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DALL’UFF IC IO DIOCESANO PER LE COMUN ICAZION I SOCIALI Contributo in vista della verifica pastorale diocesana di venerdì 22 giugno 2012 Mauro Banchini , Direttore Ufficio

Dopo molti anni di responsabilità in questo Ufficio, sono costretto a prendere atto di un sostanziale fallimento in merito alla capacità di sensibilizzare il nostro “mondo” circa il peso dei fattori comunicativi (in particolare intesi con riferimento al ruolo dei media, tradizionali e più nuovi) nelle dinamiche sia di cittadinanza che pastorali e, in genere, ecclesiali. Non che manchi la disponibilità a comprendere l’influenza dei media nel condizionare, spessomanipolare, le persone e i loro contesti vitali (un fenomeno, d’altronde, del tutto intuitivo). Ciò su cui non siamo riusciti a incidere sta sull’altro versante, il versante più propositivo: la capacità, nella sostanza, di una media-education unita alla capacità di utilizzare i media diocesani disponibili anche per un discorso di contro-informazione oltre che come contributo a una comunità (ecclesiale e civile) più capacedi ascoltarsi, di parlarsi e dialogare, in un momento oltretutto di grande difficoltà. Spessevolte, in sacerdoti e laici, ho trovato una già importante consapevolezza generica che però subito dopo finisce in una sostanziale indifferenza: quasi come se il problema (un problema – il ruolo dei media come servizio o oppressione della persona, il pesante digital divide, la persona sempre più “videns”, la persona sempre meno capace di concentrazione proprio anche grazie alla frenesia dei modelli comunicativi …su cui in tanti si interrogano) - tutto sommato non meritasse interesse. In particolare interesseecclesiale. Sottolineo dunque alcuni versanti, non certo esaustivi rispetto a tutto ciò che ancora, e nonostante tutto, si potrebbe fare. L’utilizzo del sito diocesano Il www.diocesipistoia.it – sito lanciato da tre anni e fino ad ora portato avanti in modo del tutto volontaristico, con i pregi e i difetti di questa soluzione – può rappresentare un eccezionale strumento di conoscenza e di dialogo, ma anche di pastorale e di evangelizzazione. L’analisi dei flussi di utilizzo consente di verificare quanto siano ancora grandi, direi enormi, le praterie per gli accessi diocesani. Basterebbe soltanto crederci e, magari, investire qualche risorsa (non necessariamente finanziaria, ma soprattutto umana) per migliorare un sito che a questo punto, com’è naturale in questi strumenti a rapidissimo consumo, avrebbe anche bisogno di un ripensamento sia grafico sia contenutistico. Sta ora per partire un mini-esperimento di maggiore visibilità per un settore (Caritas) e questa potrebbe essere una strada aperta anche per altri ambiti nella nostra struttura. L’importante, in termini di efficacia comunicativa, è un governo unitario e comune dei diversi flussi informativi senza imboccare strade di apparente autonomia che, nella realtà, portano solo inefficacie comunicative ed economiche. Non è moltiplicando i siti che si moltiplica l’efficacia. Anche qui, come ovunque, l’unione è pre-condizione di forza. La partenza di AIART pistoiese Si tratta di una associazione molto attiva nell’ambito della educazione a un uso consapevole e critico dei media che, da poche settimane, è stata costituita anche a Pistoia. Può essere strumento strategico, sia all’interno del mondo ecclesiale diocesano e sia all’esterno, per iniziative concrete (non solo …convegnistiche) nel segmento della media education e di cosa fare in concreto davanti al grande e condizionante potere dei media (pubblicità inclusa). La funzione di Ufficio Stampa L’aspetto non è certo tipico soltanto del contesto pistoiese, ma è generale nel mondo ecclesiale: mi riferisco a una certa nostra “timidezza” comunicativa. Vengono fatte, in silenzio, tantissime iniziative così come abbiamo la fortuna di avere personaggi di enorme forza, anche testimoniale: fatichiamo, molto spesso, a conoscere e a far conoscere.


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