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Alcuni uccelli stanno iniziando a comportarsi in modo strano

All’inizio dell’anno un team multidisciplinare di scienziati si è riunito alla Cornell University e ha sfruttato il Cornell Lab, unità avanzata di ornitologia dell’università americana, per pubblicare l’annuale State of Birds, report sullo stato di salute degli uccelli. Purtroppo, il risultato è stato desolante: gli scienziati hanno rilevato immediatamente il dato più allarmante, ovvero il netto calo di esemplari in ogni parte del mondo. Il calo è stato confermato poi da un altro studio di spicco, lo State of the World’s Bird, che ogni anno viene pubblicato sulla rivista Annual Review of Environment and Resources. Dopo questa conferma, parte della comunità scientifica specializzata nello studio dei volatili ha sentito la necessità di indagare meglio su quanto stava/sta accadendo. Così, trenta gruppi di esperti si sono impegnati in un’ulteriore ricerca, pubblicata di recente su BirdLife International. Lo studio in questione ha portato a registrare una serie di anomalie. Infatti, al ridotto numero di esemplari di uccelli si sono affiancati anche diversi strani comportamenti: molti dei loro canti si stanno spegnendo, alcuni stanno diventando sempre più aggressivi, altri ancora si stanno rimpicciolendo a vista d’occhio. In più, sembrano anche registrarsi sempre meno fenomeni migratori. Come mai sta succedendo tutto questo? È presto detto: questi comportamenti sono la diretta conseguenza, in termini di adattamento, al cambiamento climatico, al riscaldamento globale e alla deforestazione. In qualche modo, è come se i volatili si stiano involvendo, cambiando le loro stesse caratteristiche primarie, per cercare disperatamente di adeguarsi a condizioni sempre più impossibili. Purtroppo, questi adeguamenti stanno portando solo a esiti infausti: metà delle oltre 10.000 specie di uccelli del mondo sono in declino e rischiano l’estinzione.

Fonte: https://tecnologia.libero.it/uccelli-comportano-modo-strano-meno-esemplari-cosa-succede-72873

Giovane ingegnera crea un prodotto biodegradabile che riesce a pulire le piume

Raegan Reeves, una giovane laureata in ingegneria chimica, preoccupata per l’ambiente e gli animali, ha creato una sostanza biodegradabile, atossica e solubile in acqua, a base di esteri organici, che aiuta a rimuovere fino al 90% del petrolio dalle piume degli uccelli. Paragonato al 35% rimosso dai detersivi per piatti –solitamente usati in questi casi – questa rappresenta un’alternativa non solo più ecologica ma anche più efficace per dissolvere il greggio fuoriuscito nell’ambiente. Considerando che i detersivi per piatti possono contenere fino al 5% di COV, ovvero composti organici volatili considerati una fonte d’inquinamento, e che in alcuni casi vengono prodotti con una piccola percentuale di petrolio, la soluzione di Reeves rivoluziona il modo in cui pulire il mondo dal petrolio, ossia in maniera ecologica, e più amichevole e meno invasiva per gli animali. L’idea è nata da un progetto di ricerca universitario, in cui sperimentava il lavaggio con piume di diversi tipi di uccelli. Laureatasi di recente, Reeves ha già fondato Crude Spill Cleaning Co., una start up che si dedica alla ricerca e allo sviluppo di metodi nuovi e innovativi di pulizia ambientale, e che è alla ricerca di finanziamenti per ottenere le risorse necessarie per poter arricchire ancora di più le sue ricerche. Il suo solvente potrebbe, senza troppi sforzi, ridurre notevolmente il tasso dei danni causati dalle fuoriuscite di petrolio all’ambiente. Finanziare le sue ricerche è il minimo che il settore petrolifero possa fare.

Fonte: https://www.greenme.it/ambiente/buone-pratiche-e-case-history/giovane-ingegnera-crea-un-prodotto-biodegradabile-che-riesce-a-pulire-le-piume-degli-uccelli-dal-petrolio-in-tempi-record/

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