Diocesi di Pistoia
PROGRAMMA PASTORALE DIOCESANO (2010-2011)
Chiuso in tipografia nel mese di settembre 2010 dalla Tipografia GF Press di Masotti. La realizzazione grafica è stata curata da Graficamente di Patrizia Bartolozzi
Programma Pastorale 2010-2011
Carissimi Sacerdoti e Diaconi, Religiosi e Religiose, Sorelle e Fratelli laici,
desidero, con questa lettera, presentarvi il cammino della
nostra Chiesa per l’anno pastorale che ci sta dinanzi: il 2010-2011. La Chiesa non è un contenitore dove ciascuno decide, secondo genio o personale sensibilità, il percorso che più gli aggrada; la Chiesa è un popolo in cammino, è comunione di persone, è corpo del Signore dove a ciascuno è chiesto di arricchire, con i doni ed i personali carismi, la vita ed il percorso comune. Ed è compito precipuo del Vescovo, in comunione con gli altri Vescovi e con il S. Padre, animare, orientare, scandire, questo cammino, maturando nell’ascolto della propria Chiesa, nella preghiera, nella riflessione quelle scelte che ritenga più adeguate a servire il Vangelo nell’incontro con la vita delle persone, in questo tempo e sul territorio nel quale la nostra Chiesa vive. L’anno pastorale in cui stiamo entrando non ha ancora ricevuto dai Vescovi Italiani, gli “Orientamenti Pastorali” che ci guideranno per il prossimo decennio. E’ dunque, per così dire, un anno di preparazione e di rinvigorimento: un anno in cui dobbiamo: “irrobustire le mani fiacche, rinvigorire le ginocchia stanche…” (Is. 35,3) per disporci alla traversata del decennio che ci sta dinanzi. Gli obiettivi che in questo anno ci proponiamo saranno perciò quelli di confermare e rafforzare quanto già intrapreso nel biennio precedente, cercando di rendere più solidi e condivisi i risultati raggiunti, di far avanzare i cammini solo avviati, di recuperare 1
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quelle attenzioni e quegli impegni sui quali non siamo riusciti a muoverci ed a partire. Indicherò, tra poco, alcuni di questi punti che ritengo qualificanti per la vita della nostra Chiesa. Preciso subito che, proprio per questo, non parlerò di tutte le attività ed i servizi che si realizzano nelle nostre Parrocchie o nella Diocesi, ma solo di alcuni aspetti che mi paiono prioritari per la nostra situazione oggi e per il cammino che ci attende. Resta inteso e chiaro nella mente di tutti che molto altro e molto di più è quanto una parrocchia od un’aggregazione laicale ordinariamente fa, ed anzi certi aspetti e componenti sono addirittura più essenziali ed importanti per la vita della Chiesa, di quelli di cui verremo a parlare. Si tratta, appunto, di priorità funzionali, da cogliersi nel luogo e nell’ora in cui stiamo vivendo. C’è un tema, una comune gravitazione, che vorrei ci accompagnasse quest’anno, traversando ed unificando la pluralità delle proposte e delle attenzioni a cui saremo chiamati: è il tema della Chiesa. Esso ben accoglie e dà continuità a quello delle “relazioni” che ci ha accompagnato nel biennio 2008-2010, conferendogli ulteriore specificazione, ricchezza di contenuto e profondità d’orizzonte. Non solo, ma il tema della Chiesa può ben introdurci al percorso pastorale del prossimo decennio, in sintonia con gli “Orientamenti” della Chiesa Italiana che, come sappiamo, saranno spesi sull’emergenza educativa. Attestarci sul tema Ecclesiologico significa cogliere l’ambito, il soggetto e, almeno in parte, il destinatario dell’impegno educativo. D’altra parte anche noi, Diocesi di Pistoia, abbiamo bisogno di ritrovare, in maniera forte e persuasiva, le motivazioni e l’esperienza del nostro essere Chiesa, per superare individualismi, indifferenze e talora divisioni amare che esistono tra noi. Abbiamo bisogno di incontrare il Buon Samaritano, Gesù Cristo, che versi sulle nostre ferite “l’olio della consolazione ed il vino della speranza”. Diversa2
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mente esse si inaspriscono e si aggravano. Chiedo perciò a tutti, anzitutto a me stesso, poi particolarmente ai Sacerdoti, la disponibilità di mente, di volontà, di cuore, perché questo anno ci aiuti a rinsaldare i legami sacramentali e di fede che esistono tra noi, poiché il Signore li ha tessuti ed intrecciati, in modo da vivere l’esperienza di essere Chiesa e Chiesa di Pistoia, come un dono, una gioia, una chiamata non logorante ma incoraggiante alla responsabilità ed al servizio. Non ne saremo capaci, conteremo una delusione in più se non ci riconsegniamo alla Chiesa come “mistero”, cioè come dono di Dio che scende dall’alto; se non la riceviamo (e perciò ci riceviamo) ogni giorno come un dono vero del Signore, dato non per la reciproca afflizione, ma per la gioia, anzi perché “la vostra gioia sia piena”. Abbiamo bisogno di ripartire da lì, di ripartire dal centro, dal passo sorgivo dell’evento: là dove la Chiesa sgorga dal cuore della Trinità ed entra nella storia del mondo, nella mia vita, per essere un dono, un evento di gioia nata dall’Amore Fontale: “gaudium ex charitate”, secondo l’espressione di S. Agostino. A questo ci ricondurrà l’assidua lettura della Parola di Dio, l’ascolto dell’Evangelo, che trova poi nei Sacramenti, segnatamente nell’Eucarestia, la pienezza della sua efficacia e del suo adempimento.
1. Gruppi di ascolto del Vangelo Nel prossimo anno pastorale chiedo che si continui ad insistere, con fiducia e coraggio, perché i gruppi di Ascolto si stabilizzino là dove sono iniziati e sorgano dove ancora sono assenti. La loro presenza e diffusione nella Diocesi è consolante, ma a “pelle di leopardo”; occorre che diventino più organici alla vita delle Parrocchie, di tutte le Parrocchie. La presenza dei GdA permette 3
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di configurare una Parrocchia che, non occasionalmente ma stabilmente, pone al centro della sua vita e della sua attività la mensa della Parola e del Pane nell’Eucarestia domenicale; una Comunità cristiana che vive, si esprime e si educa alla luce della Parola di Dio ed a partire da quella configura la propria presenza in mezzo alla gente e sul territorio; una Parrocchia che cresce come relazione di persone e di amicizia umanamente ricca ed improntata alla comune adesione al Vangelo del Signore; una Parrocchia attenta e dedita alla crescita delle persone nella fede e nella vita spirituale; una Parrocchia, infine, che cerca con tenacia si aprire nuove strade di vicinanza e di presenza alla vita delle persone e delle famiglie sulla strada dell’Evangelizzazione e della Testimonianza. Ritengo inoltre che i GdA possano costituire uno spazio ed una occasione importante per la presenza e la ministerialità laicale oltre che una risorsa per individuare nuove persone cui offrire ulteriori percorsi di approfondimento di fede o di servizio Ecclesiale. La Diocesi, da parte sua, si impegnerà per formare ed accompagnare gli Animatori dei GdA per il servizio prezioso che svolgono, come pure nell’offrire un sussidio per gli incontri che risponda alle attese delle persone ed aiuti ciascuno a leggere la propria vita nella luce della Parola di Dio. Un ruolo importante può essere svolto dalla Scuola Diocesana di Teologia sia per il livello di formazione che offre, sia proponendo ogni anno un corso di approfondimento sul libro biblico scelto per i GdA. Da parte mia continuerò la Scuola della Parola per i giovani, secondo le indicazioni proposte dall’Ufficio per la Pastorale Giovanile, come pure gli incontri biblici per i tempi liturgicamente “forti” nella Chiesa Cattedrale. Inoltre mi propongo di incontrare, in una giornata, i partecipanti ai GdA presenti in Diocesi in modo da evidenziare la dimensione 4
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ecclesiale del cammino intrapreso. Il libro biblico sul quale ci fermeremo in questo anno pastorale è il Vangelo di Matteo. Un testo caratteristicamente ecclesiale che sostanzierà la comune tematica sulla quale l’intera diocesi è impegnata. Chiedo ai Parroci, con fiducia ed insistenza, di continuare o di iniziare questa strada perché senza la loro convinta adesione e senza la loro presenza di formazione e di accompagnamento rivolta soprattutto ai laici animatori dei gruppi, questo itinerario che la nostra Diocesi ha aperto sarebbe destinato a dissolversi.
2. Parrocchie in Alleanza E’ uno dei temi su cui abbiamo lungamente insistito e lavorato nel trascorso biennio e sul quale stiamo misurando la fatica, perché non si tratta semplicemente di un fatto organizzativo tra Parrocchie vicine ed omogenee, ma di una mentalità nuova che tutti, vescovo, presbiteri e laici, siamo chiamati ad acquisire. E’ un lungo cammino di mentalizzazione che richiede la capacità e l’impegno a pensare insieme la pastorale, a progettarla insieme, per attuarla in maniera coordinata ed integrata tra diverse parrocchie, nello spirito della Comunione. Certamente è questo uno degli ambiti in cui mentalizzazione e realizzazione anche solo parziale di certe iniziative e comportamenti si sostengono e si promuovono a vicenda. E’ un aspetto straordinariamente attinente a quella dimensione ed esperienza ecclesiale che vogliamo porre al centro di questo anno pastorale: così l’impegno sui sono chiamati Sacerdoti, Diaconi e Laici risulta motivato e sostenuto. Abbiamo cominciato a muoverci in questa linea, ad incamminarci su questa strada con una certa fatica, con risultati iniziali che sono incoraggianti ma chiedono costanza e dedizione, soprattutto quando incontriamo persone e contesti in cui questo criterio stenta maggiormente ad entrare ed a diventare prassi 5
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pastorale ordinaria. Con particolare urgenza ed evidenza lo stile delle “parrocchie in alleanza” si pone per i vicariati della nostra montagna e, con diverse motivazioni, per quelli di città o di centri assimilabili alla città. Gli ambiti su cui sviluppare il coordinamento e la collaborazione tra le Parrocchie sono quelli già in altre circostanze segnalati: la pastorale giovanile, la pastorale familiare, la pastorale della Carità, la formazione dei Catechisti, degli operatori pastorali, degli animatori dei gruppi di Ascolto, il coordinamento dell’orario e del numero delle S.Messe, i corsi in preparazione al Matrimonio e la pastorale familiare, la costituzione di un unico Consiglio Pastorale Parrocchiale, laddove è opportuno, o almeno, alcune convocazioni congiunte dei diversi Consigli. L’ambito in cui progettare ed accompagnare la realizzazione delle Parrocchie in Alleanza è certamente il Vicariato, sia come assemblea dei Sacerdoti, sia come Consiglio Pastorale Vicariale. A livello diocesano continueremo a sollecitare, progettare e costruire questa nuova realtà pastorale attraverso l’assemblea dei Vicari Foranei che già tanto, nel trascorso biennio, si è impegnata su questo versante.
3. Organismi di partecipazione ecclesiale Siamo riusciti, nell’ambito del trascorso biennio, attraverso un iter di ampia consultazione ecclesiale, a realizzare un prototipo di Statuto e di Regolamento per i Consigli Pastorali Parrocchiali, che può essere utile anche per configurare il Consiglio Pastorale Vicariale. Siamo pure riusciti a costituire una Commissione Pastorale Diocesana che ha iniziato il suo lavoro di studio e di consiglio al Vescovo. Occorre in questo anno proseguire la strada intrapresa, pertanto sulla necessità che ogni Parrocchia abbia il suo Consiglio per gli 6
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Affari Economici, obbligatorio (come previsto dal Codice di Diritto Canonico) ed effettivamente funzionante. Si provveda altresì alla costituzione del Consiglio Pastorale Parrocchiale in quelle Parrocchie o unità pastorali che ne fossero ancora sprovviste, in modo che sarà poi possibile procedere alla realizzazione dei Consigli Pastorali Vicariali. Non insisto sul valore teologico e pastorale di questi organismi, rimandando ad un’attenta lettura del “preambolo” presente nel testo dello statuto preparato dalla Diocesi. Solo sottolineo e richiamo quanto questi organismi possano effettivamente costruire una mentalità ed una prassi di Chiesa in linea con quella che in questo anno intendiamo rinvigorire e sperimentare.
4. I Vicariati Il programma pastorale diocesano per gli anni 2008-2010 indicava nei vicariati un luogo imprescindibile in cui costruire un’autentica fraternità presbiterale, uno stile pastorale di effettiva promozione e collaborazione con i laici, la costruzione di una mentalità ed una prassi pastorale che ci aiutasse a lavorare insieme ed a collegare e sintonizzare il cammino delle nostre Parrocchie. Anche sotto questo aspetto stiamo provando una non lieve fatica: alcuni Vicariati hanno proceduto nel cammino, altri sembrano registrare maggiori resistenza o difficoltà. Certamente abbiamo a che fare con difficoltà oggettive che sono serie e pesanti: alcuni vicariati sono assai limitati soprattutto per il numero di Sacerdoti, cui si aggiunge l’anzianità o lo stato di salute; altri hanno un Clero assai eterogeneo per provenienza e cultura sono perciò chiamati ad una fatica supplementare ma possono anche esprimere una più variata ricchezza per la nostra Chiesa; qualche vicariato (penso a quello 7
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di città) è eccessivamente frammentato per numero di Chiese e di parrocchie ed inoltre registra la presenza di non pochi Sacerdoti che non hanno responsabilità pastorale nel vicariato stesso. Il Consiglio Presbiterale, nel passato biennio, ha iniziato a studiare una riforma dei vicariati, se questo possa risultare utile, ma il lavoro non ha ancora raggiunto il suo compimento. Continueremo e cercheremo di concludere questo percorso. Ma lo sforzo e l’impegno maggiore sui soprattutto i Presbiteri ed i Diaconi sono chiamati deve essere quello di fare un investimento di speranza e di fiducia negli incontri vicariali, sottraendoli alla sciatteria delle assenze non motivate, dei ritardi o delle partenza in anticipo senza vera causa, della mancanza di un ordine del giorno preciso che aiuti a non divagare od a parlare di occasionalità. Rimane forte e fermo il valore ecclesiale, pastorale ed umano di un incontro Vicariale ben condotto e vissuto (secondo i 3 momenti: la preghiera, la programmazione o verifica pastorale, la commensalità). Da parte della Diocesi continuerà, anche questo anno, un aiuto per lo svolgimento di questi incontri, mentre da parte mia ribadisco il desiderio e la disponibilità a partecipare all’assemblea dei Sacerdoti e dei Diaconi nei diversi vicariati quando vorranno invitarmi.
5. La formazione permanente del Clero Non sarà possibile per noi, per la nostra Diocesi, ricompaginare ed intensificare in questo anno pastorale l’esperienza gioiosa e motivante di essere Chiesa e perciò un evento di dono e di presenza del Signore dentro la storia (la Chiesa come “mistero”) se questo percorso non verrà compiuto, esemplarmente dal Vescovo, dal Presbiterio, da ciascuno dei Sacerdoti e dei Diaconi. Perciò il programma pastorale ha specifiche attenzioni e richieste da rivolgere loro. Esse nascono da una riflessione di merito condotta in Consiglio Presbiterale e 8
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dal lavoro di una commissione che ha riflettuto sul tema. Oltre agli incontri Vicariali per i Sacerdoti, cui ho accennato nel punto precedente, intensificheremo in questo anno le assemblee diocesane, accogliendo anche la esplicita richiesta di diversi Presbiteri. Alcune di queste convocazioni dell’intero Presbiterio e dei Diaconi avranno carattere di “Ritiro spirituale”, le altre di formazione teologica e pastorale; qualche volta esse si prolungheranno anche alla prima parte del pomeriggio. Vorrei che queste giornate fossero riscattate da un atteggiamento un po’ strascicato di passività e raccogliessero la presenza e la partecipazione effettiva di tutti noi; vorrei soprattutto che segnassero una crescita spirituale, teologica e pastorale del Presbiterio, rinsaldando tra noi i vincoli di fraternità sacramentale e di reciproca amichevole vicinanza. Ripropongo, anche per questo anno, un corso di Esercizi Spirituali per i Presbiteri ed i Diaconi (come già abbiamo fatto lo scorso anno con discreto risultato) cercando di chiedere il più possibile una continuità di presenza. Il corso di Esercizi di terrà nel mese di Novembre (dal pranzo di Lunedì 22 al pranzo di venerdì 26). Nella linea della formazione permanente del Presbiterio credo che occorra ripensare anche ad una preziosa risorsa della nostra Diocesi: la Settimana Teologica. Essa ha certamente finalità e destinatari più ampi rispetto al Presbiterio, ma pure occorre che recuperi attenzione e partecipazione da parte nostra in modo da configurarsi anche come un’occasione di aggiornamento teologico e pastorale che ci viene efficacemente offerto. Da parte mia continuerò gli incontri con i Sacerdoti ordinati negli ultimi 10 anni ed anche con i presbiteri non italiani (ma aperti a tutti) su specifiche questioni di vita pastorale. La positiva esperienza e la risposta dello scorso anno incoraggiano a proseguire su questa strada. 9
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6. Caritas Se vogliamo mettere al centro di questo anno la rinnovata e gioiosa esperienza del nostro essere Chiesa per la vita del mondo, non possiamo prescindere da questa dimensione della vita ecclesiale che non è semplicemente applicativa o consequenziale rispetto alle altre, ma costruisce il nostro essere Chiesa da di dentro ed ha un intrinseco potenziale missionario e di annuncio del Vangelo. Occorre, in questo anno pastorale, insistere sull’impegno e nella proposta perché la Caritas venga costituita in ogni parrocchia o a livello interparrocchiale, in modo che possa validamente animare la sensibilità e l’azione caritativa dell’intera comunità cristiana verso il territorio. Perché poi questa azione non sia cieca o solo occasionale è importante la presenza di centri di ascolto del disagio e centri di “osservazione” e di lettura del territorio, delle vicende umane e socio-economiche in atto. Sono impegni che devono vedere la presenza e la collaborazione del vicariato in stretto collegamento e coordinamento con la Caritas Diocesana. Segnalo ancora l’importanza, da parte dei Sacerdoti e delle Comunità Cristiane, di mantenere un forte contatto con le espressioni di volontariato presenti sul territorio, soprattutto se si dichiarano di ispirazione cristiana. E’ in atto un processo di laicizzazione o comunque di appiattimento sulla professionalizzazione del servizio che progressivamente indebolisce l’ambito motivazionale e valoriale del volontariato, perciò anche il suo radicamento cristiano. Segnalo infine l’importanza di continuare nel servizio educativo verso gli operatori Caritas in modo da mantenere forte ed alimentare, in essi, la motivazione evangelica che li determina a questa scelta.
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7. Due urgenze Nel quadro del cammino pastorale di quest’anno richiamo l’attenzione e la continuità d’impegno sulla pastorale giovanile, in accoglienza e collaborazione con le proposte dell’Ufficio Diocesano. E’ quanto mai importante dare una continuità formativa al Sacramento della Cresima, per i nostri ragazzi, aiutandoli ad incontrare una chiesa accogliente ed amica perché vicina al Signore e configurata al Vangelo. Il luogo ordinario di questa continuità educativa che accompagna nell’adolescenza e nella giovinezza sono le Parrocchie ed i movimenti ecclesiali. La collaborazione tra comunità parrocchiali, le “parrocchie in alleanza”, potrà certo riuscire ad esprimere e costruire qualcosa di valido in questa direzione: occorre fantasia, coraggio e costanza. L’Ufficio Diocesano, con le necessarie collaborazioni, vuole aiutare le Parrocchie su questa strada. Nelle sue iniziative, in questo anno, cercherà di portare la proposta della “Scuola della Parola” da me presieduta, all’interno dei singoli vicariati, dentro le parrocchie, in modo da diffondere una valida esperienza, farla incontrare con le diverse realtà giovanili, collegare tra loro nella conoscenza e nella collaborazione i gruppi esistenti, cercando o rafforzando un “reticolato” ecclesiale. A livello diocesano continueranno proposte specifiche sul settore giovanile, rivolte al complesso dei gruppi presenti nelle comunità cristiane e nelle Associazioni o Movimenti, incentrate sia sulla dimensione formativa sia su quella testimoniale e missionaria verso la città ed il più ampio ambito dei giovani presenti sul territorio. Continueranno così ad essere proposti, per quei giovani che non si riconoscono esplicitamente nell’annuncio cristiano, progetti e percorsi specifici di conoscenza, comprensione, rivalutazione del 11
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patrimonio valoriale cristiano presente nella loro stagione di vita e nella società. Nell’estate 2011 parteciperemo alla GMG di Madrid, non certo come “episodio” isolato o in sé concluso, ma come momento forte di conoscenza e di esperienza ecclesiale nella continuità di un itinerario formativo vissuto nella Diocesi. La seconda urgenza è quella della pastorale familiare sia come preparazione al matrimonio, sia come ordinario sostegno al cammino ed alle difficoltà del diventare e rimanere famiglia nel trascorrere del tempo, sia come vicinanza ed aiuto alle coppie in crisi ed alle famiglie dissolte o successivamente riformatesi. La ricchezza di attenzioni e di iniziative che caratterizza la nostra Diocesi su alcuni di questi aspetti, ha bisogno di completarsi, di coordinarsi, di diffondersi. E’ anche un modo di raccogliere e continuare l’eredità morale e pastorale che il Vescovo Simone Scatizzi ci ha lasciato. La collaborazione tra parrocchie e l’integrazione con le Associazioni ed i Movimenti ecclesiali può riuscire e realizzare proposte di qualità in questo settore. L’Ufficio Diocesano proseguirà nell’impegno e nell’aiuto perché le Parrocchie o i Vicariati possano esprimere iniziative di formazione e di servizio qualificate, cercando anche di organizzare momenti diocesani che pongano la famiglia al centro dell’attenzione e della dedizione dell’intera comunità ecclesiale.
8. Alcuni obiettivi particolari Prima di concludere questa lettera desidero far presente alcuni aspetti che toccano significativamente la nostra vicenda ecclesiale in questo anno ed in quelli successivi. 12
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Agli organismi diocesani di partecipazione ecclesiale (Consiglio Presbiterale, Commissione Pastorale, Assemblea dei Vicari) chiederò in questo anno di riflettere e programmare il percorso della nostra chiesa per il prossimo decennio, in sintonia con gli orientamenti della CEI. Vorrei che i dieci anni che ci stanno dinanzi fossero una stagione forte e generosa, capace di incidere e di configurare evangelicamente il volto della nostra chiesa. Vorrei che ci costassero fatica, ma una fatica che non logora perché è seminata di gioia e percorsa dal vento della speranza. Abbiamo dunque bisogno di sostare, di ascoltare, di riflettere, di pregare, di capire, di progettare prima di partire. A questo servirà l’anno pastorale in corso. Il secondo elemento che richiamo è una risorsa già presente da molti anni nella nostra Chiesa: la settimana teologica. Essa è da sempre legata alla generosità ed all’intelligenza di Mons. Giordano Frosini. Vorrei che, dopo 24 anni di strada, fosse nuovamente riconosciuta nel suo valore e nelle sue potenzialità e fosse assunta dalla nostra Chiesa, (primi fra tutti i Sacerdoti, i Religiosi, i Diaconi, gli Operatori Pastorali) come un momento corale, quasi la porta di accesso e di ingresso nel nuovo anno pastorale, rafforzando l’ancoraggio alla vita ed ai percorsi della Chiesa pistoiese. Anche su questo chiamerò a riflettere il Consiglio Presbiterale e la Commissione Pastorale. Ritengo, come terzo elemento, che l’anno pastorale 2010-2011 con la forte caratterizzazione di esperienza di Chiesa che intendiamo dargli, possa utilmente culminare in un evento, in una “celebrazione” che evidenzi la nostra realtà ecclesiale, la manifesti e ce la faccia pedagogicamente percepire. Penso ad una veglia di Pentecoste vissuta come manifestativa del nostro essere popolo del Signore che, con il dono della varietà e della pluralità, sotto la guida dello Spirito concordemente cammina verso la realizzazione del Regno. 13
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Credo che sarebbe un momento di grazia e di sprone per tutti. Infine, continuando la prassi dei pellegrinaggi diocesani iniziata in questi anni, che ci ha portati a Lourdes, in Terra Santa, alla Basilica di San Paolo in Roma, alla Sindone di Torino ed ultimamente a Fatima e Santiago, annuncio che nella prima metà di Agosto 2011 faremo un pellegrinaggio di 8-9 giorni in Turchia, cercando di ripercorrere l’itinerario di S.Paolo e di vivere l’esperienza spirituale dell’incontro con le comunità cristiane dei primi secoli. Sarà ancora un modo di rafforzare biblicamente quella forte esperienza di chiesa che intendiamo porre al centro di questo anno. Carissimi Sacerdoti e Diaconi, sorelle e fratelli della Chiesa pistoiese ecco alcuni punti emergenti, alcune priorità che cercheremo di tenere presenti, di realizzare o di far crescere in questo anno. Ripeto che non sono tutto e non sono neppure, di necessità, le cose più decisive nella vita della Chiesa. Sono alcune strade avviate ed urgenti oggi per noi, su cui ci sforzeremo di proseguire e di avanzare, in modo da assodare i risultati raggiunti e da intravvederne ancora di nuovi. Questo programma pastorale che vi affido per l’anno in corso deve essere letto in continuità con quello dato per il biennio 2008-2010, senza il quale risulterebbe disorganico nelle proposte e povero nelle motivazioni e nelle analisi: quello fa da sfondo e da supporto a questo. Affido al Signore, per le mani di Maria e di S. Iacopo, quanto qui è scritto e chiedo a ciascuno di voi di consegnarci reciprocamente nella preghiera al Signore, perché voglia risvegliare e ravvivare in noi la gioia per il dono di essere Sua Chiesa.
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