Di Magazine ( Donna Impresa Magazine ) n 18

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Di WINTER/SPRING 2011-2012

donna impresa magazine

questo luogo fatto di parole appartiene a tutte

NOI DONNE

speciale

DOSSIER MODA

Proprietà editoriale e progetto grafico DONNA IMPRESA

il cuore verde dell’Italia

a Toronto con STEPHAN CARAS

LUI

SCARCHILLI Vittorio racconta Gassman

JACK BELLAVITA becousethenight

storia di copertina

ANNA MARIA & GIANNI

GALLUCCI


MATRICARDI SpA

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movimento

DOSSIER MODA il cuore verde dell’Italia

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speciale

a Toronto con STEPHAN CARAS

LUI

SCARCHILLI Vittorio racconta Gassman

JACK BELLAVITA becousethenight

storia di copertina

ANNA MARIA & GIANNI

GALLUCCI


casi virtuosi di passaggio generazionale

Anna Maria e Gianni

Gallucci È un momento particolarmente favorevole per il brand Gallucci, icona del Made in Italy da due generazioni. Sono passati infatti oltre cinquant’anni da quando i fratelli Mario e Giuseppe Gallucci aprirono la bottega artigiana destinata a diventare un’ icona dell’eleganza e della creatività italiana. Oggi è uno dei marchi più importanti nelle calzature da bambino, con prodotti distribuiti nei principali mercati del mondo con grande apprezzamento della loro qualità a conferma della validità della missione aziendale: produrre scarpe nel rispetto della più rigorosa tradizione italiana che rispondano alle esigenze di comfort e salute dei piedi dei bambini. Da due anni questo brand ha aperto la prima boutique monomarca in Via Borgospesso, 18 a Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, e successivamente la seconda a San Benedetto del Tronto, nella centralissima Via Mario Curzi. Delle strategie del brand e dell’approccio all’innovazione ne abbiamo parlato con la Signora Anna Maria, cuore pulsante ai vertici della prestigiosa azienda. intervista a cura di Carlo Del Turco_scatti by Roberto Baldassarri Style Photo@reporter

Qualità assoluta e made in Italy sono dunque i cardini della vostra strategia. Cosa significa in concreto? Significa non solo non rinnegare la nostra storia, ma darle continuità; vuol dire aver rispetto per le proprie origini, nonché un forte senso di responsabilità nei confronti del territorio e di tutte le persone che lavorano direttamente o indirettamente per la nostra azienda. E’ l’essere fedeli a questi valori. E’ per tutto questo che circa dieci anni fa, nel momento dei grandi cambiamenti, l’ inizio della globalizzazione, nel momento di fare la scelta della vita, abbiamo preso la decisione strategica di continuare a produrre tutti i nostri prodotti in Italia, a Monte Urano, nella nascente zona industriale dove abbiamo costruito il nuovo stabilimento concepito a regola d’arte per efficienza e grande comfort di tutti quelli che ci lavorano e passano la gran parte della loro vita! Oggi posso affermare che i nostri clienti e

consumatori ci premiano perché si riconoscono in questa fedeltà, perché sono alla ricerca di un prodotto ben fatto, e vogliono conoscere la storia che c’è dietro ad ogni singolo bene acquistato, emozionarsi e condividere la passione delle mani che lo hanno disegnato e poi creato. Uno degli slogan che mi hanno maggiormente colpita è il seguente “il bene più grande … le nostre mani … hanno custodito i gesti più antichi, rinnovato le tradizioni più autentiche … protetto milioni di bambini". Si percepisce da queste parole la sensibilità al prodotto la manualità degli esperti artigiani che realizzano con cura e maestria diverse lavorazioni delicate che nessuna macchina al mondo può effettuare con lo stesso amore e dedizione. Più che uno slogan è una parte saliente della nostra strategia

STORIA DI COPERTINA

Di madre in figlio: cambia la governance


aziendale ovvero: NON voler essere un’ industria che produce grandi quantità a scapito iperbolico della qualità ma restare una azienda di piccole/medie dimensioni che produce ogni singola scarpa con il massimo della qualità ed attenzione ai dettagli. Cioè continuare ad operare sempre nel rispetto delle proprie radici che sono quelle dell’arte manifatturiera tipica della nostra regione, le Marche, che da sempre detiene la leadership della qualità nel mondo. Se tutti i più grandi marchi hanno una loro base nelle Marche un motivo chiaro ci sarà? La maestria e il know-how dei nostri artigiani. La nostra azienda ha fatto tesoro di questo patrimonio fatto di valori radicati e competenze tecniche ineguagliabili facendoli diventare il punto cardine della nostra strategia: la produzione artigianale di alta qualità. Parlando di scarpe, nessuna macchina al mondo può fare il lavoro raffinato ed

attento della mano dell’ uomo! Avete basato il vostro lavoro sull’eccellenza traendo spunto dalla tradizione, ma con forti capacità innovative, questo lo scatto di differenza. Come si concilia l’innovazione con la decennale tradizione artigianale che contraddistingue il marchio? Quando accennavo prima all’ efficienza del nostro nuovo stabilimento, la stessa includeva anche le scelte tecnologiche avanzate a livello produttivo fatte già a quel tempo per migliorare il taglio delle pelli di prima scelta utilizzate nelle nostre produzioni. La tecnologia è diventata parte integrante del nostro vivere quotidiano, ma ne facciamo sapiente uso: ovvero non la poniamo al centro della strategia ma la utilizziamo con attenzione, per migliorare l’ efficienza produttiva e far sì che il prodotto conservi inalterata la sua forte

valenza artigianale. Reputo che la tecnologia sia fondamentale invece per sviluppare e rafforzare le relazioni con i nostri clienti e consumatori. Stiamo investendo in punti di contatto diversificati con i clienti traendo vantaggio dai progressi della tecnologia digitale. Signora Anna Maria, al di là dei più o meno manifesti desideri di affermazione professionale di una donna, vi è sempre un successo al quale essa non vuole, in nessun caso, rinunciare quando è mamma: quello di poter gioire dell’amore dimostratole dai figli attraverso una moltitudine di gesti, non ultimo quello di non sottrarsi, una volta grandi, alle responsabilità di custodire gelosamente tutto ciò che i genitori hanno costruito faticosamente fino a quel momento. Il passaggio generazionale è uno dei momenti più significativi nella storia di un’azienda e soprattutto quando esso avviene in modo responsabile e non

traumatico, come in questo specifico caso, vale davvero la pena di raccontarlo… Si. E’ proprio così! Ho vissuto un’ intera vita ad intraprendere avendo dei figli da crescere ho dovuto saper gestire il tempo da dedicare a lavoro e famiglia, con fatica ma grande costanza, pensando all’ azienda quando ero a casa e viceversa,tenendo sempre conto delle esigenze della famiglia e quelle lavorative, cercando di ricordarsi sempre tutto,ecc. Realizzare poi che i tuoi figli ormai cresciuti, ti dimostrano quanto tu sia ancora importante per loro, che si interessano, suggeriscono,ascoltano con pacatezza, si fanno ben volere da tutti e sono rispettosi verso gli altri: significa che sono sulla buona strada per iniziare il percorso del passaggio generazionale.La strada sarà comunque lunga e faticosa, anche perché, il percorso deve iniziare dalla “gavetta”. E' necessario conoscere tutti i


fondamentali di un prodotto tecnico e complicato come le calzature: dai sistemi costruttivi ai materiali;dalla preparazione delle commesse ai cicli produttivi; dai segreti degli acquisti al controllo di gestione; dal marketing alla vendita, e così via! Il solo pensiero che questo sarà il progetto per il futuro prossimo mi rende felice ed orgogliosa! Felice perchè tutti i sacrifici e gli sforzi fatti in tutti questi anni non sono stati vani; orgogliosa di aver cresciuto dei figli che ci stanno ripagando con tanto amore.

Innovazione, ricerca, sviluppo, sostenibilità e... amore: questi i gap di vantaggio di un'azienda il cui passaggio generazionale, non è stato elemento di criticità, bensì salto di qualità soprattutto dimensionale.

Gianni e Andrea

Gallucci

un passaggio di consegne di successo . . .

Gianni: qual’ è il ruolo dei canali digitali nella vostra strategia di marketing e comunicazione, e quali gli obiettivi futuri? Non si può non cogliere le opportunità regalate dalla rete… la società contemporanea lo impone; ed è sulla base di queste certezze che anche noi negli ultimi anni abbiamo avviato diverse iniziative di Marketing sui new media, quali social network ed applicazioni per mobili. I canali digitali,la multicanalità e le nuove tecnologie costituiscono un’opportunità senza precedenti, per conoscere meglio i nostri clienti e farci conoscere sempre più dai nostri consumatori. Molte iniziative già realizzate o comunque in fase di studio sono rivolte a raccogliere e ad analizzare le informazioni e i desideri dei nostri clienti in tutte le possibili occasioni di contatto: vendite registrate dal sistema di CrM distribuito in tutti i negozi, assistenza post vendita, risposta alle campagne di marketing, social network. Le nuove tecnologie permettono infine di agevolare il personale dei negozi fornendogli immediatamente, attraverso dispositivi mobili, informazioni aggiuntive sia sulle caratteristiche dei prodotti che sulle preferenze dei clienti sempre nell’ottica di rendere migliore la shopping experience del cliente. Gallucci si distingue per l’attenzione alle tematiche di tutela ambientale e di etica del lavoro. Quali, le iniziative messe in campo? I temi della responsabilità sociale e della sostenibilità sono stati da sempre al centro delle nostre attenzioni. E' sbagliato considerarli dei freni al business, bensì, al contrario, proprio attraverso un maggior controllo, un’ attenta regolamentazione e trasparenza è possibile cogliere opportunità di sviluppo, salvaguardare il know-how e aumentare l’efficienza nonché l’efficacia nella filiera produttiva. La nostra esperienza è iniziata negli anni ‘80 con un processo volontario orientato alla responsabilità sociale ovvero al pieno rispetto dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori all’interno della nostra organizzazione, con pericolare attenzione alle politiche di salvaguardia del territorio; attualmente è in corso un progetto molto importante che io con orgoglio sto portando avanti nel quale si pone l'attenzione sulla riduzione delle emissioni di C02, utilizzo di energie alternative, riutilizzo dei materiali di scarto e riciclo, è per questo che è organizzato un sistema di raccolta differenziata lungo tutta la filiera produttiva.Posso dire che sono in molti ad apprezzare la nostra filosofia e ciò è gratificante, ma lo è ancor di più vedere i risultati sorprendenti che stiamo ottenendo ogni giorno.


siamo vicini alla natura, siamo vicini al nostro futuro e al futuro dei nostri bambini La Natura ha bisogno di attenzioni, è necessario il nostro sforzo per condividere con i consumatori le iniziative da noi intraprese. Vogliamo dare ai consumatori l’opportunità di capire e imparare di più da ciò che Gallucci sta facendo per aiutare a salvaguardare l’ambiente, ma vogliamo anche supportarli a fare azioni in favore dell’ambiente.

GALLUCCI_MONTEURANO_ITALY


GALLUCCI E L'AMBIENTE Per determinare il nostro impatto ambientale, noi consideriamo l’intero ciclo di vita dei nostri prodotti, analizziamo il ciclo di vita prendendo in considerazione tutte le emissioni associate ai nostri prodotti. Ciò include la reperibilità e la lavorazione delle materie prime, la produzione, l’imballaggio, il trasporto, l’uso del prodotto e il suo smaltimento. È da tenere anche in considerazione che tutte le nostre scarpe sono realizzate interamente in Italia, e tutto il processo di produzione si svolge all’interno dello stabilimento Gallucci in modo da ridurre al minimo le emissioni determinate dai trasporti di trasferimento delle merci in fase di lavorazione, riducendo così le nostre emissioni di Co2.

FABBRICAZIONE Uso dei materiali

Da diversi anni i designer e tecnici Gallucci sono all'avanguardia nello sviluppo di prodotti più attenti alla durabilità, al comfort e morbidezza. Man mano che i nostri prodotti si perfezionano, diminuiscono la quantità di materiali usati per produrli e la generazione di emissioni di CO2. Ad esempio, la linea Goodyear ha una robustezza non indifferente ma allo stesso tempo grande morbidezza e flessibilità, eppure è stata progettata per utilizzare una bassissima percentuale di collanti.

ELIMINAZIONE DELLE SOSTANZE TOSSICHE Costruire prodotti ecocompatibili significa anche valutare attentamente l'impatto ambientale dei materiali usati per la loro creazione. Dal pellame, ai fondi e accessori presenti nei nostri prodotti fino alla carta e all'inchiostro degli imballaggi, il nostro obiettivo è restare in prima linea sul fronte della riduzione o eliminazione delle sostanze nocive. Oggi la più grande sfida ambientale per le aziende del nostro settore è la presenza nei prodotti di sostanze nocive, stiamo collaborando con i nostri partner nella fabbricazione per eliminare tali sostanze dai nostri prodotti.

PRODUZIONE RESPONSABILE

Gallucci si impegna a garantire la sicurezza delle condizioni di lavoro nei propri stabilimenti, che i dipendenti siano trattati con dignità e rispetto e che i processi di fabbricazione siano rispettosi dell'ambiente. Salvaguarda i posti di lavoro italiani.

SMART PACKAGING Confezioni costruite anche con materiali riciclati e collanti naturali sono un gran vantaggio per il pianeta. La carta e il cartone utilizzati sono riciclati o provengono da foreste gestite responsabilmente. Può sembrare un piccolo cambiamento, ma ha un grande impatto positivo sul nostro ambiente. GALLUCCI s.r.l._Viale I° Maggio, 53_63015 Monte Urano (Fm) www.galluccishoes.it T. +39 0734 847174 _ F. +39 0734 847121_ mail: info@galluccishoes.it


Sta attraversando tutti i settori dell’economia italiana, creando innovazione e possibilità di sviluppo. Si tratta della green economy, conosciuta anche come “economia ecosostenibile, la quale, secondo il rapporto GreenItaly 2011, presentato il 14 Novembre a Milano, potrebbe fornire un’importante chiave di risoluzione della crisi economica.

PREDILIGERE IL SENTIERO DELLA GREEN ECONOMY SIGNIFICA NON SOLTANTO MIGLIORARE LA QUALITÀ DEI PRODOTTI, MA ANCHE CONQUISTARE UN POSTO DI RILIEVO NEL MERCATO INTERNAZIONALE, NON IN ULTIMO CREARE OCCUPAZIONE. ,

Il cuore verde che unisce l’Italia

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Un terzo delle imprese che investono in tecnologie green possono vantare una presenza sui mercati esteri quasi doppia rispetto a quella rilevata per le imprese che non puntano sulla sostenibilità ambientale. Anche per quanto riguarda l’occupazione essa sembra fruire di una marcia in più, tanto che nel 2011 il 38% delle assunzioni programmate dalle imprese è riconducibile all’eco-sostenibilità. Un fenomeno rilevante dunque, che attraversa la penisola in maniera trasversale, senza grandi differenze tra le Regioni del nord e quelle del sud, e che vuole proporsi come una delle strade principali per rilanciare l’economia italiana, puntando su qualità, innovazione e rispetto dell’ambiente. Da quanto si evince dal rapporto GreenItaly 2011, sembra che in Italia “economia verde” significhi più riorganizzazione in chiave ecosostenibile dei comparti tradizionali dell’industria che sviluppo dei comparti propriamente ambientali (fonti rinnovabili, riciclo dei rifiuti ed altri). Ma la green economy è anche una maniera straordinaria per rivitalizzare l’insieme del Made in Italy, dall’agricoltura ai settori più tradizionali, con una maggiore attenzione all’innovazione, all’ambiente e alla qualità. che è molto legata al tema del territorio, delle comunità, della coesione sociale. Chi in passato, o magari anche ora, ha pensato che l’Italia potesse essere competitiva indebolendo i diritti o favorendo licenziamenti più facili o addirittura sottopagando i lavoratori, era diretto su una strada sbagliata. Su quel terreno non possiamo che perdere rispetto a quei paesi emergenti che sono maggiormente competitivi di noi. L’Italia vince quando, facendo sistema, scommette sulle cose che la rendono unica. Diceva Carlo Maria Cipolla “La missione dell’Italia è produrre all’ombra dei campanili cose che piacciono al mondo” a rammentare che l’Italia è rimasta forte perché si è prodotta una spinta verso la qualità, che è figlia di politiche ambientali. Questo discorso può valere in tantissimi settori, come quello del vino o della ceramica. Questa specie di “green economy in salsa italiana” diventa una chiave per ragionare sull’economia del futuro. Abbiamo bisogno di un’idea ambiziosa dell’Italia, che consenta di dare speranza e fiducia agli imprenditori, ai giovani, a coloro che devono poi cimentarsi con un altro tipo di economia e purtroppo invece, troppe volte la politica e l’economia ufficiale non sono state capaci di dare questa visione a lungo termine. Seneca diceva "Non esistono venti favorevoli per il marinaio che non sa dove andare”.

Il concetto di sviluppo sostenibile

Il concetto di “sostenibilità” assume nel corso degli ultimi venti anni una crescente importanza nel panorama internazionale, ispirando una molteplicità di orientamenti politici all’interno dei diversi Paesi, a cui sottostanno concetti complessi e insoliti quali quello di “equità intergenerazionale” o idee più semplici e consolidate di assistenza sociale e/o salvaguardia dell’ambiente. Il principio di sviluppo sostenibile, sorto negli anni ’50 in seguito alla sempre crescente drammaticità dei problemi di deterioramento ambientale, si colloca oggi in un contesto che non è (più) prettamente ambientale, ma presuppone un quadro di riferimento più ampio ed organico. In esso convergono linee evolutive di diversa natura – politica, istituzionale, culturale, scientifica – maturate in ambito internazionale e nei singoli paesi, all’interno delle istituzioni e nei movimenti di opinione, in un intreccio tra scala globale e scala locale che rappresenta un elemento strutturale dei nuovi scenari e di un rinnovato approccio. L’ idea di sviluppo sostenibile rappresenta pertanto una formula sintetica che può essere utilizzata in differenti contesti per comunicare diversi contenuti, cui sottostanno diversi approcci, esegesi politiche e strumenti di analisi. La definizione più conosciuta, e sulla quale esiste maggiore consenso, di sviluppo sostenibile è quella proposta dal Rapporto Brundtland: "uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni". Molto più importante della definizione, comunque, e quant’anche più intricata, è l’individuazione delle condizioni, dei parametri e dei vincoli che in concreto devono essere considerati nell’accertare la “sostenibilità” di un qualsivoglia sistema sottoposto ad analisi, così come alquanto complessa, ma altrettanto importante risulta l’identificazione dei limiti del sistema medesimo. Argomenti quali “equità inter-generazionale o intra-generazionale” e “sostituibilità delle risorse”, che sono di fondamentale importanza nel quadro teorico dello sviluppo sostenibile, acquisiscono un significato differente in relazione al contesto in cui sono adottati e devono poter trovare un’adeguata trasposizione nelle politiche concrete attraverso cui la sostenibilità è perseguita. Al fine di verificare l’attuale capacità dell’ambiente naturale di far fronte alle attività umane (funzione “sorgente”) possiamo analizzare alcuni dati sulla disponibilità e sui trend di consumo di alcune risorse basilari (ad esempio l’energia) in differenti aree del pianeta. Va da se pensare che non è pertanto razionalmente propugnabile l’idea di poter mantenere uno sviluppo (inteso come crescita) nel tempo senza tener conto di quelli che sono i limiti del pianeta, sia come fonte di risorse in lento (forse) ma progressivo esaurimento che in qualità ricettore dei residui nocivi delle attività antropiche. In un quadro di analisi così stabilito, scaturisce la necessità, avendo appurato l’esistenza di effetti negativi delle diverse attività antropiche sulle “funzioni ambientali”, di adoperare vincoli e/o incentivi all’utilizzo di determinate risorse e di incorporare codesti vincoli in tutte le strutture sociali attraverso cui vengono condotte tali attività (governi, mercati, aziende, agenzie di regolazione, ecc.), per correggere la distribuzione di rischi e costi sia a livello spaziale (entro la medesima generazione) quanto a livello temporale (tra generazioni successive). Le conseguenti modalità attraverso cui operare al fine di mantenere intatte le capacità del pianeta di soddisfare i bisogni umani possono quindi essere ricondotte essenzialmente a due: un restringimento degli effetti dannosi delle attività umane, conseguita attraverso strumenti di politica ambientale ed attraverso l’innovazione (sostituzione di risorse non rinnovabili con risorse rinnovabili, innovazione nell’uso delle tecnologie ed innovazione nell’utilizzo del territorio); una graduale modifica della struttura del sistema economico, mirata alla dematerializzazione e all’espansione dei settori a basso consumo di risorse. Lo sviluppo sostenibile così come lo abbiamo qui di seguito inteso, si basa pertanto in maniera sostanziale sulle capacità delle diverse istituzioni di sviluppare strategie, innovazioni e servizi volti a salvaguardare il capitale naturale e ad perfezionarlo con le altre forme di capitale (artificiale, umano, culturale, sociale) che entrano nel processo di sviluppo in modo che emergano le evidenti complementarietà e le interrelazioni esistenti tra tutti questi patrimoni disponibili. Molteplici tentativi sono stati condotti nel decennio passato per incorporare il concetto di sostenibilità nell’impostazione e nella pianificazione politica, sia a livello internazionale che all’interno dei singoli Paesi. Gli sforzi compiuti, pur tuttavia, non hanno portato ai risultati sperati, forse anche perché sono stati spesso fondati su criteri d’azione alquanto vaghi. Il primo piano d’azione formale in tema di sviluppo sostenibile risale alla Conferenza di Rio, tenutasi nel Giugno 1992. La Dichiarazione di Rio approfondisce, in effetti per la prima volta in un contesto istituzionale globale (Nazioni Unite), le problematiche concernenti lo sviluppo sostenibile. Successivamente si assiste, quantomeno all’interno delle due principali macro aree del mondo occidentale (Stati Uniti ed Unione Europea) ad una progressivo inserimento del concetto di sviluppo sostenibile tra i principi ispiratori degli indirizzi politici generali. Benché con differenze per nulla trascurabili nell’impostazione, nel corso dell’ultimo decennio il principio di sviluppo sostenibile inizia inoltre, in queste due aree del mondo, ad individuare piani ed azioni all’interno di quei settori che sono da sempre ritenuti più legati al tema della sostenibilità (energia, trasporti, agricoltura). Le politiche per lo sviluppo sostenibile conferiscono quindi inizialmente un nuovo assetto alle tradizionali politiche ambientali, coerente con la necessità di considerare le questioni prioritarie nel loro complesso. Per quanto riguarda l’Unione Europea ciò che sembra emergere dal lavoro condotto finora a livello comunitario ed all’interno degli

Stati Membri sono linee comuni sull’approccio da seguire per assestare una politica di lungo periodo sullo sviluppo sostenibile. Queste linee prevedono il coordinamento “orizzontale” tra diversi ministri per la concezione di un quadro d’azione integrato, la definizione di orizzonti di riferimento stabili e di sistemi di verifica chiari che costituiscano un caposaldo per le decisioni da adottare negli anni a seguire, la partecipazione attiva (e non solo in consultazione) di tutte le parti in causa (che si può ottenere solo trasponendo i piani generali in piani a livello locale). La sostenibilità, concettualmente definita ad un livello molto aggregato, tipicamente globale, viene sempre più declinata in modo da prendere in considerazione i diversi livelli politico/amministrativi (ed in particolare il livello locale) al fine di adottare condotte efficaci che possano orientare concretamente le prassi operative. In Italia, benché le politiche in materia ambientale siano state adottate con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi Europei, la risposta all’invito delle Nazioni Unite (UNCED) in tema di sviluppo sostenibile è piuttosto rapida tanto che alla fine del 1993, viene predisposto il Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile in Attuazione dell’ Agenda 21. Tale piano ovvio si ispiri alle linee guida dell’Unione Europea, che si trovano nel V Programma d’Azione Ambientale. In tale piano, se da un alto non sono presenti né dissertazioni relative ai criteri ed alle condizioni per il raggiungimento della sostenibilità né una strategia in riferimento a obiettivi specifici di sostenibilità, dall’altro comincia però ad essere posta in evidenza l’urgenza di integrare le considerazioni di carattere ambientale nelle differenti politiche settoriali (industria, trasporti, energia, agricoltura, turismo) così come la necessità di inserire nell’analisi politica i costi e benefici ambientali, sia a livello privato (produttori/consumatori) che a livello pubblico (contabilità nazionale). Un significativo passaggio in relazione a programmi e politiche ufficiali per lo sviluppo sostenibile e per l'Agenda 21 da parte del Ministero dell'Ambiente, sembra compiersi nel maggio del 1998 con l'approvazione del Nuovo Programma per la Protezione dell'Ambiente il quale prevede, tra i vari settori d’intervento, uno relativo agli strumenti per lo sviluppo sostenibile. Più di recente, in seguito alla sottoscrizione dell’accordo sul Protocollo di Kyoto ed alla ratifica dello stesso da parte del legislatore italiano, si assiste da un lato alla stesura di una “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia” e dall’altro alla disposizione di nuove linee guida per le politiche di riduzione dell’effetto serra. In queste linee guida si assume che, fino al 2010, si registri una crescita media annua del PIL del 2%. Ciò premesso, al fine di pianificare la riduzione emissioni di gas ad effetto serra viene costruito uno scenario “tendenziale”, o a legislazione vigente, basato sugli effetti di misure già avviate o “decise”, ed uno scenario “di riferimento”, che esamina gli effetti aggiuntivi di altre misure, già “individuate” anche a fini diversi da quelli di abbattimento delle emissioni. Si assume infine che la situazione delle emissioni al 2008-2012 (e al 2005) sia quella derivante dagli effetti prodotti dalle misure dei due sopra citati scenari. Tenuto conto che l’obiettivo al 2008-2012 è quello di avere emissioni pari a 487,1 MtCO2, si conclude che è imprescindibile individuare politiche e misure per un’ulteriore riduzione.

Sostenibilità ed energia

Il settore energetico è senz’altro uno degli ambiti per i quali il concetto di sviluppo sostenibile acquista recentemente un significato particolarmente forte, alla luce delle crescenti preoccupazioni da un lato sull’impatto dei cicli energetici sull’uomo e sull’ambiente e dall’altro sull’affidabilità delle riserve totali di fonti fossili (petrolio e gas naturale in particolare), a fronte della notevole rilevanza che queste detengono nei consumi energetici mondiali, e sul peso che le infrastrutture del settore (impianti, reti) possono avere sulla gestione sostenibile del territorio. Per quanto concerne il primo aspetto, quantunque il settore energetico incida in termini di impatto su tutti i comparti ambientali, le questioni connesse alle emissioni in atmosfera costituiscono uno degli aspetti più critici. Al settore dell'energia, che rappresenta una delle maggiori sorgenti di emissioni di inquinanti atmosferici e di gas climalteranti, vengono, infatti, ricondotte alcune fra le più preoccupanti problematiche che preoccupano il pianeta a livello globale, regionale e locale: il cambiamento climatico, l'acidificazione e la qualità dell'aria. Esse sono in varia misura connesse alle emissioni in atmosfera di composti quali anidride carbonica (CO2), monossido di carbonio (CO), ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili diversi dal metano (COVNM), particelle sospese (PST), protossido d'azoto (N2O), metano (CH4). Queste emissioni, esclusa la parte derivante da fenomeni naturali, sono in prevalenza legate all'utilizzo di combustibili fossili quali fonti energetiche in diversi ambiti (trasporti, industria, energia, ecc.). Per quanto riguarda il secondo aspetto bisogna analizzare l’impatto del settore sulle risorse naturali in genere, ed in particolare sulle risorse che in maggior misura possono essere soggette ad esaurimento. Occorre quindi considerare il consumo dei combustibili fossili, ma anche l’uso del territorio, che è una parte fondamentale del capitale complessivo investito nelle attività del comparto energetico. Sempre più, soprattutto in Paesi e Regioni contraddistinti da elevate densità abitative, il territorio diviene bene inestimabile oggetto di possibili usi concorrenti da parte dei cittadini. Le infrastrutture del settore energetico rappresentano uno di questi possibili utilizzi e perciò una giusta attenzione deve essere destinata alla valutazione degli impatti di tali infrastrutture sul sistema economicoambientale nel suo complesso. Il terzo resoconto del Comitato Intergovernativo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (IPCC, Intergovernamental Panel on Climate Change), pubblicato nel 2001, asserisce che appare ormai evidente un’influenza per nulla trascurabile delle attività umane sul clima complessivo indicando infatti, dati alla mano, come le concentrazioni atmosferiche di gas climalteranti, responsabili del cosiddetto "effetto-serra", sono notevolmente aumentate rispetto all'epoca preindustriale e come la temperatura media globale dei bassi strati dell'atmosfera è aumentata, rispetto alla fine del XIX secolo, di un valore medio globale di 0.6 °C, e tuttavia racchiuso fra 0.4 e 0.8°C. Queste tendenze, se confermate nei prossimi anni, lasciano spazio ad ipotesi di aumento del livello dei mari, di maggior frequenza di piene ed inondazioni, di impatti sulle colture agricole e sulla biodiversità. Fenomeni che sarebbero accompagnati da forti ripercussioni anche nel campo economico e sociale, a causa delle modifiche delle opportunità di sviluppo per i vari paesi del pianeta, soprattutto per quanto riguarda le iniziative economiche, l'occupazione e la distribuzione della ricchezza. L'intensità di questi impatti presenta tuttora margini di incertezza. La comunità scientifica ha compiuto notevoli progressi nel chiarire i meccanismi che legano le emissioni di gas serra alle concentrazioni di queste sostanze in atmosfera. Non è stato però ancora provato in modo definitivo che l'incremento della temperatura osservato sia effetto dell'aumento delle concentrazioni di gas serra in atmosfera. Esiste in ogni caso un generale accordo sulla necessità e l'urgenza di politiche di riduzione delle emissioni di gas serra: le previsioni di aumento della temperatura media al 2100 variano infatti da 2 a 3.5 °C. Al settore energetico, ed in particolare all'utilizzo di combustibili fossili, è in larga misura riconducibile anche il fenomeno dell'acidificazione, causa di danni all'ecosistema forestale, ai laghi, alle acque sotterranee e di superficie, ai suoli, al patrimonio artistico e culturale ed ai materiali in genere. I principali inquinanti responsabili di fenomeni di acidificazione sono l'ammoniaca (NH3), gli ossidi di zolfo (SOx) e gli ossidi di azoto (NOx). Mentre l'ammoniaca si genera prevalentemente da attività di tipo agricolo, le altre due classi di composti sono invece intrinsecamente legate all'utilizzo di combustibili fossili, dei quali rappresentano un residuo di combustione. Alla luce di tali considerazioni è perciò quanto mai importante valutare in termini corretti costi e benefici delle diverse tipologie di fonti energetiche. E' evidente pertanto, in considerazione di quanto appena esposto, che le politiche energetiche rappresentano un nodo basilare per il raggiungimento di quegli obiettivi di sostenibilità che la comunità internazionale ed i diversi Paesi ritengono di dover perseguire nel prossimo futuro.


Perché il fotovoltaico?

Perché quello del surriscaldamento globale non è un complotto, ma la realtà dei fatti.

La temperatura della Terra sta salendo, precisamente di 1°C dal 1950. A confermare quello che era già stato scoperto da vari gruppi di ricerca sono gli scienziati del progetto Berkeley Earth Surface Temperature. Sembrerebbe che la produzione di quantità, anche modeste, di energia sulla superficie della terra alteri il clima in modo drammatico e che si ponga fin d’ora la necessità di ricorrere all’energia solare che è l’unica che non comporti inquinamento termico.

Energie Rinnovabili

economy

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«L'effetto fotovoltaico" è noto fin dal 1839; esso trova il suo fondamento nell'esperienza del fisico francese Alexandre Edmond Becquerel il quale presentò alla Accademia delle Scienze di Parigi la sua "Memoria sugli effetti elettrici prodotti sotto l'influenza dei raggi solari". La scoperta di tale fenomeno avvenne casualmente. Mentre effettuava alcuni esperimenti in laboratorio egli notò infatti che due elettrodi di Platino simili, immersi nella soluzione debolmente conduttrice di nitrato di piombo, acquistavano una differenza di potenziale elettrico se la regione attorno a uno di essi veniva illuminata; ne dedusse che la d.d.p. dipendeva dall’intensità e dal colore della luce. Un primo tipo di dispositivo a stato solido, progenitore delle celle solari, venne realizzato molti anni più tardi, e precisamente nel 1876, da Smith Adams Day ed era una giunzione tra Selenio ed alcuni ossidi metallici che raggiungeva un'efficienza di conversione dell'1%. Nel 1893 Rigollot notò un fenomeno analogo a quello sperimentato da Becquerel, servendosi però di elettrodi fluorescenti. Fu nel 1908 che Merritt ed Hodge svolsero studi più scrupolosi di questi fenomeni, proprio nel tentativo di determinarne le reali cause, ma giunsero alla erronea conclusione che il tutto era dovuto ad una variazione di resistenza degli elettrodi durante l'esposizione alla luce. Nichols, sulla base di accuratissimi calcoli teorici, arrivò invece a confermare l'esistenza della f.e.m. (forza elettromotrice) trovata da Rigollot e Goldmann, ed in un ampio studio sull'argomento, calcolò il valore di tale f.e.m. e ne studiò anche la variazione a seconda della durata dell'illuminazione. Fu Goldmann a battezzare come "potenziale foto-elettrico" tale f.e.m. e, notando tuttavia che la sua grandezza era indipendente dall'intensità della luce eccitante, fu indotto erroneamente a pensare che il potenziale avesse origine dall'effetto foto-elettrico di Hallwachs che aveva caratteristiche simili. Infatti Hallwachs, alcuni anni addietro (e precisamente nel 1888), aveva scoperto che i metalli isolati elettricamente, quando venivano esposti a luce ultravioletta, acquisivano una carica negativa per cui associò tale fenomeno all'emissione di corrente elettrica (effetto foto-elettrico di Hallwachs). Sempre nel tentativo di determinare con esattezza le cause generatrici del fenomeno, Bauer ed altri studiosi, approdarono alla convinzione che il tutto fosse legato ad una modifica nelle proprietà chimiche delle sostanze coinvolte ed al fatto che la soluzione conduttrice finisse col reagire chimicamente con gli elettrodi attraverso processi di ossidazione o riduzione. In seguito furono avanzate ulteriori teorie, ma solo più tardi si cominciò a chiarire la vera natura del fenomeno fotovoltaico. Negli anni '40 vennero realizzati i primi prototipi sperimentali di cella fotovoltaica ma, è solo nella primavera del 1953 che, studiando il silicio e le sue possibili applicazioni nell’elettronica, Gerald Pearson, fisico presso i laboratori Bell, realizzò involontariamente una cella solare a silicio molto più efficace di quella a selenio. Altri due scienziati della Bell (Darryl Chapin e Calvin Fuller) di seguito perfezionarono la scoperta di Pearson e realizzarono la prima cella in grado di convertire in elettricità abbastanza energia solare per alimentare dispositivi elettrici di uso quotidiano: il primo giorno di sole del 1954 la cella al silicio funzionava con un rendimento del 6%. Successivamente, negli anni ’60, si cominciò a pensare di produrre “nastri e fogli” di silicio, al fine di risolvere il problema legato agli ingenti sprechi di materiale dovuti al taglio dei lingotti. Ancora negli anni ’60 Shurland propose l’utilizzo del solfuro di Cadmio e, nel ’67 era ufficialmente pronta la prima cella a solfuro di cadmio depositato su plastica. Fu solo negli anni ’70 però, che cominciarono ad essere sviluppate, nell’ambito delle applicazioni spaziali, celle all’arseniuro di Gallio, le quali presero definitivamente piede solo nell’ultimo decennio del secolo. Vennero sviluppati procedimenti per produrre silicio policristallino, meno costosi e meno dispendiosi di quelli per il monocristallino ed è in particolare dopo la crisi petrolifera del ’73 che Carson ottiene per caso una pellicola sottile di silicio amorfo idrogenato che, nel ’76 raggiunge il rendimento del 5,5%. In quegli anni il DOE PV Research and Development Programme sperimentava pellicole sottili al silicio cristallino, e tutta una gamma di nuovi materiali: CIS, CdTe, InP, Zn3P2, Cu2Se, WSe2, GaAs, ZnSiAs. È interessante a tal punto ossservare come, l’utilizzo di pellicole sottili, fosse già stato proposto dallo stesso Chapin, già all’epoca delle sue prime scoperte. Tornando ad epoche più recenti, a partire dai primi anni ’80, scopriamo che tal Barnett, per conto della SERI, si interessò al tellururo di cadmio e alle pellicole di silicio policristallino, fondando la società “AstroPower”, oggi ben nota. Ed è sempre nei primi anni’80 che Martin Green, lavorando alla tecnologia del silicio, sostituì la serigrafia con solchi in rame realizzati

SOLARE FOTOVOLTAICO, SOLARE TERMICO,EOLICO, BIOMASSE, GEOTERMIA, IDROELETTRICO

Albori

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In Italia

Sempre con dei congegni simili, circa 20 anni dopo la scoperta di Alexandre Edmond Becquerel, Antonio Pacinotti (1841-1912) studia le “Correnti elettriche generate dall’azione del calorico e della luce”. Con già alle spalle il primato mondiale nel 1859 della produzione della corrente continua indotta, Pacinotti, anch’egli giovanissimo, si interessa dell’effetto fotoelettrico. Sperimenta , attraverso l’utilizzo di diversi sali e metalli presi in uso fino a quel momento, alla ricerca di quella che lui chiama la “disposizione” adatta per la creazione di una corrente elettrica dalla radiazione solare. Nelle sue esperienze Pacinotti si impegna con determinazione a capire le differenze nella creazione di “Correnti elettriche ottenute dal calorico” e di quelle derivanti invece dalla “Azione dei raggi solamente luminosi,” arrivando a ipotizzare come “il massimo dell’azione calorifica sia nel rosso dello spettro” mentre “il massimo di azione chimica comparisca invece nel violetto.” Da queste esperienze trae il convincimento che lo stato della superficie delle lastre aveva una grande influenza sulla corrente che si può far nascere con l’azione dei raggi solari. Il lavoro di Pacinotti sull’effetto fotoelettrico è solo sporadicamente ricordato, eppure egli si pose molte domande chiave sull’argomento al fine di comprendere quelle che chiamava le “proprietà chimiche della luce.” Intuisce, anche se timidamente, che il "calorico raggiante" e la radiazione luminosa sono la medesima cosa, un concetto che sarà mezzo secolo dopo trattato nel lavoro di Plank sul corpo nero. Successivamente fu il chimico Giacomo Ciamician, figlio di una ricca famiglia di commercianti armeni immigrati in Italia, ma che visse nel corso della sua carriera scientifica a Vienna, Giessen, Roma, Padova, ma principalmente a Bologna, dove fondò il locale Istituto di Chimica che tutt’oggi porta il suo nome, a riprendere le tesi fino a quel momento prodotte tracciandone un ulteriore profilo scientifico. Ciamician, lo ricordiamo, fu anche membro dell’Accademia dei Lincei dal 1893 e Senatore del Regno Italiano dal 1910. Tra le sue 400 pubblicazioni scientifiche, la relazione “La fotochimica dell’avvenire,” presentata nel 1912 all’VIII Congresso Internazionale di chimica applicata a New York, fu considerato un testo di riferimento per molti anni. Nella sua relazione Ciamician giudica tutte le forme di energia inferiori alla luce naturale del sole. Predisse addirittura il riscaldamento solare delle case, le celle fotovoltaiche, l’uso della luce in agricoltura e l’applicazione industriale e di sintesi dei combustibili solari “La civiltà moderna – sentenziò - è figlia del carbon fossile; questo offre all’umanità civile l’energia solare nella forma più concentrata; accumulata nel tempo d’una lunga serie di secoli, l’uomo moderno se n’è servito e se ne serve con crescente avidità e spensierata prodigalità per la conquista del mondo. Come il mitico oro del Reno, il carbon fossile è per ora la sorgente precipua di forza e ricchezza. La terra ne possiede ancora enormi giacimenti: ma essi non sono inesauribili. L’energia solare fossile è la sola che possa giovare alla vita e alla civiltà moderna? Là dove la vegetazione è ubertosa e la fotochimica può essere abbandonata alle piante, si potrà con colture razionali, come ho già accennato, giovarsi delle radiazioni solari per promuovere la produzione industriale. Nelle regioni desertiche invece dove le condizioni del clima e del suolo proibiscono ogni coltura, sarà la fotochimica artificiale che le metterà in valore. Sull’arido suolo sorgeranno colonie industriali senza fuliggine e senza camini: selve di tubi di vetro e serre d’ogni dimensione – camere di vetro – s’innalzeranno al sole ed in questi apparecchi trasparenti si compiranno quei processi fotochimici di cui fino allora le sole piante avevano il segreto e il privilegio, ma che l’industria saputo carpire: essa saprà farli ben altrimenti fruttare perché la natura non ha fretta mentre l’umanità è frettolosa. E se giungerà in un lontano avvenire il momento in cui il carbone fossile sarà completamente esaurito, non per questo la civiltà avrà fine: chè la vita e la civiltà dureranno finché splende il sole! E se anche alla civiltà del carbone, nera e nervosa ed esaurientemente frettolosa dell’epoca nostra, dovesse fare eseguito quella forse più tranquilla dell’energia solare, non ne verrebbe un gran male per il progresso e la felicità umana. La fotochimica dell’avvenire non deve peraltro essere riserbata a sì lontana scadenza: io credo che l’industria farà cosa assennata giovandosi anche presentemente di tutte le energie che la natura mette a disposizione; finora la civiltà moderna ha camminato quasi

green Dall’inizio

economy

con il laser. Nel 1988 i fogli si silicio venivano ricavati da poligoni ottagonali, migliorando in tal modo il rendimento del processo e diminuendone la fragilità. Nel 1997 veniva ufficialmente “lanciata” la prima cella a giunzione tripla a silicio amorfo. I ricercatori del FV ebbero un ruolo chiave nella scoperta di nuovi materiali semiconduttori e strutture ibride, dando avvio ad importanti contributi alle tecniche di crescita epitassiale e di crescita delle pellicole lattice-matched; una delle prime applicazioni delle strutture ibride a semiconduttore sull’GaAs e le giunzioni III-V, sviluppate originariamente per i campi FV a concentrazione.

dei tempi l’uomo

ha usato lo stretto necessario che la grande madre gli ha messo a disposizione. Con l’avvento della società moderna grazie anche ad un diffuso benessere economico, la collettività in modo graduale ha innalzato i propri consumi fino a rompere l’equilibrio naturale tra risorse e consumo. Fortunatamente è sempre più diffusa la sensibilità iconologica, ossia il preservare in mondo per le generazioni future. Gli scienziati ci hanno messo nella condizione, pure conservando abitudini confortevoli, di utilizzare fonti di energia che non intaccano le risorse e l’equilibrio naturale, in sintesi le “fonti rinnovabili”. In ingegneria energetica con il termine energie rinnovabili si intendono quelle forme di energia generate da fonti di energia che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani" e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Sono dunque forme di energia alternative alle tradizionali fonti fossili e molte di esse hanno la peculiarità di essere anche energie pulite ovvero di non immettere in atmosfera sostanze nocive e/o climalteranti quali ad esempio la CO2. Esse sono dunque alla base della cosiddetta economia verde.


L’eolico

economy

green è una tecnologia capace di trasformare l’energia del vento in energia elettrica

. Il suo principio di funzionamento è tra i più antichi del mondo. Il vento è una delle principali fonti rinnovabili di energia, basti pensare ai mulini a vento o alla navigazione con imbarcazioni a vela, è però sbagliato pensare che l'eolico sia una tecnologia semplice e poco sofisticata. Esistono tipologie molto variegate di aerogeneratori. Ce ne sono di piccola taglia, così come ne esistono di dimensioni enormi , che svettano ad altezze di oltre i 50 metri. Le stesse pale eoliche possono essere molto lunghe, anche 40 metri. I moderni mulini a vento sono conosciuti con il nome comune di “pale eoliche”, le quali sono tuttavia soltanto una parte del sistema. Il nome più corretto è quello di aerogeneratore. Una serie di aerogeneratori compone un impianto eolico o una Wind Farm.

esclusivamente coll’energia solare fossile: non sarà conveniente utilizzare meglio anche quella attuale”? Tra i fisici italiani che si dedicarono particolarmente alle ricerche sull’energia solare Alessandro Amerio va ricordato per i lavori sulla radiazione solare, che iniziò a Messina quando, negli anni 1906-1908, frequentò l’istituto di fisica di quella Università del quale ne era direttore Orso Mario Corbino. Quest’ultimo aiutò Amerio a mettere insieme gli strumenti che gli consentirono di intraprendere i suoi studi sperimentali sulla radiazione solare sebbene poi sciaguratamente, il terremoto di Messina la distrusse e, con essa, il lavoro appena iniziato. Grazie all’interessamento del Ministero Amerio poté riprendere le sue osservazioni e misurazioni, finanche con maggiore disponibilità di mezzi, sul terrazzo dell’Istituto Fisico di Roma in via Panisperna, presso gli Osservartori di Alagna, du Col d’Olen, di Regina Margherita sul Monte Rosa a quasi 4600 metri sul mare. Per lo svolgimento del lavoro superò non poche difficoltà organizzative anche con un non lieve sacrificio personale. Già subito dopo le prime ricerche svolte a Messina, che erano state riavviate con successo, Amerio aveva avuto modo di far conoscere ed apprezzare le sua attività attraverso la pubblicazione di alcune sue note sul Nuovo Cimento e negli Atti dell’Accademia dei Lincei, tanto le sue tesi trovarono consenso presso la comunità scientifica che, su proposta della stessa Accademia dei Lincei, la Società Reale di Londra gli conferì il premio internazionale Joule per il biennio 1910-1911. I risultati ottenuti sulla radiazione solare in una lunga serie di misure vennero successivamente completati e presentati nel 1914 in una voluminosa memoria dei Lincei dal titolo “Ricerche sullo Spettro e sulla Temperature della fototsfera solare.” In tale memoria, Amerio, dopo aver discusso e valutato gli errori che si possono commettere nel determinare la temperature della fotosfera solare supponendo che essa irradi come un corpo nero, descrive i dispositivi sperimentali usati e gli artifici impiegati allo scopo di giungere a determinare l’emissione integrale della fotosfera solare e la distribuzione spettrale dell’energia emessa tenendo conto dell’assorbimento dell’atmosfera terrestre e dell’atmosfera solare. Dopo la pubblicazione di questa memoria gli studi sulla radiazione solare vennero da Amerio stesso ripresi e ulteriormente perfezionati in alcuni particolari, fra l’altro nella messa a punto del suo Pireliometro integrale, ciò nel mentre la sua attività di ricerca si ampliava anche ad altri campi della Fisica. L’interesse di Amerio per l’uso dell’energia solare è egregiamente riportato nella sua relazione “L’utilizzazione del calore solare e l’autarchia nazionale” al Congresso della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, Venezia 1937. Fra gli italiani, non possiamo non menzionare anche Mario Dornig insigne docente presso le Università di Vienna e di Milano il quale, sostenitore dell’energia solare per oltre 40 anni già a partire dai primi decenni del 1900, identificò (nel 1916) i seguenti punti chiave per lo sviluppo economico dell’Italia: a) l’uso integrato e razionale dell’energia; b) l’esplorazione delle risorse minerarie; c) le previsioni a lungo termine e la possibilità di influenzare i fenomeni meteorologici di maggior rilievo; d) l’uso razionale e sistematico dell’intelligenza degli animali. Per quanto riguarda l’energia solare Dornig sintetizzò 20 anni di sue pubblicazioni e articoli in una relazione dal titolo “L’energia solare,” pubblicata in due parti sulla rivista “L’Ingegnere”, nel 1939 e nel 1940. Il lavoro accademico di Dornig ispirò pionieri e imprenditori del settore dell’energia solare (Biacchi, Romagnoli, Amelio, Gasperini, Andri), che costruirono vari prototipi, principalmente pompe e motori solari, durante gli anni trenta del novecento. Tuttavia, con la seconda Guerra mondiale, la maggior parte di queste ricerche e di queste esperienze andò dispersa e fu presto dimenticata. Nel 1955 Dornig partecipò al Simposio mondiale sulle applicazioni dell’energia solare in Arizona promosso dall’AFASE, su invito dello Stanford Research Institute, con il sostegno della Ford Foundation, in rappresentanza dell’amministrazione italiana della Somalia. Nel riferire sul Simposio, Dornig ricordò il lavoro da lui svolto nel campo dell’energia solare nell’arco di oltre 40 anni e manifestò tutto il proprio apprezzamento per l’iniziativa dello Stanford Research Institute di avere per la prima volta al mondo riunito insieme gli scienziati del settore dell’energia solare. Secondo Dornig, al Simposio furono presentate molte relazioni, ma la maggior parte di esse non dava nessuno spunto pratico. Solo poche delle macchine esposte nella mostra meritavano una certa attenzione, tra queste la pompa solare Somor per il sollevamente dell’acqua dal sottosuolo, realizzata da Ferrucci Grassi, suo allievo nella facoltà di ingegneria, e Daniele Gasperini. Nel Simposio fu confermata secondo Dornig la convenienza a utilizzare l’energia solare senza concentrarla, argomento a cui teneva. Nella sua relazione volutamente escluse di riferire dei collettori solari termici, per i quali, secondo Dornig, vista la loro semplicità, si potevano considerare molti problemi ormai in buona parte risolti. Dornig dedicò la maggior parte della sua relazione alla scoperta della cella fotovoltaica al silicio avvenuta nel 1953, ai dispositiivi termoelettrici, al riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, alle cucine solari, alla dissalazione, ai forni solari, alle pompe solari, alla biomassa. Due pagine della sua relazione furono dedicate a “Energia Solare e Energia Nucleare.” Dornig nota come sin dagli inizi


green

economy

dell’agricoltura l’energia solare non sia mai stata causa di distruzione e di morte. Per Dornig il Simposio dell’Arizona del 1955 dovrebbe essere considerato una pietra miliare per l’applicazione scientifica e tecnologica dell’energia solare a beneficio dell’umanità. In Arizona, secondo lui, non furono scoperti nuovi principi, ma fu realizzata l’associazione sistematica di diverse discipline – geografia, astronomia, climatologia, fisica, termodinamica, chimica, agronomia, fisiologia, gastronomia, economia, scienze sociali, e altre. Questa associazione di diverse discipline avrebbe condotto al razionale uso dell’energia solare al fine di valorizzare le terre marginali, specialmente nei paesi caldi e aridi, migliorando l’agricoltura e la produzione di cibo. Ma è Giovanni Francia colui che può essere considerato l’italiano che nel novecento ha dato il maggiore contributo teorico e pratico allo sviluppo delle tecnologie per l’uso dell’energia solare. Nato a Torino nel 1911 e morto a Genova nel 1980, Francia, dall’iscrizione alla facoltà di ingegneria nel 1929 passò a matematica per cause di forza maggiore – perse il padre e allo stesso tempo fu colpito dalla tubercolosi, che lo costrinse per quattro anni nel sanatorio Giovanni Agnelli tra le montagne del Sestriere dove studiò da autodidatta – stupiva i suoi collaboratori per la facilità con la quale utilizzava gli strumenti matematici per risolvere i problemi pratici. Anche come docente universitario di analisi e geometria, dal 1935 al 1938 presso il Politecnico di Torino e, successivamente, presso le Facoltà di Scienze, Ingegneria e Architettura dell’Università di Genova, rivelava un approccio non convenzionale nell’insegnamento, anticipando a volte temi quale il calcolo numerico, del quale pare non ci fossero molti professori disposti a parlarne ai propri studenti di ingegneria agli inizi degli anni cinquanta. È proprio dagli inizi degli anni cinquanta che comincia per Francia un periodo ricco di invenzioni e progetti. Nell’arco di oltre vent’anni registra vari brevetti, alcuni rilevanti anche dal punto di vista economico, in ambito automobilistico, aeronautico, spaziale, tessile, elettromeccanico. Il settore al quale si dedicherà con tutte le sue forze dalla fine degli anni cinquanta è quello dell’energia solare. Con le sue intuizioni e sperimentazioni presso la Stazione solare di S.Ilario, con l’invenzione delle strutture a nido d’ape o antirraggianti del 1961 e con i pionieristici impianti solari a concentrazione Fresnel lineari del 1963 e puntuali del 1965, richiama l’attenzione di tutto il mondo su Genova, che a metà degli anni settanta poteva essere considerata “capitale mondiale del solare”. L’idea centrale di Francia era che il calore solare, abbondante ma a bassa densità e a bassa temperatura, dovesse essere raccolto in modo da ottenere le temperature necessarie per far funzionare macchine e impianti delle società tecnologicamente e industrialmente avanzate, a cominciare da quelli per la produzione di energia elettrica. Un obiettivo che perseguì esprimendo sempre nei suoi progetti una profonda semplicità, capace di cogliere l’essenza dei fenomeni fisici, descritti in altrettanto essenziali ed efficaci rappresentazioni matematiche e geometriche. I concetti a base degli impianti di Francia tutt’oggi conservano un’immutabile validità, testimoniata dalla nascita di varie imprese solari nel mondo che in quei concetti hanno un sicuro riferimento. Ma Francia non solo inventò macchine e sistemi solari d’avanguardia per il suo tempo. Prima dello shock petrolifero del 1973, nel 1970, sviluppò insieme a due giovani architetti, Karim Amirfeiz e Bruna Moresco, e ad altri collaboratori, un visionario progetto di un complesso urbanistico del tutto nuovo per una popolazione di circa 100.000 abitanti, strettamente collegato allo sfruttamento dell’energia solare, e tale da costituire un nucleo ripetibile, indipendente ed autonomo dal punto di vista energetico. Alla base di questo progetto, documentato con disegni, calcoli, studi particolareggiati, plastici ed esperienze varie, vi era la convinzione di Francia che fosse possibile immaginare un’ “unità urbana in cui i servizi essenziali – illuminazione, riscaldamento, elettricità – fossero assicurati in maniera autonoma dall’energia solare”. L’illuminazione diurna, sarebbe stata fornita tutta dalla radiazione solare, attraverso 100.000 metri quadrati di aperture capaci di far penetrare la “luce guidata” del sole all’interno degli spazi di vita e di lavoro. Per il riscaldamento invernale sarebbe stato utilizzato l’eccesso dell’energia solare estiva immagazzinata nel terreno sottostante la città. Si ipotizzava che la piccola quantità di energia elettrica richiesta dal nucleo urbano per i soli fabbisogni domestici potesse essere fornita da centrali termoelettriche solari, come quelle progettate e sperimentate da Francia a S. Ilario. Tra gli studi di Francia è praticamente sconosciuta la sua singolare analisi fisico matematica sull’equilibrio termico della Terra. Più di trent'anni fa espose la teoria secondo cui il clima terrestre potrebbe essere alterato dalla crescente produzione di calore artificiale sulla superficie della Terra e, quindi, non solo dal cambiamento della trasparenza dell’atmosfera dovuto alle emissioni di gas serra. Nella sua analisi Francia arriva alla seguente conclusione: sembrerebbe che la produzione di quantità, anche modeste, di energia sulla superficie della terra alteri il clima in modo drammatico e che si ponga fin d’ora la necessità di ricorrere all’energia solare che è l’unica che non comporti inquinamento termico.

L’idroelettrico

da quasi un secolo e mezzo dighe e centrali idroelettriche fanno parte del paesaggio delle nostre montagne, contribuendo a consolidare nel nostro immaginario l’idea che l’idroelettrico è una risorsa energetica pulita, disponibile e rinnovabile. L’energia viene ricavata dal corso di fiumi e di laghi grazie alla creazione di dighe e di condotte forzate. Esistono vari tipi di diga: nelle centrali a salto si sfruttano grandi altezze di caduta disponibili nelle regioni montane. Nelle centrali ad acqua fluente si utilizzano invece grandi masse di acqua fluviale che superano piccoli dislivelli; per far questo però il fiume deve avere una portata considerevole e un regime costante.


MARCO

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LEVERE"FABBRICHEDILAVORO"

Successivamente si inserisce nel settore dell’energia trasferendosi in Olanda per conto dell’EURATOM, (European Atomic Energy Community ) al fine di lavorare in qualità di Project Engineer nel settore della fusione termonucleare portando avanti progetti di diversa natura, nello specifico del settore per il cui sviluppo era stato chiamato. Ed è lì che inizia il percorso professionale di Marco a diretto contatto con l’energia; rotta che continuerà a seguire con successo in Italia dopo il suo rientro. L’esperienza biennale maturata in Olanda, che di fatto culmina nel 2007, gli consente di cogliere appieno, anche in virtù dell’esperienza maturata nel settore, le occasioni fornite dal Governo per lo sviluppo di quella che definiamo “la nuova frontiera dell’energia”. Difatti è anche grazie all’emanazione del primo conto energia (ovvero in virtù degli incentivi messi a disposizione di quanti, in quegli anni, avevano deciso di proiettarsi professionalmente sull’energia pulita), che ha iniziato ad investigare nuove possibilità di sviluppo di business nel mercato italiano. Si inserisce come ingegnere progettista e Construction Manager successivamente, nella realizzazione di parchi fotovoltaici di alta potenza di picco. Focalizza la sua attenzione sul centro Italia ed in particolare sulla regione Marche, ove risiede. Cos’è un impianto fotovoltaico, Marco? Un impianto fotovoltaico trasforma l’energia della radiazione solare in energia elettrica da poter utilizzare immediatamente. I generatori di energia di un impianto fotovoltaico sono i moduli fotovoltaici, che a loro volta sono composti da celle fotovoltaiche, prodotte prevalentemente in silicio monocristallino o policristallino; alcuni materiali come il silicio infatti, appositamente trattati, possono produrre energia elettrica se irraggiati dalla luce solare. Le celle, collegate in serie tra di loro, trasformano l’energia solare in energia elettrica; la corrente continua prodotta dalle celle è convertita in corrente alternata con una frequenza di 50 hertz. Tale conversione di energia è eseguita dall’inverter o convertitore, funzionale, inoltre, a proteggere l'impianto da disturbi o anomalie derivanti della rete. Le celle fotovoltaiche dunque collegate tra loro costituiscono un “modulo”, un insieme di moduli compone una stringa fotovoltaica. La potenza dell’impianto che si andrà a realizzare è naturalmente proporzionale al numero di pannelli che si intende utilizzare. Al fine di consentire all’impianto fotovoltaico prestazioni e rese ottimali, occorre individuare il corretto posizionamento dei moduli fotovoltaici e progettare accuratamente l’intero sistema. Perché installare un impianto? Gli impianti fotovoltaici, già diffusi all’estero da anni, stanno ottenendo rapidamente anche in Italia il favore di molte aziende e famiglie, poiché lo sviluppo di celle solari al silicio ad alto rendimento, unitamente agli incentivi economici ministeriali previsti dal “Conto Energia” e la possibilità “Scambio e\o vendita” dell’energia elettrica prodotta, si sono rivelati la soluzione ideale per tutti coloro che vogliono abbattere, fino ad azzerarli, i propri costi della bolletta energetica sfruttando un sistema del tutto ecologico nel pieno rispetto della natura. I vantaggi sono ormai noti ed evidenti a partire dall’inesauribilità e la disponibilità del tutto gratuita della fonte di energia primaria (il sole), oltre l’assenza di immissione nell’atmosfera di anidride carbonica o di altri gas dannosi e causa del cosiddetto “effetto serra” e “buco dell’ozono” responsabile degli importanti cambiamenti climatici del nostro pianeta. Non ultimo poi, il vantaggio che deriva dalla pressoché assenza di manutenzione dei componenti in quanto si tratta di componenti “statici”, cioè senza nessuna parte in movimento meccanico. Un impianto fotovoltaico può essere montato su superfici come tetti, facciate, balconi, terreni, ecc. e può costituire esso stesso un elemento architettonico di pregio e parte attiva nella certificazione energetica dell’edificio. Un impianto fotovoltaico quanta CO2 riduce? E' possibile stimare la quantità di emissione di anidride carbonica e di altre sostanze inquinanti contribuenti all'innalzamento dell'effetto serra pari a 0,35 kg per ogni kWh prodotto mediante un sistema a generazione fotovoltaica. Ipotizzando una produzione media annuale, alle latitudini dell'Italia centrale, pari a 1460 kWh, con un impianto di potenza nominale da 1 kWp, si può dire che la quantità di anidride carbonica non emessa in un anno sia pari a 780 Kg per ogni chilowatt di picco installato. Se si considera il ciclo di vita previsto per la durata media di un impianto, pari a circa 30 anni, la stima complessiva a fine ciclo sarà di circa 23.400 Kg di emissioni di CO2 evitate per ogni chilowatt di picco installato. Sposato, fidanzato o single? Single. Come si vive l’essere single, oggi? Essere single può essere anche molto divertente. Questo però alla lunga ... diciamo pure che all’orizzonte, fra i miei progetti più ambiti c’è il cominciare a costruire le fondamenta di un solido rapporto ... sai, non lascio nulla al caso, essendo io ingegnere (sorride ...)

Ingegneria,architettura e green economy:

Si laurea in ingegneria elettronica presso l’università Politecnica delle Marche nel 2005.

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Il suo interesse per le rinnovabili nasce già con la carriera universitaria in Ingegneria Ambientale; interesse che ha ulteriormente approfondito negli anni 2002/2003 in Spagna, durante un master post-laurea in “Tecnologia ambientale”. Sempre In Spagna, negli anni successivi, ha lavorato nel settore del trattamento delle acque ed in seguito nel campo delle rinnovabili. E’ nel 2006, quando per motivi familiari si è trasferito in Italia e precisamente ad Ascoli Piceno città natale di sua moglie Paola Agostini dalla quale aspetta una bambina, che Carlos Alberto ha aperto la ditta individuale “Soluzione Ambiente” dedicandosi al settore energetico in edilizia oltre che alla certificazione energetica ed al solare termico, settore attraverso il quale, anche grazie al I° conto energia nel 2007, ha notevolmente rafforzato la sua, sebbene già consolidata, penetrazione sul territorio mettendo a punto una più che ragguardevole quantità di impianti domestici di piccola dimensione. Riconducibile alla seconda metà dell’anno 2009, il momento del vero boom del fotovoltaico in Italia, il suo volgere lo sguardo alla certificazione energetica e ad impianti di dimensioni maggiori: i cosiddetti “campi fotovoltaici”, collaborando con vari gruppi di investimento italiani ed esteri ed investitori privati italiani. Ha progettato, sviluppato ed autorizzato circa 12 MW di impianti a terra senza però mai abbandonare gli impianti domestici di piccola taglia per i quali prospetta la soluzione “chiavi in mano” così come la sola progettazione ed autorizzazione. Il 2010-2011 è l’arco temporale nel quale l’impegno si è rivolto prevalentemente al supporto logistico, di cantierazione e nella direzione lavori di tre delle centrali fotovoltaiche precedentemente autorizzate. Nel frattempo, l’esperienza pluriennale maturata nel campo del fotovoltaico, gli ha consentito di operare anche come consulente per il disbrigo delle pratiche Enel, GSE e Agenzia delle Dogane per vari impianti di grande taglia. Le prospettive di crescita della ditta sono ottime, anche nonostante le attuali politiche energetiche del Governo ed i conseguenti tagli alle tariffe incentivanti. Ci sono per lui interessanti progetti di inserimento in Romania e Grecia anche per quel che è relativo all’eolico, alla cogenerazione da biomasse e, non ultimi, al geotermico e idroelettrico, ciò senza tuttavia smettere di credere nel solare, nel termico e fotovoltaico che restano ancora campi di primario interesse. Da cosa è costituito un sistema fotovoltaico? Un sistema fotovoltaico è essenzialmente costituito da un generatore, da un sistema di condizionamento e controllo della corrente elettrica generata, da un eventuale accumulatore di energia o batteria (per rendere disponibile in tutte le ore la corrente elettrica continua generata), dalle strutture di sostegno per i moduli. Il generatore fotovoltaico è costituito da un insieme di moduli fotovoltaici collegati in maniera tale da ottenere i valori di potenza e tensione desiderati. Più moduli formano un pannello. Un insieme di pannelli, collegati elettricamente in serie costituisce una stringa. Più stringhe costituiscono il generatore fotovoltaico. Il sistema di controllo della corrente elettrica è costituito da un inverter (che trasforma la corrente continua prodotta dai moduli in corrente alternata fruibile dalle utenze) e da un dispositivo che massimizza la potenza trasferibile dal generatore fotovoltaico (il cosiddetto inseguitore del punto di massima potenza). I sistemi fotovoltaici hanno un forte impatto estetico? Le valenze estetiche dei moduli fotovoltaici richiedono la consapevolezza di dover lavorare con materiali e componenti innovativi, caratterizzati da aspetti cromatici, dimensionali e percettivi unici. Negli edifici di nuova costruzione, tali caratteristiche possono essere utilizzate all'interno del progetto come occasioni di innalzamento qualitativo delle caratteristiche estetiche del manufatto. Negli edifici storici e negli interventi di recupero di architetture di particolare valenza, saranno da utilizzare componenti specifici con superfici traslucide, caratterizzate da colori differenti o sostituire parti e componenti con elementi nuovi, quali tegole o scandole fotovoltaiche, vetri per infissi, lamelle di persiane, superfici flessibili con celle in silicio amorfo. In quest'ultimo caso la valutazione delle proposte terrà in forte considerazione l'impegno profuso nella massimizzazione dell'integrazione delle nuove tecnologie nei contesti di particolare pregio architettonico. I moduli fotovoltaici possono essere coperti in qualche modo? ll progetto di integrazione dei moduli fotovoltaici può essere sviluppato secondo due distinte linee di intervento: sostituendo parti e componenti con specifiche soluzioni, lasciando rileggere senza mimetismi le valenze estetiche delle nuove tecnologie, oppure minimizzando le interferenze tra le parti differenti dell'edificio, mediante uno studio appropriato delle soluzioni di dettaglio. Come e dove possono essere installati i moduli fotovoltaici? Devono essere posizionati rivolti a Sud, con un'inclinazione ottimale delle superfici di captazione di circa 20 30° rispetto al piano orizzontale. Se non è possibile questo posizionamento si può anche sfruttare la facciata del palazzo, anche se la disposizione verticale, alle latitudini italiane non è quella ottimale, perché comporta un abbassamento dei rendimenti, non potendo sfruttare al massimo la radiazione solare diffusa. Sono, in ogni caso, da valutare attentamente le condizioni di soleggiamento, evitando le zone d'ombra o l'interferenza anche di piccoli ostacoli, quali pali o alberi che rischiano di compromettere il rendimento o l'intero funzionamento del sistema. I luoghi di posizionamento possono essere i seguenti: su tetti inclinati, sfruttando generalmente la pendenza delle falde del tetto; su coperture piane, mediante l'utilizzo di adeguate strutture di sostegno per raggiungere l'inclinazione ottimale dei moduli; sulle facciate dell'edificio, sfruttando in prevalenza la radiazione solare diffusa, anche se con rendimenti minori; su frangisole, brise-soleil, tettoie, lamelle anche orientabili, collocate sulle facciate degli edifici, evitando tutte le possibili situazioni di ombreggiamento; su lucernai, utilizzando moduli completamente opachi o anche moduli traslucidi che permettono il passaggio parziale della luce solare negli spazi interni sottostanti; su balaustre, parapetti e fioriere, generalmente in facciata degli edifici; su pensiline e altre strutture di copertura di spazi pedonali o parcheggi.

CARLOS ALBERTO

MUNERA Via Vidacilio 17 _ Ascoli Piceno _ mobile: 3297372980 ing_munera@soluzioneambiente.com _ www.soluzioneambiente.com


Francesco è un ingegnere industriale laureatosi con il massimo dei voti (e lode) all’Università Politecnica delle Marche. Vive a Fermo con la sua Compagna Alessandra Spreca, in dolce attesa. Francesco si occupa dacchè è iniziata la sua carriera, di impiantistica in genere (civile ed industriale) sebbene poi, vista la forte spinta propulsiva delle energie rinnovabili di questi ultimi anni, abbia deciso di dedicarsi prevalentemente a questo settore sia per ciò che concerne la parte termotecnica, quanto per quella elettrica.

Il suo trascorso professionale è costellato da una vasta moltitudine di impianti di cogenerazione e trigenerazione, ciò prima che l’approccio alle energie rinnovabili gli fornisse l’intuizione che quella neonata sensibilità ambientale era il preludio di un diverso modo di concepire la vita e con essa, l’economia. Oggi, neppure quarantenne, vanta già un curriculum di tutto rispetto che, dati alla mano, fanno oltre 25 megavat di impianti progettati in tutta Italia. Nel suo futuro, oltre il bellissimo evento di diventare papà, c’è il mercato estero. In effetti ci confida di voler ampliare il suo orizzonte professionale, sempre nel campo delle rinnovabili, dell’impiantistica civile ed industriale, della cogenerazione e trigenerazione, del biogas e biomasse al Nord Africa ed all’Europa dell’Est che ad oggi risultano ancora territori poco sfruttati sebbene con grandi potenzialità. Fotovoltaico perché Francesco? Innanzi tutto perché rispetta l’ambiente: la produzione e il consumo di energia fotovoltaica non hanno effetti inquinanti, poi anche perché è un ottimo investimento: esso rappresenta un affare per l’investitore, garantito da un rendimento certo e da brevi tempi di ritorno dell’investimento. Indispensabile sottolineare come la posizione geografica e l’irraggiamento solare del nostro Paese consenta di sfruttare al meglio l’energia fotovoltaica con conseguenti vantaggi per il privato quanto per l’economia italiana, nonché come la vita operativa utile ci ciascun impianto sia molto lunga oltre che essere adattabile a qualsivoglia spazio e/o struttura.. a partire dal piccolo terrazzo di casa fino agli insediamenti industriali ed i terreni non utilizzati: un impianto fotovoltaico installato in terreni non edificabili e difficilmente coltivabili, permette una alta rendita assicurata. A riprendere uno slogan che personalmente ho trovato molto incisivo. “Lo stato dalla parte del sole” ci spieghi in maniera esaustiva che cosa si intende per “Conto Energia”? Il "Conto Energia" è il decreto che fissa un incentivo per 20 anni per privati, imprese ed enti pubblici che installano un impianto solare fotovoltaico (cioè un impianto che genera elettricità dall'energia solare) allacciato alla rete elettrica. L'incentivo è ovviamente proporzionale all'energia elettrica generata. E’ attraverso il Quarto Conto Energia, decreto che stabilisce i nuovi incentivi per il fotovoltaico, che si è raggiunto un compromesso tra il ministero dello Sviluppo economico e quello dell'Ambiente affinchè tali incentivi vengano erogati nel momento stesso in cui i nuovi impianti fotovoltaici saranno collegati alla rete elettrica e, non di meno, è previsto un indennizzo ai proprietari degli impianti qualora ci fossero ritardi nella connessione. Uno degli aspetti principali del nuovo decreto riguarda le diverse riduzioni tariffarie che si succederanno nel corso del periodo di validità e che si sono rese necessarie in quanto il costo degli stessi pannelli fotovoltaici si è ormai ridotto rispetto agli anni scorsi. Nonostante i tagli in programma il livello delle tariffe resterà buono e garantirà sicuramente la convenienza degli investimenti negli impianti, siano essi residenziali che industriali. La remunerazione sarà ovviamente diversa dal Nord al Sud, perché il medesimo impianto da 3kW che a Milano produce in un anno c.a. 3500 kWh, a Palermo, dove c'è più sole, potrà produrre, nel medesimo arco temporale, oltre 4500 kWh. Pertanto, riferendoci ad un impianto su edificio installato in Giugno 2011, noteremo come il proprietario dell'impianto di Milano riceverà dal GSE 3500 x 0,361 = 1.263,50 € all'anno, mentre il proprietario dell'impianto di Palermo riceverà 4500 x 0,361 = 1.624,5 € annuali. E la bolletta dell'energia elettrica? Riprendendo l'esempio precedente, se il mio consumo annuo è, ad esempio, di 3500 kWattora (chiamati "scatti" sulla bolletta), e il mio impianto produce 3500

FRANCESCO

RONGONI C.da Camera 72_ Fermo _ mobile: 389.1230448 francesco.rongoni@gmail.com


kWattora all'anno, la bolletta si compensa con lo "scambio sul posto". Questo meccanismo si effettua con il GSE con un conteggio su base annua dei kWattora consumati e dei kWattora prodotti. Dal 2009 il GSE provvede a rimborsare direttamente il costo dell'energia elettrica pagato al proprio gestore. E dunque, se installo un tetto fotovoltaico risparmio anche sulla bolletta elettrica? Certamente, se istallo sul tetto di casa un impianto fotovoltaico che produce 3500 kWattora/anno, oltre a ricevere gli incentivi di cui sopra, mi viene rimborsato dal GSE anche il costo pagato per l'energia elettrica, che ad esempio per il primo anno è di c.a. 600 € L'incentivo del Conto Energia e il risparmio sulla bolletta elettrica si sommano? Sì, i due importi si sommano, e quindi in un anno guadagno a Milano 1.263,50€ dal Conto Energia e 600 € dallo scambio sul posto, e quindi, con un impianto da 3500 kwh/anno, ricavo 1863,50 € all'anno. A Palermo, il mio ricavo è di 1.624,5 + 600 = 2224,50 € all'annue. Vediamo allora che cosa succede in 20 anni… In 20 anni, il guadagno del Conto Energia + il risparmio sulla bolletta sono: (1263,50€ + 600 €) x 20 anni = 37.270 € a Milano; (1624,50 € + 600 €) x 20 anni = 44.490 € a Palermo. Questo ragionamento semplificato non tiene conto dei prevedibili aumenti della bolletta elettrica: se soltanto ipotizziamo un aumento medio della bolletta del 5% l'anno, le cifre precedenti diventano di oltre 40.000 € a Milano e di oltre 50.000 € a Palermo. E quanto costa un impianto che produca 3500 kWattora all'anno? Al Nord Italia per ottenere questa produttività ho bisogno di un impianto da 3 kW di potenza, e il costo chiavi in mano è di c.a. 12.500 € + IVA… come dire che con il Conto Energia ho un rendimento dal 300 al 400% sul capitale investito , senza alcun rischio finanziario. I nostri conterranei del Sud sono ancora più fortunati a tal proposito, perché hanno più sole, e a loro basta un impianto da 2,34 kW per produrre la stessa energia; ciò vuol dire che spenderanno c.a. 10.500 € IVA e installazione incluse: ma per loro il capitale sarà più che quadruplicato . Deducibilità 55% IRPEF per 5 anni Nonostante la palese evidenza economica, alcuni "incontentabili" sono soliti chiedere se è possibile anche dedurre il costo dell'impianto dall'Irpef. La risposta in questo caso è negativa, o più precisamente, deducibilità IRPEF e conto energia sono in alternativa: o l'uno o l'altro, e pertanto è difficile che si vada a scegliere un risparmio del 55% contro una convenienza di oltre il 300%, non ti sembra? Proseguendo nelle mie riflessioni, e più precisamente nell'ottica di un crollo futuro dell'energia disponibile pro capite (crollo oramai ampiamente palesato dai più che, seppure annunciato come possibile e non assodato, pone, al di là dell’ovvio quesito relativo all’attendibilità della notizia, quello di ragionare su come far fronte ad una richiesta comunque sempre maggiore di energia), quali, le risorse a cui appellarci per far fronte a questo nuovo scenario ed al contempo per alleggerire il peso di questa fortissima dipendenza nei confronti di quei paesi fornitori dai quali inesorabilmente dipendiamo? La situazione sarebbe senz'altro drammatica e condurrebbe a scenari semiapocalittici .. La disponibilità di adeguate risorse energetiche e il possesso di tecnologie per la loro produzione ed il loro consumo rappresentano la condizione necessaria per il progresso economico e civile di un paese . L'energia utilizzata oggi a livello mondiale che trae origine da combustibili fossili sono, per loro stessa natura, esauribili. Al contrario, il sole e il vento, l'acqua e la biomassa, le maree e il calore della Terra costituiscono tutte fonti inesauribili e rinnovabili di energia. Le loro tecnologie di sfruttamento producono, inoltre, un impatto sull'uomo e sull'ambiente assai limitato, e rappresentano l'unica opzione percorribile per aggredire alle radici il problema dell'effetto serra, causato dall'accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera. Le energie rinnovabili pertanto, energia eolica, solare (termica e fotovoltaica), idraulica, mareomotrice, geotermica e da biomassa, sono da ritenersi un’alternativa fondamentale ai combustibili fossili. Il loro impiego permette di ridurre non soltanto le emissioni di gas a effetto serra provenienti dalla produzione e dal consumo di energia, ma anche la dipendenza dell’Unione europea (UE) dalle importazioni di combustibili fossili, in particolare gas e petrolio, ciò a rispondere alla tua domanda sulla necessità di una, sebbene graduale, conquista di un’autonomia energetica.


a confronto

sulle “Dune del Delta” La Del Vecchio Carlo Costruzioni Edili è un partner affidabile per enti pubblici e privati; essa nasce dall'esperienza maturata nel campo della famiglia Del Vecchio. Impegnato nel cantiere di famiglia fin da ragazzo, Carlo grazie alla propria tenacia, fatica e costanza, acquisisce professionalità e competenza che oggi mette a disposizione dei propri clienti.

“Il progetto che sto realizzando con la mia ditta a Ravenna – ci dice - e, nello specifico, si tratta di un parco botanico e zoologico che intende ispirarsi a una nuova filosofia alle cui basi c’è un rapporto diverso, più lucido e consapevole, tra l’uomo e l’ambiente, e più in particolare, tra l’uomo e gli animali. Stiamo attraversando un periodo storico contraddistinto da una crescente sensibilità verso questi nostri vicini di casa sul pianeta. Occorre pertanto operare affinchè questa non resti una moda ma cresca verso una nuova cultura ecologica”. Alla mia domanda su come fosse possibile comprendere e amare qualcosa che non si conosce, che non si tocca con mano, risponde “È proprio partendo da questo principio che Le Dune del Delta vuole creare un luogo che permetta all’uomo di appassionarsi degli animali e dell’ambiente, di capire le intime leggi che regolano il delicato equilibrio di rapporti e dipendenze presenti in ogni nicchia ecologica, portando al grande pubblico uno sguardo d’insieme dell’animale e del suo mondo. Incontrare e conoscere per poter comprendere, rispettare e tutelare la natura che ci circonda. Per far questo il Parco terrà conto delle esigenze etologiche degli animali, mettendo a disposizione gli spazi regolamentati dalle leggi regionali, provvedendo al loro benessere, con acque correnti, ricoveri all’ombra, alimentazione quanto più possibile naturale, locali adeguati, ecc. Sia per gli animali indigeni che per quelli esotici, i luoghi di permanenza prevedono dei ricoveri dove l’animale possa occultarsi, lasciando a lui la decisione se mostrarsi al pubblico oppure restarsene invisibile. Il parco inoltre vuole porsi in collaborazione con il Corpo Forestale e i Centri di Accoglienza per animali esotici, al fine di offrire ospitalità, cure e assistenza agli animali esotici provenienti dalle più svariate situazioni. La vera punta di diamante de “Le Dune del Delta” saranno le tre Palazzine della Divulgazione: (“Interattività con gli Animali: la Nursery”, “Le Bio Diversità Notturne” e, un omaggio alle terra di Ravenna, il progetto scientifico/divulgativo “Dal Mare alla Terra”), strutture a tema che permetteranno a tutti i visitatori un incontro guidato e più ravvicinato con aspetti altrimenti poco visibili del mondo animale. Le tre Palazzine Divulgative sono concepite oltre che per i normali visitatori, anche per accogliere un pubblico scolare di ogni età e grado, grazie alla presenza di personale esperto e alla realizzazione di progetti didattici loro dedicati. Ma non solo le scuole, anche le Università potranno guardare a Le Dune del Delta come a un partner ideale per itinerari di studio e osservazione sul campo, nell’ambito della zoologia, etologia, veterinaria, botanica e molte altre discipline”.

COSTRUZIONI EDILI

CARLO

DELVECCHIO C.da Casciotta 1/d _ Capodarco di Fermo_impresadelvecchio.c@libero.it _ mobile: 334.6274121

nella foto: da destra: Giuseppe, Stefano e Carlo

Generazioni


LaSplendente

La Spendente che si è costituita come cooperativa nell’anno 1989 con lo scopo di organizzare e gestire attività e servizi in genere per assicurare occupazione ai propri soci, è passata in un ventennio da 25 soci lavoratori iniziali ai 100 attuali, con un fatturato sempre crescente. L’ambito territoriale in cui opera è quello delle provincie di Fermo, Ascoli piceno e Macerata. E’ dal febbraio 2001 che essa ha iniziato il percorso della Qualità Totale, incominciando ad implementare alcune procedure tali da garantire la continuità dei servizi erogati nel rispetto delle leggi che li regolamentano e offrendoli giorno dopo giorno a livelli qualitativi sempre più elevati. Oggi si pone l’obiettivo di essere energico ed affidabile supporto agli enti locali offrendo servizi e personale qualificato: pulizie di enti pubblici e privati; trasporto scolastico; raccolta rifiuti igiene urbana; raccolta differenziata ad una percentuale dell’80%; assistenza anziani e assistenza negli scuolabus; gestione mense (per un totale di circa 20 comuni).

PETRITOLI _ ITALY

In primo piano:

LARACCOLTADIFFERENZIATAFRALIMITICULTURALIE NUOVEPROSPETTIVEDICRESCITA. Ne parliamo con Massimo Del Prete.

CARLO

Come avviene la raccolta differenziata dei rifiuti? I rifiuti differenziati sono raccolti ogni giorno; per ogni tipo un giorno prestabilito. La frazione di organico viene raccolta sette giorni su sette, invece al fine di evitare cattivi odori. La vostra Cooperativa opera nelle Marche e nello specifico in tre, delle cinque province: e cioè Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. In relazione a questa premessa, mi chiedevo quanto potesse essere radicata, in questa terra, tale cultura e come, a parer tuo, nel momento in cui essa non sia considerata che agli albori, come sia possibile coinvolgere maggiormente le persone ad eseguirla in maniera più responsabile ... Per riuscire in questa iniziativa è necessaria una grande determinazione soprattutto ove, e mi ricollego alla tua domanda, come nelle nostre zone, non è ancora radicata la cultura della raccolta differenziata. Mi sento di ringraziare in modo particolare tutti i nostri operatori, i quali, ogni giorno, con grande convinzione svolgono il loro lavoro. Fondamentale e necessaria è la collaborazione dei cittadini, degli enti e delle Pro-loco, anche se bisogna fare di più, ad esempio attraverso l’emanazione di un disciplinare, vale a dire di una serie di regole da seguire per poter differenziare bene i rifiuti. In futuro, potete prevedere vantaggi per i cittadini che faranno raccolta differenziata? E quali vantaggi ci saranno in generale? Sicuramente ci saranno vantaggi per tutti, non solo economici. I cittadini si sentiranno protagonisti nella creazione di un ambiente più pulito grazie alla loro collaborazione, al loro coinvolgimento in prima persona, rendendosi così protagonisti di civiltà. In futuro, se i cittadini continueranno a collaborare praticando più attivamente la raccolta differenziata e praticandola correttamente, i benefici non si faranno attendere e saranno possibili anche agevolazioni tariffarie sulla bolletta della nettezza urbana. La raccolta oggi viene per lo più ancora effettuata porta a porta davanti alle abitazioni e davanti a tutti

i negozi .. ma bisognerebbe a mio parere, sensibilizzare sempre maggiormente le amministrazioni affinchè vengano create isole ecologiche ove siano previsti contenitori per tutti i tipi di raccolta; isole ecologiche ben fatte per ogni singolo condominio e frazione che non debbano sembrare discariche metropolitane a cielo aperto. Qualche consiglio ai cittadini per una corretta raccolta differenziata La qualità della raccolta differenziata è molto importante. È importante separare bene i rifiuti, perché vengono remunerati in base alla loro purezza (carta, cartone, vetro). Ad esempio, nella raccolta di carta e cartone non devono essere presenti parti plastificate come pellicole che inquinano la purezza della partita di rifiuti. Analogo discorso per il vetro, nel quale non devono essere presenti parti metalliche, tappi che andrebbero gettati nell’apposito contenitore. Questo per evitare che una partita di differenziata sia trasformata in indifferenziata perché non pura, annullando gli sforzi e gli impegni di chi differenzia. Quali sono le prospettive della cooperativa per il futuro? Il nostro obiettivo è quello di ampliare le aree di raccolta differenziata porta a porta in tutti i comuni e di compiere un servizio sempre più efficace in modo da raggiungere nei prossimi anni una percentuale addirittura superiore al già soddisfacente dato (80%) di rifiuti differenziati. Inoltre, il nostro scopo è di riuscire a coprire attraverso tutti nostri servizi, l’intero territorio delle provincie nelle quali operiamo. Tornando al differenziato è utile precisare come vi sia la consapevolezza che nella nostra regione il servizio sia stato attivato in ritardo rispetto ad altre regioni e città d’Italia… e in grave ritardo rispetto all’Europa, in particolare ai Paesi del Nord, ma vale la pena recuperare in fretta il tempo perduto perché ,sono certo, e anche i cittadini se ne convinceranno sempre di più, che fare un servizio di questo genere all’ambiente equivale a fare un servizio per tutti rendendo il cittadino protagonista in questo processo di rispetto e di civiltà, non solo nei confronti dell’ambiente, ma anche e soprattutto verso se stesso.

MASSIMO

DELPRETE LA SPLENDENTE - Via Pacifico Marini 52_ petritoli _ Tel. 658493 info@lasplendente.it _www.lasplendente.it


meglio.

LEVERE"FABBRICHEDILAVORO"

Le donne, dicono i sondaggi, sono più brave a carpire le mute sollecitudini di una natura che rivendica il suo sacrosanto primato a tornare al centro degli interessi collettivi. Non ci sono risposte facili, né tantomeno strade facili e di questo tutti ne siamo consapevoli. Ci sono però molti percorsi intrapresi con coraggio, impegno, finanche a volte, abnegazione e ciò è già molto perché rispetto ed amore viaggiano di pari passo. Amore per il nostro futuro, che è anche e soprattutto il futuro dei nostri figli, che si trasforma in azione attraverso la vita di persone che hanno risposto alla chiamata di salvare la nostra specie, e molte di queste persone sono donne. Donne le cui storie gridano un messaggio: credere e sostenere che un mondo sano, prospero, pacifico, amorevole, giusto e sostenibile è non solo possibile, ma che sta succedendo. Proprio ora.

Ingegneria,architettura Leie green economy:

Le donne lo fanno


La scelta progettuale è stata quella di allestire un Parco dove gli animali (solo esemplari nati e cresciuti in Italia, già in cattività) vivono in stato semi-brado come filosofia vincente per il benessere degli animali mantenuti, prendendo le distanza dalla tipologia più diffusa, almeno in Italia, dello zoo, che prevede diversamente la detenzione degli animali all’interno di gabbie che lo rinchiudono in ambienti spesso, marcatamente artificiali.

Le Dune del Delta un parco per gli animali, l’ambiente e la ricerca scientifica

RAVENNA ITALY

A parlarci del progetto, l’Architetto che lo ha eseguito:

ALESSANDRA

RUSTICALI In che cosa si differenzia Alessandra, questa iniziativa da quelle già presenti in Italia? Oltre che per la particolare attenzione posta nel percorso guidato all'interno del parco, e per i suoi aspetti di Ricerca e Didattica, si differenzia per le sinergie con l'Università degli Studi di Bologna, Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali, Polo di Ravenna, e soprattutto si distingue per il rapporto con l'ambiente circostante. Il parco è stato concepito nel rispetto dell’equilibrio tra uomo e ambiente e tra uomo e animali, con particolare attenzione alle direttive europee relative alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici. Uno degli obiettivi del Parco Tematico Faunistico è quello di offrire ai visitatori delle occasioni per entrare in contatto più intimo, e se possibile operativo, con la natura ragion per cui esso si sostanzia di un progetto realizzato con particolare attenzione verso al sua integrazione con il territorio e il paesaggio che lo accoglie. Ed è sempre nel rispetto della sostenibilità che sono stati declinati gli elementi che caratterizzano questa porzione di territorio mantenendo il rapporto tra terra e acqua che qui, data la presenza dominante della campagna e dei suoi terreni agricoli, e di molti canali e fiumi, di cave e del mare, risulta essere molto forte. In tutta l’area destinata agli animali è stato lasciato il terreno naturale, arricchito con dei dolci dislivelli artificiali (collinette) e molti piccoli specchi d’acqua; sono stati inoltre inseriti ambienti rocciosi e ambienti simil -savana (sabbioso), dove si andranno ad allocare gli animali collegati al biotipo stretto naturale (esempio fenicotteri nel lago, dromedari e zebre zona di savana, cervi e daini zona rocciosa, bovidi zona boschiva). Quali, le caratteristiche del Parco sia dal punto di vista strutturale che da quello dei servizi offerti al visitatore.. Cominciamo nel dire innanzi tutto che l’ingresso, allacciato ad una bretella dell’arteria di grande traffico S.S. Adriatica, avviene mediante una strada in stabilizzato che attraversa il parcheggio auto e autobus, piantumato oltre che con alberi e arbusti naturali, anche con grandi alberi tecnologici che provvedono all’ombreggiamento e alla captazione dell’energia solare mediante un impianto fotovoltaico integrato. Superate le biglietterie, il percorso continua per 3.3 Km conducendo, in un unico senso di marcia, il visitatore ad emozionanti diretti incontri con gli animali ospitati all’interno, accolti in grandi spazi separati per i diversi biotipi naturali e provvisti di ricoveri di legno di dimensioni opportune. Vorrei sottolineare che l’exursus, qualora lo si preferisse per suggestione, può essere anche effettuato con il proprio veicolo, invece che usufruire del trenino elettrico condotto dagli addetti. A separare il Parco dal parcheggio è la Grande Serra, una pensilina metallica coperta ma aperta lungo tutto il suo perimetro, che ospita: un punto ristoro, gli uffici, i servizi igienici, un infopoint, dei negozi ed un auditorium. Da evidenziare che la Grande Serra oltre ad essere uno spazio avveniristico e multimediale dedicato al tempo libero e al relax, che offre la possibilità di connettersi tramite totem interattivi alle attività del Parco per scoprire quali percorsi sono presenti e avere tutte le informazioni necessarie direttamente sul proprio telefonino, rappresenta un punto di accesso all’unico percorso pedonale che consente di raggiungere il Polo Scientifico Divulgativo e l’area Animal Docet i quali, insieme, costituiscono la punta di diamante del programma. Concepiti come spazi dedicati allo studio e alla divulgazione delle intime leggi che regolano il delicato equilibrio di rapporti e dipendenze presenti in ogni nicchia ecologica e portando al grande pubblico uno sguardo d’insieme dell’animale e del suo mondo, consentono ai visitatori di appassionarsi agli animali e all’ambiente. Importante precisare infine come, queste aree, derivino dalla convinzione che, un tale progetto, se non vuole restare una “cattedrale

nel deserto” deve, non solo curare la conservazione, ma anche la promozione alla società. Sebbene sia facilmente intuibile, ti chiedo di dirci il perché della denominazione “Animal Docet”.. “Animal Docet” ovvero “gli Animali Insegnano”, è un’area destinata alla concreta familiarizzazione con quelle specie animali che da millenni affiancano l’uomo aiutandolo nelle necessità. Come è strutturato e a quali funzioni assurge il Polo scientifico Divulgativo, l’altro spazio che unitamente all’area Animal Docet alla quale poc’anzi accennavamo, hai ritenuto appellare “la punta di diamante del Parco” ? Il Polo scientifico Divulgativo è costituito essenzialmente da spazi, unici per caratteristiche in Italia, in cui si svolgeranno incontri, conferenze e mostre, soprattutto in funzione educativa, per bambini e ragazzi delle suole, che potranno acquisire nuove conoscenze e l’attitudine al rispetto consapevole della natura e degli animali. Parliamo di sostenibilità, quali i criteri? Molta attenzione è stata rivolta alla sostenibilità ambientale dell’intervento che ha guidato le scelte dei materiali, delle tecniche e delle tecnologie utilizzate per la realizzazione e la gestione del Parco: i materiali per la realizzazione dei riporti del terreno rispettano le caratteristiche di “materiali non inquinanti e non classificabili come rifiuti; minima impermeabilizzazione delle superfici, che consente il recupero totale del suolo per altri usi in caso di dismissione dell’attività; immobili di progetto di tipo “leggero e “smontabile”, ovvero costruiti adottando sistemi “Struttura/Rivestimento” connessi a secco; recupero e riutilizzo interno delle acque per ridurre al minimo gli sprechi di acqua pulita e non ultimo, l’ utilizzo di energia derivante da fonti di energia rinnovabile. Leggo nel progetto che i ricoveri degli animali, così come pure la Grande Serra sono stati realizzati con tecnologie a secco, ovvero? Ovvero strutture semplici con coperture leggere che richiamano le strutture agricole per i fabbricati di servizio che punteggiano la campagna circostante, realizzate totalmente in legno: la struttura è costituita da un sistema di capriate sorrette da pilastri entrambi di legno massello, e il rivestimento è realizzato con doghe sovrapposte anch’esse in legno. Queste tecnologie, oltre ad aver permesso di comprimere i tempi esecutivi grazie alla completa prefabbricazione in stabilimento degli elementi e a velocizzare la fase di assemblaggio degli stessi in cantiere, rendono queste costruzioni reversibili. Esse consentono di smontare e sostituire, in caso di necessità, gli edifici o solo alcune parti (adeguamento dimensionale, funzionale, deterioramento), e poi di recuperare e riutilizzare gli elementi costituitivi stessi, riducendo, o addirittura eliminando, la produzione di macerie e quindi di scarti. Se parliamo di sostenibilità non possiamo non puntare l’attenzione sulla scelta di alimentare il parco con energia solare… No, non possiamo tralasciare questo importante aspetto. Sia a copertura della Grande Serra quanto sulla chioma degli alberi tecnologici di tutta la superficie del parcheggio sono stati, in effetti, installati, dei pannelli fotovoltaici per limitare l’utilizzo di energia prodotta da fonti non rinnovabili. La scelta di adottare queste tecnologie, e disporle visibilmente all’interno del parcheggio in cui è convogliato il traffico in entrata e in uscita al Parco e sulla Grande Serra che si affaccia ad esso, manifesta l’attenzione verso l’ambiente e la volontà di sensibilizzare i visitatori ai temi del risparmio energetico e promuovere l’utilizzo delle tecnologie solari per la produzione di energia elettrica. Ulteriore chiarimento su ciò che avete definito l’ “Oro Blu” del Parco, sebbene poi appaia piuttosto scontato che il riferimento è alle risorse idriche... Sì, è infatti a quelle che ci riferiamo. Gli impianti idrici implementati sono volti al recupero e riutilizzo delle acque usate all’interno del Parco con una gestione sostenibile delle sorgenti che riducono al minimo gli sprechi di acqua pulita e che, nello specifico, sono costituiti da: un Impianto di trattamento e recupero acque di prima pioggia; un Impianto di depurazione e recupero acque dei laghetti e di lavaggio delle stalle ed infine, due impianti di trattamento acque primarie del canale irriguo.


Via Vidacilio 17 _ Ascoli Piceno

ITALY

ASCOLI PICENO ITALY

Checkup sulla febbre del pianeta

AGOSTINI

in primo piano: Paola Agostini, un ingegnere donna che ha basato la sua carriera sulle rinnovabili

PAOLA

In Africa si è tenuto il 18 e 19 novembre scorsi a Kampala in Uganda, la trentaquattresima edizione della sessione plenaria dell'Organizzazione Intergovernativa sui Cambiamenti Climatici (Ipcc). Preoccupa non poco l'aumento del 5% di fabbisogno energetico. Il responso è inequivocabile e possiamo riassumerlo in una semplice frase: si fa poco per le rinnovabili. In quest’incontro è stato formalmente approvato un documento scientifico, accompagnato da una relazione più propriamente “politica”, sulla gestione di eventi “estremi” causati dal surriscaldamento globale. L’incontro di Kampala ha di fatto anticipato la conferenza sul clima di Durban in Sudafrica di fine novembre. Anche secondo l'ultimo rapporto dell'International Energy Agency (IEA), reso noto il 9 novembre 2011, lo scenario è molto più preoccupante: se nel 2010, a causa dell'aumento del 5% del fabbisogno energetico, l'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera ha raggiunto un nuovo picco, per i prossimi vent'anni non si prevede un cambio di rotta. Anzi la crescita economica globale, l'inarrestabile spinta demografica e l'accesso di milioni di persone al mondo dei consumi richiederanno sempre di più energia. Sarà sempre più difficile rimanere sotto la soglia dei 2°C, mentre bisognerà considerare gli effetti di un drammatico aumento di 3,5oC. Soltanto un investimento deciso sulle energie rinnovabili potrebbe fermare la corsa al disastro. Dalla conferenza di Durban l’IPCC ha pubblicato un documento molto preciso ed esaustivo sulle risorse e sulle possibilità delle energie rinnovabili (RE) che chiarisce la difficoltà della situazione ma anche tendenze incoraggianti e vie concrete da percorrere. Secondo il documento le RE (che sommano varie diverse fonti: l’energia idroelettrica, solare, eolica, geotermica, oceanica e la “bioenergia” a cui si aggiungono una infinità di varianti) fornivano nel 2008 circa il 19% del fabbisogno totale di energia (altre fonti calcolano una percentuale di poco inferiore, ma il dato dipende da molti fattori): un trend in aumento ma ancora troppo lento per incidere veramente sull’aumento della temperatura. Ancora una volta il problema non è tecnologico ma politico. Infatti la ricerca scientifica nel settore, pur non avendo gli stessi finanziamenti per esempio dell’industria militare, sta facendo passi da gigante nel miglioramento del rendimento energetico, nell’abbattimento dei costi di produzione, allestimento e gestione delle strutture necessarie. Nell’introduzione al documento si legge tra le altre cose: “A livello teorico il potenziale delle energie rinnovabili eccede elevatamente tutta l’energia utilizzata da tutte le economie della Terra… Le energie rinnovabili possono offrire un gran numero di possibilità e non solo nei riguardi della mitigazione dei cambiamenti climatici ma anche nella direzione di uno sviluppo economico equo e sostenibile, dell’accesso all’energia, della sicurezza nei rifornimenti, dell’impatto sulla salute e sull’ambiente a livello locale”. Incentivi fiscali e stanziamento di soldi pubblici che vadano in questa direzione sono una strada possibile per diffondere le energie rinnovabili: ma soltanto un cambio di mentalità collettivo potrebbe portare al reale salto di qualità. Ma come nasce l’amore per le rinnovabili? Lo chiediamo ad un ingegnere donna che da molti anni è nel settore. Il mio percorso professionale comincia con la carriera universitaria con laurea nel 2001 a pieni voti in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Sono sempre stata propensa alle esperienze professionali all’estero perché convinta che queste allarghino gli orizzonti e diano una formazione completa, quindi, dopo una breve esperienza lavorativa in una azienda multinazionale marchigiana nel settore ambiente e sicurezza, mi sono recata in Spagna per frequentare un master post-laurea di durata biennale in “Tecnologia ambientale”, focalizzato principalmente sulle energie rinnovabili. In Spagna ho vissuto per qualche anno, lavorando in una realtà prestigiosa come Ford España S.A. nel settore qualità. Nel 2006, presentendo l’aria di crisi che già si stava abbattendo sulla Spagna, ho deciso di tornare in Italia insieme a mio marito, ad Ascoli Piceno, mia città natale. Al principio ho lavorato nello studio di ingegneria di mio padre, già ottimamente avviato, che principalmente si occupava di edilizia ed urbanistica. Con la mia presenza ho cercato fin da subito di portare il settore ambientale nello studio, allargando il nostro campo di azione dapprima all’energetica e poi anche alle rinnovabili, dapprima solare termico e poi fotovoltaico. Con l’avvento del Conto energia, dal 2007 al 2009, ho cominciato ad occuparmi principalmente del fotovoltaico attraverso la progettazione e lo svolgimento di pratiche edilizie, Enel e GSE per impianti domestici di piccola taglia. A partire da metà 2009 fino ad oggi, quando in Italia il settore del fotovoltaico ha visto una importantissima crescita, ho cominciato a progettare, autorizzare e disbrigare tutte le relative pratiche per vari campi fotovoltaici per una potenza totale di circa 12 MW. Ho realizzato anche vari studi di fattibilità e progetti preliminari su centrali a biomasse, in particolare ad olio vegetale. Parallelamente, non ho mai abbandonato le varie attività con cui è nato lo studio: edilizia ed urbanistica, assieme alla certificazione energetica ed all’impiantistica. Inoltre, grazie all’esperienza maturata nel settore delle rinnovabili, ho cominciato anche l’attività di consulente per varie ditte ed altri professionisti. Non possiamo allora che augurarci, Paola un roseo futuro per le rinnovabili ...


Questo luogo fatto di parole appartiene a tutte noi donne

VALERIANA MARIANI

AMMINISTRATORE di World Service

la comunicazione pensata

EDITORE Donna Impresa Magazine PRESIDENTE NAZIONALE Donna Impresa

(Artigianato, Commercio & Industria)

PRESIDENTE di Aziende Associate PRESIDENTE NAZIONALE DI.Donna International

Coraggiose che sembravano sul punto di mollare, ma che hanno trovato la forza per ripartire e sconfiggere le difficoltà. Una rubrica pensata per raccontare storie di cambiamenti, sfide, dolori, metamorfosi e rinascite. Pensata, perché possiate sentirvi libere di parlare e descrivere quanto un passato non sempre felice sia stato schiacciato dalla voglia di rialzare la testa, e guardare al futuro con occhi diversi e una forza maggiore. Una rubrica che parlerà di gioie, dolori, traguardi raggiunti e perché no, da raggiungere; viaggi dell'anima o verso terre lontane, alla ricerca di una vita meno vacua e più appagante. Al femminile naturalmente.

Valeriana Mariani rubrica a cura di Valeriana Mariani

DONNA IMPRESA MAGAZINE - MILANO - ROMA - TORINO - BARI FIRENZE - BOLOGNA - VERONA - NAPOLI - PORTO SAN GIORGIO - ITALY

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45


Via Tintoretto n.7_63066 Grottammare (AP)_Tel. 0735.632622 _ Fax. 0735.730238_info@estorilviaggi.it

ESTORILVIAGGI

Intervistare mia sorella Federica è cosa assai difficile, e non solo per me. Molto timida e riservata, non è abituata a fotografi, luci, flash o notorietà in genere in quanto se ne tiene argutamente alla larga. La cosa fuor modo apprezzabile di lei è che riesce a sorridere anche quando la vita non le regala occasione di farlo. Sul viso un’espressione serena con un sorriso appena accennato che si distende appena mi scorge. Mi accingo a salutarla con un abbraccio, il medesimo gesto di affetto che rivolgo al marito Massimo ed a Cristina (la più giovane delle donne di casa Mariani), i quali quotidianamente condividono con lei la gestione di quella che non è semplicemente una professione, ma una passione che si sono trovati a condividere...

FEDERICA

MARIANI con Massimiliano Giorgi e Cristina Mariani (a sinistra nella foto) all’interno della loro agenzia.

GROTTAMMARE_ITALY

Una location, quella che hai creato con il tuo compagno, Federica … che sembra sollecitare il desiderio di partire verso orizzonti ancora non esplorati. Sarà la moltitudine dei colori sapientemente abbinati, sarà quella luce proveniente dalla grande vetrata che percorre l’intera facciata dell’agenzia e che si proietta sulla grande quantità di oggetti provenienti dai Paesi più disparati come ad invocare di viverli, quei luoghi … sta di fatto che le suggestioni sono così tante da alimentare il desiderio di fuggire dalle plumbee tinte di una quotidianità fatta di posti e situazioni che non sempre possiamo scegliere. A partire da questa premessa, vorrei chiederti di parlarmi della filosofia che è alla base di una attività particolare come la tua in cui le aspettative del cliente sono molto alte, che si tratti di viaggi di lavoro piuttosto che di piacere… La nostra agenzia di viaggi nasce più di dieci anni fa dalla nostra grande passione per i viaggi, e soprattutto per la volontà di condividere le nostre esperienze con le persone che come noi amano conoscere il mondo. Abbiamo costruito un’azienda forte e dinamica, giovane e proiettata verso il futuro. La nostra forza e' data dall’attenzione verso il cliente e dalla professionalità con la quale costruiamo ogni viaggio. E per questo che vantiamo la collaborazioni con aziende leader nel settore viaggi, primi fra tutti Alpitour, Francorosso e Costa Crociere con i quali abbiamo ottenuto grandissimi traguardi. Garantiamo sempre ai nostri clienti i migliori standard di servizio, offrendo inoltre la nostra assistenza sia prima che durante il viaggio. Il nostro obiettivo è cercare continuamente una qualità sempre più alta, abbinata ad un’offerta di prodotti ampia e completa. Dalle proposte low budget per i giovani e le famiglie, alle proposte più esclusive e suggestive per i veri amanti del viaggio. La nostra filosofia aziendale può essere quindi riassunta in servizi, garanzie per i clienti, etica, cultura del viaggiare. Tanti sono i progetti per il futuro, come ad esempio l’apertura di nostre filiali per espanderci nel territorio.


SI RACCONTA

Una tipa tosta. E' indubbio, anche se lei, scherzando, si definisce fragile. Ma è troppo intelligente perché ci creda, ed io troppo caparbia per crederle. E poi è bellissima, così bella da pormi quasi in soggezione. Ma siamo amiche ed è bellissimo che sia proprio lei, dove altri (uomini e donne) hanno tentato invano, a mettermi in una condizione di piacevole riverenza. Ora, sono qui di fronte a lei, rapita dalla descrizione che ci regala di se stessa che, sebbene io conosca, non mi sottrae dal rimanerne affascinata. Ogni volta, come fosse la prima. Evito di chiamarla "architetta", è una cosa che non sopporto il demarcare il “genere”...

MONICA

BUCCICONE Studio Panzarasa_Garlasco (PV)_Via Marconi 27_mail: monicaarchi@libero.it


qui

Una cosa che non ha molto senso, a parer mio e, sono certa, che una donna come Monica voglia essere riconosciuta come un "architetto" (non credo che una "a" o in una "o" per lei facciano la differenza) e che di fronte ad un suo progetto, uno si chiedesse solo se è ben fatto oppure no. Quello che adoro in particolar modo però, è il suo riuscire a trovare il lato positivo in ogni cosa e in ogni persona, sempre. Parliamo qualche minuto e subito comprendo che il sottrarmi all’arduo compito di raccontarla, è “cosa buona e giusta”… preferisco sia lei a farlo, in quanto consapevole che non riuscirei mai ad adempiere al fine di tracciarle un profilo che la descriva in tutta la sua essenza.

Poter guardare lontano senza spaventarsi, consapevoli dei propri limiti, difetti, debolezze; consapevoli che la propria forza interiore ci condurrà alla meta, qualunque essa sia. Salita dopo salita discesa dopo discesa, pianura dopo pianura e curva dopo curva.

Fotografie: Donato Franchini - Garlasco (PV)

Risaie come linee rette orizzontali. Vie campestri come linee rette verticali nel loro quasi impossibile punto d’incontro all’infinito. L’architettura del paesaggio da dove provengo: una terra che ha nome Lomellina. Una realtà di paese. Genitori molto attivi, tutt’ora giovanili. Sandro ed Angela. Una forte presenza nella mia vita. Un’esempio. Di capacità, di abnegazione. Il loro lavoro nella davvero “grand Milan” . Grande in ogni senso. Il fratellone Luca. La prima formazione scolastica nella realtà locale per approdare già negli ultimi due anni della scuola secondaria superiore, nell’area milanese. L’istituto d’arte, (arredamento-ebanisteria) e già a 17 anni l’esperienza di vivere lontana da casa, per motivi di studio. Il corso di laurea quinquennale, quando ancora esisteva solo quello, presso il Politecnico di Milano, con specializzazione in Tutela e Recupero del Patrimonio Storico. L’esame di stato. L’inserimento nel mondo del lavoro. Corsi ed aggiornamenti professionali continui. La qualifica già dal 2008 di certificatore energetico. Sono trascorsi 15 anni. Di continui cambiamenti, legislativi. Nella società. Nell’economia. Nei modi di essere e fare delle persone. In appoggio allo Studio Panzarasa di Garlasco, uno degli studi storici della piccola cittadina. Il settore leader della mia attività e di quella di studio appunto, è la ristrutturazione, il restauro. La presenza dell’ingegner Panzarasa, figlio del Geometra Franco, titolare dell’attività e mezzo secolo operante nel settore, insieme a diversi esperti catastali e di topografia, assicurano la piena realizzazione del progetto anche a livello di struttura statica, nonché poi l’accatastamento e l’esecuzione di ogni pratica annessa. I programmi di disegno che utlizziamo, ci consentono di realizzare studi e rendering tridimensionali di una buona qualità. Nella attività quindi si spazia dalle pratiche catastali, affidate agli esperti in studio, alla progettazione di capannoni a servizio delle aziende agricole. Dalla lotizzazione industriale o residenziale alla gestione condominiale. Dall’assistenza alla vendita immobiliare, alla certificazione energetica, settore in crescita. Opero anche a Milano, a Pavia, con piccoli interventi di ristrutturazione d’appartamenti. A Vigevano. Oltre che nei paesi limitrofi allo studio. Sono capitati lavori anche in altre regioni, tra cui la Liguria, il Piemonte.

Siamo

Probabilmente le donne non hanno la visibilità di cui godono gli uomini, ma nel campo della progettazione si sta ormai affermando una parità di presenze di entrambi i sessi. La figura dell'architetto/designer donna esisteva anche nel passato, ma viveva all'ombra delle figure maschili, un esempio storico come Alvar Aalto e sua moglie Aino ne sono la più chiara testimonianza. Credo che la differenza stia nell'impegno che questa professione richiede: dall'architettura è difficile staccare, è una professione fulltime, 24 ore su 24. E' una professione che richiede molto impegno e molte volte non ci si vuole dedicare totalmente ma si possono avere altre priorità nella vita, come una famiglia o altre attività. L'unica cosa che è cambiata è la storia, la società contemporanea richiede molto più impegno, addirittura abnegazione, e le donne patiscono il dover decidere di rinunciare alla famiglia a scapito del lavoro, e ciò non vuol dire che la loro creatività sia compromessa all’interno di questa scissione casa-lavoro, essa resta immutata, finanche maggiormente volta a rispondere appieno a tutte quelle esigenze cui siamo chiamati oggi: il progettare ambienti a “misura d’uomo”… spazi vivibili all’interno dei quali il design sacrifica parte della creatività al confort. Ed è per questo che ci sono, e ci saranno sempre, più architetti e designer donne.


Professione

cantautrice

SIRACUSA_ITALY

Siciliana, comincia a cantare e a scrivere canzoni all’eta’ di 17 anni. Con varie formazioni suona in giro per l’Italia spaziando tra cover jazz, folk, blues, rock, pop.

ADRIANA

Gli esordi degli anni ’90 la vedono attivamente impegnata sia come autrice melodista che come vocalist, e ciò contemporaneamente al portare avanti la sua attività live che si svolge in giro tra Milano, Modena, Bologna e Roma con varie formazioni ma anche con molti concerti acustici chitarra e voce - in cui prevalentemente suona, oltre le covers anche i suoi brani di allora, tutti in lingua inglese ma soprattutto con un sound ed una costruzione lontani dalla melodia italiana tipica di quel momento. E’ alla fine degli anni novanta che vince una borsa di studio indetta dalla Siae per accedere al Cet (la scuola fondata da Mogol) al corso compositori; qui apprende una serie di parametri che caratterizzano il pop italiano ed internazionale di quegli anni. Comincia a scrivere canzoni con testi in italiano. Sempre in quell'anno firma un contratto di edizioni con la Kromaki Music di Radio Montecarlo e 105, e continua l'attività live in giro per l’Italia. Fin dal principio la vena compositiva ed autorale di Adriana viene influenzata da vari generi: dal pop al jazz ,dal rock al folk pur rimanendo sempre personale, autentica e riconoscibile, mentre la sua vocalità assume sempre più un colore ed un tono preciso. L’interpretazione e il lavoro sul colore della voce diventano un obbligato, rispetto al tecnicismo che imperversa e che spesso accosta il canto ad una gara di atletica leggera, mentre il canto come una qualunque altra forma d’arte è, per lei, innanzitutto un esperienza spirituale interiore molto forte, fosse anche solo gioia pura. Nel 2005 Adriana decide di aprire un suo marchio di autoproduzione e comincia l’avventura di produttrice di se stessa sviluppando un progetto acustico che si chiama La Fabbrica dei Sogni” che riprende un brano di sua composizione inedito e che dà il nome al suo marchio di produzione appunto “La Fabbrika” che diventa il nome del percorso dato al coraggio di fare questo investimento su se stessa: Adriana produce da sola il suo disco sia come produttrice esecutiva che artistica insieme ai due videoclip di “Non Credo” e “Una Donna” (il singolo anteprima dell’album (il mio modo di dirti le cose) va nella top ten della classifica di gradimento delle radio web locali e regionali e music control la indie music like per sei settimane al sesto posto e col videoclip del medesimo brano entra tra i migliori video indipendenti sia al “piv” che al “pivi” i due maggiori concorsi per videoclip italiani. Nel 2010 finalmente ultima l’attuale album dove Adriana decide di riportare alla luce la canzone pop jazz degli anni 70 del periodo di Mina e comincia a muoversi in quella direzione mantenendo influssi folk e rock. Decide di fare un album con sonorità retrò che riprendono gli anni 50 ma con un tocco indie e moderno, un mix tra la melodia degli anni trenta insieme ad un tocco di british pop alla Portished e Morcheeba con un tocco di Carol King. Un album insomma che ha la pretesa di poter aprire delle porte, quelle dell’onesta artistica e dell’eleganza creativa,. Questo è il percorso che ha segnato la realizzazione (in due anni dal 2008) dell’album IL MIO MODO DI DIRTI LE COSE, attualmente in vendita su itunes e nei maggiori negozi digitali e non. Il videoclip del brano “Non Credo” lanciato come singolo dell’album in febbraio 2011 ottiene un successo davvero notevole per una artista indipendente in sei mesi conta 56.000 visualizzazioni. Proprio in questi giorni e’ partita la promozione del secondo singolo dell’album il brano intitolato “3Sul Rouge un mix di tango e di pop jazz anni 70: un brano accattivante sensuale ed ironico alla cui produzione del videoclip (che verra’ girato in un paesino della Sicilia) sta lavorando anche Walter Garibaldi, noto autore e regista di programmi televisivi ed ex naufrago dell’ultima edizione dell’isola dei famosi, oltre alla signora Gianna Orru mamma di Valeria Marini, Abi Ballottelli e Francesca de Andre’ (rispettivamente sorella del famoso calciatore e figlia di Cristiano de Andre’ nonché compagne di avventura di Walter nel reality) che assurgono al ruolo di attrici come coprotagoniste di Adriana.

SPURIA adrianaspuria@gmail.com

TRAMONTANO

ISABELLA L’Occhialaia, un negozio di ottica dove lavorano soltanto donne. NOCERA INFERIORE_SALERNO_ITALY

Nasce il venti ottobre del nuovo secolo da un’idea di Isabella Tramontano, economista, per iterare la tradizione familiare. Figlia di ottici, cresciuta tra lenti a contatto e oftalmiche, decide di creare qualcosa di “diverso”, di accedere a un settore molto maschile, dove le donne al massimo erano “addette alle vendite”, da protagonista. Meglio, rendendo le donne protagoniste. Nasce così un negozio femmina, con un nome di genere femminile, con una compagine societaria tutta rosa, dove le dipendenti sono “curvilinee”. Per punti: L’Occhialaia: non ti sbagli, ci vai e ci trovi donne. Socie: culturalmente la donna ha nel DNA l’Economia, che etimologicamente vuol dire “arte di reggere e bene amministrare le cose della famiglia”, quindi: perché no? Dipendenti: volendo professionalità, le socie hanno deciso di rivolgersi direttamente alle scuole di ottica e optometria e, quando ai presidi hanno chiesto le eccellenze femminili, hanno avuto visi straniti, hanno dovuto spiegare che la donna ha una perizia e una pazienza singolari. In più: la legge più ironica e vera del marketing afferma che gli uomini guardano le donne e le donne guardano le donne, quindi nessun pericolo di discriminazione da parte delle clienti, e – dal celeberrimo termine coniato dal giornalista Simpson del giornale The Indipendent nel ‘94 – si cavalca la società metrosexual che vuole uomini attenti all’aspetto e amanti dello shopping. Da questi punti di partenza nasce “L’Occhialaia”, e vive bene con voglia di crescere. In un Sud particolare, la provincia di Salerno (Nocera Inferiore), in cui essere solo donne potrebbe a volte spaventare L’Occhialaia_Via Zanzara 13, 15_ isabella.tramontano@gmail.com

Lavoro: Le donne del Sud sono le piu’ sfiduciate. A documentarlo è l’Istat, con riferimento ai dati del primo trimestre del 2011. Dalle cifre emerge come il fenomeno colpisca soprattutto le donne e il Mezzogiorno. Quasi la metà degli “scoraggiati”, e precisamente 698 mila (il 45% del totale) è, infatti, rappresentata da donne meridionali. Spesso la donna è confinata in ruoli marginali sia in termini di opportunità culturali, che professionali oltre che all’interno del nucleo familiare. Non solo nelle economie meno avanzate, ma anche nei Paesi più evoluti, le donne riscontrano più difficoltà rispetto agli uomini nel costruire il proprio futuro.


GERALDINE DE LORENZA VULPIAN

BENZI

MILANO_ITALY

Con un background di altissimo livello, arriva a Fidenza Village Geraldine de Vulpian. che ricoprirà la carica di Direttore Marketing di Fidenza Village, uno dei nove Chic Outlet Shopping del gruppo Value Retail, sfruttando al meglio la sua lunga esperienza nel settore della moda e del lusso. Laureata all’Ecole Supérieure des Sciences Economiques et Commerciales – ESSEC – France, ha iniziato la sua carriera da Louis Vuitton a Parigi, dove in pochi anni è passata da Assistant Store Manager a Product Manager di accessori e pelletteria. Nel 2002 passa al prestigioso brand di alta gioielleria del gruppo Richemont, Van Cleef & Arpels, come Group Product Manager – VCA International. In quel periodo si è distinta per il lancio mondiale della collezione di gioielli della Maison, “A Mid Summer Night’s Dream”. Tra il 2003 e il 2005, in qualità di Direttore Marketing e Comunicazione VCA per l’Europa e il Medio Oriente, Geraldine ha coordinato un team di esperti, con il quale ha creato il primo piano strategico di marketing e comunicazione globale della zona, contribuendo a incrementare le vendite oltre le proiezioni. Del 2005 la decisione di lavorare come agente indipendente plurimandatario, primo obiettivo, quello di esplorare un nuovo territorio per Van Cleef and Arpels, il Canada, dove segue l’apertura di 4 punti vendita. Poi, per La Montre Hermès, Geraldine è agente esclusivo per il Canada e le zone duty free degli Stati Uniti: scelta delle strategie di posizionamento, distribuzione e marketing diretto sul territorio, con il risultato di quadruplicare le vendite canadesi tra il 2006 e il 2009. Oggi Geraldine si impegna su un fronte nuovo, ma coerente con il suo vissuto: Fidenza Village che fa parte del Gruppo Value Retail, leader nella progettazione, realizzazione e gestione di shopping outlet village di lusso; sul web all’indirizzo www.fidenzavillage.com

TRADUZIONI E LINGUE DI BEATRICE

JOUMANA

HADDAD

Semplice, bellissima, strepitosamente sexy. Joumana è una donna coraggiosa per le cose che racconta sulle condizioni delle donne nel mondo arabo-islamico. Controcorrente, impegnata intellettualmente, svela la sua vita, smaschera i tabù, le contraddizioni del mondo arabo ....

E’ una poetessa, giornalista e responsabile delle pagine culturali del quotidiano libanese An Nahar. È anche la capo redattrice di Jasad, una rivista in lingua araba specializzata nelle arti e la letteratura del corpo. È stata dal 2007 al 2011 l’amministratrice dell’IPAF, un premio letterario che ricompensa ogni anno un romanzo arabo, e ora fa parte del comitato dei gestori del premio. Ha già pubblicato varie raccolte di poesia e racconti: i suoi libri sono stati tradotti e pubblicati in molti paesi del mondo. È inoltre membro del comitato del libro e della lettura presso il ministero della cultura libanese. Numerosi i riconoscimenti a cominciare dal premio del giornalismo arabo nel 2006, fino a proseguire a quelli che le sono stati attribuiti rispettivamente nel novembre 2009, ovvero il “Premio Internazionale Nord Sud della fondazione Pescarabruzzo” per la sezione poesia, e nel febbraio 2010: il “Premio Blue Metropolis per la letteratura araba a Montreal”. Nell’agosto 2010 ha infine ricevuto il Premio Rodolfo Gentili a Porto Recanati, perché “mi batto da sempre - mi confida - per dar voce a tutte le donne, in particolare a quelle che voce ancora non hanno e non possono avere perché prigioniere di pregiudizi maschili”.

DAMIANI L'agenzia “Traduzioni e lingue” nasce tre anni fa e fornisce servizi linguistici di varia natura: dalla traduzione di testi all'insegnamento di lingue, anche online, per poter comunicare con tutto il mondo. Essa collabora con i più importanti studi legali e di consulenza d'Italia, con i tribunali e le aziende più prestigiose. La sua fondatrice, Beatrice Damiani, ha una vera passione per le lingue. Prima e dopo essersi laureata in “Traduzione e Mediazione Linguistica”, ha trascorso diversi periodi all'estero, negli Stati Uniti e in Europa. Ogni giorno ha occasione di parlare in lingua straniera, grazie all'insegnamento, ma anche ai suoi contatti in tutto il mondo. “Non basta sapere una lingua per definirsi un traduttore” - dice. “Un traduttore – continua – ha frequentato una scuola specifica, ha studiato le tecniche di traduzione e ha le capacità necessarie per capire le varie sfumature che una lingua può assumere”. Il suo messaggio è rivolto a tutti coloro, privati e aziende, che si avvalgono di “chiunque” per soddisfare le proprie esigenze di traduzione. Molte persone si spacciano per traduttori senza averne le capacità e i requisiti necessari, offendendo così questa professione. Le lingue sono molto importanti al giorno d'oggi, per comunicare, per viaggiare e per mantenere le relazioni con i mercati esteri. Tutti dovrebbero conoscere almeno una lingua straniera. “Traduzioni e lingue” è qui per questo; per mettervi in relazione con il mondo. Info: www.traduzionielingue.eu _ beatrice.damiani@alice.it

RICCIONE_ITALY


Nasco il 12 gennaio 1961 all’ospedale di Fermo. Vivo fino all’età di 6 anni a Marina Palmense, piccolo paese del fermano. Lavorando a quell’epoca mio padre con una ditta che costruiva autostrade, mi ritrovo a fare la prima elementare in un paese della Liguria “Spotorno” dove ne’ io ne’ tantomeno mia madre avevamo amici. Ma essendo il mio un carattere socievole ci misi poco a fare conoscenza con i miei compagnetti di scuola, unico problema era la lingua, non perché in Liguria non si parlasse in italiano, bensì perché io non lo parlassi, essendo abituata ad interloquire in dialetto fermano; barriera linguistica che superai da lì a pochissimi mesi, arrivando persino ad abbandonare completamente quel gergo dalle forti caratterizzazioni che è tipico del mio territorio di origine, a favore di un italiano quasi impeccabile, se non fosse per l’accento ligure che nel frattempo avevo assunto. Tutto ciò però durò solo un anno in quanto la professione di mio padre non consentiva di essere stabili in un luogo per lunghi periodi. E difatti, nel ’68, ebbe la necessità di trasferirsi in Svizzera, e di conseguenza anche io e mia madre con lui. Noi si abitava ai confini in un paese, Porto Cesareo, carino suggestivo per quel che mi ricordo … in particolare per un grande lago situato vicino casa dove nuotavano dei grandissimi cigni bianchi. Qui siamo rimasti un anno e mezzo circa, dopo di che facemmo ritorno a Marina Palmense e ci stabilimmo in casa dei miei nonni dove abitavano anche i miei zii e mia cugina: eravamo una famiglia numerosissima. Ulteriore trasferimento di mio padre, questa volta a Marghera. Differentemente dalle altre volte però, non volle che noi lo seguissimo in quanto Marghera ai tempi era considerata una città piena di smog

ELEONORA

LUCIANI

Via Sacconi 39 _ Porto San Giorgio _ T. 0734 677798 _ F. 0734 685750 _mail: commerciale@cedluciani.it _ Italy

Giornata iniziata con tempo incerto ma la bellezza ed il calore del pigro sole dicembrino, che se ne sta a sonnecchiare accovacciato dietro una moltitudine di grossi nuvoloni nonostante l’ora tarda, l’ho trovata nell’ufficio di Eleonora, adorabile brunetta tutto pepe schietta e spiritosa, la cui forza di carattere e l’acume di cui è dotata emergono sin dai primissimi approcci. Quello che ho scoperto in questo bellissimo vis a vis e che non pensavo le appartenesse (non così tanto, almeno), è che dietro quell’aspetto di “donna che sa quello che vuole e come ottenerlo” si nascondesse una sensibilità tanto grande da tener vivi i ricordi della sua non facile infanzia come fossero cose da non dimenticare, differentemente a quanto normalmente si è tenuti a fare, di più … nonostante oggi sia una professionista affermata non lesina il raccontare i suoi difficilissimi esordi lavorativi ed una infanzia diversa, per condizione, rispetto ai suoi coetanei che non rinunciavano (complice l’età) a rammentarle quanto fosse diversa da loro. L’essere orgogliosa della sua estrazione sociale oggi, come allora, sebbene poco più che una bambina, e l’assurgere ogni attimo vissuto come qualcosa comunque di importante nella sua formazione, la rendono unica. Questo suo lato umano, prima ancora del fatto che la stimi moltissimo dal punto di vista professionale, mi hanno indotta a chiederle di parlarmi di lei, affinchè potessi accoglierla all’interno di questa mia parentesi interamente dedicata alle donne. Quelle vere, come lei.

ma anche, e soprattutto perché, consapevole del fatto che questo suo peregrinare di luogo in luogo non mi giovasse. Mio padre dunque partì da solo e noi rimanemmo dai nonni. Frequentai la terza elementare a Marina Palmense, finalmente con i miei amichetti dell’asilo che fino ad allora non ebbi più avuto modo di frequentare. Iniziai anche la quarta elementare a Marina Palmense ma non riuscii neppure a terminare l’anno scolastico quando a mio padre venne proposto di trasferirsi in un’isola della Cina: Formosa. Questa volta mio padre non accettò l’incarico, perdendo di fatto il lavoro. Ovvio che a quel punto dovesse cominciare a guardarsi intorno cercando, fra le più diversificate soluzioni lavorative che offrivano la nostra terra, quella che gli consentisse finalmente di insediarsi in pianta stabile nel territorio natio. Da lì a poco tempo gli proposero di acquistare una stazione di Servizio a Porto San Giorgio con annesso lavaggio e bar; accettò. Mia madre era titubante in quanto non aveva mai fatto la barista né tanto meno lavato auto… ma sebbene ciò accondiscese al desiderio di mio padre, che invece si intendeva di meccanica, il quale riteneva opportuno rimboccarsi le maniche e tentare questa esperienza lavorativa. Noi, e cioè io e mio fratello minore, rimanemmo dagli zii per un periodo sufficiente al che mamma e papà trovassero un appartamento in loco. Lo trovarono da lì a poco tempo a Porto San Giorgio e pertanto ci trasferimmo lì. Poco più che dodicenne iniziai, sfruttando il periodo delle vacanze scolastiche estive, a “dare una mano ai miei …ovvio per quel mi fosse possibile, complice anche mio fratello che, sebbene più piccolo, condivise con me l’intento di alleggerire il gravoso peso che i nostri genitori avevano assunto nell’investire in una attività sul nascere. Naturalmente la mattina erano i miei ad alzarsi alle sei per andare a lavoro… io mi svegliavo più tardi, facevo alzare mio fratello, gli preparavo la colazione e, con la bici raggiungevo con lui la stazione di servizio, che distava cinque chilometri da dove abitavamo. Sempre con la bici, a mezzogiorno, tornavo a casa e preparavo pranzo, occupandomi nel frattempo anche della pulizia della casa, oltre che del lavaggio e stiraggio dei capi.. ciò ovviamente con il plauso di mia madre e mio padre consapevoli che la mia pur manifesta inesperienza, tipica di una bambina di quell’età, contribuiva notevolmente, comunque fosse la qualità delle mansioni domestiche svolte domestiche, ad alleggerire il lavoro a mia madre. Nel periodo scolastico mi era affidata la cura di mio fratello: ero io che dovevo provvedere al che ottemperasse ai doveri scolastici, e non solo. All’età di 14 anni mio padre mi regalò il motorino, quel dono per me fu importantissimo, non solo perché diventavano più agili gli spostamenti se confrontati al pedalare, quanto per il fatto che quel nuovo, straordinario, mezzo di locomozione, mi consentiva di ritagliarmi una parentesi tutta mia all’interno di quella pesante quotidianità. Il raggiungere gli amici per una pur breve passeggiata in Viale della Stazione era un momento indimenticabile, se visto nell’ottica di una adolescente investita di responsabilità molto più grandi di lei come il gestire la contabilità della stazione di servizio e la riscossione degli insoluti dai clienti. A 16 anni dovetti prendere in mano tutta la gestione dell’attività dei miei perché papà si comperò un camion e cominciò a girare l’Italia. Non ricordo momenti particolarmente significativi della mia vita di adolescente che non siano collegati con il lavoro e la famiglia. Fino all’età di 18 anni non sono mai andata al mare, nonostante abitassi a Porto San Giorgio, e nemmeno ad una gita della scuola… ma non importa, ho imparato tantissimo: ciò lo attesta che non appena maggiorenne fui assunta in una ditta edile con 40 dipendenti col compito di occuparmi di ordinaria amministratore e percependo uno stipendio che, a quei tempi, gli stessi amici che sentenziavano che io “puzzassi di benzina” adesso mi invidiavano. Io però avevo la macchina e loro no, io avevo sempre soldi in tasca e loro no… io avevo maturato una esperienza di vita tale che francamente dubito siano riusciti nel tempo ad eguagliare. Oggigiorno svolgo la professione di commercialista… ma il mio studio non è minimamente paragonabile agli altri, perché pensato a “dimensione d’uomo”. Un luogo dove parallelamente al salvaguardare gli interessi del cliente, si respira semplicità, cordialità, lealtà.. fedeltà ad un impegno che è quello di agire sempre, pur nel rispetto delle procedure, in ottemperanza al desiderio delle persone che in me ripongono la loro fiducia. La passione con la quale svolgo le mie funzioni penso sia l’elemento cardine del mio successo… sarà che la formazione professionale per me è avvenuta parallelamente alla mia crescita di individuo… sarà che il passato mi impone di tener memoria di tutte le esperienze maturate … sarà anche che ho vissuto sulla pelle la difficoltà di intraprendere in qualcosa destinato ad essere il sostegno economico della tua famiglia…e sarà infine che la mia umile estrazione sociale e le difficoltà alle quali io e la mia famiglia siamo stati sottoposti mi hanno insegnato che le persone hanno innanzi tutto bisogno di lealtà. Instaurare un rapporto di fiducia equivale ad instaurare anche un rapporto di amicizia.. ed questo che io offro, oltre l’ovvia professionalità maturata in Eleonora fotografata all’interno del suo ufficio con i suoi collaboratori; nell’ ordine tanti anni di da destra: Antonella, il figlio Mattia, Valentina e Chiara applicazione.


MODA

TORONTO_CANADA nella foto: CARAS ATELIER

STEPHAN

Come hai iniziato ad interessarti alla moda? La mia sorella maggiore era una stilista e questo ha inciso molto sulla mia scelta. Fin da piccolo passavo la maggior parte del tempo nel suo studio, giocando e facendo esperimenti con i pezzi di stoffa avanzati, che lei teneva in una scatola. Mi è sempre piaciuto creare modelli differenti usando i tessuti e mischiare insieme i colori più insoliti. Da dove prendi l'ispirazione? Sono la femminilità e la bellezza in generale ad ispirarmi. Per tutte le

mie collezioni, l'ispirazione viene dalla femminilità che esprimono le donne. Rispetto e ammiro questa qualità. Il mio obiettivo è sempre lo stesso: come trasferire e materializzare la femminilità in qualcosa che ogni donna può indossare ed esprimere al meglio. Ha detto che la sua ispirazione viene dalla femminilità che le donne esprimono. Pensa che tutte le donne esprimano femminilità? Sì, è una caratteristica che le donne possiedono per natura. Ciò che impedisce ad alcune donne di fare uscire la loro naturale femminilità, è la mancanza di sicurezza in se stesse. Una donna esprime la sua femminilità in modo naturale se indossa qualcosa che le sta bene sia per lo stile, sia per il colore, senza lasciarsi influenzare dalle tendenze del momento. Le donne hanno bisogno di indossare ciò che riesce a far esprimere al meglio la parte migliore del loro carattere, e che sia allo stesso tempo compatibile con la loro

personalità e la complessità del colore. Secondo il mio punto di vista, la moda è l'espressione di se stessi. In che modo decide come sarà la sua prossima collezione? Non decido mai in anticipo il look o i modelli della mia collezione. Non mi faccio influenzare dalle tendenze e amo esprimere la mia individualità attraverso la femminilità naturale di una donna. Lascio che la mia immaginazione spazi tra le linee della creatività. Le mie collezioni nascono dall'ispirazione e vengono ultimate dalla “sensualità femminile”. Cosa ti piace di più nel disegnare vestiti? Quando riesco a trasformare l'idea di un modello specifico in forma fisica e renderlo sensuale e indossabile. Qual è la parte più stimolante? Quando credi di aver creato tutto e ti rendi conto che quello che hai realizzato può essere reinventato. Ogni volta che lasci spaziare la tua

CARAS

immaginazione, si apre un nuovo orizzonte di creatività. Come definiresti lo stile dei tuoi modelli? Femminile, indossabile, pratico e sempre sensuale. La sensualità è una componente fondamentale del mio stile, anche nella sua forma più semplice. Come vorresti che si sentisse una donna quando indossa i tuoi modelli? Nel modo in cui una donna si dovrebbe sempre sentire... Femminile, sensuale e disinibita. Che cos'è per lei la moda? La moda significa espressione. E' un'affermazione della bellezza interiore e della sensualità. Il modo in cui vestiamo svela tutta la nostra individualità e sensualità. La Stephan Caras Design Inc. si trova all'interno di un meraviglioso palazzo di alto valore architettonico, i cui interni


sono stati progettati proprio da lei. Come si sente ogni volta che entra in questo straordinario ambiente di lavoro? Ho progettato io stesso gli interni di questo meraviglioso palazzo per rappresentare la nostra immagine e, allo stesso tempo, soddifare le nostre esigenze. Volevo creare un ambiente che fosse unico e dove fosse piacevole realizzare le mie collezioni. Ho ottenuto tutto questo combinando classe e modernità, abbinate all'intramontabile stile neoclassico. Provo un senso di orgoglio ogni volta che entro in questo splendido spazio. Preferisce la moda maschile o quella femminile? Decisamente quella femminile. Divento molto creativo con i vari modelli e i diversi tessuti con i quali riesco a lavorare. Sono anche molto ispirato dalla femminilità, che da sola basterebbe a stimolare la mia creatività. Mi piace anche disegnare abiti da uomo, ma qui, la scelta dei modelli e dei tessuti risulta più limitata. Qual è per lei la donna ideale? Una donna sicura di se stessa e che riesce a capire ed esprimere la sua naturale sensualità. Come sono cambiate le donne negli anni? Sono più sicure di se stesse rispetto alle donne degli anni d'oro, come Sophia Loren o Jayne Mansfield? Ava Gardner, Brigitte Bardot, Gina Lollobrigida e Raquel Welch. Queste sono state le protagoniste degli anni d'oro del cinema. Tutte hanno rappresentato il simbolo della donna sicura di se stessa di quell'era. Secondo me, è stata Jacqueline Kennedy Onassis a fare la differenza. Lei non seguiva le tendenze, aveva un suo proprio stile che ha influenzato il pubblico e la moda di tutto il mondo. La mia risposta è sì! Le donne di oggi sono molto più sicure di se stesse. Lei sostiene la comunità usando i modelli locali per la sua collezione? Amo sostenere i modelli locali. In ogni comunità professionale e artistica, la collaborazione locale dà ancora più forza alla comunità. Il Canada dispone di modelli eccellenti e io sono felice di lavorare con loro. Lei incoraggia i giovani d'oggi a rischiare e li aiuta a realizzare i propri sogni? Assolutamente sì! La vita senza i sogni è come un viaggio senza meta. Abbiamo bisogno di inseguire i nostri sogni con tutti i rischi che tutto ciò comporta. Il rischio più grande nella vita è quello di non correre rischi. Come diceva Don Chisciotte, “non importa se vinci o perdi, ciò che importa è che inseguiamo quello che stiamo cercando”. Che consiglio darebbe a chiunque volesse intraprendere la carriera della moda? Bisogna essere preparati e lavorare duramente, credere fermamente nelle proprie capacità stilistiche e disporre di molte conoscenze tecniche. Bisogna finanziarsi e lavorare sempre con la consapevolezza che... “C'è sempre qualcuno più bravo di te”.

Caras in un momento della sfilata


CARAS ATELIER - 744 Queen street east • Toronto On • M4M 1H4 • Canada • tel: (416) 703-6929 fax: (416) 703-1567

Atelier

La Stephan Caras Design Inc. è ubicata nel centro di Toronto ed è la sede centrale e casa d'alta moda del rinomato designer a livello internazionale, Stephan Caras. L’ atelier si trova all'interno di un edificio di grandissimo valore architettonico e storico: inizialmente costruito nel 1905, per essere la sede della Canadian Bank of Commerce. Frank Darling and John Pearson, i medesimi architetti che hanno progettato il palazzo che attualmente ospita il Parlamento di Ottawa e il museo Royal Ontario, hanno concepito per primi questo centenario edificio. I dettagli della costruzione sono rigorosamente classici. La facciata sud è notevole, con la sua elevazione convessa, e i particolari della muratura in pietra includono

le colonne ioniche, le cartouche, la fascia scritta, il cornicione e il parapetto modulare. La facciata ovest è invece divisa in campate con vetrate composte da muratura di pietrame articolato e cartouche. I dettagli architettonici dell'edificio sono la dimostrazione di un'arte molto raffinata. Gli interni sono in stile moderno e progettati dallo stesso Stephan Caras. Troviamo tendaggi pregiati, drappeggi, pareti rivestite in tessuto, tappezzeria e mobili artigianali finemente lavorati. Notevole è l'elegante scala a chiocciola che si trova al piano nobile. L'originale scala in quercia nella parte nord finale dell'edificio, unitamente alla parete in muratura che si trova a nord, è stata restaurata al suo stato originale. L'edificio conserva pertanto il suo aspetto originario attraverso questi elementi e, allo stesso tempo, si mescola con l'espressione artistica di Stephan. Attualmente, l'esperienza e l'atmosfera di questa costruzione di grandissimo impatto estetico, sono paragonabili a quelle che si respirano in una casa di moda europea.

Stephan Caras è nato a Corinto, in Grecia, e ha studiato a Melbourne, in Australia. Ancora un adolescente si butta nel mondo della moda e della recitazione, frequentando il Royal Melbourne Institute of Technology, l'Accademia di moda di Melbourne, e la St. Martin’s Theatre School. Lo stile del giovane designer era innovativo e si distingueva molto, tanto da fargli vincere, in Australia, il premio "Gown of the Year". Inoltre, ha disegnato i costumi delle concorrenti ai concorsi di bellezza di Miss Universo, Miss Regina del Pacifico, Miss Teen International e Miss Mondo. La sua carriera comprende collaborazioni con le più prestigiose case di moda, quali Guy Laroche e Hermes, a Parigi. Negli anni, Stephan Caras è stato invitato a numerosi eventi di

Maria in tour nel deserto Saudita

La moda significa espressione. E' una affermazione della bellezza interiore. Il modo in cui vestiamo svela tutta la nostra individualità e sensualità

moda internazionali. Ha fatto sfilare le sue collezioni a New York, Dallas, Chicago, Osaka, Hong Kong, Athens, Toronto, ed è stato presentato alla finale della sfilata di gala presso “Igedo”, a Dusseldorf, in Germania. In alcuni di questi eventi, Stephan ha condiviso il palco con stilisti come Emanuel Ungaro, Christian Dior, Jean-Paul Gaultier, Zandra Rhohdes, Isaac Mizrahi e Donna Karan. La sede centrale della Stephan Caras Design Inc., si trova in un magnifico palazzo storico nel centro di Toronto, in Canada. La società è stata fondata più di vent'anni fa. La sua Odissea l'ha portato a viaggiare attraverso cinque diversi continenti, dove ha acquisito una visione internazionale della moda; tale visione, insieme alla sua esperienza, stabilisce un nuovo standard di eleganza per le donne. I suoi modelli, magistralmente drappeggiati e ben cuciti enfatizzano la femminilità e il lusso. Abiti creati per la donna di oggi, che è molto sicura di sé, la cui sottile sensualità e la femminile semplicità, non sono mai scontate, ciò guadagnandosi dignitosamente il titolo di “stilista che ama le donne”.


New Generation E’con noi la griffe Chiara Banelli 22 anni, friulana d’origine, Chiara fin da bambina amava il disegno e vestiva le bambole, cosa piuttosto comune per una fanciulla di quell’età se non fosse per il fatto, che per lei, diversamente dalla quasi totalità delle altre che abbandonano il sogno man mano che diventano grandi, creare abiti femminili diventa la sua principale passione, prima ancora che una professione alla quale dedica la totalità del suo tempo.

E’ nel 2007 che la giovanissima Chiara incontra Santo Versace, una parentesi molto significativa nella sua vita professione. Nel 2009 consegue il diploma come Tecnico abbigliamento Moda all’ISIS R. D’Aronco di Gemona del Friuli (Ud), anno in cui partecipa al concorso di

nella foto Roberto Baldassarri e Sara Ben Zidane


IN PRIMO PIANO

Sara Ben Zidane, nella foto con Roberto Baldassarri, indossa abitoed accessori di Chiara Banelli

nella foto: Chiara Banelli _Trelli (Ud)_Friuli Venezia Giulia _ khiara17@hotmail.it

moda denominato “A Moda D'Autore” nella categoria studenti aggiudicandosi un più che ragguardevole 2° posto. Il 2010 si presenta pieno di novità per la, seppur talentuosa, ancora acerba ragazza che nonostante la poca esperienza svetta ai primissimi posti dei concorsi ai quali partecipa: a cominciare dal Premio Speciale al concorso Moda d'Autore nella categoria professionisti, fino a giungere ai secondi posti rispettivamente ai concorsi “Premio alla Creatività Città di Sarzana” e “Concorso Nazionale S.M.A.C Fashion Awards di Salerno” attraverso quest’ultimo, Chiara ha conquistato “di.diritto” la possibilità di partecipare all'evento Mare d'amare 2011 a Firenze Fortezza da Basso, come stilista, portando una collezione di capi beach wear: collezione che presenterà successivamente ad una personale all'evento “Stintino on Fahion 2011”. Nel luglio 2011 la vediamo impegnata in un ulteriore concorso, a Matera: il “Premio Moda città dei Sassi” dove si aggiudica il premio della Critica. Innumerevoli anche le mostre nel suo territorio natio nelle quali ha presentato le sue creazioni nell’arco di tempo compreso fra il mese di aprile fino all’ottobre successivo, in cui è stata ospite al Castello di Villalta di Fagagna (Ud). Fra gli altri: la sua presenza al Museo Carnico di Tolmezzo, a “Magia del legno Sutrio” , la “Festa della donna Tolmezzo” e, non ultima la sua rappresentazione presso il Palazzo Frisacco di Tolmezzo (Ud) nell’evento “Tra le pieghe della moda” di Pino Grasso, ricamatore tra i più prestigiosi al mondo del quale serba un prezioso ricordo. Da annoverare infine, fra le sue ultime esperienze, quella che la vede confezionare capi per compagnie teatrali e la collaborazione con “Carnica Arte Tessile, Tessitura Jaquard” di Villa Santina di Udine. La sua particolarità? Quella di conservare intatta la memoria di quella preziosissima eredità che le è stata tramandata: il lavoro manuale, quello svolto con una dedizione e maestria tali da lasciare increduli al sol pensiero che capi tanto rari per maestria e ricercatezza possano essere il risultato del paziente lavoro di una ragazza poco più che ventenne. A lei vanno tutti i nostri più sinceri apprezzamenti.

Marco Bordò

L’ idea nacque qualche anno fa con la voglia di legare il piacere al dovere. Inizialmente la concezione era quella di unire le mie più grandi passioni, il “Mondo Beverage” e La Belle Epoque, per la realizzazione del mio più grande sogno. Nato in una famiglia in cui mia madre ventenne intraprese l’ avventura di aprire un’ Azienda di distribuzione all’ ingrosso di Beverage, sono cresciuto circondato da scaffali di bottiglie e da grandi personaggi che del mondo beverage ne hanno fatto una ragione di vita. Crescendo, quella realtà e quel meraviglioso”mondo” divenivano affascinanti ai miei occhi e prendeva forma dentro di me il desiderio di concretizzare in qualcosa di mio le preziose conoscenze acquisite in quegli anni. Diplomato in geometri mi trovai presto dinanzi alla scelta tra una vita da architetto, passione coltivata nel corso del tempo, o quella da imprenditore, realizzando il mio più grande sogno, quello di avere un locale tutto mio. Così i primi anni dopo il diploma li dedicai interamente agli studi per acquisire sempre più conoscenze approfondite e professionalità in ogni aspetto del vasto panorama che è appunto il Beverage. La mia passione profonda per tale settore mi portò ad essere molto deciso a specializzarmi e di conseguenza a soddisfazioni immense già in tenera età. Nel corso di qualche anno ottenni il Brevetto Internazionale di Barman (IBA), quello

nella foto da sinistra: Roberto, Marco (titolare Belle Epoque), Sara, Luca e Leonardo

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Il lusso incontra il cinema a Milano dove il The Space Cinema Odeon ha svelato la nuova sala ‘Suite’, un nuovo modo di vivere il cinema. Nella sala tutto è studiato per garantire una visione da veri vip, con poltrone Frau in pelle regolabili al posto delle classiche sedute, il meglio della tecnologia audio e video anche per le proiezioni in 3D grazie al nuovo schermo in lamina d’argento, e una sala drink con aperitivo a buffet.

SICIS

THE ART MOSAIC FACTORY

RAVENNA_ITALY

Hotel Principe di Savoia _ Milano

MY

da Sommelier (ASI), divenni Socio AIBES (Associazione Italiana Barman e Sostenitori) e AIS (Associazione Italiana Sommelier) e vari altri diplomi e attestati in distillazione, liquoristica, birre, enologia, caffetteria, free style e flair. Terminati gli studi e concorsi vari mi dedicai alla ricerca di una giusta location per dare forma e concretezza al mio sogno. Poi finalmente trovata, come imparai da un grande imprenditore milanese, non troppo centrale non troppo periferica, mi presi la soddisfazione grandissima di progettare fin nei minimi dettagli tutto il locale, così da avere un locale che fosse unico già dal design. Due lunghi mesi li trascorsi tra mille idee che mi fecero cambiare più volte quello che poi fu il progetto esecutivo. Tutto è su misura, anche le cose più insignificanti. Belle Epoque Café è un American Lounge Bar che si ispira appunto al periodo storico della Belle Epoque (1870-1914). Questo mezzo secolo segno un modello di vita europeo, “ l’ età gaudente ”, durante il quale si conobbero i frutti di un grande benessere con la conseguente nascita della moderna società dei consumi, del progresso, della prosperità e delle felicità materiali. La seduzione del comfort accessibile a tutti dispiegava i suoi benefici dinanzi agli occhi di milioni di consumatori. Di quest’ epoca Parigi ne fu la capitale, città-vetrina. Testimoni di tutta la Belle Epoque furono proprio i café, i quali non erano “i frettolosi bar dei nostri giorni”. Belle Epoque Café si rifà proprio a quei café parigini, unici e audaci luoghi d’ incontro mondani, dove lasciandosi disinibire dalla “nounce” dell’ ambiente circostante, ci si perde momentaneamente in un’ isola lontana dalla quotidianità. Il nome del locale fu la prima, ed inizialmente l’ unica cosa certa, il punto di partenza. Intorno a ciò iniziai a progettare il tutto. Subito dopo il design pensai all’ aspetto più importante di un vero e proprio American Lounge Bar: la politica aziendale e l’ impostazione del lavoro che, non poteva che essere totalmente protesa alla continua e imprescindibile ricerca di qualità e ricercatezza dei prodotti. Dalla cocktaileria alla selezione distillati, liquori, birre e tutto il resto, passando per il servizio “ad hoc” ed una selezione e formazione del personale, per arrivare alle più piccole scelte, tutto l’ ho pensato di altissima qualità. Un locale che fosse davvero unico! di nuova concezione, dove la parola d’ ordine è qualità! Dove tutto ciò che non troverete mai altrove qui c’ è, dove un occhio di riguardo particolare viene rivolto ai prodotti rarissimi, da collezione o addirittura a quelli da investimento e con una costante ricerca e aggiornamento al fine di migliorare sempre di più, per passione ma soprattutto per far si che il Belle Epoque Café sia sempre riconosciuto come oggi non un locale, ma … il locale!

LUXURY

Pirelli Pzero1100

Dettagli tecnici

Lunghezza: 9,99 m; lunghezza fuori tutto: 11,37 m; larghezza esterna: 3,54 m; larghezza interna: 2,37 m


nella foto da sinistra: i tre fratelli Jacopo, Paola e Alessandro Gassman con Giancarlo Scarchilli

ROMA_ITALY

GIANCARLO

SCARCHILLI Regista e Sceneggiatore alla presentazione del suo film “Vittorio racconta Gassman�

www.donnaimpresa.com

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Cristiana Capotondi, Giancarlo Scarchilli in una scena del film “Scrivilo sui muri”

Uomo colto e raffinato, sguardo magnetico e con un dolce sorriso disarmante che fa pensare alle struggenti spiagge greche dove fugge ogni qualvolta sente il desiderio di ritrovare se stesso. L’ho incontrato nel suo suggestivo appartamento nel cuore di Trastevere, luogo in cui il tempo davvero sembra essersi fermato. La tecnologia non fa per lui, lo si intuisce dalle decine e decine di libri accatastati ovunque e dall’infinità di rilegati in cui conserva i suoi scritti: sceneggiature, piuttosto che emozioni tradotte in poesia. Foto ovunque, quasi a non voler disperdere la memoria di quello che è … e di quello che è stato. “Vittorio racconta Gassman" è sicuramente uno dei film biografici più riusciti della cinematografia italiana ed internazionale. Giancarlo è il regista che l'ha ideato e realizzato. Il film è stato un vero e proprio successo di critica e di pubblico, sia in Italia che all'estero. Ricevendo riconoscimenti e premi ovunque; compreso un premio speciale alla regia dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani (Premi Nastri d'Argento). Quello che ha reso preziosa ed unica quest'opera è il suo esser riuscito a far raccontare a Vittorio Gassman stesso - dieci anni dopo la sua scomparsa - la sua storia professionale ed umana. Ed è da qui che deriva il titolo del film: VITTORIO (l'uomo) racconta GASSMAN (il Mattatore dello

spettacolo e della cultura italiana). Il film è stato presentato alla 67ª edizione del Festival dell'Arte Cinematografica di Venezia il giorno della sua inaugurazione, il primo settembre; poi è stato richiesto e presentato un po' ovunque, all'interno di manifestazioni e festival: Roma, Parigi, Milano, Torino, Los Angeles, Strasburgo, ecc. Dopo il Festival di Venezia, VITTORIO racconta GASSMAN è uscito in dvd presso le edicole (gruppo editoriale La Repubblica-Espresso); poi, caso davvero più unico che raro, è stato anche presentato nelle sale cinematografiche (10 mesi dopo l'uscita in dvd!) distribuito da Medusa. Giancarlo Scarchilli "nasce" al cinema proprio con Vittorio Gassman e il regista Sergio Citti. Per molti anni è il loro più stretto collaboratore in film come "Due pezzi di pane", "Minestrone", "Di padre in figlio", "Sogni e bisogni", ecc. Con Gassman e Citti instaura subito un profondo e proficuo sodalizio professionale ed umano. Gassman stesso parla di lui pubblicamente (nella sua autobiografia "Un grande avvenire dietro le spalle") come di un suo grande amico e lo vuole spesso con sé. Lo stesso rapporto di amicizia si instaura con Sergio Citti. Prima di essere coinvolto nel cinema come sceneggiatore e regista, Giancarlo ha coltivato l'arte della poesia, "scoperta" durante il suo soggiorno londinese. Ancora oggi la poesia continua ad essere una presenza importante e costante nella sua vita. Non dice mai "ho scritto una poesia"... ma "... mi è arrivata una poesia"; dichiara anche "Posso decidere di scrivere dei racconti, un romanzo, un film... una poesia, no. Non si può decidere di scrivere una poesia. Le poesie arrivano da sole; bisogna solo saperle ascoltare e non rovinarle con i nostri limiti". Al momento sta lavorando al film "Il quinto volto", un triller storico ambientato nel mondo dell'arte all'epoca del Rinascimento di cui mi ha ampiamente parlato una sera a cena in un tipico ristorantino a due passi da casa sua; uno di quegli incontri che lasciano il segno… complici il suo entusiasmo, la personalità carismatica e, non ultime, la delicatezza dei gesti e la dolcezza delle sue note vocali sublimate dalla lettura di una sua poesia.

DI LUI, VITTORIO GASSMAN, NELLA SUA AUTOBIOGRAFIA, HA DETTO:

“...La qualità che più mi rasserena in Giancarlo è la fiducia nella vita e nella forza del caso, la capacità di non programmare l'arte né i sentimenti"


Giorgio Brunelli:

360°

di autentica, puerile, disinibita Intellighenzia.

dicono di lui: E'il Brunelli che ho conosciuto; aspro, duro, solitario, senza intermediazioni, diretto, privo delle sovrastrutture che imputa, a ragione, all'uomo contemporaneo carico di ambizioni artefatte sorrette da vanagloriosi intellettualismi 'decadenti', ancorato saldamente all'esteriorità di un involucro che è sempre piu' vuoto di contenuti e di sostanza. In De Sprofondis, Brunelli, 'prostituendosi' spesso all'io narrante, pennella i suoi personaggi evindenziandone una conoscenza profonda con lo sguardo di un clochard che osserva l'inane e fatuo agitarsi degli uomini. La risultanza è un parossistico 'teatrino' di stucchevole pletora di saccenti, d'abbottonata intellighenzia, donne inghirlandate, spacciatori a buon mercato di parole e promesse, in una rappresentazione immaginifica del nulla. Egli sa bene di rischiare di essere identificato esso stesso nel borioso intellettuale che aborre e condanna, ma ben attrezzato di brutale cinismo demistificatorio- condicio sine qua non al camaleontico narratore puro e feroce-, ci offre depistandoci con la bonaria provocatorietà di questo 'bok treiler' --ricorrendo ad un linguaggio sgrammaticato, arrochito e strascicato da perduto uomo di 'strada' antitetico alla figura dell'integrato 'vincente'-, l'acquisto dei suoi pungenti racconti drama-satirici al prezzo che 'suona a cinque euri'. Simbolicamente invece fra le righe, Brunelli disvela guasconamente il bluff, di avercele rese con elegante coerenza di pensiero, rilasciandole a breve in rete, gratuitamente fruibili. http://www.youtube.com/watch?v=JQ4f2iQk0Vg recensione di Bruno Castelli

Marco & Marco MONTE URANO_ITALY

Conosciuti nel 2008 abbiamo costruito uno studio a Monte Urano ed abbiamo iniziato a lavorare ad un nostro progetto non appena tornati da un lungo viaggio a New York. Durante questo viaggio abbiamo avuto la possibilità di stare a stretto contatto con l’orchestra di Winton Marsalis e di conoscere Rossella Piccino, giovane registra di Lecce con la quale poco dopo realizzeremo la colonna sonora di un suo film: “Hanna & Violka”. Contaminati dall’esperienza newyorkese, abbiamo iniziato a comporre dei nostri brani, cercando di fare molta attenzione alla ricerca sonora, e alla sperimentazione elettronica durante il processo di arrangiamento.Il progetto piace molto a Cose Di Musica(agenzia di notevole rilevanza nel mercato delle produzioni

artistiche musicali) che in quel periodo stava cercando un repertorio per Anna Oxa. La produzione decide di inserire quattro brani nostri all’interno dell’album “PROXIMA”, ma chiede anche la nostra totale collaborazione all’arrangiamento dell’intero lavoro, per cercare di mantenere la stessa continuità timbrica e per dare omogeneità al sound generale del disco. Iniziano quindi collaborazioni con gli altri autori(Ivano Fossati, Francesco Bianconi dei Baustelle, Pacifico ecc.). Iniziamo poi una serie di collaborazioni con il Mexico, tramite Loris Ceroni, noto produttore discografico del mercato latino. Abbiamo l’occasione di lavorare per Maria Josè e di poter arrangiare per lei il singolo “Una Occasion Par Amarnos”, che rimane primo nella classifica

Vivere da persona coerente, necessita -paradossalmente- la ferma rivendicazione del diritto soggettivo all'incoerenza pertanto adotto come regola aurea: non definirti in effimeri e claustrofobizzanti cliché autorappresentativi. Mi piacerebbe davvero ricompattare l'entusiasmo compressorepresso degli artisti e sconfiggere quel loro senso d'appartenenza al mondoconcusso da uno svuotamento anedonico decimanteconvogliandolo in una corrente dal Manifesto scarno, azzerante e ottimista, e da qui ripartire 'primitivamente' con un linguaggio rigenerato e puro, scevro da compromissioni interferenti: il Formattivismo. Quel romantico Sogno, violato e perduto, dovrà tornare all'origine dei nostri unici possedimenti stabili. Dovrà tornare all'origine.

VERONA_ITALY

Prima del senso c’è il suono, prima delle parole c’è la voce. Quella voce ha potere sulle cose: le chiama all’umanità, le rende umane. E ciò che stupisce di Giorgio Brunelli è proprio il fatto che sia tanto seducente ascoltarlo così come leggerlo. Che fosse un artista straordinariamente sorprendente, un filosofo d’avanguardia ed inconsueto saggista, lo sapevo già … ma che mi sorprendesse nell’esercizio di voce narrante dei suoi racconti, è cosa che mi ha stupito alquanto. Tutto ciò, sebbene pure non sia mio costume soffermarmi troppo sui convenevoli ma, che dire, i suoi racconti metatestuali (non sono certo sia la definizione corretta, ma è la mia) sono affascinati... come fossero una scatola narrativa che al suo interno ne contiene un'altra: una sorta di matrioska lessicale. Preferisco mille volte un autore che azzarda un esperimento piuttosto che uno che resti stretto tra i libri di tecnica narrativa. Se non si osa non si innova. dedicato a Jo’ da Valeriana, con affetto e stima

SULL’ARTE

(Giorgio Brunelli)

di iTunes messicana per diverse settimane, scavalcando anche “Waka Waka” di Shakira. Produciamo poi una girls /band emergente sempre per il messico: TAO in uscita proprio questi giorni il disco dal nome “TOXICO”. Questa serie di collaborazioni ci portano poi a partecipare ad un concerto/evento con i nomi più noti del panorama pop messicano. Abbiamo avuto, infatti, l’opportunità di suonare con Camila, Maira Josè, Alejandra Guzman, Reyli, Lucia Mendez, Fandango e molti altri. Tornando in Italia abbiamo collaborato con la Saatchi & Saatchi per la realizzazione di una pubblicità progresso. Lo spot è andato in onda nei canali RAI durante il periodo natalizio 2010. Attualmente stiamo lavorando a nuovi progetti. Uno vede la stretta collaborazione

con Patrizio Rossi Viozzi (X-Factor 3). Grazie anche alla collaborazione di Silvia Catasta abbiamo prodotto il suo nuovo singolo “where will you be” andato in programmazione radiofonica pochissimi giorni fa su raitunes. Si può riascoltarlo scaricando il podcast della puntata o attraverso youtube. Parallelamente stiamo lavorando ad un progetto strumentale. Un duo acustico minimale e molto intimo che vede la stretta collaborazione con Roberto Piermartire (noto trombettista che vanta collaborazione con Avion Travel, Paolo Belli, Petra Magoni ecc) e Toti Panzanelli (chitarrista di Concato, Venditti, Patty Pravo ecc). info. pierini.m@gmail.com

nelle foto Marco Mattei e Marco Pierini


IMPRENDERE

OGGI

MONTE URANO_ITALY

Cito testualmente: “Confindustria Fermo, sorta nel 1979, è una delle cinque associazioni di Confindustria operante nelle Marche. Ad essa attualmente aderiscono circa 500 aziende (circa 10.000 dipendenti) suddivise in 12 Sezioni merceologiche: calzatura, accessori, cappelli, edili, lapidei, metalmeccanici, terziario innovativo, trasporti, gomma e plastica, agroalimentare, costruttori di impianti e turismo. L'Associazione svolge quotidianamente attività di rappresentanza e di consulenza a beneficio delle ditte associate attraverso una struttura operativa, con un direttore coadiuvato da funzionari e dipendenti”. Una premessa che merita di essere però approfondita viste anche le dinamiche di crescita dell’associazione e, non di meno, le esigenze di una contemporaneità in continuo divenire. Ed è proprio in virtù di queste considerazioni che ti chiedo una più dettagliata descrizione dei vostri servizi… Confindustria Fermo, offre innanzitutto un servizio di rappresentanza, intesa però come tramite tra le necessità delle aziende e il mondo politico a livello nazionale e regionale. E’ proprio Confindustria Fermo che porta ai tavoli regionali la sintesi di quelle che sono le problematiche che le aziende incontrano giornalmente nel mercato del lavoro ed è proprio grazie a quest’ associazione che spesso le aziende hanno il modo di far conoscere concretamente quali sono le necessità e i bisogni più immediati di tutti gli associati che rappresentano il tessuto produttivo del territorio fermano. Certamente oltre a quello di rappresentanza, un altro importante servizio che Confindustria Fermo offre ai suoi associati è quello sindacale, probabilmente oggi più che mai le aziende sono costrette loro malgrado a far scelte aziendali non sempre facili o condivise dai propri collaboratori e l’ associazione ha il compito di sostenere le aziende e dare loro supporto tecnico e professionale, indispensabile ad affrontare situazioni, sino ad ora magari sconosciute a tutte le medie e piccole aziende, che fanno parte dell'associazione. Servizio al Credito e Consulenze Legislativo-Finanziario. Questi altri due servizi che Confindustria Fermo è in grado di offrire ai suoi associati, troppo spesso infatti le aziende vedono limitarsi il credito offerto dagli istituti bancari ed e' proprio in questi casi che essa cerca di intervenire con accordi ben precisi e sicuramente con condizioni più favorevoli per le aziende ad essa iscritte. Per quanto riguarda le consulenze Legislativo-Finanziario l’ associazione ha al proprio interno funzionari o consulenti in grado di supportare eventuali richieste di chiarimento o cambiamenti in atto di leggi che possano riguardare tutto ciò che è legato al mondo del lavoro, dal semplice documento necessario per l’ esportazione a richieste ben più specifiche da formulare magari alla Camera di Commercio. Oltre a tutti questi che possiamo definire servizi tecnici, non dobbiamo assolutamente dimenticare quanto l'associazione faccia nel campo dell’ internazionalizzazione per le proprie aziende, azioni che vanno dal supporto per fiere all’ estero alle quali le aziende partecipano per promuovere e vendere i propri prodotti, al creare momenti di contatti tra i vari enti che si occupano di promozione all'estero del nostro Made in Italy, sino ad arrivare alla ricerca di quelle che possano essere le potenzialità del nostro territorio e studiare eventuali azioni di sostegno per le nostre aziende al di fuori dei confini Italiani. Quali, i programmi più immediati della tua Presidenza.. Ho cercato sin dall’ inizio della mia presidenza, di far ruotare il mio operato e quello del mio Gruppo intorno a quattro parole chiavi e cioè: Formazione, Cultura d'impresa, Internazionalizzazione e

aggregazione. Credo fermamente che tali concetti siano alla base di ogni Giovane Imprenditore, la formazione: indispensabile nel mondo del lavoro, ogni attività che svolgiamo, dal semplice incontro con un docente al più serio e professionale corso con un tema ben specifico, ognuno di questi argomenti è formativo per ognuno di noi e sicuramente ci sarà utile nella nostra vita professionale e privata. Quando parlo di Cultura d’ impresa, intendo far conoscere ai giovani magari ancora studenti, quello che l’ impresa può rappresentare per il loro futuro, il mondo del lavoro non deve più essere visto come un mondo così lontano da quello scolastico, va avvicinato ad esso e solo riuscendo a trasmettere ai giovani l’ amore e magari l’ ambizione per un lavoro che dia soddisfazioni sia personali ma anche economiche potremmo davvero vedere un futuro per le nostre aziende e per il nostro territorio. Internazionalizzazione perchè oggi è di vitale importanza riuscire ad avere adeguati strumenti per operare nel mercato globale, oggi i nostri clienti potrebbero trovarsi a migliaia di km di distanza, parlare lingue diverse ed esigere prodotti opposti da quelli che siamo abituati a presentare ed allora dobbiamo saper interpretare le esigenze del mercato ed avere i prodotti giusti al momento giusto. Aggregazione e metterei anche futuro, tutti specialmente noi giovani dovremmo innanzitutto aggregarci, far squadra, mettere insieme le nostre competenze e le nostre necessità solo così potremo sperare di avere un futuro in un mercato sempre più esigente che non permette errori. Essere figli di imprenditori non è una garanzia di successo, è un’opportunità preziosa da coltivare sebbene anche sia innegabile il privilegio (o la fortuna, che dir si voglia) di avere alle spalle una solida azienda familiare. Per questi imprenditori di seconda generazione, quali secondo te, i problemi da affrontare? Credo che per gli imprenditori di seconda generazione, il primo problema da affrontare sia innanzitutto il dover operare in un contesto totalmente diverso da quello che magari i nostri genitori si sono trovati di fronte, è indiscutibile il fatto che oggi un imprenditore specialmente se giovane debba essere in grado di avere nozioni che spaziano dall’ economia alla tecnica di produzione di un prodotto; gli investimenti che il mercato oggi esige sono di gran lunga superiori a quelli di qualche anno fa, parliamo sia di tempo che di denaro. Un altro serio problema che ci troviamo ad affrontare è la mancanza di manodopera specializzata in tutti quei settori legati alla produzione, spaziando da quello calzaturiero a quello edile. Chi è il Giovane Imprenditore, oggi? E’ possibile tracciarne un profilo? E quale dovrebbe essere il suo ruolo? Oggi il Giovane Imprenditore, ha secondo me sulle spalle una grande responsabilità, rappresentiamo infatti il futuro di questo paese, noi siamo, secondo me già oggi, la classe dirigente di domani e non parliamo di frasi fatte. Ogni giovane dovrebbe, facendo sempre tesoro dell'esperienza di chi lo ha preceduto, cercare di dare un’ impronta personale al proprio percorso professionale, non esiste a parer mio un profilo ben definito del giovane imprenditore ma dovrebbe essere considerato tale ogni giovane che attraverso la propria ambizione e il proprio impegno si prefigga e riesca a costruire qualcosa di concreto, che sia utile alla società, che riesca a portare avanti magari plasmandola dolcemente, secondo i suoi desideri, l’ azienda che ha alle spalle senza cambiarne la natura o magari se questo avvenga, fare dell’ azienda il proprio orgoglio. Se io ti chiedessi di chiudere l’intervista con un messaggio positivo, il tuo, quale sarebbe? Sarebbe un: Ciao ragazzi ... mi rivolgo a voi, un consiglio che mi sento di darvi è ... credeteci sempre; la vita ci offre davvero mille opportunità, il mondo del lavoro ci fa davvero crescere, esso è secondo me la miglior palestra di vita, le mille difficoltà che possiamo incontrare giornalmente, sono niente nei confronti della soddisfazione che possiamo avere nel veder realizzato un nostro progetto. Dobbiamo essere umili e al tempo stesso determinati, solo cosi faremo nostro ciò che in cuor nostro già lo è».

CRISTIANO

FERRACUTI Imprenditore calzaturiero (Missouri) Presidente Giovani Industriali del fermano


Good Morning

Avvocato!

A tu per tu con Roberto Mandolesi, candidato Sindaco alle amministrative della primavera 2012 per la città di Porto San Giorgio. Intervista a cura di Bruno Romano Baldassarri

condizionato. Cosa ti ha spinto allora a dedicarti di nuovo alla politica? Sicuramente la passione, che ho sempre avuto fin da ragazzo, e la consapevolezza di avere, oggi, un’indipendenza economica ed il tempo necessario per dedicarmi, con la giusta competenza e la necessaria serietà, alla risoluzione dei problemi della mia città. Certamente non lo faccio per ambizione personale, non foss’altro perché la carica di Sindaco l’ho già ricoperta diciassette anni fa… Raccontaci come è nata la tua candidatura ... Con alcuni amici abbiamo maturato un’idea: realizzare un programma (soprattutto) amministrativo e (non solo) politico, chiaro e semplice, da definire nel dettaglio con altre forze politiche e/o movimenti, senza pregiudizi legati alla collocazione politica. Un progetto nuovo che, oltre ai problemi legati alla vita di tutti i giorni, individui tre o quattro punti significativi e risolutivi per le sorti di Porto San Giorgio. Convinti che in ambito locale ha poco senso parlare di politiche di sinistra, di centro o di destra, essendo importante dare una soluzione pratica ed immediata a tali problemi. Quali sono questi problemi? Penso, ad esempio, al ripristino di un “Pronto Soccorso” attrezzato; alla pulizia e cura periodica di piazze, strade e marciapiedi; alla sicurezza e all’ordine pubblico; ad un’efficace raccolta dei rifiuti solidi urbani; alla particolare cura del verde pubblico; al definitivo abbattimento delle barriere architettoniche, che in molti casi non consentono alle persone non più abili di godersi una tranquilla passeggiata per le vie della città; ed altro ancora. Nel frattempo, però, bisognerà anche risolvere il problema del Porto, dell’Area ex Gran Hotel, dell’ex Cinema Excelsior, e del Lungomare; gli stessi problemi rimasti irrisolti da più di vent'anni. Cosa ti fa pensare che potresti riuscirci? E’ impossibile non riuscire a farcela, visto che questi problemi interessano tutti i sangiorgesi. Probabilmente, in passato, ci sono stati interessi molto forti che, contrapponendosi, l’hanno materialmente impedito; oppure qualcuno si è “distratto” interessandosi ad altro. Si tratterà allora di impiegare un diverso metodo di approccio. Mi spiego: ho già detto che non sarò tipo da lasciarsi “tirare per la giacca”, e che se non sarò in grado di risolverli, avrò l'obbligo morale (perché su ciò chiederò i consensi) di dire ai miei concittadini per quali motivi e chi sono i soggetti che me lo avranno impedito. Basta questo? No, ma è un buon inizio. E poi, non bisogna dimenticare che l’economia di Porto San Giorgio si fonda su tre grandi settori: Commercio, Turismo e Pesca. Le scelte strategiche, quindi, dovranno essere finalizzate a valorizzare questi settori vitali per la Comunità sangiorgese. Bisognerà quindi avere l'umiltà di ascoltare i problemi degli Operatori e delle Associazioni che li rappresentano. Non potranno imporsi scelte “dall’alto” o per la convenienza di questo o quel partito. E’ necessario invece coinvolgere i cittadini anche mediante l’utilizzo di referendum consultivi. Inoltre, abbiamo altri progetti innovativi, quali: la realizzazione di Parcheggi pubblici, sul lungomare e nelle aree più strategiche del paese; la costruzione di un Polo unico scolastico altamente attrezzato (stile Campus); la riqualificazione dei Quartieri periferici; e la particolare attenzione soprattutto per i Giovani, gli Anziani e le Famiglie in difficoltà.

PORTO SAN GIORGIO_ITALY

Parlaci di te e della tua famiglia ... Risiedo a Porto San Giorgio sin dalla nascita (1964). La mia famiglia ha sempre vissuto lì, da quattro generazioni, ed è molto conosciuta in città, tanto che la Polisportiva Mandolesi ha il nome di mio zio Umberto, noto sportivo, morto in guerra. Sono sposato con Sara, e ho due figli: Giulio, 16 anni, studente al Liceo Scientifico, e Viviana, 13 anni, che frequenta il Liceo Classico. Per ciò che concerne la mia vita professionale, come ben saprai, sono Avvocato, abilitato al patrocinio dinanzi alla Corte Suprema di Cassazione, e ho due studi legali di riferimento, uno a Porto San Giorgio e l’altro a Roma, associato con altri dieci colleghi. Personalmente, sono specializzato nel diritto penale militare e nelle materie che riguardano tutto il personale delle Forze Armate e di Polizia, civile e militare. Qual è il tuo cliente tipo, Roberto? Sicuramente un militare o un agente di polizia che ha problemi con la propria Amministrazione, che, se non risolti, possono incidere negativamente sul piano economico e sulla carriera. In alcuni casi – penso ad esempio all’irrogazione della massima sanzione di stato: la perdita del grado/destituzione – il potenziale assistito rischia di perdere il posto di lavoro (ed anche la pensione). Anche un “Ufficiale”? Certamente. Tra i miei assistiti ci sono alti ufficiali/dirigenti (Colonnelli e Generali, Primi dirigenti e Questori), anche in servizio all’estero (presso Ambasciate) ed in territori di pace/guerra (Kosovo/Afghanistan). Quanto è difficile oggi “fare” l’Avvocato? Non saprei, per me non lo è mai stato. Volevo fare l’avvocato fin da piccolo e quindi ho coronato un sogno. Difficile, semmai, è farlo in modo onesto, soprattutto nei confronti del cliente. Mi spiego. Se una persona viene da te con l’intenzione di fare “ricorso” a tutti i costi, anche quando non ve ne sono i presupposti, devi saper dire di no e spiegargli il perché. Può darsi che questo, nel breve periodo non dia delle soddisfazioni (in termini economici), ma posso garantire, per esperienza personale, che alla fine gratifica, moralmente ed economicamente. Non sempre però è così, tanto che la tua categoria non gode di buona fama, in Italia e all’Estero? Credo che non esista un Avvocato onesto o disonesto, ma un essere umano che, in quanto tale, si diversifica in più categorie. In ogni campo, dalla medicina alla scuola, dall’impresa alla politica, esiste il “malaffare” e la “disonestà”, basta saper scegliere, e scartare. Non bisogna generalizzare, fare cioè “di tutta un’erba un fascio”, ma saper distinguere bene. Il mondo sta cambiando, e non in meglio, purtroppo, ma guai a rassegnarsi, sarebbe la fine dell’umanità. Bisogna aver fiducia, tenacia e sperare che le cose migliorino; ognuno di noi dovrà impegnarsi – in famiglia, nel lavoro e nelle proprie molteplici quotidiane attività – in questa direzione. Ti candidi a Sindaco di Porto San Giorgio. Come nasce questa sua decisione? Ho iniziato ad interessarmi di politica a 23 anni, ed a soli 28 anni sono stato eletto Sindaco (uno dei più giovani d’Italia, per poco più di un anno, tra il 1993/94), e poi Consigliere provinciale fino al 1999.Alla scadenza di quest’ultimo mandato ho deciso di smettere, per dedicarmi alla famiglia e al lavoro, consapevole del fatto che non mi sarei mai “mantenuto” facendo politica, perché non volevo esserne

ROBERTO

MANDOLESI Avvocato abilitato al patrocinio della Corte Suprema di Cassazione


AL SERVIZIO delle

IMPRESE Un servizio di qualità richiede i più alti standard professionali (competenza psicologica e tecnica associata ad adeguati supporti professionali) ed il loro continuo aggiornamento e miglioramento, oltre ovviamente a valori morali oggettivi e condivisi. Requisiti che fanno parte del curriculum di Gianfranco che vanta una più che ventennale esperienza nel settore

PORTO SAN GIORGIO_ITALY

Qual'è nello specifico il tuo lavoro? Opero nel settore parabancario e cioè nella locazione finanziaria più facilmente denominata leasing, che è un contratto attraverso il quale una società di leasing acquista un determinato bene solitamente costoso (immobile, bene strumentale, automezzo pesante ecc.ecc.) e lo concede in leasing con possibilità di riscatto a fine contratto. Quindi siete concorrenti delle banche? Assolutamente no. Intanto le società di leasing sono partecipate da grandi istituti di credito, e poi nel 2011, bisogna dire che lo strumento del finanziamento ha un suo preciso iter. Per esempio, per l'elasticità di cassa delle imprese c'è lo scoperto di conto corrente, per le fatture c'è l'anticipo salvo buon fine e per gli investimenti di grandi importi da ripartire in più anni, c'è appunto il leasing che permette tra l'altro una maggiore e più precisa deducibilità fiscale. In questi periodi di forti tensioni dei mercati come siete messi? Cerchiamo di consigliare i clienti, dicendo loro che debbono fare massima attenzione all'uso degli strumenti finanziari a loro disposizione. Cioè di accedere ad ogni strumento bancario a seconda dell'uso che se ne deve fare. Per esempio non ha senso usare uno scoperto di conto corrente per acquistare un autocarro, perchè poi si resta senza liquidità. Poi applichiamo alle operazioni di leasing le agevolazioni attualmente in essere per abbattere i costi degli interessi. Quali sarebbero queste agevolazioni? Attualmente sono aperte alcune agevolazioni aventi caratteristiche nazionali. Parlo della Legge 1329/65 che è utile per acquisto di macchinari nuovi di importo elevato (sopra Euro 150/Mila) oppure la L. 240/81 per gli artigiani con contributo canoni in conto interessi. A queste agevolazioni possiamo unire i Fondi BEI (della Banca Europea degli Investimenti) che grazie ad un accordo che i vertici di Unicredit hanno preso appunto con la BEI e che permettono un abbattimento per alcune operazioni di uno 0,25% sul tasso Euribor (indicizzato) che sarà usato per la singola operazione. Come vedi l'Italia nel futuro? Riuscirà ad uscire dalla crisi che la tiene intrappolata oggi? L'Italia è un grande paese, pieno di brava gente capace ed in grado di dirigere una impresa. Quindi ce la farà, a patto però che si ritrovi quello spirito di sacrificio che ha contraddistinto la generazione degli anni 50 e 60, quando tanti bravi italiani (i nostri padri ed i nostri nonni) hanno, rimboccandosi le maniche, ricostruito dal nulla un paese distrutto e destinato alla povertà, trasformandolo nell'ottava economia del mondo.

GIANFRANCO

VASTAROLI Agente in attività finanziaria


Un nuovo modo di pensare flessibile, performante, accurato e sicuro come mai prima in Italia. Non una semplice società di trasporti ma un progetto innovativo e specializzato, una realtà di eccellenza tutta italiana, forte delle esperienze, delle sinergie e delle performance che sono proprie di una struttura moderna che è diventata leader del trasporto su strada. L’obiettivo è quello di voler offrire un servizio sempre più competitivo ed efficace su tutta la penisola investendo energie in un progetto che è in continuo divenire.

Facciamo strada insieme…

progetti in movimento

MATRICARDI S.P.A

IN PRIMO PIANO

gioco di squadra da sinistra: Cristiana, Ippolito e Rossana

i fratelli Matricardi

www.donnaimpresa.com

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Un altro tassello si aggiunge al processo di crescita della Matricardi che ha rafforzato i servizi offerti dalla società al Nord Italia attraverso l’apertura di tre nuove sedi in Lombardia; ciò a sottolineare l’ormai avvenuta evoluzione dell’azienda che è passata in pochissimo tempo, da un sistema centro Italia ad uno più ampio con il preciso intento di rispondere alla necessità di agevolare i flussi. Sinonimo da sempre di precisione ed affidabilità, l’azienda marchigiana ha voluto rimarcare la propria vocazione al servizio rispondendo in modo attento alle esigenze di una società maggiormente orientata alla flessibilità ed alla sicurezza. Un altro tassello si aggiunge al processo di crescita della Matricardi che ha rafforzato i servizi offerti dalla società al Nord Italia attraverso l’apertura di tre nuove sedi in Lombardia; ciò a sottolineare l’ormai avvenuta evoluzione dell’azienda che è passata in pochissimo tempo, da un sistema centro Italia ad uno più ampio con il preciso intento di rispondere alla necessità di agevolare i flussi. Sinonimo da sempre di precisione ed affidabilità, l’azienda marchigiana ha voluto rimarcare la propria vocazione al servizio rispondendo in modo attento alle esigenze di una società maggiormente orientata alla flessibilità ed alla sicurezza. Un parco automezzi di ultima generazione rispettoso della normativa CEE, servizi di massima qualità, unitamente ad uno staff esperto ed alla serietà con cui l’azienda porta avanti ogni singolo trasporto, è ciò che ha consentito alla Matricardi una progressiva crescita fino a diventare leader indiscusso a scala nazionale del trasporto su strada. Abbiamo incontrato i giovani titolari dell’azienda ed a loro abbiamo chiesto di parlarci del proprio lavoro e della filosofia aziendale che si è dimostrata vincente in considerazione dei traguardi che sono stati raggiunti: “E’ da alcuni anni che le attività logistiche sono al centro di un processo di trasformazione ed innovazione estremamente dinamico. Sono cambiati i modi di fare logistica, e con essi sono cambiati anche il significato, le dimensioni e gli attori principali – ci dice Ippolito, il terzogenito dei tre figli, a cui è stato affidato il ruolo di amministratore dell’azienda di famiglia – La società contemporanea ci impone formule nuove e dinamiche capaci di soddisfare la moltitudine di necessità alle quali giornalmente siamo chiamati a rispondere – continua – ed è proprio nell’ottica di questa consapevolezza, contraddistinta anche dallo slogan “progetti in movimento”, che giorno dopo giorno rinsaldiamo la nostra volontà di esser partner sensibili ed affidabili del cliente e non semplicemente fornitori di un servizio, come di solito accade”. Un modo di vedere la vita, prima ancora che


Via Bernini 32 _ Trodica (MC) _ T.0733 564396

nella foto: Giuseppe Matricardi con i figli

una politica commerciale vincente, quella che unisce il pensiero di questi fratelli che sono riusciti, come mai ci è capitato di vedere sin d’ora, a porre lo spirito di squadra al di sopra di tutto “La nostra azienda è nata e continua ad essere un progetto corale in cui i piani strategici vengono condivisi: le persone che lavorano con noi siano esse dipendenti che collaboratori, ricevono piena libertà e fiducia nello svolgimento delle proprie funzioni aziendali – precisa la secondogenita Rossana – in cui ognuno, senza distinzione di ruolo, cerca di dare il meglio di se stesso per il bene di tutti. Un saluto, una stretta di mano, un sorriso.. piuttosto che un abbraccio non sono cose da lesinare, da noi… “. “Il trasporto, così come concepito da noi – ci dice Cristiana, la primogenita – non è pertanto il semplice veicolare le merci da una location ad un’ altra, ma diversamente è visto nell’ottica del diventare partner responsabili ed accorti affinchè il cliente trovi, attraverso noi, un ulteriore punto di forza. La serietà e la competenza non sono optional dai quali poter transigere e in virtù della professionalità che ci ha sempre contraddistinto, siamo oggi in grado di offrire servizi di trasporto di “primaria qualità”, in contrapposizione ad altre aziende di settore presenti sul mercato – sottolinea – perchè attenti al rispetto delle normative sulla sicurezza stradale, del lavoro e dell’ambiente. Da circa 60 anni garantiamo al cliente velocità e precisione nelle consegne ad un prezzo onesto – conclude Cristiana – quasi a rivendicare il principio secondo il quale un servizio di qualità ha necessariamente il suo costo. Il rispetto è alla base del nostro rapporto con gli altri, sempre e comunque … questo è quello che ci è stato insegnato da nostro padre, fondatore insieme al suo papà dell’azienda, che ancora non si sottrae, nonostante abbia delegato a nostro favore, alla responsabilità morale di essere qui con noi, ogni giorno, a vegliare sul mantenimento di quei valori che ci ha trasmesso e che ci caratterizzano”.

Il divenire da Eraclito a Pirandello, è la sostanza dell'Essere, poiché ogni cosa è soggetta al tempo e alla trasformazione. Anche quello che sembra statico alla percezione sensoriale in verità è dinamico e in continuo cambiamento

MATRICARDI S.p.A LOGISTICA - TRASPORTI Via Toscana 7/9 Monte San Pietrangeli email: info@matricardispa.com I SERVIZI: *Tempi di resa 24/48 ore *Servizio di logistica e logistica integrata * Trasporti ADR; Servizi on line: http://www.matricardispa.com CENTRI OPERATIVI: *Abruzzo (Pescara tel. 085.4315219; Colonnella tel. 0861.700220) *Marche(Ancona tel. 071.2901136) *Toscana (Fucecchio tel. 0571.261012; Segromigno tel. 0583.928795; Calenzano tel. 055.8874518; Arezzo tel. 0575.410522) *Umbria (Perugia tel. 075.5271380) *Veneto (Arzignano loc. Tezze 0444.482924)

Feber

snc

ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE


IN PRIMO PIANO

CRISI: CHE FARE? lo chiediamo ai giovani titolari della Omega Model di Francesca Palmieri Visita alla sede di una delle giovani aziende doc nella nuova provincia di Fermo; L’Omega Model snc, che dopo aver consolidato negli anni la sua presenza sul mercato, non si arrende alla crisi che attanaglia ormai da tanto tempo uno dei settori fiore all’occhiello per la nostra regione, quello calzaturiero. “L’Omega Model dopo aver festeggiato il traguardo dei dieci anni di attività confermandosi come una delle aziende più apprezzate del proprio settore, non si arrende e punta sempre più sulla qualità dei propri prodotti”. Questo è quanto ci sentiamo di poter affermare dopo anni di confronto sul mercato, dicono i tre soci fondatori. Azienda giovane dicevamo, infatti i titolari Monti Giampaolo, Maroni Massimo e Paglialunga Luca viaggiano in età comprese tra i 38 ed i 40 anni, se a questo aggiungiamo che hanno già festeggiato il decimo anno di attività, possiamo sicuramente affermare di essere in presenza di una giovane realtà. Andiamo allora insieme a conoscere le armi vincenti di questa piccola azienda di casa nostra, che come molte altre della zona contribuisce a tenere alto il valore del vero made in Italy. Di che cosa si occupa la vostra azienda di preciso? La nostra azienda offre molteplici servizi al mercato attuale, nelle più disparate forme, dalla progettazione 3D fino al realizzo completo del modello fisico su resina, copriamo ogni singola fase, nello specifico: consulenza per realizzazione di prototipi e modelli; studio per dimensionamento in base ai passaggi del materiale di stampaggio; realizzazione di prototipi con possibilità di piazzare direttamente la forma per avere l’effetto suola montata; ideazione di disegni in 2D per l’immagine della suola sia su laterale che su battistrada; realizzazione di modelli finiti; programmazione CAD/CAM per realizzazioni della parte meccanica dello stampo; e molto altro ancora. Diciamo che è nata principalmente per la produzione di modelli da utilizzare nella costruzione di stampi per fondi di calzatura, ma poi pian piano ha anche allargato i confini in molteplici settori, collaborando anche con la realizzazione di programmazione CAD con aziende del settore alimentare, dentale, meccanico. Per che tipo di stampi realizzate i vostri modelli? Grazie alle conoscenze acquisite negli anni possiamo coprire quasi la totalità delle esigenze di mercato realizzando prototipi e modelli definiti per quasi tutti i tipi di materiale da stampaggio oggi utilizzato (tipo gomma, tr, pu, pvc, eva, tpu, ecc.). Produciamo modelli per la realizzazione di stampi di suole monocolori, bicolori, tricolori da uomo, donna e bambino. Quindi in sostanza realizzate una suola in tutto e per tutto uguale a quelle che tutti noi ammiriamo coloratissime quando indossiamo le nostre scarpe la mattina? Diciamo di si, più o meno, ma il modello da noi prodotto molte volte può anche non essere conforme alla suola che vedete incollata sulle nostre scarpe, perché qualche volta può mancare di pezzi o particolari che vengono aggiunti meccanicamente dagli stampisti stessi in stadi successivi di lavorazione dello stampo in alluminio. Quando nasce la vostra azienda, e perché? Ripercorriamo insieme un po’ della vostra storia. L’Omega Model snc nasce nell’ormai lontano 1999, quando l’intuizione di uno dei soci fondatori, Monti Giampaolo, lo porta a rendersi conto che il tradizionale sistema di costruzione dei modelli per il realizzo degli stampi di fondi per calzature, è ormai sorpassato. Bisogna aggiungere a quello che è solo lavoro manuale (infatti i modelli venivano realizzati completamente a mano con legno ed altri materiali come gomme, lastrine con incisioni già impresse ecc.) qualcosa di più. Già in quegli anni si era diffuso l’utilizzo di frese a controllo numerico, che consentivano sì di velocizzare la produzione ottenendo chiaramente una qualità superiore, ma come negativo necessitavano comunque del primo modello realizzato a mano, poiché non facevano altro che sviluppare nelle diverse taglie l’originale che veniva quindi copiato. Da qui l’idea di affiancare a questo tipo di fresatrici l’utilizzo di sistemi

computerizzati CAD/CAM, che consentissero di progettare e quindi di fresare successivamente su resine speciali tutto ciò che al computer venisse creato. Ricalcando così la strada percorsa da alcune officine meccaniche che avevano già inserito questo tipo di tecnologia nel settore dello stampo, venne fuori l’idea di applicare al settore della modelleria manuale il famoso CAD/CAM. Qui entrano in ballo gli altri due soci: Maroni e Paglialunga i quali, lavorando ormai da tanto tempo presso una famosa officina meccanica della zona ed utilizzando abitualmente questo tipo di tecnologia, hanno consentito di sviluppare l’idea in brevissimo tempo. Nasce così l’Omega Model che riassorbe la vecchia modelleria manuale del Monti e comincia la sua avventura nel mercato della calzatura. Ecco allora cosa sono tutti questi monitor nella vostra nuova sede! Già, da allora ne è stata fatta di strada, allo start i CAD erano soltanto due, una sola fresatrice, tanta voglia di provare e tante notti in bianco per far decollare il nostro progetto. Ora, a dieci anni di distanza, le stazioni CAD sono diventate quattro, l’affitto è stato sostituito dal nostro nuovo stabile di proprietà in Via Giovanni Agnelli presso la nuova zona industriale Girola a Fermo, e la nostra prima fresatrice è stata affiancata già quattro anni fa dall’innovativo sistema di fresatura a cinque assi in continuo, che consente di lavorare i modelli in tutte le posizioni, avendo così fresature sempre più precise, veloci, pulite, in una parola qualità. Quanto dicevamo all’inizio quindi. Certo, è la qualità che ci differenzia da tutti, specialmente da chi fa concorrenza sleale. L’Italia è sempre stato un Paese che fà la differenza, senza nulla togliere agli altri Paesi noi pensiamo che ogni nazione ha i suoi campi dove riesce ad eccellere, ma l’Italia ragazzi la invidiano tutti. Le macchine più belle sono le nostre, gli stilisti più copiati sono i nostri, e nel nostro specifico caso, le calzature più amate sono quelle italiane. L’italiano crea, non copia. Allora secondo voi quale sarà il futuro della modelleria? A parer nostro bisogna come prima cosa capire che non ci si può mettere in concorrenza con Paesi dove la manodopera costa un terzo della nostra, e che l’unica cosa da fare è crearsi un mercato dove non ci possano attaccare, e questo possiamo farlo solo facendo capire all’utilizzatore finale che una qualità superiore, ha un costo superiore, ma ha anche una durata superiore. Il riferimento è ai prodotti importati vero? Chiaro, lei metterebbe un paio di scarpe al suo bambino che durano un terzo di una produzione locale? Ma soprattutto siamo informati sui materiali con cui sono realizzati alcuni prodotti? Il nostro settore, come quello del tessile, sono i più bersagliati, i costi di realizzo sono sempre più alti in Italia, e la lotta è sempre più serrata. Pensate che “l’artigiano” possa farci uscire dalla crisi? Non ci farà uscire dalla crisi, ma può darci una mano ad alleviarla. Si ricordi che è l’artigianato il settore trainante dell’Italia, e non le grandi aziende come invece vogliono farci credere. L’artigiano non usufruisce di agevolazioni importanti per aprire filiali all’estero, non ha sgravi fiscali né potere economico per poter aggirare i problemi, i problemi li deve affrontare e risolvere. Se vuole forza lavoro, l’artigiano deve assumere in loco, creando nuovi posti di lavoro in Italia si va avanti, questo si deve capire. Le altre sfere dovrebbero proteggere le piccole aziende che fanno lavorare con continuità i loro collaboratori, non favorirne la cessazione dell’attività. Qual è la vostra speranza per il futuro? Speriamo di rivederci qui tra altri dieci anni per una nuova intervista, magari con l’azienda un po’ più grande e tecnologica. C’è qualcuno che volete ringraziare per il vostro successo? Sì, tutto il nostro parco clienti, che da anni ci consente di lavorare in maniera continuativa e con cui si è creato un rapporto di stima e rispetto reciproci che purtroppo oggi è sempre più difficile trovare.

OMEGAMODEL Via G Agnelli 36/38 - 7/9 Fermo - Italy T. 0734.440249 email: info.omegamodel@gmail.com


CUPRA MARITTIMA_ITALY

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GALLERIA MARCONI

URUBORO

PAOLO SISTILLI

acrilico su cartone ondulato

TESSERA

“De 21ste eeuwse homo sapiens moet opnieuw de taaal laren beheersen. De kunstenaar helpt hem via zijn kunst aan leermiddelen. Paolo Sistilli schilderrijen en sculpturen komen aan als een hevige vuistslag op een glad wateroppervlak. Tijdelijk wordt een blik gegund in de onmetelijke diepte. Daarna keert de rust langzaam terug”. Vrij naar UITINGEN VAN NON-VERBALE COMUNICATIE Dick Adelaar, Utrecht 29 novembre 2010.

ALESSANDRA LUMACHELLI

"Distruggere il muro del silenzio" è un manuale incentrato sul riconoscimento e la lotta degli abusi infantili, destinato a chiunque intenda avere una conoscenza del fenomeno. Dà anche la possibilità al lettore di avvicinarsi alla grafologia, facendone uno strumento di cultura generale. Nel testo si trovano esempi di scritture e di disegni, in particolare l'evoluzione della scrittura di una grande abusata, famosa per essere entrata nel firmamento dei miti del cinema, Marilyn Monroe. Alessandra lumachelli, toscana, sociologa, esperta in abusi e scrittrice, si definisce "grafoterapeuta", in quanto ritiene che la grafologia sia davvero "pedagogia del gesto grafico", e possa, quindi, donare consapevolezza e portare in superficie ciò che sarebbe altrimenti nascosto e non utilizzabile per la crescita personale.

MACERATA _ITALY

piùmenoinfinito

ROBERTO CICCHINE’

“L’homo sapiens del XXI secolo deve imparare di nuovo a dominare la lingua e l’artista lo aiuta con la propria arte che si fa strumento didattico. I dipinti e le sculture di Paolo Sistilli arrivano come un pugno pesante su una liscia superficie. E per poco si getta uno sguardo nella profondità incommensurabile. E poi, lentamente, torna la pace”. Liberamente tratto da ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON VERBALE a cura di Dick Adelaar, Utrecht

Non è un percorso rettilineo quello che porta Roberto alla realizzazione del lavoro finito. Non c’è in lui la volontà di rendere, attraverso l’obiettivo fotografico, l’oggettività: essa è filtrata dalla sensibilità dell’artista che restituisce uno sguardo sulle cose e un taglio che sfuggono alla normale osservazione. Le storie che racconta sono provinciali, come provinciale – nell’accezione positiva di osservare con occhio curioso e sempre nuovo - è il suo modo di porsi di fronte ai suoi soggetti, che inconsapevolmente, si trovano al centro del racconto composto da frammenti di quotidianità e di vita. I protagonisti dei suoi scatti non emergono per ciò che realmente e fisicamente sono, ma escono dall’immagine per il dettaglio che l’artista di loro vuole sottolineare. Indaga l’infanzia, la vecchiaia, gli stati d’animo altalenanti tra due categorie accomunate dal ricordo e dalla malinconia. testo e cura Simonetta Angelini

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Rimini DA VERMEER A KANDINSKY. Capolavori dai musei del mondo a Rimini Castel Sismondo, 21 gennaio - 03 giugno 2012

Legnano (Milano) ZORAN MUSIC. Se questo è un uomo Palazzo Leone da Perego, 19 novembre 2011 – 19 febbraio 2012

Repubblica di San Marino DA HOPPER A WARHOL. Pittura americana del XX secolo a San Marino Palazzo Sums, 21 gennaio - 03 giugno 2012

Lucca LUCCA PHOTO FEST, dal 19 novembre all'11 dicembre. Tema della settima edizione: Sguardi d’Oriente.

Forlì WILDT. L'anima e le forme da Michelangelo a Klimt. Musei San Domenico, 28 gennaio – 17 giugno 2012

Rovigo IL DIVISIONISMO. La luce del moderno Palazzo Roverella, 25 febbraio - 24 giugno 2012

L'Adramelek Theater Nella strutturazione informazionale del teatro Francione ha ideato il "Progetto Icartheatrum", col motto "Se il popolo non va al teatro, il teatro va al popolo", nel senso di portare gli spettacoli presso la miriade di teatri di comunità. Il nucleo del progetto è stata la fondazione della compagnia "Adramelek Theater" nell'aprile 1994. Adramelek è il demone asinino con le ali. L'artista, il drammaturgo, l'attore, sono asini alati che mettono le ali per ribaltare il loro destino verso la Bellezza superando le banalità di un mondo assurdo. Francione ha realizzato quello che chiama "teatro uroborico", un teatro mirabolante, assorbente, grottesco, intrecciato, compatto, per attuare la quadratura del cerchio" <(M.A.G.I.C.)>. Nel suo progetto urobormassmediale ha trovato alleati nell'ipertransavanguardia del Medioevo Atomico in associazioni prestigiose come il Teatro Patologico di Dario D'Ambrosi. Tutta l'azione dell'Adramelek Theater si svolge comunque sotto l'egida dell'Antiarte 2000 il movimento di Rivoluzione dell'Estetica internettiano, antiartistico e iperpolitico da lui stesso escogitato.

Fra i suoi più recenti lavori Il racconto dei fatti di Balvano fattogli dal suo papà che ha trasposto in CALABUSCIA (edito da Aetas Internazionale - Roma, ottobre 1994 ora in corso di ristampa per i caratteri della Herald editrice di Roma; http://www.antiarte.it/cyberomanzofrancione/calabusc.htm). Vi si narra della fuga dopo l'armistizio lungo tutto la penisola di due napoletani Gennaro e Vincenzo, padre e figlio, alla ricerca di una salvezza che si rivela una mera chimera. La vita è un'eterna Calabuscia, una gabbia. Un libro-denuncia della smemoratezza della storia per un incidente che riportava alle gravi responsabilità del governo italiano e degli alleati. In questa battaglia di recupero della memoria, Gennaro riuscì a coinvolgere le università italiane ma non le istituzioni, che negarono la richiesta dei familiari di istituire a livello nazionale il 3 marzo giorno della memoria dei 600 morti di Balvano. E’ per organizzare la memoria del treno e la protesta perenne (che ancora oggi non trova accoglimento da parte dello Stato) che ha istituito il sito “Treno di Luce – Treno di Pace” per trasformare il treno maledetto in simbolo di luce contro tutte le guerre. Il Treno di Luce non è solo un convoglio materiale ma un mezzo celeste per ricordare tutti quei morti, vittime di un olocausto inutile, frutto della guerra e della vita cosiddetta civile che sopraffà i poveri. Per questo il Treno di Luce vuol viaggiare sulle rotaie del Cyberspazio per portare il suo messaggio di pace contro la guerra e la sopraffazione dei deboli ad opera dei forti.

Info “TRENO DI LUCE, TRENO DI PACE CONTRO LE GUERRE” Telegrammi. 726 lists.peacelink.it/nonviolenza/2011/11/msg00000.html _ TRAGEDIA DI BALVANO http://www.antiarte.it/trenodiluce

SERVIZI NAZIONALI

TINTORETTO Scuderie del Quirinale, febbraio giugno 2012

Gennaro Francione è nato a Torre del Greco (NA). Ha intrapreso la carriera giudiziaria svolgendo in quel di Monza e a Roma funzioni di Pubblico Ministero, Giudice Istruttore, Giudice di Tribunale, dirigente dell'Amministrazione Penitenziaria. Attualmente vive nella capitale dove, col grado di Consigliere di Corte di Cassazione, svolge funzioni di giudice presso la sezione penale del Tribunale. Sposato con una maltese, la dolce Astrid, ha due splendidi figli: David Gregor e Maya. Giudice-scrittore dell'Onda di Temi, regista e drammaturgo di fama internazionale (fra i suoi più prestigiosi riconoscimenti vi è quello di consulente del M.I.C.S. - Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo), Gennaro è anche apprezzabilissimo pittore patafisico, compositore di musica classica e folk ma soprattutto scrittore, prediligendo il genere esoterico, gotico e fantastico.

PELLINI MARCO & C. AFFIDABILI COMPAGNI DI VIAGGIO

Roma

L'autore

AUTOTRASPORTI

AMERICANI A FIRENZE. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo. Fondazione Palazzo Strozzi, 02 marzo -15 luglio 2012

GENNARO FRANCIONE

Via Giuseppe Sacconi 39 _ 63822 PORTO SAN GIORGIO (Fm) info: 335.6179580

Firenze

a teatro

VAN GOGH E IL VIAGGIO. Pittura degli spazi percorsi da Turner a Gauguin a Rothko. Palazzo Ducale, 12 novembre 2011 -15 aprile 2012

eventi d’arte

ANDREA GALLUCCI

Genova


I’m Jack, vengo dal pianeta mondo, dove tutto è incominciato, il mio cuore pulsa in quattro quarti con cassa in battere ... la mia "history" è tutta nella mia libreria colma di vinili e cd, "my home" è il mondo "my language" è quella universale della musica ... Viaggio, ascolto, osservo il mondo che cambia di ora in ora sotto i miei occhi ed insieme a lui cambio io e anche la mia musica ... becouse the night??? ... "la musica è un banchetto sul quale ci sfamiamo ... se crediamo nella notte, ci fidiamo, perché stanotte c'è solo la musica!!!" This is my life ... good times people!!!!!! www.captainjack.it PINETA by VISIONAIRE

extra

CHALET ANDREA

LE GALL

&deejay BY AL CHIARO DI LUNA

BELLAVITA

“coolwinter 2011 / 2012”

Captain J a ck becousethenight

CAPTAIN JACK

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Dall’88 in discoteca, in tutti ruoli, da sempre organizzatore di eventi , dj e animatore, tra i primi vocalist, da quando questo ruolo è diventato fondamentale nella buona riuscita di serate da ballo. Avevamo molto meno spazio rispetto ad oggi, ma io me lo sono sempre conquistato con la tecnica, la professionalità, lo studio, la passione per il suono della mia voce riprodotta da un microfono, qualcosa di magico che da subito mi ha rapito. La radio divenne negli anni il naturale sbocco alle mie aspirazioni, passione che non ho mai abbandonato da che è entrata nella mia vita, nel 98. Un arco di tempo, quello a cavallo fra la fine degli anni 90 ad oggi, in cui ho collezionato un più che ragguardevole numero di presenze nei migliori locali della regione e non solo: Zen Club, Mahè, Flexus, Le Gall, Green Leaves, Babaloo, Novavita, Lola, Nina, Soda, Gialù, Tenda Rossa, Tartaruga, Palace – Number One, Taboo, Nero di Sole, La Terrazza, Disco Faleria, Glamour…. e poi la recente svolta con le serate al Club Pineta di Milano Marittima e le successive partenze per diversi Clubs d’Italia. Fra le cose importanti della mia vita professionale il continuare a produrre musica, fra quelle insostituibili relative alla mia vita privata: la famiglia. Mia moglie e mio figlio. Nel mio futuro ci sono grandi progetti con la Merli Entertainment, al fianco dei miei amici Gianluca Jay , Alessandrino e Alberto Merli, ovvio che tutto ciò tutto ciò con la fiducia di tutti i collaboratori, gestori e titolari di Locali, senza di loro .

ORIANO THE VOICE

Make up Artist delle Star Visagista, estetista, truccatrice, esperta in medicina estetica e fisioterapia, Cristina ha al suo attivo la cura dell’immagine di personaggi famosi del jet-set nazionale e internazionale. Da Mara Venier, Samantha De Grenet, Alba Parietti, Eather Parisi, Natalia Estrada, Adriana Volpe, Cecilia Capriotti, Franco Califano, Franco Oppini, Claudio Lippi, Lino Banfi, Paolo Bonolis, Giancarlo Magalli, Fabrizio Frizzi ... a Marcus Schenkenberg, Gianna Nannini, Cristian De Sica, Massimo Boldi, Alessandro Gassman, Irene Pivetti, Rosanna Lambertucci, Maria Giopvanna Elmi e numerossissimi altri fra i personaggi più conosciuti del mondo dello spettacolo, si sono affidati alla sua conclamata esperienza. Il suo Istituto di Bellezza si caratterizza, oltre che per l’utilizzo di prodotti di altissima qualità ed attrezzature tecnologicamente avanzate, per l’accoglienza e la riservatezza che sono propri di una donna che ha compreso come le relazioni interpersonali non siano semplicemente la base della crescita professionale, bensì rappresentino una ricchezza insostituibile della crescita personale. Le persone che si affidano a lei sono le medesime che poi diventano sue confidenti, ed amiche. La dolcezza e la sincerità le sono proprie; ogni suo consiglio è sulla base del rispetto che instaura con ciascuno, ed è questo il quid in più che fa di lei una professionista insostituibile, oltre che indimenticabile dal punto di vista più strettamente umano. Mamma di un bellissimo bambino, Lorenzo ... si divide con estrema destrezza fra la casa e le serate mondane, quelle a cui viene chiamata dal suo foltissimo pubblico di ammiratori a rappresentare quanto di più grande ci sia in lei: la sua travolgente semplicità.

Via Ancona 128_Porto Sant’Elpidio_mobile 338.8936043_mail:antollonialessandro@alice.it

PIGNA

le gall PORTO SAN GIORGIO MR. GIORGIO JAY & JAY LUX

FEDERICO PIGNATARI in arte PIGNA: una carriera costellata di presenze nei locali notturni più in auge dell’intero panorama nazionale. Attualmente Vocalist Resident al “Pineta by Visionnaire” e “Pacifico Dinner” di Milano Marittima il sabato sera, si esibisce anche nel centro di Roma nel nuovissimo “Withe Club” dove ha ricreato l’atmosfera del Pacifico oltre che la calarsi, nella esclusiva serata della domenica, a Milano presso il ristodisco “Tocqueville 13”. “La musica è assolutamente fondamentale - risponde alla mia richiesta di quanto la ritenesse importante – non solo per me in quanto passione cresciuta parallelamente alla mia vita – mi dice – bensì ella vita di ognuno… chi di noi non ha una propria colonna sonora che ripercorre e accompagna i momenti importanti della vita? Esistono tracce per i momenti belli e tracce anche per i ricordi brutti e negativi, sono tutte tappe di un percorso che ci caratterizza e ci differenzia l’un l’altro rendendoci unici. Come le fotografie che fermano visivamente un ricordo o un preciso momento, così le le canzoni “impressionano” attimi, particolari, gioie e dolori che ci hanno forgiato”

modellista

DANNY DE GODOY

“Sono nata a San Paolo del Brasil, sotto il segno dell’ariete; frutto di un mix di razze, Italo-Espaniche da parte materna e AfroIndigene da parte di mio padre – mi dice la sensualissima Danny – per cui cantare, ballare e animare fanno parte della mia cultura. Dopo un corso da indossatrice decido di venire in Italia a lavorare come traduttrice di importanti firme italiane, questo mi ha dato possibilità fare importanti incontri nel circuito dello spettacolo. Nasce così la mia carriera da cantante e vocalist”. Oggi Danny oltre che seguire i suoi progetti discografici lavora nei più importanti locali d’Italia affiancando importanti djs come vocalist. Il suo carattere solare e molto socievole unitamente ad un sex appeal delicatissimo ed un gradevole savoire fare, diventando un vero punto di forza per i Locali dove si esibisce.

Via Garibaldi,98 _ 63019 _ Casette D’Ete (Fm) _ Sito Web http://www.cristinacapriotti.com _ E-mail: cristinacapriotti@libero.it

CRISTINA CAPRIOTTI

voice

ANTOLLONI Alessandro

My best friends


grottazzolina _info@suolificioantares.it _ T. 0734.632735 _ F. 0734.636777 _ www.suolificioantares.it


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