Allegato B)
SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS DIOCESANA PISTOIA
2) Codice regionale:
RT
1S00062
2bis) Referente operativo responsabile del progetto: (Questa figura è compatibile con quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 15)
-
NOME E COGNOME: Sara Lupi DATA DI NASCITA: 10.09.1978 INDIRIZZO MAIL: caritas@diocesipistoia.it TELEFONO: 0573-976133
CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: In cammino con le famiglie 2011
4) Settore di intervento del progetto: AREA GEN tutela dei diritti sociali e di cittadinanza delle persone, anche mediante la collaborazione ai servizi di assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale – art. 3 comma a) legge 35/2006
5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il Contesto territoriale Nel corso degli ultimi mesi, il territorio ha subìto fortemente le conseguenze della crisi economica mondiale. Difatti, gli indici che noi valutiamo come reali testimoni della povertà territoriale non solo si sono presentati nella stessa misura degli anni precedenti, ma hanno avuto un incremento in particolari segmenti: la chiusura di numerose aziende del territorio ha determinato una diminuzione notevole dei posti di lavoro cui conseguenza è l'incremento di difficoltà relative al soddisfacimento dei bisogni quotidiani, dal canone mensile di affitto finanche all'acquisto di beni alimentari. Si è così determinato un nuovo scenario del disagio, in prima istanza economico, relativo ad i nuclei familiari che fino al 2009 non avevano mai usufruito di forme di sostegno pubbliche o private ( Servizi Sociali, Caritas). Nei primi mesi del 2009 sono stati istituti servizi e messi a disposizione fondi nel territorio della Provincia di Pistoia ( microcredito, fondo famiglia-lavoro, contributo provinciale contro la crisi) al fine di sostenere le numerose persone (tra gennaio e giugno 2009 circa 12.0001 colpite dalla perdita del lavoro. Questo nuovo scenario ha posto problemi di
Allegato B) vario ordine al territorio: accogliere le richieste di emergenza ( alimenti, utenze, affitto, mutuo), prevenire forme di aggravamento ( usura, disagio sociale). I servizi territoriali hanno mostrato difficoltà relative alla concertazione delle risorse ed all'adeguamento alle nuove problematiche, contemporaneamente le persone “nuove” ai servizi si sono trovate nella difficoltà di districarsi nell'ambito del sociale e quindi di raggiungere le risorse messe loro a disposizione. . FONTI INTERNE2 Dati sulle famiglie Pistoia - Confronto primi semestri 2008 e 2009 Totale persone ascoltate I sem. 2008 1101 I sem. 2009 1466 Aumento del 33%
di cui italiani di cui italiani Aumento del 75%
328 574
Persone che vivono in nucleo familiare I sem. 2008 628 I sem. 2009 911 Aumento del 45% Persone italiane che vivono in nucleo familiare I sem. 2008 166 I sem. 2009 328 Aumento del 97% Persone con figli conviventi I sem. 2008 660 I sem. 2009 874 Aumento del 32% Il Contesto settoriale Si è così determinato un nuovo scenario dei bisogni relativi ai singoli ed alle famiglie, le quali fino a pochi mesi fa non comparivano tra coloro che si rivolgevano ai nostri centri: le difficoltà insorte a causa di perdita del posto di lavoro – o comunque derivanti da difficoltà finanziarie – hanno fatto sì che i bisogni quotidiani del presente (abbigliamento, alimentazione, utenze) si sono sommati ad impegni pregressi come mutui, finanziamenti, ratei vari. I bisogni quindi sono descrivibili sinteticamente come segue: 1. sostegno economico per le prime necessità di emergenza: viveri, vestiti, salute, utenze; 2. bisogno di un sostegno economico finalizzato al mantenimento dell'abitazione (affitto e mutuo); 3. reperimento di nuova occupazione; 4. affiancamento dei minori presenti nel nucleo, volto ad evitare abbandono scolastico (i dati del Dossier Caritas dimostrano che a livello territoriale, all'insorgere di difficoltà economiche, corrisponde un aumento dell'abbandono scolastico il quale necessita prevenzione) In questo novero di nuovi utenti, accogliamo anche coloro che per la prima volta si trovano a fronteggiare la realtà di richiedere servizi, e si trovano sprovvisti di informazioni basilari. Questo porta ad un tardivo intervento, che aggrava ulteriormente la situazione del nucleo. Infine, il nuovo scenario che va a delinearsi comporta per il nucleo familiare la necessità di ridefinire uno stile di vita, proporzionale alla nuova dimensione. 1 2
CGIL, CISL, UIL, Documento CGIL,CISL,UIL sulla crisi economica, Pistoia Luglio 2009. Caritas diocesana di Pistoia, Dossier 2009 Caritas Pistoia sulle povertà, Pistoia ,dicembre 2009.
Allegato B) Questo è emerso in maniera preponderante dai colloqui avuti, e soprattutto da quanto emerso nei confronti con i Servizi Sociali Territoriali . Analisi delle risorse In merito alle problematiche descritte ed ai bisogni riferiti ad esse, il territorio provinciale di Pistoia è attivo attraverso: RISORSE ESTERNE Risorsa Descrizione Tipo di collaborazione Centro Provinciale per l'Impiego Servizi Sociali Territoriali
Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e Fondazione “Raggio di Luce” Spaccio della solidarietà Istituto Don Bosco Centro d’Ascolto “ Don Tonino Bello” Agliana (PT)
Formazione mirata e ricerca lavoro
Collaborazione informale con la Diocesi di Pistoia
Disposizione gli eventuali sostegni economici e/o educativi rivolti ai nuclei familiari e collegamento con i comprensori scolastici, in merito ad eventuali segnalazioni di abbandono Microcredito Pistoiese concede piccoli prestiti a sostegno di persone in condizioni di temporanea difficoltà finanziaria
Collaborazione informale ma quotidiana con la Caritas Diocesana sulla progettualità degli utenti e dei nuclei familiari;
Servizio di distribuzione alimenti. Progetto Misericordia Pistoia. Istituto scolastico e formativo fondato sui principi salesiani. Centro d’Ascolto zonale (orientamento e distribuzione di alimenti e vestiario)
Collaborazione informale con il Centro d'Ascolto cittadino ( Pistoia centro) e Associazione San Martino de Porres per la distribuzione di alimenti. Sensibilizzazione SCN in Istituto Superiore presente al suo interno
Risorsa
Collaborazione formale, secondo protocollo di intesa firmato, con la Caritas Diocesana di Pistoia
Fornitura di pacchi alimentari per nuclei familiari e singoli per la zona dei Comuni di Agliana, Montale, Quarrata ( periferia Pistoia) e partecipazione alla rete dei servizi. Descrizione
Fondo di solidarietà famiglia-lavoro
Attivato dalla Caritas Diocesana di Pistoia
Centri di Ascolto Caritas dislocati in tutti i comuni della provincia
Accoglienza, intervento nelle emergenze e nel sostegno a medio-lungo termine in bisogni di tipo economico e soprattutto di accompagnamento alal re-inclusione sociale assistenza ai nuclei familiari stranieri ed accompagnamento scolastico minori
Associazione S.Martino de Porres Mensa Don Siro Butelli
Allegato B) Area di bisogno
Situazione di partenza
1) Carenza economica per la soddisfazione di bisogni primari quali farmaci, alimenti, vestiti, utenze domestiche. Bisogno di aumentare la durata dei colloqui, il numero dei volontari nelle sedi del progetto: Aumento del 5% delle situazioni prese in carico dalle sedi del progetto, della durata media dei colloqui e del numero dei volontari impiegati in questo specifico ambito (da un minimo di 2 ad un massimo di 5). 2) Mancanza di informazione specifica sui servizi attivati sul territorio provinciale nel 2009 per la problematica specifica (sia per utenti che per volontari)e necessità di percorsi di accompagnamento delle famiglie mirato ad uno stile di vita adeguato. Necessità di Aumentare i volontari informati e formati sulla rete dei servizi, le gestione domestica e gli stili di vita alternativi, massimo di 5 unità per sede di progetto.
Gennaio -luglio 2009, 12.000 persone hanno perso il posto di lavoro ( CGIL Pistoia). Le situazioni nuove che si sono presentate ai centri d'Ascolto Caritas sono cresciute del 33%, in parallelo ad un aumento del 32% delle famiglie con figli conviventi. Povertà economica aumentata dell’1% e le problematiche familiari aumentate dell’1,1%
Aumento del 32% dei nuclei familiari neodisagiati che cadono in situazione di bisogno nel solo anno 2009
(N.B. : alcune percentuali, rilevate presso i Centri di Ascolto della Caritas diocesana, delle problematiche sopra riportate risultano di un valore molto bassa. È importante che questo riferimento sia osservato in parallelo ad un enorme aumento delle percentuali dei primi accessi, per cui di conseguenza è aumentato in valore assoluto il carico degli utenti soggetti a quelle problematiche). • • •
L'intervento che riteniamo necessario operare è rivolto in maniera approfondita a: presa in carico di nuclei familiari neo-disagiati, con obiettivo di attutire le emergenze economiche per una prospettiva di ritorno all' indipendenza; affiancamento ed accompagnamento alle risorse esistenti sul territorio; prevenzione di ricadute o di insorgenza di nuove problematiche collaterali (ad esempio, l'abbandono scolastico)
Problematiche persone che vivono in nucleo familiare (Dati Caritas 2008-2009) I sem. 2008
Povertà economica Lavoro Famiglia Abitazione Salute
38,0% 36,1% 7,4% 6,5% 3,1%
I sem. 2009
Povertà economica Lavoro Famiglia Abitazione Salute
39,0% aumento dell’1% 35,0% 8,5% aumento dell’ 1,1% 6,4% 3,3% aumento dello 0,2%
Allegato B) (N.B. : alcune percentuali delle problematiche sopra riportate risultano in diminuzione di un valore molto bassa. È importante che questo riferimento sia osservato in parallelo ad un enorme aumento delle percentuali dei primi accessi, per cui di conseguenza è aumentato in valore assoluto il carico degli utenti soggetti a quelle problematiche) In risposta a tutto ciò, riteniamo importante intervenire attraverso le seguenti modalità: • intervento di condivisione della rete delle risorse provinciali laiche e religiose; • aumento della recettività dei Centri di Ascolto; • informazione ed accompagnamento degli utenti sulla rete dei servizi; • interventi di emergenza primaria; • prevenzione delle forme di ulteriore aggravamento dei nuclei neo-disagiati (ad esempio, abbandono scolastico) Nel dettaglio, i punti sopracitati saranno resi operativi come segue: 1) informazione e formazione sulle realtà esistenti e sulle modalità di integrazione operativa; 2) aumento delle persone dedicate all'accoglienza, all'ascolto ed all'individuazione dei percorsi di re-integrazione sociale; 3) aumento dei Centri Caritas informati e formati sulla rete di servizi esistente; 4) aumento del numero delle famiglie sostenute con interventi sulle prime necessità; 5) ricognizione e sostegno dei nuclei a maggior rischio di aggravamento Destinatari diretti I destinatari diretti del progetto in questione saranno tutti i nuclei familiari che si rivolgono ai cinque Centri coinvolti nel progetto: nel dettaglio, si tratta di nuclei familiari che si avvicinano per la prima volta alle nostre realtà recettive, a causa di gravi problemi derivanti dalla crisi economica mondiale. In parallelo ci sono anche quei nuclei familiari che erano già conosciuti in precedenza a causa delle stesse motivazioni, e cioè problemi finanziari e di gestione economica della casa. AREE DI BISOGNO
Destinatari diretti
Beneficiari
Carenza economica per la soddisfazione di bisogni primari quali farmaci, alimenti, vestiti, utenze domestiche
Tutti i nuclei familiari (vecchi e nuovi utenti) che nel 2009 a livello provinciale si sono rivolti ai centri d'ascolto Caritas: 1494 Tutti i nuclei familiari (vecchi e nuovi utenti) che nel 2009 a livello provinciale si sono rivolti ai centri d'ascolto Caritas: 1494
−
Mancanza di informazione specifica sui servizi attivati sul territorio provinciale nel 2009 per la problematica specifica (sia per utenti che per volontari) e necessità di percorsi di accompagnamento delle famiglie mirato ad uno stile di vita
6) Obiettivi del progetto:
− −
Le famiglie degli utenti I servizi sociali territoriali contesti territoriali di provenienza di coloro che accedono ai nostri sportelli
Allegato B)
Obiettivi generali: • analisi e valutazione degli standard di vita delle famiglie neo-disagiate che si trovano in una condizione di disagio economico, ed a rischio di disagio sociale, dovuto alla perdita di lavoro e di un reddito certo e presa in carico ed accompagnamento del nucleo familiare, soprattutto per attutire l’impatto traumatico ed il senso di solitudine e di smarrimento di un nucleo familiare che d’un tratto è costretto ad affrontare una condizione di bisogno • Accompagnamento e coordinamento dei Centri coinvolti nel sostegno alle famiglie, in questo percorso di adattamento e di gestione della condizione di disagio fornendo informazioni circa la rete di servizi attivati ( “Prestito della speranza”, “Microcredito Pistoiese” , “Fondo solidarietà famiglia-lavoro”) e formazione circa la gestione domestica e stili di vita alternativi al fine di arginare le situazioni di emergenza e prevenire forme di aggravamento. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno
OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (Situazione di arrivo)
1.1 A causa della crisi economica molte persone hanno perso il posto di lavoro e molte famiglie si sono improvvisamente impoverite. Gennaio - luglio 2009, 12.000 persone hanno perso il posto di lavoro ( CGIL Pistoia). Le situazioni nuove che si sono presentate ai centri d'Ascolto Caritas sono cresciute del 33%, in parallelo ad un aumento del 32% delle famiglie con figli conviventi.
1.1 Ricognizione e valutazione dei motivi di insorgenza delle situazioni di disagio e delle principali problematiche connesse, attraverso il lavoro integrato con l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse e delle parrocchie in collegamento con i Centri di Ascolto Diocesani e zonali ( cittadini e periferici) Verifica delle difficoltà oggettive di risorse economiche, attraverso colloqui mirati e documentazione del caso. Attivazione delle risorse idonee e dei servizi correlati ai bisogni espressi (“Prestito della speranza”, “Microcredito Pistoiese”, “Fondo solidarietà famiglia-lavoro” ). . INDICATORI: Aumento del 5% delle situazioni prese in carico dalle sedi del progetto, della durata media dei colloqui e del numero dei volontari impiegati in questo specifico ambito (da un minimo di 2 ad un massimo di 5).
2.1 Nel 2009 nel territorio della Provincia di Pistoia sono stati attivati interventi finalizzati al nuove scenario ( Microcredito, Fondi speciali anticrisi, Prestito della Speranza). É emersa la necessità di concertare gli interventi e di informare utenti e volontari sui servizi messi a disposizione visto l' aumento di accessi ai Centro di Ascolto, unito ad un aumento dell’1% delle problematiche strettamente legate alle necessità economiche.
2.1 Stesura di un protocollo informale di integrazione e di intesa delle varie strutture di accompagnamento, affinché si delinei un particolare iter di affiancamento alle famiglie disagiate e neo-disagiate.
2.2 L’aumento, tra gli accessi, dei nuclei familiari del 32% ci
2.2 In conseguenza dell’obiettivo specifico 1.1, delineare percorsi educativi specifici
Allegato B) porta a considerare necessario un intervento di analisi e di verifica delle modalità di gestione economico e finanziaria della casa, con un conseguente impegno formativo e didattico su modalità alternative di tale gestione.
per ogni famiglia e per ogni situazione, partendo dalle risorse educative e finanziarie proprie di ogni struttura di affiancamento inserita nella rete, con l’obiettivo di indirizzare i nuclei disagiati a forme di consumo alternativo e/o di condivisone con altri nuclei che vivono lo stesso tipo di disagio (ad esempio, consigliare ed indirizzare alcune famiglie di una stessa zona, ed orientate nello stesso percorso, verso la costituzione di un G.A.S. , Gruppo di Acquisto Solidale). INDICATORI:Aumento dei volontari informati e formati sulla rete dei servizi, le gestione domestica e gli stili di vita alternativi, massimo di 5 unità èer sede di progetto.
7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: 7.1 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente.
Numero Professionalità
n. 1
Segretaria Coordinatrice VOLONTARIA
n. 1
Coordinatrice Centro ascolto e Mensa DIPENDENTE
n. 1
Collaboratore Laureando in Psicologia VOLONTARIO
n. 42
VOLONTARI generici
Elenco attività in cui è coinvolto e eventuale spiegazione della coerenza con la professionalità indicata. Responsabile e supervisore dell’accoglienza, della fase di ascolto e compilazione delle schede del Centro di Ascolto e della raccolta dati Responsabile della valutazione delle risposte agli utenti Referente per la Formazione specifica a livello Diocesano Responsabile Centro Ascolto e delle decisioni sugli interventi caritativi Responsabile della decisione in merito alla valutazione delle risposte agli utenti Referente per la formazione specifica dei volontari della Mensa e del Centro Ascolto Diocesano di Montecatini Referente coordinamento con Osservatorio delle povertà e delle Risorse Referente per il collegamento con le Parrocchie del territorio Referente per la progettazione dei percorsi di formazione Addetti alle varie attività del progetto
7.2 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto.
Allegato B)
Obiettivi: analisi e valutazione degli standard di vita delle famiglie neo-disagiate Codice e titolo attività analisi e valutazione
Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile Affiancamento dei volontari e degli operatori delle sedi nell'ascolto e nell'accoglienza delle persone, compilazione scheda cartacea a disposizione di tutte le sedi, inserimento schede nel programma di gestione dati e rete tra i centri (LOTUS-Mirod)
verifica e interventi d’emergenza e prima necessità
Verifica con il responsabile della sede in merito alle singole situazioni e predisposizioni di interventi d'emergenza: preparazione pacchi alimentari, reperimento vestiario, mobilio, verifica insoluti di utenze attraverso contatti con gestori utenze domestiche, predisposizione pagamenti.
percorso specifico
In un primo momento, saranno ascoltatori per apprendere le metodologie di progettazione e pianificazione, per poi essere propositori nei contatti diretti con i nuclei familiari, per la formulazione del progetto di affiancamento
Obiettivi Accompagnamento e coordinamento dei Centri coinvolti nel sostegno alle famiglie Contatto con i centri zonali incaricati di assistenza alla ricognizione dei persona (cooperative, fondazioni, associazioni, Servizi servizi presenti Pubblici) per ricerca di ogni ulteriore soluzione offerta dal sul territorio territorio adatte alle finalità del progetto d’intesa; oppure , all’interno di servizi individuati, le modalità specifiche per quel nucleo familiare particolare contatti con i Redazione una lista delle risorse, presentazione ai volontari responsabili dei dei centri periferici, preparazione di un vademecum con i dati servizi reperiti stesura di un Partecipazione al coordinamento dei responsabili dei centri protocollo per la redazione del protocollo di intervento condiviso dai Centri Obiettivi Accompagnamento e coordinamento dei Centri coinvolti nel sostegno alle famiglie formazione dei Contattare i centri Caritas periferici, ricerca dei volontari volontari coinvolti nel seguire i nuclei familiari, invito al gruppo di formazione per la prevenzione dell’aggravamento sul disagio disseminazione Preparazione materiale di divulgazione per corso di della formazione formazione volto all’accompagnamento dei nuovi stili di vita, assistenza nella proiezione di diapositive del corso e nella spiegazione del materiale percorsi specifici Affiancamento dei responsabili nell’indirizzamento dei nuclei per ogni nucleo familiari verso percorsi di prevenzione dal disagio, abbinamento ad alcuni nuclei specifici per rappresentare una sorta di “intermediario” tra quel nucleo particolare e la Caritas di riferimento
8) Numero dei volontari da impiegare nel progetto(min. 2, max. 10): 9) Numero posti senza vitto:
3
Allegato B) 10) Numero posti con vitto: 11) Numero ore di servizio settimanali dei volontari:
30
12) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 4, massimo 6) :
5
13) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: •
Partecipazione al percorso formativo previsto e ai corsi di formazione residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni.
•
Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti con momenti residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto.
•
Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione e sensibilizzazione.
•
14) Sede/i di attuazione del progetto: N. vol. per N.
Sede di attuazione del progetto
Comune
Indirizzo
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18
CARITAS PISTOIA
PISTOIA
VIA PUCCINI 36
s e d e 3
15) Nominativo operatore di progetto (almeno uno per sede): - NOME E COGNOME: Sara Lupi - DATA DI NASCITA: 10.09.1978 - INDIRIZZO MAIL: caritas@diocesipistoia.it - TELEFONO: 0573-976133 - CURRICULUM (da allegare alla scheda di progetto) (Se si individuano più operatori di progetto indicare i dati sopra richiesti per ciascun operatore) 16) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale: L’azione di promozione del servizio civile regionale rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e dell’obiezione di coscienza di Caritas. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. •
ATTIVITA’ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE
Sito Caritas Toscana www.caritastoscana.it Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, presentazione pubblica del rapporto annuale. In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, giornata regionale del servizio civile in Toscana. •
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO TERRITORIALE
Incontri con parrocchie, scuole, associazioni del territorio Promozione delle iniziative sul sito web Elaborazione di volantini e diffusione di Cd sulle attività
17) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto: In analogia con quando predisposto per il monitoraggio dei progetti nazionali (legge 64), le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si realizzano: 1. in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli obiettivi inerenti i beneficiari del progetto. 2. in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite rilevazione svolta dagli operatori locali di progetto per mezzo di una scheda di rilevazione compilata su base bimestrale. Per quanto concerne il punto 1) si utilizzano gli strumenti seguenti. Strumenti per i VOLONTARI Tre questionari ai volontari (QV1, QV2, QV3); Colloqui individuali dei ragazzi con il tutor di Caritas e gli olp. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale (Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte l’anno con il tutor Caritas, almeno mensile con gli olp; riunioni di confronto e verifica al 6° mese per condivisione problematiche trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili, i tutor, i formatori.
Strumenti per gli OPERATORI LOCALI DI PROGETTO Incontro di inizio servizio (entro il 1° mese) tra il referente di Caritas e l’olp al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento; Questionario al 4° mese (QOLP1) Incontro al 6° mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari e questionari olp. Partecipano anche i formatori. Questionario a fine servizio (QOLP2) entro 1 mese dalla conclusione del servizio . Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti. Partecipano anche i formatori. Strumenti per i FORMATORI Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della formazione generale, specifica e la formazione agli olp (Modello FR1). Scheda registro presenze corsi formazione generale (Modello FR2) Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione generale (Modello FR3).
18) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35: Nessuno.
19) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate: a) alla copertura della quota-parte che il personale dipendente di cui alla voce 8.2 dedica al progetto; b) alle attività di formazione specifica previste alla voce 39 e 40; c) alle risorse tecniche e strumentali dedicate al progetto previste alla voce 25; d) alle attività di promozione di cui alla voce 17; secondo la seguente ripartizione: Voci di spesa in quota parte del personale retribuito n.°1 Direttore Caritas Diocesana (a coprire 8 ore settimanali, per un 25% sul totale delle ore, divise tra verifiche settimanali, colloqui di controllo periodico dell’andamento del Servizio, équipe diocesana, lettura dati Centro Ascolto)
Risorse finanziarie
Totale spesa Voci di spesa formazione specifica
€ 5.200,00 Risorse finanziarie
Attrezzatura multimediale e cartacea
€ 1.800,00
Locali (allestimento e spese di pulizia)
€ 1.200,00
Incontri di formazione regionale, testimoni privilegiati, docenti e relatori una tantum (Stefano Simoni, Rita Ragno, Stefano Lomi) Totale spesa Voci di spesa risorse tecniche e strumentali
€1.700,00
€ 5.200,00
€ 4.700,00 Risorse finanziarie
Schede raccolta dati, ricariche telefoniche cellulare di servizio, chiavetta internet per notebook portatile per gestione dati aggiornata in tempo reale; lavagna luminosa, videoproiettore, stampanti, fax, linee telefoniche, linee ADSL, rimborsi carburante T Voci di spesa promozione del progetto Comunicati stampa e articoli su quotidiani e tv locali con periodicità mensile
€ 3.200,00
tale spesa € 3.200,00 Risorse finanziarie € 1.200,00
Incontri con i gruppi e le realtà giovanili della Diocesi di Pistoia, con il coinvolgimento diretto dei giovani in SC, cadenza quindicinale Informazione e promozione all’interno delle Scuole Medie Superiori della Provincia di Pistoia, con periodicità settimanale.
€ 2.000,00
Stampa di pieghevoli, poster e segnalibro, materiale informativo sul SC Totale spesa
€ 3.200,00
TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE: € 16.300,00
20) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Risorse tecniche e strumentali previste Scheda cartacea per l’ascolto (C
Pc portatile con chiavetta per connessione internet, cellulare di servizio
ritas
Toscana) e supporto informatico LOTUS-MIROD Pc portatile con chiavetta per connessione internet, ed utenza telefonica esclusiva per le attività di progetto (es. Numero verde) Pc portatile con chiavetta per connessione internet e automobile di servizio Video-proiettore e lavagna luminosa
Pc portatile con chiavetta per connessione internet, ed utenza telefonica esclusiva per le attività di progetto (es. Numero verde)
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 21) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: •
COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO
Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile Regionale è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Toscana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio. Inoltre la singola Caritas diocesana responsabile del progetto rilascia – su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge – una ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Toscana: •
Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione. Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza Lavorare in team per produrre risultati collettivi Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi. COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE “SOLIDARIETA’ CARITAS – ONLUS” come da convenzione allegata
TERZO
COMPETENZE SPECIFICHE - Conoscere i principali aspetti della normativa sull’immigrazione. - Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del territorio. - Saper progettare interventi di rete atti alla reintegrazione dell’immigrato nel contesto sociale di origine. - Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza del profugo. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. - Essere in grado di accompagnare e supportare l’individuo nell’attività di ricerca e studio. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e adulti) provenienti da qualsiasi paese. - Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse. - Possedere capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di animazione e socializzazione. - Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti) nel processo di integrazione sociale. - Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto.
-
Essere in grado di orientare al lavoro e ricercare opportunità lavorative per persone disagiate. Conoscere le modalità di assistenza legale per gli immigrati.
Formazione generale dei volontari 22) Sede di realizzazione: Le sedi di realizzazione della formazione generale sono le seguenti: 1) Per il Corso di Inizio Servizio (previsto al successivo punto 24): CASA BADIA A RUOTI – Loc. Badia a Ruoti – Bucine (AR) CASA COMBONIANI – Via Aldini 2 – Firenze 2) Per gli incontri di Formazione Permanente (previsti al successivo punto 24): Nucleo Giovani e Servizio Caritas Toscana Piazza della Chiesa 83 – 50019 Sesto Fiorentino
23) Modalità di attuazione: La formazione è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente.
24) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie. • Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (almeno il 50% del monte ore complessivo) - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (almeno il 20% del monte ore complessivo) - testimonianze e/o visite ad esperienze significative • Articolazione della proposta di formazione previste totale nei primi cinque mesi dall’avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: - corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese
(vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 32), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio. •
Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio pratico . Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo.
25) Contenuti della formazione: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale si propone una formazione generale che preveda due fasi: Una prima fase di 33 ore che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante: Tempistica
Modalità (1)
3+3
1F–5I
2
2F
2
2F
2
1F–1I
3 3
2 F – 1I 2F–1I
3
2F–1I
2
1 F – 1I
2
2F
4
3F–1I
2 2
1F–1I 1F–1I
33
20 F – 13 I
Moduli L’identità del gruppo in formazione
Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni Sostenere la motivazione Sostenere l’orientamento per il futuro Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria
Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della Patria La difesa civile non armata e nonviolenta La protezione civile Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, La solidarietà e le forme di alla pace e alla responsabilità cittadinanza ambientale Servizio civile nazionale, Conoscere il sistema del Servizio associazionismo e Civile Nazionale volontariato La normativa vigente e la Carta di impegno etico Diritti e doveri del volontario del servizio civile Presentazione dell’Ente Conoscere la Caritas come ente Lavoro per progetti ecclesiale Il lavoro per progetti La progettazione in ambito sociale Abilitare e sostenere la comunicazione e l’animazione del territorio durante e dopo il servizio
(1) F: lezione frontale; I:dinamiche non formali
Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 9 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 32), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta.
26) Durata: Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 27) Sede di realizzazione: La sede è quella di realizzazione del progetto nelle singole sedi accreditate.
28) Modalità di attuazione: La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente.
29) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica viene curata in collaborazione con le sedi di attuazione intende fornire un bagaglio di conoscenze e competenze di carattere teorico e pratico legate alle specifiche attività previste dal progetto ed ha come obiettivo un positivo inserimento nel contesto del servizio in modo da garantire il buon operato del giovane in servizio civile in riferimento al contesto in cui svolge il servizio. Metodologia • Accompagnamento ed affiancamento personale stabile del giovane all’interno delle sedi operative per tutto il periodo del servizio; • Formazione sul campo; • Incontro di accoglienza iniziale: presentazione della sede di realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario; • Incontri settimanali: di verifica e programmazione insieme agli operatori della sede di progetto al fine di confrontarsi sui casi, sulle difficoltà incontrate, e per trasmettere i contenuti formativi necessari allo svolgimento delle singole attività del centro, per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto; • Incontri di supervisione mensile: in totale sono previste 12 ore di verifica: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro; • Partecipazione ad eventi formativi rivolti agli operatori dei centri; • Incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell’esperienza dl volontariato.
Da realizzare attraverso: - lezioni frontali; - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali, gruppi verifica.
30) Contenuti della formazione:
Moduli Per riscoprire e valorizzare la persona: la relazione d’aiuto con la persona in difficoltà
Tempistica (ore di intervento) 3
Modalità (1) 2F–1I
2 Il disagio sociale e la devianza 3 Il ruolo dell’operatore in servizio civile: identità e compiti Modalità di approccio nella relazione d’ascolto: tecniche di relazione La normativa sul trattamento dei dati (ai sensi de codice sulla privacy, DLgs. 196/03) per la compilazione schede L’ascolto e gestione di un colloquio (con adulti, minori, famiglie…) Il primo contatto nella relazione di aiuto alla persona Le principali forme di contrasto al disagio e all’emarginazione sociale (adulto, familiare,…) Lettura dei bisogni e comprensione delle problematiche. Stili di vita e di condivisione fra le diversità all’interno di un istituto o associazione
2+3 2
2F+3 I
2+3 2 3
2F - 3I
4 2+2
3F – 1I
3 Il processo di superamento del disagio e dell’emarginazione: dalla prima accoglienza all’integrazione sociale 4+2
4F – 2I
Conoscenza e orientamento ai servizi sociali territoriali: modalità di accesso.
2+1
2F – 1I
3 Il funzionamento delle strutture di accoglienza: regole, metodologia, gestione.
4
La comunità educante: la vita comunitaria Per un approccio corretto al disagio: capirlo, accoglierlo. tipologie di disagio. La normativa di riferimento su immigrazione, ricongiungimenti, richiedenti asilo
4+2
4F – 2I
7+3 La normativa di riferimento per la concessione delle residenze, accesso alle strutture di salute mentale, servizi dei centri per l’impiego, riconoscimento invalidità e pensioni 3+1
7F – 3I
Normativa di riferimento di diritto carcerario 72 F: lezione frontale; I:dinamiche non formali
3F – 1I
31) Durata: Il progetto prevede un percorso formativo specifico di 72 ore totali.
Altri elementi della formazione 32) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: In analogia con quando predisposto per il monitoraggio dei progetti nazionali (legge 64), le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si realizzano: 1) in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli obiettivi inerenti i beneficiari del progetto. 2) in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite rilevazione svolta dagli operatori locali di progetto per mezzo di una scheda di rilevazione compilata su base bimestrale. Per quanto concerne il punto 2) si utilizzano gli strumenti seguenti. Strumenti per i VOLONTARI Tre questionari ai volontari (QV1, QV2, QV3); Colloqui individuali dei ragazzi con il tutor di Caritas e gli olp. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale (Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte l’anno con il tutor Caritas, almeno mensile con gli olp; riunioni di confronto e verifica al 6° mese per condivisione problematiche trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili, i tutor, i formatori. Strumenti per gli OPERATORI LOCALI DI PROGETTO Incontro di inizio servizio (entro il 1° mese) tra il referente di Caritas e l’olp al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento; Questionario al 4° mese (QOLP1) Incontro al 6° mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari e questionari olp. Partecipano anche i formatori. Questionario a fine servizio (QOLP2) entro 1 mese dalla conclusione del servizio . Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti. Partecipano anche i formatori. Strumenti per i FORMATORI Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della formazione generale, specifica e la formazione agli olp (Modello FR1). Scheda registro presenze corsi formazione generale (Modello FR2) Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione generale (Modello FR3).
Pistoia, 15 gennaio 2010 Il Responsabile legale dell’ente Marcello Suppressa