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“NIENTE SARA’ PIU’ COME PRIMA” Le ultime parole famose. Difficile, impossibile dire chi è stato il primo a pensare e divulgare la frase che figura nel nostro titolo. Certo è che, in seguito, sono stati molti, moltissimi, a ripeterla. Questa volta abbiamo capito la lezione, non potremo tornare alle condizioni di prima, sembrava un ritornello quasi comune. Chi si aspettava di conseguenza una decisa manovra di cambiamento è rimasto però deluso, visto come le cose stanno di nuovo procedendo. Già si avvertono qua e là voci preoccupate e gridi di allarme. Sono dunque bastati pochi mesi e l’annuncio che il peggio è superato a far cambiare le idee? Anche Benedetto XVI, nell’ultima sua enciclica, ha posto l’accento sulla gravità della crisi, chiedendo che essa diventasse un’occasione di ripensamenti e di cambiamenti non soltanto superficiali. E’ stato ascoltato? Le sue indicazioni erano veramente di natura profonda e risolutiva, dettate da uno spirito nuovo, che invece tarda a essere recepito dall’opinione pubblica e dalla mentalità troppo interessata dei politici e degli uomini della finanza. E’ troppo difficile andare contro se stessi. Lo spirito nuovo, che il Papa non poteva non indicare a nome dell’intera tradizione della chiesa, è quello della centralità e del rispetto di ogni persona umana, della solidarietà e della fraternità estesa a tutti gli uomini e a tutti i popoli. In questa contesto, si cominciava a mettere sotto accusa un certo esercizio dell’attività finanziaria, di cui, non da una sola parte, si invocava la messa all’indice e la condanna morale. Forse questo non è giusto, certo è però che, nel nostro tempo, abbiamo dovuto assistere a una sua sopravvalutazione, che andava di pari passo con la sottovalutazione del lavoro. Certamente una stortura, di cui le prime vittime sono state le persone più povere e disagiate. Ora le borse hanno ripreso il loro consueto cammino, insieme alle banche che non hanno probabilmente sofferto un gran che della crisi economico-fimanziaria. E’ bastato questo a fare gridare al miracolo, dimenticando il grandissimo numero di disoccupati e sottoccupati (per di più in crescita) non soltanto in Italia, ma in Europa e nel mondo intero. Ancora: viva il profitto a sé stante, senza nessuna pietà per le vittime che questo atteggiamento ha provocato nel passato e provoca nel presente. Punto e a capo. L’enciclica pontificia, insieme a tante altre voci, provenienti da ogni parte, chiedeva un cambiamento di rotta per quanto riguarda l’ideologia che ha governato il mondo


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