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Associazione Istituto Pelagia Romoli Casa di accoglienza Ginetta Gori Pistoia

Documentazione Qualità

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Carta dei Servizi

CS

Sommario Sommario ................................................................................................................................................... 1 1. Premessa ............................................................................................................................................... 2 2. Mission .................................................................................................................................................. 3 3. Politiche complessive............................................................................................................................. 3 4. Obiettivi ................................................................................................................................................. 4 5. Caratteristiche della struttura ................................................................................................................. 5 5.1 5.2 5.3 5.4 6. Modalità'

UBICAZIONE ............................................................................................................5 AMBIENTE ................................................................................................................5 PERSONALE .............................................................................................................7 ORGANIGRAMMA INTERNO .............................................................................10 e procedure di ammissione, fruizione e dimissione dalla struttura ............................... 11

6.1 AMMISSIONE ......................................................................................................... 11 6.2 FRUIZIONE .............................................................................................................13 6.2.1 RAPPORTI INTERNI ..........................................................................................13 6.2.2 RAPPORTI ESTERNI ..........................................................................................13 6.2.3 CARATTERISTICHE del P. E. I. ......................................................................14 6.2.4 CARATTERISTICHE della C.P.O. ....................................................................16 6.3 DIMISSIONE ...........................................................................................................17 6.3.1 DIMISSIONE CONCORDATA ............................................................................17 6.3.2 DIMISSIONE NON CONCORDATA ..................................................................18 7. Procedure amministrative in fase ammissiva, fruitiva e dimissiva ..................................................... 19 7.1 NOTE SPECIALI per situazioni/eventi particolari .............................................20 8. ENTI ESTERNI IN COLLABORAZIONE ................................................................................... 20 9. ATTIVITA' GIORNALIERA ............................................................................................................ 21 9.1 GIORNATA – TIPO .................................................................................................22 Numero Revisione

Motivo

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PRIMA EMISSIONE

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I° Revisione

Data 15/03/10 delibera n.3 seduta CDA del 23/03/2010 10/06/11 delibera n. Seduta CDA del 20/06/2011

Firma Legale Rappresentante

Firma Responsabile Qualità


1. Premessa Nella comunità pistoiese numerosi sono i servizi e le istituzioni pubbliche e private che si rivolgono alla famiglia, alle madri ed ai minori, offrendo una gamma diversificata di interventi in risposta a vari bisogni personali e familiari manifestati dalla popolazione locale: i consultori familiari e quelli specificatamente dedicati alle donne, i centri polivalenti di sostegno alla famiglia, i centri diurni a sostegno dell'infanzia e dell'adolescenza, così come le associazioni di volontariato e gli enti promotori di attività mirate alla prevenzione ed al supporto delle problematiche più significative per le fasce deboli. L'evolversi della legislazione nazionale e regionale e delle normative comunali relative al settore sociale ha progressivamente assorbito e sistematizzato quella tradizionale "cultura della solidarietà" che nella comunità locale pistoiese ha radici antiche; la sempre maggiore conoscenza e sensibilità verso i bisogni delle fasce deboli, manifestate sia da parte delle professioni sociali sia da parte del mondo del volontariato e delle organizzazioni onlus, hanno concorso in passato e contribuiscono tuttora alla creazione di nuove iniziative socio-assistenziali ed al potenziamento di quelle già storicamente esistenti sul territorio, attraverso una proficua "messa in rete" di risorse, idee, progetti, azioni, che trova realizzazione anche nella futura Società della Salute. Talvolta, per la gravità e la complessità delle problematiche manifestate, la varietà degli aiuti economici, psicologici e sociali messi a disposizione dalle organizzazioni pubbliche e private risulta tuttavia insufficiente a permettere che gestanti o madri con figli permangano all'interno della propria casa e famiglia di origine. In questi casi, supportate e stimolate dagli operatori dei Servizi Sociali oppure sotto la disposizione diretta del Tribunale per i Minorenni, le gestanti e le madri con i loro minori pervengono alla determinazione di fruire dell'ospitalità di una struttura di accoglienza che, nel rispetto della loro personalità ed individualità, le accompagni e le sostenga nell'esperienza della maternità, con tutte le difficoltà inestricabilmente connesse alla genesi ed al primissimo sviluppo del loro rapporto con i figli.

2. Mission La Casa di Accoglienza per gestanti e madri con figli "Ginetta Gori", afferente all'Associazione di Volontariato "Istituto Pelagia Romoli"-onlus, si propone quindi di ospitare presso la propria comunità gestanti o madri con figli (di massimo 24 mesi) che, per cause e circostanze diverse tra cui il rifiuto, l'abbandono, l'ostilità familiare, risultino prive di risorse materiali ma soprattutto di un ambiente affettivo-relazionale tale da garantire il necessario supporto al positivo ed armonico svolgimento della gravidanza, dell'accoglienza del neonato o della realizzazione del rapporto relazionale con il proprio bambino/a in tenera età. L'accoglienza ha durata temporanea e variabile e si indirizza a donne minorenni e maggiorenni, italiane o straniere, coniugate o nubili, separate o divorziate, le quali, per varie motivazioni, si trovino nello stato di assoluta necessità di essere ospitate presso una struttura protetta.


La mission della Casa risulta quindi focalizzata sulla protezione, tutela ed armonizzazione del rapporto madre-bambino, elicitando la progressiva autonomizzazione della funzione genitoriale materna, nell'ottica della promozione integrale della persona e del suo pieno reinserimento sociale.

3. Politiche complessive La Casa non si propone solo come struttura con finalità assistenziali ma aspira anche a costruire intorno alle ospiti una rete di relazioni e supporti tali da stimolare un'autentica opera di promozione umana e sociale. I criteri socio-educativi di riferimento sono quelli indicati dalle discipline pedagogiche, psicologiche e sociologiche. Particolare attenzione e cura vengono profuse nello stabilire una relazione forte, stabile ed individualizzata con ogni ospite accolta e con suo figlio/a, per favorire la progressiva maturazione, auto-consapevolezza e responsabilizzazione della donna. Le ospiti vengono accolte infatti in quanto donne che hanno deciso di far nascere il proprio bambino/a, pertanto qualsiasi intervento effettuato a loro supporto deve concorrere a sostenere tale principio. La donna viene supportata in ogni modo e con ogni risorsa (interna o esterna alla struttura) ritenuta necessaria al fine di risvegliare, stimolare o perfezionare la sua competenza genitoriale, perciò priorità assoluta viene attribuita alle esigenze dei neonati ed ai loro ritmi di vita, nel rispetto dei quali le madri sono chiamate a modulare le proprie attività, esigenze ed aspirazioni. Le diverse professionalità che compongono l'équipe di struttura, in virtù delle loro specifiche competenze e modalità d'intervento, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della Casa attraverso il loro contributo al lavoro collettivo interno alla struttura, fondando i propri rapporti con le ospiti sul massimo rispetto della persona e della sua dignità. Esse fungono anche da interfaccia tra le ospiti ed il tessuto sociale esterno, attraverso la stretta collaborazione con tutti quei servizi ed organi presenti sul territorio la cui specifica opera risulti d'aiuto non solo per le problematiche contingenti delle ospiti ma soprattutto per il supporto al mantenimento della loro futura autonomia. Viene perciò favorita nell'ospite la conoscenza e l'inserimento in quella rete esterna di sostegno offerta dal territorio stesso ed alla quale la donna potrà autonomamente rivolgersi anche dopo la conclusione del suo percorso interno alla struttura, nell'ottica del raggiungimento di un pieno reinserimento sociale. L'attività della Casa, in continuità con l'opera della Fondatrice dell'Istituto a cui afferisce (ovvero Maria Pelagia Romoli, che apparteneva al terzo ordine dei Servi di Maria), si ispira a princìpi cristiani ed adotta metodologie e stili d'azione ad essi riconducibili, senza tuttavia discriminare in alcun modo le ospiti ma anzi nel pieno rispetto delle varie culture di provenienza e delle religioni professate, allo scopo di progettare e realizzare un ancor più valido e diversificato intervento di supporto alla persona, che si arricchisca e si giovi degli aspetti più positivi emergenti dalla convivenza interculturale. La partecipazione dell'ospite alle sue consuete pratiche religiose viene quindi non solo permessa ma favorita, nella certezza che il radicamento nelle proprie origini culturali non infici ma anzi stimoli il pieno recupero del benessere psico-fisico della persona. Nell'ottica della politica di sostengo alla promozione umana e nel rispetto della mission specifica


della struttura, la vita interna della Casa è basata sulla collaborazione reciproca e sulla progressiva responsabilizzazione personale; alle ospiti viene chiesta la disponibilità a collaborare tra di loro e con il personale di struttura per tutti gli aspetti legati alla quotidianità gestionale (preparazione dei pasti, pulizia degli ambienti personali e collettivi, ecc.), onde rendere possibile non solo una serena e proficua coabitazione ma soprattutto lo sviluppo e la valorizzazione dell'autonomia della persona. Sono adottate procedure e comportamenti atti a garantire la tutela del diritto alla riservatezza e dignità della persona durante l'intero processo di assistenza e cura.

4. Obiettivi La Casa si propone come luogo protetto e privilegiato, dove le ospiti possano allenare e fortificare le proprie risorse psico-sociali, le proprie competenze genitoriali, rimettendo in gioco tutte le proprie potenzialità, nel tentativo di superare le difficoltà quotidiane così come le problematiche sociali, relazionali ed esistenziali che le hanno condotte all'inserimento in una comunità. Obiettivo primario consiste nel far prendere coscienza alla donna del notevole cambiamento esistenziale connesso alla nascita del proprio figlio/a e nell'aiutarla ad assumersi le responsabilità e gli impegni che la maternità comporta, promuovendo il più possibile la sua autonomia nella gestione quotidiana del bambino. Tale processo risulta quindi notevolmente facilitato qualora gli inserimenti vengano effettuati durante la gravidanza, anche nell'ottica della prevenzione delle depressioni post-partum. Questo processo di sensibilizzazione ed autocoscienza deriva da una pratica di sostegno particolarmente importante soprattutto nei casi delle gestanti che si trovano ad affrontare la loro prima gravidanza, oppure nel caso di donne straniere, le quali spesso devono gestire l'ansia aggiuntiva derivante dalla separazione dai loro principali riferimenti parentali o amicali. Questo obiettivo primario si declina nei due obiettivi, secondari e correlati, corrispondenti alla duplice valenza dell'accudimento primario. Esso racchiude in sè sia l'aspetto delle pratiche di cura e gestione materiale dei bisogni fisiologici del neonato, sia l'aspetto della sintonizzazione emotiva e dell'empatizzazione con il bambino: la sinergia tra questi due livelli permette il progressivo sviluppo ed il successivo consolidamento di una armonica funzione genitoriale materna. In tal senso, nel rispetto della libertà di scelta individuale e delle differenze interculturali, la struttura opera cercando di proporre modalità di accudimento e gestione del neonato e della relazione madre-bambino derivanti dall'esperienza medico-pediatrica e psicologico-educativa dei componenti dell'équipe, suggerendo quindi alla donna possibilità, stili, ipotesi di pratiche alternative, arrivando anche a supportarla praticamente, qualora sia necessario, ma evitando di sostituirsi alla sua funzione genitoriale. Il terzo obiettivo deriva dai precedenti e consta nell'impegno alla prevenzione della separazione della madre dal bambino. Nei casi in cui gli organi territoriali competenti (Servizi Sociali, Tribunale per i Minorenni) sospettino o abbiano già ipotizzato la compromissione della funzione genitoriale materna, diventa di prioritaria importanza creare le condizioni e fornire i sostegni necessari


affinchè, ove possibile, la ri-armonizzazione di tale funzione porti alla permanenza del minore all'interno della propria famiglia di origine.

5. Caratteristiche della struttura 5.1 UBICAZIONE La struttura è situata nel centro storico della città di Pistoia, in corso Silvano Fedi 26, accanto alla centralissima piazza Garibaldi. Risulta raggiungibile facilmente sia in auto attraverso l'autostrada A11 Firenze- Mare, sia provenendo dalla stazione ferroviaria di Pistoia, che dista a piedi circa 350 metri, sia in autobus.

5.2 AMBIENTE Lo stabile che ospita la struttura è un elegante palazzo d'epoca di proprietà della Curia Vescovile di Pistoia ed è stato finemente ristrutturato soprattutto nelle porzioni occupate dai locali della Casa di Accoglienza, allo scopo di renderlo non solamente conforme alle ultime normative vigenti in materia di accreditamento sociale ma anche più confortevole per le ospiti ed adeguato all'opera ivi svolta. Come previsto dalla normativa ed in pieno accordo con le politiche complessive e la mission della Casa, la struttura tende a riproporre il tradizionale assetto di una civile abitazione familiare, sia dal punto di vista della distribuzione e dimensione dei locali sia per quanto riguarda l'organizzazione e la gestione degli spazi, tra i quali alcuni sono più eminentemente personali ed altri completamente in comune e condivisi. I locali comuni e condivisi situati al primo piano sono costituiti dalla grande cucina abitabile, la dispensa, il vasto soggiorno con divani e televisione, l'ampia area-gioco per i bambini, la terrazzina esterna, le camere da letto. Ogni nucleo madre-bambino dispone di una propria camera da letto separata (fino ad un massimo di 4 nuclei), della quale usufruisce in modo esclusivo per tutta la duranta della sua permanenza in struttura. Ogni camera è dotata di un letto a una piazza per adulti (trasformabile in divano nelle ore diurne), un lettino a giardinetta ed una carrozzina (in base all'età del bambino), un'ampia scrivania, un ampio armadio (minimo quattro ante, massino sei ante), un mobilefasciatoio con cassettiera, un lavandino per il cambio ed il lavaggio del bambino in ambiente personale. La disposizione dell'arredamento è parzialmente modificabile da parte dell'ospite occupante in base alle proprie esigenze e preferenze ed è prevista la possibilità di apportare eventuali modifiche per favorire la personalizzazione dell'ambiente di vita (eccezion fatta nei casi in cui si rechi danno agli arredi e comunque compatibilmente con la normativa di riferimento in materia di sicurezza). I bagni per le ospiti sono presenti nel rapporto di un bagno ogni due adulte ma, come già dichiarato, ogni camera personale contiene in sè gli apparati necessari per l'accudimento igienico del proprio bambino.


Al piano terra si trovano invece sia locali comuni dedicati alle attività di servizio (spazio lavanderia, spazio stireria, corte interna), sia alcuni locali comuni specificamente destinati, ovvero: l'ambulatorio pediatrico, il salotto per le sedute di supporto psicologico e per gli incontri privati delle ospiti (con i familiari, i rappresentanti legali, gli avvocati) ed una sala-riunioni per gli incontri di verifica con i Servizi Sociali o l'ente inserente (l'accesso alla quale è subordinato alla presenza in struttura del personale interno). Sempre al piano terra, collegato internamente alla precedente sala-riunioni, è ìsituato un ufficio esclusivamente risevato al personale di struttura, ove è custodito in formato cartaceo e digitale tutto l'archivio dei documenti relativi alla comunità ed alle ospiti. Al piano terra è collocato infine il bagno del personale in servizio diurno, a suo accesso esclusivo. Tutti i locali dispongono di arredamento funzionale e accessori che mirano a rispondere alle esigenze delle ospiti e dei loro figli, contribuendo al loro benessere anche attraverso la cura dell'ambiente di vita e del comfort. E' assicurata l'accessibilità dell'utenza e l'individuazione dei percorsi esterni ed interni, anche tramite l'adozione di idonea segnaletica leggibile anche a distanza, di facile comprensione e difficilmente soggetta alle manomissioni.

5.3 PERSONALE La Casa di Accoglienza "Ginetta Gori" è emanazione dell'Associazione di Volontariato "Istituto Pelagia Romoli"-onlus, opera di beneficenza fondata in origine nel 1881 e denominata all'epoca "Rifugio delle Fanciulle Abbandonate" che, dopo essere stata eretta Ente Morale nel 1923 ed aver preso il nome di "Rifugio per l'infanzia Pelagia Romoli", divenne IPAB nel 1974 sotto il nome di "Istituto Pelagia Romoli", ottenne poi il riconoscimento di istituzione privata nel 1998 ed assunse nel 2001 l'attuale nome e natura di organizzazione non lucrativa di utilità sociale. Il Consiglio Direttivo dell'Istituto, composto da 12 membri e guidato da un Presidente e Legale Rappresentante, oltre ad occuparsi di tutta l'attività benefica esercitata dall'Associazione di Volontariato, ha l'incarico di selezionare e nominare la Responsabile della Casa di Accoglienza e di affidarle tale ruolo tramite apposita Delibera. Si assicura inoltre, assieme alla Responsabile, che i vari ruoli interni all'èquipe gestionale della Casa di Accoglienza siano ricoperti da personale in possesso dei titoli previsti dalla normativa vigente e, qualora necessario, pianifica forme legittime per l'acquisizione degli stessi anche tramite forme legittime di valorizzazione dei saperi, implementazione formativa, riconoscimento delle esperienze lavorative pregresse/acquisite. La Responsabile ha il compito di assicurare il buon andamento della Casa, è titolare dei P.E.I. delle ospiti e del coordinamento educativo, rappresentante della struttura nei confronti dei familiari e degli eventuali curatori/legali rappresentanti delle ospiti e dei minori, nonchè referente dei rapporti con la comunità locale ed il volontariato. Presta servizio (anche notturno) all'interno della struttura, supervisiona il lavoro svolto dal personale e relaziona in merito alla propria gestione durante le periodiche riunioni di Consiglio Direttivo dell'Associazione onlus, presiedute dal Presidente e Legale Rapresentante dell'ente. La Responsabile propone dell'educatore di struttura, che viene incaricato con apposita delibera dal Consiglio Direttivo dell'Istituto. L'educatore ha la funzione ed il compito di coadiuvare la Responsabile nell'organizzazione e nello svolgimento delle attività legate ai P.E.I. delle ospiti,


promuovendone, organizzandone, partecipando e verificandone l'attuazione. L'educatore coadiuva la Responsabile anche nel coordinamento dei volontari (ordinari e professionali) di struttura e nel rapporto con tutti gli altri enti/servizi del territorio con cui la Casa collabora. L'educatore è chiamato a partecipare attivamente anche alle attività quotidiane legate alla gestione pratica della Casa, coinvolgendo e coordinando le ospiti presenti nella loro effettuazione (approvvigionamenti alimentari e non, incombenze domestiche, ecc.) La Responsabile si avvale inoltre della collaborazione stabile di una collaboratrice religiosa, che la interscambia nel prestare servizio diurno e notturno all'interno della struttura. La collaboratrice religiosa svolge compiti e funzioni prevalentemente relative alla gestione pratica della Casa ma partecipa anche all'équipe gestionale e riveste eventualmente funzioni o ruoli o compiti particolari stabiliti ed affidatigli in itinere dalla Responsabile. La Responsabile propone altresì al Consiglio Direttivo la nomina di uno psicologo di riferimento per la struttura, che, come libero professionista esterno, si occupi di effettuare sedute periodiche con le singole ospiti, preferibilmente presso di appositi locali individuati all'interno della struttura. Oltre a portare avanti il proprio supporto/terapia alla singola ospite in base alle sue peculiari problematiche, lo psicologo di struttura ha il compito di mediare le dinamiche di gruppo che si vengono a creare tra le varie ospiti, al fine di favorire la distensione del clima emotivo delle stesse e favorire l'instaurarsi di rapporti positivi e costruttivi tra le ospiti e tra queste ed il personale. Lo psicologo partecipa attivamente al lavoro dell'équipe gestionale, così come alla verifica periodica sui vari P.E.I. delle ospiti, producendo documenatzioni professionali di taglio specialistico ove richiesto dai Servizi Sociali e/o ritenuto necessario dalla Responsabile. Qualora ritenuto necessario, lo psicologo effettua incontri di supporto anche per il personale di struttura. In accordo con lo Statuto dell'Associazione di Volontariato e nello spirito di libero aiuto promosso dalla Fondatrice, la Responsabile può accettare di giovarsi della collaborazione di eventuali volontari esterni che dimostrino la volontà di partecipare alle attività ed alla vita quotidiana interna alla Casa. A tali volontari possono essere assegnati ruoli specifici, diversificati in base alle attitudini professionali e personali, alle preferenze direttamente espresse ed alle necessità contingenti. In tal senso, l'opera dell'équipe gestionale è implementata nello svolgimento delle proprie attività quotidiane dalla presenza di massimo due volotontarie di sesso femminile (in rapporto numerico di una ogni due ospiti accolte), che prestano servizio interno continuativo con turni di presenza non sovrapposti. La Casa si avvale generalmente dei servizi medico-sanitari offerti dal territorio, dei medici generici e dei pediatri di base scelti dalle madri per i loro figli, ma, per assicurare la minore frammentarietà possibile alla propria opera di supporto alle ospiti, si giova anche della preziosa e graditissima opera di volontariato prestata da alcune figure professionali altamente specializzate nel settore della maternità e dell'infanzia, esperti che vengono contattati sia nei casi di necessità che per il periodico monitoraggio medico-sanitario delle ospiti e dei loro bambini. Si tratta di due ostetriche professionali (una attualmente in pensione e l'altra in attività lavorativa presso la U.O. di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero di Pistoia), un medico pediatra in servizio presso l'U.O. di Pediatria dell'Ospedale del Ceppo, due medici ginecologi (un uomo ed una donna), in servizio presso il presidio ospedaliero di Prato. Altro apporto professionale altamente specializzato ma volontario è fornito da un avvocato afferente al Foro di Prato e che collabora con la Casa per le


situazioni delicate in cui sia necessario avvelersi di consulenze legali o attivare procedure specifiche soprattutto presso il Tribunale per i Minorenni. Uno studio associato di esperti, nominato dal Consiglio Direttivo con apposita Delibera, collabora stabilmente come partner sia per l'Associazione di Volontariato onlus sia per la Casa di Accoglienza per tutto quello che concerne le procedure, le modalità e la gestione pratica degli aspetti amministrativo-finanziari dell'Associazione e della Casa, così come per ciò che attiene alla regolarità contributiva, previdenziale ed assicurativa inerente i rapporti di lavoro sia dipendente che assimilati e le libere consulenze professionali, ma anche per quanto riguarda il trattamento dei dati sensibili legato alla normativa sulla privacy. Altri consulenti esterni, sempre nominati dal Consiglio Direttivo, collaborano periodicamente in occasione degli interventi di adeguamento normativo a livello strutturale e/o gestionale. Gli attestati professionali di tutti i componenti dell'équipe gestionale sono comunque presenti in fotocopia in archivio ed eventualmente sottoponibili a controllo di chiunque ne faccia richiesta ed abbia diritto legale ad avervi accesso. La presenza di personale di riferimento all'interno della struttura è garantita 24 ore su 24 e documentata attraverso l'apposito Registro delle Presenze Giornaliere. L'operatore religioso in appoggio alla Responsabile assicura ulteriore reperibilità in caso di necessità. Tutti i membri dell'équipe gestionale prestano servizio a turno all'interno della Casa in base ai loro ruoli ed alle loro funzioni, diversificando la propria azione in base alle proprie professionalità e competenze. Tutto il personale di struttura, sia i membri dell'équipe gestionale sia i volontari esterni, si impegnano ad aiutare le ospiti nella gestione dei loro impegni quotidiani, così come nella creazione di relazioni positive all'interno della Casa, nel segno del reciproco rispetto e dell'accoglienza. Nell'organizzazione dei turni di presenza all'interno della struttura si cerca di evitare il più possibile un eccessivo turn-over del personale, sia nell'arco delle 24 ore sia come partecipazione generale alla vita della comunità, allo scopo di favorire l'omogeneità dell'assistenza, limitandone al minimo frammentazione e discontinuità.


5.4 ORGANIGRAMMA INTERNO Consiglio Direttivo

Presidente e Legale Rappresentante

dell'Associazione di Volontariato "Istituto Pelagia Romoli" onlus

dell'Associazione di Volontariato "Istituto Pelagia Romoli" onlus

Consulente amministrativo Responsabile di struttura

Collaboratrice religiosa

Educatore

Psicologo/psicoterapeuta Èquipe gestionale di struttura

Volontari esterni ordinari

Volontari esterni professionali

L'équipe gestionale interna di struttura, composta così come evidenziato nell'ellisse dell'organigramma, si impegna a garantire che le modalità di gestione delle attività della Casa risultino sempre discusse, condivise, partecipate ed armonicamente attuate da tutti i partecipanti alle attività stesse (volontari esterni compresi), nell'ottica del più proficuo lavoro di gruppo. Fermi restando i principi di libertà e discrezionalità dell'agire professionale di ogni membro, tutte le decisioni significative e le problematiche, emergenti sia tra/con le ospiti sia nell'équipe stessa o nei rapporti con gli enti esterni, vengono preventivamente discusse e condivise, in modo che la possibile soluzione o strategia per affrontarle risulti partecipata da tutti i membri dell'équipe e, per quanto possibile, uniformemente adottata dagli stessi nelle attività quotidiane o straordinarie. Gli eventuali scostamenti da tale indirizzo stabilito dall'équipe sono sottoponibili al controllo ed alla verifica da parte della Responsabile di struttura, che può relazionare in tal senso anche al Consiglio Direttivo dell'Associazione onlus.


6. Modalità' e procedure di ammissione, fruizione e dimissione dalla struttura La Casa porta avanti la propria attività sul territorio operando in convenzione con il Comune di Pistoia (in particolare i suoi Servizi Sociali), al quale è legata tramite una Convenzione a rinnovo periodico che regola e norma i principali aspetti relativi all'accesso al servizio, alle modalità di fruizione dello stesso, nonchè a quelle di cessazione dell'ospitalità. L'ammissione alla Casa avviene su presentazione del caso da parte dei Servizi Sociali ed è previsto diritto di prelazione ai casi provenienti dal Comune di Pistoia e dagli altri Comuni dell'area pistoiese. L'ammissione di casi presentati da altri Servizi Sociali esterni all'area pistoiese o da altre organizzazioni e associazioni è subordinata al consenso scritto da parte del Dirigente del SASC del Comune di Pistoia, che manifesta il suo eventuale consenso all'ente richiedente a seguito della presentazione, da parte di quest'ultimo, di una formale richiesta scritta per l'occupazione di uno dei posti disponibili in struttura, corredata dall'impegnativa di spesa relativa al sostentamento della retta per almeno i primi tre mesi di permanenza. Le seguenti procedure di ammissione, fruizione e dimissione tengono conto sia delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di minori, sia di eventuali disposizioni specifiche da parte dell'Autorità Giudiziaria.

6.1 AMMISSIONE La Responsabile della Casa riceve in via preventiva la documentazione relativa alla potenziale ospite e assieme all'équipe di gestione valuta il caso proposto dal punto di vista della sua confacenza alle caratteristiche gestionali della struttura e della sua compatibilità con gli equilibri sussistenti nel gruppo delle ospiti già accolte. L'ingresso effettivo nella comunità avviene previa presentazione di una serie di documentazioni riguardanti l'ospite da parte del Servizio Sociale o ente inserente: relazione aggiornata redatta dall'assistente sociale di riferimento o dal Responsabile dell'ente richiedente, completa di valutazione psicologica, ove disponibile. La relazione deve contenere una almeno minima anamnesi familiare ed una esaustiva descrizione della condizione psico-sociale della donna e del minore, oltre che una potenziale traccia del progetto di sostegno che il servizio Sociale o l'ente richiedente intende portare avanti con il suddetto caso. Tale traccia verrà poi eventualmente ripresa e sviluppata al momento della stesura del Progetto Educativo Individualizzato vero e proprio; scheda sanitaria, completata (o approvata, laddove già presente) secondo le indicazioni dell'Ufficio Igiene Pubblica della Azienda Usl n.3 di Pistoia. Il documento finale di nulla osta all'inserimento in comunità viene rilasciato dall'Ufficio Igiene Pubblica dopo che il medico preposto ha completato la valutazione dei risultati di un insieme di accertamenti medici, riguardanti l'esame obiettivo delle condizioni cliniche (eseguito dal medico


curante o da altro medico) sia della madre/gestante sia del minore, tutte le analisi richieste dalla Azienda Usl in base alle normative vigenti in materia (in generale riferite alle principali malattie infettive quali epatiti, tubercolosi, HIV, malattie a trasmissione oro-fecale) ed in base ad altre eventuali richieste specifiche che lo stesso Ufficio riterrà opportune in relazione al singolo caso. L'ammissione in struttura non è in nessun caso subordinata ai risultati clinici della scheda sanitaria; quest'ultima funge infatti unicamente da strumento di prevenzione, per attivare precocemente eventuali percorsi di supporto medico alla persona (laddove si riscontrino patologie) e soprattutto per attivare l'eventuale procedura di gestione del rischio biologico per gli operatori e le altre ospiti. Qualora infatti emerga la presenza di malattie trasmissibili, è lo stesso Ufficio Igiene Pubblica che provvede ad informare in via scritta la Responsabile sulle accortezze e sulle misure da adottare per evitare il rischio di contagio; la Responsabile mette quindi a disposizione di tutti gli operatori quanto indicato dall'Ufficio Igiene Pubblica e discute con l'èquipe gestionale se/quale livello di diffusione dare di tali informazioni alle altre ospiti presenti, nel rispetto delle normative sulla privacy ma anche del diritto alla salute. La Responsabile ha quindi il dovere di vigilare sulla corretta adesione e applicazione da parte tutti, operatori ed ospiti, delle indicazioni fornite dall'Ufficio Igiene Pubblica. documenti di identità o riconoscimento; Per le ospiti straniere, è necessario avere il permesso di soggiorno in corso di validità od almeno la prova documentale dell'avvenuta presentazione di richiesta di rinnovo o di rilascio dello stesso: la totale assenza di tale documentazione è condizione pregiudiziale per l'ammissione in struttura. In casi eccezionali è tollerato, in assenza di altri documenti di identità, il possesso del solo permesso di soggiorno o della cedola di richesta dello stesso. La presenza incompleta di uno o più dei suddetti documenti non costituisce in sè un elemento pregiudiziale per l'ammissione alla struttura unicamente nel caso in cui il Servizio Sociale o l'ente che presenta il caso dimostri di stare provvedendo attivamente per il suo completamento (anche in collaborazione con la struttura stessa). Le procedure di preparazione dell'ospite e dei suoi curatori/familiari nella fase di ammissione vengono gestite e curate dal Servizio Sociale competente o dall'ente inserente, che può richiedere di effettuare colloqui, incontri e visite preventive (anche molteplici) della futura ospite prima del suo effettivo ingresso. Tali incontri hanno la funzione primaria di stabilire ponti di continuità con la precedente attività assistenziale, effettuata in favore dell'ospite da parte dei Servizi Sociali o dell'ente inserente, garantiscono un percorso progressivo e significativo di avvicinamento della persona all'evetnuale nuovo contesto di vita temporaneo costituito dalla struttura e gettano così le fondamenta per l'adesione pienamente libera e consapevole della futura ospite al proprio programma individuale di supporto. Qualora multipli, tali colloqui/incontri possono essere effettuati con cadenza temporale inizialmente più diradata e progressivamente più intensa. Possono essere condotti sia convocando la Responsabile (o un suo delegato) presso la sede del Servizio Sociale o ente inserente (magari inizialmente), oppure possono essere svolti conducendo direttamente in visita presso la struttura stessa la futura ospite (magari in fase di intensificazione della frequenza degli incontri), al fine di mostrarle e farle conoscere sempre meglio i luoghi, il


personale, le altre ospiti già presenti, avviando il processo di familiarizzazione con il futuro ambiente d'accoglienza. A tali momenti di socializzazione ed interscambio, il Servizio Sociale competente o l'ente inserente ha l'obbligo di invitare a partecipare gli eventuali curatori/legali rappresentanti dell'ospite e, qualora lo ritenga oppurtuno o consigliabile, può invitare a partecipare anche i familiari.

6.2 FRUIZIONE Al momento dell'inserimento, la struttura comunica tempestivamente l'avvenuto ingresso dell'ospite e dell'eventuale figlio/i al Servizio Sociale competente ed al Dirigente del SASC di Pistoia, nonchè alla Questura di Pistoia nel caso di donne straniere [procedura ripetuta altrettanto tempestivamente nel momento in cui l'ospite gestante partorisce il proprio figlio]. L'ospite viene accompagnata dagli operatori a visionare tutto l'ambiente di vita della comunità, al fine di farle visitare e quindi conoscere sia tutti i locali interni alla struttura, sia le principali vie d'accesso alla stessa proveniendo dall'esterno, al fine di favorire l'accessiblità e l'inviduazione dei percorsi sia interni che esterni alla casa di accoglienza. La segnaletica in tutti i locali è leggibile anche a distanza, di facile comprensione e protetta da manomissioni. 6.2.1 RAPPORTI INTERNI

Nella prima e delicata fase di inserimento dell'ospite in struttura sussiste un periodo di osservazione e reciproca conoscenza della durata di 45 giorni, durante il quale l'ospite viene accolta e progressivamente resa parte delle attività della Casa, attraverso strategie tese a favorire l'integrazione e la partecipazione della donna nel rispetto delle sue condizioni, dei suoi bisogni psico-fisici, della sua "storia di vita" e degli equilibri preesistenti nel gruppo delle ospiti già accolte. Durante questa fase, l'ospite familiarizza con l'ambiente ed il personale e con l'organizzazione quotidiana della vita della comunità, prendendo anche visione dei vari Regolamenti Interni e della tutela legata alla normativa sulla privacy, firmando copia (che potrà tenere nella sua stanza) dei vari moduli che le vengono presentati, letti e spiegati dalla Responsabile o da un suo delegato interno al personale di struttura. 6.2.2 RAPPORTI ESTERNI

Durante la prima fase dell'inserimento, l'équipe gestionale richiede ai Servizi Sociali o all'ente inserente una maggiore frequenza degli incontri periodici, al fine di garantire la continuità del percorso assistenziale ma anche per poter monitorare e mediare al meglio la costruzione del nuovo rapporto ospite-struttura e verificare immediatamente eventuali volontà dimissive da parte della donna; la cadenza di tali incontri varierà in funzione delle richieste dell'ospite stessa e delle indicazioni della struttura. Ai familiari, congiunti diretti ed amici dell'ospite, laddove espressamente consigliato da parte del Servizio Sociale, può venire invece richiesto di diradare le visite all'ospite nella sola fase iniziale di osservazione, onde permetterle di inserirsi pienamente nel nuovo seppur temporaneo contesto di vita; questa richiesta viene avanzata nei casi in cui i condizionamenti esterni siano ritenuti dal Servizio Sociale competente come potenzialmente minanti per il benessere psico-fisico della donna e/o del minore e per la buona riuscita dell'inserimento in


comunità. In generale, ad inserimento avvenuto, viene comunque agevolata e stimolata la comunicazione diretta ed indiretta dell'ospite con i propri familiari, l'eventuale rete amicale esterna e tutti gli operatori dei servizi del territorio con cui abbia stabilito un rapporto significativo e positivo, coerentemente con i Regolamenti Interni. A questa linea di principio viene fatta eccezione nei casi in cui tali rapporti:  contravvengano alla normativa vigente;  siano soggetti a disposizioni restrittive/limitanti da parte di specifiche sentenze emesse dalle Autorità Giudiziarie o dal Tribunale per i Minorenni;  sulla base delle indicazioni e delle restrizioni ai contatti esterni stabilite da parte dell'assistente sociale di riferimento in sede di formulazione del P.E.I.. Durante i 45 giorni della fase di osservazione la struttura appronta una Scheda di Osservazione Iniziale, in cui raccoglie informazioni preziose in merito all'ospite, alle sue effettive necessità psicosociali e mediche, così da valutare la corrispondenza di tali informazioni con quelle contenute nella relazione d'ingresso e valutare altresì la possibilità che la struttura sia o meno in possesso delle caratteristiche per un efficace supporto al caso. 6.2.3 CARATTERISTICHE del P. E. I.

Entro il termine dei primi 45 giorni, l'équipe gestionale ed i Serivizi Sociali competenti sul caso collaborano congiuntamente alla redazione ed alla stesura del Progetto Educativo Individualizzato in favore dell'ospite, che partecipa attivamente alla sua delineazione e ne firma una copia. Tale progetto, della durata preferibilmente trimestrale o al massimo semestrale (successivamente rinnovabile), deve essere chiaramente orientato a sostenere la crescita personale dell'ospite e deve specificare contenuti, modalità, attività di tutela, sostegno socio-educativo e accompagnamento della stessa. Il P.E.I., così come di seguito delineato e gestito, costituisce prova della stretta procedura di raccordo sussistente tra la struttura ed i servizi esterni, nell'ottica della garanzia della continuità del percorso assistenziale. Schematicamente, esso deve contenere: breve anamnesi familiare e personale dell'ospite; eventuale analisi dei suoi bisogni relazionali (anche con la partecipazione dell'ospite stessa, dei suoi familiari e dei legali rappresentanti, salvo diverse disposizioni normative e qualora il Servizio Sociale di riferimento lo ritenga opportuno); obiettivi specifici d'intervento, realisticamente formulati, sia a breve che a lungo termine (con riferimento all'acquisizione di elementi volti all'autonomia personale dell'ospite ed al suo reinserimento nella comunità locale, come già dichiarato nella mission e negli obiettivi generali di struttura); tempi di realizzazione indicativi, realisticamente fissati almeno per gli obiettivi a breve


termine; prestazioni da attivare ed azioni da intraprendere da parte della struttura (con riferimento alle modalità di fruizione di servizi, infrastrutture, risorse ed opportunità esistenti sul territorio, al fine di facilitare l'inserimento dell'ospite nel tessuto sociale ed educativo locale, come già dichiarato nella mission e nelle politiche generali di struttura); impegni che si assume l'ospite stessa, anche in relazione al rispetto dei Regolamenti Interni; modalità e frequenza degli incontri di verifica periodici da effettuare con Servizio Sociale competente (comunque non inferiori ad un incontro ogni tre mesi); eventuale modalità e fre quenza dei colloqui indiretti e/o incontri diretti che la Responsabile (o un suo delegato) si impegna a tenere con: familiari curatori/legali rappresentanti dell'ospite titolarità degli interventi, soprattutto nei casi in cui il programma individuale dell'ospite coinvolga direttamente ed esplicitamente i rappresentanti di altri servizi/associazioni del territorio; eventuali restrizioni ai contatti esterni dell'ospite, stabilite da parte dell'assistente sociale di riferimento e concordate con la Responsabile di struttura; La Responsabile di struttura, supportata dall'équipe gestionale, risponde dei Progetti Educativi Individualizzati ed è quindi la figura di riferimento precipua per le ospiti all'interno dell'èquipe educativa/gestionale della Casa; tuttavia, come già dichiarato nelle politiche complessive e nella stessa mission, la struttura valorizza in ogni modo il rapporto educativo bidirezionale tra personale e gestante/madre, a partire dalla quotidianità dei gesti e delle attività fino alla gestione di momenti più significativi per la storia di vita ed il P.E.I. dell'ospite. Una volta concordato il Progetto Educativo Individuale, ogni ulteriore richiesta di modifica avanzata da parte dell'ospite stessa o del Servizio Sociale competente, così come ogni problematica o circostanza emergente che ne implichino la revisione, devono essere discusse con la Responsabile ed il Servizio Sociale stesso, i quali concordano le eventuali modifiche e le ratificano in sede di incontro di verifica periodico o straordinario. Qualora il Servizio Sociale competente lo ritenga possibile, consigliabile o addirittura necessario, nell'intento di garantire ove possibile la massima partecipazione del nucleo d'origine della donna al suo piano di supporto, i familiari dell'ospite possono venire convocati a partecipare alle fasi di discussione, verifica periodica ed eventuale modifica del Progetto. Per quanto attiene agli eventuali rappresentanti legali dell'ospite, essi possono venire contattati direttamente dall'ospite stessa e da lei invitati a partecipare alle fasi di discussione, verifica periodica ed eventuale modifica del Progetto, onde assicurare una piena e consapevole partecipazione dell'ospite stessa al mantenimento del rapporto con il proprio legale rappresentante; a questo principio si deroga nei casi in cui sia il Servizio Sociale competente a delegare la struttura alla gestione del rapporto tra ospite e suo legale rappresentante (tramite esplicita richiesta comunicata al momento della creazione dei P.E.I. o in sede di incontro di verifica) oppure nel caso in cui l'ospite arrivi a necessitare del supporto di un avvocato o di un legale


rappresentante e decida di avvalersi della consulenza dell'avvocato di fiducia della struttura, il quale potrà essere convocato in prima istanza dalla Responsabile ed in seguito dall'ospite stessa ogni qualvolta sia ritenuto necessario. La Responsabile figura come rappresentante della struttura nei confronti dei familiari e degli eventuali curatori/legali rappresentanti delle ospiti e dei minori, rendendosi disponibile a colloqui indiretti ed incontri ogniqualvolta se ne rilevi la necessità da parte sua, oppure venga contattata dagli stessi al bisogno, od altresì qualora venga stabilita in via programmatica una calendarizzazione di incontri periodici fissati in sede di formulazione/revisione del P.E.I. dell'ospite. 6.2.4 CARATTERISTICHE della C.P.O.

La Cartella Personale dell'Ospite (C.P.O.) è costituita dalla raccolta di tutte le infomazioni personali dell'ospite, sia quelle acquisite in fase ammissiva, sia quelle maturate nel corso dell'inserimento in comunità, sia quelle ritenute salienti ed acquisite anche in fase dimissiva e postdimissiva. Essa viene istituita al momento dell'ammissione e viene costantemente tenuta aggiornata. Contiene:  informazioni sui dati identitari, sociali e legali dell'ospite e del minore/i accolto/i, intendendo per 'dati legali' quelli eventualmente provenienti dall'Autorità Giudiziaria per la madre e dal Tribunale per i Minorenni per il minore;  relazione del Servizio Sociale e/o Sanitario competenti sul caso, complete quindi dei nominativi e dei recapiti dell'assistente sociale ed eventualmente dello psicologo/psichiatra del SSN che segua/abbia seguito il caso;  nulla osta finale all'inserimento a cura dell'Ufficio Igiene Pubblica della locale Azienda Usl n.3 e copia del contenuto della Scheda Sanitaria, elaborati prima (o perfezionati durante) l'inserimento dell'ospite in comunità attraverso l'Ufficio Igiene Pubblica della locale Azienda Usl n.3 o vidimati dallo stesso laddove già presenti;  nominativi e recapiti delle persone di riferimento per l'utente, ivi compresi tutori e/o legali rappresentanti, avvocati di fiducia, ecc.;  riferimenti del pediatra di libera scelta per il minore e del medico di medicina generale per la madre, accompagnati dalla di copia dei referti degli esami eventualmente prodotti per gestante, madre e minore durante il periodo della loro permanenza in struttura;  risultati della Scheda di Osservazione Iniziale, riportante quanto emerso nella prima fase dell'inserimento;  P.E.I. in copia firmata dall'ospite, annesso alla copia firmata dei Regolamenti Interni e dei modulti legati alla normativa sulla privacy;  risultati delle attività di monitoraggio in itinere e finali, così come emersi durante gli incontri di verifica periodica programmata (almeno trimestrali) e straordinaria effettuati con il Servizio Sociale o ente inserente ed eventualmente i familiari ed i tutori/legali rappresentanti dell'ospite, laddove previsto dal P.E.I.;  copia della Carta dei Servizi aggiornata, firmata dall'ospite;


 copia di tutte le comunicazioni ufficiali inviate e ricevute via fax, posta ordinaria ed email, come percorso di tracciabilità per la ricostruzione anche cronologica del rapporto intrattenuto tra la struttura, il Servizio Sociale o ente inserente, il tutore/legale rappresentante dell'ospite, il Tribunale per i Minorenni.  copia di tutte le comunicazioni ufficiali inviate e ricevute via fax, posta ordinaria ed email come percorso di tracciabilità per la ricostruzione anche cronologica del rapporto intrattenuto tra comunità ospitante ed i vari servizi, infrastrutture, enti esterni, ecc. presenti sul territorio ed utilizzati dall'ospite per il raggiungimento dei suoi obiettivi di reinserimento nell'ambiente socioeducativo locale contenuti nel P.E.I..

6.3 DIMISSIONE Le dimisioni possono avvenire in modalità concordata con il Servizio Sociale competente o l'ente inserente, oppure in modalità non concordata. 6.3.1 DIMISSIONE CONCORDATA

La procedura di dimissione è concordata quando viene avviata congiuntamente dall'èquipe di struttura e dal Servizio Sociale competente. Può risultare tuttavia da due attivazioni di origine diversa:  qualora entrambe le parti (Servizio Sociale e struttura ospitante insieme) abbiano valutato collegialmente l'avvenuto raggiungimento degli obiettivi del P.E.I., oppure qualora entrambe le parti debbano effettuare obbligatoriamente la dimissione a seguito di un Decreto del Tribunale per i Minorenni;  qualora il solo Servizio Sociale competente o la sola struttura ospitante ritengano necessario proporre di propria iniziativa l'allontamento dell'ospite dalla struttura. Ciò può avvenire, ad esempio, a seguito di una esplicita richiesta effettuata da parte dell'ospite stessa al proprio assistente sociale, oppure in conseguenza dell'emergere di possibili percorsi d'aiuto alternativi per l'ospite e ritenuti dal Servizio Sociale maggiormente rispondenti alle effettive necessità del caso. Allo stesso modo, la Responsabile di struttura (supportata dall'équipe gestionale) può far richiesta esplicita di dimissioni anticipate ai Servizi Sociali competenti, nelle situazioni in cui il comportamento o le caratteristiche di personalità dell'ospite continuino a provocare gravi disagi alla vita interna della struttura ed ai suoi equilibri, nonostante l'attivazione di tutte le risorse professionali disponibili per implementare l'attività di supporto alle problematiche del caso. Una volta concordata la scelta delle dimissioni, essa viene comunicata e discussa con l'ospite in sede di incontro di verifica periodica del suo P.E.I., incontro al quale vengono invitati a partecipare anche il suo legale rappresentante (ove presente) ed eventualmente i suoi familiari, qualora il Servizio Sociale competente lo ritenga necessario; la decisione dimissiva viene comunque comunicata loro tempestivamente ad opera della struttura o del Servizio Sociale, in base agli accordi presi in sede di incontro di verifica. Alla Responsabile di struttura, assieme all'èquipe di gestione, spetta la responsabilità di stabilire


modalità e strategie atte a far vivere all'ospite le proprie dimissioni in modo appropriato, facilitando la presa di coscienza della fine imminente del percorso in comunità e l'inizio di una nuova esperienza di vita, secondo le modalità che il Servizio Sociale competente avrà dichiarato di voler adottare nella prosecuzione della sua attività di supporto al caso. Le procedure di preparazione dell'ospite e/o dei suoi curatori/familiari nella fase di dimissione, valide solo nel caso di dimissioni concordate, vengono gestite dal personale di struttura in accordo con quanto viene stabilito assieme al Servizio Sociale competente o dall'ente inserente durante l'incontro di verifica periodico in cui viene stabilita la data ipotetica delle dimissioni. Tali procedure vengono individualizzate in base alle caratteristiche del caso in oggetto, alle condizioni del suo vissuto personale, alle destinazioni che il Servizio Sociale competente o l'ente inserente ha stabilito/suggerito per lei ed alle decisioni maturate dall'ospite (anche in disaccordo con quanto stabilito dal Servizio Sociale). In linea di principio, viene condotto un percorso speculare ma inverso a quello previsto in fase di ammissione, rispettando una gradualità che consenta un distacco non conflittuale e positivo dal contesto della comunità. L'ospite viene invitata a conoscere preventivamente il suo futuro ambiente di vita, qualora ciò sia possibile a livello organizzativo e non violi disposizioni legislative generali o precise disposizioni dell'Autorità Giudiziaria. Prima con frequenza temporale bassa e poi progressivamente più intensa, attraverso colloqui, incontri e visite anche molteplici, l'ospite viene invitata a familiarizzare con i rappresentanti ed i luoghi del suo futuro contesto di vita (rappresentanti di altri enti di supporto dove viene trasferita, familiari che la accolgono, Servizi Sociali locali diversi da quelli finora conosciuti, la nuova dimora dove abiterà autonomamente oppure la nuova struttura, ecc), anche prima della sua effettiva uscita dalla struttura. Tali incontri/visite hanno la funzione primaria di stabilire ponti di continuità con l'attività assistenziale effettuata in favore dell'ospite all'interno della comunità, garantiscono il mantenimento dei rapporti più significativi e stabili costruiti durante la permanenza in struttura e favoriscono nell'ospite un percorso di progressivo adattamento al nuovo contesto di vita scelto e/o a lei destinato, gettano così le fondamenta per una adesione pienamente consapevole alla sua nuova realtà di vita. Essi possono essere effettuati sia convocando i rappresentanti del futuro contesto presso la sede del Servizio Sociale competente o presso la struttura stessa, oppure possono essere svolti conducendo direttamente in visita l'ospite presso di essi, al fine di avviare il necessario processo di familiarizzazione con il suo futuro ambiente di vita.. A tali momenti di interscambio, il Servizio Sociale competente o l'ente inserente ha l'obbligo di invitare a partecipare gli eventuali curatori/legali rappresentanti dell'ospite e, qualora lo ritenga oppurtuno o consigliabile, può invitare a partecipare anche i familiari. 6.3.2 DIMISSIONE NON CONCORDATA

Le dimissioni non concordate si verificano invece quando l'ospite si allontana improvvisamente dalla struttura a seguito di una personale ed inappellabile decisione, che non tollera nessun tipo di procastinazione temporale. Qualora il personale di struttura, nonostante la messa in campo di strategie volte a far modificare all'ospite la propria decisione, non riesca a trattenerla dall'andarsene, la struttura è costretta alla sola comunicazione contestuale dell'avvenuto allontanamento agli organi competenti (vedi di seguito). Tuttavia, qualora il minore fosse interessato da un provvedimento di affidamento alla struttura o di collocamento in essa con divieto


di distoglierlo, il personale della struttura è obbligato a chiamare la Forza Pubblica per riuscire a trattenere il minore o denunciarne contestualmente l'avvenuta scomparsa. In caso di dimissioni non autorizzate non è ovviamente prevista nè attuabile alcuna procedura di preparazione dell'ospite o dei suoi familiari e/o eventuali curatori/rappresentanti legali. Sia nel caso di dimissioni concordate che in quello di dimissioni non concordate, la Responsabile comunica tempestivamente data ed orario della dimissione agli organi competenti, ovvero al Dirigente del SASC di Pistoia, al Servizio Sociale referente sul caso, nonchè alla Questura se si tratta di donne straniere ed al Tribunale per i Minorenni qualora il minore fosse soggetto ad un provvedimento di affidamento alla struttura o di collocamento in essa con divieto di distoglierlo. In fase post-dimissiva, ad eccezione del caso di dimissioni non concordate, l'ospite può ed è esplicitamente invitata a contattare liberamente il personale di struttura ed a continuare a frequentare la vita della comunità stessa, tornando di persona in struttura non solo in occasioni di festa o per incontri particolari ma anche solo per continuare a coltivare le relazioni amicali e supportive instaurate sia con il personale interno sia con le altre ospiti ancora presenti. Allo stesso tempo, il personale di struttura è tenuto a segnalare ai Servizi Sociali di riferimento sul caso ogni informazione, osservazione o valutazione che ritenga utile comunicare.

7. Procedure amministrative in fase ammissiva, fruitiva e dimissiva L'avvenuto ingresso dell'ospite in comunità viene ratificato con apposita Delibera durante il primo Consiglio Direttivo dell'Associazione onlus successivo al suo inserimento in struttura. Da qual momento, lo studio associato di consulenti amministrativi esterni si occupa di gestire tutta la documentazione amministrativa inerente l'ospite e, in quanto tale, è soggetto alla normativa sulla privacy per le risorse in outsuorcing. Il medesimo studio si occupa mensilmente di produrre ed inviare fattura inerente la corresponsione della retta al Servizio Sociale o all'ente inserente, previa verifica, effettuata tramite un operatore di struttura, in merito ai giorni di effettiva permanenza dell'ospite e di suo figlio/a al suo interno. L'importo della retta da corrispondere varia in base alla condizione di gravidanza o puerperio, al numero dei figli accolti ed alla loro età anagrafica. La Responsabile si riserva il diritto di discutere con i Servizi Sociali o l'ente inserente la possibilità di aggiungere in fattura, oltre alla retta mensile, la restituzione da parte di questi ultimi di eventuali oneri eccezionali e particolarmente costosi sostenuti in favore dell'ospite ed il cui importo sia da sostenere (o sia già stato sostenuto, per problemi di ristrettezza temporale) in ordine a necessità specifiche ed improrogabili dell'ospite stessa od in risposta agli obiettivi del suo P.E.I.. Qualora i Servizi Sociali o l'ente inserente si dichiari in accordo con tale onere aggiuntivo, la Responsabile stessa o un suo delegato provvedono alla comunicazione tempestiva di tale onere aggiuntivo rispetto alla retta direttamente allo studio dei consulenti amministrativi. L'avvenuta dimissione dell'ospite, concordata o non concordata, viene ratificata con apposita Delibera durante il primo Consiglio Direttivo dell'Associazione onlus successivo al suo allontanamento dalla struttura.


7.1 NOTE SPECIALI per situazioni/eventi particolari La struttura non è prevede la possibilità della gestione finanziaria su delega dell'ospite nè l'aquisizione del consenso informato in caso di prestazione medica particolare, contenzione o nutrizione forzata. La comunità non ha carattere medico-sanitario e la permanenza all'interno della Casa dell'ospite, in possesso delle proprie facoltà giuridiche, è fondata sulla sua volontà e disponibilità ad essere accolta e supportata, così come ogni trattamento medico-sanitario da effettuare sulla madre e sul bambino sono altrettanto fondati sulla libera (purchè guidata e stimolata) adesione della madre alle proposte, suggerimenti e stili indicati dal personale in servizio e dai medici curanti, di libera scelta o volontari, che mettono la loro professionalità a servizio delle ospiti stesse. Qualora uno o più membri dell'équipe gestionale rilevino nell'ospite atteggiamenti e/comportamenti che dimostrino esplicitamente o implicitamente la volontà o l'incapacità di seguire le eventuali indicazioni medico-sanitarie predispote dagli specialisti per lei o per il figlio, oppure qualora la madre deleghi costantemente il personale di struttura alla loro attuazione, tali circostanze vengono tempestivamente segnalate dalla Responsabile all'eventuale curatore/legale rappresentante dell'ospite e soprattutto al Servizio Sociale competente; la segnalazione può avvenire prima verbalmente e poi in via scritta oppure direttamente in via scritta ed ufficiale. Il Servizio Sociale competente provvede quindi alla presa d'atto di quanto riportato e stabilisce assieme alla Responsabile stessa ed all'eventuale curatore/legale rappresentante i criteri e le modalità di gestione della situazione, effettuando incontri di verifica con l'ospite, colloqui separati o congiunti con la struttura, l'ospite e l'eventuale curatore/legale rappresentante, disponendo qualsiasi modalità d'intervento sia ritenuta valida e necessaria. Quanto concordato viene messo a verbale e vidimato da entrambe le parti, prevedendo forme di monitoraggio dell'evolversi della situazione che possono sfociare finanche nella decisione di dimissioni concordate dalla struttura. In caso di eventi critici specifici, la procedura risulta la medesima.

8. ENTI ESTERNI IN COLLABORAZIONE Servizi Sociali del Comune di Pistoia Ufficio Igiene e Salute Pubblica Pediatria Centro Donna Unità Funzionale Salute Mentale Infanzia e Adolescenza Igiene Mentale Adulti - Sert Centro per l'Impiego Ufficio Stranieri Associazione San Martino dé Porres

Questi enti territoriali vengono contattati ed attivati al bisogno dal personale di struttura durante la permanenza dell'ospite in comunità, nei momenti in cui risulti necessario usufruire della loro consulenza e/o supporto per lo sviluppo degli obiettivi del P.E.I. o semplicemente per promuovere il benessere psicofisico dell'ospite. L'attenzione di questi organi territoriali viene attivata dal personale di struttura sull'ospite qualora le caratteristiche dei supporti da loro forniti siano ritenute utili all'ospite stessa in fase post-dimissiva, nell'ottica della prevenzione del disagio psico-sociale.


in previsione delle dimissioni: Consultori Familiari, parrocchie Caritas Diocesana, Centro di Aiuto alla Vita Dalla lista degli enti succitati e dall'evidente importanza rivestita dal loro coinvolgimento per l'attuazione dei P.E.I., emerge chiaramente la forte connessione della struttura sia con tutto il panorama del volontariato locale sia con gli altri servizi presenti sul territorio, nell'ottica della piena partecipazione alla vita della comunità locale. In base alle specifiche problematiche manifestate dall'ospite ed funzione degli obiettivi del suo P.E.I., la Responsabile (od un altro membro dell'équipe gestionale, su sua delega), che funge in generale da referente per i rapporti con la comunità locale, coinvolge via via gli enti ed i servizi territoriali ritenuti in grado di coadiuvare e promuovere le azioni da intraprendere in favore dell'ospite, contattandoli ed attivando con essi delle procedure di raccordo definite contestualmente in base alle necessità dell'ospite. Tali contatti ed attivazioni avvengono perciò al bisogno, ovvero come specifica risposta a specifiche problematiche. Attraverso la mediazione e l'interfaccia costituita dalla struttura, intorno all'ospite si crea un ventaglio di attività di supporto nell'ambito delle quali la vita interna alla struttura rappresenta il raccordo, il fulcro centrale ma non certo esaustivo di una più vasta opera di promozione umana che tutta la comunità locale svolge in favore della persona. In tal senso, la struttura svolge attività di rete con gli altri enti e servizi del territorio, partecipando alla vita della comunità locale non solamente attraverso la propria presenza effettiva ad incontri di riflessione, convegni, giornate studio, laboratori, corsi di formazione ed iniziative promossi e gestiti dagli enti e dagli altri servizi stessi, ma soprattutto in virtù del reciproco scambio di informazioni e azioni focalizzato sull'ospite.

9. ATTIVITA' GIORNALIERA L'organizzazione della giornata e delle attività è scandita da modalità di svolgimento a fasce orarie che, come i principi che ispirano i Regolamenti Interni, tengono conto sia delle esigenze collettive e personali delle ospiti sia dei ritmi di vita dei loro bambini. Ogni ulteriore richiesta e/o necessità di flessibilizzazione e personalizzazione, dovute a necessità particolari legate al programma assistenziale individuale dell'ospite o ad esigenze specifiche inerenti l'accudimento dei bambini, deve essere discussa e concordata con la Responsabile, che può acconsentire a modifiche ed eccezioni sotto la propria supervisione. L'adesione alla normale scansione temporale delle attività giornaliere, così come la partecipazione attiva alle mansioni connesse alla vita comunitaria (pulizie periodiche dei locali comuni, preparazione dei pasti) vengono sospese per le ospiti in gravidanza molto avanzata e per le puerpere nei primi 3/4 mesi dopo il parto, oppure in presenza di particolari condizioni medicosanitarie delle ospiti e/o dei minori. Gli orari dei pasti e del riposo non vengono ovviamente applicati per i neonati ed i bambini fino al completamento dello svezzamento.


9.1 GIORNATA – TIPO

Fascia oraria

Attività

7.30 - 9.00

Sveglia e prima colazione di adulti e bambini

09.00 – 12.00

Attività legate ai PEI e/o alle mansioni connesse alla vita comunitaria

12.00 – 13.00

Preparazione del pranzo per adulti e bambini. Pranzo dei bambini

13.00 – 14.00

Pranzo degli adulti

14.00 – 16.00

Riposo diurno dei bambini e/o degli adulti. Tempo libero

16.00 – 17.00

Merenda dei bambini e/o degli adulti

17.00 – 19.00

Attività legate ai PEI e/o alle mansioni connesse alla vita comunitaria

19.00 – 20.00

Preparazione della cena per adulti e bambini. Cena dei bambini

20.00 – 21.00

Cena degli adulti

21.00 – 22.30/23

Tempo libero

22.30/23 – 07.30

Riposo notturno

La precedente tabella è posta nella cucina e resa disponibile e chiunque ne faccia richiesta. Come già precisato, nell'organizzazione dei turni di presenza all'interno della struttura si cerca di evitare il più possibile un eccessivo turn-over del personale, sia nell'arco delle 24 ore sia come partecipazione generale alla vita della comunità. La presente Carta dei Servizi viene consegnata in copia alle ospiti e controfirmata da un rappresentante del Servizio Sociale inviante. Viene consegnata a chiunque ne faccia richiesta.

La sottoscritta.......................................................... nata a ....................

il................ in qualità

di.................................................................dichiara di ricevere copia della Carta dei Servizi relativa alla Casa di Accoglienza Ginetta Gori in data ............................ Pistoia,....... /......../...........

OSPITE_______________________ ASSISTENTE SOCIALE_______________________


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