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DIOCESI di PISTOIA UFFICIO per la PASTORALE SOCIALE e del LAVORO – CARITAS DIOCESANA

Orizzonte lavoro: fiducia, territorio, partecipazione. Per una governance condivisa ed orientata all’intesa

Con il suo intervento durante l’incontro del 24 gennaio scorso il nostro Vescovo ha tracciato la prospettiva della iniziativa della Diocesi di Pistoia Orizzonte lavoro: fiducia, territorio, partecipazione: «Da dove nasce questa iniziativa? Per quali scopi? Per rispondere a quali esigenze? Quello che chiamiamo “Tavolo del lavoro” in realtà è un percorso che intendiamo avviare con Istituzioni, categorie economiche e sindacali, associazioni di categoria, al di fuori e a sostegno dei luoghi e dei momenti più istituzionali e formali. Vogliamo promuovere un percorso di confronto, di proposta e di coordinamento sulle tematiche del lavoro (…) un laboratorio di idee sul da farsi e su come farlo,come un incubatore di fiducia reciproca fra tutte le persone coinvolte.» A seguito delle riflessioni emerse in quella sede, l’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro e la Caritas diocesana hanno svolto un primo giro informale di colloqui con i dirigenti e i rappresentanti delle molteplici Associazioni di interesse e di categoria, delle Organizzazioni sindacali e degli Enti locali. Per consolidare queste prime riflessioni i nostri uffici hanno preparato un breve strumento di lavoro, costituito da una serie di spunti di riflessione che possono servire da base per una discussione comune sulle cause e sulle possibili soluzioni alla crisi attuale. Vogliamo così contribuire a mettere a fuoco le risorse complessivamente utilizzabili per il rilancio della crescita del nostro territorio, e contribuire allo sviluppo e alla qualità della vita della nostra società locale. Gli snodi su cui ci sembra opportuno iniziare a riflettere insieme possono essere i seguenti: 1) La PERCEZIONE DELL'ENTITÀ E DELLA QUALITÀ DELLA CRISI: Il periodo di difficoltà che il nostro territorio sta attraversando si prolunga ormai da molto tempo, con le prime avvisaglie all'inizio del decennio appena trascorso, un aggravamento che si è verificato nell'ultima parte del quinquennio appena trascorso e con una prospettiva in questi mesi di un ulteriore peggioramento, in linea (ma per certi aspetti con caratteristiche strutturale tipiche delle nostre aree) con le previsioni negative riguardanti l'economia regionale e quella italiana. Il rischio è quello di un scivolamento da una situazione di crisi che, per quanto intensa, è per definizione potenzialmente risolvibile nel breve-medio periodo, ad una situazione di vero e proprio declino economico e sociale, con conseguente deterioramento strutturale non soltanto del tessuto economico ma anche di quello relazionale, sociale e culturale. Quali sono dunque le vostre valutazioni in proposito? Quali le cause – congiunturali ma anche e soprattutto strutturali – delle difficoltà che stiamo affrontando, e quali i tipi di intervento assolutamente necessari? Le questioni sulle quali vi invitiamo a riflettere sono ad esempio: a) Funzionalità della struttura produttiva del territorio (forte prevalenza di piccole e piccolissime imprese), con fenomeni ormai vistosi di:


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i.

sotto-capitalizzazione delle attività,

ii.

fragilità organizzativa che rende più problematico la messa a punto di strategie di rilancio consortili e di sistema,

iii.

tendenziale scarsità di risorse da investire - accanto a quelle pubbliche – nei circuiti della formazione professionale,

iv.

mercati del lavoro locali sempre più improntati alla temporaneità dell'impiego,

v.

accentuazione del dualismo su questi stessi mercati occupazionali (variabile anagrafiche e di genere,

vi.

necessità di un rinnovamento della cultura imprenditoriale locale;

b) Quali i settori produttivi che possono costituire, accanto alle tradizionali eccellenze presenti sul territorio (vivaismo e ferrotranviario), nuovi volani di sviluppo nel mediolungo periodo, e quali le risorse e le strategie di investimento (pubblico e privato, e con quali modalità sinergiche) per poterli realmente implementare e sostenere? c) Qual è il ruolo del credito e degli Istituti bancari del territorio? Avendo presente che siamo in una fase di forte stretta creditizia, in parte giustificata dai vincoli legati alla tenuta del sistema finanziario per la congiuntura nazionale ed internazionale quanto mai delicata (politiche di consolidamento dei debiti sovrani), ma in buona parte dovuta anche al clima di profonda sfiducia che caratterizza la fase attuale e di forte resistenza a reinvestire i finanziamenti di fonte europea nel sistema produttivo stessa del territorio. 2) Il RUOLO DELLA SOCIETÀ CIVILE E DEI SUOI ATTORI: il Modello Sociale Europeo ed i Piani Nazionali per il Lavoro e per lo Sviluppo sono ormai da tempo ispirati ai principi della sussidiarietà, del dialogo sociale e della governance multilivello, ovvero ad un impianto di politica sociale e per l’occupazione basato: a) sulla compartecipazione alla soluzione dei problemi degli attori della società civile (aziende for profit e loro associazioni di categoria, organizzazione sindacali, imprese sociali e associazioni di volontariato ma anche reti familiari e associazionismo civile); b) sul confronto anche conflittuale dei diversi interessi strutturati sul territorio, c) infine sulla capacità di queste istanze organizzate e specialmente di quelle politicheistituzionali di attivare sedi di discussione di decisione per la messa a punto di strategie di intervento efficaci/efficienti per lo modernizzazione delle società locali e per l’inclusione nei circuiti della cittadinanza. A questo proposito, con riferimento alla realtà pistoiese, vogliamo chiederci: -

quali sono state e quali sono secondo voi, le modalità di azione sin qui sperimentate?

-

quali i loro vantaggi e quali le loro criticità?

-

quali gli elementi di originalità e quali le loro carenze?

-

quali le possibili correzioni che – stante la situazione di crisi economica e politica attuale dovrebbero essere adottate?


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Ci riferiamo anche qui – a mo’ di traccia di riflessione – a questioni cruciali quali: a) le caratteristiche del nostro sistema di welfare – nazionale ma soprattutto locale (modello toscano) con alcuni punti da sottolineare in modo particolare, tra cui: i.

la tendenziale centralità della famiglia come snodo privilegiato di assistenza e di redistribuzione della ricchezza e della chance di vita

ii.

con il crescente ruolo del Privato e dell’Impresa Sociale come attore di programmazione e di erogazione degli interventi in campo lavorativo, formativo e socio-assistenziale

iii.

con la funzione delle Autonomie Locali come istanze di programmazione, di controllo e di orientamento/coordinamento delle politiche sociali e di sviluppo (Regioni e Province – quest’ultime in via di ridefinizione – per quanto concerne la strategie occupazionali e quelle formative; Comuni per quanto attiene alle strategie di cura e di inclusione sociale)

b) I temi e le soluzioni in discussione sul piano nazionale nel campo del governo del mercato del lavoro, della riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e in quello della ristrutturazione dei servizi della Pubblica Amministrazione; c) Il ruolo che un attore cruciale come il vostro deve e può svolgere in questa più complessiva strategia di programmazione negoziata (qui intesa in senso lato, con riferimento cioè a modelli più ampi di quelli istituzionalmente sin qui riconosciuti: Patti Territoriali, Contratti d’Area ecc.); ovvero: quali le risorse di cui disponete che potete mettere a disposizione a quali condizioni di reciprocità e di mutuo riconoscimento nel quadro di quale tipo di sede e sulla base di quale cultura di governo dei problemi secondo quale percorso di ideazione, realizzazione e verifica/valutazione in itinere ed ex post d) Il ruolo degli altri attori organizzati con i quali avete avuto modo sin qui di operare (ovvero gli esponenti della società civile e politico-istituzionali), con particolare riferimento all’entità e alla qualità del loro coinvolgimento, alla loro capacità di leadership e di condivisione delle responsabilità assunte, al grado di fiducia da essi nutrito e di affidabilità da essi detenuto. 3) Il RUOLO DELLA POLITICA LOCALE E GLI STRUMENTI DI GOVERNANCE PRESENTI SUL TERRITORIO: seppure con difficoltà per l’attuale congiuntura economica e sociale, da sempre – specialmente in un ottica di assetto istituzionale di tipo federale – le Autonomie Locali ai loro diversi livelli verticali (Stato-Regioni-Enti territoriali) e orizzontali (architettura delle responsabilità di intervento e loro modalità di coordinamento) hanno rappresentato la cabina di regia delle strategie di intervento in campo economico e sociale. L’esperienza pistoiese si è caratterizzata, negli ultimi anni, per una serie di iniziative di concertazione (dall’esperienza dell’Osservatorio Provinciale Strategico per lo Sviluppo, ora


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Pistoia Futura ai recenti Tavoli di Crisi) che hanno prodotto riflessioni e proposte oggi costituenti una base importante di elaborazione progettuale. Anche qui, le questioni sono molteplici ma in particolare vi chiediamo un contributo sulle seguenti: a) Qual è, ad oggi, il vostro giudizio sul percorso fatto? Quali le potenzialità che secondo voi quel tipo di esperienza ha presentato e presenta? Quali invece le criticità sulle quali sarebbe necessario sin da subito intervenire? b) Sarebbe opportuno individuare nuovi strumenti? E se sì, di quali, di che tipo, con quali funzioni? In quale tipo di logica di intervento: sostitutiva di quelli esistenti, di loro coordinamento, di loro semplificazione? c) Quale è, nel complesso, il vostro giudizio sul tipo di capitale sociale (vale a dire la rete di relazioni istituzionali che innerva la nostra area ed il genere di risorse - materiali, di servizio, ma anche informative, fiduciarie ecc. - in grado di facilitare la comunicazione fra gli attori organizzati, la trasparenza e la vincolatività degli impegni presi, l’efficacia ed efficienza degli interventi delineati, l’operatività della loro adozione) di cui dispone il nostro territorio? 4) A CONCLUSIONE di questo percorso di riflessione che vi abbiamo proposto, quali sarebbero secondo voi, nella situazione attuale, le tre azioni o linee di intervento che ritenete più importanti e cruciali da adottare per cominciare a fra fronte alla grave situazione?

Pistoia, 16 giugno 2012 Selma Ferrali Direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro

Marcello Suppressa Direttore Caritas diocesana


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