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PAROLA D’ORDINE: AGGIORNARSI

Una parola d’ordine per tutti, in particolare per coloro che, ai diversi livelli, svolgono il servizio dell’insegnamento e dell’educazione all’interno della chiesa. Un impegno che interpella direttamente la coscienza di ciascuno e la cui disattesa costituisce una colpa dalla gravità sempre crescente a misura che ci si alza verso le zone più alte delle responsabilità comunitarie. La parte migliore l’ha capito e c’è perfino chi di questo dovere ha fatto uno degli impegni fondamentali della propria esistenza. Chi scrive ha l’ambizione di appartenere a questa uggiosa e poco sopportata categoria. Si ricorderà che il termine “aggiornamento” fu coniato da Papa Giovanni per esprimere lo spirito del concilio Vaticano II, proprio per questo, e non per altri motivi, chiamato concilio pastorale. Si ricorderanno anche le parole famose che furono pronunciate all’apertura della solenne assise: “Il nostro dovere non è soltanto di custodire questo tesoro prezioso [della dottrina cattolica], come se ci preoccupassimo unicamente dell’antichità, ma di dedicarci con alacre volontà e senza timore a quell’opera, che la nostra età esige, proseguendo così il cammino, che la chiesa compie da venti secoli… Altra è la sostanza dell’antica dottrina del depositum fidei, e altra è la formulazione del suo rivestimento”. Parole chiare, ma, perché non si pensasse solo a un cambiamento di forma, la Dei Verbum aggiungerà poco più tardi: “Cresce la comprensione della chiesa, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con l’esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. La chiesa cioè, nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio”. Ora la chiarezza è davvero completa, fraintendimenti non sono possibili, anche le paure che si nascondono ingiustificate al fondo di tante anime vanno decisamente messe in disparte. C’è una continua crescita nella nostra


comprensione della rivelazione, che pure rimane sempre sostanzialmente la stessa, una crescita che perdurerà per tutto il tempo della chiesa, cioè fino all’incontro con il Signore alla fine del tempo. Fino allora la comunità cristiana deve considerarsi in cammino anche per quanto riguarda la comprensione della Parola di Dio. Di questa crescita sono indicata anche le strade: la riflessione dell’intero popolo di Dio in particolare dei teologi, l’esperienza mistica dei nostri santi particolarmente viva e vivace ai nostri tempi, il magistero della chiesa al quale appartiene l compito insostituibile di custodire fedelmente e interpretare infallibilmente quanto ci è stato consegnato una volta per sempre. Tre vie maestre, che mostrano tutta la loro efficacia quando proseguono insieme il loro cammino. Ciò che è avvenuto tante volte. Ignorare tutto questo è segno di scarsa sensibilità ecclesiale. Ci sono tanti cristiani, in tutte le categorie del popolo di Dio, che pure sono esemplari per la loro vita spirituale e compiono con diligenza le loro funzioni ministeriali, ma che incomprensibilmente ignorano quanto la loro chiesa ha detto e compiuto in questo settore. Si ricorderà a questo proposito che la parola “aggiornamento” è ormai usata e fatta propria in tutte le lingue del mondo, proprio così, nella sua versione italiana. Un segno che, almeno a un certo livello, l’espressione giovannea ha fatto breccia nel mondo intero. Dobbiamo ripetere che, sulla base di quanto è avvenuto negli ultimi decenni, in particolare dal concilio Vaticano II, non c’è più nessun capitolo della teologia che non ha subito profonde trasformazioni, effetto della crescita della chiesa e della volontà di questa di andare incontro alle esigenze, alle domande, alle urgenze e alle difficoltà dell’uomo contemporaneo. Un uomo certamente ancora uomo (mancherebbe!), ma assai diverso da quello del passato, anche da quello che abbiamo conosciuto in tempi recenti. Due crescite, quella della sensibilità umana e quella della migliore comprensione della rivelazione, che in buona parte vanno di pari passo, essendo l’una e l’altra sotto l’influsso diretto dello stesso Spirito. Chi cammina per questa strada ha diritto perlomeno di essere rispettato e, magari, anche ascoltato. A tutti rimane l’obbligo di raccogliere con attenzione quanto viene loro proposto in modo documentato e serio. GF



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