente di successo che fa dell’eleganza, della cultura e della ricerca del bello il suo impegno quotidiano: Valeria Mangani. Vice presidente di Alta Roma, Consigliera per le Relazioni Esterne del Sindaco di Roma, Docente di tecnologia dei tessuti alla Sapienza, non ha dimenticato le donne, dal 2006, infatti, è Presidente dell’Associazione “Universo Femminile” che promuove l’immagine femminile. Valeria, lei è ciò che istintivamente chiunque definisce una donna di successo, affermata. Quanto è difficile affermarsi essendo donna? Com’è riuscita in questa “impresa”? Donna e successo sono un binomio delicato e per taluni aspetti addirittura controverso, spesso sinonimo di comportamento “combattivo” , necessario per mantenere sempre la padronanza di sé in contrasto ottico e fisico con lo schema sociale classico che propone la donna dolce, fragile, gentile e remissiva, bisognosa del consiglio e del supporto maieutico dell'uomo pigmalione...(il mio 50% e' così). L’esigenza di sostenere la competizione maschile sul posto di
lavoro e di doversi dimostrare all’altezza del proprio ruolo, sottopone la donna ad uno stress intenso e continuativo,spesso difficile da tollerare, che pone in essere una severa selezione naturale che si realizza attraverso una serie di meccanismi fisiologico-adattativi che la rendono più adatta alla situazione (pensate a me in Campidoglio per esempio ...). A tal proposito mi torna in mente un calzante aforisma di Sir Charles Darwin che sosteneva che in natura SOPPRAVIVE IL PIU' ADATTO (The survival of the fittest). La donna di successo è una donna che esce dagli schemi e dalle briglie sociali e ridisegna il suo corredo genetico adattandosi all'ambiente che la circonda e a sua volta
probabilmente migliorandolo. Come una gazzella che nella savana fugge alla caccia ostinata del leone che la insegue, così la donna di successo diviene tale perchè riesce a sopravvivere all'ambiente ostile, attingendo ad energie inattese ed inesplorate sino a poco prima, esempio calzante per me che sono nata in Sud Africa. La donna di successo si è talmente adattata all'ambiente ostile al punto di guadagnarsi sul campo le mostrine del comando, a costo di innalzare i suoi ormoni dello stress, convivendo con cortisolo e prolattina alle stelle, adattandosi al fatto che mentre si scappa dall'aggressore non ci si ferma certo per strada a ristorarsi e rilassarsi o tanto meno a riprodursi o dissertar di cinema o filosofia ...Tutto cio' la rende rigida, fin troppo austera. Anche l’abbigliamento ne risente: le sue scelte di stile sono dettate dalla volontà di non mostrare a colleghi e superiori la sua femminilità, per non essere predata. Tutto cio' in natura si definisce mimetismo criptico difensivo e consiste per l'appunto nel nascondersi da un predatore confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale. La donna di successo è fiera del suo carattere, che le ha consentito di diventare quello che e'! La donna di successo non è preda del leone anzi all'occorrenza diviene predatore lei stessa a sua volta. Un quinquennio di attivita' come responsabile delle relazioni esterne dell'attuale Sindaco di Roma Capitale, di Vice Presidente di Alta Roma, di CEO di varie compagnie, mi hanno posto a contatto e confronto con personaggi di ogni genere, politici, capi di stato, Presidenti di multinazionali, premi Nobel, attori, cantanti, stilisti, Maestri, etc. da loro ho appreso le mille sfaccettature della diplomazia e delle relazioni sociali, internazionali, amministrative e produttive. Tutto ciò ha fertilizzato il mio humus culturale di schietta provenienza artistica, innestandovi il seme della amministrazione chiara, trasparente e fortemente positiva. Lei può essere considerata, con un gioco di parole, una donna che ama le donne, che non le dimentica. Infatti, nonostante i suoi numerosi impegni, si dedica molto all’Associazione “Universo Femminile” che lei stessa ha fondato. Quali sono gli obiettivi principali di questo progetto? L'associazione si prefigge di Organizzare di eventi benefici volti a promuovere le tante sfaccettature del sociale aventi il mondo femminile come protagonista. "Consapevolizzare da Donna" e' la parola d'ordine, volta ad esaltare una femminilità attiva e moderna. Consulenza per eventi culturali nazionali ed internazionali dedicati all’universo femminile.Realizzare pubblicazioni e conferenze. Organizzare eventi umanitari. Partecipare attiva alle campagne volte alla tutela dell’immagine e della salute della donna. L’icona dell’Associazione è quella di uno specchio, che ricorda una delle peculiarità classiche del mondo femminile: La vanità. Lei, che è autrice di
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commerciali ed indistriali, resta tagliato fuori. Sono sempre più numerose le aziende (importanti o meno conosciute) che hanno sintonizzato le loro antenne, orientando la produzione in base a questa nuova consapevolezza, puntando sia sulla ricerca di materiali a basso impatto, riciclati o riciclabili, che rappresentano un passo importante verso la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, sia sul sostegno a popolazioni disagiate, dando lavoro a chi, altrimenti, non potrebbe garantire un presente e un futuro dignitosi alla propria famiglia. Ho promulgato pionieristicamente da anni questo aspetto sociale e produttivo della moda. Dai jeans in cotone bio all’abito nuziale realizzato da artigiani Nepalesi, passando per scarpe di carta riciclata, capi in fibra di latte e t-shirt griffate che garantiscono una adeguata remunerazione ai coltivatori indiani, il futuro è adesso: perché aspettare? La moda come strumento di miglioramento della qualita' di vita non e' un'ipotesi, ma solida realta'! Alta Roma si pone da sempre come promotrice di giovani talenti con il concorso “Who’s on Next” ed altre numerose iniziative. Quanto è importante, nel panorama attuale, puntare sui nuovi nomi oltre che a quelli altisonanti? l mondo uscira' dalla gravissima crisi economicofinanziaria scoppiata nel 2008, ma la geografia economica risulta profondamente sovvertita. L'economia mondiale riprendera' gradualmente solo se sapremo fare appello ai nostri talenti vocazionali più antichi ed autentici..In un mondo sempre più globalizzato crollano assiomi e certezze infranti dalla crisi economica internazionale e le cui regole sono in fase di riscrittura. La vittoria arridera' a chi ha avra' fiducia nel cambiamento che parte dalla base, dai giovani. Io questo concetto l'ho sempre sostenuto e ribadito anche all'Universita' quando insegno.Mai come in questo momento per sopravviverei vari livelli istituzionali, civili e imprenditoriali sono chiamati a complesse sinergie di lavoro di gruppo, mai come in questo momento dovremo far leva sul team building, si tratta di un obiettivo focale cruciale per rafforzare la propensione delle nostre imprese all'export, se desideriamo favorire la loro crescita dimensionale (non a caso solo 8 mila imprese fatturano l'80% dell'export italiano, cui nel complesso concorrono 190 mila aziende), l'innovazione e, dunque, una maggiore capacità di competere. Who's on next incarna questo concorso ispirativo che ho voluto fortemente in Alta Roma e che sta fungendo da archetipo di riferimento in tutto il mondo. Voglio sottolineare con fermezza che lo scouting di nuovi talenti creativi e produttivi sarà foriero della rinascita nella moda, nell' arte e perchè no, anche della politica. Chissa' che finalmente la ricetta della ripresa non venga proprio dalla moda?. Forse se qualche illuminato stylist cominciasse ad amministrare i nostri miseri bilanci cittadini, regionali e nazionali potremmo uscire più rapidamente da questi mesti momernti di crisi?Per crescere in un mondo sempre più competitivo, ogni Paese deve fare leva sui propri assets. Un Paese come l'Italia dispone di una storia millenaria, in ogni epoca “fertilizzata” con l'innovazione tecnologica abbinata ai cosiddetti “saperi del territorio”. Per accrescere il valore aggiunto, dobbiamo rilanciare il nostro binomio tradizione-innovazione, al di là del fattore competitivo-prezzo che fu il fattore di successo dell'ormai lontano miracolo economico.
la Verità è al di là delle opposizioni duali
vari best seller sulla salute e sulla nutrizione, che rapporto ha lei con la vanità? E con la bellezza? Cos’è la bellezza per lei? La prima strada che si rispecchia è proprio il caso di dire nella mia associazione e che si apre davanti a noi è quella della bellezza come ideale. Tra il bello e il bene esiste un legame misterioso, inafferrabile e indistruttibile. La "Bellezza", intesa in senso "schilleriano", è un concetto universale. Ad essa è affidato il potere di ricomporre in un'unità armonica il disordine fondamentale della realtà, rendendola capace, così, di rivelare un senso ultimo al di sopra del suo stesso caos. La donna incarna il concetto assoluto di bellezza a 360° dall'interno la bellezza esplode evanescente e prorompente all'esterno. . In tal senso condivido l'idea della bellezza di Dostoevskij che coincide con quella che da Platone ("Il bello è lo splendore del vero"), passando per lo Pseudo Dionigi Aeropagita ("Dio ci concede di partecipare alla sua propria Bellezza") si innesta poi saldamente nella tradizione russa con la nota raccolta ascetica conosciuta come "Filocalia" e nella tradizione di Alessandria costruisce una vera e propria "iconosofia": una grandiosa Teologia della Bellezza per la quale penetrare l'essenza delle cose vuol dire essenzialmente contemplarne la bellezza perfetta.L'universo femminile che io intendo è contemplazione non solo estatica, ma dinamica delle bellezza come musa consolatrice del genere umano. La bellezza salvera' il mondo .... afferma il principe Miškin nell'Idiota di Dostoevskij .Questa frase è quasi un'evocazione lontana, manifesto della mia associazione del mio stile di vita come donna, come madre, come moglie.... di successo? questo è semplicemente la conseguenza di affrontare la vita con il cuore e con la mente ben aperti ed in sincronia. Nella costruzione russa della frase, "Mir spasët krasotà", l'autore con una anastrofe inverte oggetto e soggetto, "Il mondo salverà la bellezza", quasi a voler sottolineare che il punto centrale in tutto ciò di cui si sta parlando non è soltanto la bellezza, in quanto la parola stessa "mir", che in russo - fatto curioso - ha due significati: mondo e pace. L'universalismo della cultura russa sembra discendere o incarnarsi nella lingua stessa, laddove l'aspirazione all'armonia concorde dell'umanità coincide con l'umanità stessa, il mondo. Il punto centrale è dunque che il mondo sarà salvato dalla bellezza: una profezia "linguistica" in questo caso si avvererà e il semplice mondo/mir diventerà la pace/mir. Interessante no? Come Vice Presidente di Alta Roma più volte ha parlato del concetto di moda come Arte, sartorialità, artigianalità, ponendosi l’obiettivo di liberare questo settore dalla presunta superficialità che lo attraversa e che spesso crea pregiudizi. E’ possibile creare un concept di Fashion più profondo? Come? La moda ci racconta le nostre radici, da dove veniamo e dove stiamo andando è la bussola del genere umano. E' nata con il genere umano ed accanto a lui procede non vacua espressione del nulla e del superfluo, ma espressione del mondo che cambia. La moda può salvare l'Italia ed il mondo dalla crisi e lo fara' se sapremo ispirarci fedelmente ai suoi principi, restaurando fiducia nel ns tessuto sociale italiano ordito di di artigiani, santi, poeti, navigatrori ed eroi ... Prendiamo per esempio la Moda etica ed eco-friendly si stanno imponendo sui mercati: chi non ne ha ancora capito le potenzialità
di Maria Pia Della Valle
ROBERTA
RAZZANO
Ricercatrice e Storica del Costume
Esser donna non è semplice e non lo è ancor meno se hai un ruolo, un’autorità, se conduci uno studio, se devi comunicare sapere. Roberta Razzano è l’esempio di donna che non si ferma mai, continua la sua ricerca in campi assai diversi. Ricercatrice e docente di Storia del Costume all’Università San Raffaele di Roma, Coordinatrice del corso di Moda e Design Industriale presso la stessa Università, specializzata in tecniche di tintura tessile con il maestro giapponese, Laozi Nagayama, la Razzano ha lavorato in molte maison di moda cominciando il suo percorso dalla maison Gattinoni. Partendo, poi, dalla sperimentazione di tinture commestibili, ha allargato la sua esperienza al mondo della Food Art dell’Associazione “Universo Femminile” che promuove l’immagine femminile.
Roberta, lei è una donna che ha creduto e crede molto nella ricerca, quanto è stato difficile per lei, intraprendere la scalata nel mondo del Fashion? Se una cosa non la sudi allora non te la meriti e non te la godi! È stato un percorso di gavetta tutto in salita ma sono stata io a sceglierlo. La mia famiglia aveva pensato per me una strada diversa. Non era la mia. Per seguire la mia strada ho rinunciato ad ogni certezza. Ho abbandonato gli studi di giurisprudenza per quelli artistici. Finiti gli studi la mia caparbietà mi ha portato a Roma. Ho iniziato osservando Madame Gattinoni in atelier e cercando di rubare con gli occhi, la mente e il cuore ogni piccolo gesto delle sue mani. Tutto ciò che imparavo mi spingeva ad andare oltre. Così mi sono innamorata sempre più della ricerca. Poi ho capito che la ricerca non può avere confini. Se è vera è libera. Se ti proponi un obiettivo non voli più. Volando sono arrivata dalla moda al cibo. Fondamentalmente sono
una persona che si annoia facilmente a fare sempre le stesse cose. Ho bisogno di mettermi in gioco e avere stimoli nuovi. Questo è il segreto. Ecco perché non mi fermo mai! Dalla moda, dallo studio dei tessuti, all’insegnamento. So che tiene particolarmente ai suoi ragazzi e che da insegnante cerca di seguirli non solo teoricamente ma di spingerli a proporsi al mondo della Moda, segnalando spesso valide opportunità di visibilità. Quanto è importante credere nelle nuove generazioni per l’attuale classe dirigente? Insegnare non vuol dire stare si un piedistallo. E’ sentirsi parte di una comunità, di un mondo di persone unite nel profondo da un sentire comune. Se dentro senti questo, insegnare fa parte della vita. E’ ovvio e naturale come respirare. Senza dirmelo me l’ha insegnato in quei mesi di silenziosa dedizione il mio maestro giapponese. In Oriente la conoscenza si trasmette in modo più diretto e meno
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La seduzione, una moda che non passa mai di moda
Mai come oggi il corpo risulta presente con una tale forza nella scena politica che non possiamo non considerarlo il nuovo protagonista a fronte del quale le polarizzazioni destra e sinistra, vecchio e nuovo, conservatore e progressista paiono obsolete e inutilizzabili. Si tratta di un fenomeno molto interessante, anzitutto perché diffuso in quanto assaliti dalle immagini dei leader politici nel nostro quotidiano ma anche, ed in particolare, ai fini della comprensione del come e perché il corpo mediale del leader trionfi indipendentemente dalle colorazioni politiche o dai programmi elettorali. Sono ormai molti gli studi che trattano il tema del corpo Politico a partire da quello relativo alla metafora del corpo (considerata nelle sue implicazioni simboliche e teologico politiche) e al ruolo che essa svolge sia nell’autorappresentazione del potere, nella definizione di Stato e della rappresentanza politica, sia in relazione alla dialettica o l’opposizione tra corpo sovrano e corpo assoggettato che nelle trasformazioni del rituale e del simbolismo politico, e dell’impatto dei media elettronici sul comportamento sociale, soprattutto in riferimento alla sostanziale perdita dell’“aura” dei detentori del potere nel processo di trasformazione a cui è sottoposta la sacralità del “corpo del re”, e quindi del “corpo del leader”, nell’epoca dei media elettronici attraverso la “messa in scena” di quello che prima era lo spazio del “retroscena”. In qualche modo, è come se l’ampiamente discussa perdita di privacy fosse un fenomeno che riguarda i grandi leader almeno quanto può riguardare le persone comuni. In altre parole, vi sarebbe una sorta di reciprocità nella perdita della privacy operata dai media, grazie alla quale abbiamo un qualche accesso all’intimità di chi ci controlla. Con questo non si vuole suggerire che gli effetti di tale “perdita dell’aura” si giochino soltanto in chiave negativa: spesso i leader possono utilizzare questa situazione come una risorsa per la loro immagine pubblica, anche se le possibilità di “manipolazione” delle informazioni sulla loro intimità sono considerevolmente minori rispetto a un tempo, e vi è una maggiore consapevolezza di tali strategie da parte del pubblico. E’ In questa prospettiva che abbiamo individuato, ad emblema dell’oggetto della nostra indagine, un libro che anatomizza le dinamiche del cedimento della soglia tra scena e retroscena e di come esse, nell’ottica di un abbassamento dell’eroe politico al nostro livello, comportino una “personalizzazione” della politica, dove contano più i volti (telegenici) e le parole rispetto ad altri ordini di considerazioni. Un’analisi asciutta e puntuale che rivela gli aspetti più significativi dell’attuale comunicazione politica, scritta a quattro mani da Irene Pivetti, figura politica d’eccezione, a 31 anni la più giovane presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, e Alessio Roberti, sociologo ed esperto di intelligenza linguistica, che si è formato con il consulente in comunicazione di Bill Clinton e Barack Obama. Una prospettiva diversa attraverso cui leggere e ascoltare i messaggi di chi chiede il nostro voto e, in vista di nuove competizioni elettorali, acquisire un nuovo strumento di giudizio. Citiamo testualmente “Dalla torre d’avorio del politichese all’impatto emotivo del turpiloquio, dall’uso sapiente della metafora alla forza trainante dello slogan perfetto, alcuni politici dimostrano di conoscere a fondo il potere del linguaggio, manifestando quella che gli autori definiscono intelligenza linguistica”. Nota confortante dell’addotto è che anche noi cittadini elettori possiamo acquisire questa abilità, diventando noi per primi linguisticamente intelligenti e imparando così a distinguere tra i discorsi dei politici e quelli dei politicanti attraverso le parole più ferite, più stanche, più tradite. Piantiamo dei paletti, come facevano gli antichi quando fondavano una città nuova. Proponiamo che il 2013 sia l'anno in cui il linguaggio riprenda fiato, con una specie di vaccinazione di massa dalle manipolazioni e dalle mistificazioni: per la politica un bagno di umiltà, per i cittadini un recupero di senso critico. Insomma, questo sguardo ironico e disincantato alle trappole verbali (e non solo) che la politica ci propone ve lo consigliamo davvero caldamente.. perché, per quanto anche affascinati da una istruttiva metafora in cui è possibile leggere il dramma dell’uomo, che si muta in rêverie cosciente, nel racconto “The Happy Hypocrite”, composto da Beerbohm nel 1897, non possiamo sconsacrare il saggio Orazio: “Naturam expellas furca, tamen usque recurret” (Potrai scacciare la natura col forcone tuttavia sempre tornerà). A buon intenditor, poche parole. Poche sì, ma buone.
IRENE PIVETTI: LIBRI
La seduzione inconscia è un'espressione talmente comune sulla Terra, che la maggior parte dell'umanità è cieca alla sua esistenza, eccetto forse per il fatto di sentirsi fisicamente e emozionalmente diversi dopo averla subita. Sempre e continuamente l'uomo è sedotto. Da bambino, attraverso la sorpresa che ogni nuova acquisizione comporta, è la seduzione dei suoni, dei colori, dei profumi, di ogni cosa che accenda la sua fantasia. Da adolescente sono il potere del sogno e il richiamo dell'utopia le forze da cui lasciarsi condurre altrove, nella sensazione appagante e onnipotente che sia possibile conquistare il mondo e realizzare ogni aspirazione. Da adulti, la seduzione assume i mille volti del desiderio: le molteplici figure con le quali l'uomo popola il suo immaginario per padroneggiare la sua solitudine esistenziale, la sua condizione di individuo che forgia forme e simboli e che tesse racconti per darsi un'identità e una collocazione, per radicarsi nel mondo. Così è possibile parlare di seduzione non solo amorosa, ma di una seduzione delle idee, di una seduzione dello spirito, della seduzione del male o delle immagini. Dovunque si profili una promessa di riparazione, di appagamento, o l'illusione di una ricomposizione delle proprie tensioni, o anche dovunque si intraveda una possibilità di sentirsi più pienamente partecipi della vita, attraverso la sfida del perdersi e del ritrovarsi, lì è in atto la seduzione.
IN PRIMO: PIANO
"La musica seduce la nostra sensibilità, ma eccita anche la nostra attività intellettuale, offrendo alla filosofia un campo particolarmente ricco e stimolante su cui esercitare le proprie riflessioni: come nasce una forma, come nasce un senso, come avviene una costruzione di suoni, che cosa è l’ascolto e la percezione sonora, che cosa è il suono stesso. Di questo e altro parleremo con due straordinarie interpreti della musica classica che abbiamo avuto il piacere e l’onore di ascoltare l’otto marzo (festa della donna) ospiti dell’Ambasciatore austriaco a Roma Christian B. Berlakovits" Cristina Cavalli è diplomata in Pianoforte al Conservatorio "G. Nicolini" di Piacenza e in Musica da Camera al Conservatorio "B. Maderna" di Cesena con il massimo dei voti, nonché alla prestigiosa Accademia "Incontri col Maestro" di Imola, affianca al percorso musicale accademico altre esperienze di approfondimento, seguendo Corsi e Masterclass con importanti personalità del panorama musicale, tra cui emergono come più significative Sergio Fiorentino, Pier Narciso Masi e Marisa Somma. L’attività solistica e cameristica l’ha portata su importanti palcoscenici in Italia ed Europa con unanimi consensi di pubblico e di critica. Parallelamente all'attività concertistica tradizionale, collabora costantemente con il mondo del Teatro e della Danza ideando e realizzando, personalmente ed in collaborazione con altri artisti, spettacoli di accostamento e di sintesi tra la Musica e le altre arti. Il suo recital "Mediterraneo", un viaggio sonoro lungo le coste del Mar Mediterraneo, ha debuttato a Roma ed è atteso in altri importanti centri in Italia, Spagna e USA. Gaia Vazzoler diplomata in pianoforte sotto la guida del M° Tiziana Poletta e Carmela Pistillo, si è laureata nel 2000 col massimo dei voti in DAMS presso l’Università RomaTre con il Prof. Mario Bortolotto, discutendo la tesi sperimentale in Storia della Musica Richard Wagner e il pianoforte, che le è valsa la prestigiosa Borsa di Studio della Richard Wagner Stipendienstiftung di Bayreuth. Ha lavorato come Musicologa presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per oltre dieci anni, in veste di curatrice di numerose rassegne musicali di guida all’ascolto, storia della musica e introduzione ai concerti, con esempi dal vivo al pianoforte ed interventi di artisti ospiti. Presentatrice di numerosissimi eventi, concerti ed incontri musicali, ha presentato il Premio Speciale Via Vittoria conferito al Maestro Ennio Morricone nel 2010 ed al Maestro Luis Bacalov e Prof. Bruno Cagli nel 2011. Curatrice del progetto Noteinviaggio (programma di viaggi musicali in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia), ha recentemente pubblicato il saggio Roma di Note, itinerario musicale nella Città Eterna dal passato ad oggi. Collabora regolarmente con l’Ambasciata d’Austria a Roma, il Rotary Club, l’Inner Wheel, la Reale Accademia di Spagna, il Conservatorio di Santa Cecilia, la Compagnia per la Musica in Roma, l’A.Gi.Mus. e numerose altre istituzioni culturali, esibendosi come pianista sia in veste di solista che in formazioni da camera, con un repertorio cha spazia dai grandi autori classici al primo Novecento. Tra gli ultimi impegni si segnala la collaborazione con Radio Vaticana nell’ambito della trasmissione musicale Diapason, numerose dirette in qualità di musicologa per Radio Capital e la realizzazione del video documentario “Liszt e Roma” in collaborazione col M° Michele Campanella, presentato in forma di concerto nella Sala della Protomoteca del Campidoglio e trasmesso integralmente da RaiNews. Attualmente è impegnata in una serie di lezioni-concerto presso la Sala Ciampi di Roma (rassegna “Note e Movimenti”) ed è curatrice del progetto “Musica in Circolo” per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
MUSICA
Essere e apparire o apparire ed essere? Dalla foglia di fico dell'Eden al pirandelliano berretto a sonagli che regge l'economia dei Paesi; “Dal Celodurismo a Yes We Can passando per il Vaffa... e la Rottamazione”.
CRISTINA:CAVALLI
NEXT: EVENT
razionale. E’ una comunicazione da cuore a cuore. Ha mai letto lo zen e l’arte del tiro con l’arco? Per imparare l’allievo deve abbandonare tutti i suoi preconcetti, perfino la volontà di riuscire, deve perdere se stesso in un’armonia superiore con il suo agire e con il risultato che otterrà. Ecco, è esattamente cosi! Sinceramente penso che la classe dirigente sia lontanissima da questo modo di sentire. Ci racconta brevemente il suo passaggio dalla moda al food? Cos’è, nello specifico, la food art? E’ qualcosa che và al di là di un semplice pinzimonio colorato o di un cocktail inusuale ... Guardandomi indietro adesso, sembra quasi un cammino segnato, una serie di piccoli passaggi, in se apparentemente insignificanti che mi hanno portato ad esplorare un mondo nuovo. Con Laozi (il mio maestro giapponese) ho imparato a tingere i tessuti con i pigmenti naturali estratti dalle piante. Fra quelle piante c’era il tè. Quando ho iniziato a camminare da sola, da buona napoletana ho provato a sostituire il tè con il caffè. Poi con il vino, la curcuma, lo zafferano, i mirtilli, le fragole, la menta, i pistacchi, il curry, la barbabietola. A volte quei tessuti li avrei mangiati. Ed è stato grazie al colore di quei tessuti che Fernanda Gattinoni mi ha accolto nel suo atelier aprendomi le porte al mondo dell’alta moda. Poi è stato naturale provare a comporre usando i cibi stessi invece dei loro pigmenti. Quando usi ingredienti naturali la ripetitività è impossibile. E’ ripetitivo il prodotto industriale, ma un grande chef non prepara mai due piatti identici. Anche gli abiti che tingevo in alta moda non erano mai identici. I cosiddetti food designers cercavano la standardizzazione. Io cercavo l’unicità. In questo, mi sentivo artista, non designer. La mia era Food Art. Se dovessi definirla, direi che: “La food art, è quella tendenza che nasce in opposizione al food design, ribellandosi all’appiattimento, alla freddezza ed allo standard delle consuete creazioni ripetitive di matrice sostanzialmente industriale. La sua esperienza nel Food Design è consolidata, con una collaborazione stabile con il laboratorio di Fisica Gastronomica dell’Università di Parma. Come viene vista la donna in quell’ambito? Essere donna può essere un fardello ma anche un’opportunità unica. Se riesci ad amarlo, quel tuo essere donna, allora puoi davvero volare. A questo punto non devi più chiederti come viene vista una donna, ma solo come viene vista Roberta. E quando vola, Roberta la si vede attraverso le sue creazioni. Spesso si usano dei termini in modo improprio, specie nei settori in cui si è specializzata, cosa ne pensa del proliferare di termini come art, food, designer, fashion, ecc. che dovrebbero essere accomunati ad una competenza ma che spesso si ritrovano a fare solo “immagine”? Il problema non sono le parole. Sono le persone. Ci si sveglia al mattino e si decide di essere un’artista, un fashion designer e così via, senza avere competenze, senza avere studiato, senza esercizio e spesso anche senso estetico. Sta dominando un mito stupido di una creatività che prevale sulla tecnica. Ma da che mondo è mondo la creatività può essere solo figlia della tecnica. Come diceva Leo Longanesi: “L’arte è un appello al quale molti rispondono senza essere chiamati”. di Maria Pia Della Valle
GAIA:VAZZOLER
VIVA LA VITA: BIANCAMARIA CARINGI LUCIBELLI Gran Gala delle Margherite Festa di Primavera, una serata di solidarietà.
Una manifestazione annuale che ha contribuito alla realizzazione di numerosi progetti umanitari e che si terrà, come di consueto, nei saloni dell’Hotel Excelsior di Via Veneto in Roma il 13 Aprile 2013. Saranno presenti, così come avvenuto per le edizioni precedenti, circa cinquecento persone del mondo dell’imprenditoria, della cultura e dello spettacolo, allietati da un concerto di “LINO PATRUNO E IL SUO JAZZ SHOW”, con la partecipazione della cantante Giovanna Berardinelli. Quest’anno, il Gala, ideato ed organizzato da Biancamaria Caringi Lucibelli, va a beneficio delle finalità statutarie di “VIVA LA VITA” Onlus associazione di familiari e malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica che ha come Presidente Onorario e Testimonial Erminia Manfredi ,moglie del compianto grande attore Nino. "I progetti di beneficenza hanno uno scopo prettamente umanitario e di servizio, di volta in volta scelti dai vari partner che si succedono senza vincoli politici,etnici e/o religiosi - spiega Biancamaria in una nota - tutto quello che riesco a realizzare, con mero spirito di volontariato, lo faccio con il massimo impegno della mia persona, in quanto credo di sfruttare le mie particolari doti di comunicazione e di comprensione verso il prossimo meno fortunato di noi. Tutti gli obiettivi vengono realizzati grazie alla fiducia dei tanti sponsor a partire dall’ Hotel Excelsior che ogni anno con spirito di solidarietà, contribuisce con la professionalità di tutto il personale dirigente e non in maniera ineccepibile alla buona riuscita della manifestazione nei vari sontuosi saloni messi a disposizione degli illustri invitati".
Artista 35 anni, nata a Parma e vive in Sardegna dall'età di quattro. appassionata di musica, strumentista e cantante, da animatrice liturgica ad esperienze da solista in svariati cori polifonici, artista, smette i pennelli e i colori, per dedicarsi a una nuova forma di "arte tridimensionale", nella forma del riciclo, realizza diverse mostre in Sardegna, con un discreto successo di pubblico, incuriosito dalle forme e dalle composizioni su tela, realizzate con svariati materiali, plastica, legno, ferro, spaghi, carta cartone ... materiali per lo più recuperati nelle discariche, una sorta di "pulizia dell'ambiente", un'arte tutta "ecologica", che risponde alla ferma convinzione, che l'arte è ovunque, è in cosa che sappiamo osservare con occhi diversi. A breve, in Giugno, presso la LIBRERIA BETTINI, a Cesena, si svolgerà una mostra personale, sempre all'insegna del Riciclo. Virginia, una donna forte e passionale, amante dell'eleganza, sensualità, della musica che l'ha spinta a diverse collaborazioni artistiche, canta e suona, lasciandosi traportare dalle note, spesso a occhi chiusi, nel tentativo di trasmettere emozione al pubblico che ascolta, da sempre sostenitrice dell'interpretazione delle parole di un brano, la musica "è vita", e bisogna sentirla dentro per poterla far esplodere nel cuore di chi ascolta, anche a discapito dell'estensione vocale, spesso motivo di attrazione per il pubblico.. Appassionata di fotografia, realizza foto paesaggistiche sul suo piccolo paese Osini, di 800 abitanti, nel quale vive dal 2008,terra povera economicamente, ma ricca di attrazioni naturali da mozzare il fiato, e di un paese vecchio, di pari fascino e bellezza...
PAOLO: SISTILLI
nel prossimo numero
ROMA _ ITALY
VIRGINIA: BRESCIA
L’arte è come la primavera, una fase di transizione, un risveglio vero e proprio. E’ una specie di alba dell’anima, un passaggio dal buio e dal torpore dell’inverno all’energia positiva dell’estate. C’è quella sensazione di spensieratezza, di allegria e di aspettativa che sottende a tutto; un po’ come quando apri gli occhi mentre stai ancora dormendo e ti accorgi che è una bella giornata, che hai voglia di uscire, e inizi già a sentire i miti sbuffi di aria sulla pelle. In questa opera, prima di una di una lunga serie di lavori dedicati alla Valle D’Aosta ed in particolare a Saint Vincent, Paolo ci narra le esuberanze visive, olfattive e tattili di un luogo indimenticato per suggestione paesaggistica di cui egli è rimasto irrimediabilmente sedotto. Lettere poggiate su una tessera di cartone con la leggerezza della neve racchiudono la promessa di ritornare. Tezera: E`il nome greco per 4 ma anche per l'elemento del mosaico.Il lavoro e`un modulare di cartone ondulato dipinto ad acrilico formato da nove tesera (20x20 cm) fermato da un sistema di listello ad incastro 60x60 cm. Il concetto di questa opera e`ispirato dai grandi pannelli publicitari, dopo un periodo di tempo finita la loro funzione di comunicazione vengono demontati e rimontati a caso perdendo l`originale forma ma acquistando le nuove valenze estetiche dettate dal caso. Tale concetto rientra nella ricerca che da alcuni anni sto compiendo nel mondo dell'archeologia della comunicazione (alfabeti immaginari)in pittura e scultura. La scelta dei colori nella tesera rosso nero e le lettere scelte richiamano un ipotetico alfabeto (Valle D`Aosta) smembrato e rocostruito in nuove versioni sempre diverse dimostrando che il concetto di comunicazione non verbale rimane ed acquista nuovi valori. Il cartone ondulato dipinto ad acrilico con metodi grafici e`protetto da una vernice, è possibile metterlo sotto tecla di acrilato nel caso di ambienti particolarmente umidi e fumosi. Sullo sfondo l'opera (Tezera) del Maestro Paolo Sistilli dedicata alla Valle D'Aosta
Via Tintoretto 7 Ss16 _ Grottammare (Ap) _ T. 0735.632622
L’agenzia “Traduzioni e Lingue” ha sede a Riccione, nel cuore della Romagna, e fornisce diversi servizi linguistici, quali, traduzioni, interpretariato e insegnamento lingue. L’agenzia collabora esclusivamente con traduttori laureati e specializzati in varie lingue, garantendo così un servizio di alta qualità. Chi si rivolge principalmente all’agenzia ‘Traduzioni e Lingue’ ... Beatrice? "Aziende, privati, studi legali e professionali e non solo. Offriamo corsi collettivi, lezioni individuali, a domicilio o presso il nostro ufficio, corsi aziendali, ripetizioni private e lezioni via Skype. L’uso di Internet è diventato indispensabile anche nell’insegnamento. In questo modo il cliente è in grado di mettersi in contatto con noi comodamente dal luogo in cui si trova, senza doversi spostare e di conseguenza risparmiando tempo. Cerchiamo di accontentare il cliente, trovando sempre un modo per rispondere alle sue esigenze. Oggi più che mai, nell’era di Internet e con il mondo in continua evoluzione, conoscere almeno una lingua straniera è diventato indispensabile, per potersi muovere in autonomia e comunicare più facilmente. Non a caso, i corsi di lingua sono sempre più numerosi. La nostra agenzia organizza corsi di vari livelli, dall’elementare all’avanzato, continuamente, in modo che chi si iscrive ha poi la possibilità di passare al livello superiore e di continuare a studiare la lingua che ha scelto finché lo desidera. Chiunque può avvicinarsi a una lingua straniera, per esigenze di lavoro o per piacere. Le lingue straniere sono ponti che ci permettono di raggiungere luoghi vicini o lontani, e di comunicare www.traduzionielingue.eu con le popolazioni di tutto il mondo"
COMING: SOON
BEATRICE: DAMIANI Traduttrice
Le sue opere siano lungi dall’essere confortevoli ed “anestetizzanti” oggetti d’arredamento
www.estorilviaggi.it
Estoril Viaggi vi consiglia il Saint-Vincent Resort&Casino Capita a volte di avvertire già alla partenza che si prenderà parte a qualcosa di unico, di speciale, indimenticabile. E’, poi, una questione di empatia l’affiatamento che si crea con le persone, lo stare bene fin da subito. Il giusto feeling che si instaura, la bellezza di entrare in un mondo per il piacere di condividere con altri quella quotidianità fatta di luoghi suggestivi, di parole delicatamente pronunciate, di gesti e di semplici momenti, veri e propri tesori di cui, poi, non vorrai più fare a meno. Indimenticabile nelle sue esuberanze visive, olfattive e tattili il Saint Vincent Resort&Casino. Ogni luogo sembrerebbe essere stato pensato per stupire, ogni persona della équipe sembrerebbe essere stata selezionata sulla base della bellezza del sorriso, ogni oggetto scelto affinché regali profonde emozioni, ogni allestimento scenico affidato alla più talentuosa e bizzarra delle registe: la natura che fa bella mostra dei suoi inimitabili spettacoli attraverso sconfinati perimetri e tetti di trasparenti cristalli. Che si tratti di leggere un libro nella hall, piuttosto che sorseggiare un caffè o gustare un aperitivo, la suggestione è unica nella sua irripetibilità, ed è così che capita di assistere al rincorrersi capriccioso dei raggi del sole che fanno capolino fra le nubi o in sconfinati azzurri, allo scroscio sensuale della pioggia, al genuino fulgore della neve piuttosto che all’ansimare poderoso del vento. Una autentica emozione quando per la prima volta si scorge il proiettarsi dei raggi fra le innumerevoli opere d’arte di cui si fregiano copiosamente le pareti dell’intera struttura ma, ancor di più, quando essi si scagliano fra la pietanze di una tavola riccamente imbandita quasi a glorificarne la già prorompente bellezza. Ogni emozione dicono abbia un odore particolare che a noi non è concesso di scoprire e che la mente abbia la capacità di allontanare il ricordo, rimuovendolo nell’inconscio … e che il corpo invece non dimentica … ma chissà perché una vacanza trascorsa al Resort&Casino di Saint Vincent dell’inconscio proprio non ne vuole sapere ...
www.paolosistilli.nl
“Se l’ideale è la tramutazione, non tramuto nulla se non comincio a mutare me stesso. L’utopia comincia domani, e può anche non cominciare mai; la tramutazione comincia oggi e non ha mai fine”(Norberto Bobbio). Maria Lorena Magliocco, 31 anni autrice Tv e storica dell’arte. Oggi attiva concretamente nella vita politica romana e Presidente dell’associazione Altruisti Nati. Fiera di non aver apparati cerca nella propria generazione e nel proprio genere la forza per sovvertire questo mondo, perché si può. L’abbiamo incontrata per le strade del centro storico di Roma, in una serata particolarmente fredda e tra le prime cose che ci ha detto: “Anche se fa freddo, facciamo una passeggiata, adoro questa città …la sento mia anche se nelle mie vene scorre il sangue del Salento, terra antica e piena di storia. Fin da subito ho capito che qui volevo vivere e realizzarmi. Conosco molto bene questa città, le sue strade, i suoi palazzi, i suoi monumenti e quei luoghi celati dalle guide turistiche. Roma è come una grande madre accoglie tutti, ma ripudia nello stesso tempo se non ci sai vivere”.
PH: Roberto Baldassarri
LORENA: MAGLIOCCO Autrice Tv e Storica dell'Arte
Il fascino delle dimore storiche nella Capitale
In posizione privilegiata nel centro di Roma, vicinissimo alla Stazione Termini e ben collegato con i mezzi di trasporto, l’Hotel 2000, con il suo fascino antico, rappresenta il baricentro ideale per chi ama il confort unito al fascino della dimora storica. Ubicato nel cuore del centro cittadino in un antico palazzo nobiliare del 1900 interamente ristrutturato, dista soli 50 metri da Piazza Barberini ed a soli 5 da Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. L’hotel dispone di 13 camere completamente attrezzate con TV, telefono, minibar, aria condizionata e bagno completo con straordinarie cabine e/o vasche Iacuzzi dotate di idromassaggio. La colazione è servita in camera.
Hotel 2000 Roma _ Via delle 4 fontane 16 _ T. 06.42021019
Contando sulla lunga esperienza maturata lavorando per marchi importanti del contract, GRANDARREDO è oggi pronta ad affrontare la sfida dei nuovi mercati internazionali.
ROMA
HOTEL:2000
Grandarredo è l'evoluzione della tipica bottega artigiana marchigiana di 50 anni fa, e rappresenta oggi un connubio perfetto tra tradizione ed innovazione. Realizza direttamente arredamenti su misura unici per la finitura manuale e la tecnologia costantemente applicata. L'azienda è oggi una moderna realtà industriale che, personalizzando gli spazi abitativi riesce ad offrire il valore aggiunto tipico del "Made in Italy".
Esperienze emozionali destinate a restare impresse nella memoria, il fascino del contesto che riporti ogni relazione professionale alla sua dimensione più confidenziale, l'importanza di unire al business il piacere anche estetico: tutto questo deve offrire una struttura ricettiva oggi. Questo spiega la fondamentale importanza per il settore mice delle location d'elite come dimore storiche, castelli, residenze d'epoca e venue di charme. Veri e propri tesori, di cui l'Italia è ricchissima, che con le proprie architetture, i giardini, gli arredi, i pezzi d'arte si fanno custodi della storia e delle tradizioni più affascinanti. Ve ne presentiamo qui una davvero speciale ad un costo altrettanto speciale.
ABITARE IL TEMPO
I LUOGHI DELLA SEDUZIONE
LA CASA DIVIENE SPECCHIO DI UNO STILE DI VITA, SI VESTE DI QUELLA STESSA NATURA CHE CONTRADDISTINGUE NON SOLO GUSTI E PERSONALITÀ, MA VERE E PROPRIE TENDENZE IN GRADO DI CREARE ATMOSFERE DOMESTICHE DIVERSE NATE DAL DESIDERIO DI RISPONDERE ALLE NUOVE E DIVERSE ESIGENZE D'INTERPRETAZIONE DELLA CASA DI OGGI.
GRAND
RREDO
Group
GRANDARREDO Cda San Giovanni 48 63813 MONTE URANO (Fermo) Italy
T. +39 0734 842648 F. +39 0734 848575 info@grandarredo.it www.grandarredo.it
INGLISH The manufacturing furniture company GRANDARREDO is the evolution of a typical italian "workshop" astabilished over fifty years ago in the italian region Marche and nowaday it represents a perfect combination between tradition and innovation. Grandarredo directly manufactures unique "tailor-made furnishing solutions" throughoutstanding handcrafted finishes and constant attention to advanced technology. Today Grandarredo is a structured modern manufacturing company able to offer the typical "Made in Italy" high quality standards by personalising interior living spaces. After gaining a remarkable experience by working for and on behalf of prestigious italian contract brands, today Grandarredo is ready to face the new challenge of the international market. FRANÇAIS Grandarredo est l'évolution de la "bottega" artisanale italienne né dans la Région Marche il y a 50 ans et représente le parfait mariage entre la tradition et l'innovation. On fabrique "meubles clefs en main" unique pour la finition manuelle et pour l'application de nouvelles technologies disponibles. GRANDARREDO c'est aujourd'hui une moderne industrie qui, grace à ses possibilités de personnaliser les espaces d'habitation, offre la valeur ajoutée typique du "Made in Italy". Notre longue expérience en travaillant avec les marques les plus importantes du contract, nous permet d'affronter le défi de la compétition de nouveaux marchés internationaux
rubrica a cura Bruno Romano Baldassarri nella foto con Robert Plant leader Led Zeppelin traduzione a cura di Beatrice Damiani
A
rrivare al diciannovesimo numero ed essere ancora qui a raccontarvi la notte, come cita una nota pubblicità , non ha prezzo!. Bene ragazzi .... pronti per un'altro viaggio? Con chi? Ovviamente in compagnia di Jack, vagando sempre in cerca di news da proporvi. Un happy-tour guidato nell'era postmoderna portando con noi il rock, l'elettrico ed il funky/soul. In questo lungo inverno ... tutto viene avvolto e assorbito da una voglia di trovare piacere vivendo fin oltre le prime luci dell’alba! ... ah! si, la notte ... che tutto cela e rende diamantino ... dove la rabbia si trasforma in voglia di vivere il buio come fosse l’ultimo, in un tourbillon fashion fatto di luci, colori e note che fanno da sfondo al grande palcoscenico della vita ... e noi... come le stelle noi ... eroi di un sogno ... good star
extra
singer
&deejay
producer all'interno:
Cristian Marchi (Dee Jay) Antonio Vandoni (Radio Italia) Qi Clubbing (Brescia) MADE (Como) Le Gall Novecento (Porto San Giorgio)
BELLAVITA
Io sono sempre qui
winterfashion 2012/2013
byCAPTAINJACK.it
I'mhere still
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Robert Plant
A tu per tu con voice L ed Zeppelin
Robert Plant si è sempre dignitosamente negato di imboccare la via più semplice e pigra, anche se quella dell’esplorazione senza indugio che ha scelto, si è rivelata essere quella di uno zingaro errante e senza meta, ma di gran lunga più eccitante. Negli ultimi anni, le sue lotte post-Zeppelin hanno finalmente iniziato ad avere un senso. Ha iniziato una collaborazione con Alison Krauss, poi ha fondato un suo proprio gruppo che ha chiamato “Band of Joy”, con il quale suona una specie di musica ibrida e il suo etereo e mistico modo di canticchiare gli dona una gradevole, ma sinistra bellezza. All’età di 63 anni, sembra avvolto da una costante curiosità che può nascondersi dietro a un forte senso di umiltà. E’ troppo cortese per far notare quanto le polverose e attraenti strade secondarie che ha imboccato lo separino dall’aristocrazia del rock. Qualche tempo prima che parlassimo, il suo gruppo più recente, il Band of Joy, appunto, ha suonato nell’ultimo concerto programmato, almeno per ora. “Così – spiega – sono costretto a tornare sottoterra e nascondermi di nuovo. Nonostante la difficoltà nel trovarsi lontano dall’Inghilterra durante la stagione calcistica – ci dice - i sabato pomeriggio sono un po’ spenti qui, il luogo del suo ultimo rifugio è Austin, in Texas, la residenza di Patty Griffin, l’altra vocalist del gruppo Band of Joy (la band della gioia). Tanto tempo è passato dalla celeberrima "Black Dog", cosa pensi di aver fatto da allora? Penso di aver stupito me stesso e che questo sia il motivo per cui lo sto ancora facendo. Sorprendere te stesso nel trovare che cosa? Trovare un altro modo per migliorare quello che so già fare. Qualcosa che mi stimoli. Sono sempre su una specie di curva di apprendimento e cerco di sfruttarla usando anche il mio talento. Se riesco a sorprendermi continuamente, significa che sono vigile. Tanta gente che ha fatto per molto tempo quello che stai facendo tu, spesso si trovano in una condizione dove finiscono per non imparare mai? Il fatto è questo: quanto le persone vogliono veramente imparare? Voglio dire, alcuni diventano schiavi delle abitudini e vi rimangono per sempre. Quello che esordisce come un grande momento di passione esplosiva, può terminare come uno spettacolo di cabaret, 25 o 30 anni dopo. Dipende se si riesce a trovare la giusta dimensione per ampliare se stessi. Pensa che la differenza stia tra le persone che scelgono un percorso, piuttosto che un altro? Probabilmente, sta nei circa 12 o 13 cm di giro vita. La chiave sta nella magrezza? No, dimagrisci perché diventi agile e perché sei alla ricerca di nuove idee. Se devo giustificare me stesso nell’assurda vita che sto vivendo, devo dimostrare qualcosa che sia credibile e che sia in linea con il mio nome, il mio CBE (Plant è stato
nominato Comandante dell’ordine dell’impero britannico nel 2009) e la vice presidenza da una vita (della squadra di calcio che Plant sovvenziona, i Wolverhampton Wanderers). Allora, sì, sono sempre a scuola. E’ cruciale che io stia al passo con i tempi, senza essere trasportato sulla terra dell’eccessiva confidenza dei cliché e dei riconoscimenti alla carriera. Sì, è così semplice per le persone prendersela comoda. Non penso sia così facile. Penso che tra tutti coloro che hanno raggiunto la propria tranquillità, che indossano le loro pantofole e i maglioncini senza maniche in stile Fair Isle, già pronti per il freddo di ottobre, solo alcuni siano in lutto per i grandi momenti dell’invenzione e dell’esplosione. E ritengo anche che non si pensi di andare avanti così per sempre. Sarebbe fantastico se lo fosse, ma non c’è motivo per giudicare. Sono fortunato perché i miei figli sono cresciuti, li adoro, sono molto fiero di loro e siamo a stretto contatto, proprio come dei grandi amici, ma loro non hanno tanto bisogno di me ora, così posso godermi questo meraviglioso mondo della musica. L’altro giorno stavo pensando a quanto sia strana oggi la generazione di cantanti, se così li vogliamo chiamare, a quanti ne siano rimasti tra quelli che cantano e attorcigliano il microfono. E non ne sono rimasti molti tra noi. Nascondo i miei limiti frequentando persone molto talentuose. L’emozione della collisione tra il ragazzo che attorcigliava il microfono nel 1966 e quello di oggi è un’avventura fantastica. Non ne sono rimasti molti tra noi e io ho imparato molto bene a coprire il passato. (continua ...)
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"Ricord giocareainusniegiorno prima d'o noi solo co me col tempo" ..ggi, un giorno di quando eri . Ah!!!! il tem rdi … cantia Startwayrito g m p o o !! u !! h n e a Si ….. è pro ven … Una str canzone che …. passa eiolavsacne, libero di ci ronza pe ia dietr prio vero … ada (scala) blues e r sta … o di trascinadssiletuo rock violenRtoob..ert ci hai fattochseogci conduce drilattite bello ritrova con un’urlo (que . quasi dovesse nare ... con le tuin paradiso. Day” ... il la rlo a Milano redullo di whotta lotta cadere il mondo ee ballate cuore iziavoro in celluloide ce della presenta love) nell’oblio ete ci di una vita … zione del lo a pulsare a o. Ch Bonhain ro . “Crn m l ri m tm e a u o n elebratieon d prende per tam-tam di rico el “drum” dell’i ... In quell’istan..te mano e mi ndim tica rdi entra po annulla bile Joh..n. il mio tr roso nelleanm con Robtoertil tempo ... e doavsecina indietro nedlete mpo, doveia mente, mi il te o è re … la leggen a da del romcp lt à ... Oggi so gli attimi hanno k! no qui, a M ilano
nella foto da sinistra: John Paul Jones, Jimmy Page, Robert Plant e Jason John Bonham (figlio del leggendario batterista dei Led Zeppelin)
In che modo? Odio i cliché. E quando sei un cantante rock nel 1966, piuttosto che blues psichedelico negli anni settanta, dei quali sappiamo tutto, o degli anni ottanta, nei quali era una lotta sopravvivere, e degli anni novanta, grande periodo per la sperimentazione, sono ancora molto emozionato per essere arrivato qui. Queste sono le enormi diagonali all’interno della musica nella quale sono stato coinvolto. Cosa stai facendo in questo momento, oltre che presentare in giro per il mondo “Celebration Day”, ad Austin? Sto cercando di elaborare nuove idee. Ne stai trovando qualcuna? Certo che sì. Qui è pieno di idee. E’ un vero focolaio di musica e buone idee. Forse, per via della mia generazione e della mia età, della resistenza all’esplosione del rock British underground, eravamo dei ragazzi, e non sapevamo come gestire l’ego e cose del genere e ora, quando arrivi a un certo punto al di sotto dei tuoi limiti, essere bravi non significa solo essere veloci. Essere bravi significa dare un contributo a trecentosessanta gradi al grande mondo della musica. Il record del gruppo Band of Joy è stato quello di incidere 23 brani in circa dieci giorni. Alla fine di una serata sai che hai inciso tre o quattro canzoni e che sono state praticamente completate. Ricordo che a un altro artista della parte atlantica, famoso negli anni ottanta, che incideva a Sarm West, (nello studio di registrazione del produttore Trevorn Horn, a Londra), gli ci sono volute ben tre settimane solo per decidere quale rullante usare. E tutti noi tutti ne conosciamo il ritmo. Immagino di sì. Suona come “Owner of a Lonely Heart.” Con il passare degli anni, trovi più facile o più difficile rimanere creativo? Avrete probabilmente notato che negli ultimi due album che ho composto – quello con Alison e quello che con il mio gruppo, Band of Joy – non c’è molta originalità. Nel tour che abbiamo appena completato abbiamo scritto prolificamente durante i soundcheck, così ho un mucchio di demo in stile trippy psychedelic trance. Penso che sia perché è un po’ più fiacca rispetto a quella dei Primal Scream, ma ha lo stesso suono di armoniche di Link Wray. Con Patty, invece, abbiamo scritto un paio di bei pezzi insieme. Infatti, ci vedremo per provare tra circa un’ora e mezza. Ora suono molto la chitarra acustica, cosa che evitavo di fare negli anni settanta. Non riuscivo a guardare una chitarra senza impallidire, perché mi trovavo con uno dei più spettacolari suonatori di chitarra degli ultimi anni del ventesimo secolo. Con il passare degli anni hai ritenuto più importante il fatto di ascoltare consigli da parte di altre persone o l’hai ignorato completamente? Chiunque mi ha dispensato consigli. Ognuno aveva qualcosa da dirti. Molte persone mi hanno detto di fare la cosa più ovvia, man mano che la mia carriera andava avanti. Questo mi avrebbe fatto sprofondare nell’abisso. Intendevano: “Rimetti insieme la tua band”? Penso sia passata l’ora, ormai. Mentre ti dovresti sentire libero di fare quello che vuoi. In ogni caso, sembra una parte importante di quello che sei e di chi sei, ora che non sarebbe il percorso che avresti scelto. No, infatti. Il punto è: quanto puoi andare lontano con questo? E questo è tutto quello che faccio, sono solo un cantante. Voglio fare un sacco di cose diverse. Hai mai pensato seriamente a rinunciare a tutto e diventare un insegnante? Sì, ci ho pensato. Ho perso mio figlio quando aveva solo cinque anni, nel 1977. Abbiamo perso il nostro bambino (Karac Plant, il suo figlio maggiore è morto di infezione virale). La nostra famiglia è sempre stata molto vicina alla scuola di Rudolf Steiner Waldorf, nella contea del West Midlands, e mi piaceva il modo in cui tutti operavano. Certo, come famiglia, non abbiamo ancora superato la sua perdita. Pensavo ci fosse qualcosa di più onesto e morale che scavare e rinchiudere l’ego nell’armadio. Perché non importa quello che diciamo, le persone di spettacolo sono di solito insicure, hanno un carattere instabile, e in qualche modo vengono compensate da quel poco di gloria, o di espressione, o qualsiasi cosa essa sia. Pensavo di essermene liberato.
Sì, non pensavo fosse una buona idea. A volte mi sento ancora così. Il figlio di Alison Kraus, Sam, frequenta una scuola steineriana, nel Tennessee e sono stato con lei alcuni minuti quando lo siamo andati a prendere all’uscita; devo ammettere che l’odore di sapone carbonico e gli schiamazzi di gioia dei ragazzi non mi infastidivano affatto. Cosa gli avresti insegnato? Sarebbe bello se avessi ancora dei ragazzi, ma ho cinque nipoti che si meravigliano della mia pazzia. Penso che avrei raccontato loro grandi storie. Riesco a far addormentare le persone durante un viaggio di dodici ore su un autobus. Se mi mettessi a parlare dei Black Shield Irish che camminano a due a due da Cardigan Bay a Hereford per svaligiare la cattedrale, riuscirei a fare addormentare Patty in pochi secondi. Queste non sono le storie selvagge che ho letto! Robert (Ride) Questo è un periodo diverso, amico. Voglio dire, tutti siamo a conoscenza di quelle storie e quelle sono solo storie, leggende. Dopo tutti questi anni, come hai fatto a mantenere i tuoi capelli in quel modo? Non lo so. Parlo seriamente. Sono stato sicuramente fortunato. Mia madre era una zingara e scorreva sangue scuro nelle sue vene; i suoi capelli erano così spessi che non riusciva a spazzolarseli. Ecco perché sono stato fortunato e ogni volta che vado a tagliarmeli, i parrucchieri si rifiutano di farlo. Ci sono dei momenti in cui, come Sansone, dici: “Tagliatemeli tutti!”? Ripensando al fatto di essere un insegnante, mi sono reso conto che io sono un caratterista, ma non sono amareggiato da questo. Ogni volta che ho dei dubbi, suono qualche canzone di David Crosby. Sai, quella canzone dal titolo “Almost Cut My Hair”, che fa così: ": "just the other day...it's getting kind of long, I could have said it was in my way...but I'm not giving in...I'm going to let my freak flag fly." Ora, quando cammino in un aeroporto con i miei amici, sono fiero che non sia successo, che ho lasciato perdere e che mi sento ancora così attaccato a quell’intero periodo. Non sono un triste e vecchio hippy, ma un felice e vecchio hippy, credo. Mantenere alta la bandiera della stravaganza, è ancora un principio valido per te? Assolutamente sì. Lo è ancor di più. Quando non ci sarà più Murdoch, chi prenderà il suo posto? Una volta la subcultura era enorme e sfidava la corruzione che prevale, invece, e io mi sentivo così fortunato ad essere tra quelli che pensavano che la positività potesse derivare da discorsi scientifici e costruttivi. Voglio dire, per quanto tempo ancora riusciremo a stare a guardare questo posto che si sta consumando, quando possiamo vedere chiaramente quali sono le risposte e quello che sta succedendo? Sembra che la novità sia così vivace ora che è quasi diventata un momento per stare a guardare qualcosa, ma poi ci si muove verso qualcos’altro. Quindi, sì, è l’unica cosa da fare con i capelli lunghi? Forse sì. Se un giovanissimo ti incontrasse adesso, cosa lo sorprenderebbe di te? Dunque, posso stare alzato fino a tardi. Quello che non possiedo in stile e astuzia, ce l’ho, invece, in gioia ed entusiasmo. Mi piace stare con le persone che si sentono a proprio agio, quindi, penso che un giovanissimo penserebbe di me che sono una persona semplice e un hippy nella sua tarda mezza età. Cosa gli suggeriresti? Bella domanda. Non essere troppo duro con te stesso. Cogli tutte le opportunità e i rischi che puoi. Devi buttarti nella mischia ad avventurarti con la voce, perché essere solo un cantante, non è abbastanza. Robert, pensi ci possano essere le condizioni per una "reunion" o il Celebration Day lo dobbiamo considerare come l'ultimo atto dei Led Zeppelin? Jimmy (Page) e John Paul Jones, sono tutti e due del segno del Capricorno (ride divertito ... ). Sono muti come pesci ... non dicono una sola parola. Loro stanno bene nei loro mondi e lasciano fare tutto il resto a me. Non sono io come dicono, il cattivo della situazione … Bisognerebbe chiedere ai capricorni cosa intendono fare … io, per dire, non ho impegni nel prossimo futuro ...
extra
singer
&deejay
producer
Cristian
Marchi
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intervista a cura di Beatrice Giasi nella foto Tony Baldoni con Jovanotti
Antonio
Vandoni
Direttore Artistico musicale di Radio e Video Italia
Pare di scorgere un sorriso sul suo volto ma non ci giureresti. Il suo tono è affabile, cortese, forse distante ma difficile capirlo dalla sua espressione apparentemente indolente. Ma bastano pochi minuti di conversazione per capire che Antonio Vandoni è una persona attenta e scrupolosa che ama il suo lavoro. Quegli stessi minuti che rivelano anche un altro aspetto. Diverso. Accattivante. Ma rimettiamo ordine e partiamo dagli “ultimi” 20 anni di carriera: Attuale Direttore Artistico musicale di Radio e Video Italia. Inizia la sua carriera musicale negli anni novanta come responsabile della promozione radiofonica e televisiva, locale ed internazionale per la Dischi Ricordi, (passando dal rock degli U2, con i quali ha lavorato, alla poesia di Gino Paoli. Dalle note di De Andrè, alle ballate di Venditti e alla passione della Nannini). Successivamente diventa responsabile della promozione radiofonica e televisiva locale per la BMG Ariola. Morandi, Daniele Silvestri, Ramazzotti e molti altri sono gli artisti che affianca in questo periodo. Un lungo elenco di straordinaria attività perché Radio Italia e Video Italia oltre alla musica affianca anche eventi ed attività culturali e sportive di grande rilievo. 30 anni di musica e successi in Italia e all’estero con una programmazione di certo non facile da gestire. Dal 2002 al 2010 è in giuria al Premio Video Clip Indipendente del Meeting delle Etichette Indipendenti M.E.I. Numerosi gli interventi nelle maggiori manifestazioni musicali nazionali ed internazionali. Collabora come consulente musicale e manager per diversi artisti e band emergenti. Che altro dire? Un uomo da mille volti e risvolti che in queste pagine, tra parole chieste e risposte proveremo a conoscere un po’ meglio.
Arte o Mestiere? Un mestiere applicato all’arte Radio Italia continua ad affermarsi come la radio più ascoltata. Di certo non è solo il frutto di una presenza pluriennale. Qual è il segreto e quanto lavoro c’è dietro una programmazione così amata? Radio Italia non è la radio più ascoltata, ma è tra le primissime ed è il Network che più guadagna ascolti in questo ultimo anno ed è certamente leader tra altre radio (imitazioni) di solo musica italiana. Il segreto di questo successo, oltre alla coerenza e alla peculiarità del prodotto editoriale, stà nel fatto che da 30 anni è il punto di riferimento del mercato discografico di musica italiana e una programmazione curata nei dettagli, che soddisfa un pubblico vastissimo Con un palinsesto così ampio ai microfoni di radio e video italia si sono avvicendati grandissimi ospiti dalla musica alla televisione, dallo spettacolo allo sport. Quale ha lasciato una impronta in più? Nei nostri studi sono venuti tutti i più grandi Artisti degli ultimi 30 anni di musica italiana, ma quello che ci ha lasciato un’incredibile forza, sensibilità e genialità è sicuramente Lucio Dalla e questa convinzione ce l’ho da sempre, non adesso perché non è più tra noi. Il panorama musicale italiano negli anni passati ha visto la predominanza di artisti uomini. La tua esperienza, anche nei talent
show che in questi ultimi anni stanno segnando un passaggio importante per il settore della nuova musica, ti porta a considerare un cambiamento anche con l’affermazione delle donne in questo settore? Si, è vero, grazie ai talent negli ultimi anni le donne hanno avuto più attenzione e più considerazione, era ora… La musica è mente e cuore. Attraverso il ricordo nasce e rinasce ogni volta un’emozione. La tua canzone? Dici bene, mente e cuore e forse perché condivido appieno il testo, la mia canzone preferita è “La costruzione di un amore” di Ivano Fossati Un viaggio nel tempo tra il retro e il palco: il tuo ricordo più bello ... Il ricordo che ho più bello del mio lavoro si riferisce a quando ero il discografico di Pierangelo Bertoli e che, per la sua situazione di diversamente abile, non era MAI stato invitato ad uno spettacolo in prima serata in televisione e al Festival di Sanremo del 2008 che ha fatto insieme ai Tazenda, ho avuto l’onore ed il piacere di accompagnare Pierangelo sul palco del Teatro Ariston e acclamato e richiamato sul palco dall’applauso della gente non finiva più, abbiamo fatto una seconda uscita, trovando tutta la gente del teatro in standing ovation … Ci siamo poi ritrovati da soli nell’ascensore del teatro abbracciati a piangere come bambini, felici di aver vissuto un’esperienza del genere…
Molti considerano importante apparire. Il tuo lavoro invece è quasi sempre nel retro. Come raccontava qualcuno chi conduce veramente i giochi risiede effettivamente dietro le quinte… Io adoro questo lavoro, perché consapevole di non avere un talento ne vocale, ne musicale, mi piace valorizzare quello degli altri e perché io sono davvero felice di veder realizzato un sogno e mi rende felice vedere gli altri felici. I giochi sono interiori, non quelli che appaiono… Sei indubbiamente un uomo di grande fascino e carisma. Quanto è importante o influente nel tuo lavoro? Ti ringrazio, ma se fosse così, questo è importante nella vita, non solo nel lavoro, perché il carisma induce considerazione e rispetto In questo periodo di grande crisi come risponde il mercato musicale? Ne soffre, come soffrono tutti i settori, specie quelli voluttuari, ma la musica ha dalla sua parte che suscita emozioni e che ha un linguaggio universale, per cui il cuore e il comunicare non andranno mai in crisi, non sono valori effimeri Il made in Italy è il nostro più grande tesoro. Credi che anche nella musica si debba puntare alla valorizzazione del nostro mercato? E soprattutto com’è cambiata la musica, gli artisti e la risposta del pubblico negli ultimi anni? Dobbiamo tutti renderci sempre più conto del valore del Made in Italy, con
la sensibilità, con l’iniziativa con la disponibilità d’animo che hanno gli italani. Il music business e i media per fortuna ne tengono sempre più conto, adesso bisogna che anche le istituzione ne prendano atto e si adeguino con incentivi ed iniziative Radio Italia solo musica italiana, l’Art Direct ha lavorato con i più grandi ma l’uomo Antonio chi amerebbe affiancare nel backstage di un suo grande evento? Paolo Bonolis A fronte di questi lunghi anni tra palco e musica torneresti in cattedra dopo l’esperienza al Master di comunicazione musicale alla Cattolica di Milano nel 2011? Cosa ti ha trasmesso questa esperienza con un contatto diretto verso chi ha deciso di intraprendere questo tuo stesso viaggio? Tornerò all’Università, perché quest’esperienza mi ha dato molto, in quanto ho trovato molto interesse, tornerò ma davanti alla cattedra, per condividere più che insegnare agli allievi esperienze di questo magnifico lavoro. Professionalità, competenza, abilità, serietà, impegno, ci sarà qualcosa che manda in confusione l’uomo Vandoni? Nulla, se hai queste doti, unite alla calma, non ti manda in confusione nulla.
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extra
disco
In occasione del nuovo film di James Bond (SKYFALL)e delle celebrazioni del 50° anniversario di 007 al cinema, Bollinger - da sempre lo champagne preferito da James Bond - ha creato un astuccio evento in edizione limitata a forma di silenziatore Walther PPK e una Bottiglia da collezione: Bollinger 002 for 007. E’il 1956 quando lo Champagne Bollinger incontra per la prima volta James Bond. A far nascere il felice binomio è lo stesso creatore dell’agente segreto più famoso al mondo, Ian Fleming, nel romanzo Diamonds are Forever. Da allora, una lunga e felice storia d’amore ha unito l’agente 007 e la popolare Maison francese di vino, che compare, come lo Champagne preferito da Bond, nei romanzi come nei film: da Licenza di uccidere, fino a Casino Royale, passando per Vivi e lascia morire e Golden Eye, l’agente 007 sorseggia e ordina solo Bollinger. Champagne Bollinger 002 for 007, distribuita in esclusiva per l’Italia dal Gruppo Meregalli : Chic, ludica e dall’immagine creativa che richiama il mitico agente segreto, questa inedita custodia a forma di silenziatore Walther PPK è stata creata appositamente dai designers dall’agenzia Sparkle. La particolare forma ed il trucco della combinazione delizieranno i fan dell’agente segreto: l’astuccio si apre infatti solo allineando le cifre 0-0-7 e cliccando poi sul logo della pistola. All’interno, una bottiglia di Bollinger La Grande Année 2002, il millesimo d’eccezione dell’ultimo decennio, come afferma Matthieu Kauffmann Chef de Cave della Maison. La bottiglia, vestita in nero brillante ed argento a caldo, sarà essa stessa oggetto da collezione, per celebrare con massima eleganza i 50 anni di James Bond al cinema. Il motivo della zigrinatura, tipica del silenziatore, è stata ripresa sia sul cofanetto che su etichetta e capsula della bottiglia
nella foto da sinistra: la modella Naomi Chittani, Riccardo Gubiani e Ramona Badescu a Cluj PH: Liviu Farcas
fashion in action coming soon Riflettori puntati su Napoli per il nuovo Evento dedicato alla Moda Internazionale targato FashionTv. La città si tinge dei ‘’Colori della Moda’’, assume un volto inedito divenendo la location prescelta per la prima "NAPOLI in GLAMOUR’’, Giugno 2013. GR Management di Riccardo Gubiani (nella foto) e FTV (fashionTV) si prefiggono di creare un trait d’union tra il mondo della moda e dell’eccellenza dello stile italiano e il grande pubblico internazionale. Nel corso delle serate si alterneranno in passerella più di 30 fashion brand. Per tre serate consecutive la ‘’passerella’’ diverrà il red carpet d’eccezione per le ‘’grandi griffe’’ che verranno affiancate da “nomi emergenti’’ desiderosi di farsi conoscere ed uniti da un solo intento comune: celebrare ‘’Naples in Glamour’’. Ad arricchire lo splendido contesto, ospiti ed artisti di fama internazionale. L’Evento, magistralmente diretto da Alessandro Mazzini, sarà costellato di momenti di stile che raggiungeranno la loro massima espressione in un fantastico show. L'ultima serata sarà aperta da uno show dello Stilista Gai Mattiolo con uno spettacolo indimenticabile. La conduzione della diretta, trasmessa in 196 Paesi del Mondo, sarà affidata al duo inedito Janet De Nardis e Livio Beshir.
Il 14 settembre 2012 è partita l'avventura di Made Club. La location è quella della più storica discoteca comasca ma la direzione è quella del futuro. Il locale simbolo di questa città, con oltre 40 anni di tradizione, si rinnova radicalmente nello stile senza rinunciare allo spirito che ha fatto divertire tante generazioni. Lo stile del club è semplice, minimale e pure sofisticato. Piuttosto in contro tendenza rispetto alla moda anni ’80 (led & neon) di questo periodo. Ogni venerdì al Made balla la Como più adulta e sofisticata, ogni sabato il pubblico è più giovane e scatenato. Il venerdì si parte di solito con un buffet impreziosito da sushi freschissimo sulle note live di ottime band. Il sabato invece, sempre nel privé, la musica è elettronica, mentre in main room ogni notte si passa attraverso tutti i colori del ritmo. E non è tutto ogni notte inizia presto, con un buffet curato e sempre molto affollato. Se in console in main room si alternano ottimi professionisti come Morris Corti e Rasky, i dj guest sono di calibro internazionale come Ian Carey oppure splendide dj girl come Deborah De Luca, Jessie Diamond ed Isa Iaquinta. Molto interessante anche la formula del 'techno Privè, che va in scena una volta al mese. Qui, nel privè, uno spazio più raccolto rispetto alla main room ma comunque importante, ogni mese si alternano i dj dell'universo musicale creato da Sven Vath. Ovvero grandi nome come Tobi Neumann o Onur Ozer. Come se non bastasse, per rendere l’esperienza ancor più travolgente ogni notte è prevista un’animazione danzante che sa trasformare ogni notte in un show. Gli artisti della Night Project strabiliano con i loro balli in costume, dalla classica all’hip/hop-house, le loro acrobazie vi lasceranno senza fiato. Si muovono a tempo, perfettamente sincronizzati e per questo emozionano.
it's fashiom ERBUSCO BRESCIA ITALY
QI CLUBBING
Non chiamatela discoteca. Sarebbe riduttivo. Il QI, semmai, è anche una discoteca, ma in realtà è molto di più. E’ uno stile, è un modo di interpretare e vivere la notte e il divertimento, è un modo diverso di concepire il gruppo e il concetto medesimo di ritrovo. Dagli arredi ai suoni, il QI ama distinguersi perché non crede all’omologazione e alle facili scorciatoie. Trasversale, innovativo e sempre elegante, il locale di Rovato nasce nel dicembre 2001 ed è un grande cilindro dedicato al Clubbing progetto dall’archistar Beppe Riboli . Lo aprono, carichi di speranze, progetti e visioni notturne, Luigi “Gino” Liguori e Alda Civelli. La filosofia del locale è immediatamente chiara: ottima musica nell’area discoteca e gran cibo al ristorante. Trenta spettacoli all’anno, ognuno con diverse repliche, spesso un po' diverse tra loro. Gli show di QI clubbing sono veri musical e prendono vita su due grandi palchi. QI vive di notte, ma respira per l’intera settimana ed è anche un vero teatro con costumisti, coreografi, scenografi, artisti del light design ed esperti in grado di tarare sempre nel modo giusto Respira attraverso il suo corpo di danza, una decina di ballerine, acrobati e performer che prima degli show provano e riprovano i pezzi.
Via Delle Industrie, 79 www.qiclubbing.com
COMO ITALY
it's cool
music club como
P.S.Giorgio by night metti una notte ... con Jack
Feber
"Metti una notte sulla east-coast …!" il filo conduttore è la musica e il divertimento … nel bene e nel male. La notte ci accumuna ed il sottofondo delle nostre serate sono relazioni che si consumano attraverso costumi, stimoli, prospettive, con una sensibile meditazione e partecipazione esteticamente avvincente. Un reportage di come si vive una notte ... Ovviamente sulla east-coast! ... Parola di Jack
snc
ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE
le gall
oui c'est moi
caffè 900 Via Bernini 32 _ Trodica (MC) _ T.0733 564396
keepcalm
PH: *Caterina Micheli, Stefano Belà Giacomo Properzi (Factory)
Nelle foto da sinistra: Bruno Baldassarri, Chiara Martelli e Augusto 900
Agente Fineco leasing "La nostra professionalità e la nostra esperienza sono maturate in circa un trentennio di lavoro nel settore del leasing, ciò ci permette di offrire un sevizio con grande contenuto professionale, con risposte precise e puntuali. Grazie inoltre al collegamento diretto con la società mandante Unicredit Fineco Leasing S.p.a. ed alla autonomia gestionale a noi riconosciuta, siamo in grado di risolvere la maggior parte dei problemi che possono verificarsi dalla stipula fino alla chiusura di ogni contratto di leasing".
soluzioni chiare ... futuro in movimento
trattoria: DA ANTONIA via della Stazione, 54/58 _ MARINAPALMENSE (FM)
Un viaggio di sapori e profumi di un tempo, vi trasporterà nel cuore della tradizione della cucina. La cucina segue il ritmo delle stagioni e riserva la massima attenzione a una materia prima di assoluta qualità che trasforma in piatti esteticamente molto belli e curati, ricchi di gusti e di sapori, espressione di matura intelligenza gastronomica. Non vi aspettate dunque di trovare un locale di lusso e globalizzato, perché la Trattoria da Antonia ha il concetto del pesce appena pescato, quello che ti invoglia ed emoziona , dal pesce azzurro ai crostacei e ai crudi pesci più tipici in linea con la stagionalità del mare Adriatico. Una cucina di pesce che rispetta la tradizione della trattoria di pesce tipica.
LEASING
Studio Leasing
TARGATO STRUMENTALE IMMOBILIARE AGEVOLATO NAUTICO SOCIO AGGREGATO Associazione Italiana Leasing
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