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4 esperienze x 4 progetti
PREPARIAMO IL TERrENO 4 presentazioni 4 progettix
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C iao, mi chiamo Luca, ho 20 anni, sto facendo l’anno di 1servizio civile presso l’oratorio della mia parrocchia a Travagliato e da quando ho iniziato, ormai qualche mese fa, ho vissuto un sacco di esperienze. Come in ogni oratorio, in estate sono state organizzate molte attività per cercare di accontentare tutti. Abbiamo iniziato con quattro settimane di Grest dove ogni settimana arrivavano nuovi bambini e non si sapeva più a cosa farli giocare, poi abbiamo organizzato i campi in colonia durante i quali ogni bambino e ragazzo ha potuto sperimentarsi dormendo lontano da casa in compagnia e a stretto contatto con la natura grazie alle numerose passeggiate. Per gli adolescenti invece si è pensato ad un’esperienza di servizio presso la Caritas di Roma, dove tra un impegno e l’altro i ragazzi hanno avuto la possibilità di visitare la città eterna. I giovani invece si sono messi in cammino sulle orme di Francesco facendo un pellegrinaggio a piedi verso i santuari nei pressi di Rieti. Al termine di queste esperienze l’oratorio, non potendo organizzare una vera e propria festa, ha pensato di preparare due serate, nelle quali le persone potevano gustare una cena seduti sotto le stelle. Questa penso sia stata la prima estate in cui non mi sono mai fermato, però è anche quella in cui ho vissuto momenti stupendi che mi hanno fatto crescere e che porterò sempre con me.
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LUCA • PROGETTO PER ORATORI
PREPARIAMO IL TERrENO 4 presentazioni 4 progettix
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2 C iao a tutti! sono Gaia! In realtà ci siamo già conosciuti, sul primo numero della Gazzetta del Servizio Civile, ma per chi non l’avesse letto (se non l’avete ancora fatto fatelo subito, mi raccomando!) o non si dovesse ricordare, visto che in questo gruppo di Servizio
Civile noi “Gaie” siamo tante, io sto svolgendo il mio percorso nell’associazione Centro Migranti, all’interno del progetto “Oltre i margini” a favore di persone adulte in condizioni di disagio.
Che cosa ci faccio ancora qui? Mi è stato chiesto di raccontare, a distanza di qualche mese, come sta andando il mio percorso, di fare un bilancio di questa esperienza. E non può che essere super positivo! Dalla partenza ad ora ho avuto modo di “crescere” all’interno del mio servizio, di arricchirmi umanamente e professionalmente grazie al confronto non solo con i miei colleghi ma anche con le persone che, giorno dopo giorno, ho modo di incontrare e di vedere, seppur dietro alle mascherine e alle barriere di plexiglass. Molti volti adesso hanno un nome e una storia: c’è chi passa anche solo per un saluto e allora chiacchieriamo un po’, qualcuno ci “coccola” anche con un caffè o un dolcetto, per altri siamo un vero e proprio punto di riferimento per qualsiasi questione.All’interno del Centro si respira proprio un bel clima, sento di essere nel posto giusto al momento giusto, non sono d’intralcio, anzi da parte dei miei “colleghi” percepisco molta fiducia, mi sento coinvolta nelle iniziative che interessano l’associazione e nelle relazioni che intrattiene con altre realtà presenti sul territorio.
E a questo proposito quest’estate, durante il periodo di chiusura del Centro Migranti, ho avuto l’opportunità di conoscere e sperimentare una nuova realtà, un servizio con cui il Centro collabora: la Mensa Menni. E’ stata sicuramente un’esperienza diversa da quella che vivo tutti i giorni nel mio servizio, mi sono rimboccata le maniche e sporcata le mani nel vero senso della parola, ma mi ha permesso di ritrovare persone già conosciute al Centro Migranti, di scambiare due parole anche con persone nuove, di donare e ricevere un sorriso e di poter condividere del tempo, in azione, con altri miei compagni di Servizio Civile.
Ripensando alle esperienze vissute e alle persone incontrate mi viene in mente il pezzo di una canzone di Jovanotti, L’ombelico del mondo, che mi mette molta allegria e con cui vorrei concludere questo articolo:
“Questo è l'ombelico del mondo”
è qui che c'è il pozzo dell'immaginazione, dove convergono le esperienze e si trasformano in espressione, dove la vita si fa preziosa e il nostro amore diventa azioni, dove le regole non esistono, esistono solo le eccezioni”.
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3 C Ciao a tutt*! Il mio nome è Gaia, ho 27 anni e sto seguendo il progetto ‘Tra le generazioni’, orientato alla tutela di minori e giovani in condizioni di disagio o di esclusione sociale. Eccomi presente in queste righe per raccontarvi come si svolge (da maggio) la mia esperienza di Servizio Civile all’interno di una comunità alloggio minori (‘il Ponte’) dell’Istituto delle Suore Poverelle sito in Brescia. Ho cercato fin da subito di entrare nel mandato iniziale di questo percorso, dargli un mio senso e significato personale. Stare e prestare servizio ‘tra le generazioni’, significa per me condividere insieme ai minori tempo, energie e momenti di quotidianità, che vanno dallo spazio compiti, alla merenda, alle uscite in centro città e al gioco libero. Non mancano anche i momenti più difficili, fatti di silenzi e fatiche. Partecipare alla vita in comunità mi ha permesso in questi mesi di consolidare il mio ruolo e le competenze che potevo mettere in gioco, come la pazienza, l’ironia (tanta) e la responsabilità. La fiducia e il coinvolgimento da parte degli operatori che quotidianamente affianco, diventa per me risorsa personale e professionale da riproporre nuovamente nella pratica. A favore di tutto ciò, molto significativa e arricchente è stata l’esperienza vissuta quest’estate, ovvero l’aver trascorso parte delle settimane di Agosto in vacanza con tutta la comunità, le sue educatrici e i volontari esterni. È stata un’immersione tuttotondo entro la quale ho potuto vivere altri momenti della giornata (mattina e sera ad esempio) e in un altro contesto, quello della vacanza estiva. Concludo un po’ questa mia presentazione con una piccola digressione che ci riporta alla casella START del Servizio Civile, a inizio Giugno, quando tutto doveva prendere avvio. “Era il primo incontro ufficiale di presentazione alla comunità che mi avrebbe accolta per quell’anno, e mi veniva chiesto di scegliere una carta di Dixit e pensare a cosa, di mio, avrei potuto portare in quella struttura e servizio. Sceglievo una carta raffigurante una ‘lente di ingrandimento che mostrava un sottomondo naturale nascosto’. La mia idea, allora, e credo di portarla avanti anche oggi, era quella di poter offrire degli occhi attenti e accoglienti, quindi uno sguardo in grado di andare oltre l’immediato, le storie di vita pregresse, le cosiddette ‘etichette’, per provare a cogliere le sfumature meno manifeste ma altrettanto importanti.” Quel sentire e quell’immagine li rincorro ancora oggi e cerco di prendermene cura.
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PREPARIAMO IL TERrENO 4 presentazioni 4 progettix
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4 M i chiamo Chiara, ho 20 anni e frequento il servizio civile presso una comunità di alloggio per disabili.
All'interno della comunità si svolgono mansioni inerenti alla pulizia della comunità (rifare il letto, fare le polveri, sistemare camera), si fanno attività di cucina e nel tempo libero si cerca di tenere impegnate le utenti proponendo attività di gioco e se possibile delle passeggiate.
All'interno della comunità ci sono dieci signore più le educatrici e le OSS. La mattina sette delle utenti vanno ai corrispondenti centri diurni dove passano l'intera giornata fino alle 16:00 mentre per le altre tre utenti che rimangono in comunità si cerca di proporre le attività sopra elencate.
Mi piace molto perché sto capendo cosa significa anche aiutare il prossimo, e attraverso il servizio civile ho potuto iniziare questo percorso che me lo permette.
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CHIARA V. • PROGETTO PER PERSONE DISABILI