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La qualità dell’aria negli ambienti scolastici e salute uua cura di Domenico Pepe Ingegnere libero professionista
Il recentissimo volume Progetti di scuole innovative di Maggioli Editore mette l’accento sul complesso rapporto tra ambiente ed individuo ospitato; considerazione ancora più valida per gli ambienti scolastici dove è imposta la prolungata permanenza degli alunni in spazi chiusi. Ne discutiamo con il Dott. Mario C. Canciani primario del reparto Allergologia e Pneumonologia della clinica pediatrica del Policlinico universitario di Udine che parlerà dei suoi studi che approfondiscono il rapporto tra qualità dell’aria interna ed esterna e salute. Se la progettazione risponde in maniera adeguata alle richieste di comfort e qualità degli ambienti interni il discente sarà messo nelle condizioni migliori per seguire con profitto la didattica. Già nel decreto ministeriale del 18 dicembre 1975 “Norme relative alle condizioni di abitabilità” si imponeva che in “ogni edificio scolastico nel suo complesso ed in ogni suo spazio o locale deve essere tale da offrire a coloro che l’occupano condizioni di abitabilità soddisfacenti per tutto il periodo di durata e di uso, malgrado gli agenti esterni; queste condizioni devono garantire, inoltre l’espletamento, di alcune funzioni in caso di agenti esterni anormali”. Una scuola confortevole offre, infatti, agli studenti le condizioni minime necessarie per mantenere agevolmente l’attenzione determinando inoltre una riduzione dei problemi sanitari così come, di conseguenze, le assenze cosicché il tasso di successo scolastico tende al rialzo. A livello europeo è stata ultimata a questo proposito l’indagine fondante il progetto HESE (poi HESEINT).
Mario Canciani si occupa da sempre di patologie dell’apparato respiratorio, dapprima all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste e dal 2000 come responsabile del Servizio di AllergoPneumologia Pediatrica dell’Università di Udine. Per 12 anni nel comitato direttivo della maggiore associazione medica europea, l’European Respiratory Society, è stato il fondatore dell’ALPI, associazione dei bambini asmatici, allergici e con problemi respiratori, e del GRAP, Gruppo Regionale di Allergo-Pneumologia. Attualmente si occupa in particolare degli effetti dell’inquinamento sulla salute dei bambini. È autore di circa 200 pubblicazioni scientifiche e di una trentina di libri, tre dei quali in inglese.
L’Ufficio Tecnico. Cosa sono Hese ed HESEINT? chi li ha finanziati? Mario C. Canciani. HESE (Health Effect of School Environment) è un progetto, a cui hanno preso parte Francia, Danimarca, Svezia, Norvegia e Italia, proseguito poi con il nome di HESEINT, che prevedeva la valutazione dell’inquinamento nelle scuole. La Commissione sanitaria dell’Unione europea ha voluto pun-
tare su questa indagine – molto costosa perché utilizzerà apparecchi d’avanguardia, costruiti su misura per lo studio – perché i bambini passano gran parte del loro tempo a scuola e perché si è visto che le scuole hanno spesso elevati livelli di inquinanti derivanti dal fatto che, a differenza delle abitazioni private, non vengono pulite a fondo, la ventilazione non è ottimale e la manutenzione non sempre fatte a dovere.
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Si è trattato di uno studio osservazionale/epidemiologico, il cui scopo principale è quello di valutare gli effetti sulla salute dell’ambiente scolastico ed in particolare valutare l’impatto degli inquinanti indoor e outdoor nella scuola sulla prevalenza di malattie respiratorie e sulla funzionalità respiratoria. Dati americani evidenziano come l’inquinamento indoor nelle scuole sia responsabile di un aumento ed un aggravamento delle malattie respiratorie. Ciò ha portato numerose organizzazioni americane tra cui l’Environmental Protection Agency negli Stati Uniti a promuovere progetti per migliorare la qualità dell’aria indoor nelle scuole. Una recente pubblicazione della “European Federation of Asthma and Allergy Association” ha evidenziato come i dati presenti in letteratura sull’argomento ed i programmi vigenti in Europa siano assai scarsi. Il nostro obiettivo è quello di ottenere dati confrontabili sulla qualità dell’aria nelle scuole di diversi Stati dell’Unione europea al fine di uniformare le regolamentazioni europee, dimostrare la relazione tra condizioni ambientali in ambiente scolastico e diversi parametri clinici ed infine indurre le autorità locali ad interventi di salvaguardia della qualità dell’aria indoor. Lo studio è stato sponsorizzato dalla Commissione europea della Health & Consumer Protection Directorate General (Lussemburgo). UT. Ci può dare qualche informazione sull’iniziativa CCM 2010? MCC. Lo scopo principale del progetto CCM “Indoor School” è stato quello di realizzare uno studio sull’esposizione di alunni e operatori scolastici (delle scuole primarie e secondarie di primo grado) agli inquinanti indoor, per valutare le relazioni esistenti tra tale esposizione e gli effetti sulla salute e nel contempo facilitare l’attuazione delle “Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma”(Accordo del 18 ottobre 2010). Sono stati quattro gli obiettivi del progetto: - scopo principale dell’obiettivo era definire gli indicatori per rilevare lo stato delle conoscenze e le politiche sulla qualità dell’aria e sulla gestione dei relativi problemi di salute da parte delle autorità scolastiche. Tale indagine prevedeva anche l’elaborazione di un questionario standardizzato per rilevare lo stato delle conoscenze e le politiche sulla qualità dell’aria indoor (IAQ) e sulla gestione dei relativi problemi di salute da parte delle Autorità scolastiche coinvolte nello studio.
- Il secondo obiettivo del progetto prevedeva la definizione di indicatori di qualità dell’aria interna e di salute e performance scolastica nelle aree e negli ambienti selezionati per lo studio. Per la definizione della qualità dell’aria interna, sono stati utilizzati i dati ambientali misurati all’interno delle aule ed all’esterno delle scuole. - Il terzo obiettivo del progetto prevedeva l’implementazione attiva delle linee d’indirizzo sul controllo dei rischi indoor per malattie respiratorie e allergiche nelle scuole (50% delle scuole soggette a intervento, 50% non soggette a intervento) e la valutazione del risultato ottenuto esaminando, mediante nuova somministrazione di questionario e monitoraggio ambientale a distanza di 12 mesi, le differenze tra campione di studio e campione di controllo dopo l’intervento di diffusione delle linee guida. - Lo scopo dell’ultimo obiettivo era il trasferimento e la disseminazione dei risultati delle varie fasi del progetto attraverso specifiche campagne informative, nonché la disseminazione della metodologia sviluppata nell’ambito del presente progetto e condivisa a livello nazionale. La campagna di diffusione per le linee guida per la IAQ su tutto il campione delle scuole oggetto del lavoro è stata effettuata localmente dalle varie UO. La trasferibilità dei risultati doveva essere garantita attraverso tre modalità/percorsi comunicativi: 1. partecipazione diretta ed attiva degli operatori scolastici e degli alunni; 2. disponibilità a supportare l’attivazione di analoghe iniziative in altre Regioni; 3. attività di divulgazione/formazione a livello nazionale per promuovere buone pratiche, intese come azioni migliorative in relazione alla gestione della qualità dell’aria indoor. UT. Perché è importante parlare degli inquinanti indoor e outdoor? sono argomenti distinti tra loro o è possibile individuare una relazione? MCC. Nei Paesi industrializzati si sta assistendo sempre più ad un aumento delle patologie respiratorie e allergiche. Sono stati calcolati diversi indici e quello che correla maggiormente con tale aumento è l’inquinamento atmosferico, sia indoor che outdoor. Inoltre tale inquinamento non si limita alle vie aree ma anche a quelle cardio-circolatorie e ai tumori. C’è
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una relazione tra inquinamento interno ed esterno, anche se alcuni inquinanti sono peculiari delle due situazioni. UT. Cosa sono i VOC? È possibile indicare i componenti più “pericolosi” che sono raccolti sotto la definizione di VOC? MCC. La classe dei composti organici volatili, (COV) o VOC (dall’ inglese Volatile Organic Compounds), comprende diversi composti chimici formati da molecole dotate di gruppi funzionali diversi, aventi comportamenti fisici e chimici differenti, ma caratterizzati da una certa volatilità, caratteristica, ad esempio, dei comuni solventi organici aprotici apolari, come i diluenti per vernici e benzine. I Composti Organici Volatili si suddividono in tre categorie, in relazione alle fonte di provenienza. - Compostiantropogenici,originatiprincipalmente dalle attività umane, come i solventi derivati del petrolio e i prodotti delle combustioni. - Composti biogenici di origine prevalentemente naturale, come gli oli essenziali vegetali. - Composti antropogenici e biogenici, come l’isoprene largamente sintetizzato a livello industriale per la produzione di materie plastiche e gomme sintetiche. UT. Il cittadino comune può acquistare degli strumenti per tenere sotto controllo le concentrazioni indoor? può indicarne alcuni? Come può difendersi? MCC. Le misure singole servono poco, bisogna prendere delle decisioni che influenzino una ampia porzione della popolazione. Per esempio, nella nostra regione, che conta 1,2 milioni di abitanti, perché si abbia un calo dell’inquinamento bisogna che almeno l’80% di essi adottino delle misure restrittive (diminuzione del traffico, degli scarichi industriali, del riscaldamento con gasolio, oli pesanti e a legna ) UT. Anche le pitture per l’edilizia ormai contengono indicazioni circa la concentrazione di VOC rilasciata; alcune di queste garantiscono l’assenza di rilascio di VOC. È certo che potrebbe essere interessante dipingere gli ambienti domestici con questa tipologia di tinte visto che le superfici maggiori a contatto con l’aria interna sono proprio le pareti; ma chi garantisce la reale assenza di emissioni di VOC? MCC. Questo è un discorso che vale per tutte le mi-
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sure di protezione ambientale: devono essere fatti dei controlli certificati e validati tra organismi pubblici ed eventualmente privati, ma sottoposti a controlli continui di qualità. UT. Ritornando al progetto HESE ed HESEINT il progetto cosa ha analizzato? MCC. I principali obiettivi dello studio sono: - ottenere dati sulla presenza di allergeni e inquinanti nell’aria all’interno ed all’esterno delle scuole europee; - valutare l’impatto degli allergeni nell’ambiente scolastico sulla prevalenza delle malattie respiratorie; - identificare le condizioni ambientali che si associano ad una buona funzionalità respiratoria; - porre l’attenzione sull’importanza di una buona qualità dell’aria nell’ambiente scolastico sulla salute dei bambini; - fornire a organizzazioni europee, enti locali ed organizzazioni scolastiche strumenti pratici per valutare, migliorare e mantenere una buona qualità dell’aria nelle scuole. Cinque bambini di età compresa dai 9 ai 10 anni sono stati selezionati in modo casuale da ciascuna classe reclutata nello studio. Dopo aver proposto lo studio ed aver ottenuto il consenso informato scritto da parte dei genitori sono state eseguite ad ognuno dei bambini diverse indagini (dal prick test per le allergie alla spirometria basale). In ogni classe sono stati messi degli apparecchi che filtreranno l’aria, dopo di che i filtri saranno esaminati in laboratori attrezzati svedesi e danesi e si correleranno i dati clinici con quelli degli inquinanti. In particolare sono stati rilevati per la parte clinica: - questionario per i genitori e i bambini sui problemi respiratori; - dati spirometrici; - lavaggio basale, con valutazione delle cellule, IL13 e IL5, urea, urati, albumina; - ossido nitrico esalato; - condensato dell’ esalato del respiro, con determinazione di IL-1 e pH; - tempo di rottura del film di liquido lacrimale; - tempo di perdita della visione distinta; - rinomanometria acustica In laboratorio sono stati invece esaminati: - raccolta dei germi presenti nelle aule;
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Progettazione Tecniche & Materiali
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dell’architettura contemsamento delle strutture infatti, è ormai evidente a riqualificazione del paenergetica e sicurezza, progressivamente spazio gli strumenti pedagogici,
Progetti di scuole innovative
dotti, soluzioni tecniche, e, qualità del costruito,
Prefazione di Norbert Lantschner
Valle Giulia” a Roma, si speresso la Libera Università di oduzione energetica da fonti
a, è professore associato in cerca nei settori dell’innovaa 130 pubblicazioni.
PROGETTI DI SCUOLE INNOVATIVE
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Progetti di scuole innovative Con 15 casi studio interamente a colori con progetti, dettagli e particolari costruttivi, analisi delle tecnologie costruttive innovative per le strutture e l’efficienza energetica (Edizione giugno 2016) Pagine 240 Euro 34,00 Formato A4 (cm 21x29,7) di Domenico Pepe e Massimo Rossetti
Il settore dell’edilizia scolastica è tra i più importanti nel panorama dell’architettura contemporanea, soprattutto in Italia. È qui che la necessità di un radicale ripensamento delle strutture adibite ad attività formative si sta mostrando in tutta la sua urgenza.
- raccolta con filtri della formaldeide, VOC, ozono, NO2; - misurazione della temperatura, umidità relativa e CO2; - valutazione dell’illuminazione della classe; - valutazione del ricircolo dell’aria; - PM2.5. UT. Quanti soggetti sono stati analizzati e in che ambito? MCC. Sono state selezionate 4 scuole elementari di Udine, due in zone inquinate e due in zone più salubri, due a tempo pieno e due a tempo parziale e in due classi, di ciascuna, dopo una valutazione delle risposte a un questionario, sono stati scelti a caso cinque alunni che sono stati monitorizzati per alcuni mesi – dopo consenso da parte dei genitori – sul piano clinico e su quello delle prove del respiro. Sono stati scelti bambini di 9-10 anni di età. UT. Quali sono stati i risultati? MCC. Sono stati riscontrati valori elevati di polveri sottili, specie in certi giorni, in cui c’era un minore cambio d’aria. Gli inquinanti all’interno delle classi hanno risentito della ventilazione: con la semplice apertura delle finestre durante l’esecuzione delle pulizie e nell’intervallo, gli inquinanti indoor sono calati di molto.
Il tema dell’innovazione tecnologica, sia materiale (materiali, prodotti, soluzioni tecniche, energia, ecc.) che immateriale (processi costruttivi, comfort ambientale, qualità del costruito, ecc.) entra quindi a pieno titolo tra gli scenari di riferimento attuali. Il volume, con la prefazione di Norbert Lantschner e un contributo del CRIBA Friuli Venezia Giulia (Centro Regionale d’Informazione sul Benessere Ambientale), affronta il tema dell’innovazione tecnologica negli edifici scolastici, con particolare riferimento all’architettura in legno, e presenta 15 casi studio corredati da informazioni tecniche e particolari costruttivi. DISPONIBILE SUL SITO Maggiolieditore.it
Un dato in contro tendenza rispetto alla letteratura medica è stato quello che non abbiamo riscontrato diversità di inquinanti e sintomatologie nei bambini che frequentano scuole vicino a strade trafficate, rispetto a quelli in zone più verdi e con meno traffico. UT. Come hanno reagito a questo campionamento questi particolari osservati speciali? hanno compreso il tema e ne sono stati sensibilizzati? MCC. C’è stata un’ottima partecipazione da parte delle famiglie e dei bambini, sia alle riunioni preliminari, sia all’attuazione dello studio, sia all’incontro finale con i risultati. I bambini si sono sentiti coinvolti in pieno, tanto che correvano ad avvisare l’insegnante quando qualche strumento segnalava delle anomalie o degli sforamenti. Interessante evidenziare come i bambini abbiano condizionato i comportamenti dei genitori, inducendoli ad usare di meno l’auto, a non fumare, a ventilare spesso le abitazioni, a seguire un’alimentazione più sana. Crediti immagini Le immagini sono tratte dal volume Progetti di scuole innovative di Domenico Pepe e Massimo Rossetti, Maggioli Editore, 2016.