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Cannabis all'ONU: la votazione sulla riclassificazione è stata rimandata Niente da fare. La storica votazione sulla riclassificazione della cannabis sulla quale si era espressa l'OMS, è stata rimandata. In questi giorni è infatti in corso a Vienna la la 63ª sessione della Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti (CND). Terminerà il 6 marzo ma per la riclassificazione della cannabis è già stato deciso il rinvio del voto. La prossima occasione utile sarà quella del 3-4 dicembre, come sostiene Marco Perduca dell'Associazione Coscioni, o la prossima sessione della CND prevista per marzo 2021. Quindi, per ora, si tratta di un niente di fatto. Secondo Leonardo Fiorentini, direttore di Fuoriluogo attualmente a Vienna per seguire la discussione, il motivo principale sarebbe stata l'opposizione della Russia, che avrebbe visto la riclassificazione come un aiuto alla liberalizzazione della cannabis. «In questi mesi si sono contrapposti due fronti, uno guidato da Canada, USA, Uruguay, Messico e Unione Europea che sosteneva l’approvazione della raccomandazione, in particolare sulla rimozione dalla tabella IV, l’altro capitanato dalla Russia e sostenuto da Cina, Giappone, da molti paese africani e del medio oriente», ha scritto su Fuoriluogo precisando che: «La motivazione che sarebbe stata portata dai contrari è che riconoscere oggi il valore terapeutico della cannabis significherebbe tirare la volata al processo di regolazione legale della cannabis in corso in molti paesi». Come vi abbiamo raccontato, la Commissione europea aveva chiesto il voto unificato. Da una parte avrebbe garantito il passaggio della riforma, ma dall'altra si sarebbe espressa positivamente solo su 3 punti sui 6 previsti. Ora non ci resta che aspettare e tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema perché, nonostante la risoluzione sia stata ampiamente criticata e sia probabilmente migliorabile, ora è importante che passi alla prossima occasione utile. 20 · DOLCE VITA · marzo-aprile 2020
Canada: con la legalizzazione il consumo di cannabis tra gli adolescenti è diminuito del 47% Da quando è stata legalizzata la cannabis, nell'ottobre del 2018, ad oggi il numero di cittadini canadesi di età compresa tra 15 e 17 anni che consumano cannabis si è praticamente dimezzato, passando dal 19,8% del totale al 10,4%. Un semplice dato che è come una pietra tombale su decenni di propaganda dei proibizionisti, che da sempre hanno sostenuto come la legalizzazione della cannabis mettesse a rischio la salute dei giovani. Al contrario è la dimostrazione che togliendo alla cannabis il fascino del proibito diminuisce anche il suo appeal tra i ragazzi. Il dato è stato diffuso da Statistics Canada, l'agenzia statistica nazionale canadese, che da quando è stata legalizzata ogni tre mesi pubblica un report che analizza i consumi di cannabis dei canadesi. Sono complessivamente 5,1 milioni i canadesi che hanno dichiarato di aver consumato cannabis almeno una volta negli ultimi tre mesi, un dato in aumento sui 4,5 milioni registrati un anno fa. Ma l'aumento è dettato dai maggiori consumi dei cittadini di età maggiori di 25 anni (passati dal 13 al 25,5%), mentre rimangono invariati i consumi nella fascia di età 18-24 anni (33,3 %) e diminuisce in modo netto il consumo tra gli adolescenti. Il report testimonia anche lo stato della battaglia tra mercato legale e mercato illegale della cannabis. Una lotta che vede il primo avanzare, avendo ormai superato il mercato nero. Nel 2019 il 29,4% dei consumatori ha dichiarato di aver acquistato tutta la cannabis che ha consumato sul mercato legale, mentre il 51% ha dichiarato di averla comprata legalmente almeno una volta nel corso dell'anno. La percentuale di coloro che hanno acquistato erba da una fonte illegale è diminuita notevolmente, dal 51,7% del 2018 al 40,1% del 2018. Il 9,9% dei consumatori ricava invece il proprio fabbisogno dall'autoproduzione.