METTI AMOCI inGIOCO
raccontarsi GABRIELE
M
artedì 18 febbraio, durante il secondo incontro di formazione, siamo entrati nello sterminato mondo delle parole con la guida della scrittrice di libri per bambini Cosetta Zanotti. Tra favole e storie di tutto il mondo la scrittrice ha voluto comunicare la potenza delle parole mostrando come esse sanno essere creatrici o distruttive. “C’è una dimensione narrativa della nostra vita che è sempre presente” Cosetta inizia così il suo discorso facendoci capire che narrare è un bisogno dell’essere umano. Tutti nasciamo con due bisogni principali: di cibo e di parole, abbiamo bisogno di storie poiché esse costruiscono la nostra casa interiore. Il cuore ha fame di parole e se non “E hai ne trova di costruttive ottenuto è solo la pancia a quello che saziarsi. volevi da questa Le parole creano, le antiche civiltà vita?” “Sì” “E cosa ne erano convinte, volevi?” “Potermi lo capiamo dire amato, dai racconti sentirmi amato degli aborigeni sulla terra” australiani, (Raymond dalla Bibbia nella Carver) Genesi e dagli indios Sud Americani. Ma esistono anche parole che distruggono, che ci allontanano dalla nostra anima che procede molto più lentamente di noi. La violenza ci distrugge, ci allontana mentre la giustizia è riconoscere e convivere nella differenza. Siamo tutti differenti ma tutti con una tensione profonda a comunicare. Difatti le storie erano il metodo più efficace poiché esse avevano anche vari messaggi al loro interno e narravano in modo velato avvenimenti troppo brutali da raccontare normalmente. Le storie servivano da
medicine per esorcizzare i mostri che abbiamo dentro e a liberarli dalle loro gabbie con la forza delle parole, poiché quando abbiamo paura urliamo e non riusciamo ad esprimerci. La nostra forza è nell’ ascolto, e anche se alcune parole ci distruggono dobbiamo raccogliere i cocci e rimetterli insieme con un filo d’oro per valorizzare ancora di più le nostre convinzioni. Per esprimere meglio questo concetto Cosetta ci ha coinvolti in un esercizio molto profondo: ognuno di noi ha scritto su un foglio parole costruttive e parole distruttive che gli erano state rivolte per poi rivelarle agli altri quasi ad esorcizzarle, a scavare in profondità ascoltandole e dandogli un nome, per poi lasciarle volare nell’ aria attraverso la nostra voce. L’incontro si è concluso con un ultimo esercizio, stavolta però, come in un libro illustrato per bambini, a dar man forte alle parole c’erano delle immagini, due puntini su un foglio uno rosso e l’altro nero a raffigurare la mia persona ma se si apriva il foglio, se si guardava dentro c’erano tanti puntini tutti colorati a mostrare che: “io sono un arcobaleno di bellezza e di colori perché so amare e ho un cuore che devo ascoltare”.