SPECIALE
Schede di formazione 2014-2015
Tu ci doni il coraggio
Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
la preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria..
Quando parliamo di missione intendiamo la missione di dio alla quale la chiesa partecipa con un ruolo di corresponsabilità. anche i gruppi missionari, parte integrante delle comunità cristiane, sono corresponsabili nell’unica missione
Tu ci doni, signore, il coraggio di lasciare gli ormeggi delle nostre sicurezze. Tu ci liberi dalle nostre abitudini perché ci mettiamo ogni giorno in cammino. Tu ci fai uscire dalle nostre tane e lasciare i nostri nidi. Tu ci chiami a e la tua chiamata ci porta a seguire le Tue orme. sulla Tua parola getteremo le reti e non conteremo solo sulle nostre forze. Giunga a noi la tua
ForMazione coMe il PaDre ha ManDato Me.... claudio treccani claudio@cmdbrescia.it
Q
uale Missione? Tutto il Nuovo Testamento è la narrazione della missione di Gesù primo missionario. Gesù è quindi il nostro modello missionario, mandato dal Padre a tutto il mondo per annuncioare e testimoniare il suo Amore. Ne consegue che l’esperienza della Chiesain-missione la possiamo rappresentare con sei volti o sei eventi salvifici inseparabili: 1) L’incarnazione di Dio attraverso il Figlio 2) La croce come unico distintivo della fede cristiana 3) La Risurrezione. Senza la resurrezione, la morte di Gesù in croce non avrebbe senso. La vita, la buona notizia, ha vinto la morte. 4) L’Ascensione. Simbolo dell’intronizzazione del Cristo crocifisso e risorto 5) La Pentecoste. Discesa dello Spirito Santo. 6) La Parusia. Attesa della seconda venuta del Cristo Parola della Chiesa “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” La frase è brevis-
ottobre2014 2013 24 2 kiremba marzo
parola che riscalda i nostri cuori e illumina i nostri passi. Dacci più fede e il coraggio di osare. Tu ci vuoi in mare aperto e non in tranquille acque che sanno di morte. Ti ringraziamo di averci scelti e averci dato fiducia. Fa’ sorgere uomini e donne capaci di lasciare tutto. Uomini e donne che si mettono in cammino verso terre sconosciute. Metti in noi l’impazienza per allungare il passo.
sima, ma il suo messaggio è immensamente ricco; lo possiamo analizzare così: 1) Gesù è stato mandato dal Padre nel mondo per manifestare al mondo il volto invisibile del Padre. 2) Il ministero di Gesù nel mondo si è compiuto con la sua passione e morte, ma non è ancora compuiuta (completata) la sua missione; per questo egli (Gesù) manda i discepoli perché continuino la sua missione; 3) Tra la missione di Gesù da parte del Padre e quella dei discepoli da parte di Gesù non c’è solo un rapporto di somiglianza (la missione dei discepoli è simile a quella di Gesù), ma una vera continuità: La missione di Gesù continua in
Preghiera finale Tu ci doni, signore, il coraggio di rimettici in cammino quando i nostri passi si fanno stanchi. Non permettere che ci fermiamo delusi ai bordi della strada. Nel nostro essere pellegrini, riempi ancora le bisacce. accompagna i passi di chi ha scelto di condividere il pane duro dei poveri. signore nostro Dio, facci annunciatori di pace. annunciatori di pace là dove tutto è vendetta e odio, guerra e violenza. siano le nostre vite a parlare, sicuri che nulla è impossibile con Te e per Te. E insieme contempleremo il mondo nuovo, il mondo di vita per tutti.
quella dei suoi discepoli. La missione è una sola in due fasi successive. (dalla lettera Pastorale del Vescovo Monari 2013-2014 “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”) Parola di Dio La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». (Gv. 20, 19-23) Per riflettere È solo dal 1952 che si è iniziato ad utilizzare il termine “Missio Dei” e da qui in poi per Missione si intende La Missione di Dio. Solo da Lui viene l’iniziativa missionaria. La missione cristiana mondiale è quella di Cristo, non la nostra. Non è la chiesa che opera una missione di salvezza per il mondo. La chiesa è strumento di questa Missione ed esiste perchè c’è la Missione. La Missio Dei è l’attività di Dio rivolta sia al mondo sia alla chiesa. E’ il suo
progetto di salvezza di tutto il mondo. La chiesa ha un mandato missionario ed è per sua natura missionaria perchè è mandata nel mondo a testimoniare, annunciare il progetto di Dio al mondo. Le missioni sono tutti i progetti della chiesa, dei gruppi missionari, associazioni in funzione della Missione. In questo periodo quaresimale cerchiamo di recuperare questa dimensione della missione partendo dalle Ceneri dove il sacerdote ci dirà: “convertiti e credi al Vangelo”. Per annunciare e testimoniare l’Amore del Padre partendo dagli ultimi è fondamentale recuperare questa dimensione di appartenenza e partecipazione alla sua Missione. Una missione che ha come stile quello di Gesù dove lo stupore della sua testimonianza è l’inclusività: poveri e ricchi; oppressi e oppressori; peccatori e devoti. I discepoli di Gesù interpretano la croce come la fine del vecchio mondo e la risurrezione di Gesù come l’irruzine del nuovo. E’ soltanto in virtù della Pasqua che furono scritti i nostri Vangeli. Senza la Pasqua essi non avrebbero senso. Fu infatti l’esperienza pasquale a determinare l’autodefinizione e l’identità della prima comunità cristiana. E’ perciò naturale che tutti i nostri Vangeli abbiano collegato la Pasqua alla missione e che questo evento abbia svolto un ruolo chiave nelle origini della missione della chiesa primitiva. Quindi missione significa la proclamazione e la manifestazine del Regno
di Dio che non è ancora riconosciuto e accettato da tutti ma nondimeno è già una realtà. L’animazione missionaria non inaugurerà dunque il Regno di Dio, nè il suo possibile fallimento ne frusterà la venuta. Il regno di Dio non è un programma ma una realtà inaugurata dall’evento pasquale. La missione di Gesù è quella di abbattere i muri di ostilità, di scavalcare le barriere individuali e di gruppo: come Dio ci perdona gratuitamente, così anche noi dobbiamo perdonare coloro che ci maltrattano. Il comando di amare i propri nemici è stato giustamente descritto come il detto più caratteristico dei Gesù. Come i profeti, insultati, minacciati, interrogati, come pecore in mezzo ai lupi, ciononostante continuano a offrire il loro messaggio di pace e di amore anche a quelle stesse persone da cui ricevono un trattamento tanto ingiusto. Per condividere Da dove nasce il nostro impegno per la missione? Non ti sembra di notare carenza oggi sul come fare missione, sui soggetti, e sui destinatari? Oggi richiede uno sforzo maggiore rispondere alle domande: Cos’è la Missione? Perché la missione? Quali sono allora le fondamenta della Missione?
Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al Cmd: missioni@diocesi.brescia.it 25
Tu ci doni il coraggio
Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
Signore, fa’ della nostra famiglia uno strumento della tua pace: dove prevale l’egoismo, che portiamo amore, dove c’è un’esagerata ricchezza, che portiamo la sobrietà, dove c’è il denaro al primo posto, che portiamo la libertà dalle cose, dove c’è scoraggiamento, che portiamo fiducia, dove c’è sofferenza, che portiamo consolazione, dove c’è solitudine, che portiamo compagnia,
dove c’è tristezza che portiamo gioia, dove c’è disperazione, che portiamo speranza. Gesù, fa’ che la nostra famiglia non cerchi tanto di accumulare, quanto di donare, non si accontenti di godere da sola, ma sappia condividere. Perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere, nel perdonare che nel tenere rancore, nel servire che dominare.Così costruiremo insieme una società più sobria, solidale e fraterna.
Formazione
La preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
SOBRIETÁ STILE DI NUOVA RICCHEZZA claudio treccani claudio@cmdbrescia.it
C
iò che determina la sobrietà non sono le scelte episodiche, ma l’insieme delle nostre scelte personali, nel tempo e nei diversi ambiti della vita. La sobrietà si costruisce all’interno della vita di ogni persona tutte le volte che è chiamata a fare delle scelte all’interno del sistema sociale, economico, finanziario. Parola della chiesa
La sobrietà è parte integrante del progetto di Dio secondo l'insegnamento di Gesù, è il messaggio altissimo dell'abbandono alla provvidenza. La sobrietà mette al primo posto le persone superando la dispersione delle cose. Per questo essa è la condizione per essere sensibili e rimanere in ascolto del grido degli impoveriti. 4 kiremba ottobre 2013
4 kiremba maggio 2014
“
Non occorre molto tempo per accorgersi dell’errore: il mondo si ripiega su se stesso, si consuma nell’impegno di consumare tutto il consumabile e, poco ala volta, intristisce nel deseto dei sentimenti e dei desideri. Non c’è salvezza se non nella relazione con l’altro.” (cfr nr 1) Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. ... Si tratta di allargare l’attenzione del cuore e assumere questo medesimo atteggiamento positivo di amore anche verso gli altri. ... Sapendo distinguere i beni reali dai beni apparenti. ... Non devi danneggiare la vita fisica e psichica degli altri; non vuoi che gli altri ti sfruttino per il loro interesse dunque non devi
sfruttare gli altri per il tuo interesse (cfr nr 3). (Dalla lettera Pastorale del Vescovo Monari 2013-2014 “Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi”) Parola di Dio Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate
Preghiera finale Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno, con amore ed umilta
potra’costruirlo. Se con fede tu saprai vivere umilmente piu’felice tu sarai anche senza niente. Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore una pietra dopo l’altra in alto arriverai. Nella vita semplice troverai la strada che la calma donerà al tuo cuore puro. E le gioie semplici sono le piu’ belle, sono quelle che alla fine sono le piu’ grandi. Dai e dai ogni giorno con il tuo sudore una pietra dopo l’altra in alto arriverai.
come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12, 22-34) Per Riflettere Tutti noi oggi siamo sommersi dalle tantissime cose che continuiamo ad accumulare e che assorbono tutto il nostro tempo, perché esse richiedono tutte le nostre ore quotidiane per poter comprarle, sistemarle e metterle a posto. È doveroso sottolineare che le cose, mediante il valore economico, ci hanno aiutato a liberarci dalla miseria del passato, quando eravamo poveri a livello economico. La stessa miseria che possiamo constatare oggi nel Sud del mondo. Ma è altrettanto doveroso evidenziare che siamo cascati, oggi, nel lato opposto: abbiamo accumulato così tante cose che ci costringono ad essere
noi al loro servizio, dedicando tutta la nostra giornata al lavoro per poter innalzare il nostro potere di acquisto in modo da riuscire a comprare il più possibile, anche quello che è veramente superfluo e dannoso. È questo consumismo sfrenato una delle cause che sta creando problemi seri e gravi sia alla nostra società di oggi sia alle popolazioni impoverite sia al creato. Allora, la sobrietà non deve essere intesa come privazione dalle cose, ma come liberazione da tutto quello che è superfluo e che ostacola la possibilità di vivere una vita felice. La sobrietà è costruire la qualità della vita che si basa non sulle cose che hanno un valore solamente di utilità, ma sulle relazioni umane che sono i veri beni essenziali della vita perché la persona umana è fatta di relazioni. La possiamo chiamare operazione zaino, cioè aver il coraggio di svuotare lo zaino della vita dove abbiamo inserito tante cose, proposte e dimensioni e iniziare il discernimento tra quelle che sono importanti e quelle che possiamo tranquillamente fare a meno. L’operazione zaino ci aiuta ad essenzializzare e a riportare la nostra vita sulla spiaggia della felicità e del gusto del vivere. Dobbiamo continuamente ricordarci che sono le relazioni umane i veri beni fondamentali della vita e per questo dobbiamo dedicarci tempo, per coltivarle e per custodirle come un grande tesoro. Questa sarà anche l’unica ricchezza che non riusciranno mai a portarci via. La sobrietà è quindi liberazione e non più privazione. Per questo viene chiamata oggi sobrietà felice.
E allora, lasciamoci condurre dalla sobrietà felice che ci conduce ad una vita di qualità e di liberazione, raggiungendo finalmente nuovi stili di vita che ci fanno assaporare il gusto del vivere e che generano un altro mondo possibile. Per condividere Come riusciamo a coniugare il valore della sobrietà nella nostra vita mentre facciamo parte di una società ricca (20% della popolazione mondiale) che, pur nella crisi, sta consumando l’86% di tutte le risorse di tutto il pianeta? Quali sfide educative e scelte concrete intravede il nostro gruppo missionario di fronte alla sobrietà? Quali proposte sono in corso per sensibilizzare la nostra comunità cristiana al valore della sobrietà? Puoi mandare le tue risposteriflessioni al CMD: missioni@ diocesi.brescia.it
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L’Africa nel mio cuore
Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
La preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
O Gesù, Salvatore del mondo, salva l’Africa, salva la nostra Africa, liberala dall’ignoranza e dall’errore, liberala dalla divisione e dalla discordia, liberala dall’egoismo, dall’odio, dal rancore, liberala dall’ateismo, dal razzismo, dal genocidio. Liberala da tutte le calamità che hanno per nome guerra, fame, malattia. Dà, o Signore, ai tuoi missionari in Africa,
la luce e la forza necessarie per portare a tutti l’annuncio del tuo Vangelo. Concedi che le giovani Chiese africane diventino a loro volta apostoliche e missionarie. O Maria, Madre dell’Africa, Proteggila, soccorrila, donaci la vera pace, e una disponibilità missionaria alla comunione con tutte le Chiese, nell’unica Chiesa universale. Amen.
FORMAZIONE I BRIGANTI SIAMO FORSE ANCHE NOI? claudio treccani
claudio@cmdbrescia.it
I
l rapporto di Oxfam del gennaio 2014 evidenzia come sin dalla fine del 1970 la tassazione per i più ricchi sia diminuita in 29 paesi sui 30 per i quali erano disponibili dati. Ovvero: in molti paesi, i ricchi non solo guadagnano di più, ma pagano anche meno tasse Parola della Chiesa
Tra i valori del Regno di Dio troviamo la giustizia e la pace. Generare e vivere esperienze di giustizia nella comunità cristiana è segno della presenza del Regno di Dio.
2014 ottobre 2013 28 6 kiremba luglio
“La comunità cristiana, nella misura in cui vive realmente del dono di Cristo (dell’amore di Dio), crea tra le persone relazioni che prefigurano e anticipano l’unione di tutti gli uomini nella giustizia e nella pace. La comunità cristiana può fare questo perché, formata com’è di persone umane, ha in sè la vocazione profonda dell’unità che è presente in ugni uomo. (pag. 36*) Non possiamo più nasconderci vivendo nella chiesa come spettatori e non come protagonisti. […] Il tempo che viviamo chiede una rigenerazione della consapevolezza missionaria della chiesa. […] Il Vangelo esiste nel mondo sempre incarnato in gesti e
parole concrete. La nostra chiesa deve quindi fare uno sforzo che unisca fede e vita nella situazione particolare del nostro tempo: la globalizzazione, l’incontro di culture diverse […] Creare un modo nuovo di vivere il mondo e quindi, inevitabilmente, modi nuovi di esprimere la fede. (pag. 40*) Dalla lettera Pastorale del Vescovo Monari 2013-2014 “Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Parola di Dio Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Ge-
L’ America nel mio cuore
Preghiera finale O Signore Gesù, ti preghiamo per i tuoi figli e nostri fratelli che vivono in America, soprattutto per quelli che vivono in povertà. Vergine Santa, concedi a queste genti che hanno per te una grande devozione, di incontrarti davvero e, attraverso di te, Cristo Salvatore. Sostieni i missionari del primo annuncio e quelli che lavorano a recuperare coloro che sono stati nuovamente assorbiti dal materialismo e dal paganesimo. Suscita, Madre Santa, numerose vocazioni missionarie per questa terra, perché nell’Amore del Tuo Figlio, lottino al fianco dei più poveri per restituire giustizia e dignità a quanti è negata. Amen.
sù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso». (Lc 10, 25-37). Per riflettere C’è un segreto per “ereditare la vita eterna”, cioè per realizzarsi pienamente e raggiungere la felicità perfetta?
Questo segreto ce lo rivela la Parola di Dio. Eccolo!: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore... e il prossimo tuo come te stesso”. Non basta però conoscere tale segreto. Bisogna attuare la Parola che richiama il legame indissolubile tra il comandamento dell’amore di Dio e il comandamento dell’amore del prossimo: “Fa’ questo e vivrai”. Ogni gesto che compio è autentico se è sempre un gesto di amore per Dio e nello stesso tempo per il prossimo. “E chi è il mio prossimo?”. Gesù non dà una risposta teorica, ma racconta un fatto: dopo che è stato presentato l’atteggiamento di indifferenza da parte del sacerdote e del levita nei confronti dell’uomo gravemente ferito, ecco il gesto d’amore compiuto dal Samaritano, cioè uno straniero, un eretico per i Giudei. Il suo gesto manifesta alcune caratteristiche essenziali dell’amore richiesto da Gesù: un amore universale. Il Samaritano soccorre chi gli era socialmente estraneo, anzi nemico. Un amore, quindi, che non discrimina, non esclude nessuno. Non guarda tanto al colore della pelle, al colore politico, religioso, ideologico, ma prende atto di avere a che fare con un uomo: “Un uomo scendeva da Gerusalemme”… è semplicemente un uomo e come tale suscita compassione nel Samaritano. Ma c’è una sottolineatura da non dimenticare: chi ha cambiato la storia di quell’uomo viandante? Non sono forse stati i briganti che lo hanno derubato e percosso rendendolo povero e bisognoso? Pensiamo all’at-
tuale sistema economico-finanziario mondiale e proviamo a vedere quanto le nazioni più povere o meglio le più impoverite sono costrette a garantire elle nazioni più ricche. Grazie alla manipolazione dei prezzi nel commercio i poveri versano ai paesi ricchi circa 680 miliardi di euro all’anno; sempre annualmente i poveri perdono a beneficio dei ricchi 450 miliardi di euro grazie al debito estero; e ancora i poveri pagano ai ricchi 370 miliardi di euro all’anno grazie alle regole sul commercio e imposte. Si tratta di 1.500 miliardi di euro all’anno che confluiscono dalle nazioni più povere a quelle più ricche creando in questo modo milioni di “viandanti” impoveriti. Per condividere • La società in cui viviamo ci rende talvolta partecipi nel ruolo dei briganti. Quali azioni e impegni possiamo intraprendere per sottrarci da questa responsabilità? • Considerando questa responsabilità di briganti, proviamo ad individuare quali priorità privilegiamo nella programmazione delle attività del nostro gruppo missionario per il prossimo anno pastorale. • Quali sono oggi le relazioni umane che prefigurano e anticipano l’unione di tutti gli uomini nella giustizia e nella pace? Puoi mandare le tue risposte-e le tue riflessioni al CMD al’indirizzo: missioni@diocesi.brescia.it kiremba luglio 2014 7 29
Alzati e va’ a Ninive, la grande città
Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
La preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
O Signore, fa’ che il nostro ANDARE, inviati dal tuo Amore, non sia la fuga scomposta di chi si allontana da Te, non sia la corsa arrogante di chi vuole primeggiare e lascia gli altri dietro a sé, non sia nemmeno il passo stanco di chi ha rinunciato ed ha respinto la missione. Spirito che con la tua forza ci fai USCIRE verso il mondo, fa’ che la nostra presunzione non travisi mai il tuo annuncio di Salvezza
forMazione ascolta il grido del povero claudio treccani claudio@cmdbrescia.it
O
gni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo. Parola della Chiesa
Vedendo le loro miserie, ascoltando le loro grida e conoscendo la loro sofferenza, ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco. (e.G. 191) ottobre 2013 2014 24 kiremba settembre 8
fa’ che il nostro egoismo non rallenti la corsa della tua Misericordia, fa’ che il nostro giudizio non allontani il ritorno a Te di nessun fratello. O Dio, ti chiediamo di DONARCI il cammino sicuro di chi, come i profeti, è sospinto e sorretto dalla tua Parola, l’incedere ardito di chi, come Maria, va in fretta verso la montagna, il passo fraterno del pellegrino che, giunge alla meta della tua casa .
“Rimanere sordi a quel grido, quando noi siamo gli strumenti di Dio per ascoltare il povero, ci pone fuori dalla volontà del Padre e dal suo progetto, perché quel povero «griderebbe al Signore contro di te e un peccato sarebbe su di te» (Dt 15,9). E la mancanza di solidarietà verso le sue necessità influisce direttamente sul nostro rapporto con Dio. Ritorna sempre la vecchia domanda: «Se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio?» (1 Gv 3,17). La Chiesa ha riconosciuto che l’esigenza
di ascoltare questo grido deriva dalla stessa opera liberatrice della grazia in ciascuno di noi, per cui non si tratta di una missione riservata solo ad alcuni: «La Chiesa, guidata dal Vangelo della misericordia e dall’amore all’essere umano, ascolta il grido per la giustizia e desidera rispondervi con tutte le sue forze». La solidarietà si deve vivere come la decisione di restituire al povero quello che gli corrisponde. Evangelii Gaudium (187-188-189) Parola di Dio Mc 6, 34-44: Sbarcando, vide molta folla e si com-
Vieni, o Santo Spirito
Preghiera finale Vieni, o Santo Spirito, illumina con la luce della verità il nostro cammino all’inizio di questo millennio. Donaci di confessare con la fede ardente Gesù Cristo, Signore e Redentore, morto e risorto per noi, colui che sempre viene. Egli è il Vangelo della carità di Dio per l’uomo, della comunione fraterna e dell’amore senza confini. Egli è il germoglio nuovo, fiorito nei solchi della storia: da lui solo può maturare il vero rinnovamento della Chiesa, della società e delle nostre comunità. Amen.
mosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: “Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare”. Ma egli rispose: “Voi stessi date loro da mangiare”. Gli dissero: “Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?”. Ma egli replicò loro: “Quanti pani avete? Andate a vedere”. E accertatisi, riferirono: “Cinque pani e due pesci”. Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono e si sfamarono, e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. Per riflettere Gesù accoglie la folla, parla del Regno e viene incontro alle necessità fisiche. È la realtà intera della persona che interessa a Gesù, corpo, anima e spirito; nulla viene escluso. A questo punto interpella i discepoli. A dire il vero i discepoli cercavano di risolvere il problema in fretta: li
mandano da un’altra parte perché si arrangino da soli; gli altri, i poveri sono scomodi perché ci interpellano a dare delle risposte molto concrete, ci scomodano perché non hanno orario, giorni fissi, e il più delle volte sono insistenti, esigono tempo e attenzione, oltre che energie e risorse. Altra “tentazione” dei discepoli è di non ritenersi all’altezza: “abbiano solo cinque pani e due pesci”, non abbiamo le possibilità e le capacità; quello che sta chiedendo Gesù è troppo, ha delle pretese assurde, che vanno al di là delle nostre possibilità, ma anche della nostra immaginazione. È impossibile! E Gesù rincara la dose: “Date voi stessi da mangiare”. Gesù pone la sfida su due piani: l’impegno personale a dare una risposta a chi ha fame; Gesù chiede di sporcarmi le mani, di metterci del mio tempo, delle mie energie, forze, intelligenza per trovare una risposta significativa ed efficace alle domande dell’umanità, e delle singole persone che incrociano il mio cammino. E il dono di sé stessi. A Gesù non basta un po’ di tempo (o anche tanto), cose, energie o soldi; potremmo dire che non si accontenta di “così poco”; chiede ai discepoli di diventare pane, di lasciarsi mangiare; chiede di diventare pane spezzato perché gli altri si possano sfamare. “Date voi stessi da mangiare”, è la vita stessa che si fa nutrimento, dono. Lasciarsi coinvolgere, ed ecco che i discepoli cominciano a fare da spola tra Gesù e la gente, per portare il pane e i pesci, ma in questo modo fan-
no da ponte, mezzo di comunicazione attraverso il quale Gesù entra nella vita di quella gente, facendosi dono, ma anche la gente entra ancora di più nella vita di Gesù, perché gli apostoli tornando ancora da Lui portano la loro “fame”. Ecco un compito del discepolo: accorciare le distanza tra Dio e l’umanità. Diventa perciò indispensabile un’intimità con Dio e anche con questa umanità; l’imparare a stare a cuore a cuore con tutti e due per sentire i palpiti del Primo e i desideri e le speranze della seconda. Per condividere • Io chi sto seguendo? Una folla che cerca Gesù mi interpella e mi chiede di mostrarlo, che risposta do? • Che tentazioni ho di fronte alle sfide dei poveri e di Dio? • Mi lascio coinvolgere dalla vita e dai problemi dei poveri, li sento come miei, o riguardano “solo loro”? Mi lascio “contaminare” o resto “asettico”? • Con quale comunità sto facendo eucaristia, condivisione? Qual è la folla per la quale il Signore mi chiede di diventare pane spezzato, cibo perché altri possano mangiare e vivere? • Cosa metto a disposizione di Dio, cosa sento che mi sta impedendo un dono totale della mia vita a Dio e all’umanità? Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al CMD: missioni@diocesi.brescia.it kiremba kiremba settembre maggio 2014 25 9
L’Asia nel mio cuore
Preghiera iniziale
nella nostra anima tutti gli aneliti che ogni Guarda o signore, al Continente delle fratello e sorella di quella terra, eleva verso l’alto, religioni, dove Tu sei nato e Ti sei rivelato, trasfigurando nella nostra preghiera la loro sete dove hai sparso il Tuo sangue per tutte le di assoluto, la loro ricerca del padre, genti. anche se non conoscono ancora il Tuo volto. E’ il Continente dove sei meno conosciuto e Venga il Tuo spirito a suscitare una nuova dove anche nel nostro secolo i martiri sono pentecoste. numerosi. La Vergine santa aiuti e protegga signore Gesù, il sole sorge ad Oriente: tutti i tuoi missionari e missionarie è l’ora che Tu sorga su quei popoli immensi. nell’annuncio del Tuo Regno. Noi Ti invochiamo per l’asia, assumendo amen. :///C:/Users/kiremba/Downloads/8447654157_deae4576a9_k.jpg :///C:/Users/kiremba/Downloads/8447654157_deae4576a9_k.jpg file:///C:/Users/kiremba/Downloads/8447654157_deae
Formazione & spiritualità
ForMazione la preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
periferie cuore della missione CLAUDIO TRECCANI CLAUDIO@CMDBRESCIA.IT
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a Giornata Missionaria Mondiale è un momento privilegiato in cui i fedeli dei vari continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese nei territori di missione. Si tratta di una celebrazione di grazia e di gioia. Di grazia, perché lo Spirito Santo, mandato dal Padre, offre saggezza e fortezza a quanti sono docili alla sua azione. Di gioia, perché Gesù Cristo, Figlio del Padre, inviato per evangelizzare il mondo, sostiene e accompagna la nostra opera missionaria.
oggi c’è ancora moltissima gente che non conosce Gesù Cristo. rimane perciò di grande urgenza la missione ad gentes, a cui tutti i membri della Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa è per sua natura missionaria: la Chiesa è nata “in uscita”. (Papa Francesco)
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Parola della Chiesa Il Signore inviò i settantadue discepoli, a due a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di Dio si era fatto vicino e preparando la gente all’incontro con Gesù. Dopo aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni di gioia: la gioia è un tema dominante di questa prima e indi-
menticabile esperienza missionaria. Questo momento di intimo gaudio sgorga dall’amore profondo di Gesù come Figlio verso suo Padre, Signore del cielo e della terra, il quale ha nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti, e le ha rivelate ai piccoli (cfr Lc 10,21). Dio ha nascosto e rivelato, e in questa preghiera di lode risalta soprattutto il rivelare. Che cosa ha rivelato e nascosto Dio? I misteri del suo Regno, l’affermarsi della signoria divina in Gesù e la vittoria su satana. Dio ha nascosto tutto ciò a coloro che sono troppo pieni di sé e pretendono di sapere già tutto. Sono come accecati dalla propria presunzione e non lasciano
L’ Oceania nel mio cuore
Preghiera finale signore Gesù, c’è tanto azzurro in questo Continente! Tante isole sperdute e tanto spesso sconosciute. Concedi alle genti che le abitano, di conoscerti mediante l’opera dei tuoi missionari. Fa’ che essi non si perdano di coraggio, a lavorare in condizioni difficili, di isolamento e di comunicazione. Li affianchino nuovi predicatori del Tuo Vangelo. La Vergine santa, Madre Tua e Madre nostra, guidi questi nostri fratelli dell’Oceania all’incontro con Te. amen.
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spazio a Dio. I “piccoli” sono gli umili, i semplici, i poveri, gli emarginati, quelli senza voce, quelli affaticati e oppressi, che Gesù ha detto “beati”. «Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 2). La gioia del Vangelo scaturisce dall’incontro con Cristo e dalla condivisione con i poveri. Tra queste non vanno dimenticate le vocazioni laicali alla missione. La Giornata Missionaria Mondiale è anche un momento per ravvivare il desiderio e il dovere morale della partecipazione gioiosa alla missione ad gentes. Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! Vi invito ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed alimentare un amore in grado di illuminare la vostra vocazione e missione. A Maria, modello di evangelizzazione umile e gioiosa, rivolgiamo la nostra preghiera, perché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un nuovo mondo. Parola di Dio “Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella
stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». (Lc 10,20-24) Per riflettere “Periferie, cuore della missione” è lo slogan scelto da Missio, per questa 88° Giornata Missionaria Mondiale. Prendendo lo spunto dal magistero di Papa Francesco, l’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione dei fedeli e delle comunità sulla centralità dell’impegno ad gentes, per raggiungere le periferie, le frontiere, tutto ciò che è distante da noi, non solo geograficamente, ma anche a livello esistenziale. Essere credenti, infatti, significa assunzione delle proprie responsabilità, come battezzati, rispetto alla conversione del cuore, al bene condiviso, alla pace, alla giustizia, alla riconciliazione, al
rispetto del creato. Ecco che allora la periferia si qualifica come il luogo per eccellenza della missione, traguardo da raggiungere e dunque “dove andare” e “da cui ripartire”. Laddove il progresso non è sempre coinciso con le istanze umane e spirituali. In questa prospettiva, l’evangelizzazione, nelle periferie del mondo, non può essere percepita come una realtà a sé stante, rispetto alle attività pastorali delle Chiese particolari, ma piuttosto come un elemento imprescindibile per dirsi davvero cristiani. Da rilevare, infine, che lo spirito ad gentes si esprime, sempre e comunque, nell’affermazione della fraternità universale, ponendo al centro dell’azione pastorale i poveri, coloro che sono vittime dell’esclusione. Per condividere • Raccontiamoci e condividiamo nel nostro contesto di gruppo, famiglia, comunità, un’esperienza di gioia. • Quali esperienze, nella nostra comunità cristiana, ci possono aiutare a leggere i valori del Regno rivelati ai più piccoli? • Individuiamo alcune periferie nel territorio in cui viviamo e domandiamoci: come ci interpellano queste persone? Chi sono nella storia della fede? Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al CMD: missioni@diocesi. brescia.it kiremba kirembaottobre maggio 2014 1125
Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità la preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
rispondendo all’appello di Papa Francesco, anche Il Centro Missionario ha aderito con gioia alla campagna ‘Una sola famiglia umana, cibo per tutti. È compito nostro”. l’iniziativa è stata lanciata da una serie di sigle ed organizzazioni sia dell’associazionismo cattolico che dell’informazione sociale, tra cui la Fondazione Missio, la Focsiv, la Caritas…
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o Dio, nostro Creatore, tu hai cura paterna di tutti e hai voluto che gli uomini formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli e dividessero nella giustizia i beni della terra. oggi viviamo in un mondo in cui gli uomini dipendono sempre più gli uni dagli altri, e che va sempre di più verso l’unificazione. Donami la forza del tuo Spirito perché
non mi chiuda in me stesso unicamente preoccupato dei fatti miei, ma senta viva la responsabilità sociale e la eserciti attivamente. rendimi aperto e sensibile alle necessità altrui, pronto a sacrificare qualcosa di me stesso per collaborare alla riedificazione di una società più giusta in cui l’uomo possa essere uomo. l’amore di Cristo,sia l’esempio e la sorgente del mio impegno
formazione cibo per tutti (prima parte) a cura di claudio treccani claudio@cmdbrescia.it
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l CMD, che ha anche lo scopo di sostenere e promuovere, in collaborazione con altri enti e organismi, la dimensione missionaria della comunità ecclesiale diocesana, fa proprie le parole di papa Francesco: “come la Chiesa è missionaria per natura, così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva per il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove” (Evangelii gaudium, 179). Il CMD ribadisce così il proprio impegno “affinché a tutti sia riconosciuto e garantito il diritto al cibo”. Parola della Chiesa Questo indissolubile legame tra l’accoglienza dell’annuncio salvifico e un effettivo amore fraterno è […] un messaggio al quale frequentemente ci abituiamo, lo ripetiamo quasi meccanicamente, senza però assicurarci che abbia una reale incidenza nella nostra vita e nelle nostre comunità. […] La Parola di Dio insegna che nel fratello
si trova il permanente prolungamento dell’Incarnazione per ognuno di noi: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Quanto facciamo per gli altri ha una dimensione trascendente: «Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi» (Mt 7,2); e risponde alla misericordia divina verso di noi: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato […] Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6,36-
Preghiera finale o Signore, noi viviamo in un mondo diviso: vi sono popoli ricchi che diventano sempre più ricchi e popoli poveri che diventano sempre più poveri. Vi sono milioni di persone, tuoi figli e nostri fratelli, che soffrono la fame. Non permettere che noi restiamo indifferenti di fronte a questa situazione e che tranquillizziamo la nostra coscienza col pensiero che non possiamo farci nulla. Concedi a noi di assumerci la nostra parte di responsabilità e di esercitarla concretamente. Ti chiediamo perdono per aver fatto poco o nulla e ti preghiamo di rendere efficace la nostra volontà di fare di più Signore, che nella tua benevolenza provvedi alle necessità di tutte le creature.
38). Ciò che esprimono questi testi è l’assoluta priorità dell’ «uscita da sé verso il fratello» come uno dei due comandamenti principali che fondano ogni norma morale e come il segno più chiaro per fare discernimento sul cammino di crescita spirituale in risposta alla donazione assolutamente gratuita di Dio. “Come la Chiesa è missionaria per natura, così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva per il prossimo, la compassione che comprende, assiste e promuove”. (Evangelii Gaudium 179) Parola di Dio Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna. (Mt 25,34-46).
come il cibo, che generano violenza e guerra tra comunità. Punto di forza dell’iniziativa è la dimensione locale dell’azione, grazie al coinvolgimento di organismi, associazioni, gruppi e scuole che nei singoli territori si renderanno protagonisti di iniziative per approfondire la conoscenza delle questioni della fame e della crisi e per tradurla in impegno sociale e politico. Per sostenere l’impegno di catechisti, insegnanti, educatori, animatori e di chiunque si voglia impegnare nell’ambito della campagna, sono stati elaborati degli strumenti appositamente pensati per le diverse tipologie di azione: un documento base della campagna per affrontare la tematica centrale del diritto al cibo in una prospettiva più ampia. Il sito della campagna è www.cibopertutti.it
Per riflettere
Per condividere
La Campagna “Cibo per tutti” vuole promuovere un cambiamento nel modello di sviluppo a partire dagli stili di vita di ciascuno, con un impegno anche a livello politico affinché tutte le persone, in Italia, in Europa e nel mondo, abbiano accesso al bene comune costituito da un cibo sano, nutriente, giusto. Un cibo prodotto secondo criteri di sostenibilità ambientale e di giustizia nel rispetto della dignità delle persone, contro un sistema fatto da strutture di peccato che generano fame e spreco assieme, che speculano su un bene essenziale
• 842 milioni di persone soffrono la fame nel mondo. Questo dato, come interpella il gruppo missionario e tutta la comunità cristiana? • Il CMD, in occasione della campagna, ha preparato un laboratorio sul diritto al cibo adattabile per tutte le età. Il gruppo missionario può farsi promotore, nella realtà ecclesiale, per momenti di animazione, informazione e formazione. Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al CMD: missioni@diocesi.brescia.it kiremba dicembre 20141325
Intenzioni
Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
O Signore nostro Dio, ci hai affidato i frutti di tutta la creazione affinché noi potessimo prenderci cura della terra ed essere nutriti dalla sua generosità. Ci hai mandato tuo Figlio per condividere la nostra carne e il nostro sangue e insegnarci la tua Legge dell’Amore. Attraverso la sua morte e resurrezione, siamo divenuti una sola famiglia umana.
Gesù si è preoccupato molto di chi non aveva cibo, trasformando cinque pani e due pesci in un banchetto che ha sfamato cinque mila persone e molte di più ancora. Ci presentiamo davanti a te, Signore nostro Dio, consapevoli dei nostri errori e delle nostre debolezze, ma pieni di speranza, per condividere il cibo con tutti i membri della grande famiglia umana.
formazione la preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria..
cibo per tutti (seconda parte) claudio treccani claudio@cmdbrescia.it
D «Padre nostro…» recitiamo quotidianamente nelle nostre comunità cristiane, nelle nostre famiglie come nell’intimo del nostro cuore in almeno 800 lingue diverse, dall’italia al Sud africa, dalla terra del Fuoco al Giappone. lo recitano i ricchi nelle celebrazioni sontuose delle cattedrali, lo recitano gli affamati nel buio fetido delle loro baracche. lo invochiamo noi, questo Padre, per benedire i nostri tre pasti quotidiani, lo implorano i miseri per supplicare una misera razione che assicuri la sopravvivenza per almeno un altro giorno.
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acci oggi il nostro pane quotidiano», «…dacci il cibo di cui abbiamo bisogno oggi». Questo chiediamo innanzitutto al Padre, quello che ogni padre assicura di base ai propri figli: cibo, il necessario di cui alimentarsi, sfamarsi, nutrirsi, trarre energia per continuare a vivere per reggersi in piedi e poter poi rivolgere lo sguardo al cielo, anelare ad alzare il volto dalla polvere e realizzare quello per cui siamo chiamati a essere: figli di Dio. Un solo Padre, sei miliardi di fratelli. Ecco che, nel riconoscersi figli, ci si identifica forzatamente come fratelli. Fratelli a migliaia di chilometri di distanza, fratelli di colore e lingua diversa, fratelli di età e condizioni di salute diversa, fratelli di cultura e gusti diversi, fratelli con bisogni diversi. Ma fratelli con uguali diritti. Parola della Chiesa Dice san Giacomo: «Se un fratello o una sorella sono nudi, se mancano del sostentamento quotidiano, e uno di voi dice loro: “Andate in pace, riscaldatevi, sfamatevi”, senza dar loro quel che è necessario al loro corpo, a che servirebbe?» (Gc 2,15-16). Oggi, nessuno lo può ignorare: sopra interi continenti, innumerevoli sono
gli uomini e le donne tormentati dalla fame, innumerevoli i bambini sottonutriti, al punto che molti di loro muoiono in tenera età, che la crescita fisica e lo sviluppo mentale di parecchi altri ne restano compromessi, che regioni intere sono per questo condannate al più cupo avvilimento. (Paolo VI Populorum progressio 45) La Chiesa ha riconosciuto che l’esigenza di ascoltare questo grido deriva dalla stessa opera liberatrice della grazia in ciascuno di noi, per cui non si tratta di una missione riservata solo ad alcuni: «La Chiesa, guidata dal Vangelo della misericordia e dall’amore all’essere umano, ascolta il grido per la giustizia e desidera rispondervi con tutte le sue forze». In questo quadro si comprende la richiesta di Gesù ai suoi discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37), e ciò implica sia la collaborazione per
Intenzioni
Preghiera finale Veniamo alla tua presenza, o Dio, consapevoli delle nostre colpe e delle nostre mancanze, ma anche ricolmi di speranza, per condividere quel che abbiamo da mangiare con tutti i membri di questa grande famiglia umana. Per mezzo della tua sapienza ispira i capi di governo e i responsabili delle imprese, così
risolvere le cause strutturali della povertà e per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri, sia i gesti più semplici e quotidiani di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che incontriamo. La parola “solidarietà” si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni. (Papa Francesco Evangelii Gaudium nr 188) Parola di Dio Avendo udito questo, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. (Mt 14, 13-21)
Per riflettere Dar libero accesso nelle nostre comunità ecclesiali ai temi del diritto al cibo, della buona finanza, delle relazioni di fratellanza e pace non è mai stato estremamente semplice nonostante il Magistero della Chiesa ne abbia abbondantemente trattato. Sicuramente il dibattito culturale sui grandi nodi dei diritti dei popoli, del loro sviluppo o sottosviluppo, dei conflitti armati, degli stili di vita improntanti a sobrietà e rispetto dell’ambiente come alternativa al modello capitalista e consumistico ha trovato spesso meno spazio nella riflessione delle nostre Chiese locali di quanto non l’abbiano avuto altri temi. Spesso, nella migliore delle ipotesi, la riflessione su certi argomenti è considerata di nicchia, affidata ai missionari ai gruppi missionari, … o delegata agli “originali” così come la messa in atto di comportamenti e azioni individuali o collettive coerenti e conseguenti a quanto criticamente discusso, faticosamente appreso, difficilmente sperimentato. Siamo abituati a farci mettere in discussione per lo più da quello che ci riguarda di persona, che tocca i nostri interessi, i nostri diritti, i nostri sogni. Non un dito più in là. […] Oggi i Paesi industrializzati – e quindi anche l’Italia – a causa della pesante crisi economica, stanno sperimentando la precarietà e la fragilità che minano il diritto a sognare il futuro. Quello che una volta era “affar loro” sono diventati “affari nostri”, “affar mio”. Siamo quindi più pronti a responsabilizzarci, a impegnarci per rimuovere le cause degli squilibri mondiali e delle condizioni di povertà in cui ancora si
come tutti i cittadini del mondo, a trovare soluzioni giuste e generose per combattere la fame, garantendo a tutte le persone il pieno godimento del diritto all’alimentazione. Ti preghiamo, o Dio, perché quando saremo dinanzi a te, nell’ora del giudizio divino, potremo proclamarci “Una sola famiglia umana. ”.
trova una parte importante della popolazione del pianeta, ormai distribuita non solo al Sud, ma anche all’interno dei Paesi del benessere. (tratto dal toolkit “Cibo per tutti”) Per condividere • In questo periodo di Quaresima di fraternità invita a casa tua un povero per condividere con lui almeno un pasto. • Raccontaci la richezza dell’incontro; dello scambio; del dialogo; della storia e dei valori che scoprirete negli “ultimi” durante un pasto condiviso. Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al CMD: missioni@diocesi.brescia.it
L’intervento di Papa Francesco sulla campagna “Cibo per Tutti”
Accedi alla pagina web ove sono inserite le schede di formazione dei numeri precedenti.
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Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
O Dio, rendici degni di servire i nostri fratelli, da un capo all’altro del mondo dove vivono e muoiono in povertà e di fame. Illuminaci affinché il nostro stile di vita possa essere sempre sobrio e rispettoso delle popolazioni povere, attento nella salvaguardia del creato, conservi i beni della terra anche alle prossime generazioni.
Dona loro, in questo giorno, attraverso le nostre mani, il loro pane quotidiano e il tuo confortevole amore, dona a tutti pace e gioia. Ti chiediamo di aiutarci e di darci la grazia di vedere i bisogni degli altri e che le nostre parrocchie possano condividere con gli ultimi i doni che ci hai dato.
formazione La preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria..
cibo per tutti (terza parte) claudio treccani claudio@cmdbrescia.it
N La missione di Gesù come opzione preferenziale per i poveri ci fa ricordare il grido di tanti nostri fratelli e sorelle che in diverse parti del mondo mancano del cibo quotidiano. d’altra parte, essa ci fa riflettere sull’enorme quantità di alimenti sprecati, sui prodotti distrutti, sulle speculazioni sui prezzi in nome del dio profitto. È questo, uno dei paradossi più drammatici del nostro tempo al quale assistiamo con impotenza, ma spesso anche con indifferenza, incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete.
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onostante i progressi che si stanno realizzando in molti Paesi, i dati recenti continuano ancora a presentare una situazione inquietante, alla quale ha contribuito la generale diminuzione dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Ma volgendo lo sguardo oltre quei dati, si nota un aspetto del problema che non ha ancora ricevuto tutta la dovuta considerazione quando si formulano politiche e piani d’azione: coloro che soffrono dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione sono persone e non numeri, e proprio per la loro dignità di persone vengono prima di ogni calcolo o progetto economico. Parola della Chiesa Mai come in questo momento il mondo ha bisogno di unità tra le persone e tra le Nazioni per superare le divisioni esistenti e i conflitti in atto, e soprattutto per cercare concrete vie d’uscita da una crisi che è globale, ma il cui peso ricade maggiormente sui poveri. Lo dimostra proprio l’insicurezza alimentare: se è vero che interessa in diversa misura tutti i Paesi, nondimeno essa colpisce prima e più di altre la parte più debole della popolazione mondiale. Pensiamo agli uomini e alle donne, di ogni età e condizione, che sono vit-
time di sanguinosi conflitti e del loro seguito di distruzione e di miseria, tra cui la mancanza di una casa, di cure mediche e di educazione. Fino a perdere ogni speranza di una vita dignitosa. Verso di loro abbiamo degli obblighi, anzitutto di solidarietà e di condivisione. Questi obblighi non possono limitarsi alla distribuzione di alimenti, che può rimanere solo un gesto “tecnico”, più o meno efficace, ma che termina quando finisce ciò che è destinato a tal fine. Condividere, invece, vuol dire farsi prossimo di tutti gli esseri umani, riconoscerne la comune dignità, capirne le necessità e sostenerli nel porvi rimedio, con lo stesso spirito di amore che si vive in famiglia. […] Per sconfiggere la fame non basta superare le carenze di chi è più sfortunato o assistere con aiuti e donativi coloro che vivono situazioni di emergenza. Bisogna piuttosto cambiare il paradigma delle politiche di aiuto e di sviluppo, modi-
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Preghiera finale Preghiamo per poter conoscere i poveri; questa conoscenza ci conduca ad amarli e a servirli. Cerchiamo i poveri sia in casa nostra e tra i nostri vicini sia nel mondo intorno a noi. Per essere capaci di amare dobbiamo credere, e per essere capaci di credere dobbiamo pregare. Il frutto
ficare le regole internazionali in materia di produzione e commercio dei prodotti agricoli, garantendo ai Paesi in cui l’agricoltura rappresenta la base dell’economia e della sopravvivenza un’autodeterminazione del proprio mercato agricolo. (dal Messaggio del Papa Francesco per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 16/10/2014) Parola di Dio Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri so-
no andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. (Luca 24,13-35)
della preghiera è la fede, e il frutto della fede è l’amore, e il frutto dell’amore è il servizio. Perciò, fa o Signore che le nostre mani possano servire i poveri e gli affamati, che il nostro cuore possa amarli. Facendo questo adempiremo al desiderio di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati”.
lemme e dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Oggi quasi un miliardo di persone soffre la fame e attende questo gesto dello spezzare il pane e del condividere, mentre a livello mondiale, con una popolazione di 7,3 miliardi, produciamo cibo che potrebbe sfamare 12 miliardi di persone. É evidente che sprechiamo cibo che potrebbe sfamare altri 5 miliardi di persone. Per condividere • Fino a quando si continuerà a difendere sistemi di produzione e di consumo che escludono la maggior parte della popolazione mondiale anche dalle briciole che cadono dalle mense dei ricchi? • É arrivato il tempo di pensare e decidere partendo da ogni persona e comunità cristiana e non dall’andamento dei mercati. Di conseguenza, dovrebbe cambiare anche il modo di intendere il lavoro, gli obiettivi e l’attività economica, la produzione alimentare e la protezione dell’ambiente. Questa è forse l’unica possibilità per costruire un autentico futuro di pace, oggi minacciato pure dall’insicurezza alimentare. (Commenta questa frase di Papa Francesco)
Per riflettere Nel brano di Luca l’episodio che ha cambiato la storia ed ha dato una svolta definitiva ai due discepoli è stato lo spezzare il pane da parte di Gesù. Questo gesto è stato il più comunicativo, senza troppe parole o spiegazioni. I due, che non lo avevano riconosciuto durante il cammino, lo riconobbero nello spezzare il pane. Da li iniziò la loro missione, partirono per Gerusa-
Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al CMD: missioni@diocesi.brescia.it
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Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
Signore, Creatore del cielo e della terra e che, mediante Gesù Cristo Salvatore, sei diventato nostro Padre, noi ti ringraziamo per ogni segno del tuo amore e della tua provvidenza. Ti ringraziamo per la vita, per il tuo aiuto e per la tua provvidenza anche oggi. Benedici questi cibi che ci hai provveduto e ci dai grazia di prendere. Noi te ne rendiamo grazie e ti preghiamo, Signore, che tu ne provveda dovunque e a chiunque ne abbia necessità. Benedici, Signore, anche la nostra famiglia al completo e fa che ci vogliamo sempre bene e che ci rispettiamo e ci aiutiamo gli uni gli altri. Dacci tanto amore, Signore, affinché, quando possiamo, aiutiamo quelli che incontriamo sul nostro cammino, come Tu provvedi a noi ed aiuti noi. Tutto questo, Te lo chiediamo nel nome del Figlio Tuo Gesù Cristo. Amen!
foRmAzione la preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
cibo per tutti (iv°parte) CLAUDIO TRECCANI CLAUDIO@CMDBRESCIA.IT
Sette miliardi di fratelli che ogni giorno, sotto lo sguardo pietoso del Padre, siedono a tavola: chi si abbuffa, chi si sazia, chi spreca, chi serve, chi striscia come lazzaro aspettando sotto il tavolo che cadano le briciole, chi lasciato fuori dalla porta rovista nei bidoni dell’immondizia per sfamarsi degli avanzi, chi ancora più lontano non ha che da accontentarsi del profumo delle pietanze, chi allo stesso tempo muore perché anche la sua già misera razione è stata ridotta o interrotta per assicurare che a Epulone non abbia a mancare il superfluo.
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Nell’economia, oggi, c’è una apparente promessa di benessere per tutti, ma di fatto molti finiscono per cooperare al bene di pochi! Non è nel piano di Dio l’idea di un’autorità che si trasformi in potere e in privilegio. Nulla è nostro: né il respiro, né l’intelligenza, né la capacità con cui ci procuriamo il necessario e il superfluo. Tutto è dono. E la gratuità dei doni ricevuti da Dio è all’origine della misericordia, della condivisione, della giustizia. Non è sufficiente il sentimento di fratellanza umana e cristiana. Di fronte alla grandezza del dono gratuito di Dio divengono insignificanti povertà e ricchezza. Esse non ci saranno più nel regno dei cieli. Nel Regno dei cieli ci sarà solo l’amore pieno e appagante. Ci saranno solo le persone: tutte ugualmente volute e amate dal Padre nostro: questo è il progetto di Dio. Parola della chiesa Una solidarietà adeguata all’era della globalizzazione richiede la difesa dei diritti umani. A questo riguardo il Magistero segnala che non solo « la prospettiva ... di un’autorità pubblica internazionale a servizio dei diritti umani, della libertà e della pace, non si è ancora interamente realizzata, ma si deve registrare,
purtroppo, la non infrequente esitazione della comunità internazionale nel dovere di rispettare e applicare i diritti umani. Questo dovere tocca tutti i diritti fondamentali e non consente scelte arbitrarie, che porterebbero a realizzare forme di discriminazione e di ingiustizia. Allo stesso tempo, siamo testimoni dell’affermarsi di una preoccupante forbice tra una serie di nuovi “diritti” promossi nelle società tecnologicamente avanzate e diritti umani elementari che tuttora non vengono soddisfatti soprattutto in situazioni di sottosviluppo: penso, ad esempio, al diritto al cibo, all’acqua potabile, alla casa, all’auto-determinazione e all’indipendenza » (Compendio della dottrina sociale della chiesa nr 365) Parola di Dio Dio disse: «Facciamo l’uomo a no-
Intenzioni
Preghiera finale Maria, Tu sei la Donna Eucaristica, per aver portato nel Tuo Grembo il Verbo fatto Carne per la nostra salvezza. Mai hai dubitato di Tuo Figlio! Aiutaci a comprendere il grande mistero che si celebra sull’Altare, aiutaci a saper adorare l’Amore fatto Pane per noi; ottieni per ciascuno, grazie alla Tua materna intercessione, lo Spirito Santo, perché solo allora potremmo capire fino in fondo il grande Amore, che si rinnova ogni qual volta che il Signore, grazie alle mani consacrate dei Tuoi Figli Sacerdoti, si rende realmente presente col Suo Corpo e Suo Sangue sui nostri altari. Amen
stra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra». Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. (Gen 1, 26-30) Per riflettere Con il Nuovo Testamento il cibo, nutrimento del corpo, assume il valore più sacro di essere corpo stesso di Dio. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani raccontato da tutti gli evangelisti (Lc 9, 10-17; Gv 6, 1-13; Mc 6, 30-44; 8, 1-10; Mt 14, 13-21; 15, 32-39), la fame che gli apostoli riscontrano non può essere solo denunciata, ma va assunta come propria: «Date voi stessi da mangiare…». Bisogna sentire fame per conoscere meglio il valore del cibo e senza condividere la fame non si impara a condividere il cibo. Anzi, non è la quantità di cibo a saziare la fame, ma la prontezza a mettere quel poco che si ha a disposizione. L’icona della cesta dei cinque pani e dei due pesci resta un
simbolo chiaro del potere della condivisione. Basta soffermarsi sull’insignificanza di ciò che si condivide, per comprendere che è solo il dono di sé la sorgente della vera condivisione. Le parole di Gesù nell’Ultima Cena sono il chiarimento definitivo di questa verità: «Prendete e mangiate tutti…». La negazione del diritto alla vita che i nemici stanno progettando è trasformato da Gesù in un dono completo di sé. La sua vittoria sta nel consegnarsi a tutti. Lottare con i poveri per la giustizia è il segnale di aver capito qual è la grande sfida della vita e quale è la misura della vera grandezza dell’uomo: la capacità di aprirsi all’altro e di cercarlo, di accoglierlo, di crescere insieme. Gli estremi confini dell’alterità sono il mistero di Dio, il tutt’altro da noi, e i poveri, gli emarginati, gli oppressi: gli scarti dell’umanità. Non per nulla questi estremi si toccano in Gesù Cristo: «Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete …». Parlando di povertà nel mondo si può far riferimento a diversi concetti. Povertà legata ai livelli di reddito (povertà assoluta, povertà estrema, povertà relativa), oppure povertà “multidimensionali” ovverosia legate alla scarsità di diversi beni essenziali come ad esempio la salute, l’istruzione, la casa, ecc. L’approccio multidimensionale è maggiormente coerente con il concetto di sviluppo umano integrale caro alla dottrina sociale della Chiesa. Questi dati mostrano l’estensione delle diverse forme di povertà in Europa e nel mondo, per cercare di comprendere come agire per un cambiamento è necessario indagare sui fenomeni che le provocano, gli squilibri del sistema economico,
culturale e sociale alla base delle violenze che affliggono milioni di persone. Da questo punto di vista, alcuni dati esemplificano tali disuguaglianze e contraddizioni: il reddito pro capite annuo nei Paesi del Nord del mondo è di 35.200 $, nel Sud del mondo è di 6.600 $; lo stesso dato riferito ai 20 Paesi più ricchi e ai 20 più poveri mostra una differenza di 1 a 100; i 1.100 uomini più ricchi del mondo possiedono più ricchezze dei 2,5 miliardi più poveri; gli aiuti allo sviluppo negli ultimi anni sono stati inferiori a un decimo delle spese militari. Dietro questi dati, e altri che si potrebbero citare, vi è l’evidenza di un sistema profondamente ingiusto che arricchisce pochi e impoverisce molti. Per condividere La vera giustizia nel diritto al cibo si realizzerà non solo attraverso una quantità maggiore di beni prodotti, ma attraverso una lotta sempre più coraggiosa contro l’egoismo che ci tiene prigionieri. Quali iniziative di formazione e sensibilizzazione, oltre che di impegno concreto, conosciamo nel nostro territorio? Cosa possiamo promuovere nella nostra comunità cristiana per lottare contro l’egoismo che ci tiene prigionieri? Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al CMD: missioni@diocesi. brescia.it 25
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La preghiera del povero
Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
La preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
Signore, non ho niente eppure ho tutto, perché ho Te. Non ho cibo a sufficienza, ma mi basta quello che ricevo dalla gente o che guadagno con il mio onesto lavoro. Non ho casa, ove riposare, ma mi contento del cielo sotto il quale riposo ogni tanto, memore della tua esperienza,
di un Dio che non ha neppure una pietra ove poggiare il suo capo stanco. Non ho denaro che mi possa aiutare a vivere con dignità ma accolgo, con sofferenza, l’elemosina di tanta gente. Quanto è difficile Signore essere povero oggi come allora, ma nessuno di noi ha scelto di esserlo di propria volontà.
formaZione dalla parte dei poveri claudio treccani
claudio@cmdbrescia.it
É
grave il peso della nostra responsabilità nel mantenimento di un sistema economico, politico e sociale che emargina i più deboli nelle periferie della miseria e dell’indifferenza. occorre ripartire da qui, per testimoniare la Misericordia di dio che non esclude nessuno.
Parola della Chiesa
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Ciò che rappresenta il cuore della missione è l’impegno ad uscire da noi stessi, andare verso l’altro, in cui incontriamo Dio stesso. Le periferie sono il luogo privilegiato dell’annuncio dove il Vangelo acquista forza perché è lieta notizia per tutti. Gesù ha annunciato “beati i poveri” non in quanto indigenti, ma perché è possibile che siano maggiormente kiremba ottobre 2013 predisposti a cercare Dio senza pregiudizi e a seguirlo senza troppe resistenze del cuore.
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il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. (EG nr. 2) … la gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria. la sperimentano i settantadue discepoli, che tornano dalla missione pieni di gioia (cfr lc 10,17). la vive Gesù, che esulta di gioia nello Spirito Santo e loda il Padre perché la sua rivelazione raggiunge i poveri e i più piccoli (cfr lc 10,21). la sentono pieni di ammirazione i primi che si con-
vertono nell’ascoltare la predicazione degli apostoli «ciascuno nella propria lingua» (at 2,6) a Pentecoste (nr. 21) Se la chiesa intera assume questo dinamismo missionario, deve arrivare a tutti, senza eccezioni. Però chi dovrebbe privilegiare? Quando uno legge il Vangelo incontra un orientamento molto chiaro: non tanto gli amici e vicini ricchi bensì soprattutto i poveri e gli infermi, coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati, «coloro che non hanno da ricambiarti» (lc 14,14). non devono restare dubbi né sussistono spiegazioni che indeboliscano questo messaggio tanto chiaro. oggi e sempre, «i poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo», e l’evangelizzazione rivolta gratuitamente ad essi è segno del regno che Gesù è venuto a portare. occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. non lasciamoli mai soli. (Evangelii Gaudium nr 2 e 48)
Per tutte le povertà
Preghiera finale O Tu sai la sofferenza di quanti non hanno nulla nel nostro tempo affamato di guadagni e di posizioni sempre più agiate. Non Ti chiedo di rimuovere solo la mia povertà, ma la povertà di tanti popoli oppressi a causa dell’ingiustizia e della cattiva gestione delle risorse della Terra. Fa, o Dio della Provvidenza, che nessun bambino sia più povero su questa Terra, che nessun ammalato sia abbandonato a se stesso senza alcuna assistenza e sicurezza, che nessun anziano vengano lasciato nella solitudine senza il conforto di qualcuno, che nessun giovane abbia a soffrire a causa del cattivo esempio degli adulti, che in tutte le famiglie e su tutte le mense del mondo arrivi quotidianamente quel pane di ogni genere che ti chiediamo ogni giorno per noi e per tutti.
Parola di Dio Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. le dice Gesù: «dammi da bere». i suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. allora la donna samaritana gli dice: «come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». i Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di dio e chi è colui che ti dice: “dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «io non ho marito». le dice Gesù: «Hai detto bene: “io non ho marito”. infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! i nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Geru-
salemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». in quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. nessuno tuttavia disse: «che cosa cerchi?», o: «di che cosa parli con lei?». la donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. che sia lui il cristo?». uscirono dalla città e andavano da lui. (Gv 4, 5-30)
Per riflettere dalla parte dei poveri non è solamente un invito a schierarsi a favore di una categoria generale di persone, di cui magari sentiamo sempre parlare, ma senza incontrarli veramente. É invece il modo di agire di cristo stesso, che emerge dall’ascolto del Vangelo perché lui non si è mai messo contro qualcuno ma a fianco di tutti camminando vicino di coloro che incontrava i poveri, malati nel corpo e nello spirito. a ciascuno di essi Gesù ha offerto uno sguardo nuovo, lo sguardo della sua misericordia capace di guarire ogni vita. anche nell’incontro con la samaritana al pozzo Gesù ci mostra come
entra in relazione con i poveri, la samaritana pregiudicata, peccatrice,… lo stile di Gesù mette in discussione credenze e pregiudizi che comportano ostacoli verso i poveri. la povertà oggi è un fatto globale e non possiamo ridurla solo all’aspetto economico. nell’impegno concreto verso gli ultimi siamo chiamati ad un’apertura ed ad una coscienza universale.
Per condividere come la nostra comunità cristiana educa e incoraggia a prestare attenzione ai fratelli più poveri condividendo con loro i beni materiali e spirituali? in quali iniziative posso essere coinvolto? con le provocazioni dell’Evangelii Gaudium è cresciuta l’attenzione nei confronti dei poveri? E l’ascolto delle loro grida e della loro vita? chi sono oggi i poveri? raccontiamoci delle testimonianze di vita di coloro che conosciamo direttamente. Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al cMd: missioni@diocesi.brescia.it
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La gioia ovunque Preghiera iniziale
Formazione & spiritualità
Un cuore gioioso è il normale risultato di un cuore che arde d’amore. La gioia non è semplicemente una questione di temperamento, è sempre difficile mantenersi gioiosi: una ragione di più per dover cercare di attingere alla gioia e farla crescere nei nostri cuori. La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore. E più dona chi dona con gioia. Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli, donate loro sempre un gaio sorriso; donate non solo le vostre premure,
ma anche il vostro cuore. Può darsi che non si sia in grado di donare molto, però possiamo sempre donare la gioia che scaturisce da un cuore colmo d’amore. Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia, con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose, vedrete le vostre opere buone. E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine consiste nell’accettare ogni cosa con gioia.
formazione
la preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.
la gioia del vangelo claUdio trEccani claudio@cmdbrescia.it
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la gioia nasce dai valori del Vangelo, dall’accoglienza dell’amore del Padre verso di noi e verso tutti ma soprattutto dalla consapevolezza che questo amore non è riservato ai credenti ma è donato a tutti e a partire dagli ultimi, dai più poveri, dai più bisognosi. 24 kiremba ottobre 2013
a gioia del Vangelo è l’esperienza che più di tutte trasmette i valori del regno di dio a chi ci sta intorno, a chi ci vede e a chi ci ascolta. Vivere questa esperienza, come stile di vita, è la testimonianza più efficace per irradiazione. Mentre rimane fondamentale l’annuncio e la testimonianza del Vangelo, è altrettanto importante come lo facciamo, con quale entusiasmo. la gioia è un valore che non s’improvvisa e non può essere il risultato di uno studio a tavolino, la gioia del Vangelo o c’è davvero o non la si costruisce e nemmeno sostituisce semplicemente con una maschera. cercare questa gioia e sperimentarla è un esercizio quotidiano è una costante scoperta di ogni giorno, è lo stupore del bene che vince sul male. Questa gioia è come la nascita di un bambino, segno che dio non è stanco di questa umanità che soffre, che lotta e che grida giustizia, amore, perdono. la gioia del Vangelo è il segno di un’umanità che, seppur consapevole di essere peccatrice, sperimenta il perdono del Padre attraverso la riconciliazione. Parola della Chiesa 1. la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. coloro che si
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lasciano salvare da lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. con Gesù cristo sempre nasce e rinasce la gioia. in questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della chiesa nei prossimi anni. 2. il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. anche i credenti corrono questo rischio, certo e
Per una gioia diffusa Preghiera finale Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento. Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca. La gioia è assai contagiosa. Cercate, perciò, di essere sempre traboccanti di gioia dovunque andiate. La gioia dev’essere uno dei cardini della nostra vita. E’ il pegno di una personalità generosa. A volte è altresì un manto che avvolge una vita di sacrificio e di donazione di sé. Una persona che possiede questa dote spesso raggiunge alti vertici. Splende come un sole in seno a una comunità. Che Dio vi renda in amore tutto l’amore che avete donato o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi, da un capo all’altro del mondo (Madre Teresa di Calcutta)
permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di cristo risorto. 3. invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici». ci fa tanto bene tornare a lui quando ci siamo perduti! insisto ancora una volta: dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. colui che ci ha invitato a perdonare «settanta volte sette» (Mt 18,22) ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. non fuggiamo dalla risurre-
zione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti! (EG 1-3) Parola di Dio Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: “State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? in verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. la donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla. in verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. finora non avete chiesto nulla nel mio nome. chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. in quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre”. Gv 16,19-28
sonale e delle nostre comunità, per essere stanchi e delusi; eppure quando diciamo Vangelo esprimiamo una buona notizia! che cosa ci impedisce di guastare la gioia del nostro essere cristiani? forse una fede debole e una umanità impoverita di relazioni e motivazioni? recuperare la gioia del Vangelo è il primo passo da fare, se si vuole dare volto a una chiesa capace di una testimonianza credibile. Una gioia profonda, non l’ebrezza di qualche esperienza emotivamente forte, che poi passa; una dimensione interiore che diviene modalità serena di stare dentro la vita, anche nei momenti difficili. Probabilmente l’abbiamo sperimentata, si tratta di recuperarla dentro e condividerla fuori, così aumenta. allora ci aspettano cammini, percorsi e processi di conversione nella gioia e per la gioia affinché ci possiamo contagiare gli uni agli altri ,trascurando un po’ di pessimismo e rafforzando le silenziose ma numerose esperienze positive. Per condividere 1) raccontiamoci le nostre esperienze che possano esprimere gioia 2) cosa dovremmo cambiare nel nostro quotidiano per accogliere e trasmettere la gioia del Vangelo? Puoi mandare le tue risposte-riflessioni al cMd: missioni@diocesi.brescia.it kiremba maggio 2014 25
Per riflettere ci sono molti motivi, nella vita per23 kiremba dicembre 2015 25
La preghiera, la formazione, la spiritualità sono l’anima di ogni azione autenticamente evangelica ed ecclesiale. Per questo in ogni numero cerchiamo di offrire spunti di riflessione, temi di approfondimento, proposte di preghiera personale e comunitaria.