1. Attività Ufficio Scuola - Servizio IRC. Il Servizio IRC della Diocesi di Pistoia si occupa della disciplina scolastica Religione Cattolica. Nella gestione della disciplina RC, le norme attualmente in vigore prevedono la compartecipazione e la corresponsabilità dell'autorità scolastica e dell'autorità ecclesiastica, rinviando all'una o all'altra specifiche competenze oppure prevedendo, per alcuni aspetti, l'istituto dell'intesa. Dal punto di vista ecclesiale, le motivazioni del contributo che la Chiesa, attraverso la disciplina RC si impegna ad offrire alla Scuola nel rispetto delle sue finalità, si radicano nel compito di una evangelizzazione concepita sempre più come servizio alla crescita della persona, che non può trascurare gli ambiti educativi e culturali. Servizio alla crescita che, nella disciplina RC, si esprime concretamente col richiamo alla dimensione spirituale dell'esistenza, con l'educazione all'esprimersi del bisogno di senso, col riconoscere nelle Religioni vie che offrono risposte a tale bisogno, con l'accostamento in particolare all'esperienza del Cristianesimo cattolico, considerando il suo ruolo nello sviluppo artistico, storico e culturale del nostro Paese, e in costante dialogo e confronto con altre esperienze religiose e non. In questo contesto, l'azione del Servizio IRC della Diocesi di Pistoia si svolge in molteplici direzioni e interessa diversi soggetti. In sintesi, i compiti dell'Ufficio Scuola riguardano: ** il mantenimento e lo sviluppo dei rapporti con le istituzioni scolastiche e civili per una corretta attuazione della normativa concordataria e delle disposizioni esecutive della medesima; ** la definizione e l'applicazione, d'intesa con le istituzioni scolastiche competenti, delle procedure per la nomina dei docenti di religione; ** la cura dei rapporti con i docenti di religione e l'impegno a favorire lo scambio e il reciproco arricchimento professionale; ** la promozione, in collaborazione con altri enti e istituzioni, della formazione in servizio dei docenti di religione; ** la promozione e lo sviluppo culturale e pedagogico della disciplina RC in coerenza con le disposizioni concordatarie e con la costante attenzione alle esigenze della Scuola di oggi, considerando in particolare la dimensione di laicità e pluralismo che la caratterizza; ** l'offerta di informazioni e di notizie volte alla sempre migliore conoscenza della natura, dell'identità e delle finalità proprie della disciplina RC anche per una consapevole e responsabile scelta da parte di genitori e studenti; ** la promozione di iniziative e attività che favoriscano rapporti e collaborazione con le comunità, ecclesiali e non, sul territorio. 2. - La disciplina scolastica religione cattolica. La disciplina scolastica Religione Cattolica intende concorrere, insieme alle altre discipline scolastiche, al raggiungimento delle finalità proprie di ciascun ordine di scuola e utilizza gli strumenti e i metodi tipici dell'apprendimento scolastico, facendo propria l'esigenza di una programmazione educativo-didattica attenta alla vita, alle caratteristiche, alle sensibilità, ai problemi di alunni e studenti. L'insegnamento della disciplina RC nella gestione bilaterale in cui è stato configurato si caratterizza come insegnamento: a) assicurato dallo Stato (Intesa, 4,1; Accordo, 9,2) e liberamente richiesto da famiglie ed alunni (Nota CEI 91,12); b) svolto nel quadro delle finalità della scuola (Accordo 9,2; Intesa 4,1; Nota CEI 91,13) e compreso nella programmazione educativa (DPR n. 405 15.07.1988). Ciò significa, anzitutto, che la scuola riconosce alla disciplina RC, un ruolo non accessorio o aggiuntivo, ma di tipo curricolare ai fini del pieno conseguimento dei propri obiettivi educativi finali. D'altra parte, significa che la disciplina RC s'impegna a fare sue quelle finalità - fondamentalmente informative, educative e critiche - che vengono oggi assegnate alla scuola pubblica in base ai valori civili comuni riconosciuti dalla Costituzione dello Stato laico, democratico e pluralista. Per ultimo, che l'insegnamento della religione cattolica accetta di integrarsi come disciplina nel processo di elaborazione pedagogica e di organizzazione metodologico-didattica proprio del contesto scuola, secondo i diversi gradi di istruzione, i vari indirizzi di studio e le opportunità di interazione disciplinare; c) in conformità alla dottrina della Chiesa (Prot. Addizionale, 5; Intesa, 1.1, 4.1; Nota CEI 91,13), prevedendo, cioè, una proposta contenutistica che presenti l'interpretazione che della vita e della storia della
religione e della rivelazione dà il Cristianesimo cattolico, pur se in dialogo e confronto con altre confessioni cristiane, altre religioni ed altri sistemi di significato; d) nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni (Prot. Addizionale, 5; Intesa, 1.1); e) distinto e complementare rispetto alla catechesi (Nota 84,13; Nota CEI 91,13): in forza del riconoscimento della sua portata culturale ed educativa, l'IRC nella scuola non si propone di suscitare l'adesione alla fede, ma di informare, con metodo culturalmente corretto, sui contenuti e sui valori del Cristianesimo, specie in relazione ai temi e ai problemi di fondo della vita umana; f) istituzionalmente curricolare (Intesa, 4.1 a), in quanto deve essere attivata dalla scuola e contribuisce e determina l'ordinario quadro orario delle lezioni, anche se fruibile per libera scelta; g) confessionale per quanto riguarda i contenuti disciplinari, che sono prevalentemente relativi alla confessione cristiana cattolica, anche se è richiamata la necessità del confronto critico e del dialogo con altre confessioni e religioni (vedere i programmi della Sc. Primaria , Sec. di 1° e 2° grado); ma non confessionale per quanto riguarda i fini. L'insegnamento della disciplina RC si presenta come un'attività didattica che ha le caratteristiche per essere offerta a tutti, indipendentemente dal credo religioso di ciascuno. Si tratta di una disciplina scolastica legittimata non a partire dall'esperienza religiosa della maggioranza delle famiglie o degli studenti ai quali si rivolge, ma fondata primariamente su ragioni di ordine storico-culturale e compresa nelle finalità della scuola. Per tutti, infatti, risulta importante disporre degli elementi necessari a conoscere, comprendere e decifrare un fenomeno religioso che "fa parte del patrimonio del popolo italiano" (art. 9, c. 2 dell'Accordo reso esecutivo dalla Legge n. 121,25.03. 1985) e che ha segnato e segna in modo significativo il nostro contesto storico, culturale e artistico. La confessionalità della disciplina RC è relativa al contenuto: si tratta, cioè, di approfondire la conoscenza di una particolare esperienza religiosa, perché è quella che dal punto di vista storico e culturale risulta più rilevante. Non è confessionale, invece, nelle finalità, quasi escludesse la libertà di scelta in campo religioso da parte degli alunni. L'IdR, così come definito dalle norme (in particolare la Legge 121/85, il DPR 405/88) e dai Programmi ministeriali (DPR 294/87, 350/87, 339/87) risponde efficacemente anche alle istanze espresse dall'attuale contesto caratterizzato dal pluralismo etnico, culturale e religioso. In tale contesto, infatti, risulta utile, da una parte, approfondire le conoscenze rispetto a quanto caratterizza le specifiche e differenti identità in gioco, dall'altra, favorie momenti di confronto e atteggiamenti improntati al rispetto, al dialogo e alla tolleranza. La Chiesa considera l'insegnamento della disciplina RC come una forma di servizio necessario in una scuola moderna realmente pluralistica e democratica, rispettosa della dimensione sistenziale dell'uomo e delle tradizioni culturali dell'Italia. Di tale insegnamento le norme del Concordato e le relative intese applicative indicano le linee essenziali corrispondenti alle finalità proprie della scuola. Il contesto scolastico nella quale la disciplina RC si svolge, rinvia chiaramente alle motivazioni culturali ed educative della sua presenza e alla sua fisionomia di servizio agli alunni, sul versante della conoscenza, della consapevolezza dell'esperienza religiosa cristiana in generale e sul territorio, e dell'importanza del dialogo con altri sistemi di significato e altre esperienze religiose. Chiarendo con ciò anche il pieno rispetto della laicità della scuola e la sua caratterizzazione di attività scolastica offerta a tutti