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giornata del quotidiano

pistoia

Domenica, 16 dicembre 2012

NOTIZIE DALLA CHIESA Pagina a cura dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali via Puccini, 36 - 51100 Pistoia e-mail: comunicazionisociali@diocesidipistoia.it www.diocesipistoia.it

Redazione Avvenire Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano e-mail: speciali@avvenire.it

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Allarme povertà Caritas in campo DI

MAURO BANCHINI

C

Una mensa della Caritas

la proposta. Vespri in musica per animare la Cattedrale DI

MAURIZIO GORI

I

on scelta comunicativa azzeccata l’hanno chiamato «rEsistiamo». È il rapporto 2012 di Caritas diocesana su «povertà e risorse», presentato ieri nel Seminario di Pistoia alla presenza del vescovo Mansueto Bianchi, di tante altre autorità, di volontari e con un pubblico «particolare» formato anche da persone che, a Pistoia e dintorni, usufruiscono dei servizi Caritas. Persone accolte che, alla fine di questo 2012, avranno superato quota duemila per un totale, con i familiari, di almeno seimila persone. E molte di queste – si legge nel dossier – «mai si sarebbero immaginate di doversi trovare in situazioni di emergenza e di rivolgersi a Caritas per bisogni basilari come cibo e vestiario». Ma c’è un «dettaglio» ulteriore: i dati forniti non sono esaustivi; il sistema «Mirod» (la messa in rete delle Caritas toscane) a Pistoia non fotografa l’intero universo Caritas. I dati reali, dunque, sono ancora più pesanti. Il dossier 2012 parte citando Geremia («Possiamo essere creta che viene male sette volte, ma saremo rimessi sul tornio otto volte»); un Geremia che lancia un forte messaggio di fiducia nel Signore («Dio non ci butta mai via: ci rimette sul tornio, ci riprende, ci lavora ancora con la pressione delle sue dita»); un Geremia che ricorda a tutti, anche ai più deboli e fragili, che «non siamo mai inutili, mai da buttare per il Signore». È dunque un messaggio di resistenza e, insieme, di

l progetto dei vespri, animati dalla musica di prestigiosi organi pistoiesi, non nasce adesso, ma è una esperienza che è già stata realizzata a Milano e a Bologna. Il sacerdote don Umberto Pineschi, pistoiese ma maestro d’organo conosciuto a livello internazionale, ha realizzato, per la diocesi di Pistoia, una richiesta del compianto Vescovo Emerito Simone Scatizzi. La volontà di Monsignor Scatizzi era quella di rendere più vivace la Cattedrale, cercando di utilizzare le risorse presenti nella chiesa cittadina. L’opportunità di concretizzare questa idea è stata data dall’occasione dell’arrivo in Cattedrale del prestigioso organo «Tronci», costruito nel 1793, in perfetto stato di conservazione. Questo strumento proveniva dalla Villa Rucellai di Il Duomo di Pistoia Campi la parola Bisenzio (Firenze) L’arrivo dell’organo acquistato «Tronci», assieme da don Pineschi e all’utilizzo di altri donato alla strumenti, rende diocesi. Questo attuabile un progetto andava ad che coinvolge musicisti aggiungersi ad un pistoiesi, giapponesi, organo, già tedeschi e svizzeri presente, realizzato da Costamagna nel 1969 e reso utilizzabile dopo un restauro. La presenza di questi due strumenti ha consentito di far partire per il 2013 una serie di vespri animati dalla musica degli organi. La Cattedrale, sarà una delle tappe di questo percorso che vede la recita dei vespri anche nelle chiese di Sant’Ignazio, la chiesa del Carmine e di San Filippo, dove sono presenti altri preziosi organi. Sono 26 i vespri in programma e le musiche saranno suonate da organisti pistoiesi, ma anche giapponesi, tedeschi e svizzeri. Sarà possibile Il vescovo Bianchi così utilizzare gli strumenti presenti in queste chiese, animando i momenti di preghiera.

Presentato il rapporto ieri in Seminario Il direttore Suppressa: rimbocchiamoci le maniche, così si nutre la speranza speranza quello sottinteso nel tradizionale appuntamento di fine anno. Viene narrata una Pistoia che soffre, ma anche una Pistoia che – sottolinea Marcello Suppressa, direttore Caritas – «non vuole piangersi addosso e intende rimboccarsi le maniche per allargare il varco nei segni di speranza». Laddove per Pistoia non si intende solo la città-capoluogo, ma l’intero territorio di una diocesi che inizia all’Abetone e si estende fino al Montalbano di Vinci. Quattro i capitoli del dossier curato da Stefano Simoni e Giovanni Cerri. Quello più corposo è sui numeri. In un anno le persone accolte sono cresciute di circa 300 unità. Fino a tre anni fa gli italiani erano poco meno di un quarto del totale: adesso sfiorano il 44%. Oltre alle persone accolte, un dato emergente riguarda le visite che queste persone hanno effettuato: se nel primo semestre 2011 furono 5.814, nel periodo corrispondente dell’anno successivo sono balzate a 11.378. Un sostanziale raddoppio. Segue il racconto di quattro storie: due donne e due uomini, due italiani e due stranieri, che a Pistoia

si sono incrociate negli ambianti Caritas. C’è poi spazio per riflessioni e proposte. Conclude un contributo dall’Ufficio diocesano per la famiglia. La presentazione è avvenuta con padre Adriano Sella, un religioso che coordina la rete interdiocesana sui «nuovi stili di vita». Un concetto, questo, che piace molto in Caritas e rimanda a questioni su cui sia il vescovo che i padre si sono soffermati: il ruolo della pubblicità, la scoperta di una sobrietà da intendere non come obbligo derivante dalle difficoltà economiche ma come autoconsapevolezza rispetto alla centralità di valori alternativi, gli indebitamenti derivanti (ad esempio con il gioco d’azzardo e con videopoker) da stili di vita sconclusionati, la incapacità nel gestire in modo sostenibile e intelligente le risorse economiche, il ruolo di certi programmi tv nel veicolare bisogni che portano a moderne forme di schiavitù, la debolezza delle controproposte educative, le incapacità delle famiglie. E a proposito di scelte, Caritas diocesana quest’anno – nella presentazione del rapporto – ne ha volute intraprendere alcune di natura simbolica: poche le copie stampate su carta, anche come contributo alla sostenibilità ambientale, ma molte le chiavette Usb distribuite con il testo in digitale; per le confezioni dei dossier ci si è affidati a «Integra», cooperativa con donne immigrate e italiane. E la presentazione si è conclusa con la mensa Caritas che, per un giorno, ha chiuso i battenti e si è trasferita in via Puccini.

del vescovo

«Avvenire, esempio di servizio alla verità» DI

MANSUETO BIANCHI *

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nche quest’anno viviamo la Giornata di Avvenire. Lo facciamo con slancio: attraverso il quotidiano, i cattolici realizzano un loro spazio di presenza nel cammino, oggi quanto mai travagliato, del Paese. Ci facciamo dialogo: presenza che interpella, ascolta, propone. Avvenire non è una strumento integralista, ma un servizio vero al pluralismo e alla democrazia. Il Vangelo porta una potenzialità di umanesimo e di civiltà che attende e merita di essere affidata al dibattito democratico; di essere mediata da «passaggi» politici e culturali. Tale progetto non è chiuso, ma resta aperto a chiunque abbia passione per l’uomo. Avvenire esprime anche una presenza dentro il mondo dei media; ci aiuta nell’accostarci a persone e vicende con un codice e un alfabeto non strumentali e non

effimeri, ma capaci di leggere le vicende secondo valori, in modo serio e affidabile. Ben conosciamo l’importanza dei media anche per la formazione delle persone e degli atteggiamenti mentali. Spesso l’informazione non rispetta quei criteri di oggettività e di verità che sarebbe lecito aspettarsi ma propone letture finalizzate e talora persino distorte. Questo è spesso vero quando si tratta di vicende ecclesiali: si finisce così per trasmettere della Chiesa una immagine deformata. Avvenire diventa dunque una occasione e una possibilità di verità non meno che una occasione di testimonianza. Sono questi i motivi che vorrei ci convincessero a una maggiore adesione e utilizzo del quotidiano – a sostenerlo e a proporlo – sapendo di fare un gesto che va nella direzione della democrazia, del pluralismo, del servizio alla verità. * vescovo

Sfida lavoro: l’impegno della diocesi l Progetto Policoro, promosso dalla Conferenza episcopale italiana, è sbarcato anche nella diocesi di Pistoia. Un’occasione importante e uno stimolo per i giovani, che vengono aiutati a guardare oltre l’incertezza, ad aprirsi al futuro, a mettere le gambe ai propri sogni, confrontandoli con la realtà del territorio, nel quale ciascuno vive ed opera. A Pistoia il referente è Edoardo Baroncelli e da tempo è attivo un ufficio nei locali della Curia, dove i giovani dai 18 fino ai 30 anni possono rivolgersi per dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia, resa ancora più seria dall’attuale profonda crisi economica. Il Progetto Policoro non riguarda solo la città e il Comune di Pistoia: particolare attenzione è riservata ai territori meno vicini al centro città, come la montagna pistoiese, le realtà produttive nella provincia di Prato (Montemurlo, Poggio a Caiano solo per citarne alcune), i Comuni della piana pistoiese. Sono due i progetti all’attenzione del Policoro pistoiese: quello dell’agriUn artigiano coltura e quello dell’artigianato. «L’idea di fondo del settoIl Progetto dell’artigiaPolicoro sbarca re nato si basa sulla sensazione nel Pistoiese nel variegaDue gli ambiti che to mondo dell’artigianato pidi azione: stoiese non sia artigianato raro il caso di chi cessa la proe agricoltura pria attività senza un’eredità lavorativa, se non addirittura proprio per questo – dice Baroncelli –. Accade che i figli di artigiani non continuino l’attività familiare e così l’impresa, una volta che il titolare ha raggiunto l’età pensionabile o per altre ragioni voglia cessare il lavoro, è costretta a chiudere la propria attività». Cosa intende fare con il progetto artigianato? «Rivolgersi a ragazzi che vogliano proseguire l’attività, inizialmente in stretta collaborazione con l’artigiano che avrà modo così di accompagnare il giovane nell’intero percorso. Si realizza una sorta di passaggio di consegne lavorativo, sulla base di un percorso essenziale di costruzione di fiducia alla cui realizzazione la Chiesa di Pistoia sente di poter dare un proprio contributo». Il primo passo? «Occorre il contributo delle associazioni di categoria senza le quali questo progetto non potrebbe concretizzarsi». Infine c’è il progetto agricoltura per il quale «stiamo cercando di raccogliere la voglia dei ragazzi di un bisogno di concretezza. Un progetto educativo su terreni messi a disposizione dalla diocesi e da privati, incentivando ed accompagnando la nascita di piccole cooperative agricole che possano coltivare e vendere prodotti attraverso una rete di collegamenti (gruppi Gas e vendita Coop)». Da un punto di vista operativo «abbiamo fatto un incontro con Coldiretti che ci potrà aiutare nella fase progettuale. Occorre mettere insieme i vari terreni sui cui poter intervenire – i terreni del Ceis e quelli di privati come Maurizio Michelucci – e agire in maniera sinergica», conclude Baroncelli. Sara Bessi

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Battesimo, un dono da riscoprire

idee. Tra mostre, libri e cultura ecco un Natale per pensare

L’impegno della diocesi per un cammino di preparazione che coinvolga le famiglie

esta aperta fino al 13 gennaio, nella cripta della Cattedrale. È una mostra fotografica (Betlemme, culla del R Messia) proposta da diocesi di Pistoia, Movimento per la Vita

DI

CRISTIANO D’ANGELO

«D

al modo con cui la Chiesa in Occidente saprà gestire questa revisione delle sue pratiche battesimali dipenderà il volto futuro del cristianesimo nel suo mondo e la capacità della fede cristiana di parlare alla sua cultura». Con queste parole i Lineamenta per il

Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione richiamavano l’attenzione al Battesimo come uno dei luoghi fondamentali dove oggi è necessario ridire la fede. È con questi intendimenti che in diocesi di Pistoia si è proposta una riforma della preparazione al Battesimo dei fanciulli che costituisce un’opportunità di evangelizzazione dei genitori spesso lontani dalla fede, che dobbiamo aiutare a far crescere nella Parola di Dio che ancora li porta a chiedere il Battesimo per i figli. La riforma proposta, già in atto in parte in altre diocesi italiane, consiste nel

celebrare il Battesimo, mantenendo il rito attuale, in più celebrazioni. Nella prima si svolgono i riti di presentazione, nella seconda l’unzione pre-battesimale, nella terza il Battesimo, possibilmente per immersione. Ogni celebrazione è preparata da una catechesi di ri-annuncio della fede il cui scopo è far scoprire la bellezza del Vangelo che parla alla vita delle persone e le apre alla speranza di un amore che non finisce, che ha in Gesù Cristo un maestro di sapienza e nella sua morte e Resurrezione una porta aperta all’eternità. Si tratta di

un obiettivo non facilmente raggiungibile in pochi incontri, ma è importante reintrodurre l’idea che il Battesimo non è solo un inizio, ma anche il punto di arrivo di un cammino. In questo senso è ipotizzabile in futuro la proposta di un catecumenato familiare con la celebrazione del Battesimo in un’unica data annuale. Si potrà così avere il tempo di un primo annuncio della fede più completo, si potrà conoscere meglio le persone e quindi inserirle con più facilità nella comunità cristiana, si potrà usufruire della ricchezza dell’anno liturgico

Il rito del Battesimo

e iniziare alla preghiera. La riforma, attuata per ora in modo facoltativo da circa venti parrocchie, è stata bene accolta dalle famiglie. È un piccolo passo, ma nella direzione di un nuovo annuncio del Vangelo che, incontrando le famiglie, si scopre ogni volta di più non solo meravigliare, ma anche essere atteso.

e «Insieme per la Terra Santa». Con la presenza del vescovo Mansueto Bianchi e dei presidenti di organismi bancari che hanno sponsorizzato l’evento (Fondazione Caript e Cassa di Risparmio Pistoia e Lucchesia, Ivano Paci e Alessio Colomeiciuc), l’inaugurazione è avvenuta venerdì scorso. A latere due presentazioni di libri: venerdì 12 gennaio sarà a Pistoia Manuela Borraccino, giornalista e autrice di «2011, l’anno che ha sconvolto il Medio Oriente»; lunedì 29 gennaio, a Bonistallo di Poggio a Caiano, Franco Cardini presenterà il suo «Gerusalemme, una storia». La mostra è divisa in quattro sezioni dedicate alla storia di Betlemme, alla nascita di Gesù, ai luoghi significativi presenti a Betlemme e, infine, alla attualità della piccola città palestinese. Una città dove, molto vicino alla basilica della Natività, è presente una casa di accoglienza sostenuta da «Insieme per la Terra Santa»: è la «Hogar Nino Dios» (Casa Bambini Gesù), ospita bambini e ragazze disabili abbandonati e in stato di grave necessità.(M.B.)

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