Diogene Sport Magazine Giugno

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Carlotta Fedriga

Una stella nascente dell'atletica leggera

In questo numero:

Formula 1, Motogp, Basket Calcio, Scherma, Ciclismo

Softball, Waterpolo, Karate

Atletica, Golf, Camminata Ludico Motoria

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Fango, sport e Nicolò

“Cut vegna”.

“Cut ciapess”.

“Cut”.

E quel “tagliare” insoluto, come si direbbe nella lingua della perfida Albione. Perché. Perché poco più di un anno fa, ci chiedevamo se la Romagna sarebbe tornata a essere bella e solatia, dopo che un mare di fango l’aveva travolta sfregiandola irrimediabilmente, portando con sé un pezzo di Motor Valley e la quarta edizione del Gran Premio del Made in Italy. La melma sopra le case e le cose della gente. Un anno è trascorso e tutto questo sembra non essere mai successo. Forse probabilmente, vittime della nostra stessa frenesia esistenziale. Ma per la gente di Romagna non si è trattato di dimenticare. Semplicemente è stata più forte e intensa la voglia di ricominciare: immediatamente. Di accorciare, di tirar su le maniche della propria camicia o qualsiasi altro indumento, nel pensare che il passato era passato. Che di piangere non c’era tempo, nemmeno per la rabbia che si aveva in corpo. Tanto che quel primo “cut vegna” se n’era già andato. E la nostra redazione ha preso la palla al balzo per affermarsi sui campi di gara, di qualsiasi genere essi fossero. Con un nostro inviato siamo arrivati fino a Le Mans e siamo tornati a Imola e Misano. Abbiamo seguito la Serie A, il Cesena e poi il basket, che per Forlì rimane sempre un pezzo intoccabile del proprio cuore sportivo. E poi il motorsport. Tutto. E quel nostro folle giornaletto “della parrocchia” che diventa sempre più rivista. Giornale vero. Un anno a chiedersi: ma come hanno fatto in Romagna? Niente. Abbiamo fatto. Perché siamo tante cose. Insieme a un’anima agreste che ci vorrebbe “terroni del Nord”. Tutti. Indistintamente. Così appunto, la quarta edizione del Gran Premio del “Made in Italy” di F1 torna sull’Enzo e Dino Ferrari, insieme al Wec in primavera, la MotoGp di casa fissa a Misano, raddoppiando gli eventi con l’approdo della FormulaE in Riviera. Come se nel frattempo nulla fosse successo. Come se il fango, non avesse mai visitato le case della gente. Dopo il Giro d’Italia, anche il Tour de France conoscerà la via Emilia. Perché Pantani, da ultimo vincitore di Giro e Tour lo stesso anno, è un ricordo troppo bello per essere dimenticato. Perché da noi o le strade sono dritte, o non sono strade. Perché, se puoi cerchi di dimenticare il brutto della vita, cercando di trattenere a te l’impalpabile bellezza di un’emozione. Un secondo, un abbraccio. Un momento. Cose che vivono e vivranno ancora, sulla nostra pelle nera da corsa. L’asfalto della terra “de’ Mutor”, prima ancora che della Motor Valley. Stare meglio. Tutti quanti. Anche se Nicolò non è più tra noi e nulla faremo, per dimenticarlo. Senza far capire a nessuno, quanto ancora ci manchi.

Sommario

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Aut. Trib. Di Forlì 9/1988 del 29 marzo 1988

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6 BASKÉRS FORLIMPOPOLI 7 SCHERMA 8 CICLISMO 9 SOFTBALL 10 CARPINELLO CALCIO 11 WATERPOLO 12 KARATE 13 ATLETICA 14 OPEN
15 CAMMINATA
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GP
UNIEURO BASKET
CALCIO 5
CALCIO
GOLF
FORMULA
MOTO

BASKET A2

Un finale amaro, ma si corre ancora verso il sogno promozione

Rammarico e rimpianto per una stagione archiviata senza bissare l’approdo in finale del 2023 e, soprattutto, senza l’agognato ritorno in quella serie A che Forlì non si gode più dal 1997, ma chiuso un libro per la Pallacanestro 2.015 se ne apre subito uno nuovo. Quello del campionato 2024-2025, il primo che torna finalmente a prevedere un’A2 a girone unico dopo 10 anni di divisione della seconda serie nazionale in due raggruppamenti. L’Unieuro cercherà di esserne nuovamente protagonista, dopo la seconda annata con-

secutiva chiusa al primo posto del proprio girone, ma partendo da uno stato d’animo diverso da quello dell’estate scorsa. Se, allora, la sconfitta in finale per mano di Cremona fu comunque accompagnata dagli applausi, lo 0-3 in semifinale subito da Trieste ha lasciato l’amaro in bocca. E questo nonostante l’incredibile cavalcata verso la massima serie dei giuliani (6 vinte su 6 fuori casa) e la determinante perdita di Kadeem Allen alla vigilia dei play-off. Se Forlì non ha realizzato il suo sogno, lucidamente va però detto che per 7

mesi è andata oltre ogni aspettativa e si è portata a casa per la prima volta un trofeo: la Coppa Italia di serie A2. Basta a considerarla un’ottima annata? «Nel suo complesso è stata una stagione più che positiva – afferma il presidente Giancarlo Nicosanti -. Speravamo di poterla coronare con il risultato più importante, ma abbiamo avuto la sfortuna di perdere Kadeem Allen, uno dei giocatori più forti di tutta la A2 e in una serie di così alto livello come quella con Trieste, è stato un handicap troppo evidente. Ad armi pari, sarebbe stata una serie almeno combattuta, ne sono certo». A fronte di quanto comunque messo in mostra in stagione, la Curva Nord ha imputato alla società di non essere chiara nei suoi effettivi obiettivi. «Ho sempre rispettato le idee altrui e continuerò a rispettarle – commenta il presidente -. Credo che con un investimento importante come quello su Daniele Magro prima dei play-off, la dimostrazione di crederci davvero, la avessimo data». Adesso, però, è il momento di investire di nuovo: sul mercato estivo. Forlì cambierà molto. A oggi sicuri del contratto sono solo Magro e Luca Pollone, mentre la rivelazione Federico Zampini ha scelto di accettare l’offerta di Cremona in A, esercitando la clausola a proprio favore di uscita dal biennale che lo legava all’Unieuro. «Le somme le tireremo a fine campagna acquisti: le idee le abbiamo e siamo pronti a cercare di concretizzarle, ma nella nuova A2 a 20 squadre, saranno in 7 od 8 a cercare di giocarsela sino in fondo come noi. La Fondazione, però, ha dato l’assenso per un incremento del budget da assegnare a Renato Pasquali e Antimo Martino. Era già stato alzato l’anno scorso, l’abbiamo aumentato ancora gettando davvero il cuore oltre l’ostacolo e decidendo ancor prima di avere rinnovato i contratti di sponsorizzazione».

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Il Forlì FC penalizzato dal regolamento riparte da Miramari

Il Forlì ha deciso di non riconfermare Mauro Antonioli come allenatore, nonostante i 58 punti (ridotti a 52 a causa del caso Pistoiese) ottenuti in 31 partite, che hanno portato la squadra al sesto posto in Serie D e fuori dai play-off. Al suo posto Alessandro Miramari, ex tecnico del Corticella e con esperienza nel calcio a 5 con l’Under 15 del Bologna. Abbiamo discusso di questo cambio di guida e della stagione appena conclusa con il presidente del Forlì FC, Gianfranco Cappelli.

Presidente perché la scelta di questo nuovo tecnico?

Miramari punta a promuovere un gioco di-

vertente e propositivo. Sono molto soddisfatto dell’accordo raggiunto e gli auguro il meglio per questa nuova avventura, confidando nelle sue idee di gioco che certamente sapranno entusiasmare i nostri tifosi.

Che stagione è stata questa appena conclusa per il Forlì FC?

È stata una stagione a tratti entusiasmante, soprattutto quando siamo stati in cima alla classifica. Tuttavia, la classifica finale non rispecchia la nostra posizione reale in classifica, e quindi non ci siamo presi i meriti che ci spettavano; auspico che questo venga ricordato. Il caso Pistoiese è ormai molto noto: ci

ha fortemente penalizzato, e siamo stati vittime di un'ingiustizia che è risultata altamente demotivante per noi.

Quali sono gli aspetti che più la hanno colpita positivamente e quali invece meno?

Sono stato profondamente colpito dalla crescita dei nostri giovani, nonché dall’atmosfera unica che si è creata attorno alla squadra. Apprezzo i progressi tangibili che la nostra società ha compiuto in diversi settori, dimostrando un impegno costante per il miglioramento. Tuttavia, come accade in ogni club, ci sono stati momenti di delusione causati da prestazioni al di sotto delle aspettative da parte di alcuni professionisti. È fondamentale riconoscere questi punti deboli e lavorare su di essi per garantire un futuro più solido e competitivo per il nostro club.

Quali sono gli obiettivi di miglioramento in vista della prossima stagione?

C’è ancora molto da fare per consolidare e potenziare la mentalità vincente del nostro gruppo e coinvolgere ancor di più la comunità locale nel nostro progetto sportivo. Vogliamo continuare a crescere e a progredire, mettendo in atto strategie mirate per affrontare le sfide che ci attendono.”

Qual è il messaggio che vorrebbe trasmettere ai sostenitori del Forlì in vista della prossima stagione?

Vorrei esprimere ancora una volta la mia gratitudine e la mia stima per il sostegno instancabile che ci avete dimostrato nel corso di questa stagione. Vi chiedo di continuare a credere in noi e nel nostro progetto, poiché siamo determinati a portare avanti la nostra

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Il Cesena Calcio ha celebrato una stagione straordinaria con la promozione in Serie B, raggiunta grazie alla vittoria contro il Pescara decisa dal gol al cardiopalmo di Edoardo Pierozzi. Dopo sei anni, complicati, resi ancor più aspri dal fallimento del club nel 2018, i bianconeri ritornano in cadetteria e segnano la loro rinascita sotto la guida tecnica di Toscano, che ha saputo costruire una corazzata solida e vincente. I tifosi, sempre presenti al Manuzzi, hanno festeggiato questo traguardo con grande entusiasmo, sostenendo la squadra in ogni partita e amplificando la portata di un cammino minuzioso. La proprietà americana, guidata dalla famiglia Aiello, ha giocato un ruolo cruciale in questa risalita, investendo significativamente nella squadra e nelle infrastrutture. Ora, il Cesena guarda con ambizione al mercato estivo, determinato a rinforzare la rosa

per affrontare la prossima stagione al massimo delle possibilità. Tra i giocatori confermati spiccano giovani talenti come Shpendi, capocannoniere del girone B con 20 gol, e altri come Berti e Pierozzi, che saranno fondamentali per il progetto tecnico del Cavalluccio. A questo proposito e secondo le ultime informazioni di mercato, la dirigenza starebbe puntando su diversi profili per rinforzare l’organico. Tra i nomi più gettonati figurano giocatori di esperienza come Alberto Spagnoli - che nell’ultima stagione all’Ancona ha messo in archivio 15 reti e 7 assist - e giovani brillanti del calibro di Davide Merola, esterno che grazie al suo mancino ha deliziato il pubblico di Pescara durante l’ultima annata. Inoltre, si vocifera con insistenza di un romantico ritorno targato Stiven Shpendi, che ad Empoli non sta trovando lo spazio desiderato e che potrebbe ricomporre una coppia

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d’élite insieme al gemello Christian. La strategia del direttore sportivo Fabio Artico è chiara: mantenere l’ossatura della squadra che ha conquistato la promozione e aggiungere elementi di spessore per garantire competitività in Serie B. I vertici societari, che hanno già imbastito contatti con diversi giocatori e agenti, si preparano a concretizzare i primi colpi da presentare ai propri supporter. L’obiettivo sarà quello di consegnare al mister un team pronto a lottare per traguardi ambiziosi, puntando non solo alla salvezza ma anche a un campionato in prima linea. I mesi che verranno si prospettano dunque ricchi di sfide, ma i romagnoli sembrano determinati a dimostrare d’essere all’altezza, con una squadra che combina giovani promesse e giocatori esperti. L’entusiasmo dei tifosi e il supporto della città saranno vitali per sostenere il club in questa nuova avventura, con la speranza di vivere ancora palpabili emozioni. Aiello e annessi, lo dico con certezza, desiderano far sognare (ancora una volta) la gente dell’Orogel.

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A cura di Mattia Siboni
Cesena: sogni, obiettivi e solide realtà
XXVI EDIZIONE
NAZIONALE in previsione di pioggia la manifestazione si svolgerà al Teatro Mentore LUNEDÌ 8 LUGLIO 2024 ore 21.00 a SANTA SOFIA nell’ex Parco Giorgi PER INFO 340.0540168 - 320.0452483 PER IL PUBBLICO INGRESSO DALLA CORTE COMUNALE CON APERTURA DALLE 20.30
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I Baskérs a un passo dalla grande impresa, ma conquistano Forlimpopoli

Sul volto la commozione e gli occhi lucidi per un sogno che, settimana dopo settimana, era sembrato realizzabile e che, invece, si è infranto all’ultimo miglio di un percorso straordinario lungo oltre otto mesi. Nell’animo, però, la consapevolezza e l’orgoglio derivanti non solo dall’essere andati oltre ogni previsione e speranza, ma soprattutto dall’avere trascinato con sé, dentro questo viaggio e questo sogno, un intero paese di 13mila abitanti “affamati” di pallacanestro. I Baskérs sono stati accompagnati e sostenuti da Forlimpopoli per tutta la durata di un campionato di serie C regionale che li ha visti giungere sino alla terza e ultima sfida di finale promozione, disputatasi a inizio giugno a Reggio Emilia. Dentro il palasport che abitualmente ospita le partite della Pallacanestro Reggiana di serie A, a cercare di spingere la Chemifarma di coach

Alessandro Tumidei erano quasi 300 i tifosi giunti dal comune artusiano. A fine match, nonostante la sconfitta 55-66 che ha portato gli avversari del Basket 2000 Reggio Emilia a festeggiare l’ascesa in B Interregionale, è partita una lunghissima standing ovation per i “galletti” sia all’interno del palasport, sia fuori dai suoi cancelli, con la squadra a ricevere il ringraziamento del proprio pubblico. «Il rammarico per la sconfitta è grande, ma quando vedi così tante persone che ti ringraziano e dimostrano un attaccamento così forte, ti emozioni, provi una forte consolazione e capisci di avere fatto qualcosa di straordinario – afferma il tecnico, Alessandro Tumidei –. Specialmente perché sono arrivato a Forlimpopoli l’estate scorsa, avviando un nuovo ciclo, e non era né scontato né programmato, arrivare all’ultimo atto di una

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finale». Quello che i Baskérs hanno raggiunto dapprima centrando una delle prime tre posizioni nella classifica di regular season, poi il 4° posto nella poule promozione a 6 squadre che li ha proiettati in semifinale. Svantaggio del fattore campo, ma Scandiano eliminata in 3 gare, poi finale contro la terza, la BMR Reggio Emilia e 1-1 dopo due match. Il terzo, decisivo, ha visto Forlimpopoli avanti all’intervallo, poi cedere negli ultimi 6 minuti. «Siamo orgogliosi di quanto fatto, specialmente da Natale in avanti, quando la squadra, trovato l’amalgama, ha iniziato a correre: 7 vittorie in fila, poi una sola sconfitta in casa in tutto l’anno. Bravissimi. Dopo un avvio difficile della poule promozione, siamo rimasti compatti e abbiamo ritrovato grinta e inerzia per arrivare in semifinale e giocare due ottime serie play-off. Combattute su ogni pallone». Ora davanti ai Baskérs potrebbero aprirsi le porte di un ripescaggio in B. La squadra artusiana sarebbe in prima fila nell’ordine di chiamata per qualche posto vacante. «Valuterà liberamente e attentamente la società se decidere di fare subito il salto o meno. Noi saremo pronti in ogni categoria».

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e le squadre maschile e femminile che militano rispettivamente nelle massime serie

A1 e A2, confermando quindi non solo di avere delle punte di diamante notevoli nel panorama nazionale, ma di avere anche un livello medio davvero alto, essendo la serie

Il Circolo Schermistico Forlivese ASD rappresenta un punto di riferimento per la scherma nella città di Forlì e non solo. Fondato ufficialmente nel 1946, il circolo ha radici ancora più antiche, risalenti agli anni ‘30. Negli ultimi trent’anni, sotto la guida tecnica del maestro Igor Efrosinin, il circolo ha conosciuto una straordinaria crescita, sia in termini di risultati sportivi che di sviluppo strutturale. Il maestro Efrosinin ha iniziato la sua avventura con il Circolo Schermistico Forlivese nel 1994, portando con sé una visione e una competenza che hanno rapidamente elevato il livello della società. Sotto la sua guida, il circolo ha conquistato ben 21 titoli italiani e un titolo europeo, un tra-

guardo eccezionale per una realtà sportiva di una città di medie dimensioni come Forlì. L’arrivo del maestro Michele Mazzetti intorno al 2007-2008 ha ulteriormente rafforzato il settore tecnico del circolo. La sinergia tra Efrosinin e Mazzetti ha permesso di creare un ambiente di allenamento altamente professionale e competitivo. Negli anni, si sono aggiunti anche altri istruttori, che hanno contribuito a migliorare ulteriormente il livello degli atleti e a consolidare la posizione del circolo a livello nazionale. Tra i risultati più importanti ricordiamo il primo posto agli europei under 17 di Leonardo Cortini, le convocazioni agli europei e mondiali di Asia vitali Maria Chiara Testa e Fabrizio Di Marco

A1 per la maggior parte composta da gruppi sportivi militari. Un altro passo importante nella crescita del Circolo Schermistico Forlivese è stata l’apertura di una succursale a Cesena. Attualmente, la palestra di Cesena, guidata dall’istruttrice Beatrice Bertacchini, conta circa 60 tesserati, un numero significativo che testimonia il successo dell’iniziativa. Inoltre, la squadra Under 14 di Cesena ha vinto un titolo italiano a squadre, e il gruppo Under 17 ha partecipato a competizioni di livello europeo, dimostrando il valore della scuola cesenate. Il Circolo Schermistico Forlivese ASD non è solo una palestra dove si impara la scherma, ma una vera e propria scuola di vita, dove i giovani atleti crescono non solo come sportivi, ma anche come individui, e rappresenta un esempio di come la passione, la competenza e la dedizione possano portare a risultati straordinari. La sua storia, fatta di successi e continua evoluzione, è motivo di orgoglio per Forlì e una fonte di ispirazione per tutti gli appassionati di scherma.

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“La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere non solo dalle montagne, ma anche dalle fortune e dai dispiaceri, insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi.” Queste parole di Ivan Basso, vincitore di due edizioni del Giro d’Italia, risuonano potenti nel cuore degli appassionati di ciclismo, dando voce alla passione e alla sfida personale che guidano gli atleti lungo le strade della celebre corsa rosa. La 107ª edizione del Giro d’Italia ha fatto sosta a Forlì il 17 maggio, durante la tredicesima tappa che ha collegato Riccione a Cento. Questo evento non è stato solo una manifestazione sportiva di livello internazionale, ma anche un’opportunità straordinaria per promuovere il territorio e illuminare le bellezze di una regione duramente colpita da eventi naturali come l’alluvione. Il Giro

del 2024 ha visto la commemorazione di Ercole Baldini, soprannominato “Il Treno di Forlì”, scomparso nel 2022 all’età di 89 anni. Baldini, vincitore della corsa rosa nel 1961, è stato omaggiato con un traguardo volante nella sua città natale, un tributo doveroso a uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi e un’icona della tenacia e della determinazione della regione. La tredicesima tappa è stata vinta da Jonathan Milan, velocista della squadra Lidl-Trek, che ha dominato lo sprint finale di una frazione lunga 179 km. Ma il ciclismo internazionale in Romagna non si ferma qui. Per la prima volta nella storia del Tour de France, la Grande Partenza si terrà in Italia, un evento epocale per il nostro paese. Grazie agli sforzi economici e organizzativi delle città metropolitane di Firenze e Torino, insieme alla Regione Emilia-Romagna, la pre-

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stigiosa corsa avrà inizio sulle strade italiane. L’attesa è febbrile per il 29 giugno, giorno della prima tappa con partenza da Firenze. Il percorso attraverserà gli Appennini e si concluderà a Rimini, nella splendida riviera romagnola, con un emozionante attraversamento della Repubblica di San Marino. La 2ª tappa, in programma per il 30 giugno, partirà da Cesenatico e anche in questo caso si ricorda un grande del passato, Marco Pantani, ultimo corridore in grado di vincere Giro e Tour nello stesso anno, per terminare a Bologna. Mentre il 1º luglio la gara prenderà il via da Piacenza per giungere a Torino. L’ultimo atto italiano sarà la partenza della 4ª tappa da Pinerolo il 2 luglio, prima che la corsa prosegua attraverso le strade della Francia. Questo storico evento ciclistico, una vetrina di livello mondiale, non solo celebra la tradizione e l’eccellenza del ciclismo italiano, ma getta una luce nuova sulle bellezze naturali e culturali d’Italia e della nostra regione.

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Pedalando nella Storia: Giro d’Italia e Tour de France illuminano la Romagna A cura di Emanuele Bandini Foto Studio Frasca CICLISMO
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Ce la giochiamo (come sempre)

La vita è fatta anche di risultati, e l’intrepido Giovanni Bombacci non si è mai sottratto a questa legge non scritta dello sport. Sempre in lotta con la sua Italposa su tre fronti, tra Campionato, Premier Cup (l’equivalente della Champions League calcistica) e Coppa Italia. Proprio quest’ultima, vedrà il diamante dell’Otello Buscherini protagonista della trentaduesima edizione del trofeo che si disputerà in giornata unica sabato 22 giugno, con le ragazze forlivesi capaci di conquistare l’accesso al tabellone, successivamente al doppio confronto in trasferta sostenuto con la Macerata Softball.

Giovanni, conquistato il diritto a disputare un’altra edizione di Coppa Italia. Con quali ambizioni?

“ Non sarà semplice. In testa al campionato c’è il Bollate, che in questa stagione regolare ha perso una sola partita. Sicuramente gli sta girando tutto bene e certamente battere le lombarde sarà una vera impresa. Oltretutto ci mancano un paio di giocatrici per noi fondamentali, a cominciare dalla nazionale Gasparotto. Nei prossimi giorni rientreranno un paio di elementi dall’America, nostre atlete impegnate in college, mentre per le straniere bisognerà aspettare di più. Vincere con Bollate oggi sarebbe davvero un’impresa,anche se in partita secca è davvero tutto possibile. Ce la giochiamo. Ce la giochiamo fino in fondo. Come abbiamo sempre fatto”.

Avevate una possibilità su quattro di giocarvela in casa. Almeno, il fattore campo vi ha detto bene in fase di sorteggio.

“È vero. Almeno sotto quel punto di vista ci è andata bene”.

Risposte da parte della città per l’evento? “Sta partendo la gara di appalto per rinnovare il volto del Buscherini. Abbiamo già pronto un “led wall” elettronico di sei metri per tre, più un insieme di migliorie che dovrebbero rendere il nostro impianto, già di livello, ancora più accogliente per giocatrici e pubblico. Anche qui, se la burocrazia ci darà tregua ce la faremo”.

Tornando alle tue ragazze Giovanni, questa stagione ti ha rilevato un possibile “nome nuovo” per il domani?

“ Per quest’anno non saprei dirti. Posso però confermarti che abbiamo messo in campo anche in prima squadra un gruppo di giovanissime veramente importanti. Il caso ha voluto che i tanti infortuni, ci obbligassero a volte a giocare con tre esterne di 16,17 e 18 anni. Se fai la media non arrivi alla maggiore età. Hanno espresso un livello di gioco davvero notevole, e tutto questo sta premiando la nostra politica di curare il vivaio. Un bel lavoro societario, che sta dando i frutti sperati. Mai certi e scontati". Quei frutti, per cui l’Italposa continua a mietere successi. Non solo, nella storia del softball italiano.

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E la vostra prima squadra?

“Milita in terza categoria: girone A di Ravenna. Quest’anno siamo arrivati alle semifinali dei playoff. L’anno prossimo ci riproveremo, con la medesima convinzione”.

Cos’è il calcio per voi?

“Una realtà da costruire soprattutto per i giovani. Magari facendogli conoscere mondi nuovi appunto, come il Centro tecnico di Coverciano, dove far allenare 30 dei nostri bambini con successiva visita al museo, fermandoci a pranzo proprio dove mangiano gli Azzurri. Erano talmente entusiasti, al punto che il lunedì successivo a scuola, raccontavano alle maestre non tanto l’aver giocato su quei campi ma ciò che avevano visto al museo, come le vecchie maglie di lana. 84 ragazzi, divisi in due gruppi. Può immaginare l’entusiasmo anche nostro. È stato davvero esaltante.

Un insospettabile senso civico … per gli attuali canoni calcistici.

Tenga presente che solo un giocatore su 30.000, approda fattivamente al professionismo. Il resto è un sistema di valori che dobbiamo essere in grado di dare noi come società, non solo di calcio.”

Raffreddato. Ma non vinto.

Luca Canetto, responsabile del settore giovanile del Carpinello Forlì 1919, nonché allenatore degli U12, è una sorta di tuttofare. L’esponente di un vero e proprio team di persone con il loro entusiasmo. Dal presidente Bellino, al vicepresidente D’Aprile, insieme ad allenatori e collaboratori. Tutti insieme. “Supportandosi nel sopportarsi”. Un sopportarsi che va oltre le apparenze e il senso più profondo di essere un unico gruppo di lavoro. Cose, forse del tutto dimenticate in contesti e realtà sportive con specifiche fattezze professionistiche, per quanto a parole non si faccia altro che

declamare l’importanza del lavoro di squadra. Ma in questo caso pare evidente che la passione (come dovrebbe essere) non conosce alcun prezzo. Come le righe che seguono chiaramente fanno intendere al lettore.

Luca, la vostra realtà societaria è affiliata al Forlì calcio?

“Premesso che la nostra organizzazione sportiva non ha alcun genere di affiliazione, molti dei nostri piccoli giocatori finiscono effettivamente per giocare nei “Galletti”. L’anno scorso sono stati 5, di varie annate. Siamo una piccola realtà, ma estremamente vitale.

Facile a dirsi…

“Ma vede. Essendo una piccola realtà, possiamo curare il bambino sotto ogni aspetto. Bisogna essere attenti ai loro bisogni. Ecco cosa conta per noi. Avere individui migliori domani.”

Canneto grazie. Mi ha regalato davvero una bella intervista.

“Grazie a lei. Una precisazione però. Mi chiamo “Canetto”, con una “n” e due “t”. Non il contrario”. Certo Luca, ci mancherebbe. Dopo una storia, che sa di vero calcio. E soltanto di questo.

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un “calcio” ai luoghi comuni A cura di Emiliano Tozzi Foto fornita dalla Società CALCIO tel. 0543 490714 338 6248234 MOBILI SU MISURA di qualsiasi genere RISTRUTTURAZIONE SCURONI E FINESTRE doppi vetri e guarnizioni RESTAURO MOBILI vecchi e antichi ARTE SU MISURA di Roberto Liverani & C. ZAINI e TROLLEY SEVEN NOVITÀ 2024 BUONO 25% VIA ROMA, 33 - MELDOLA (FC) TEL. 0543 493493 NOVITÀ 2024 RIVENDITORE AUTORIZZATO CARTOLERIA • LIBRERIA • GIOCATTOLI PRENOTAZIONE TESTI SCOLASTICI PER OGNI SCUOLA ELEMENTARI, MEDIE, SUPERIORI VASTO ASSORTIMENTO DI ZAINI, ASTUCCI e DIARI delle MIGLIORI MARCHE Acquista i libri di testo, ti restituiamo il 15% del costo in buoni da spendere nei punti vendita CONAD + riceverai un coupon sconto per MIRABILANDIA
Carpinello:

Rari Nantes Romagna: la Pallanuoto cresce tra Forlì, Cesenatico e Savignano

La Pallanuoto Waterpolo Forlì fa parte di una più ampia compagine sportiva, racchiusa dalla società Rari Nantes Romagna, presente nei comuni di Forlì, Cesenatico e Savignano. È composta da tre discipline natatorie: nuoto, nuoto artistico e, appunto, pallanuoto. Nata una decina di anni fa da alcuni appassionati, tra cui l’attuale presidente Marco Bandini, con Rari Nantes Romagna la pallanuoto si è poi consolidata all’interno di una società agonistica, praticata non solo in piscina a Forlì, ma anche negli impianti di Cesenatico e Savignano. Ad oggi, complessivamente, questa realtà conta circa 90 atleti, dai giovanissimi under 12 fino ai più grandi over 20, che si distinguono non solo nelle varie categorie d’età, ma anche per il diverso impegno sportivo: uno “agonistico”, nel senso

della partecipazione ai campionati federali F.I.N., e l’altro “dilettantistico”, con la partecipazione ai campionati UISP. Gli allenatori incaricati nella realtà di Forlì sono: Luca Gennari, direttore tecnico e responsabile della prima squadra e della formazione Juniores (entrambe partecipanti al campionato F.I.N.); Massimiliano Moretti, responsabile della categoria Ragazzi (under 14), impegnati nel campionato FIN; e Roberto Savorelli, responsabile dell’Acquagoal-Under 12, dell’Under 15 e Under 17 UISP. Il responsabile della sezione di Savignano è invece Alex Collini, che allena l’Under 15 UISP locale, mentre a Cesenatico Leonardo Domeniconi si occupa anche dei ragazzi under 15 che integrano la squadra di Savignano e dei più giovani che si avvicinano a questo sport per la prima vol-

ta. Attualmente, la prima squadra milita nel campionato di Promozione FIN (ex serie D) e ha come obiettivo coinvolgere tutti coloro che si sentono di impegnarsi maggiormente e in maniera fortemente competitiva; lo stesso vale per la formazione Juniores (Under 18). A questi è richiesto un maggior impegno nell’intensità e nella frequenza degli allenamenti (anche in palestra), senza trascurare gli impegni scolastici. Per quanto riguarda la categoria Ragazzi, la squadra è arrivata quarta in classifica regionale. L’Under 15 UISP di Forlì, dopo il terzo posto in classifica regionale, è arrivata sesta alle finali a Bologna presso la piscina dello stadio “Carmen Longo”. Infine, l’Under 17 UISP è attualmente prima in classifica regionale, a due partite dalla fine del campionato. Gli allenamenti continueranno in forma ridotta fino al 12 luglio e riprenderanno poi ad inizio settembre con un collegiale, cioè più giorni residenziali scanditi da più allenamenti al giorno. Sono previste prove per chi si volesse cimentare in questo bellissimo sport acquatico di squadra, dinamico e divertente. Prenotazioni al numero 348 3615601.

A cura di Emanuele Bandini Foto fornita dalla Società WATERPOLO DOMENICA APERTO dalle 8.00 alle 13.00 RAVALDINO DOMENICA APERTO dalle 8.00 alle 20.00 via Corbari, 21 tel. 0543.25575 viale Risorgimento, 254 - tel 0543.83753 APPENNINO Diogene-Ravaldino-Appennino_SPORT MARZO.pdf 1 12/03/24 10:30

Il Karate tradizionale a Forlì: Filosofia, Benefici e Opportunità di Pratica

Il Karate è uno sport molto popolare a Forlì. Tra le diverse scuole presenti in città, spicca la Pre.Si.Di.O. AKS (acronimo di Prevenzione, Sicurezza, Difesa Operativa). Qui, il maestro Giovanni Lauricella, cintura nera 7° dan, insegna ed illustra la filosofia del Karate. Cosa significa Karate-dō? “La via (dō) della mano (te) vuota (kara) consiste dunque nell’apprendimento delle tecniche di difesa a mano nuda, senza fare ricorso all’uso delle armi.” Perché praticare karate tradizionale da un punto di vista motorio? “Perché aiuta lo sviluppo, specie nell’età adolescenziale, delle proprie capacità di coordinamento.” Qual è la prima idea o considerazione che dovrebbe avere una persona pensando al karate? “Essere consapevole che il karate non è una mera disciplina sportiva fine a se stessa, bensì un fenomeno

culturale finalizzato a prendere consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti.” Si dice spesso che il peggior nemico che abbiamo siamo noi stessi. In che modo praticare karate può aiutare a migliorare o sviluppare il nostro io? “Proprio attraverso la presa di coscienza delle proprie capacità e della possibilità di miglioramento continuo del proprio livello psico-fisico.” Sono sempre di più le ragazze che praticano karate. Dal suo punto di vista, che consigli si sentirebbe di dare a queste giovani atlete? “Lasciatevi conquistare dal fascino di questa antica e nobile arte marziale, ed iniziate a praticarla con costanza ed umiltà, nella consapevolezza che i risultati non si raggiungono senza qualche fatica e sacrificio.” L’ideale è cominciare la pratica da bambini o si possono trarre benefici e vantaggi anche se

si comincia in età più avanzata? “I benefici si traggono sempre, anche in età avanzata, perché tutte le attività motorie contribuiscono al rallentamento del processo di invecchiamento; è evidente che iniziare da bambini favorisce l’apprendimento e contribuisce ad adottare in modo naturale uno stile di vita utile al mantenimento delle proprie capacità psico-fisiche.” La scuola di karate Pre.Si.Di.O. AKS di Forlì offre un’ampia gamma di attività marziali e corsi di difesa personale. A guidare gli allenamenti sono i maestri Giovanni Lauricella, cintura nera 7° dan, e Massimo Bertaccini, cintura nera 5° dan. Ad affiancarli, l’allenatore Filippo Bazzocchi, cintura nera 2° dan. Gli allenamenti per adulti si svolgono presso il Ginnasio Sportivo di Forlì e la Palestra parrocchiale della Cava. I corsi per bambini sono disponibili sia nella Palestra parrocchiale della Cava che nella palestra della Scuola Elementare “Peroni” di Vecchiazzano. Per ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi al Maestro Massimo Bertaccini al numero 328.8122896.

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A cura di Emanuele Bandini Foto fornita dalla Società KARATE
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Carlotta Fedriga: da giovane promessa a Star

dell’Atletica Italiana

Carlotta Fedriga, nata a Faenza il 2 maggio 2004, è una giovane atleta che sta rapidamente emergendo nel panorama dell’atletica leggera italiana. Cresciuta in una famiglia di sportivi, Carlotta ha seguito le orme dei genitori, entrambi atleti di alto livello. Suo padre, Silvano Fedriga, è stato uno sprinter azzurro negli anni ‘90, mentre sua madre, Giuliana Spada, ha rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Atlanta ‘96 ed è stata primatista italiana assoluta di prove multiple. Oggi, i genitori di Carlotta sono allenatori di atletica presso l’E-

dera Forlì, la società dove la giovane atleta e sua sorella Martina, anche lei specialista del getto del peso e delle corse veloci, si sono formate. Carlotta ha iniziato la sua carriera sportiva a 12 anni, vincendo la competizione cittadina “Il più veloce di Forlì” nei 60 metri. Dopo un infortunio, è tornata a gareggiare nel 2019, correndo gli 80 metri in 9”98, il terzo miglior tempo dell’anno in Italia per la sua categoria. Nel 2023 ha vissuto un anno di grande crescita: ha vinto l’argento nei 200 metri indoor ai Campionati Italiani Juniores,

ottenendo la sua prima convocazione in nazionale e classificandosi terza all’incontro internazionale di Lievin. In estate, ha trionfato nei 200 metri outdoor ai campionati italiani di Grosseto e ha ottenuto un terzo posto nei 100 metri. Ha partecipato a diverse competizioni internazionali, tra cui la staffetta 4x100 a Parma e i Campionati Europei di Gerusalemme. Ha chiuso il 2023 con primati personali di 11”77 nei 100 metri e 23”87 nei 200 metri, il miglior tempo nazionale. Nel 2024 ha vinto la sua prima gara stagionale ad Ancona, migliorando il suo primato nei 60 metri da 7”55 a 7”39. Il 18 febbraio, ai Campionati Italiani Assoluti, ha abbassato il suo record a 7”38 in semifinale e ha conquistato un sorprendente terzo posto in finale con 7”33. Questi risultati hanno segnato il suo passaggio dalla nazionale giovanile a quella maggiore. Nel marzo 2024, Carlotta ha partecipato a un raduno collegiale a Roma, seguita dalla convocazione per i Mondiali di staffette a Nassau (Bahamas) a fine aprile. Al meeting di Lahti, in Finlandia, ha impressionato tutti vincendo sia la batteria (11”45) che la finale (11”61), dimostrando di essere pronta per competizioni di alto livello. Con prestazioni di tale levatura, Carlotta è stata inserita nella squadra italiana per i Campionati Europei di Roma 2024. A soli 20 anni, è pronta a competere con le migliori atlete del continente, portando avanti la tradizione di eccellenza atletica della sua famiglia. Carlotta Fedriga è senza dubbio una stella nascente dell’atletica leggera italiana, e i suoi successi sono solo l’inizio di una promettente carriera.

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A cura di Emanuele Bandini Foto Fabio Casadei
ATLETICA

Ritorno al Green: L’Open d’Italia di Golf a Cervia, un ponte tra sport e territorio

L’Adriatic Golf Club di Cervia dal 27 al 30 giugno 2024, ospiterà l’81esima edizione dell’Open d’Italia, il più grande evento del golf italiano. Questo prestigioso torneo torna in Emilia-Romagna dopo trentuno anni dalla sua ultima edizione nella regione, svoltasi nel 1993 al Modena Golf & Country Club, dove vinse il neozelandese Greg Turner. Questa edizione rappresenta una straordinaria opportunità non solo per gli appassionati

di golf, ma anche per tutto il territorio della nostra Regione, che sarà al centro di grandi eventi sportivi in contemporanea. La scelta di Cervia per l’Open d’Italia coincide infatti con la partenza della 111esima edizione del Tour de France dall’Italia. Questi eventi rendono l’Emilia-Romagna una destinazione privilegiata per sportivi e appassionati di tutto il mondo, contribuendo anche alla promozione del turismo sportivo nella regione.

Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha espresso il suo entusiasmo per ospitare questo importante evento golfistico, sottolineando come la regione sia da sempre un punto di riferimento per i grandi eventi sportivi internazionali, dalla Formula 1 alla Coppa Davis. Bonaccini ha inoltre evidenziato l’importanza di tali manifestazioni per la ripresa della regione dopo la recente alluvione, sottolineando il valore sociale ed economico dello sport. Massimo Medri, Sindaco di Cervia, ha sottolineato l’importanza dell’Open d’Italia per la città, definendolo un evento sportivo di apertura della stagione estiva che porterà visibilità internazionale grazie alla diretta su Sky. L’Adriatic Golf Club di Cervia, con i suoi 27 buche e un tracciato che si estende su quasi 100 ettari, è un luogo di grande bellezza e prestigio. Le nove buche del percorso rosso, progettate dall’architetto Marco Croze nel 1986, e quelle del percorso blu inaugurato l’anno successivo, offrono una varietà di sfide e paesaggi. Nel 2004, la collaborazione tra il professionista Baldovino Dassù e l’architetto Alvise Rossi Fioravanti ha portato alla creazione di un ulteriore percorso a nove buche, il giallo, ispirato ai links scozzesi. L’Open d’Italia 2024 non sarà solo un evento sportivo di rilievo, ma anche un’occasione per promuovere l’inclusione, l’aggregazione e la partecipazione attraverso il golf. Questo sport, grazie al successo della Ryder Cup, sta vivendo una nuova era in Italia, con l’obiettivo di renderlo sempre più popolare. Nel torneo partecipano 156 giocatori e si svolge su 72 buche, con 18 buche giocate al giorno. Dopo i primi due round, vengono mantenuti in gara i primi 65 classificati, insieme a eventuali giocatori in pari merito al 65° posto. Il montepremi totale ammonta a 3.250.000,00 dollari.

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A cura di Emanuele Bandini Foto fornita dall'Organizzatore GOLF SI EFFETTUANO CONSEGNE A DOMICILIO TEL. 0543 553050 FORLÌ - Viale Bolognesi, 67 - Tel. 0543 553050 Aperto dal lunedì al sabato 7.00 - 20.30 Giugno-Luglio-Agosto Domenica Chiuso SERVIZIO DI LAVANDERIA RAPIDO & CONVENIENTE PAGAMENTO BOLLETTE DI DARDANELLI FABIO

CAMMINATA LUDICO MOTORIA

Vieni a camminare con me!

“Vieni a camminare con me” è il leitmotiv che sintetizza in maniera semplice ma efficace lo spirito della “Magica Tribù”, gruppo nato quasi per gioco 6 anni fa e diventato in poco tempo sempre più numeroso e conosciuto, tanto che dal 2023 è entrato a far parte della Corri Forrest Asd, pur conservando autonomia organizzativa e la leggerezza che da sempre contraddistingue le camminate. Fondatrice e guida del gruppo è Valentina Ghetti, con un passato da atleta nell’atletica leggera ha continuato a praticare vari sport e proprio nello spogliatoio di una palestra, tra una chiacchera e l’altra, alcune amiche

la spingono ad organizzare qualche camminata, anche in virtù di un’ottima conoscenza del territorio ed in particolare delle colline romagnole appresa nelle tante passeggiate al seguito del padre cacciatore. Nessuna attività motoria può essere paragonabile come universalità dei potenziali praticanti alla camminata e, rispettosi delle proprie attitudini tramite un approccio graduale ai vari percorsi, ognuno può diventare un praticante della “camminata ludico-motoria”, termine che racchiude il senso di socializzazione ma anche di vera e propria attività fisica tanto da meritarsi l’appellativo di “medicina natu-

rale”, con benefici fisici ma anche mentali. La Magica Tribù cammina tutto l’anno, grazie a Valentina Ghetti che in prima persona invia ogni settimana al gruppo un nutrito programma di appuntamenti adatto alle varie esigenze. Si va dalle passeggiate in pausa pranzo nei parchi cittadini alle uscite serali nelle prime colline con diversi gradi di difficoltà, mentre nel fine settimana ci si spinge anche in percorsi con durate medio lunghe che prevedono pranzo al sacco e dislivelli anche impegnativi. La tipologia di percorso, il fondo che si troverà, la durata e tutte le indicazioni utili vengono sempre specificate in maniera tale che ognuno possa attrezzarsi adeguatamente con abbigliamento e scarpe, che hanno una funzione fondamentale per tutti i camminatori, sia per la sicurezza sia per la postura delle articolazioni. Non mancano anche altre attività che strizzano l’occhio al fitness, come il “Run Walk Run”, corsa alternata alla camminata veloce e la “Woman Power”, camminata e lavoro sul “core” riservata alle donne. Per adeguarsi alle normative vigenti le attività della Magica Tribù prevedono il tesseramento annuale alla Corri Forrest Asd, di cui Valentina Ghetti è membro del Direttivo, mentre per le attività settimanali non è richiesto nessun contributo. Per unirsi alla Magica Tribù contattare direttamente Valentina Ghetti (348 0592352).

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Articolo
e foto a cura di Massimo
Nazzaro
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FORMULA 1

La nuda cronaca è un’impietosa cartolina che non lascia spazio a libere interpretazioni. Dalle stelle alle stalle, nel breve volgere di due settimane. Chissà quanti si tatuerebbero nel braccio le parole di Vanzini, com’è stato per il Gran Premio di Monaco, nell’abbracciare un sentimento popolare che ha reso la propria pelle, l’ipotetica tela bianca su cui esprimere la propria fede di appartenenza. “Un bagno di umiltà”.

Da sommesso commentatore in disarmo. Un commento certamente meno popolare e non sicuramente così foriero di pennini d’inchiostro da intingere restando seduto sulla poltrona dello studio di un tatuatore qualsiasi. Così, i dubbi post euforici restano. A rendere tutti quanti catatonici già sabato. “Non capisco perché siamo così lenti”. In perfetta fotocopia col team radio di Seb Vettel, al Gp di Australia di 5 anni fa. L’inizio di una china discendente che avrebbe trovato il suo

epilogo ad Abu Dhabi l’anno successivo, in piena era covid. In fondo, nel tentativo (per altro maldestro) di far riallacciare questa F1 a quella eroica di epoche in cui i piloti erano prima di tutto uomini e poi tutto il resto. Oggi invece, sembra essere sempre più presente, un sottile e logorante “gioco della mente”. Un master mind sul filo dei 300 all’ora, dove ogni cosa è ingegnerizzata al punto che la realtà virtuale ha il sopravvento su ciò che è reale. L’energia creatasi a Monaco con la vittoria Ferrari doveva essere (essendo Sainz un pilota per cui trovare reali motivazioni da qui a fine stagione diventa la vera impresa nell’impresa, sempre per rimanere nell’ambito dei giochi mentali) il perfetto effetto fionda nel dichiararsi al mondo, nella propria esplicita totalità sportiva, anche nel far capire a chi verrà ad affiancarlo da sette volte iridato in F1, di avere diritto al proprio posto nel mondo. Senza essere oggetto di

possibili timori reverenziali, a scatola chiusa. Invece.

Invece la reazione è più scomposta del necessario, senza essere necessariamente la prova provata del proprio malessere. Monaco doveva essere la spinta, il punto da cui sollevare il mondo per rintracciare finalmente il sentiero, la propria strada da percorrere a passo spedito e solerte. Invece il Golgota del proprio essere si dimostra ancora una volta più forte di tutto il resto. Tra “non so” e “vorrei”, emotivamente pericolosi e corrosivi. Forse. Forse anche per Leclerc è giunta l’ora. Di dichiararsi adulto. Da perduta andragogia da corsa. Certi che Hamilton, nella sua venuta a Maranello non farà sconti di sorta a nessuno, cercando di prendere per sé tutto ciò che potrà ottenere. Compreso (se così sarà) il “Piccolo Principe”. Di casa Ferrari.

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A cura di Emiliano Tozzi Foto Fabio Casadei
è ora Via Gorizia, 208 - 47122 Forli FC tel. 0543 795533 autofficina.quadrifoglio@outlook.it autorizzata
Leclerc

FORMULA 1

Red Bull (ora Perez dice tutto, Gringo)

Alla voce “mind games”, molto si dovrebbe intuire dalla chiara volontà che ha visto Captain Max rinnovare con Red Bull per altri due anni. Oltre a un buon partito che ne avalla la causa e deposita nelle casse del team austriaco una sostanziosa sponsorizzazione a fondo praticamente perduto.

Certo. Perduto.

Perché le ultime prestazioni del pilota messicano tra qualifiche e gara lasciano se non altro interdetti, senza per forza essere dei fini intenditori da elegia da corsa. Sembra di assistere a un film horror, in cui la cruenta scoperta della creatura assassina (spesso proveniente dal mondo dei morti) affascina e trafigge lo spettatore, lasciandolo incollato con le terga alla sedia, mentre assiste rapito, alla terrificante rappresentazione che si svolge davanti ai propri occhi.

Insomma, Perez fantasma di se stesso. Senza esserne detrattore e tanto meno ufficiale inquisitore della Santissima Chiesa della F1. I numeri (non da oggi) non giustificavano un simile rinnovo. Salvo che (ancora una volta) vi siano ragioni che non ascoltino la logica dei fatti, ma siano disposte ad accettare il rischio di un investimento estremamente incerto per uno assolutamente certo, anzi certissimo. Un Perez così è garanzia di totale assenza di qualsiasi velleità personale. Un uomo funzionale a lasciare il mondo intatto. A preservare il raggiunto status quo della squadra più vincente in F1 degli ultimi tre anni, avviata alla conquista del quarto titolo consecutivo

da parte del nuovo re Orange, Max Verstappen. Niente di cui stupirsi o essere sorpresi. Perez fa parte di quegli equilibri per cui si ha l’incontrovertibile certezza (non matematica però) che in seno alla Red Bull, non vi possa essere per lui altro ruolo plausibile (e possibile) nel tenere in mano il volante di una monoposto di F1. E se Perez può non soddisfare le mirabolanti necessità degli spettatori, certamente onora (e non potrebbe essere altrimenti) le necessità del team

anglo-austriaco nel suo diventare un defilato comprimario alle prese col fondo dello schieramento, mentre Captain Max, da moderno dentifricio iridato, conquista l’ennesimo successo sotto la bandiera a scacchi.

Pochi lo hanno capito, ma Perez è l’uomo perfetto per questo momento della storia Red Bull. Anche nel lasciar mano libera a Verstappen e le sue vittorie, tra l’altro, figlie di un paragone letteralmente impossibile tra i due. Non c’è poesia, o sentimento da corsa, che possa raccontare il cinico pragmatismo di un pilota chiamato implicitamente (ed esplicitamente per capirci) a essere alle dipendenze del proprio capitano Red Bull.

Ecco perché Perez ancora in Red Bull, dice tutto. Gringo.

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A cura di Emiliano Tozzi Foto Fabio Casadei
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Quanto costa Acosta?

Per Pedro Acosta la logica è ferrea. Rimanere in KTM per giocarsela al meglio delle proprie possibilità, al momento alla ricerca della prima vittoria in MotoGp, dopo due titoli mondiali in Moto2 e Moto3. A vent’anni puoi già ragionare così? Sì, puoi. Da “giovane vecchio” prestato al motociclismo. Da debuttante nel mondo dei grandi con elegante noncuranza. Quasi chiedendo permesso sottovoce, ma poi passando all’esterno in derapata come un FrecciaRossa in tangen-

ziale. Una logica da “Notorius”, com’è soprannominato il suo idolo delle arti marziali miste, l’iridato campione irlandese Connor McGregor. Un nomignolo che molto nasconde e non racconta. Non racconta la dedizione e il tempo sottratto all’indisciplina. Alla ribellione di un senso profondo all’interno di un animo da corsa in piena formazione. Acosta non assomiglia a niente e nessuno, se non a se stesso. Da “giovane vecchio” appunto. Senza accostamenti a Marquez che

possano minimamente imitare la carriera del connazionale. A sottolineare cosa non vada sulla sua KTM per raggiungere la Ducati, dentro un campionato che ha sempre più il sapore di un monomarca della casa di Borgo Panigale. Mattighofen raccoglie, a questo punto convincendo in toto il giovane centauro spagnolo a rimanere sotto l’egida del marchio austriaco, compiendo un cambio di casacca ma non di marchio(questa volta sì, come Marquez…), trasferendosi dall’attuale team Tech 3, ai colori ufficiali del KTM Factory Racing. Logico. Come ha sottolineato senza troppi giri di parole l’australiano Jack Miller, attualmente in forza al team austriaco. Ed è altrettanto logico pensare di vedere un giorno campione del mondo in MotoGp un simile talento. Senza assurde etichette da predestinato da appiccicargli addosso. O peggio ancora bruciando le tappe sull’onda emotiva del momento, con assoluta brevità. Niente di tutto ciò. Step by step. Lingua chiara per il genere umano dei centauri a motore. Acosta se ne frega. Ecco il punto. Se ne frega di ciò che gli altri vorrebbero fosse e pensa a guidare. A sottolineare cosa ci sia da migliorare per essere un giorno sul tetto del mondo. La prima vittoria in MotoGp e poi tutto il resto, dicevamo. Dicevamo a noi stessi. Immaginando che anche il diretto interessato la veda così e non vi sia altra via possibile. Ammesso possa essere d’accordo con una simile disamina esteriore sul suo conto. Quando la prestazione sportiva è chiamata a essere certificata vittoria.

Il costo di Acosta?

Il costo di Acosta.

Il prezzo nell’essere un cavallo di razza col proprio motociclismo. Senza essere figlio di un prima o di un dopo, ma solo del durante. Esente da imitazioni. O distraenti paragoni.

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Quando avviene l’inimmaginabile. Perché, come disse Napoleone, se l’immaginazione

un vivaio delle meraviglie creato anno dopo anno. Via al capoclassifica Martin, prossimo

muta. A chiedersi quale logica abbia avvicinato due realtà più simili ad acqua e olio di

19 MOTO GP A cura di Emiliano Tozzi
Foto Fabio Casadei
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