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tare ledelle sfaccettature e la complessità della reFabbrica Candele con il conaltà attuale. Per l’anno accademico alle porte, certo di una protagonista l’associazione ha scelto d’eccome filo conduttore cezione, Marianne Mirage, una dell’attività didattica il tema “Conoscere il paeNon mancano le conferme, come l’altrasaggio”. le voci più note e apprezzate N to spessore culturale della eprogrammazione, emergenti della musica italiana Porta almeno A 5 curata dal rettore Ivano Natali. Ma c’è anche non solo. La cantante forlivese una novità all’orizzonte: dahaquest’anno non ci I e ti verrann saranno mad’origisoci, perché la Libera fatto ritorno più nellacorsisti sua città perserata Adultidisigrande è trasformata in assone Università regalando una 20€ in più su ciazione di promozione sociale, per adeguarmusica emozioni. del Ha riaperto così trionfalmente si si allaednormativa Terzo Settore. Il risultato un luogo storico della città chePER INFO E PREZZI candida a diventare un puntopiù di profonda riferimentoda per il suo futuro. Questo è infatti lo spirito sarà una partecipazione parte CHIAMA Il valore del vo iscritti,l’amministrazione il cui coinvolgimento, però, chedegli ha mosso forlivese, e in parte particolare Paola Casara, assessore alle sempre dalla ricchezza di una proposta cultusta nella serietà di c Politiche Giovanili, a rinnovare la location sia in termini d’immagine sia di contenuti. “Alla rale che tocca una grande pluralità di campi Fabbrica sarà una giovane – afferma al’assessore Paola Casara – che servirà a del sapere, dalleestate discipline umanistiche quelVIA QUARANTOLA 1 che, le scientifiche. Unsuviaggio in 56 della lezioni, C.so Mazzini, 159- -www Forlì riaccendere i riflettori un luogo importante città, dedicato alla creatività giovanile, 0543.85233 incursioni nellaalletteratura, VIALE BOLOGNA 21D sarà - FORLÌtel. - isolanforli@gmail.com perfarà ripartire e guardare futuro con finella ducia musica, ed energia. La Fabbrica delle Candele nella storia dell’arte, ma anche nell’astronomia, nelle scienze naturali e nell’eil cuore pulsante della giovanile e diventerà il puntoladicultura riferimento di ascolto cologia. Senza farsicreatività mancare il cinema, la psicologia, del e territorio e

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Sommario APPUNTAMENTI DIOGENE NEWS Musica, teatro ed eventi 3 MENTELOCALE 16 TRE DOMANDE A 17 PERCORSI NATURA Magliano Ronco 18 ITINERARI TRA STORIA E PAESAGGIO Santa Reparata 21 Santuario di Sant’Antonio 22 Santuario della Madonna del lago 23 Abbazia di Sant’Ellero 24

VOGLIO UN’ESTATE NORMALE! Non vogliamo niente di eccezionale, solo un’estate normale Filippo Neviani da Sassuolo, in arte Nek, ha sicuramente centrato ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno dopo tutti questi mesi difficili. Mesi in cui le nostre fragilità si sono manifestate in pieno, sia quelle materiali che quelle interiori. Ora, facendo del nostro meglio per non esagerare in questo auspicato ritorno alla normalità e mantenendo un atteggiamento prudente, perché il contagio non è finito, dobbiamo ricominciare a vivere. L’estate è la stagione del “vivere fuori”, all’aperto, la stagione delle vacanze, degli incontri, della spensieratezza, dei sorrisi, insomma della libertà! Profuma di mare e di passeggiate in montagna, di sole, di caldo e di aria aperta. Profuma di vittorie sportive, di musica leggera e rock, energica ed elettrica! Ha il sapore delle buone cose che possiamo gustare andando a mangiare fuori, ha l’aroma di un fresco vino delle nostre colline. Ha il piacere di tornare a godere appieno del nostro patrimonio storico e culturale. Questa nuova rivista che Diogene vi offre vuole essere una guida ai momenti di svago nel nostro territorio, con l’agenda degli eventi di agosto, curata da Roberta Brunazzi e con gli itinerari per andare a visitare angoli suggestivi delle nostre zone proposti da Gabriele Zelli con la collaborazione di Laura Bertozzi. Insomma una guida agli appuntamenti musicali, teatrali, d’arte, al nostro patrimonio ambientale e, perché no, anche allo shopping. Con il regalo di questo magazine vi giunga da parte degli inserzionisti e della redazione di Diogene, l’augurio di una serena estate.

VIAGGIO NELL’IDENTITÀ CULINARIA ROMAGNOLA Pane 25 Cappelletti 26 Tagliatelle 27 Grano 28 INFOCUCINA, INFOSALUTE 30 INFOSPORT

Supplemento a Diogene n. 1153 Aut. Trib. Di Forlì 9/1988 del 29 marzo 1988 Editore: Pigreco s.r.l. Viale Gramsci, 34 Forlì Tel. 0543/552121 Direttore Responsabile: Marco Viroli Fotocomposizione: Pigreco s.r.l. a cura di Lisa Camporesi Raccolta Pubblicitaria: Pigreco s.r.l. Viale Gramsci, 34 Forlì Tel. 0543/552121 Foto di copertina: Fabio Casadei Stampa: Nuova Tipografia, Via Enrico Berlinguer, 1/7, Forlimpopoli Nell’impossibilità di verificare tutto il materiale ricevuto, si fa presente sin d’ora che la responsabilità dei diritti iconografici e di altri diritti esclusivi di terzi è di chi ci fornisce le informazioni.

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DIOGE NEWS Gli Eventi dell’Estate A cura di Roberta Brunazzi

MARTEDÌ 27 LUGLIO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi “Favole al telefono” La Piccionaia Favole al telefono è lo spettacolo che La Piccionaia dedica al centenario Rodariano. La sua particolarità è quella di mettere in gioco le celebri favole di Rodari con la tecnica del tele-racconto, una originale interazione tra gli attori e l’immagine digitale creata dal vivo. Biglietto 5,00 euro. Info: teatrodiegofabbri@accademiaperduta.it www.accademiaperduta.it MERCOLEDÌ 28 LUGLIO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi Diario collettivo - Si vedrà Per il Ciclo: Autori in Fabbrica, Caterina Sbrana dell’Associazione di Scena in Scena presenta il libro: “Diario collettivo - Si vedrà”. Ingresso gratuito su prenotazione. Info: 0543 712833 - 712112 www.informagiovani.comune.forli.fc.it MERCOLEDÌ 28 LUGLIO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro La prima volta Performance - Reading di Paolo Conticini e Luigi Russo. Paolo Conticini legge, canta e racconta un po’ di sé: la famiglia, gli studi, i suoi primi lavori, poi l’incontro con Christian De Sica che gli dà la possibilità di esprimersi come attore… è solo l’inizio di un percorso artistico in continua evoluzione, ricco di soddisfazioni nel cinema, in tv e in teatro. Tra un aneddoto e l’altro, Paolo legge e racconta le sue prime volte, ma è come se raccontasse la vita di tutti noi:

le sue prime volte sono le nostre, i suoi dubbi sono i nostri, così come le occasioni perse e le piccole soddisfazioni. Coincidenze incredibili che narrano cose credibili. Biglietto unico 22,00 euro. Info: info@accademiaperduta.it teatrodiegofabbri@accademiaperduta.it www.accademiaperduta.it Mercoledì 28 luglio, ore 21.30 FORLIMPOPOLI Cinema Teatro Verdi, Piazza Fratti Made in Romagna Recital di musica e parole con Cristiano Cavina e Vittorio Bonetti. Fatti memorabili di un pianista della Bassa e di un narratore di montagna. Bonetti è l’alfiere del pianobar, quello suonato e cantato davvero, Cavina racconta storie per iscritto. Visto che da giovane Cavina non poteva andare ad ascoltarlo alla Festa dell’Unità, perché la nonna, fervente cattolica, gli proibiva di frequentare tutto ciò che era in odore di comunismo, recuperano ora il tempo perduto. Ingresso a pagamento. Info. 0543 744340 www.cinemaverdi.it Giovedì 29 luglio, ore 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi Donne sull’orlo di una crisi di musical encore!

Il progetto nasce per ripartire nel 2020 all’insegna della musica: venti donne, un pianoforte... una storia di racconti ed emozioni, sulle note dei successi dei più famosi e coinvolgenti numeri di musical theatre. A cura di QAOS Gruppo Teatrale (Rete Assoc. Fo_ Emozioni). Biglietto 12,00 euro. Info: 366 49 87 681 Giovedì 29 luglio, ore 21.15 MELDOLA Arena Hesperia, via Roma Nosferatu - il vampiro Proiezione del film di Friedrich Wilhelm Murnau, con Max Schreck, Gustav von Wangenheim, Greta Schröder, Alexander Granach, Georg H. Schnell. Germania, 1922. Biglietti da 6,00 a 5,00 euro. Info: 338 3169741 Giovedì 29 e venerdì 30 luglio, ore 21.30 FORLIMPOPOLI Cinema Teatro Verdi, Piazza Fratti Peter Rabbit 2 - Un birbante in fuga Proiezione del film a cartoni animati di Will Gluck (2021). Il secondo capitolo delle vicende cinematografiche del coniglietto parlante inventato dalla scrittrice inglese Beatrix Potter a inizio Novecento. Biglietti da 6,00 a 4,00 euro. Info. 0543 744340 - www.cinemaverdi.it

Don Chisciotte della Mancia Spettacolo di prosa: “Don Chisciotte della Mancia”, presentato nella terrazza della Rocca delle Caminate. Ingresso libero. Info. www.comune.predappio.fc.it

VENERDÌ 30 E SABATO 31 LUGLIO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Paradiso - Dalle tenebre alla luce In occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri e quale evento collaterale alla mostra “Dante. La visione dell’Arte”, la città di Forlì ospita, nella suggestiva cornice dell’Arena dei Musei San Domenico, uno spettacolo di straordinaria valenza artistica e culturale con protagonista Simone Cristicchi, attore, musicista, scrittore eclettico che, con questa opera, affronta il poema dantesco con il suo originale, poetico punto di vista. Cristicchi ha scritto l’opera in collaborazione con Manfredi Rutelli ed è co-autore, con Valter Sivilotti, delle musiche originali, oltre a firmare canzoni e regia. Le due repliche forlivesi, organizzate in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e il prezioso sostegno di Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, vedranno la parte-

cipazione dell’Orchestra Bruno Maderna che accompagnerà Simone Cristicchi. Ingresso a pagamento. Info. 0543 26355 - www.simonecristicchi.it DOMENICA 1 AGOSTO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi The Eleazaro Experience Per il ciclo “Stand Up!”, the Eleazaro Experience porta sul palco la vita dell’artista, raccontata con il suo inconfondibile sarcasmo. Un flusso di coscienza che parte dall’infanzia, dal nome che i genitori hanno scelto per lui fino alla singolare educazione ricevuta. Ingresso 12,00 euro. Info: info@accademiaperduta.it www.accademiaperduta.it MARTEDÌ 3 AGOSTO, ORE 21.00 MELDOLA Rocca delle Caminate

MARTEDÌ 3 AGOSTO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi La Bella era addormentata nel bosco, ma... Ecco una riedizione curiosa e un po’ pazza della celebre fiaba di Perrault! Il racconto ha inizio come ci si aspetterebbe: ci sono le tre fate che portano i loro doni, c’è la strega con la sua promessa di incantesimo, viene il giorno del 18° compleanno della principessa che si punge con l’arcolaio... Ingresso 5,00 euro. Info: info@accademiaperduta.it www.accademiaperduta.it GIOVEDÌ 5 AGOSTO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi I misteri di jungle Per il Ciclo Arroccato nella Fabbrica, la compagnia delle venti rose presenta “I misteri di jungle”. Ingresso 10,00 euro. Info: 347 69 77 541 GIOVEDÌ 5 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Vasumi & friends Spettacolo comico con Andrea Vasumi e ospiti a sorpresa. Ingresso a pagamento. Info: 393 0692223 www.spettacolipro.it info@spettacoli.pro

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GIOVEDÌ 5 AGOSTO, ORE 21.15 MELDOLA Arena Hesperia, via Roma Volevo nascondermi Proiezione del film di Giorgio Diritti (2020) con Elio Germano, Oliver Ewy, Paola Lavini, Gianni Fantoni, Andrea Gherpelli. Ligabue, il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po. Biglietti da 6,00 a 5,00 euro. Info: 338 3169741 VENERDÌ 6 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Dark Tesla La compagnia Masque Teatro presenta lo spettacolo teatrale “Dark Tesla”. Ingresso gratuito. Info: 393 9707741 masque@masque.it SABATO 7 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Zorro - Sergio Castellitto In questo spettacolo, scritto da Margaret Mazzantini, Sergio Castellitto interpreta un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e, nel mentre, riflette sul significato della vita. Un uomo ai margini della società, capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone “normali”. Capace di restituire, attraverso una sorta di “filosofare” allegro e indefesso, il “sale della vita”, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza. Uno spettacolo tragicomico ed emozionante. Biglietto unico 30,00 euro. Info: 393 9707741 - masque@masque.it DOMENICA 8 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro All’ombra della Cattedrale La compagnia Organismi Geneticamente Musicalizzati - OGM presenta lo spettacolo “All’ombra della Cattedrale”.

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alzata in segno di saluto, nella sinistra un libro, probabilmente il suo breviario; Peppone sul lato opposto della Piazza, il municipio alle spalle, fazzoletto al collo, la mano destra, che tiene il cappello, alzata in segno di saluto. Ingresso 12,00 euro. Info: teatrodiegofabbri@accademiaperduta.it www.accademiaperduta.it MARTEDÌ 10 AGOSTO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi Cenerentola in bianco e nero Questa visitazione prende spunto dalle diverse maniere di far concludere la vicenda: da una parte Perrault, che perdona le malefatte della matrigna e delle sue figlie e che vede addirittura Cenerentola accoglierle nel Palazzo dove era andata in sposa con il Principe, idea ripresa poi da Walt Disney nel suo celeberrimo film d’animazione (versione bianca). Dall’altra la “zampata” dei Fratelli Grimm, che invece puniscono severamente le sorellastre, facendole accecare da due colombi nel giorno delle nozze di Cenerentola (versione nera). Ingresso 5,00 euro. Info: teatrodiegofabbri@accademiaperduta.it www.accademiaperduta.it

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VENERDÌ 20 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Francesco Tesei - Il Mentalista Francesco Tesei ha sempre provato a “leggere il pensiero” delle persone: con questo nuovo spettacolo, figlio del momento che stiamo vivendo, il mentalista spera di accorciare le distanze tra le persone, tornando a giocare con interazioni fondate sulle parole ma anche sui gesti, azioni, respiri e sorrisi. Per gettare la maschera, vivere emozioni reali e non virtuali, e costruire assieme alla partecipazione attiva del pubblico qualcosa che potremmo definire con un neologismo: “telempatia”. Nessun potere sovrannaturale o paranormale, dunque, ma solo il desiderio e il bisogno di ricominciare a condividere esperienze tipicamente umane, come la meraviglia e lo stupore, in maniera empatica. Biglietto unico 25,00 euro. Info: info@accademiaperduta.it teatrodiegofabbri@accademiaperduta.it www.accademiaperduta.it SABATO 21 AGOSTO, ORE 20.00 MELDOLA Rocca delle Caminate Il teatro in Rocca Il concerto propone alcune tra le più celebri arie di repertorio per soprano, per omaggiare il teatro d’opera che proprio in questi giorni torna agli antichi fasti dopo un lunghissimo periodo di riposo. Ingresso libero su prenotazione. Info: 338 7492760 simo.zuccherelli@gmail.com DOMENICA 22 AGOSTO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi Il re nudo In poco più di un’ora, Massimiliano Loizzi si racconterà e ci racconterà la sua vita e quella del suo paese in una comica, ironica riflessione sulla verità, sulle fake news e sull’uso de-

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DA LUNEDÌ 26 LUGLIO A DOMENICA 1° AGOSTO EMILIA-ROMAGNA Riviera Adriatica La Notte Rosa Ritorna “La Notte Rosa” a colorare di rosa tutta la Romagna dal tramonto all’alba, dalle spiagge all’entroterra per una intera settimana. Ben 110 chilometri di concerti, eventi, appuntamenti culturali, mostre e spettacoli. Una “pink week” di note, generi e stili musicali diversi che vede in programma tantissimi artisti come l’Orchestra di Piazza Vittorio, i Jethro Tull, Arisa ed il suo “ortica live tour”, i Modena City Ramblers e Dario Vergassola a Santarcangelo (RN). A Riccione torna Deejay On Stage, e ancora Piero Pelù in concerto

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a Gatteo Mare, mentre Giusy Ferreri sarà in scena a Misano Adriatico (RN). E ancora, Bugo, Morgan e Extraliscio nella rassegna del festival La Milanesiana che coinvolgerà diverse città romagnole. Questi solo alcuni degli appuntamenti che andranno a completare l’offerta della Pink Week, visibile nel sito ufficiale della notte rosa. Info. www.lanotterosa.it DA LUNEDÌ 26 A GIOVEDÌ 29 LUGLIO RICCIONE Palariccione - Il Palazzo dei Congressi, Virgilio, 17 int. 1 RED - Riccione Estate Danza RED giunge alla tredicesima edizione, confermandosi come un evento speciale dedicato alla danza moderna, classica e contemporanea, in compagnia dei migliori

GIOVEDÌ 29 LUGLIO, ORE 20.00 FORLÌ A casa di Luca, Via Forreta 2 Apericena Romagnola Degustazione di specialità culinarie e vini romagnoli di Caplèt e della Strada dei Vini di Forlì-Cesena. Prenotazioni entro il martedì precedente. Ingresso su prenotazione. Info: 327 533 7668 VENERDÌ 30 LUGLIO, ORE 20.30 CASTROCARO TERME Fortezza Aperitivi e musica folk alla fortezza Concerti estivi organizzati all’interno di “Entroterre Festival, noto festival regionale di musica, cultura e territori dall’anima itinerante e dal respiro internazionale, in collaborazione con la Pro Loco di Castrocaro Terme. Concerto del gruppo “Contrada lamierone” Ingresso 5,00 euro. Info. 0543 769541 - 769631 www.entroterrefestival.it

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VENERDÌ 30 LUGLIO, ORE 20.00 PREDAPPIO ALTA Rocca medievale Aperitivo al tramonto Aperitivo al tramonto con accompagnamento musicale dei Margo’. Ingresso libero su prenotazione. Info. 0543 921700 www.comune.predappio.fc.it

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GIOVEDÌ 29 LUGLIO, DALLE ORE 20.15 GALEATA Teatro Carlo Zampighi Dal teatro al territorio Camminata serale con partenza dal teatro Zampighi di Galeata, a cura dell’associazione Teodorico. Ingresso libero Info: 0543 975428 cultura@comune.galeata.fc.it GIOVEDÌ 29 LUGLIO, RITROVO ORE 18.30 MELDOLA Castello di Castelnuovo, Provinciale Bidentina Passeggiata a Castelnuovo Prosegue la rassegna “Colline Meldolesi” con la passeggiata alla scoperta di Castelnuovo in programma giovedì 29 luglio, dedicata a Dante Alighieri. Il ritrovo è alle ore 18.30 presso l’agriturismo Le Vigne dove la guida turistica Chiara Maccherozzi condurrà i partecipanti alla scoperta delle leggende di “Paolo, Francesca e Clarì”. Per l’occasione sarà anche possibile effettuare un percorso in ebike a cura dell’Associazione Bike To, con partenza alle ore 18.00 (durata del percorso circa 2 ore). Info. 349 0931472

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LUNEDÌ 26 LUGLIO, ORE 21.30 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Due come noi che… Un concerto unico, a base di voce, di Gino Paoli e Danilo Rea, tra pianoforte e improvvisazione. Un prezioso esempio di come due artisti assoluti possano interpretare in modo innovativo alcuni classici della storia della musica italiana e internazionale, con una scaletta aperta che spazia tra le canzoni più amate di Gino Paoli. Biglietti da 25,00 a 18,00 euro. Info: 0542 25747 info@erfestival.org

IN AGOSTO SIAMO APERTI VENERDÌ 30 LUGLIO, ORE 21.00 MELDOLA Rocca delle Caminate Cam(m)inate Prenderà il via domenica 18 luglio la nuova edizione di Cam(m)inate alla Rocca, il percorso culturale tra note e parole alla Rocca delle Caminate di Meldola (Strada Rocca delle Caminate), organizzato dal Centro Diego Fabbri di Forlì in collaborazione con Ser.in.ar e Incontri Internazionali Diego Fabbri APS. In questo incontro è previsto il reading musicale nella corte interna della Rocca “Noi - Dialoghi Shakespeariani”. Biglietto da 15,00 a 5,00 euro. Per info e prenotazioni: 328 243 5950 0543 30244 - info@centrodiegofabbri.it DOMENICA 8 AGOSTO, ORE 20.00 MELDOLA Rocca delle Caminate Cam(m)inate - “E quindi uscimmo a riveder le stelle” Il terzo incontro della rassegna vedrà la terrazza della Rocca ospitare il concerto al tramonto di Antonio Gramentieri – Don Antonio con il suo progetto “La Bella Stagione”, accompagnato dal vivo da Arianna Pasini e Nicola Peruch a chitarre e sintetizzatori. Per questo appuntamento al termine è prevista

la visita alla Rocca. Biglietto da 15,00 a 5,00 euro. Per info e prenotazioni: 328 243 5950 0543 30244 - info@centrodiegofabbri.it

FINO A MERCOLEDÌ 15 SETTEMBRE FORLÌ Palazzo del Monte di Pietà, c.so Garibaldi 37 Vetrine d’Artista 2021 Tornano, per il sesto anno consecutivo, le “Vetrine d’Artista”. In attesa dell’avvio, in autunno, della stagione espositiva di “Arte al Monte”, le vetrine che affacciano su corso Garibaldi ospiteranno tre gruppi di opere di altrettanti artisti del territorio che si misurano con diverse tecniche: dalla scultura alla pittura, passando per le arti grafiche e la calligrafia. Gli artisti scelti per dare vita quest’anno alle “Vetrine d’artista di Arte al Monte” sono Ivo Gensini, esperto scultore le cui opere sono composte da metalli e talvolta materiali di recupero; Giuseppe Tolo e Cosetta Gardini, artisti e creativi, soci fondatori di Casa Walden che in occasione dell’anno dantesco hanno realizzato a “4 mani” un’installazione dove al lavoro pittorico di Giuseppe si è abbinato quello calligrafico di Cosetta reinterpretando la “Commedia” del Sommo Poeta;

MARTEDÌ 27 LUGLIO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro La Divina Commediola Spettacolo teatral-musicale con Giobbe Covatta, Danilo Rossi e l’Orchestra “Bruno Maderna”. Ingresso a pagamento. Info: 338 6595355 https://forlimusica.it www.vivaticket.it GIOVEDÌ 29 LUGLIO, ORE 21.00 CATTOLICA Arena Parco della Regina, Piazzale della Repubblica, 1 Jethro Tull In occasione della Pink Week e dei 50 anni di Aqualung, i Jethro Tull si esibiranno in un concerto live a Cattolica. Biglietti da 46,00 a 69,00 euro. Info: 0541966621 iat@cattolica.net

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GIOVEDÌ 29 LUGLIO, ORE 21.00 SANTARCANGELO DI ROMAGNA Sferisterio Santarcangelo, Via Arrigo Faini, 8 Modena City Ramblers Alla ventiduesima edizione de “La Milanesiana”, prende il via la serata interamente dedicata ai Modena City Ramblers in occasione dei loro 30 anni di carriera, assieme al comico Dario Vergassola. Ingresso gratuito su prenotazione. Info: 334 662 8192 www.focusantarcangelo.it GIOVEDÌ 29 LUGLIO, ORE 22,00 FORLÌ Collina dei Conigli, Parco Urbano States of Crossroad in concerto Alla Collina dei Conigli concerto blues dei States of Crossroad. Ingresso libero. Info: 0543 370765 info@collinadeiconigliforli.it VENERDÌ 30 LUGLIO, ORE 21.15 FORLÌ Fabbrica delle Candele, piazzetta Corbizzi Emergenze musicali Cosascuola Music Academy Forlì presenta: “Emergenze musicali” dalla Classica al Rock... Ingresso gratuito su prenotazione. Info: 0543 818173 - 347 4669855 info@cosascuola.it SABATO 31 LUGLIO, ORE 20.00 MELDOLA Rocca delle Caminate Paolo e Francesca Celebrazione per il settecentesimo anniversario dalla morte di Dante, con Francesca Camagni al violino e viola assieme a Filippo Pantieri al clavicembalo e come voce narrante, l’evento si terrà sulla terrazza panoramica della rocca. Ingresso libero su prenotazione. Info: 338 7492760 simo.zuccherelli@gmail.com SABATO 31 LUGLIO, ORE 21.00 CORNIOLO Centro paese

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LUNEDÌ 23 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro ImprovisArt L’Emilia-Romagna Festival - ERF presenta il concerto “ImprovisArt”, con János Balázs. Ingresso a pagamento. Info: 0542 25747 - info@erfestival.org www.erfestival.org - www.vivaticket.it GIOVEDÌ 26 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro I Musicanti di San Crispino L’associazione “I Tragitti” presenta il concerto con I Musicanti di San Crispino. Ingresso a pagamento. Info: 0543 32929 info@cooptragitti.it GIOVEDÌ 26 AGOSTO, ORE 22.00 FORLÌ Collina dei Conigli, Parco Urbano Wine ‘N Strings in concerto Concerto dei Wine ‘N Strings, con particolare tributo alle donne più importanti del blues. Ingresso libero. Info: 0543 370765 info@collinadeiconigliforli.it VENERDÌ 27 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Libertà e malinconia L’associazione 900fest e la Fondazione A. Lewin presentano il concerto “Libertà e malinconia”, con Paola Sabbatani, Roberto Bartoli, Tiziano Negrello e Daniele Santimone. Ingresso gratuito. Info: 0543 36698 - 339 1135921 339 6523470 - info@alfredlewin.org

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DOMENICA 29 AGOSTO, DALLE 18.00 ALLE 24.00 FORLÌ Collina dei Conigli, Parco Urbano Awa Fall and Tnt Sund in concerto Concerto reggae di Awa Fall and Tnt Sund alla Collina dei Conigli. Ingresso libero. Info: 0543 370765 info@collinadeiconigliforli.it

SABATO 28 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Gabriele Mirabassi ForlìMusica presenta il concerto di Gabriele Mirabassi, accompagnato dall’Orchestra d’archi “Bruno Maderna “. Ingresso a pagamento. Info: 338 6595355 https://forlimusica.it/

LUNEDÌ 30 AGOSTO, ORE 21.00 FORLÌ Arena San Domenico, p.za G. da Montefeltro Viaggio al termine della notte ForlìMusica presenta il concerto “Viaggio al termine della notte” con Elio Germano, Theo Teardo e Trio archi. Ingresso a pagamento. Info: 338 6595355 https://forlimusica.it/

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Il ritorno del Rock, la sua storia e i Ranaway Il ritorno del Rock, la sua storia e i Ranaway Qualcosa sta cambiando nel panorama musicale italiano e mondiale? Pare di sì! I segnali di un ritorno del Rock sono tangibili. Ne è prova il trionfo dei Måneskin a Sanremo e con “Zitti e buoni” e il loro successo a livello planetario, sorprendente ma fino a un certo punto. Il Rock è una forma di comunicazione immediata e diretta che negli ultimi decenni del Novecento ha espresso vette musicali e di pensiero a tutti gli effetti considerabili arte. Un’evoluzione continua, partita negli anni ’50 del secolo scorso e culminata negli anni ’90 con il movimento grunge. Poi nulla o quasi, se si esclude un timido ritorno del punk, solo stelle e stelline del pop di effimera durata. Corsi e ricorsi storici stanno riportando il Rock alla ribalta, come vero e proprio megafono di denuncia delle pro-

blematiche e dell’inquietudini del mondo giovanile e non solo. Anche per questo, ho in progetto nell’autunno inverno 2021/2022 alla Fabbrica delle Candele, di riproporre l’esperienza della “Storia del Rock” divisa in più appuntamenti, per raccontare la nascita e l’evoluzione di questo grande movimento musicale e culturale, facendomi accompagnare in questo viaggio da giova-

ni band locali. Tra queste quella che mi ha maggiormente impressionato è quella dei Ranaway. Ranaway sono un “collettivo musicale” composto da undici allievi di Cosascuola Music Academy tra i 9 e i 16 anni, formatosi all’interno dei percorsi di musica d’insieme e consolidatisi dopo il Campus Musicale del 2020, organizzato dalla stessa accademia musicale, durante il periodo delle vacanze estive. La formazione musicale è atipica e prevede: tre batterie, quattro chitarre, un basso, una tastiera/pianoforte, due cantanti/polistrumentisti: Alessandra Foschi – batteria, Anna Mazzolani – batteria, Davide Zaramella – batteria, Emanuele Tedaldi – canto, Matilde Montanari – canto, Matteo Raggi – chitarra, Marco Mariani – chitarra, Matteo Saputo – chitarra, Paride Valvassori – chitarra, Matteo Scotti - piano e tastiere, Nicolò Succi – basso. Nonostante le difficoltà dovute al Covid, quest’anno i Ranaway hanno riscosso consensi di pubblico e critica. Dopo alcune importanti concerti live, l’8 luglio scorso, sono stati selezionati dal team di Italia’s Got Talent. Il giorno dopo sono stati poi protagonisti di un memorabile concerto alla Fabbrica delle Candele, nell’ambito della rassegna Emergenze Musicali. Lo spettacolo che i Ranaway portano in giro è intitolato “Rock Opera”, dura circa un paio d’ore ed è gestito interamente dalla band, mentre, la regia è curata dal direttore di Cosascuola, Luca Medri. Si tratta di uno show di livello professionale, adatto a divulgare i bellissimi e immortali brani della musica Rock internazionale ai ragazzi coetanei dei Ranaway. Un’altra operazione educativa intrinseca a questo progetto è legata alla gioia che procura il “suonare insieme” e alla creazione di un team in cui ciascuno è un membro ndispensabile a raggiungere gli obiettivi: comunicare energia, gusto del bello, rispetto per tutti perché: questo è il Rock… e il Rock è arte e cultura!

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3 DOMANDE A ELENA FAGGI Con il suo talento e la sua grazia ha incantato gli spettatori di Sanremo e i tanti forlivesi che hanno fatto il tifo per lei nella scorsa 71esima edizione del Festival della canzone italiana. Un’esperienza che per Elena Faggi, 19enne fresca di maturità al Liceo classico “G.B. Morgagni” di Forlì, è stata un trampolino di lancio per tuffarsi ancora più in profondità della sua grande vocazione che è la musica. Dopo la ormai celebre “Che ne so”, il brano con il quale Elena si è presentata tra le “Nuove Proposte” di Sanremo e che ha ottenuto il premio “Soundies Awards” (dedicato ai videoclip delle canzoni in gara al Festival), qualche giorno fa è uscito un nuovo progetto, dal titolo “Ten cuidado”. Cosa ha significato Sanremo per te, anche a distanza di mesi? La partecipazione al Festival è stata importantissima sia a livello di opportunità sia sul piano interiore: mi ha indicato in modo concreto che quella della musica è la mia strada. Quest’ultimo è stato un periodo di crescita per me, mi sembra già che siano passati anni! Da Sanremo porto con me alcuni incontri

fondamentali, come quello con il maestro Beppe Vessicchio. Ho anche avuto modo di conoscere Arisa, un’artista che stimo molto. Si ricordava di me da quando, a dicembre scorso, ho vinto le selezioni per partecipare alle “Nuove Proposte” di Sanremo. Quando l’ho incontrata dietro le quinte dell’Ariston, ha avuto per me parole di incoraggiamento e questo per me è stato un grande risultato. Una maturità da 110 e lode e una nuova canzone appena uscita: è un periodo di svolte… Mi piace studiare e ho dedicato molto tempo e impegno alla scuola, ma ora voglio concentrarmi sulla musica e farne il mio lavoro. Ho intenzione di lavorare molto sui miei pezzi con il mio team e mio fratello Francesco, che è arrangiatore e produttore delle mie canzoni. È appena uscito un nuovo brano che ci vede ancora una volta collaborare insieme: “Ten cuidado”. Come sonorità si avvicina al pop latino, ma sempre in stile RnB. Si parla ancora di relazioni: questa volta, in particolare, della paura di restare feriti dopo una serie di esperienze finite male. Mio fratello France-

sco è una figura determinante perché è stato seguendo le sue orme che ho trovato nella musica la mia strada. Lavorare con lui mi dà sicurezza e in più ci capiamo al volo! Devo essere molto grata anche a mio padre, che mi ha sempre sostenuta e a cui devo l’iscrizione al concorso Area Sanremo Tim 2020. Quale bagaglio ti ha dato Forlì per aiutarti a spiccare il volo? Sarò sempre grata a tutti gli artisti forlivesi che hanno contribuito a far crescere la mia passione. Ho studiato violino alla scuola di musica “Federico Mariotti”, poi ho approfondito la danza ad Arte Danza University, dopodiché sono anche entrata nel mondo del musical. Poi c’è stato un passo importante: la partecipazione a Italia’s Got Talent. Sentirmi così felice di esibirmi su quel palco mi ha fatto capire che questo è ciò che voglio fare. Anche grazie a queste esperienze sono approdata a Sanremo più matura. Ho imparato che ci vuole costanza e sacrifici nel perseguire i propri sogni, ma bisogna anche essere i primi a crederci, perché tutto deriva dal pensiero giusto. Credo nella legge di attrazione e mi sono immaginata, ben prima di essere selezionata, che un giorno sarei stata presa proprio per cantare all’Ariston!

L'Ostello di Santa Sofia si trova al centro del paese, in Piazza Giacomo Matteotti. Da lì parte il percorso pedonale che conduce allo splendido parco di sculture all'aperto e in pochi passi è possibile raggiungere i principali ristoranti e luoghi d’interesse. L'Ostello si trova all'interno di un palazzo di interesse storico ed una vecchia filanda ristrutturati e offre una splendida vista sul fiume Bidente.

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MAGLIANO RONCO LA VIA MAGLIANELLA Nel tracciare l’itinerario Magliano-Ronco, che può essere percorso a piedi o in bicicletta, gran parte costeggiando il fiume, si può partire da via Maglianella, che nel mese di maggio ha un fascino particolare. Nel tratto iniziale, diversi filari vedono a fianco della prima vite la presenza di piante di tulipani e di rose. Proseguendo lungo la strada, la seconda caratteristica che colpisce è la presenza di una siepe molto antica a delimitazione di una parte del podere “Valle”, caratterizzata dal biancospino

comune e tutelata in base alla legge regionale n. 2 del 1977, che salvaguarda, oltre agli alberi monumentali, i filari e le alberate di particolare pregio. Il podere “Valle” è anche caratterizzato dalla presenza di alberi monumentali, anch’essi tutelati dalla legge regionale n. 2 del 1977. Si tratta di un gelso bianco, due tigli e un gruppo di querce. I MEANDRI DEL FIUME RONCO Una volta lasciata la via Maglianella, si può iniziare il percorso sul greto del fiume Ronco. Poco prima dell’agriturismo “La Lenticchia”, sulla destra, un sentiero dà la possibilità di immergersi nell’oasi di Magliano. Gli argini sono ricchi di alimenti nutritivi trasportati dalle acque (limo e sali minerali) e qui trovano l’habitat ideale molte piante come la menta, l’epilobio ed il farfaraccio. Tutto il tragitto Magliano-Ronco è percorribile sia a piedi sia in bicicletta. Attorno al fiume Ronco si trova, tra le località di Selbagnone e di Magliano, un’area naturale estesa per 221 ettari, annoverata

fra i Siti di Importanza Comunitaria col nome “Meandri del Fiume Ronco”. IL GOLF CLUB E I LAGHI FO.MA E DEL SOLE Proseguendo sulla sponda sinistra verso il centro abitato della località Ronco, sulla sinistra si trova il campo da golf di Forlì. L’impianto sportivo è inserito nell’oasi protetta, offrendo anche una notevole suggestione paesaggistica. Continuando a percorrere l’itinerario Magliano-Ronco, sulla sinistra si trovano il lago Fo.Ma e il lago del Sole. Lo specchio d’acqua maggiore, denominato Fo.Ma., si è formato in seguito alle conseguenze di un’attività estrattiva sotto falda effettuata a partire dagli anni ‘70 e cessata nel 1998. Il bacino presenta una capacità d’invaso di circa 700.000 metri cubi di acque di buona qualità. La zona dell’ex cava è stata ribattezzata la “Forlì Marittima”; qui è stata aperta l’attività dell’azienda agricola “Cala FoMa”. Poco oltre, è operativa l’attività della A.S.D. Lago del Sole.

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Un habitat di interesse comunitario boschi ripariali di pioppi e salici - copre quasi il 20% della superficie del sito. In misura minore, si riscontrano ulteriori 7 tipi di habitat, 4 acquatici (1 di acque correnti) e 3 di tipo erbaceo.

Utilizzando due laghetti di diverse dimensioni, immersi in un’area più vasta, in totale circa sette ettari, si può praticare la pesca alla trota e partecipare alle relative gare. UN SITO ECOLOGICO DI IMPORTANZA COMUNITARIA Sicuramente merita di essere approfondito l’aspetto naturalistico della zona classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). Questa si sviluppa intorno al tratto del corso d’acqua all’altezza di Carpena e Selbagnone, presso Forlimpopoli, da Para (a monte) fino alla confluenza dell’Ausa Nuova (a valle), in corrispondenza di quell’area inselvatichita di vecchie cave di ghiaia e sabbia e bacini derivati, nota come Oasi faunistica di Magliano. L’importanza fondamentale del sito risiede nel ruolo di corridoio ecologico di tipo ripariale che l’area svolge nell’ambito della rete naturalistica di collegamento tra Appennino e pianura romagnola. Corpi d’acqua corrente e stagnante (15%), boscaglie (10%) e boschi di tipo ripariale (25%), con salici, pioppi e ontani e vegetazione palustre più qualche elemento di foresta più asciutta ricoprono complessivamente circa la metà della superficie del sito.

LA FLORA E LA FAUNA DEL SITO Nei meandri del Ronco troviamo il bosco igrofilo di latifoglie miste, la più importante formazione boschiva dell’area. Qui, tra pioppi e salici, vegeta l’olmo campestre, l’ontano nero, il nocciolo, l’acero campestre. Presenti anche specie esotiche, come la robinia, l’acero negundo e il platano. Lo strato arbustivo è costituito da salici, biancospino, prugnolo, sanguinello, rose, oltre a vitalbe, edera e rovi. Come già ricordato, gli argini fluviali, ricchi di alimenti nutritivi trasportati dalle acque (limo e sali minerali), sono l’habitat ideale per piante come la menta, l’epilobio e il farfaraccio. L’area accoglie numerose specie faunistiche di rilievo. Tra gli uccelli, martin pescatore, tarabusino e bigia padovana risultano nidificanti. L’avifauna nidificante conta ulteriori specie: rilevante è la presenza

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AGOSTO SEMPRE APERTI lungo le sponde erose del fiume Ronco di colonie di topino e gruccione. Tra gli anfibi, è di interesse comunitario la presenza del tritone crestato; non manca la raganella italica. Rettile acquatico di notevole interesse, è presente la testuggine palustre. I pesci annoverano cinque specie di interesse comunitario: barbo, barbo canino, lasca, vairone e cobite comune. È presente anche il ghiozzo padano e, a quanto pare, il luccio nelle fredde acque sorgive del lago settentrionale. DA SELBAGNONE AL RONCO Anche la parte destra del fiume Ronco presenta un percorso ciclo-pedonale, di grande interesse e fascino ambientale e paesaggistico, nel tratto che va dalla strada provinciale Forlimpopoli-Meldola, poco oltre l’abitato di Selbagnone, fino al ponte sulla via Emilia in località Ronco. A lato del podere Spinadello è presente un canale di origine rinascimentale. Nel 1831 il torrente Ausa, che allora attraversava

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il centro cittadino di Forlimpopoli, venne deviato nel canale per liberare la zona destinata alla costruzione della stazione ferroviaria. Al termine del Secondo conflitto mondiale il paesaggio fluviale nei pressi dello Spinadello era molto diverso da quello attuale con campi coltivati fino quasi al greto del fiume. La rinaturalizzazione di un’ampia fascia di terreno adiacente al fiu-

me è avvenuta di pari passo con la progressiva dismissione delle attività a forte impatto antropico e oggi si può camminare immersi in un bosco igrofilo di latifoglie miste che è la più importante formazione boschiva della zona. Anche qui, tra pioppi e salici vegetano l’olmo campestre, l’ontano nero, il nocciolo e l’acero campestre, mentre lo strato arbustivo è costituito da bian-

Sul territorio del Comune di Forlimpopoli, è collocato l’Acquedotto Spinadello, un’importante opera idraulica, inaugurata nel 1939 e attiva fino al 1986, che garantiva la fornitura idrica ai comuni di Lugo, Cotignola, Bertinoro e Forlimpopoli. L’edificio della centrale di sollevamento è stato inserito per le sue peculiarità nella Rotta Culturale Europea ATRIUM. La palazzina dell’acquedotto consortile è stata restaurata dal Comune di Forlimpopoli negli anni 2012-2013 per destinarla a centro visite del Parco dei Meandri del Fiume Ronco. Subito dopo la zona caratterizzata dalla sede dell’ex acquedotto dello Spinadello, si trovano le nove “vasche” della SFIR che avevano la funzione di sedimentazione e chiarificazione delle acque provenienti dallo zuccherificio di Forlimpopoli. Dopo la dismissione degli impianti nel 2006, tutta l’area è divenuta zona umida di grande interesse ambientale. Vi nidificano molte specie di trampolieri e anatidi rari, così come si possono avvistare tassi, caprioli e volpi. (Foto di Fabio Casadei)

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Santa Reparata Una pieve in stile bizantino lungo il cammino dantesco nella valle dell’Acquacheta I luoghi sacri erano, un tempo, al centro della vita delle comunità che abitavano nel circondario. Tra quelli che vale la pena riscoprire c’è la pieve di Santa Reparata, inclusa anche nell’itinerario percorso da Dante nella valle dell’Acquacheta. L’edificio in stile bizantino è situato a metà strada tra Castrocaro e Terra del Sole, in un’area di abbondanti ritrovamenti archeologici di epoca romana, che inducono a supporre che qui sorgesse il vicus romano di Salsubium, da cui ebbe poi origine Castrocaro. Si tratta della più antica chiesa costruita nella valle dell’Acquacheta, quindi esistente ai tempi di Dante e collocata lungo il cammino che il Sommo Poeta percorse ai tempi dell’esilio per raggiungere Forlì. Della costruzione originaria oggi non restano che alcune arcate della navata centrale sorrette da pilastri a spigolo, un antico fonte battesimale ornato a tre

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rostri, lacerti di affreschi e una vasca sarcofago. Alcuni studiosi propongono il 549 come anno in cui l’edificio venne terminato, anche se il primo documento che ne attesta l’esistenza è datato 970. Certo è che la chiesa venne costruita in ambito esarcale, come conferma l’intitolazione a Santa Reparata, la martire orientale il cui culto venne diffuso in Europa dai mercanti di origine greca. Il 6 aprile 609 papa Bonifacio IV accordò alla pieve il privilegio del battistero. L’evento più rilevante che si svolse presso la pieve fu un convegno, il 4 novembre 1118. Il giudizio verteva su una controversia sorta sul pagamento di censi e decime promosso dal Monastero di Santa Maria di Faenza contro il vescovo di Forlì. Citata più volte nel Rationes Decimarum del 1290-1292, la pieve perse via via di importanza, dapprima con lo sviluppo di Castrocaro, poi con

la fondazione di Terra del Sole. La pieve continuò ad essere operativa fino al 1820, quando venne sconsacrata. Nel 1823 la facciata, la navata laterale sinistra e l’abside vennero demoliti per ricavare materiale da utilizzare per il completamento del campanile della Chiesa di Terra del Sole. Sempre nel corso dell’Ottocento la navata destra venne poi ampliata e la chiesa venne trasformata in casa colonica. Una volta sul posto, vale la pena visitare le vicine cittadine di Castrocaro Terme e Terra del Sole, per scoprirne le bellezze architettoniche, la storia, ma anche per far sosta nei ristoranti e negli agriturismi della zona. Per informazioni: IAT - Ufficio informazione e accoglienza turistica, viale Marconi, 20/28 (Galleria Terme), Castrocaro Terme e Terra del Sole (FC); telefono: 0543.769631; email: iatcastrocaro@visitcastrocaro.it.

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Il Santuario di Sant’Antonio a Montepaolo: Uno scrigno d’arte immerso nella natura Risale al 7 settembre 1913 la consacrazione della chiesa-santuario dell’Eremo di Montepaolo da parte dell’allora vescovo di Modigliana Mons. Luigi Capotosti. All’esterno della facciata del santuario, sulla porta d’ingresso, è collocata una lunetta in bassorilievo raffigurante la Vergine col Bambino Gesù, che accarezza i gigli in mano a Sant’Antonio, mentre l’austero San Bernardino da Siena benedice la scena. Come stazioni della Via Crucis furono utilizzate le piccole ceramiche invetriate in bianco che appartenevano al preesistente santuario, capolavori per finezza e complessità compositiva. I rosoni presentano nel centro un serafino contornato da gigli, i fiori simbolo della verginità che l’iconografia associa in modo particolare a Sant’Antonio. Sot-

to le vetrate d’ingresso, i dipinti murali illustrano due momenti della storia di Montepaolo; più devozionale quello in cui Sant’Antonio risale dalla grotta stremato dalle penitenze, più decisivo per il corso degli eventi quello che si riferisce alla guarigione miracolosa di Giacomo Paganelli, artefice del santuario seicentesco, che dopo la visione taumaturgica seppe descrivere la tomba del Santo senza essere mai stato a Padova: di qui l’idea di una cornice a forma di sarcofago. Una fascia con motivi decorativi e ritratti di santi, papi, religiosi, uomini illustri e benefattori percorre tutta la chiesa nel registro superiore. Tra i ritratti c’è un medaglione dedicato a Benito Mussolini (entrando in alto a destra), allora presidente del Consiglio dei ministri, che in diverse occasioni fi-

nanziò degli interventi tramite il fondo creato presso la Segreteria Particolare del Duce. Sotto la volta, le lunette narrano episodi della vita del Santo. La pala dell’altare narra l’episodio di San Francesco che appare ai frati nel capitolo di Arles durante una predica di Sant’Antonio. Per il dipinto dell’abside fu scelto come soggetto “Cristo Re”, una devozione che ebbe il suo culmine nell’istituzione della solennità liturgica ad opera di Pio XI nel 1925. Si noti dunque la sensibilità contemporanea e l’attenzione al dato storico che contraddistinse gli artisti che operarono a Montepaolo. Poi, nel 1926 al “Cristo Re” fu sovrapposto un polittico. Una volta sul posto è inevitabile visitare la “Grotta di Sant’Antonio” e il viale dei mosaici, nonché godere dell’ampio bosco che circonda la zona. Nei dintorni si snodano diversi sentieri che consentono di effettuare delle camminate godendo di un paesaggio unico. Anche Dovadola merita di essere visitata, in particolare la parte storica.

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Il Santuario della Madonna del Lago Una storia di secoli che abbraccia il culto mariano Il Santuario della Madonna del Lago e l’immagine mariana lì conservata hanno una grande importanza per il territorio attiguo, compresa la città di Bertinoro. Gli interventi sul santuario, commissionati dall’allora parroco, mons. Elvezio Pagliacci, sono terminati nel 2010 restituendo splendore al luogo di culto e all’icona mariana. In base agli studi effettuati, è certificato che nei pressi del luogo dove sorge il santuario c’era fino al Settecento un lago, poi prosciugato. A questa zona è legata la figura di San Ruffillo, nel 330 primo vescovo di Forlimpopoli, che, secondo la leggenda, liberò il territorio circostante da un drago ed al quale apparve la Vergine sulle acque dello specchio d’acqua. La fondazione del santuario invece è legata ad una bella immagine della Madonna dipinta su tela, di provenienza orientale. Secondo la narrazione tradizionale,

l’icona bizantina sarebbe stata tratta in salvo da un rogo durante la lotta iconoclasta (la parte inferiore della tavola presenta ampie bruciature) e un monaco camaldolese la portò nella badia di Urano, edificio oggi non più esistente ubicato nel territorio di Bertinoro. Si racconta che qualche tempo dopo la tavola scomparve dalla badia e fu ritrovata sulle acque del lago. Fu così che gli abitanti della zona costruirono una piccola cappella per il culto della Vergine nei pressi del bacino d’acqua. Secondo le prime notizie sulla chiesa del Lago, nel novembre 1181 il vescovo la concesse ai frati camaldolesi. Nel 1279 ci fu la consacrazione del santuario la domenica dopo l’Ascensione: da allora in questa giornata si celebra la festa della Madonna. Il 3 giugno 1857 il santuario ebbe il privilegio della visita di papa Pio IX. Nel 1705 l’immagine venne solennemente

incoronata per concessione del Capitolo Vaticano e nel 1793 la Sacra Congregazione dei Riti le convalidò il titolo di principale patrona della città di Bertinoro, ampliato nel 1935 a tutta la Diocesi di Forlì-Bertinoro. In un sacello dietro l’altare della chiesa è conservata l’immagine di stile orientale, un’icona bizantina dipinta su tela e aderente ad una tavola di legno che rappresenta la Madonna in trono con il bambino Gesù. I volti della Madre e del Bambino sono vicini secondo l’iconografia bizantina dell’Eleùsa. Dopo i Camaldolesi il complesso passò poi al clero diocesano e nel 1884 ai missionari del Preziosissimo Sangue di San Gaspare del Bufalo, che lo ressero fino al 1938. Com’è noto il culto della Madonna del Lago si è conservato molto vivo nel tempo fra gli abitanti del Lago, di tutta Bertinoro e delle zone circostanti.

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Abbazia di Sant’Ellero Una storia che affonda le radici nel Medioevo e arriva ai giorni nostri Se si privilegiano luoghi isolati ma di grande fascino per le architetture presenti, il paesaggio incontaminato e gli aspetti naturalistici, quale posto ci può essere meglio di Sant’Ellero di Galeata? Quasi sulla sommità della collina si trova l’Abbazia di Sant’Ellero, uno dei più antichi monasteri del mondo occidentale, fondamentale centro religioso e di cultura medievale. Nel contesto di militarizzazione e cristianizzazione che caratterizzò il V secolo, emerge la figura di Hilarius, meglio noto come Ellero di Galeata, nato nel 476 in Tuscia. Ancora giovanissimo decise di darsi alla vita solitaria e scelse come dimora un monte della valle del Bidente. In quel luogo in tre anni costruì una cappella dove pregare e, sotto di essa, una spelonca dove alloggiare. A vent’anni passò

dalla vita eremitica a quella cenobitica. Sorse così il nucleo monastico di Galeata. A cinquant’anni dalla fondazione, a Sant’Ellero esisteva già un monastero che diventò, poi, organo di controllo religioso di circa quaranta parrocchie tra Romagna e Toscana, assumendo un considerevole potere economico, giuridico, politico e militare su un vasto territorio. L’influenza di Sant’Ellero nella vallata bidentina si espresse anche attraverso la fondazione di castelli, dislocati sul territorio per la difesa del monastero: quello di Pianetto, Santa Sofia, Civitella, Cornacchiaro e Valcapra. Tra il VI e il IX secolo, la chiesa si ingrandì, corredandosi di un campanile a destra e di un chiostro a sinistra, oltre ad ingentilirsi con la decorazione scolpita. La potenza politica e feudale

di Sant’Ellero iniziò a declinare fra il XIII e XIV secolo, ma l’autorità spirituale del Santo è sopravvissuta fino ai nostri giorni. La diocesi “nullius” venne soppressa nel 1785 da Pio VI e successivamente passò sotto la giurisdizione della Diocesi di Sansepolcro, mentre dal 1975 fa parte di quella di Forlì. Il ritrovamento delle reliquie di Sant’Ellero nel 1496 rinnovò il culto del Santo, stimolando i fedeli alla ricostruzione dell’edificio ormai in grave deperimento. Di qui in poi i restauri si susseguirono numerosi fino a quelli più recenti degli anni ‘50 del secolo scorso. La cripta, in cui si conserva il Sarcofago di Sant’Ellero, del VII-VIII secolo, è la parte più antica e più sacra della chiesa, meta di continui pellegrinaggi. Secondo la tradizione, corrisponderebbe al sacello originario e dietro ad essa si trova la cella del santo, una nicchia quasi cubica, di un metro circa in cui sembra che Sant’Ellero si ritirasse in preghiera.

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IL PANE Nell’ambito culinario, da diversi anni c’è un impegno portato avanti da studiosi, ristoratori e semplici cittadini nella riscoperta delle tradizioni locali. Ciò avviene anche in Romagna e nel Forlivese sotto l’impulso di Casa Artusi, degli Istituti alberghieri e dei tanti appassionati di cucina. Il tema è di grande interesse e occorre partire dal passato, quando in Romagna gran parte delle pratiche divinatorie aveva come protagonista il fuoco o “l’aròla”, il piano in cotto davanti al camino che restava sempre acceso. La fiamma del fuoco veniva consultata come forza premonitrice: se la fiamma soffia verso l’esterno dal focolare significa che si avrà una visita; se soffia attraverso l’aròla, allora è segno di disgrazie. Alla presenza della fiamma del focolare venivano celebrati i riti di consacrazione dei nuovi nati. Il parto stesso si svolgeva sotto la sua tutela. Nell’antichità, vicino al fuoco erano collocate le statue degli dei della casa e della famiglia. Il fuoco era, però, anche essenziale per cucina-

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AGOSTO APERTO re il pane, l’elemento principe di ogni alimentazione. Il pane era l’alimento che meglio marcava le distanze sociali tra ricchi e poveri, perché il bianco rappresentava il colore della farina ricavata da un grano puro, a differenza del colore scuro del pane preparato nelle famiglie più povere con farine miste (pass armest). La presenza del pane sulla tavola era un dono della provvidenza, per questo le massaie romagnole segnavano le pagnotte, prima della cottura, con una croce, recitando preghiere propiziatorie. Sul pane esistono credenze e simboli connotati da valori religiosi

che hanno legato questo alimento alla vita stessa. Pane e vino simboleggiano il corpo di Cristo. Per questi motivi “trattare” il pane era gravato da rigide prescrizioni: ad esempio, è considerato atto di offesa a Dio il gettare le briciole o il pane avanzato, che doveva essere interamente consumato o gettato nel fuoco purificatore. Nel rituale della preparazione del pane si ritrova la simbologia della nascita e della gestazione. La bocca del forno, dove il calore del fuoco opera la metamorfosi dal crudo impastato in cibo cotto, simboleggia la femminilità. Ci sono ancora persone che ricordano i tempi in cui nelle botteghe era affissa un’insegna con questa frase: “Amate il pane, cuore della casa, profumo della mensa, gioia del focolare. Onorate il pane, gloria dei campi, fragranza della terra, festa della vita. Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio. Non sciupate il pane, ricchezza della patria, il più santo premio alla fatica umana”.

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I CAPPELLETTI VITTORIO CAPACCI Così apprezzati fin dall’Ottocento da fare a gara a chi ne mangia di più! I cappelletti del pranzo natalizio sono un altro piatto ricco di significati e di identità per la nostra terra. Ricordano i cibi propiziatori e di preparazione più elevata che accompagnano i giorni e le feste da Natale all’Epifania. Michele Placucci nel volume “Usi, e pregiudizi de’ contadini della Romagna” (1818) riporta la testimonianza del parroco di Savarna dell’anno 1811, in risposta all’inchiesta napoleonica: “In questa solennità è costumanza anche né più miserabili usare una certa minestra chiamata cappelletti”. Mentre il Prefetto Staurenghi, in relazione al Dipartimento del Rubicone, annota: “Il giorno di Natale presso ogni famiglia si fa una minestra di pasta con ripieno di ricotta, che chiamasi cappelletti. L’avidità di tale minestra è così generale che da tutti, e massime dai preti, si fanno delle scommesse di chi ne man-

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gia una maggiore quantità, e si arriva ad alcuni fino al numero di 400 o 500, e questo costume produce ogni anno la morte di qualche individuo per forti indigestioni”. Placucci, elaborando l’inchiesta, trae questa conclusione: “In questo giorno (Natale si intende) si fanno i cappelletti, minestra composta di ricotta, formaggio, uova, aromi, il tutto avvolto in pasta, detta spoglia da lasagne”. Il noto scrittore Graziano Pozzetto ha scritto: “Il piatto principale della mensa natalizia erano (e sono ancora vivaddio!) i cappelletti (in brodo s’intende!), piatto principale, minestra bandiera, attesa, preparata e consumata, assai raramente durante l’anno se non in poche occasioni speciali; ma ciò non era una regola diffusa, anzi. Ecco spiegata l’ingordigia sostenuta dal Prefetto Staurenghi. In ogni famiglia romagnola di un tempo, non

poteva passare Natale senza i cappelletti, per gli incapaci poteva provvedere qualche parente o un vicino di casa. Si preparavano la sera della vigilia, la cui cena non era prevista, se non in termini poveri e in ogni caso senza carne”. Va messo in rilievo che, nella ricetta dei cappelletti, Pellegrino Artusi indica nel Raviggiolo uno dei principali ingredienti. Questo nostro formaggio ha trovato nel corso dei secoli famosi estimatori, come Papa Leone X che addirittura nel 1515 lo ricevette come dono; è un prodotto piuttosto difficile da reperire (a causa delle restrizioni normative igienico-sanitarie) che si ottiene dalla caseificazione di latte vaccino. Per la sua pasta bianca e tenera, per il sapore molto delicato, burroso, è oggi fra i formaggi più noti e ricercati di una ristretta zona che va da Santa Sofia a Bagno di Romagna.

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LE TAGLIATELLE Sogno dei buongustai e racconto “immaginario” di Tonino Guerra dal lager

La preparazione e la cottura di una minestra può essere anche il pretesto per raccontare, o rammentare, scampoli della storia recente, come ha fatto Tonino Guerra con il testo che serve anche per ricordare una pietanza amata da tutti i romagnoli e da chi frequenta le nostre zone. Le tagliatelle sono, infatti, un altro piatto “mitico” della Romagna. Un tempo tirate in ogni casa dalla brava “azdora”, continuano ad essere un cibo in vetta alle classifiche dei desideri dei buongustai. Sono sempre di più i ristoranti, le trattorie e gli agriturismi che propongono tagliatelle “fatte in casa”, alla vecchia maniera. Le “tagliatelle immaginarie della prigionia” di Tonino Guerra Tonino Guerra ha “raccontato le tagliatelle immaginarie della prigionia”. Era il Natale del 1944 e si trovava prigioniero in Germania in un campo di concentramento, “con una tuta in prestito, senza pane, lontano da casa e senza l’amore di nessuno. Nei giorni più disperati e terribili della fame, aiutato dalla mia predilezione per le tagliatelle al ragù, mi ritrovai a raccontare tagliatelle immaginarie, ai romagnoli e agli italiani, prigionieri con me nelle baracche di un lager tedesco. Tra i mangiari, quello che riscuoteva maggior successo gastronomico, erano le tagliatelle di mia madre. Quando le descrivevo, la fantasia dei compagni si scatenava e suscitava emozioni, quasi palpabili, di gratificazione dello stomaco

e della memoria, non senza allegrezza di cibo. Parlavo della madia di casa, entro la quale mia madre impastava una montagnola di farina bianca con tante uova di giornata, di un pollaio periferico di Santarcangelo, lavorandole con impegno ed energia, considerando che si trattava di una donna piccola ed esile. Poi, sul tagliere azzurro, con l’aiuto del mattarello, assottigliava l’impasto, ottenendone una bella sfoglia, rotonda, sottile, morbida, setosa, intatta, dal bel colore giallo intenso. Raccontavo poi, e tutti pendevano dalle mie labbra, deglutendo di già tanta saliva, delle tagliatelle tagliate con mano abile e ritmata, raccolte dapprima a mucchietti e poi stese allineate nell’ampio tagliere. Poi tutte insieme fatte cadere nell’acqua bollente e fumante della pentola, per una rapida scottatura. Appena salite in superficie, venivano scolate, accolte nella zuppiera, per essere condite con la forma grattugiata e il ragù di carne. Tutte le operazioni venivano raccontate ed eseguite con una fantasia ‘reale’. Specialmente quando con marcati gesti, distribuivo abbondanti porzioni ‘invisibili’ a tutti, allucinati, incantati, emozionati, in un certo senso ‘appagati’ con gli occhi sgranati e la fantasia della fame. Non mancavano coloro che prendevano il bis! Benedette Tagliatelle”. Chi è tornato dai campi di concentramento ha potuto riassaporare quelle vere, come possiamo fare ancora oggi. Ci sono invece usanze completamente sparite, come quella del pranzo o della cena in occasione di un funerale, anche questo un tratto distintivo della Romagna di un tempo. In genere il cibo, il mangiare, le pietanze servite generano allegria come succede con i cappelletti e con le tagliatelle. Non bisogna dimenticare, però, che anche i pranzi e le cene funebri seguivano pre-

cise indicazioni. Era importante consumare cibo per sconfiggere la morte e il pranzo funebre esprimeva solidarietà e unione tra chi era rimasto con parenti e amici. Veniva preparato da una nonna o donna anziana, non della famiglia dove si era verificato il lutto, ma da una vicina di casa, in modo che nessuno dei familiari del defunto potesse toccare il cibo e quindi evitare “contaminazioni” con la morte. Solitamente erano previsti i manfrigoli (o monfettini o malfattini) in brodo, il relativo lesso, un umido, pane e vino. Graziano Pozzetto nel volume “Le minestre di Romagna” elenca le varie usanze presenti nel territorio citando le relative fonti: “Lo studioso Cirelli testimonia grandissime pignatte di ceci o di altri legumi, che nei giorni non di vigilia, potevano essere caratterizzate da carne, mangiari riservati ai vivi, di ritorno dal cimitero. Anche Giovanni Battara, menziona una minestra di ceci, che costituiva il pranzo del morto, anche nel riminese, durante l’Ottocento”. All’inizio del XIX secolo a Forlì veniva preparata una minestra in brodo con carne grossa di manzo, servita poi come lesso. In genere vigeva l’obbligo dei munfriguli, che tutti potevano mangiare nella misura di un piatto fondo o di una scodella. Veniva sconsigliato il bis, in quanto poteva essere interpretato come assenza di dispiacere nei confronti del defunto.

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IL GRANO Dal rito collettivo della raccolta, alla preparazione del pancotto Per avere la farina da impastare il pane era prima necessario seminare il grano, aspettare che crescesse (tutte fasi precedute da aspetti propiziatori) per poi raccoglierlo. La mietitura in genere iniziava il giorno precedente la ricorrenza di S. Giovanni e poteva protrarsi, a seconda delle zone e del tipo di grano, per molti giorni. Uomini, donne, anziani e bambini partecipavano a questo “rito collettivo”, uno dei più importanti dell’anno dal punto di vista agricolo. Si recavano nei campi con “e’ sghet” (la falce) in mano fin dal primo mattino. Le spighe raccolte venivano di volta in volta raggruppate in mazzetti legati ben saldi da più spighe arrotolate e riunite poi in covo-

ni, i quali venivano portati sull’aia di casa e ammucchiati sapientemente tra loro per formare il barco. La fase della raccolta del grano si chiudeva con l’arrivo delle macchine per batterlo: un giorno di festa per l’intera famiglia e per gli altri contadini che prestavano “agl’öpri”, in un rapporto di scambio reciproco, durante il quale “l’azdora”, la reggitrice, la donna di casa preparava un corposo pranzo per tutti coloro che “andavano dietro la macchina da battere il grano”. La cucina: il luogo dell’intimità “L’aròla” era solitamente bassa per consentire di riscaldare tutto il corpo di una persona. Sul piano stavano gli

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a una cinquantina di anni orsono mi perduto, salvo rari casi, anche se la ABBIGLIAMENTO UOMO & DONNA è tornato alla mente che era sopra a ricchezza e la qualità delle attuali maper TUTTE le OCCASIONI, quella fiamma che mia madre, o in sua terie prime a nostra disposizione ne dal CASUAL alla CERIMONIA assenza, la nonna, preparava negli farebbe davvero una ricetta importanINTIMO e ACCESSORI ABBIGLIAMENTO anni sessanta del secolo scorso, fra le te ed eccellente. Era il mangiare dei altre povere cose, un pancotto di un poveri, dei bambini da svezzare, dei gusto mai più provato. Una minestra vecchi ormai sdentati, degli ammalaquesta forse ormai dimenticata, però ti, delle puerpere. Il pancotto, da non estremamente rappresentativa della confondere con la “panata”, la quale, Romagna popolare. La ricetta riportata diversamente dal pane cotto in acqua, nel prezioso volume “Mangiari di Ro- è cotta nel brodo con aggiunta di uovo magna” di Gianni Quandamatteo, Lui- e di odori, ha alla base la consuetudigi Pasquini, Marcella Caminati (Pazzini ARRIVI SETTIMANALI NUOVI Editore 1999), è la seguente: “Tozzi di VASTO ASSORTIMENTO pane, avanzi non di giorni ma di setTAGLIE OVER timane. Metterli a bagno nell’acqua Via Saffi, 78 sino a ridurli in poltiglia. Aggiungere altr’acqua e, in un capace tegame di FORLIMPOPOLI terracotta, cuocerli con spicchiTel. d’aglio 0543 742265 e poco sale. Far bollire molto, in modo PARCHEGGIO PRIVATO che, sotto, facciano la ‘crosta’ (buona questa!). Condire con polta d’oliva, cioè olio grasso, senza correttivi, o anche col burro. Cospargere di parmigiano”. Oggi è un mangiare probabilmente

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Cell. 333 4883524 ne dei romagnoli di non buttare via il pane avanzato ed ormai duro per le ragioni sopraindicate, ma di riciclarlo facendone una minestra buona per tutti. “Consumato soprattutto durante il periodo di Quaresima, scrive Libero Ercolani, e al sabato Santo si rompeva “e’ pignat”, il pentolino di coccio usato per cuocerlo, per indicare la fine della Quaresima”. Simbologia del rito Nel tracciare un resoconto dei “mangiari di Romagna” si fa sempre ampio riferimento all’abbinamento cibo-festività, “intenso come simbologia del rito e richiamo all’origine: l’offerta agli dei o ai morti, oppure il rinnovarsi della primavera, o al trionfo dell’estate”. Uno dei piatti romagnoli che maggiormente esemplificano questo concetto è quello dei cappelletti, di cui si parlerà nella terza parte di questo viaggio nell’arte culinaria del forlivese e della Romagna.

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I problemi di circolazione sono all’ordine del giorno quando le temperature aumentano. Cosa fare? Le gambe si appesantiscono le caviglie si gonfiano oltre alla comparsa dei capillari che possono mostrarsi in modo fastidioso poco estetico. Innanzitutto l’alimentazione gioca un ruolo chiave in questa stagione come nel problema di cattiva circolazione e gambe gonfie. Occorre scegliere e prediligere cibi freschi come frutta e verdura crudi, dando particolare attenzione a quelli ricchi di acqua come sedano, cetriolo, cocomero e ananas, molto drenante; frutti rossi come more, mirtilli, lamponi per il micro-circolo. Occorre però fare attenzione a mangiare separatamente soprattutto la frutta. Quando si pensa di fare cosa buona mangiando una buona macedonia, in realtà non è così, mescolare frutta acida con quella dolce può causare davvero gonfiore e meteorismo. Scegliere un’ alimentazione iposodica e a basso contenuto di grassi e sali permette di alleviare il problema. Fare un’attività fisica regolare e camminare permette inoltre di attivare la circolazione e migliorare il benessere delle vostre gambe. Docce fredde e pediluvi al sale grosso possono aiutare molto a contrastare questo problema così come spugnature con acqua prima calda poi fredda nelle gambe per migliorare la circolazione. Il mondo della natura offre dei principi vegetali che possono favorire il microcircolo: piante come rusco, centella, vite rossa, mirtillo sono infatti ricchi di flavonoidi, sostanze che manifestano un’ elevata attività antinfiammatoria sul sistema venoso in grado di rafforzare le pareti venose aumentandone elasticità e resistenza. Si possono trovare sia in compresse che in creme gel con un azione rinfrescante e tonificante. La Naturopata AnnalisaCalandrini, regolarmente iscritta all’AIN 0253/2016 tiene consulenze private a Forlì, a S. Sofia ed online. Per info e contatti cell. 333/7244927 - www.annalisacalandrini.it

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Photo credits: C.Rocchini

DOPO UN ANNO DI ASSENZA TORNA

L’HISTORIC MINARDI DAY Il 28 e 29 agosto l’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola si accende per l’Historic Minardi Day che torna, dopo un anno di assenza a causa della pandemia, giungendo alla sua quinta edizione. Come sempre la manifestazione offrirà grande spazio al mondo della Formula 1, del Motorsport e delle auto d’epoca. E oltre alla presenza delle monoposto storiche della categoria regina, non mancheranno le vetture di Formula 2, Formula 3 e Gran Turismo. Per i tifosi ci sarà la possibilità di accedere ai paddock e ai box per vedere da vicino le vetture e incontrare piloti, tecnici e ingegneri. Gli appassionati avranno anche l’opportunità di effettuare un giro di pista del Santerno a bordo di Lamborghini, Alfa Romeo, Maserati e Dallara Stradale, accanto ad un pilota professionista, ma potranno anche cimentarsi con la propria vettura scendendo in pista negli spazi

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dedicati al Truck Day. Tra le novità 2021 la presenza di due F1X3 realizzate su telai Jordan F1 che verranno portate in pista da Alex Caffi e Nicola Larini. Ampio spazio sarà dedicato alle vetture storiche con il Raduno Aci Ruote nella storia, Terre di Romagna che si snoderà per le colline romagnole. Dopo avere attraversato borghi medievali e paesaggi

suggestivi le auto faranno il proprio ingresso nell’Autodromo per concludere con la tradizionale parata in pista. Non mancheranno gli Historic Tribute con la Scuderia Tazio Nuvolari Italia che organizzerà il “Memorial Lucchini”, “Lotus Elise S1 in pista” e “The Formula Junior, Italian Job”. L’Alfa Romeo porterà in pista le auto che hanno fatto la sua storia in tutte le principali categorie e sarà presente con il Museo dinamico. Inoltre, per la prima volta all’Historic Minardi Day, si terrà un’asta di auto da competizione e sportive organizzata da Finarte. Simulatori, un’area Automobilia dedicata al Motor Sport, competizioni di modellini radiocomandati, una mostra di modellismo Lego, e tanto altro completano l’offerta della due giorni imolese. Una kermesse pronta ad esaudire anche i palati più fini. Stafano Pece

(Foto: Fabio Casadei)

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