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from Dolce Vita 87
by Dolce Vita
Cannabis all'ONU: la votazione sulla riclassificazione è stata rimandata
Niente da fare. La storica votazione sulla riclassificazione della cannabis sulla quale si era espressa l'OMS, è stata rimandata. In questi giorni è infatti in corso a Vienna la la 63ª sessione della Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti (CND). Terminerà il 6 marzo ma per la riclassificazione della cannabis è già stato deciso il rinvio del voto. La prossima occasione utile sarà quella del 3-4 dicembre, come sostiene Marco Perduca dell'Associazione Coscioni, o la prossima sessione della CND prevista per marzo 2021.
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Quindi, per ora, si tratta di un niente di fatto. Secondo Leonardo Fiorentini, direttore di Fuoriluogo attualmente a Vienna per seguire la discussione, il motivo principale sarebbe stata l'opposizione della Russia, che avrebbe visto la riclassificazione come un aiuto alla liberalizzazione della cannabis.
«In questi mesi si sono contrapposti due fronti, uno guidato da Canada, USA, Uruguay, Messico e Unione Europea che sosteneva l’approvazione della raccomandazione, in particolare sulla rimozione dalla tabella IV, l’altro capitanato dalla Russia e sostenuto da Cina, Giappone, da molti paese africani e del medio oriente», ha scritto su Fuoriluogo precisando che: «La motivazione che sarebbe stata portata dai contrari è che riconoscere oggi il valore terapeutico della cannabis significherebbe tirare la volata al processo di regolazione legale della cannabis in corso in molti paesi». Come vi abbiamo raccontato, la Commissione europea aveva chiesto il voto unificato. Da una parte avrebbe garantito il passaggio della riforma, ma dall'altra si sarebbe espressa positivamente solo su 3 punti sui 6 previsti.
Ora non ci resta che aspettare e tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema perché, nonostante la risoluzione sia stata ampiamente criticata e sia probabilmente migliorabile, ora è importante che passi alla prossima occasione utile.
Canada: con la legalizzazione il consumo di cannabis tra gli adolescenti è diminuito del 47%
Da quando è stata legalizzata la cannabis, nell'ottobre del 2018, ad oggi il numero di cittadini canadesi di età compresa tra 15 e 17 anni che consumano cannabis si è praticamente dimezzato, passando dal 19,8% del totale al 10,4%.
Un semplice dato che è come una pietra tombale su decenni di propaganda dei proibizionisti, che da sempre hanno sostenuto come la legalizzazione della cannabis mettesse a rischio la salute dei giovani. Al contrario è la dimostrazione che togliendo alla cannabis il fascino del proibito diminuisce anche il suo appeal tra i ragazzi.
Il dato è stato difuso da Statistics Canada, l'agenzia statistica nazionale canadese, che da quando è stata legalizzata ogni tre mesi pubblica un report che analizza i consumi di cannabis dei canadesi.
Sono complessivamente 5,1 milioni i canadesi che hanno dichiarato di aver consumato cannabis almeno una volta negli ultimi tre mesi, un dato in aumento sui 4,5 milioni registrati un anno fa. Ma l'aumento è dettato dai maggiori consumi dei cittadini di età maggiori di 25 anni (passati dal 13 al 25,5%), mentre rimangono invariati i consumi nella fascia di età 18-24 anni (33,3 %) e diminuisce in modo netto il consumo tra gli adolescenti.
Il report testimonia anche lo stato della battaglia tra mercato legale e mercato illegale della cannabis. Una lotta che vede il primo avanzare, avendo ormai superato il mercato nero. Nel 2019 il 29,4% dei consumatori ha dichiarato di aver acquistato tutta la cannabis che ha consumato sul mercato legale, mentre il 51% ha dichiarato di averla comprata legalmente almeno una volta nel corso dell'anno. La percentuale di coloro che hanno acquistato erba da una fonte illegale è diminuita notevolmente, dal 51,7% del 2018 al 40,1% del 2018. Il 9,9% dei consumatori ricava invece il proprio fabbisogno dall'autoproduzione.
Serpelloni, che fine ingloriosa! Lo zar del proibizionismo è stato condannato a 7 anni di carcere
Il tribunale di Verona ha condannato Giovanni Serpelloni, ex capo del Dipartimento politiche antidroga del governo italiano e storico braccio destro di Giovanardi, a 7 anni e 6 mesi di carcere per il reato di tentata concussione. Secondo il giudice veronese, Serpelloni (insieme ai colleghi della Ausl di Verona Maurizio Gomma e Oliviero Bosco, condannati rispettivamente a 6 anni e mezzo e 4 anni e mezzo di detenzione) avrebbe pilotato le gare di appalto di un software per la raccolta delle statistiche sull'uso di sostanze utilizzato da oltre 200 Ausl in tutta Italia. Lo stesso software per il quale era stato citato in causa nel 2015 contro la stessa Ausl di Verona che dirigeva, rivendicandone i diritti intellettuale e quindi i proventi economici. Ancora la sentenza non è stata pubblicata e quindi non molto di più si può dire sui reati contestati che hanno spinto il tribunale di Verona ad emettere la pesante condanna. Inoltre la sentenza è di primo grado e certamente Serpelloni e soci faranno ricorso. Con la sentenza arriva un ulteriore colpo alla carriera dello "zar", già da tempo avviata a fine ingloriosa dopo essere stato licenziato in rapida successione prima dal governo italiano e poi addirittura dall'Ausl di Verona. Già negli ultimi tempi Serpelloni, evidentemente in cerca di visibilità, era passato ad occuparsi di questioni locali come la recente proposta di introdurre test antidroga nelle scuole del veronese. Sono lontani, per fortuna, i tempi in cui dominava sulle tv nazionali rilanciando senza alcun contraddittorio le sue teorie più assurde: dalla "supercannabis ogm" che provoca i buchi nel cervello, all'automatismo del passaggio dagli spinelli alle pere di eroina.
In Colorado si sono venduti legalmente 1,75 miliardi di dollari di cannabis in un solo anno
Il Colorado nel 2019 ha fatto segnare il nuovo record da quando ha legalizzato la cannabis nel 2014. Dentro i confini dello stato sono stati infatti venduti legalmente 1,75 miliardi di dollari di marijuana, un aumento del 13% rispetto alle vendite registrate nel 2018. In totale, dal 2014 al dicembre scorso, sono stati venduti 7,79 miliardi di dollari di cannabis a scopi medici o ricreativi, generando per lo stato proventi pari a 1,21 miliardi di entrate fiscali. Un risultato importante non solo a fini economici, ma anche a scopo sociale, visto che parte delle tasse incassate vengono utilizzate dallo stato per finanziare borse di studio per gli studenti e alloggi per i senzatetto. Le vendite di marijuana legale sono state piuttosto costanti per tutto il 2019, con un curioso picco nel mese di aprile, facilmente collegabile ai "festeggiamenti" per la data del 20 aprile (festa del 420), evento molto sentito specialmente dalla comunità cannabica americana. Secondo gli analisti il record di vendite del 2019 potrebbe non ripetersi in questo 2020. Molti dei proventi sono arrivati anche da americani residenti in altri stati dove la cannabis non è ancora regolamentata, ma le recenti legalizzazioni in Michigan e Illinois potrebbero contendere al Colorado parte dei proventi provenienti dagli stati centrali degli Usa.
Argentina: anche Maradona scende in campo per il diritto all'autocoltivazione di cannabis
Diego Armando Maradona prende posizione per il diritto all'autoproduzione di cannabis a scopi terapeutici. L'ex pibe de oro si è espresso in un video messaggio realizzato per conto dell'associazione medica pro-cannabis La Semilla. «Sosteniamo l'auto-coltivazione in modo che i nostri figli vivano meglio, abbiano una qualità di vita migliore della nostra», ha detto Maradona nel video difuso dall'associazione. La dichiarazione dell'ex campione del Napoli arriva in un momento di dibattito in Argentina. Il mondo politico sta infatti dibattendo l'opportunità di cambiare la legge sulla cannabis terapeutica in vigore ammettendo anche la possibilità per i malati di coltivare legalmente cannabis per le proprie necessità terapeutiche. L'attuale legge, approvata nel 2017, autorizza diverse entità statali a produrre marijuana per scopi terapeutici, ma non permette la coltivazione individuale. Diego Armando Maradona non è certo nuovo ad assumere posizioni politiche coraggiose e controcorrente. «Ci siamo incontrati e ha mostrato grande curiosità per le proprietà mediche della cannabis, delle quali aveva ammesso di non sapere molto - ha dichiarato l'attivista antiproibizionista Valeria Salech - rimanendo molto colpito dai risultati della cannabis nel trattamento dell'autismo dei bambini». Maradona stesso, infatti, ha un figlio di appena sei anni con problemi di autismo, Diego Fernando.
Negli Usa oltre 243mila persone lavorano legalmente nel settore della cannabis
Duecentoquarantatremila e settecento. Tanti i cittadini americani che hanno trovato un lavoro nel mercato della cannabis legale. Negli ultimi 12 mesi, l'industria della cannabis statunitense ha creato 33.700 nuovi posti di lavoro a livello nazionale, il settore in più rapida crescita in America. I dati sono stati pubblicati nel rapporto annuale curato da Leafly. I maggiori aumenti sono stati osservati in Massachusetts, Oklahoma e Illinois: 10.226 posti di lavoro per il Massachusetts (settore medico e ricreativo) e 7.300 per l'Oklahoma nel solo settore della cannabis terapeutica. Risultati che testimoniano come la cannabis legale continui ad essere un settore economico in grande espansione negli Usa, nonostante nei mesi scorsi sia scoppiata la prima bolla finanziaria nel settore della cannabis, con diverse aziende coinvolte - anche di grandi dimensioni - che hanno perso fino ai 2/3 del loro valore in borsa. Nonostante numerosi licenziamenti, la California rimane lo stato con il maggior numero di impiegati nel settore della cannabis degli Stati Uniti. Il Colorado è tuttavia lo stato che ha il maggior numero di lavoratori dell'economia verde in rapporto alla sua popolazione, con un cittadino che lavora nel settore ogni 165 abitanti, contro il rapporto 1/980 abitanti della California.
Nuova Zelanda, adesso è ufficiale: il 19 settembre i cittadini decideranno se legalizzare
Mancava solo la data e ora è arrivata. Il 19 settembre 2020, in occasione delle elezioni politiche, quattro milioni di elettori neozelandesi troveranno alle urne anche una scheda referendaria con un semplice quesito: «Sostieni il disegno di legge sulla legalizzazione e il controllo della cannabis?». Se i “sì” prevarranno sui “no” diventerà esecutivo il disegno di legge varato dal governo, che mette insieme laburisti e ambientalisti, presentato nei mesi scorsi dal ministro della Giustizia Andrew Little. Ogni cittadino dai 20 anni in su potrà acquistare cannabis presso i dispensari (massimo 14 grammi al giorno) e coltivare due piante per consumo personale o un massimo di 4 per consumo familiare. Sarà vietato il consumo nei luoghi pubblici, ogni forma di pubblicità sulla cannabis e la produzione e la vendita di estratti ad alto contenuto di THC. Il progetto di legalizzazione preparato dal governo si è dato due macro obiettivi espliciti. Come si legge in un documento ufciale, il fine della legalizzazione della cannabis è quello di afrontare il benessere dei neozelandesi e ridurre i danni sociali e di salute dati dal consumo di droghe e dall’esistenza del mercato illegale; ridurre il consumo complessivo di cannabis, specie nelle fasce più giovani della popolazione, attraverso servizi di istruzione e contrasto alle dipendenze che verranno finanziati con i proventi stessi della legalizzazione.
Addestrati a ignorare la cannabis: la nuova vita dei cani poliziotto dopo la legalizzazione negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti gli efetti della legalizzazione si fanno sentire anche sulla popolazione dei cani poliziotto. Ora che in moltissimi stati la cannabis non è più tra le sostanze proibite, gli animali non vengono più addestrati per riconoscerla e segnalarla ai loro colleghi umani. La nuova generazione di cani poliziotto, laddove la cannabis è considerata legale, svolge quotidianamente la propria funzione dando la caccia alla cocaina, all'eroina, alla metanfetamina e all'MDMA. Di nuovo c'è che l'odore della cannabis gli è indiferente. Addestrare un cane a ignorare la cannabis è semplice, basta escluderla fin dall'inizio dalle sostanze che gli vengono insegnate a riconoscere durante un lungo training di circa 400 ore. Diversamente, fargli disimparare quello per cui è stato addestrato, o una parte di esso, per stare al passo con il cambiamento della politica sulle droghe è infinitamente dispendioso in termini di tempo e denaro. Ecco perché per la vecchia generazione di cani poliziotti è scattato il prepensionamento. Molti sono andati a vivere nelle case dei poliziotti che erano soliti accompagnare, altri sono stati destinati a privati cittadini selezionati accuratamente dalla polizia. Infatti, per evitare che qualcuno potesse sfruttare la peculiarità di questi cani per fini personali, al pubblico non ne è stata permessa la possibilità di adottarli.
Il famoso breeder Subcool ci ha lasciati e il paradiso si è tinto di verde
L’uomo del super soil, delle potenti genetiche fruttate al sapore di ciliegia, mango, agrumi, limoni e mele, e dai mille capellini, uno diverso dall’altro per ogni giorno della settimana e forse più, ci ha lasciato lo scorso primo febbraio a causa di una grave malattia. Stiamo parlando di Dave Bowman meglio conosciuto come Subcool il “weed nerd”. Breeder e grower di fama internazionale che ha dato un grosso contributo al mercato della cannabis nei suoi oltre 30 anni di attività ed esperienza. Correva l’anno 2001 e dopo molti anni dedicati alla coltivazione di cannabis, alla condivisione sui forum di settore di informazioni preziose e alle costanti collaborazioni su importanti testate di settore, Subcool insieme a sua moglie MZJill e un team di coltivatori fondò la seedbank TGA Genetics, Team Green Avenger Genetics. Seedbank di rilievo che ofriva ceppi originali e progettati per specifiche condizioni e/o patologie. Purtroppo però nel 2013, nel pieno dell’attività della seedbank, gli fu diagnosticata una grave patologia chiamata deficit di Alfa-1-antitripsina (AATD), che colpisce principalmente polmoni e fegato e si manifesta quando vi è un insufciente produzione della proteina alfa-1-antitripsina. Nonostante la malattia che ha compromesso il 70% delle sue funzioni polmonari, Subcool è sempre stato lì, dietro a un monitor sul suo canale youtube “subcool420” con l’appuntamento fisso conosciuto come “weed nerd”. Alla ricerca di un clima migliore per alleviare le soferenza della malattia insieme alla moglie MZJill si trasferisce dall’Oregon alla California, iniziando una vorticosa ascesa seguita purtroppo da un'altrettanta spericolata discesa. Gli anni della California furono estremamente produttivi purtroppo però nell’ottobre del 2017, prossima al divorzio la coppia perse la casa, gli impianti e tutto ciò che possedeva (comprese piante madri, maschi, talee e scorte per 4 milioni di semi) nell’incendio che devastò la Contea di Sonoma in California. Gli anni del riscatto, seppur duri e stancanti, furono decisamente produttivi. Nel giro di poco tempo, riacquistò i suoi stessi semi e diverse talee da amici e altre seedbank, con un investimento di oltre 60mila dollari. Si rimboccò le maniche e dopo un duro lavoro ripropose al pubblico le vecchie glorie del passato e mise in catalogo nuove genetiche, completando un vasto assortimento con oltre 40 varietà di notevole spessore medico. Ci mancherai Weed Nerd, ma siamo sicuri che se dovesse esistere un paradiso, con la tua presenza sarà sicuramente più verde.
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Croazia verso la legalizzazione della cannabis: sarà possibile coltivare 9 piante a testa
Già l'anno scorso avevamo dato notizia delle intenzioni della Croazia di puntare sulla legalizzazione della cannabis per far crescere economia e turismo. Ora però le cose si fanno serie e nei prossimi giorni il paese dei Balcani discuterà una nuova proposta di legge rivoluzionaria a livello europeo. Mirela Holy, ex ministro dell’Ambiente, in una recente intervista televisiva ha spiegato che il nuovo disegno di legge prevede la piena legalizzazione e liberalizzazione della canapa. «La canapa ha un grande potenziale economico e, data la sua capacità di fertilizzare il suolo e di assorbire CO2, è anche importante nella lotta ai cambiamenti climatici. I benefici economici sono enormi per quanto riguarda lo sviluppo della scienza, per il futuro dei cosmetici e per la produzione di carta. Secondo le stime, in Canada e negli Stati Uniti, i guadagni annuali sono di circa 43,7 miliardi di dollari e non è stato sfruttato tutto il potenziale della canapa: può essere utilizzato per costruire compositi spaziali, automobili e nel settore delle costruzioni», ha afermato. «La proposta di legge prevede un modello ibrido di agenzia statale per mantenere alta qualità nel mercato. Riguardo a l’uso di cannabis per scopi ricreativi, ogni adulto potrà crescere fino a nove piante femminili in piena fioritura con un alto contenuto di THC per le proprie esigenze». L'ex ministro durante il suo intervento ha dimostrato grande preparazione sull'argomento, illustrando tra le altre cose anche le diverse varietà di cannabis (indica, sativa e ruderalis) e le rispettive caratteristiche. Ma non solo, ha concluso afrontando il tema dei pregiudizi nei confronti della cannabis e degli interessi economici occulti, con parole inequivocabili che a sentirle dall'Italia ci sembrano quasi surreali: «Quando ho iniziato a parlarne qualche anno fa, le reazioni sono state terribili, ma le cose sono cambiate. Le persone hanno bisogno di essere educate e quindi cambiare il loro atteggiamento. Il potenziale di dipendenza della cannabis è inferiore al potenziale di dipendenza della nicotina o dell’alcol e, per quanto ne sappia, nessuna persona è morta a causa di un’overdose di cannabis, eppure esistono grandi pregiudizi, motivati dagli interessi di determinati gruppi e industrie».
Amsterdam potrebbe vietare ai turisti l’accesso ai coffee shop
Se si dovesse tramutare in realtà segnerebbe la fine di un'era che ha contraddistinto intere generazioni. La città di Amsterdam potrebbe vietare l'ingresso ai cofee shop a tutti i turisti, continuando a consentire l'acquisto legale di cannabis solo ai cittadini olandesi. Il disegno di legge comunale è stato formalizzata dalla sindaca Femke Halsema, che ha proposto di vietare l'accesso ai turisti nei 170 cofee shop rimasti nel territorio del centro cittadino. Il consiglio comunale voterà la proposta nelle prossime settimane, e viene data per molto probabile l'approvazione della norma. L'idea di limitare l'accesso al mercato della cannabis legale si inserisce in un piano che da tempo la sindaca sta portando avanti: quello di cambiare radicalmente l'immagine della città, che ancora oggi attrae turisti principalmente grazie alla cannabis ed al quartiere a luci rosse, ed al contempo cercare di ridurre l'impatto del turismo sul tessuto sociale, che negli ultimi anni ha visto un progressivo proliferare di appartamenti destinati all'aftto a breve termine per i turisti a danno dei residenti storici. Per dare un'idea del problema: Amsterdam è una città da un milione di abitanti che nell'ultimo anno è stata visitata da 18 milioni di turisti. Per quanto riguarda quest'ultima tematica Amsterdam si è già dotata di una norma che restringe le possibilità di afttare appartamenti su Airbnb ed ha stabilito un prezzo massimo agli aftti. Mentre per il quartiere a luci rosse, dove la presenza di prostitute si è già ridotta del 40% nell'ultimo decennio in maniera spontanea, la proposta è quella di chiuderlo per allestire un nuovo centro della prostituzione legale in periferia. Tornando alla cannabis, la proposta di vietarla ai turisti segue i risultati di un sondaggio commissionato dalla stessa giunta comunale su oltre mille turisti di età compresa tra i 18 e i 35 anni. Il 57% ha detto che i cofee shop hanno avuto un ruolo nella decisione di scegliere la capitale olandese come propria destinazione, e il 45% ha afermato che senza la possibilità di accedere ai cofee shop probabilmente non avrebbe scelto Amsterdam. Negli ultimi anni la città ha intrapreso diverse misure per limitare la presenza di cofee shop che vendono legalmente cannabis, che infatti si sono ridotti dalle quasi 400 degli anni novanta alle 175 attuali, ed in generale si respira un clima meno tollerante verso il mercato e la cultura della cannabis.
Il Lussemburgo fa sul serio: ecco come funzionerà la prima legalizzazione della cannabis in Europa
Il governo lussemburghese continua a muovere a passi decisi verso la legalizzazione della cannabis. Dopo l'annuncio di alcuni mesi fa, quando il premier Xavier Bettel dichiarò che il governo intende abbandonare il proibizionismo, il governo ha continuato a muoversi nell'ombra mettendo a punto la bozza del testo di legge di quella che potrebbe diventare la prima legalizzazione della cannabis vera e propria in Europa.
La bozza del disegno di legge è stata pubblicata dall'emittente pubblica lussemburghese Radio 100,7. La medesima fonte specifica che l'intenzione del governo lussemburghese è quella di non andare allo scontro con l'Unione Europea né con i paesi confinanti e per questo sono previsti per i prossimi mesi tavoli di confronto con la possibilità di apportare modifiche concertate al testo.
Questi i punti principali di come funzionerà la legalizzazione della cannabis in Lussemburgo secondo Radio 100,7:
• I cittadini di almeno 18 anni potranno acquistare massimo 30 grammi di cannabis al mese previa registrazione in un albo dei consumatori
• Per accedere alla cannabis legale bisognerà essere residenti in Lussemburgo da almeno 6 mesi (regola che mira ad evitare il turismo della cannabis)
• Divieto di autoproduzione della cannabis per i consumatori
• A produrre la cannabis saranno esclusivamente due enti autorizzati dallo stato che dovranno rispettare rigidi protocolli di produzione • Inizialmente vi saranno 14 punti vendita dove i cittadini potranno acquistare la cannabis • Il prezzo al dettaglio sarà stabilito dallo stato (nella bozza viene specificato semplicemente che dovrà essere "né troppo economico, né troppo caro"
• Non vi saranno limiti di THC, ma si prevede una tassazione progressiva in base al principio attivo per scoraggiare la produzione di cannabis con livelli alti psicoattivi
• Sarà vietato consumare cannabis nei luoghi pubblici ed in tutti i luoghi dove attualmente è vietato il consumo di tabacco
• Sarà vietata ogni forma di pubblicità sulla cannabis legale.
Criteri stringenti, che dimostrano come il governo lussemburghese voglia procedere ad una regolamentazione rigidamente controllata, che non trasformi il paese in una meta di turismo per i consumatori di cannabis dei vicini paesi europei.
"Afari in fumo", archiviata l'inchiesta sulla cannabis light dopo il maxi-sequestro
Vendere cannabis light non è legale ma non è nemmeno punibile, è quello che conferma la procura di Taranto che ha disposto l’archiviazione per le 56 persone coinvolte nell’inchiesta del 2018 “Afari in fumo”, che aveva portato al sequestro di oltre 1 tonnellata di cannabis light nella provincia di Taranto e anche in altre regioni tra cui Campania, Sicilia, Lazio e Lombardia. L’operazione si conclude con l’archiviazione per “asimmetrie interpretative”, in altre parole significa che la normativa che dovrebbe regolamentare la vendita delle infiorescenze è talmente confusa da rendere, come spiega la procura stessa, “inevitabile l’errore nel quale sono incorsi gli indagati nel momento in cui hanno dovuto fronteggiare una norma che non brillava per chiarezza, tanto da indurre i tribunali a determinazioni non collimanti tra loro e anzi a decisioni di segno opposto”.
Per avere un’idea chiara sulla questione abbiamo contattato l’avvocato Zaina che chiarisce: «L'intervento della magistratura appare tale da suscitare rilevanti perplessità, perché mirava a scoprire chissà quali illeciti e non li ha trovati. Va detto, infatti, che l'indagine in questione non ha avuto alcun tipo di verifica scientifica, tanto che i PM afermano disinvoltamente ed espressamente che l'analisi tossicologica sui prodotti asseritamente stupefacenti (ma allo stato solo presunti tali) non pare necessaria. Vi è, quindi, da domandarsi come non si sia inteso verificare l'unico elemento che poteva sortire dati favorevoli agli indagati e cioè l'efettiva presenza di THC nei prodotti. Questo grave inadempimento del PM viene colmato discutibilmente con una soluzione finale, cioè ricorrere all'espediente dialettico della assenza di dolo in capo agli indagati, (in carenza dell'accertamento tossicologico) costituisce, rispetto alle emergenze processuali, una soluzione errata ed inaccettabile, nonché troppo comoda per gli inquirenti.
È quindi sempre più evidente l’urgenza di normare e regolamentare un settore in crescita e sicuramente redditizio per l’Italia, sperando che gli organi competenti la smettano di ignorare una situazione urgente e importante per il paese.
Israele: il premier Netanyahu sta valutando la legalizzazione della cannabis
«Il mio governo sta esplorando la possibilità di legalizzare la cannabis seguendo il modello adottato dal Canada», lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Netanyahu si è espresso con un post su Twitter, sottolineando che «Il ministro della giustizia Amir Ohana ha iniziato a lavorare sulla questione e dirigerà un comitato di professionisti che indagherà sull'importazione del modello canadese per la regolamentazione di un mercato legale in Israele».
Il leader del partito di destra Likud è in carica come premier dello stato di Israele ininterrottamente dal 2009, ma sta afrontando la terza campagna elettorale nel giro di pochi mesi, in quanto dopo aver perso la maggioranza assoluta non riesce a trovare un accordo parlamentare con le forze politiche di minoranza per formare un nuovo governo.
Benjamin Netanyahu ha inoltre dichiarato che è allo studio anche un'amnistia per tutti i cittadini israeliani condannati per detenzione di droghe leggere a scopo di consumo personale, un provvedimento che nelle intenzioni del premier dovrebbe avere carattere retroattivo sancendo anche la cancellazione di ogni condanna passata dal casellario giudiziale di circa 40.000 israeliani che in passato hanno subito condanne per consumo di cannabis.
Molti osservatori israeliani hanno visto in questo slancio pro-cannabis una mossa elettorale che mira da una parte a cercare nuovi bacini elettorali specie tra i giovani e dall'altra a preparare la strada per una possibile alleanza di governo con i partiti laici e di centro-sinistra presenti nella Knesset (il parlamento israeliano).
Nello stato di Israele la cannabis terapeutica è già legale, ed anzi lo stato ebraico si è imposto in questi anni come uno dei centri globali del mercato. Recentemente è stata anche approvata una legge che permette alle aziende israeliane del settore di esportare cannabis in tutto il mondo. Fino ad oggi però la cannabis ad uso ricreativo rimane vietata, seppur largamente utilizzata.