LA GAZZETTA
del Servizio Civile
Caritas Diocesana di Brescia
NUMERO 1 - APRILE 2020
LASCIANDO UNA SCIA Amici lettori, bentrovati! Desideriamo esprimere il nostro affetto a ciascuno di voi: grazie che ci siete e ci sosterrete in questo cammino stupendo! Nonostante il difficile periodo che stiamo affrontando a causa dell’emergenza COVID-19, che ha costretto molti di noi a sospendere temporaneamente il servizio, vogliamo condividere con voi i primi momenti di questa esperienza. Noi ragazzi e ragazze del Servizio Civile, abbiamo deciso di metterci in gioco e rimboccarci le maniche, per farci promotori di chi si trova nel bisogno, e nel disagio di vario genere. Insomma, una grande partita da disputarsi in dodici mesi, riscaldando i cinque sensi e lasciando una
ventata di sguardi, abbracci, parole, sorrisi, in quanti incontreremo sul nostro sentiero. Desiderosi di crescere in fretta, questa esperienza del Servizio Civile, sarà di grande aiuto per noi, affrontando le sfide del futuro che si prospettano: lasciando una scia! ... Lasciando noi stessi e il nostro cuore. Perché il Bene rimane sempre vivo, come un marchio indelebile! Buona lettura, e fate il tifo per noi! La Gazzetta è tutta vostra!
...abbiamo deciso di metterci in gioco...
INDICE
Mettiamoci in gioco: Raccontarsi
02
Inter-vista: scopriamo la Caritas con chi ci lavora
03
Voce al direttore: Caritas è vita
08
Stretching Pensieri in pillole
09
Terzo tempo Pro-Oroscopo
10
METTI AMOCI inGIOCO
raccontarsi GABRIELE
M
artedì 18 febbraio, durante il secondo incontro di formazione, siamo entrati nello sterminato mondo delle parole con la guida della scrittrice di libri per bambini Cosetta Zanotti. Tra favole e storie di tutto il mondo la scrittrice ha voluto comunicare la potenza delle parole mostrando come esse sanno essere creatrici o distruttive. “C’è una dimensione narrativa della nostra vita che è sempre presente” Cosetta inizia così il suo discorso facendoci capire che narrare è un bisogno dell’essere umano. Tutti nasciamo con due bisogni principali: di cibo e di parole, abbiamo bisogno di storie poiché esse costruiscono la nostra casa interiore. Il cuore ha fame di parole e se non “E hai ne trova di costruttive ottenuto è solo la pancia a quello che saziarsi. volevi da questa Le parole creano, le antiche civiltà vita?” “Sì” “E cosa ne erano convinte, volevi?” “Potermi lo capiamo dire amato, dai racconti sentirmi amato degli aborigeni sulla terra” australiani, (Raymond dalla Bibbia nella Carver) Genesi e dagli indios Sud Americani. Ma esistono anche parole che distruggono, che ci allontanano dalla nostra anima che procede molto più lentamente di noi. La violenza ci distrugge, ci allontana mentre la giustizia è riconoscere e convivere nella differenza. Siamo tutti differenti ma tutti con una tensione profonda a comunicare. Difatti le storie erano il metodo più efficace poiché esse avevano anche vari messaggi al loro interno e narravano in modo velato avvenimenti troppo brutali da raccontare normalmente. Le storie servivano da
medicine per esorcizzare i mostri che abbiamo dentro e a liberarli dalle loro gabbie con la forza delle parole, poiché quando abbiamo paura urliamo e non riusciamo ad esprimerci. La nostra forza è nell’ ascolto, e anche se alcune parole ci distruggono dobbiamo raccogliere i cocci e rimetterli insieme con un filo d’oro per valorizzare ancora di più le nostre convinzioni. Per esprimere meglio questo concetto Cosetta ci ha coinvolti in un esercizio molto profondo: ognuno di noi ha scritto su un foglio parole costruttive e parole distruttive che gli erano state rivolte per poi rivelarle agli altri quasi ad esorcizzarle, a scavare in profondità ascoltandole e dandogli un nome, per poi lasciarle volare nell’ aria attraverso la nostra voce. L’incontro si è concluso con un ultimo esercizio, stavolta però, come in un libro illustrato per bambini, a dar man forte alle parole c’erano delle immagini, due puntini su un foglio uno rosso e l’altro nero a raffigurare la mia persona ma se si apriva il foglio, se si guardava dentro c’erano tanti puntini tutti colorati a mostrare che: “io sono un arcobaleno di bellezza e di colori perché so amare e ho un cuore che devo ascoltare”.
inter-vista
SCOPRIAMO LA CARITAS CON CHI CI LAVORA
Mensa Menni:
L
UNA REALTÀ NASCOSTA MA PRESENTE
a mensa Madre Eugenia Menni nasce in concomitanza del giubileo del 2000. Situata in via Vittorio Emanuele II, presso l’associazione casa Betel, si occupa di accogliere e sfamare persone di età trasversale e di varia provenienza. È in questo contesto che incontriamo il referente Giambattista Treccani che da tanti anni si occupa di persone in difficoltà. “Ho provato a fare altre cose ma non mi vengono altrettanto bene” afferma. Giambattista è anche
responsabile del servizio “emergenza freddo”, attivo 7 giorni su 7 da ottobre a giugno che fornisce riparo e assistenza ai bisognosi. “Si prova a dare un’esperienza il più personale possibile agli ospiti, anche se spesso non è possibile”. Le risorse e i tempi sono sempre scarsi. “Dietro il problema c’è la persona anche se, purtroppo, vediamo spesso prima il problema”.
Alla domanda “cosa si potrebbe migliorare?” Giambattista risponde: c’è sempre bisogno di spazio, tempo e risorse per l’ascolto, abbiamo bisogno di persone disposte ad aiutare. Giambattista si sofferma infine su un episodio che ricorda con piacere. “È capitato una volta di avere accolto un senzatetto che indossava vestiti del tutto inadeguati per la stagione. Dopo avergli trovato del vestiario adatto è partita una conversazione che è presto virata sugli interessi personali: l’utente sapeva suonare la chitarra e io gli ho confidato di essere un fan di Neil Young. L’ospite ha allietato per qualche tempo la mensa con la sua musica. Un giorno, in mia assenza, l’utente ha lasciato un regalo che ho scoperto al mio ritorno: l’unico cd di Neil Young che mancava alla mia collezione. Non l’ho purtroppo più visto, vorrei che sapesse che il suo regalo è stato molto apprezzato”. Piccole soddisfazioni quotidiane.
ANNA, MARTA, SABRINA, FARRELLE, MARCO, MICHELE, VALERIA
Ho provato a fare altre cose ma non mi vengono altrettanto bene
03
METTI AMOCI inGIOCO Casa Betel:
O
LA CARITÀ COME STILE DI VITA
re 10:30 arriviamo all’ingresso della struttura dell’associazione “Casa Betel”, l’impatto è molto forte. Finalmente incontriamo Silvia De Marinis che ci racconta come da Roma sia giunta a Brescia. Silvia ha fatto un percorso spirituale attraverso varie religioni ed al termine di esso ha raggiunto il suo obiettivo, ovvero trovare Gesù dentro se stessa. Da tempo dirige l’associazione “Casa Betel” (“Casa di Dio, dove Dio dimora, Porta del Cielo”), di cui fa parte anche la “Comunità di Vita” per accogliere le donne in difficoltà. La più Obbiettivi della grande comunità sono la libertà e la carità è dignità di donne la cultura, che si trovano non solo a in condizioni di fragilità attraverso parole ma il lavoro e la soprattutto reintroduzione nella società. nei fatti Principio cardine della comunità, condiviso in modo particolare da Silvia e Francesca (suo braccio destro), è l’inclusione, intesa come modo di essere cittadini del mondo, possibile solo attraverso la relazione con l’altro; essa presuppone l’ascolto, il rispetto e l’accettazione. Un ulteriore servizio offerto
è “Emergenza freddo” femminile e maschile che offre riparo durante la notte per un periodo massimo di 15 giorni. Ore 11:30 l’impatto è diverso; Silvia ci mostra la struttura: un ex convento trasformato in casa. Salutiamo le ragazze, ci allontaniamo lentamente e guardandoci alle spalle siamo più consapevoli delle realtà che ci circondano.
MIKAYAILLE, NUNZIA, ALICE, NICCOLO, SILVIA, SARA, MARIA P,
04
inter-vista
SCOPRIAMO LA CARITAS CON CHI CI LAVORA
Il centro di ascolto PORTA APERTA:
C
aterina Manelli, assistente sociale e responsabile del centro di ascolto “Porta aperta”, ci racconta la sua visione della Caritas diocesana e il suo lavoro all’interno di essa. “Mi ha sempre affascinato l’idea di fare un lavoro che, seppur difficile a livello psicologico, mi ponesse a relazionarmi con le persone” dice, motivando così la sua decisione di lasciare il lavoro precedente per entrare in questa nuova realtà. Quelli che dovevano essere solo 9 mesi diventano poi 15 anni di servizio. Quello che si nota sin da subito è la passione che accompagna il suo lavoro e l’umiltà nel ricordare che i progressi ottenuti da Caritas non sono dovuti al singolo, ma alla collaborazione tra le figure professionali e i volontari, che definisce come “energia pura”. Caterina infatti sottolinea più volte
UNA SFIDA PERSONALE
come Caritas lavori “per, con e insieme a... “ utenti e risorse territoriali. “Il lavoro al centro di ascolto mi cambia ogni giorno, ma non mi trasforma” anche se ci sono momenti di difficoltà in cui si vorrebbe mollare tutto, ciò che spinge ad andare avanti è la volontà di fare il possibile per quelli che ne hanno bisogno; perché “il bene che facciamo lo dobbiamo fare bene”. Caterina termina la nostra intervista dicendo: “Caritas per me è una sfida personale.” Una sfida da portare avanti ogni giorno, da ormai 15 anni.
Il bene che facciamo lo dobbiamo fare bene
MARIA B, ALESSIA, BENEDETTA, AURORA, LARA, MARIALETIZIA, KATHERINE, DAVIDE G., ANDREA
05
METTI AMOCI inGIOCO Caritas:
C
CONNUBIO TRA CIELO E TERRA hiara Buizza, responsabile della formazione e della comunicazione dei progetti Caritas.
1. Cosa ti ha spinto ad impegnarti nel settore della formazione e della comunicazione? - Penso che attraverso la formazione si possa arrivare a un cambiamento significativo perché solo uniti si fa la differenza. MAI DA SOLI, MA INSIEME.
Quando le cose hanno le ali volano da sole
meta ma per promuovere un mondo basato sull’accoglienza e la cultura dell’incontro. L’operatore della Caritas è come un cercatore in continua scoperta. 4. Che augurio vorresti fare a tutti coloro che decidono di approdare per la prima volta alla Caritas? - Auguro non tanto di scoprire terre nuove ma di avere occhi nuovi.
2. Cosa rappresenta per te Caritas? - Provenendo dal mondo accademico, Caritas per me è stata l’occasione tramite la quale sono riuscita a coniugare le mie conoscenze e la realtà pratica. Insomma, CARITAS È L’UNIONE DI CIELO E TERRA.
3. Quali sono gli obbiettivi di Caritas, secondo te? Ritengo che tutti i progetti Caritas non si sviluppino unicamente per raggiungere una
SOKHPREET, DANIELE, MARTINA, GIOVANNI, ROBERTA, ANNAMARIA, GABRIELE
06
inter-vista
SCOPRIAMO LA CARITAS CON CHI CI LAVORA
KEMAY:
A
UN PASSO VERSO I POVERI... UOMINI E DONNE SEMPRE CON NOI
bbiamo avuto modo di incontrare il presidente della cooperativa sociale Kemay, Stefano Savoldi, conoscendo la sua storia e l’impegno che svolge quotidianamente nel campo dell’accoglienza ai richiedenti asilo. Ha deciso di lasciare la sua professione, nel settore del marketing, seguendo il desiderio di aiutare il prossimo. Ciò è diventato possibile attraverso la proposta lavorativa della Caritas, che lui vede come stimolo e incoraggiamento per la comunità cristiana, specialmente per i giovani come noi. La cooperativa sociale prende il nome dalla prima bambina accolta, Kemay, che significa “come me stesso”, inteso come assistenza e arricchimento reciproco mettendosi in gioco, con tutto se stesso, senza pregiudizi e senza pretese. Il presidente Stefano Savoldi, ha poi paragonato il percorso di accoglienza
ad uno zaino vuoto, da riempire per l’assistito con gli strumenti adatti, per fare sì che la sua vita dopo il progetto sia più autonoma e migliore. Allo stesso tempo anche il bagaglio personale degli operatori e operatrici della cooperativa si riempie di ricchezza. “In questa strada non sono mancati gli ostacoli che sono serviti a rafforzare la nostra motivazione, trovando ricompensa nelle fatiche di tutti i giorni”.
...anche il bagaglio personale degli operatori... si riempie di ricchezza
ROBERTO, SIMONE, DAVIDE, SHERI, MARIA SOLE
07
METTI AMOCI inGIOCO
Voce al direttore: Caritas è vita! ROBERTO
D
urante il secondo giorno di formazione, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Don Maurizio Rinaldi, il direttore della Caritas diocesana di
Brescia. Introdotto in mattinata come “l’ospite x”, è giunto nel pomeriggio per ascoltare i nostri racconti sulle interviste fatte in mattinata a chi come lui è il volto della Caritas diocesana di Brescia. Abbiamo scoperto che per il direttore, la Caritas vale quanto la sua vita e la ricerca verso Dio. Quel Dio che in giovinezza vide nel volto di un povero senzatetto che aiutò a cuore aperto, capendo subito che rapportarsi con Dio è Carità. Fin dal primo incontro con la Caritas parrocchiale, ha poi compreso che Caritas è “creare relazioni d’amore qualificate”, oltre che diventare testimoni dell’amore di Dio, cosa che proviamo a fare ogni giorno anche noi, nel nostro servizio civile! Ci è dunque venuto naturale chiedergli una dritta, un consiglio; la sua risposta sorridente è stata altrettanto spontanea: una buona dose di preghiera, anche laica, può farci trarre il massimo possibile da questa bella esperienza. Don Maurizio Rinaldi si è poi detto “graziato” per essere divenuto direttore, sebbene amasse anche essere Parroco di una comunità tanto attiva come quella di Marcheno. Ha trovato
Caritas è “creare relazioni d’amore qualificate”
molte attività in Caritas, dove ha notato unità, un livello professionale ed un senso ecclesiale elevatissimo oltre che una capacità unica di mettersi in gioco nel rinnovamento. Dunque questo è tutto quel che ci ha raccontato un direttore sincero, tutt’ora in ricerca, felice di averci incontrato ed un po’ invidioso per la grande avventura che stiamo vivendo, ora con una consapevolezza maggiore di ciò che il nostro ente è, la nostra Caritas.
STRETCHING ole ll i p n i i r e i s n e P : o Defaticament Frase legata all’intervento dell’ospite Cosetta Zanotti e al potere delle fiabe e del racconto
Il disagio giovanile nella società moderna in cui i rapporti coi genitori vivono varie problematiche, come il continuo rapporto “Mamma ti edipico. terrà sempre
qui, sotto la sua ala, Lei non ti lascerà volare, ma potrebbe farti cantare”
“Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi non esistono, loro lo sanno già che esistono. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi si possono sconfiggere”.
(tradotta e tratta dalla canzone “Mother”, del disco Another Break in the Wall - Pink Floyd)
“Nonostante tutto, ogni primavera rinasciamo”
“Sono i bisognosi che danno la possibilità a noi di fare la carità ed è facile farla quando hai tutto a portata di mano… quindi ti chiedo: «stai dando qualcosa di tuo? Ti stai privando di qualcosa?»”
Questa pianta di mimosa è cresciuta all’entrata della comunità dove sto svolgendo il Servizio Civile. Ho pensato potesse essere rappresentativa della forza che accomuna le donne che vivono in questa realtà. Ognuna di loro ha vissuto situazioni difficili, ma ora è impegnata a creare per sé un futuro migliore; e in tal modo a cogliere l’occasione di tornare a fiorire.
09
GRAL-M E T IN E
TERZO TEMPO TE Nt-oianmoci, con N menarrabbiatottuto e
IL PROOROSCOPO:
DI
ba eè ’alito Mart anzi com-mente l nsiglio re o ta Vene zar infini stiti. Vi c regalare i GABRIELE i a z v s d s u e t a e p farà ri poveri ment-in reoccupa ndi p ui le st ai vo ente del . Ma non n aiuto q stare i m e o viva- ita-ment ente vi è vrete sol Va tutto alla grande, gratu re final-m bene, do virus che Giove è impegnato a contare Vene ore tutto due o tre ersi gli anelli di Saturno quindi al vostro g i m g t i a e l t o n o i servizio “il mattino ha l’ORO in bocca”. ti ai s basta pr utto n e t t t a a Detto ciò vi consiglio di stare attenti alla o, m nte e giran rata-me locevostra colazione e alle sputacchiate minerarie accu sserà ve di tutti quelli che vi circondano. Cercate inoltre pa te. men di stare svegli, come si sa in questi tempi grazie ad Orfeo state facendo sogni d’ORO e vorreste continuare ad immergervi ma voizzzdozzzzVetezzzzZzzSv……. eglizzZZzzzzzarvzzzzzzzzi….
Hai tra i 18 e 28 anni?
Caritas Diocesana di Brescia
L’ORO EGLI SG N
A N N O D I V O L O N TA R I AT O S O C I A L E
R UA
a partire da... quando vuoi tu!?
Uno spazio informale per farci due risate
LA
l’oroscopo dei progetti di Servizio Civile
IC
RE
Siete ba, a bom partiti , neanche vi o davver Filippo Neri esto er qu sco e Don Bo tare dietro e p a coronato o iti h no s poteva gia di meteor alutifera dand o. g s d una pio costellazione stiamo viven sso a e tutta la isguidi che or r i ragazzi ad i da n e d vita ai occupatevi p i moduli e affi punta e Non pr ete immersi d ndo solo una mma a r voi ver e e state sper di tosse, insocon o e ar compil re o colpettin otervi ritirar arvi p b di feb asi cosa per vete spavent za qualsi . Ma non do itas e pazien dignità lla vostra Car coff… coff… a grazie ta riuscirete a coff… infini nirne coff… ùùù. ù ve . etciùù … … i r o fu
S CE R E
LA MIA VO FA
C giovan ’era una volta is u che am simo Servizio n ava tan Civilist vole a purtrop va fare il pos to i bambini e s lo avve po non avev ibile per aiut a a r da caff tiva di star lo letto l’orosco rli, po che costella è perché la ntano dalle luna st zione f m ava osc acchine avorev Ma lui o urando l N e all’e O, a caffè s i roves ll’oroscopo n nergia Caffet la ciò on ta vivace o di un a causa di un ci credeva e ria. il ed b Morale : IO HO ucatore con ambino tropp il r o SEMPR E RAGI affreddore. ONE G GNE’. NE’
T
O P EM
D
Scopri le correlazioni di un anno di volontariato sociale con minori, anziani, stranieri, senza fissa dimora, carcerati, ragazze madri, famiglie disagiate. (75/100 ore mensili di servizio + formazione e rimborsi)
Il servizio civile CHE COS’E’? è una proposta ad adesione
libera per giovani italiani e stranieri tra i 18 e i 28 anni della durata di 12 mesi che chiede un impegno complessivo di 1.145 ore di cui 114 di formazione con un compenso di 439,50 euro al mese.
è un’occasione per
contribuire al bene comune e, allo stesso tempo, un percorso di crescita personale e comunitaria nei valori della pace, solidarietà e giustizia.
4 i progetti di Caritas Diocesana di Brescia per il 2020: Con i minori
“La favola mia” Con il disagio adulto
“L’oro negli sguardi” Negli oratori
“Tempo di crescere” Con i disabili
“Integral-mente” Caritas Diocesana di Brescia
LA GAZZETTA
del Servizio Civile
è coordinata da Ufficio Promozione
Volontariato Giovanile di Caritas Diocesana di Brescia
è curata dai giovani del Servizio Civile: Adikan Matem Mikayaille, Agresta Annunziata, Baronio Alice, Bazzani Silvia, Benini Anna, Berettera Laura, Bolpagni Daniele, Bosio Maria, Castrezzati Alessia, Chiarini Andrea Alessandro, Cieri Sara, Cinelli Luca, Collura Annamaria, Esposito Lucia, Fasani Benedetta, Filippini Roberto, Fiorini Marta, Frontini Isabella, Galli Aurora, Greggio Davide, Kaur Sokhpreet, Konci Sheri, Maccarini Davide, Marini Maria Sole, Mirdha Sabrina, Panni Lara, Papetti Maria, Pe’ Martina, Petrilli Valeria, Plebani Niccolo’, Sartori Giovanni, Sberna Marialetizia, Scanzi Roberta, Sodji Farrelle Ariane, Tameni Simone, Tognazzi Marco, Tosi Gabriele, Tosoni Emma, Villacorta Perez Katherine, Viviani Michele
CARITAS DIOCESANA DI BRESCIA P.za Martiri di Belfiore, 4 - 25121 Brescia - Tel. 030.3757746 - Fax 030.3752039 caritas@caritasbrescia.it - www.caritasbrescia.it Facebook: Caritas Diocesana di Brescia - Whatsapp: 327.0320758