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Buone notizie
from Dolce Vita 87
by Dolce Vita
Ogni giorno i mass media ci bombardano con notizie tragiche, cronaca nera, a volte falsi allarmi di epidemie in arrivo, altre volte imminenti guerre mondiali.
La “strategia della tensione” è un metodo difuso, un popolo che ha paura è più facile da governare.
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A noi piace andare controcorrente e abbiamo deciso di dedicare la nostra rubrica solo alle buone notizie. Be happy!
In Svizzera il tragitto casa-ufcio entra a far parte dell’orario di lavoro
Da quest’anno i dipendenti pubblici che lavorano durante gli spostamenti su treno o bus potranno uscire prima dall’ufcio. Si stima infatti, che in media i dipendenti impieghino circa 62 minuti al giorno per recarsi in ufcio e la maggior parte del tempo del viaggio venga spesso sfruttata per portarsi avanti con il lavoro. Di fatto le nuove tecnologie lo consentono. Ecco perché la Svizzera ha deciso di riconoscere ai lavoratori il tempo del tragitto quando questo viene efettivamente impiegato per dedicarsi alle proprie mansioni, conteggiandolo nell’orario di lavoro e retribuendolo in quanto tale. Infatti, se in passato le persone, una volta uscite dall’ufcio, lasciavano sulla scrivania le scartofe per poi rivederle il giorno seguente, adesso non è più così.
Inazione climatica: la prima causa dal basso contro lo Stato italiano
È partita la prima causa contro lo Stato per inazione climatica. L’iniziativa dal basso ha preso il nome di Giudizio Universale e come spiega la sua portavoce serve a «chiedere allo Stato Italiano di attuare misure più stringenti per rispondere ai cambiamenti climatici e invertire il processo: se non ci pensiamo noi, nessuno lo farà al posto nostro». Attualmente l’Italia vanta risultati energetici e ambientali più elevati di quelli chiesti dall’Unione europea per il 2020, ma la maggior parte dei progressi sono stati raggiunti tra il 2013 e il 2015. Negli anni successivi, l’azione per contenere i cambiamenti climatici ha rallentato, le emissioni si sono livellate e le rinnovabili hanno tirato il freno.
In Cile le comunità indigene fermano il gigante del litio
Il Tribunale per l’Ambiente della città di Antofagasta ha accolto la denuncia delle comunità indigene di Atacama contro la SQM, la società chimica e mineraria del Cile, accusata di un uso sconsiderato delle risorse idriche per le sue attività. La società è il secondo produttore mondiale di litio, elemento chiave per le batterie che alimentano i veicoli elettrici. L’aumento della domanda di litio, considerato il petrolio del futuro, ha sollevato dubbi sul fatto che l’arido deserto settentrionale del Cile possa sostenere i livelli attuali (e futuri) della produzione del metallo e il tribunale ha preferito far prevalere il principio di precauzione anche tenendo conto della «particolare fragilità» dell’ecosistema di Atacama.
Europa: la stretta su imballaggi e plastica monouso
La Commissione europea ha stabilito il divieto dell’uso degli imballaggi e confezioni di plastica e di consentire solo quello in plastica riciclata a partire dal 2030. Inoltre entro lo stesso termine verrà limitato l'uso delle microplastiche. La direttiva sulle plastiche monouso, il cui via libera definitivo è arrivato lo scorso anno, prevedeva già la messa al bando di alcuni prodotti (cotton fioc, posate, piatti e bastoncini per palloncini) e una serie di misure per scoraggiare l’uso di imballaggi con questo tipo di materiale. Purtroppo l’orizzonte del 2030 appare un po’ troppo lontano rispetto a una vera e propria emergenza che sta assumendo, giorno dopo giorno, dimensioni estremamente preoccupanti.
La Colombia dice basta alla caccia sportiva
Ad anni di distanza, la Colombia segue l’esempio del Costa Rica, il primo paese dell’America Latina ad aver vietato la caccia sportiva nel proprio territorio. Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha infatti deciso che dal 6 febbraio in Colombia non è più consentito uccidere gli animali per “sport”. Il giudice ha stabilito che questa pratica va contro l’interesse dell’ambiente afermando che il Paese ha il dovere di difendere la propria fauna. Le motivazioni dietro la decisione sono inequivocabili: poiché la caccia sportiva nel Paese non è giustificata in termini di sussistenza o controllo della popolazione della specie, non esiste un motivo valido per permettere la caccia a fronte della soferenza provocata agli animali.
Amsterdam e Berlino mettono un tetto agli aftti: troppo cari!
Il provvedimento è stato reso necessario dal costante rialzo dei prezzi negli ultimi dieci anni, un fenomeno che ha stravolto il volto delle capitali All’ennesimo studio che sottolinea gli insostenibili costi ambientali degli allevamenti intensivi, l’Europa prende in considerazione di tassare la carne
Il comune di Amsterdam ha deciso di operare una stretta sugli speculatori degli appartamenti. Basta al business sfrenato di chi acquista abitazioni di nuova costruzione allo scopo di affittarle. La giunta cittadina in nome della sostenibilità urbana ha istituito il divieto di afttare case a più di 1.027 euro al mese. L’obiettivo è quello di incentivare l’acquisto delle stesse per viverci invece di destinarle ad aftti brevi. Il tutto per ripopolare una città popolata sempre più da turisti e pendolari. E dire che non è nei Paesi Bassi che si registra il più alto rialzo degli aftti su scala decennale (38%). Gli aftti sono letteralmente saliti alle stelle in Lituania (+101,1%), Repubblica Ceca (+78,6%) e Ungheria (+67,8%). Solo in Grecia (-17,5%) e Cipro (-0,3%) si registra un contratto di aftto più leggero rispetto al 2017. Nel complesso nell’ultimo decennio gli aftti sono aumentati del 21% nell’UE, una realtà a cui l’Irlanda vuole mettere mano a breve attraverso il congelamento degli aftti residenziali. In Germania questa manovra era già stata introdotta nel 2015, ma i risultati non sono stati quelli previsti perché è stato molto facile aggirarne le regole e perché erano praticamente inesistenti le sanzioni per chi trasgrediva. Ecco perché nel primo quadrimestre del 2020 entrerà in vigore una nuova legge, che riprende la vecchia correggendone le criticità. La prima città a sperimentarla su larga scala sarà Berlino dove circa 1.5 milioni di case avranno l’aftto congelato per i prossimi cinque anni. Il tetto massimo sarà di 9,80 euro per metro quadrato. Secondo il Dipartimento per lo Sviluppo Urbano di Berlino, sono circa 340mila le famiglie berlinesi che otterranno la riduzione dell’aftto grazie alla nuova legge, un provvedimento che protegge i gruppi sociali più poveri e vulnerabili. Sarà anche retroattivo: chi ha pagato troppo in questi mesi, potrà chiedere indietro “il maltolto” calcolando quanto pagato di troppo da giugno 2019 al momento della richiesta. La legge, che ha avuto un iter molto discusso, nasce dalle lamentele dei cittadini che vivono in aftto, i quali occupano circa l’82% degli appartamenti, riguardo al fenomeno ormai noto come “febbre degli aftti” che, nella capitale, sono saliti in media del 2,8% all’anno dal 2000.
Una tassa di sostenibilità sulla carne per salvare il pianeta
Un nuovo studio commissionato dalla True Animal Protein Price Coalition (TAPP) suggerisce che il prezzo al dettaglio della carne non riflette i costi ambientali associati alla sua produzione e chiede una “tassa di sostenibilità” sulla carne. Nonostante non sia il primo report a evidenziare l’impatto che l’allevamento intensivo ha sull’ambiente, questa volta il Parlamento Europeo potrebbe pensarci seriamente e inserire la manovra nel Green Deal e nella nuova politica alimentare dell’UE. Se così fosse il prezzo della carne bovina potrebbe aumentare nell’arco dei prossimi dieci anni di almeno 0,47 euro ogni 100 grammi, circa il 25% in più rispetto all’attuale prezzo di vendita applicato mediamente nel Regno Unito. L’aumento per la carne di maiale e di pollo sarebbe leggermente inferiore. Applicando tasse simili - secondo i ricercatori - i consumi di carne bovina potrebbero ridursi fino al 67% in tutta Europa, mentre quelli di carne suina potrebbero diminuire del 57% e quelli di carne di pollo del 30%, entro il 2030. Se fosse messo davvero in pratica, si tratterebbe di un grande risultato anche per gli animali. Se il provvedimento entrasse in vigore, ne guadagnerebbe l’ambiente attraverso la riduzione delle emissioni di CO2, che potrebbero abbassarsi di 120 milioni di tonnellate l’anno. I ricercatori afermano che una dieta più varia, che includa meno carne, porterebbe aiutare a mantenere il riscaldamento globale appena al di sotto dei 2°C ma il trend del consumo va esattamente nella direzione opposta, una direzione assolutamente non sostenibile. Gli Stati membri utilizzerebbero i 32 miliardi di euro incassati grazie alla nuova tassa per finanziare l’agricoltura sostenibile e favorire il consumo di cibi salutari. Diminuire il consumo di carne, infatti, significa anche risparmiare sulla spesa sanitaria. Il consumo di carne è associato a una maggiore incidenza di malattie cardiovascolari e tumori e poiché gli europei consumano in media circa il 50% in più di carne rispetto a quanto indicato nelle linee guida, si risparmierebbero grosse cifre in termini di spesa sanitaria. Tassa a parte, da consumatori, possiamo modificare autonomamente i nostri consumi alimentari preferendo una dieta ricca di frutta e verdura, rispetto a una ricca di carne e zuccheri, e scegliendo prodotti freschi, non confezionati e di stagione. Da soli possiamo fare poco ma una sensibilizzazione generale sul tema può davvero concorrere a rallentare la corsa verso la distruzione.